mercoledì 29 novembre 2017

Note e quaderni di Meglioranza da Thiene

Note e quaderni di Meglioranza da Thiene
Notaio dei Patriarchi di Aquileia (1302-1310, 1318-1319)
a cura di Martina Carmeli
pp. 380, € 27,00
ISIME; 2017
ISBN: 978-88-87948-41-7

Originario di Thiene, nel Vicentino (ma in diocesi di Padova), con studi e ordinazione chiericale probabilmente padovani, Meglioranza è un notaio-chierico-forestiero che fa fortuna nella Patria del Friuli. Notarius domini patriarche ovvero notarius et scriba patriarchalis curie Aquilegensis, egli fu tra i tanti che prestarono la propria sapienza professionale e il proprio talento umano per coadiuvare i vescovi e metropoliti aquileiesi nella complessa opera di governo, in spiritualibus e in temporalibus, di una Chiesa che accorpava in un unico ordinario funzioni disparatissime. Di lui – che prestò la sua opera a vari patriarchi (da Ottobono, primus artifex della sua fortuna, a Pagano Della Torre, a Bertrando di Saint-Geniès fino a Nicolò di Lussemburgo) – si conservano presso la Biblioteca Comunale “Vincenzo Joppi” di Udine, nel Fondo Principale, tre protocolli con segnature 1474/I, II e III. Il 1474/III, il più voluminoso e consistente dei tre è stato pubblicato in questa collana nel 2009, sempre a cura di Martina Cameli. Protocollo notarile tout-court e non registro di curia, esso rappresenta l’attività di Meglioranza, intesa in toto: quella sua al servizio della curia patriarcale e quella sua privata, e si presenta come un libro-archivio, uno zibaldone destinato a contenere tutto ciò che Meglioranza riteneva importante e potenzialmente utile.
Martina Cameli ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia del Cristianesimo (Antichità, Medio Evo, Età Moderna) presso l’Università degli Studi di Padova, la specializzazione presso la Scuola per Conservatore di beni archivistici e librari della civiltà medievale dell’Università di Cassino e il diploma della Scuola di Paleografia, Diplomatica ed Archivistica presso l’Archivio di Stato di Modena. Dopo essersi occupata della storia monastica delle Marche meridionali, ha focalizzato il suo interesse sull’episcopato di Ascoli Piceno nei secoli XI-XIII, rivolgendo particolare attenzione alle scritture documentarie da esso prodotte.

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