lunedì 14 maggio 2018

De Iohanne papa et Ottone imperatore

De Iohanne papa et Ottone imperatore
Crimini, deposizione e morte di un pontefice maledetto
di Liutprando di Cremona
a cura di Paolo Chiesa
pp. VI-128, € 25,00
Sismel, 2018
ISBN: 978-88-8450-841-6
 
Nell’autunno 963 l’imperatore Ottone I di Sassonia, sceso a Roma in armi, fece deporre da un sinodo appositamente riunito il papa in carica, Giovanni XII, che fu sostituito con un uomo gradito al sovrano. A raccontarci la vicenda da un osservatorio di prim’ordine è Liutprando, vescovo di Cremona e fedelissimo di Ottone, che partecipò al sinodo da protagonista, in quanto interprete dell’imperatore. La colpa di Giovanni era principalmente politica: quella di avere tradito il patto di fedeltà che lo legava a Ottone, che pure aveva incoronato un anno prima, schierandosi dalla parte dei suoi nemici, i re d’Italia Berengario e Adalberto. Ma per dimostrare le ragioni del suo signore Liutprando non usa la politica: papa Giovanni è rappresentato come un personaggio infame, colpevole di menzogna e sacrilegio, bestemmia e simonia, incesto e stupro, furto ed assassinio, in un crescendo di accuse sapientemente orchestrato che finisce per svelarlo come servo del demonio. Logico, quindi, che il santo imperatore Ottone sia stato costretto a deporlo, per salvare la cristianità da un simile mostro, prossimo a precipitarla nella perdizione. Tutto questo si legge in un vivacissimo pamphlet, un piccolo capolavoro letterario, che in poche pagine mostra l’abilità stilistica e espressiva di uno degli scrittori più sorprendenti del medioevo latino. Il testo è qui pubblicato con una traduzione italiana a fronte e con un ampio commento, ed è corredato dagli altri testi e documenti che raccontano la vicenda, talvolta da punti di vista diversi.
Paolo Chiesa, nato nel 1956, è attualmente professore ordinario di Letteratura latina medievale e umanistica presso l’Università Statale di Milano, dopo avere insegnato all’Università di Udine dal 1992 al 2006. Il suo principale campo di studi è quello della tradizione manoscritta delle opere della latinità medievale, tema sul quale coordina da anni un progetto di ricerca nazionale.
Ha prodotto numerose edizioni critiche di testi mediolatini, fra le quali quella delle opere di Liutprando di Cremona (Turnhout 1994), del De magnalibus Mediolani di Bonvesin da la Riva (Milano 1997; nuova edizione aggiornata, Milano 2009), e dell’Itinerarium di Guglielmo di Rubruck. Ha curato, insieme ad Andrea Tabarroni, un’edizione commentata della Monarchia di Dante (2013). Nel campo della metodologia filologica ha pubblicato il manuale Elementi di critica testuale (Bologna 2002; nuova edizione aggiornata 2012).

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