lunedì 20 ottobre 2014

La Chiesa Rupestre di San Pietro De Morrone.

La Chiesa Rupestre di San Pietro De Morrone.
Scoperta e studio di un luogo di culto medievale nel Rione "Civita" di Matera
di Angelo Fontana e Raffelle Paolicelli
pp. 152, € 18,00
Edizioni Giannatelli, 2014

10 luglio 2013, durante un’escursione nel vecchio rione della Civita, incuriositi da un luogo abbandonato, Angelo Fontana e Raffaele Paolicelli si sono avventurati nell’esplorazione che ha permesso di scoprire un sito di culto medievale inedito e anonimo. Una chiesa rupestre scavata nella calcarenite, la pianta è irregolare, si sviluppa su una superficie di circa 109 mq e presenta due navate asimmetriche parallele tra loro. Alcune pareti sono decorate da pregevoli affreschi trecenteschi parzialmente ricoperti da intonaco che probabilmente li ha preservati per diversi secoli. La presente pubblicazione costituisce un primo esempio di studio approfondito a livello documentario se si tiene conto del fatto che sono stati impiegati 38 documenti, conservati in diversi fondi archivistici locali e non, di cui 27 risultano essere inediti. Tale preziosa documentazione, trascritta e riportata in appendice, copre un arco temporale di circa cinque secoli e ha permesso di dare un’intitolazione a una chiesa di cui si erano perse le tracce. Il primo documento che ha condotto gli studiosi alla identificazione della chiesa è datato 1623. Si tratta della visita pastorale del Mons. Fabrizio Antinori. La sua descrizione è, infatti, coincidente con le caratteristiche architettoniche che si rilevano attualmente sul posto. Interessante è stata anche la descrizione di una visita pastorale finora inedita, si tratta di quella di Mons. Vincenzo Giustiniani datata 1595, proveniente dall’Archivio Diocesano di Gravina di Puglia. A questi, si aggiungono altri documenti d’archivio che hanno permesso di collegare tra loro gli eventi e i vari passaggi di proprietà che si sono susseguiti. Tra i proprietari più illustri della chiesa di San Pietro de Morronibus è menzionato anche Pasquale De Cataldis, detto Tassiello, considerato uno dei mandanti che cinquecento anni fa, 29 dicembre 1514, commissionò l’uccisione del Conte Tramontano. Il testo è suddiviso in cinque capitoli: la contrada di San Pietro de Morronibus, la storia della chiesa, il beneficio, la chiesa rupestre con la descrizione della struttura architettonica e degli affreschi, la vita di Pietro del Morrone e la diffusione del culto. Sono presenti diverse illustrazioni che sono di ausilio per una maggiore comprensione del testo: foto attuali e d’epoca, piante, sezioni, prospetti, disegni e uno spaccato assonometrico. La struttura architettonica, così come si presenta oggi, versa in uno stato di abbandono e costituisce il risultato di svariate modifiche e adattamenti motivate dal cambio di destinazione d’uso subito dalla chiesa. Infatti nel 1701 la chiesa di San Pietro de Morronibus, ormai sconsacrata da anni, fu venduta e impiegata come cantina, prima, e come abitazione, dopo e fino al 1960 quando fu murata. Il libro è dedicato a due dei più valorosi e cari ricercatori della storia materana dell’ultimo cinquantennio: Mauro Padula e Mario Tommaselli.

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