domenica 23 ottobre 2016

Storia di una principessa e della sua forchetta

Storia di una principessa e della sua forchetta
di Annalisa Ponti
pp. 224, € 10,90
Rizzoli, 2016
ISBN: 8817087416

È l’anno Mille, più o meno. Per suggellare l’amicizia tra Venezia e Bisanzio, la principessa bizantina Teodora andrà in sposa al secondogenito del doge. Teodora ha dodici anni, e sbarca in laguna insieme alla balia e a un ricco corredo di tappeti, porcellane e tessuti preziosi. Viene dalla splendida Bisanzio, lei, ed è abituata a essere servita. Ben diversa la Venezia in cui approda, piccola città di pescatori e mercanti, palazzi semplici e strade maleodoranti. Teodora e Giovanni si piacciono subito. I veneziani, invece, scrutano con diffidenza la stravagante principessa che – scandalo! – mangia con la forchetta e si fa il bagno in una vasca. In particolare, Piero il Castigatore… Ma chi la fa l’aspetti! Una storia medievale quasi vera che si prende gioco di tutti i pregiudizi.
La storia della nostra Teodora si ispira a una vicenda reale, di cui circolano diverse versioni, relativa a un’altra giovane donna bizantina andata in sposa a un veneziano. Per alcuni storici si tratterebbe di una Teodora, anche lei principessa, moglie del doge Domenico Selvo. Altri libri parlano invece di Maria Argyropoulaina e del suo matrimonio, nell’estate del 1004, con Giovanni, figlio del doge Pietro II Orseolo. Ciò su cui tutti concordano, comunque, è la triste fine della giovane, colpita da un male incurabile – la peste? – che portò alla morte anche il marito. A raccontarci – con grande severità – delle abitudini raffinate di questa nobile ragazza d’Oriente è stato anche un importante teologo e riformatore della Chiesa medievale, Pier Damiani (1007-1072), che sarà addirittura fatto santo. La principessa non toccava le pietanze con le mani ma si faceva tagliare il cibo in piccolissimi pezzi, poi li assaggiava appena portandoli alla bocca con forchette d’oro, scriveva inorridito e, ricordando la morte improvvisa e terribile della giovane, il sant’uomo non poteva non alludere a una punizione celeste. Del resto quelli in cui viveva Piero erano anni difficili, durante i quali andava maturando la dolorosa separazione tra la Chiesa d’Occidente, che parlava latino, e quella bizantina, che da allora si chiama Chiesa greco-ortodossa: dal suo punto di vista, Bisanzio e l’Oriente rappresentavano un effettivo pericolo per la civiltà dell’Europa occidentale. Va altresì detto che l’amichevole rapporto che ha legato Venezia a Bisanzio per gran parte del Medioevo andò progressivamente allentandosi fino a diventare aperta ostilità: molti dei tesori bizantini che possiamo ammirare oggi in piazza San Marco giunsero in laguna come frutto di violente ruberie.
Annalisa Ponti è un’insegnante di scuola superiore con molti anni di editoria alle spalle. Appassionata lettrice di storie (scritte da altri), un giorno ha incontrato in un manuale di scuola una vicenda che cercava un finale diverso: è così che è nata l’avventura della principessa Teodora.
 

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