martedì 8 luglio 2014

Il giudice Albertano e il caso della fanciulla che sembrava in croce

Il giudice Albertano e il caso della fanciulla che sembrava in croce
di Enrico Giustacchini
pp. 168, € 14,00
LibereEdizioni, 2014
ISBN: 978-8895787992
Tra i protagonisti del romanzo di Enrico Giustacchini "Il giudice Albertano", anche un personaggio storico, Bonaventura da Iseo, frate francescano e celebre alchimista. Scopriamo di chi si tratta.
Nel 1238, anno in cui si svolge il romanzo, fra Bonaventura da Iseo è documentato come ministro provinciale dei francescani a Genova (ricoprirà tale ruolo fino al 1239). In seguito, gli saranno affidati incarichi di grande prestigio: nel 1245 sarà ad esempio al concilio di Lione, da vicario del generale dell’Ordine, Crescenzo di Jesi, mentre nel 1249 compirà un viaggio in Oriente per condurre al fianco di Giovanni da Parma, su mandato del papa, delicate trattative con l’imperatore Giovanni III.
Assai probabilmente in età avanzata - e comunque sicuramente dopo il 1256 - Bonaventura, ospite di un convento veneziano, scrisse il "Liber Compostella", trattato di alchimia che ebbe un enorme successo e una vastissima diffusione.
“In questo libro - afferma l’autore - insegnerò fra le altre cose la Dottrina dei Dotti, ovvero la buona sapienza, che, come dice san Giovanni, è di proprietà di tutti, in quanto ogni uomo ne è degno. (…) Nonostante però (l’alchimia) sia chiara e aperta alla conoscenza di tutti, si deve dubitare delle dichiarate doti degli esperti o reputati tali, tant’è vero che io stesso con molti dubbi studiai e consultai i molti libri scritti da questi autori, nonché quelli degli esperimenti ermetici, fino a osservare di persona moltissimi esperimenti di magia, per la qual cosa fui dotto, profondamente informato e considerato dottore dell’Arte. Questo libro è dunque un buon brillare di grandi verità, scritto per allontanare per sempre ogni lontana falsità od errore precedente, e nel comporlo fui deferente al dubbio e attento agli inganni. (…) Noi saremo grandi afferrando a buon fine, come l’anima dei fanciulli, tutto ciò che di antico fu lasciato a insegnamento dell’uomo per migliorarlo nelle sue qualità, sì che a sua volta lo insegni ad altri, come d’altra parte dice Salomone: ‘Di ogni sapienza si deve far dottrina onorata e di ogni lucro perdizione dopo la morte’. (…) Per discernere il giusto dal falso ti occorrerà molto sudore, grande ingegno e pericolo. Pensa profondamente di scoprire, inventa, manifesta e prova”.
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