giovedì 31 maggio 2018

Le forme degli elementi

Le forme degli elementi
Isaac Abravanel e la tradizione aristotelica medievale
di Elisa Coda
Pisa Unersity Press, 2018
ISBN: 978-883339-0413
Figura politica chiave nei regni di Portogallo, Spagna e Napoli e presso la Repubblica di Venezia, Isaac Abravanel (1438-1508) scrisse opere di varia natura, filosofiche, esegetiche e apologetiche. Epigono di un mondo che sarebbe presto scomparso, interessa gli storici della filosofia per diverse ragioni: le radici della sua formazione filosofica sono insieme medievali e rinascimentali; egli si fonda su un patrimonio di testi e dottrine ereditate dalla tradizione greco-araba e, soprattutto, sulla conoscenza della dottrine di Avicenna e al-Ġazālī e dei commenti di Averroè, ma non ignora autori della letteratura latina classica, testi della scolastica latina e della produzione letteraria del suo tempo, sia in prosa che poetici.
Le forme degli elementi (Ṣurot ha-yesodot) è il primo degli scritti di Issac Abravanel. Composto in Portogallo tra il 1457 e il 1467, fu edito a stampa nel 1557. In questo breve trattato, Abravanel analizza una questione posta dagli scritti di Aristotele e ricorrente nella letteratura filosofica dell’aristotelismo medievale arabo ed ebraico, soprattutto in rapporto all’esegesi della Fisica e della Generazione e corruzione: la costituzione del mondo creato. I quattro elementi del mondo sublunare, fuoco, acqua, aria, e terra, possono essere direttamente identificati con la materia prima originaria, o bisogna piuttosto affermare che essi derivino da proprietà primitive e che siano queste ultime a precedere gli stessi elementi?
Elisa Coda, specialista della ricezione tardo-antica e medievale del De Caelo aristotelico in greco, arabo ed ebraico, svolge la sua ricerca prevalentemente all’Università di Pisa.

mercoledì 30 maggio 2018

Cristiani e musulmani nell'Italia dei primi secoli del medioevo

Cristiani e musulmani nell'Italia dei primi secoli del medioevo
Percezioni, scontri e incontri
di Luigi Andrea Berto
pp. 247, € 20,00
Jouvance, 2018
ISBN: 8878016071
 
L'espansione dei musulmani nel Mediterraneo occidentale ebbe una notevole influenza anche per la storia italiana nel Medioevo. Oltre a conquistare la Sicilia, essi infatti fecero sentire la loro presenza in gran parte del Mezzogiorno e in alcune zone del resto della Penisola. Le fonti a nostra disposizione sono per la maggior parte opere narrative e si concentrano soprattutto sugli eventi bellici e pertanto l'immagine dell'avversario tratteggiata in esse è negativa, ma l'idea di un continuo stato di belligeranza tra musulmani e cristiani è fuorviante. Senza minimizzare la portata delle distruzioni avvenute in quei secoli, questo studio ha come obiettivo innanzitutto l'analisi delle caratteristiche di quelle immagini tenendo conto dell'esistenza di alcune sfumature. Oltre alle descrizioni degli effetti immediati di guerre e di incursioni, il libro esamina che cosa comportava avere vicini di questo tipo, che cosa si conosceva "dell'altro" e le caratteristiche dei rapporti in tempo di pace.
Luigi Andrea Berto insegna Storia Medievale nella Western Michigan University (USA). I suoi principali ambiti di ricerca sono l’Italia altomedievale e Venezia nel Medioevo. Ha pubblicato Testi storici veneziani (XI-XIII secolo) (1999), Giovanni Diacono, Istoria Veneticorum (1999), Il vocabolario politico e sociale della Istoria Veneticorum di Giovanni Diacono (2001), Testi storici e poetici dell’Italia carolingia (2002), Cronache e concili (2003, con G. Fedalto) e Chronicae Sancti Benedicti Casinensis (2006), oltre ad articoli e voci nel Dizionario biografico degli Italiani, The New Oxford Dictionary of the Middle Ages e nell’Encyclopedia of the Medieval Chronicles.

martedì 29 maggio 2018

Dizionario dei sogni nel Medioevo

Dizionario dei sogni nel Medioevo
Il Sommiale Danielis in manoscritti letterari
di Valerio Cappozzo
pp. XII-404, € 35,00
Leo S. Olschki, 2018
ISBN: 9788822264954

Dall’alba dei tempi ogni società ha provato a investigare il mistero del sogno e a misurarne la veridicità e il profetismo. I metodi d’interpretazione variano in ogni epoca, ma la struttura dei libri dei sogni è rimasta la stessa dall’Antico Egitto, alla Smorfia Napoletana, ai giorni nostri, anche dopo l’avvento della psicanalisi. Nel decifrare le immagini notturne i più importanti scrittori e scienziati del Medioevo e del Rinascimento hanno usato i sogni e le visioni per capire e spiegare meglio la realtà. Dante, Cecco d’Ascoli, Petrarca e Boccaccio, autori presenti nei manoscritti studiati, rispettano le teorie onirocritiche classiche e medievali e utilizzano, nelle loro opere, simboli contenuti nel più comune manuale d’interpretazione.
Il Dizionario dei sogni è formato da voci provenienti dalle versioni in latino e in volgare del Somniale Danielis, e in italiano Il Libro dei sogni del profeta Daniele, dal IX sec. alle edizioni a stampa, fino al 1550. Considerato comunemente dagli studiosi un testo poco interessante e lungi dall’essere utilizzabile dagli autori del Tre e Quattrocento, o ancora da quelli del Rinascimento, il Somniale si dimostra, al contrario, un prontuario versatile, risultato di una complessità che grazie alla sua struttura e alle interpretazioni concise ha permesso una diffusione capillare nel corso di oltre 3200 anni di storia.
Valerio Cappozzo è Assistant Professor of Italian e Direttore del programma di Italianistica dell’University of Mississippi, U.S.A. Ha studiato a «La Sapienza» di Roma Filologia e critica dantesca con Achille Tartaro prima di trasferirsi negli Stati Uniti e conseguire il Ph.D. con H. Wayne Storey all’Indiana University. Specializzato in filologia materiale e critica letteraria oltre all’interpretazione dei sogni sta lavorando sul concetto di diplomazia culturale tra il mondo cristiano e musulmano nel Medioevo e nel Rinascimento. Membro del comitato scientifico di diverse collane e riviste letterarie e filosofiche è attualmente il segretario dell’American Boccaccio Association.

lunedì 28 maggio 2018

1216: Firenze al tempo dei Guelfi e Ghibellini

1216: Firenze al tempo dei Guelfi e Ghibellini
di Andrea e Fabrizio Petrioli
pp. 192, € 12,00
Sarnus Editore, 2018
ISBN: 978-88-563-0243-1

Firenze è sempre stata terra di contrasti e diatribe. Il conflitto tra Guelfi e Ghibellini, iniziato secondo la tradizione nel 1216 con una faida tra famiglie dell’aristocrazia cittadina, ci riporta indietro nel tempo, tra le vie di una città completamente diversa da quella che abbiamo oggi davanti agli occhi.
Sfogliando le pagine di questo libro, dove il racconto appassionante si accompagna a un eccezionale repertorio di immagini d’epoca, ci ritroveremo immersi nella Firenze del Medioevo, con le sue torri e i suoi vicoli, le sue piazze e i suoi palazzi storici. E il confronto tra il passato e il presente ci farà passare, quasi per magia, da una storia narrata a una storia vissuta.
Andrea Petrioli, nato a Bagno a Ripoli nel 1951, Andrea Petrioli vive a Firenze, dove ha sempre lavorato in banca coprendo tutti i settori ma occupandosi, in particolare, di comunicazione interna. Con il fratello Fabrizio si è sempre interessato alla storia locale, studiando la Toscana e soprattutto l’area fiorentina. Questa grande passione ha portato i fratelli Petrioli a costituire un fondo di oltre 25.000 cartoline, tutte localizzate e catalogate, del periodo che va dalla fine dell’Ottocento agli anni ’50 ’60 del Novecento. L’archivio comprende anche immagini di libri e soprattutto riviste all’epoca in voga.
Fabrizio Petrioli, nato nel 1942 a Bagno a Ripoli, dove tutt’ora vive, Fabrizio Petrioli ha lavorato come impiegato nell’editoria e poi nel settore contabile. Ma, con il fratello Andrea, si è sempre occupato anche di storia locale studiando la Toscana e in particolare Firenze.

domenica 27 maggio 2018

La transizione bizantino-ottomana nelle cronache veneziane

La transizione bizantino-ottomana nelle cronache veneziane
a cura di Sebastian Kolditz, Markus Koller
pp. 328, € 32,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2018
ISBN: 9788867289172

Nel XIV e XV secolo, l’Impero Ottomano si andò affermando come nuova potenza egemoniale nella regione che un tempo era stata il nucleo di Bisanzio. Questa transizione interessò anche Venezia e l’élite veneziana in quanto attori politici ed economici di rilievo nell’area. Di conseguenza, i documenti veneziani sono stati spesso utilizzati per illustrare la storia di un’epoca che vide il tramonto dell’Impero bizantino e l’ascesa di quello ottomano. Eppure, le ripercussioni di queste trasformazioni sulla copiosa produzione storiografica tardo-medievale della Serenissima e, in particolare, sulle cronache veneziane spesso anonime, non erano ancora state studiate in modo sistematico.
In tale contesto questo volume, frutto di un workshop internazionale, combina riflessioni metodologiche sulle caratteristiche della cronachistica veneziana e dell’uso delle informazioni in essa contenute e singoli casi di studio che riflettono fasi cruciali della transizione bizantino-ottomana.
Sebastian Kolditz is Academic Assistant at the Chair of Medieval History, Historisches Seminar, at Heidelberg University. His research concerns Byzantine History with a specific focus on Late Byzantium, Conciliar History and Byzantine-Western relations as well as Mediterranean and Maritime History of the Middle Ages. His publications include the monograph Johannes VIII. Palaiologos und das Konzil von Ferrara-Florenz (1438-1439) (2013-2014), an article on Cultural Brokers in Relation with the Byzantine Court in the Later 14th and 15th Centuries (2013) and an article, written together with Nikolas Jaspert, on Christlich-muslimische Außenbeziehungen im Mittelmeerraum. Zur räumlichen und religiösen Dimension mittelalterlicher Diplomatie (2014).
Markus Koller studied Southeastern European History, History and Culture of the Near and Middle East, Turcology and Ancient History at the University of Munich. He defended a PhD at the Ruhr University in Bochum with a dissertation about violence in 18th-century Bosnia and finished his post-doctoral dissertation (Habilitation) on the late Ottoman rule in Hungary. His books and articles focus on the social history of the Ottoman Balkans as well as the cultural and political relationships between the early modern European states and the Ottoman Empire. Since 2011 he holds a professorship in History of the Ottoman Empire and Modern Turkey at the Ruhr-Universität Bochum and since 2016 he is director of the Centre for Mediterranean Studies in Bochum. Koller conducted various research projects (mainly funded by the Deutsche Forschungsgemeinschaft) about Ottoman-Venetian diplomatic relations and military conflicts in the Mediterranean.

sabato 26 maggio 2018

Le parole del Castello

Le parole del Castello
Nomenclatura castellana
a cura di Luigi Maglio e Domenico Taddei
pp. 96, € 15,00
Giannini Editore, 2018
ISBN: 978-88-7431-911-4
 
Questa pubblicazione si inserisce nel solco degli studi compiuti nel corso degli ultimi dall'Istituto Italiano dei Castelli e contribuisce alla conoscenza di queste architetture con una serie di saggi relativi ad alcuni elementi caratteristici dell'architettura fortificata e un glossario dove viene specificato il significato dei principali vocaboli utilizzati per la sua descrizione. Il tema particolare della nomenclatura che viene qui trattato è di estrema importanza in ogni disciplina in quanto costituisce il fondamento di qualsiasi discorso scientifico. La necessità di individuare univocamente gli elementi dell'architettura militare è infatti sempre stata riconosciuta necessaria sia ai fini della corretta progettazione e costruzione delle fortificazioni, sia per lo studio delle stesse, come si evince chiaramente dai contributi di Flavio Conti e di Marino Viganò. Come nota quest'ultimo, è in particolare dall'inizio del XIX secolo che gli studi sulle fortificazioni assumono una maggiore valenza di natura storica e culturale.

venerdì 25 maggio 2018

I pilastri della cattedrale

I pilastri della cattedrale
di Massimo Aureli
pp. 336, € 9,90
Newton Compton, 2018
ISBN: 9788822714237

Roma, XIII secolo.
L’abbazia di Farfa, seconda per potenza solo a San Pietro, è guidata da Gregorio da Urbino, uno spregiudicato protagonista degli intrighi politici di Roma, inviso sia al papa che all’imperatore Federico II. L’abate, noto per essere tanto spietato quanto scaltro, tiene legato a sé un giovane di umili origini, Dante, che usa come pedina per i suoi raffinati complotti. Dante è così costretto a partecipare alle sue losche trame ma, grazie alle sue abilità, riesce ad avvicinare il potente Luca Savelli, fedele al papa e avversario di Gregorio, fino a conquistarne la fiducia. Man mano che Gregorio acquista potere, minacciando persino di rovesciare il Vaticano con un esercito abilmente radunato, il giovane si troverà a dover compiere delle scelte sempre più difficili tra la fedeltà al suo mentore e la gratitudine per l’amicizia di Savelli. Ma Dante non sa che il destino ha qualcosa di molto, molto grande in serbo per lui.
Massimo Aureli è appassionato di archeologia e di storia antica fin da ragazzo, ama fare ricerche su personaggi e luoghi storici meno conosciuti. L’interesse per la scrittura è cresciuto dopo aver lavorato nella biblioteca comunale del paese in cui vive. Mentre approfondiva lo studio di alcune famiglie romane del Medioevo, ha riscoperto la voglia di scrivere e, dopo un anno di lavoro, ha terminato il suo primo romanzo: I pilastri della cattedrale.

giovedì 24 maggio 2018

Romanico cremonese

Romanico cremonese
Le chiese dell'antica Diocesi di Cremona
di Giorgio Milanesi
pp. 332, € 65,00
All'Insegna del Giglio, 2018
ISBN: 9788899547202

La Diocesi di Cremona, posta al centro della Valle del Po, oltre alla cattedrale e alla chiesa dei Santi Maria e Sigismondo di Rivolta d’Adda, edifici da tempo al centro dell’attenzione degli studiosi, conserva un importante patrimonio architettonico religioso di epoca romanica costituito da emergenze che costellano il territorio note anche agli specialisti solo in minima parte. Per la prima volta, con l’ausilio di una nuova e specifica campagna fotografica, le chiese disperse nella sterminata campagna dell’antica Diocesi di Cremona, dalle pievi e cappelle più settentrionali in provincia di Bergamo a quelle meridionali lungo l’asse del Grande Fiume, vengono analizzate e poste in dialogo attraverso schede dedicate. I limiti strettamente diocesani dell’indagine, in aderenza a una storia dell’arte per scuole regionali, potrebbero indurre a individuare possibili elementi peculiari di un “romanico cremonese”; al contrario, sono state tracciate alcune coordinate storico-artistiche coerenti con i caratteri di multipolarità e pluricentrismo che più verosimilmente contraddistinguono la territorializzazione medievale, la committenza e dunque i modelli d’immagine, tra l’XI e il XIII secolo.

mercoledì 23 maggio 2018

Del perduto e ritrovato castello di Malclavello in Chianti

Del perduto e ritrovato castello di Malclavello in Chianti
di Francesca Marchetti, Donatella Tognaccini
pp. 76, € 12,00
Press & Archeos, 2018
ISBN: 978-88-96876-90-9

Un mistero lungo più di otto secoli ha caratterizzato le vicende dell’antico castello di Malclavello in Chianti, documentato nel corso del XII secolo e considerato scomparso fino al suo fortuito rinvenimento nei boschi oltre Barbischio. Il castello infatti, perduto il nome originario, aveva assunto quello di Serravalle e le strutture medievali erano state inglobate nell’attuale casa colonica. Il presente studio storico-archivistico ed architettonico chiude il cerchio sulle vicende della fortezza, presentando, come in un “giallo” le tappe di questa riscoperta. I documenti antichi e le strutture medievali del castello ci raccontano una storia affascinante, ricca di colpi di scena, ci permettono di conoscere e quasi di toccare con mano la “vita” del fortilizio e dei suoi abitanti attraverso i secoli.
Donatella Tognaccini insegna Italiano e Latino in un liceo senese. Fa parte del Centro di Studi Storici Chiantigiani e ha pubblicato numerosi libri sulla storia, l’arte, l’architettura del territorio in cui vive e non solo. Nel 2017 ha ricevuto dal Comune di Gaiole il premio “Clante d’oro” per la sua opera letteraria, di ricerca storico-artistica e di promozione culturale.
Francesca Marchetti vive e lavora a Siena. È architetto libero professionista e si occupa prevalentemente di restauro e ristrutturazione di edifici. Sin dalla laurea in Architettura all’Università di Firenze (1991) con una tesi in “Storia e restauro delle strutture architettoniche” , ha dedicato un particolare interesse al territorio chiantigiano. Con Donatella Tognaccini ha effettuato vari studi su questa zona.

martedì 22 maggio 2018

Storia segreta del Medioevo

Storia segreta del Medioevo
di Erberto Petoia
pp. 384, € 12,90
Newton Compton Editori, 2018
ISBN: 9788822713780

La storia degli uomini e delle donne del Medioevo ha modellato e influenzato profondamente il modo di vivere dei popoli europei e ancora si ripresenta nel nostro quotidiano sotto molteplici forme. Un periodo storico contraddittorio, in bilico perenne tra oscurantismo e idealizzazione, che è caratterizzato da grossi sconvolgimenti nei rapporti politici, sociali e, soprattutto, religiosi. La scomparsa degli antichi culti, sostituiti gradualmente dal cristianesimo, e l’ingresso in uno spazio politico e religioso comune di quei paesi che erano rimasti fuori dalla civiltà romana sanciscono l’atto di nascita dell’Europa, in cui hanno origine e si consolidano sincretismi religiosi, consuetudinari e giuridici che regoleranno e condizioneranno a lungo la vita dell’uomo occidentale fino ai nostri giorni. Momento essenziale del nostro passato, questo affascinante e sorprendente viaggio nel Medioevo potrà «dare il duplice piacere di incontrare insieme l’altro e voi stessi» (Jacques Le Goff).
Erberto Petoia, membro del direttivo scientifico del Centro Studi di Tradizioni Popolari “Alfonso M. di Nola”, ha collaborato per anni con la cattedra di Storia delle Religioni e Antropologia Culturale presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli e presso l’Università di Roma III. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo Vampiri e lupi mannari (tradotto in spagnolo e polacco); Miti e leggende del Medioevo (tradotto in ceco e in serbo); Malocchio e jettatura; Storia e leggende di Babbo Natale e della Befana (scritto con C. Corvino); Miti e leggende degli zingari; Storia del presepe e la collaborazione al volume collettaneo Antropologia e storia delle religioni. Saggi in onore di Alfonso M. di Nola. Frutti di una lunga ricerca sul campo sono La stella e l’aratro. Tradizioni popolari in Irpinia (in collaborazione con C. Corvino) e Tutto a segno di croce. Storie di donne contadine. Ha inoltre curato e tradotto Il vampiro di J.W. Polidori, Un mistero della campagna romana di Anne Crawford, Jude l’oscuro di Thomas Hardy, Breve storia della fine del mondo di Paula Clifford, e Dizionario universale del Natale di Gerry Bowler. Collabora con «Medioevo», «Rivista Abruzzese» e con altre riviste del settore antropologico e storico religioso.

lunedì 21 maggio 2018

Sordel de Godio

Sordel de Godio
di Lucia Florio
pp. 168, € 12,00
Editoriale Sometti, 2018
ISBN: 978-88-7495-703-3

Sordello da Goito rimane ancora oggi un personaggio avvolto nel mistero.
Poeta trovatore, letterato, instancabile corteggiatore, la sua biografia ha pochi dati certi e poche tracce materiali rimangono del suo passaggio nell’Italia (e l’Europa) del XIII secolo.
Una figura sfuggente e camaleontica che ha alimentato leggende e racconti orali, su cui Lucia Fiorio ricostruisce una storia dai tratti picareschi: una vida di Sordel de Godio gioiosa e immaginifica, una sceneggiatura medievale ambientata nella Goito duecentesca attraverso un’originale narrazione che mischia italiano e lingua volgare in un gramelot ironico e immediato.

domenica 20 maggio 2018

Il gioco della zara

Il gioco della zara
Dante tra Virgilio e Beatrice: alcune riflessioni
di Emma Grimaldi
pp. 292, € 30,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Edizioni ETS, 2018
ISBN: 9788846750549

Cercando d’interrogarsi sul senso odierno del diffuso rituale critico delle Lecturae Dantis, questo libro raccoglie, nella seconda parte, alcuni esercizi di lettura di canti danteschi, risalenti a diversi momenti e a diverse occasioni. Del tutto inedita, la prima parte si compone invece di una serie di riflessioni, articolate in quattro capitoli, intorno a un centro tematico da individuarsi nella figura e nel ruolo di Virgilio, nella Commedia. Nella vivace dialettica dei suoi rapporti con Dante, della Commedia autore e personaggio, nel disappunto spesso silenzioso che lo accompagna nel corso dell’ascesa purgatoriale, inducendolo a chiedersi, quando più gravoso sente il peso dell’esclusione dalla Grazia, come e quando nella sua vita ha sbagliato, proprio come fa, a gioco concluso, colui che ha perso la partita a dadi. Momento ad un tempo centrifugo e centripeto di queste riflessioni non può infatti non essere la problematica attinente le ragioni dell’esclusione del cantore di Enea dalla salvezza cristiana. Ragioni pur radicate entro un sistema culturale certo legittimante la scelta di Virgilio a guida nel viaggio oltremondano, in nome di tutto quanto consente di percepire, nella sua poesia, il presagio di una prossima renovatio mundi o cristiana palingenesi.  Si affaccia così la cauta ipotesi che tale componente profetica, insita nella vocazione poetica virgiliana, possa anche essere intesa come segno di una predestinazione di Virgilio alla salvezza: predestinazione non giunta al suo esito, rimasta congelata e irrisolta, perché contraddetta da particolari scelte politico/ideologiche, dall’esercizio di quel libero arbitrio che non è innata virtù umana, ma dono supremo concesso all’uomo dalla divina bontà.
Emma Grimaldi già professore ordinario di Letteratura Italiana presso la facoltà di Lettere dell’Università di Salerno, è autrice di saggi, apparsi su riviste italiane e straniere. Prediligendo la dimensione della narrativa, si è occupata dei romanzi e racconti di Cesare Pavese in La fuga e il ritorno (1979), dedicandosi poi a problematiche stilistico-formali nel Decameron, in Quantunque volte, graziosissime donne (1980) e Il privilegio di Dioneo (1987).  Al Manzoni ha dedicato il volume Dentro il romanzo. Strutture narrative e registri simbolici dal Fermo e Lucia a I promessi sposi (1992), all’opera del Verga, La costola d’Adamo. proposte di lettura per il Mastro-don Gesualdo (1994).  Alla poetica di Pirandello, con precisa attenzione al senso e al ruolo femminili, guarda invece Come un quadro sottosopra (2001), mentre sull’individuazione di plausibili percorsi ricognitivi entro il corpus delle Novelle per un anno, si sofferma Il labirinto e il caleidoscopio (2007). Al ‘romanzo’ dell’Ariosto, capolavoro di un’arte del racconto simultaneo, polifonico e policentrico, approdante alla cifra del ‘non finito’ o della peculiare modernità, ha dedicato Inseguendo Orlando. Un pretesto per rileggere il Furioso (2015).

sabato 19 maggio 2018

Lo Scibene di Palermo, un monumento da restaurare

Lo Scibene di Palermo, un monumento da restaurare
di Zaira Barone
pp. 176, € 16,00
Aracne Editrice, 2018
ISBN: 978-88-255-1098-0

«Io penso che in tal guisa abbandonato il monumento raro assai più della Cuba e della Zisa in pochi anni andrà distrutto, e non lascerà orma della sua esistenza, ciò tornerebbe a disonore dell’epoca nostra. Io sarei ardito d’intraprendere una illustrazione di sì alto interesse, ma trovo diversi ostacoli, e tra questi mezzi necessari per lavori preparatori di sgombro, scavo, e spatinamento, che non sono di poco importo. Farei a mio conto le spese dei ponti e le scale per le misurazioni, e tutt’altro per la pubblicazione delle tavole, e de’ ragionamenti, purché la commissione di antichità e belle arti fosse plausibile a caricarsi delle prime spese sul fondo d’altronde destinato a tal uopo. […] e dico solamente ciò per dichiarare che anche io vorrei mettere il mio debole braccio sotto le pietre cadenti del Palagio celebre per l’arco di Persia, che anche io vorrei impiegare i miei risparmi per contribuire al lustro del monumento singolarissimo». Oggi questa testimonianza di Giovan Battista Filippo Basile, del 1856, resta per molti versi attualissima. Il volume si innesta nell’alveo degli studi sulla storia dello Scibene a Palermo tra glorie, abbandoni, crolli e mitizzazioni, mettendone in luce i progetti di restauro che, susseguitisi dall’Ottocento, purtroppo non sono mai stati appieno realizzati. L’incrocio dei dati provenienti dagli studi sullo Scibene di personaggi importanti per la storia del restauro siciliana, quali Cavallari, Valenti, Guiotto e lo stesso Basile, uniti a osservazioni e rilievi dello stato attuale, ci portano a un avanzamento degli studi sul monumento, nell’ottica di un auspicato e non troppo futuro restauro, reso ancor più significativo e cogente, oggi, alla luce del rinnovato riconoscimento dei monumenti «arabo–normanni» di Palermo da parte dell’UNESCO.
Zaira Barone è Architetto, specializzata in Restauro dei Monumenti e dottore di ricerca in Conservazione dei BB.AA. e del Paesaggio.
Tra i suoi saggi: Danni bellici, tutela dei monumenti, restauri e ricostruzioni in Sicilia. I casi di Taormina e Randazzo (2011); Dry-stone in the Hyblaen rural landscape (2013). 

venerdì 18 maggio 2018

Petrarca maestro

Petrarca maestro
Linguaggio dei simboli e delle storie
di Paolo Cherchi
pp. 220, € 26,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2018
ISBN: 9788867289981

I saggi contenuti in questo volume presentano una forma inedita del petrarchismo umanistico e rinascimentale che affiora nel linguaggio simbolico degli emblemi, delle icone e nelle concordanze delle storie. È il petrarchismo tramandato da alcune strutture emblematiche distribuite nel Canzoniere e dai modelli del rapporto uno/molteplice che Petrarca traccia in alcune opere latine, nonché da strutture che “concordano le storie” per ricavarne l’esemplarità. Queste concordanze sono i remoti modelli delle “officine rinascimentali”, enormi depositi di storie concordate che alimentarono la inventio di innumerevoli scritture del Cinquecento.
La novità di questo studio è chiara, ma è anche chiaro quanto sia rischioso seguire la presenza di modelli nascosti fra le strutture, specialmente quando queste subiscono un processo metamorfico nel passaggio da un sistema di comunicazione verbale a un sistema di comunicazione figurativa. Solo gli strumenti della filologia consentono di affrontare il rischio di seguirne le tracce e di assicurare che non si tratti di una mera suggestione. Si tratta di un petrarchismo diverso da quello lirico tradizionale, che ebbe i suoi potenti manifesti mentre il petrarchismo delle strutture è, al contrario, ancora tutto da dimostrare.
Il lettore sarà persuaso della plausibilità della sfida? Ce lo auguriamo: seguendoci potrebbe rimanere sorpreso da una manifestazione nuova del magistero di Petrarca.
Paolo Cherchi è stato professore di Letteratura Italiana all’Università di Chicago e ha insegnato all’Università di Ferrara. Fra i suoi volumi: Capitoli di critica cervantina (Bulzoni 1977); Andreas and the Ambiguity of Courtly Love (Toronto University Press 1994); l’edizione de La piazza universale di tutte le professioni del mondo di Tommaso Garzoni (Einaudi 1996); Polimatia di riuso. Mezzo secolo di plagio (1539-1589) (Bulzoni 1998); La metamorfosi dell’Adone (Longo 1996); L’alambicco in biblioteca: distillati rari (Longo 2000); L’onestade e l’onesto raccontare del Decameron (Cadmo 2004); Le nozze di Filologia e Fortuna (Bagatto 2006); Verso la chiusura. Saggio sul Canzoniere di Petrarca (il Mulino 2008); La rosa dei venti. Una mappa delle teorie letterarie (Carocci 2011). Autore anche di testi di fiction: L’amante ropalico e altri erostrati (EDES 2000, vincitore del premio Giuseppe Dessì); Erostrati e astripeti (Il maestrale 2005). 

giovedì 17 maggio 2018

Il negromante e altri incubi

Il negromante e altri incubi
di Moreno Burattini, Stefano Andreucci
prefazione di Paolo Di Orazio
pp. 56, € 14,00
Cut-Up Edizioni, 2017
EAN: 9788895246840
 
Mostruose, inquietanti, imprevedibili, sanguinolente e sarcastiche: cinque storie di horror medievale di due grandi autori del fumetto italiano per la prima volta raccolte in volume. Brevi e fulminanti, coerenti tra loro anche se slegati da qualsiasi filo conduttore che non siano lo sfondo storico, la creatura e l'occulto, forti di una struttura narrativa cara ai racconti di Creepy col classico ribaltone ironico finale che rende la storia ancora più malvagia e sulfurea. E l'ironia, appunto, è l'ingrediente forte delle storie di Moreno, che lo hanno reso celebre nella sua attuale cura editoriale di Zagor.
Moreno Burattini è uno dei più noti sceneggiatori di fumetti italiani. Ha all’attivo numerose storie per Lupo Alberto, Cattivik, il Comandante Mark, Dampyr e Tex, ma il personaggio a cui si è soprattutto dedicato (al punto da risultare l’autore con più storie all’attivo) è Zagor, le cui avventure scrive dal 1991 e del quale è anche, dal 2007, il supervisore. Per la sua attività in campo fumettistico ha vinto molti prestigiosi premi tra cui, nel 2003, il Gran Guinigi di Lucca Comics.

mercoledì 16 maggio 2018

Il duellante

Il duellante
di Bruno Francesco Marando
pp. 208, € 14,00
Giovane Holden Edizioni, 2018
ISBN: 978-88-3292-162-5

Attilio della Rocca è un adepto della Gilda dei duellanti, organizzazione segreta molto influente che ha sede nel borgo medievale di Galigs, situato in un’anonima isola nell’estremo nord della Gran Bretagna. Spade, duelli e battaglie qui non sono un gioco, né living history: sono la quotidianità. È in questo contesto, infatti, che i migliori duellanti di tutto il mondo si sfidano ogni sette anni per la gloria e per assicurarsi un posto all’interno del Consiglio della Gilda, il più alto organo decisionale dell’organizzazione.
Cresciuto secondo i precetti del bushido, sotto la guida del maestro Kosami, Attilio sogna di poter vincere il Gran Torneo per potersi ritirare con onore dalla Gilda e godersi la famiglia. Un susseguirsi di spiacevoli eventi stravolgerà la sua vita: Attilio si ritroverà invischiato in un misterioso complotto ordito per conquistare la guida dell’organizzazione, fino a quando una forza demoniaca prenderà il posto della sua coscienza e lo metterà davanti al duello più difficile: quello con se stesso.
Il romanzo dal tratto veloce, sapientemente ambiguo tra contemporaneità e fascinazione di stampo medioevale, scorre sulla scia di epici duelli, entità sovrannaturali e quel codice di onore che non può essersi smarrito nell’era dei cavalieri.

martedì 15 maggio 2018

Costanza d'Altavilla. L'ultima regina normanna

Costanza d'Altavilla. L'ultima regina normanna
di Francesca Giurleo
prefazione di Leoluca Orlando
pp. 72,  10,00
Kalòs Edizioni, 2018
ISBN: 8898777612
 
La figura di Costanza d'Altavilla si impone nel testo in tutta la sua forza di sovrana, di donna e di madre. Data in sposa a Enrico VI per un gioco politico fatto di alleanze, si mantenne estranea all'ambizione del marito dominatore, usando tutta la sua diplomazia per difendere la sua terra e la sua gente. Il suo obiettivo si poté realizzare solo dopo la morte del marito stesso quando, dopo aver allontanato da sé i funzionari tedeschi rudi e sanguinari, riportò il figlioletto, il futuro Federico II, in terra di Sicilia, nella corte di Palermo, e cominciò a preparare per lui un regno unito e saldo. Con la sua amministrazione Palermo riprese l'antica politica interculturale e iniziò ad affermarsi come capitale della cultura e culla della nascente lingua italiana.

lunedì 14 maggio 2018

De Iohanne papa et Ottone imperatore

De Iohanne papa et Ottone imperatore
Crimini, deposizione e morte di un pontefice maledetto
di Liutprando di Cremona
a cura di Paolo Chiesa
pp. VI-128, € 25,00
Sismel, 2018
ISBN: 978-88-8450-841-6
 
Nell’autunno 963 l’imperatore Ottone I di Sassonia, sceso a Roma in armi, fece deporre da un sinodo appositamente riunito il papa in carica, Giovanni XII, che fu sostituito con un uomo gradito al sovrano. A raccontarci la vicenda da un osservatorio di prim’ordine è Liutprando, vescovo di Cremona e fedelissimo di Ottone, che partecipò al sinodo da protagonista, in quanto interprete dell’imperatore. La colpa di Giovanni era principalmente politica: quella di avere tradito il patto di fedeltà che lo legava a Ottone, che pure aveva incoronato un anno prima, schierandosi dalla parte dei suoi nemici, i re d’Italia Berengario e Adalberto. Ma per dimostrare le ragioni del suo signore Liutprando non usa la politica: papa Giovanni è rappresentato come un personaggio infame, colpevole di menzogna e sacrilegio, bestemmia e simonia, incesto e stupro, furto ed assassinio, in un crescendo di accuse sapientemente orchestrato che finisce per svelarlo come servo del demonio. Logico, quindi, che il santo imperatore Ottone sia stato costretto a deporlo, per salvare la cristianità da un simile mostro, prossimo a precipitarla nella perdizione. Tutto questo si legge in un vivacissimo pamphlet, un piccolo capolavoro letterario, che in poche pagine mostra l’abilità stilistica e espressiva di uno degli scrittori più sorprendenti del medioevo latino. Il testo è qui pubblicato con una traduzione italiana a fronte e con un ampio commento, ed è corredato dagli altri testi e documenti che raccontano la vicenda, talvolta da punti di vista diversi.
Paolo Chiesa, nato nel 1956, è attualmente professore ordinario di Letteratura latina medievale e umanistica presso l’Università Statale di Milano, dopo avere insegnato all’Università di Udine dal 1992 al 2006. Il suo principale campo di studi è quello della tradizione manoscritta delle opere della latinità medievale, tema sul quale coordina da anni un progetto di ricerca nazionale.
Ha prodotto numerose edizioni critiche di testi mediolatini, fra le quali quella delle opere di Liutprando di Cremona (Turnhout 1994), del De magnalibus Mediolani di Bonvesin da la Riva (Milano 1997; nuova edizione aggiornata, Milano 2009), e dell’Itinerarium di Guglielmo di Rubruck. Ha curato, insieme ad Andrea Tabarroni, un’edizione commentata della Monarchia di Dante (2013). Nel campo della metodologia filologica ha pubblicato il manuale Elementi di critica testuale (Bologna 2002; nuova edizione aggiornata 2012).

domenica 13 maggio 2018

Nelle Terre del Marmo

Nelle Terre del Marmo
Scultori e lapicidi da Nicola Pisano a Michelangelo
a cura di Aldo Galli, Antonio Bartelletti
pp. 264,  € 24,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Pacini Editore, 2018
ISBN: 978-88-6995-393-4

«È questo un volume che colloca Carrara e Pietrasanta (e con loro le Apuane) in una cornice non solo locale, ma italiana ed europea, per meglio comprendere la straordinaria fortuna della scultura in marmo apuano tra la metà del Duecento e gli inizi del Cinquecento: da Nicola Pisano a Michelangelo. Una lunga parabola o, forse meglio, un’iperbole di intense relazioni artistiche e commerciali, che vide protagonisti lapicidi e scultori di varia provenienza, la cui arte fece del marmo apuano il materiale più prestigioso e ricercato per statue, monumenti, altari o sepolcri, da Venezia a Napoli, dalla Spagna alla Francia.
Il titolo del volume, Nelle Terre del Marmo indica, in prima istanza, una nuova possibile denominazione connotativa per un’area demo-territoriale non ancora del tutto consapevole di una propria identità. Si riferisce immediatamente a un territorio di diverse culture e tradizioni, che ha però condiviso una comune storia di eventi nel corso del periodo qui considerato, quando è stata campo di conquista e pure di divisione e scontro tra Genova, Pisa, Lucca e Firenze.
Le Terre del Marmo potrebbero risultare assai più numerose nell’Italia del basso Medioevo e del Rinascimento. Questo titolo sarebbe forse rivendicabile da altri luoghi che hanno iniziato presto ad integrare e sostituire le pietre mancanti con le proprie, dopo lo spoglio, ormai completato, dai monumenti della Roma imperiale. Si tratta di borghi e vallate in cui sono nati, quasi per determinismo geografico, artefici per necessità, che hanno risalito lentamente la china delle competenze tecniche e delle abilità artistiche, divenendo prima picchiapietre o scalpellini, poi lapicidi ed infine scultori. Sono quei luoghi in cui talvolta arrivavano, da altre Terre o da città vicine ed affamate di pietre ornamentali, schiere di altri lapicidi e scultori, alla continua ricerca di materiali utili all’architettura e/o alle produzioni plastiche…»
Alberto Putamorsi, presidente del Parco Regionale delle Alpi Apuane.

sabato 12 maggio 2018

Carni in rivolta. Macellai a Siena nel Medioevo

Carni in rivolta. Macellai a Siena nel Medioevo
di Valentina Costantini
pp. 280, € 18,00 (Acquista online con lo sconto del 15%)
Pacini Editore, 2018
ISBN: 978-88-6995-087-2

Un’inedita ricostruzione della storia dei macellai senesi (i carnaioli) che getta nuova luce sulle dinamiche politiche, economiche e sociali della Siena trecentesca e delle rivolte urbane che scossero le fondamenta della Repubblica dei mercanti.
Se ne ricava l’immagine di una società divisa, attraversata per lunghi decenni da un conflitto politico nel quale la corporazione dei carnaioli rappresentò una pericolosa antagonista per il ceto dirigente cittadino.
Il volume ricostruisce la storia delle cosiddette ‘rivolte dei macellai’ senesi, del commercio del bestiame, della produzione e del consumo di carne, e la storia delle famiglie, degli uomini e delle donne che vissero quegli anni di svolte, uscendone, a seconda dei casi, vinti o vincitori. Con un continuo rimando al contesto italiano ed europeo, e attraverso un’ampia selezione di documentazione inedita, questo volume offre un contributo prezioso alla storia di Siena e, più in generale, alla storia delle città e delle rivolte nell’Europa medievale. 
Valentina Costantini è ricercatrice di Storia Medievale. Specialista di storia delle città, ha pubblicato articoli e saggi dedicati alla storia delle rivolte, dell’alimentazione, e delle corporazioni nei secoli XIII-XV, tra cui On a red line across Europe: butchers and rebellions in fourteenth century Siena, «Social History», 41/1 (2016), pp. 79-92 e Macellai in armi nelle città medievali: note per un’indagine comparata, «Bullettino dell’Istituto Storico per il Medio Evo», 118 (2016), pp. 249-289. Questo libro è la sua prima monografia.

venerdì 11 maggio 2018

Due testi medievali sull'amor cortese

Due testi medievali sull'amor cortese
En aquel temps c'om era jays e Fraire de Joy e Sor de Plazer
a cura di Margherita Lecco, Claudia Rossi
pp. VI-122, € 16,00
Edizioni dell'Orso, 2018
ISBN: 978-88-6274-833-9
 
I due testi qui presentati e tradotti sono esponenti di rilievo della narrativa – l’«eccezione narrativa» – della letteratura provenzale tra XIII e XIV secolo: l’uno (En aquel temps…) secondo i modi propri di quella tradizione linguistica, l’altro (Frayre de Joy…) attraverso una riscrittura catalana che lascia però intuire il riferimento a modelli letterari occitanici. En aquel temps, opera di Raimon Vidal de Bezalù (attuale provincia di Girona) – autore delle celebri Razos de trobar (1210 c.), trattato sulle regole di composizione della lirica trobadorica – riferisce quello che si potrebbe considerare un esempio di questa trattatistica, attraverso i modi di una controversia amorosa che finisce per risolversi in una sorta di tenso non priva di ironia. Frayre de Joy è anch’esso, a ben vedere, al di là del racconto fondante, che traduce una delle più antiche declinazioni della storia della Belle au bois dormant, un exemplum di tale trattatistica amorosa. Entrambi i testi sono dunque, nel contempo, pregevoli, e piacevoli, illustrazioni dell’ancora solida tradizione trobadorica, e brillanti, per quanto in breve veste, esponenti della narrativa che, con qualche romanzo (Flamenca, Jaufre…), le vidas trobadoriche ed altre novas, testimonia della notevole vitalità della letteratura occitana (e dintorni) medievale.
Margherita Lecco insegna Filologia Romanza presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova. Si occupa di letteratura medievale francese, provenzale, italiana. Saggi sul romanzo del XIII secolo, voll. I e II (Alessandria 2003 e 2007), Manoscritti, miniature, testi nella letteratura francese e provenzale (Alessandria 2016).
Claudia Rossi, filologa romanza e dottore di ricerca presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova, si occupa di testi medievali francesi, provenzali e italiani. Ha pubblicato Viaggi sulla ruota della Fortuna. I romanzi di Philippe de Remi (Genova 1999) e curato la traduzione della Manekine di Philippe de Remi (Alessandria 2017). 

giovedì 10 maggio 2018

Posse civitatis. Asti e il suo territorio tra XI e XIII secolo

Posse civitatis. Asti e il suo territorio tra XI e XIII secolo
di Ezio Claudio Pia
pp. X-110, € 15,00
Edizioni dell'Orso, 2018
ISBN: 978-88-6274-836-0

La costruzione politica del territorio astigiano – il posse civitatis secondo la definizione dei libri iurium comunali – restituisce la progettualità di lunga durata di una classe dirigente urbana che nella strutturazione di un contado dipendente proietta la peculiare centralità di Asti rispetto a snodi di comunicazione di valenza sovraregionale tra litorale ligure, area alpina e Pianura padana. Si delinea un processo – articolatosi tra XI e XIII secolo – nel quale convivono una solida visione d’insieme e una strutturale duttilità nei modi di raccordo, basata sulla sperimentazione di forme giuridico-documentarie adeguate alla concretezza sempre variabile delle relazioni politiche. A differenza di altri comuni, infatti, Asti non cerca di imporre un modello unico di sottomissione a soggetti differenti, ma elabora un sistema flessibile di connessioni con singoli signori e comunità. L’esito è costituito dallo strutturarsi di un organismo territoriale complesso, gravitante su Asti, in grado di controllare l’area subalpina centro meridionale e destinato a mantenere persistente vitalità anche dopo la fine dell’epoca comunale.
Ezio Claudio Pia, allievo di Renato Bordone, è dottore di ricerca in storia medievale e si occupa di storia politica ed economica a partire dall’età comunale. Fa parte del Centro di Ricerca sulle Istituzioni e le Società Medievali e del Centro Studi di Onomastica Piemontese dell’Università degli Studi di Torino. È socio dell’Accademia di Agricoltura di Torino. Tra i suoi lavori: la curatela di Credito e cittadinanza nell’Europa mediterranea dal medioevo all’età moderna (Asti, Centro studi “Renato Bordone”, 2014) e le monografie La giustizia del vescovo: società, economia e Chiesa cittadina ad Asti tra XIII e XIV secolo (Roma, Viella, 2014, Premio Alfonso Carbone della Deputazione subalpina di Storia patria) e, nella collana “Il Medioevo nelle città italiane”, Asti (Spoleto, Centro italiano di studi sull’Alto medioevo, 2017).

mercoledì 9 maggio 2018

Le grandi donne del Medioevo

Le grandi donne del Medioevo
di Ludovico Gatto
pp. 480, € 12,00
Newton Compton, 2018
ISBN: 9788822719614
 
Regine e imperatrici, religiose e sante, intellettuali e letterate: un viaggio nella storia dei secoli bui alla scoperta delle personalità femminili più illuminate. Le donne vissute in epoca medievale sembrano non avere ancora un volto definito e la loro vita concreta sfugge anche allo sguardo più attento. Più volte ravvisiamo in quell'epoca "l'universo femminile" come un mondo in buona parte oscuro, in cui le donne vengono rappresentate come "ombre incerte, prive di contorno, di profondità, di accento", figure dunque inafferrabili, indefinibili. Ma è in questo vuoto solo apparente, in questo silenzio fin troppo ingannevole che lo storico si inoltra alla ricerca di tracce e voci tutt'altro che marginali. Un viaggio nella storia, dunque, per comprendere come le donne abbiano vissuto nella società antica e medievale, come l'abbiano modificata, condizionata e definita con la forza dell'ostinazione e la finezza dell'intelletto. Un'immersione nei testi e negli studi di chi cerca di afferrare le implicazioni profonde, le ambiguità più o meno note e le conseguenze che l'attività, il pensiero e il ruolo delle donne hanno avuto nella società medievale mettendo in luce quanto il loro contributo e le loro scelte abbiano influenzato le epoche successive.
Ludovico Gatto è professore emerito di Storia medievale presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma la Sapienza, è autore, fra l’altro, di L’atelier del medievista, Viaggio intorno al concetto di Medioevo. Con la Newton Compton ha pubblicato: La grande storia del Medioevo, Storia di Roma nel Medioevo, Gli imperi del Medioevo e Il Medioevo giorno per giorno.

martedì 8 maggio 2018

Monaci e contadini. Abati e re

Monaci e contadini. Abati e re
Il monastero di Nonantola attraverso l’archeologia (2002-2009)
a cura di Sauro Gelichi, Mauro Librenti, Alessandra Cianciosi
pp. 418, € 80,00
All'Insegna del Giglio, 2018
ISBN: 9788878148574

Il sesto volume delle ricerche condotte dall’Università di Venezia a Nonantola in questi anni è dedicato al monumento forse più importante della provincia di Modena per il periodo medievale e per la storia non solo architettonica, ma politica, religiosa e civile dell’intera regione: l’abbazia di S. Silvestro, la cui fondazione nel 752, ad opera di Anselmo, cognato del re longobardo Astolfo, segna anche una svolta culturale, con l’indebolimento di ogni influenza bizantina, ormai delegata al ruolo di Venezia, e l’inclusione dell’Italia settentrionale nell’ambito degli imperi centro europei, prima sotto i Franchi, poi sotto i Germani. La ricerca archeologica viene declinata sotto tutti i tuoi aspetti e rappresenta bene il contributo che questo tipo di ricerche può dare alla ricostruzione storica, non solo recuperando e acquisendo elementi importanti per la storia stessa dell’abbazia dal punto di vista strutturale ed architettonico, ma recuperando tutti gli aspetti della vita sociale, delle condizioni economiche, degli aspetti culturali in senso lato della comunità dei monaci per secoli, dall’VIII al XII (Luigi Malnati).

lunedì 7 maggio 2018

Scudi di frontiera

Scudi di frontiera
Dinamiche di conquista e di controllo normanno dell’Abruzzo aquilano
di Alfonso Forgione
pp. 228, € 32,00
All'Insegna del Giglio, 2018
ISBN: 9788878148550

L’incastellamento verificatosi durante il periodo normanno ha profondamente segnato l’Abruzzo aquilano, provocando un sostanziale riassetto dell’organizzazione territoriale precedente, contraddistinta da un numero limitato di fortificazioni. La ricerca archeologica, in questo caso, diviene uno strumento cruciale per comprendere fino in fondo le dinamiche e l’evoluzione nel tempo di questo fenomeno, in un’area troppo spesso considerata liminare sia in senso geografico che politico. In questo peculiare periodo storico il territorio vide la nascita di nuovi insediamenti fortificati, sulla base di modelli normanni già sperimentati con successo in altre aree di confine. Questa ipotesi trova forza e conferme nella prassi operativa normanna che prevedeva la realizzazione in aree di frontiera di un particolare modello insediativo, la motte and bailey, considerato il più funzionale per il controllo e l’amministrazione dei nuovi possessi, nonché una chiara affermazione dell’identità e del potere dei nuovi conquistatori. La presenza di una collina artificiale, o di qualsiasi altra istallazione riferibile a essa, motta o éperon aménagé risulta superflua in territori accidentati e ricchi di rilievi naturali come l’Italia Meridionale, e si può dunque ragionevolmente spiegare solo con la radicata abitudine a un “modello insediativo” importato direttamente dalla Normandia, un’ipotetica tipologia di “castello matrice”. La vastità delle testimonianze presenti nel territorio che ancora non sono state fatte oggetto di puntuali e mirate indagini conferma come l’Abruzzo attenda tuttora un’attenzione che, almeno sul piano della ricerca archeologica, con alcune lodevoli eccezioni, gli è stata troppo a lungo negata.
Alfonso Forgione collabora alle ricerche storico-archeologiche dell'insegnamento di Archeologia medievale dell'Università degi Studi dell'Aquila, coordina i tirocini formativi svolti nel Laboratorio di Archeologia e è membro del Comitato Ordinatore del Centro di Ateneo per il Polo museale dell’Università.

domenica 6 maggio 2018

Vita di Dante

Vita di Dante
Una biografia possibile
di Giorgio Inglese
pp. 192, € 15,00
Carocci, 2018
ISBN: 9788843092512

Che cosa sappiamo davvero di Dante Alighieri? Le tracce lasciate dal poeta nei documenti del suo tempo sono pochissime. Le notizie tramandate dai primi biografi intrecciano ai ricordi autentici molte fioriture leggendarie. Tracce e notizie trovano una chiave di lettura solo grazie al monumento autobiografico, non privo di interni contrasti, che l’Alighieri ha costruito nelle sue opere – dalla Vita nova alla Commedia. Senza mai dissimulare lo scarto fra critica dei documenti e interpretazione storico-letteraria, il libro di - segna così il profilo di una possibile “Vita di Dante scritta da esso”.
Giorgio Inglese è ordinario di Letteratura italiana alla Sapienza Università di Roma e dal 2015 dirige il “Bollettino di italianistica”.