sabato 30 giugno 2018

Chi era Beatrice ?

Chi era Beatrice ?
Teoria e allegoria del cosmo nella poesia di Dante
di Wilhelm Pötters
pp. 1136, € 80,00
Aracne Editrice, 2018
ISBN: 978-88-255-1488-9
 
Nella Vita nova Dante identifica l’essenza di Beatrice col numero 9 intendendolo come simbolo del cosmo, la cui radice sarebbe il 3 della divina Trinità. Analizzata alla luce di altri segni numerici attribuiti alla protagonista, questa definizione fornisce gli strumenti per una nuova esegesi della Comedìa. Infatti, con tale approccio si può ricostruire dalla struttura profonda del poema un tractatus sphaerae dedicato alla sistematica ricerca di due chiavi matematiche della cosmogonia: il principio della circolarità e la legge della sezione aurea. In virtù dei suoi segni astratti, la guida del Poeta si rivela dunque essere, in un preciso senso scientifico, l’incarnazione dell’ordine circolare e della perfetta bellezza che regnano nella Creazione (in quella divina e in quella poetica).
Wilhelm Pötters ha insegnato Linguistica e Storia delle lingue romanze presso l’Università di Würzburg e l’Università di Colonia. Dopo primi lavori dedicati al francese e alle lingue iberoromanze, negli ultimi decenni ha rivolto la sua attenzione alla lingua e letteratura italiana dei primi secoli. Nei suoi saggi si trattano argomenti centrali dell’epoca: origine del sonetto, sintassi e tecnica narrativa nel Decameron, struttura delle Rime di Petrarca, ermetismo ed ermeneutica della poesia di Dante. 

venerdì 29 giugno 2018

Il patto dell'abate nero

Il patto dell'abate nero
di Marcello Simoni
pp. 336, € 9,90
Newton Compton, 2018
ISBN: 9788822718280

13 marzo 1460, porto di Alghero. Un mercante ebreo incontra in gran segreto l’agente di un uomo d’affari fiorentino, Teofilo Capponi. Vuole vendergli un’informazione preziosissima: l’esatta ubicazione del leggendario tesoro di Gilarus d’Orcania, un saraceno scomparso ai tempi di Carlo Magno. Venuta per caso a conoscenza della trattativa, Bianca de’ Brancacci, moglie di Capponi, si convince che quel tesoro ha a che fare con la morte di suo padre. Elabora così un piano preciso, ma per realizzarlo ha bisogno dell’aiuto di Tigrinus, il noto ladro fiorentino legato a Cosimo de’ Medici. Tigrinus dovrà partire alla volta di Alghero, spacciarsi per Teofilo Capponi, e poi mettersi sulle tracce dell’oro di Gilarus. A Firenze, Bianca cercherà di mantenere il segreto sulla missione affidata al ladro. Ma, mentre Tigrinus è lontano, qualcuno ha finalmente modo di mettere le mani sul tesoro più grande che il furfante nasconde: la Tavola di Smeraldo...
Marcello Simoni è nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo e bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. I diritti di traduzione sono stati acquistati in diciotto Paesi. Con la Newton Compton ha pubblicato La biblioteca perduta dell’alchimista, Il labirinto ai confini del mondo, secondo e terzo capitolo della trilogia del famoso mercante; L’isola dei monaci senza nome, con il quale ha vinto il Premio Lizza d’Oro 2013; La cattedrale dei morti; la trilogia Codice Millenarius Saga (L’abbazia dei cento peccati, L’abbazia dei cento delitti e L’abbazia dei cento inganni) e i primi due capitoli della Secretum Saga (L’eredità dell’abate nero e Il patto dell’abate nero). Nel 2018 Marcello Simoni ha vinto il Premio Ilcorsaronero.

giovedì 28 giugno 2018

Il mistero di Cotignac

Il mistero di Cotignac
La fine dei Templari tra storia e invenzione
di Cesare Ferreri
pp. 308, € 19,00
Silele Edizioni, 2018
ISBN: 978-88-3348-017-6
 
Francia. Inizi del XIV secolo. Dopo aver bollato la strage perpetrata nel piccolo villaggio di Cotignac come opera di magia e apostasia compiuta dai templari di Lorgues, re Filippo IV ne sfrutta il clamore per affossare non solo l’aspirazione teocratica di papa Clemente V, ma anche l’ordine templare al cui patrimonio il monarca ambisce. A dirimere l’enigma è chiamato dal papa  l’illuminato, devoto e probo fra Gerolamo, medichus dell’abbazia di Thoronet. Aiutato dallo sfacciato Jacques de Molay, cavaliere del papa, il monaco si troverà al centro degli eventi che agitano la Francia in quell’inizio di secolo. La soluzione dell’indagine, però, non avrà i connotati di una vittoria. Non solo l’ordine templare  sarà comunque sacrificato, ma anche fra Gerolamo avrà la sua condanna. Il monaco, infatti, non sfuggirà alla visionaria e dolorosa espiazione che si infliggerà dopo che l’inganno da lui escogitato per risolvere l’enigma della strage avrà tragiche conseguenze. Ma Attenzione! La fine dell’indagine non sarà la fine della storia. Come in un gioco di scatole cinesi l’indagine si trascinerà dietro un altro mistero che spetterà a Jacques, il cavaliere del papa, risolvere in un finale inaspettato. Sembra che le volontà del medichus abbiano finalmente trovato il naturale esecutore materiale. Ambienti e personaggi hanno una forte caratterizzazione storica e incontrare i personaggi che si snocciolano nella storia sarà come rivivere quel tempo.

mercoledì 27 giugno 2018

Dietro "Dionigi l'Areopagita"

Dietro "Dionigi l'Areopagita"
La genesi e gli scopi del Corpus Dionysiacum
di Ernesto Sergio Mainoldi
pp. 632, € 42,00
Città Nuova, 2018
ISBN: 9788831115544

I quattro trattati e le dieci lettere che compongono il Corpus Dionysiacum devono la loro straordinaria fortuna a due fattori: l’eccezionale levatura speculativa dei contenuti e lo pseudonimo dietro il quale il loro autore nasconde la propria identità: il Corpus è infatti portatore di dottrine di grande impatto teoretico su temi come l’ordine scalare dell’universo angelico e dei gradi ecclesiastici disposti in gerarchia (termine coniato proprio in questi scritti), la teologia negativa, la deificazione al termine dell’ascesa dell’anima verso Dio; opera attribuita a Dionigi membro dell’Areopago di Atene, convertito da san Paolo al cristianesimo. Per ottocento anni nessuno mise seriamente in dubbio la paternità di questi scritti, e numerose leggende fiorirono sulla biografia del personaggio. Ernesto S. Mainoldi, esperto di fama internazionale delle tematiche teologiche di area latina carolingia e proto-bizantina, propone qui gli esiti di una ricerca filologico-storica riccamente documentata e persuasiva, orientata, per la prima volta, a una dettagliata e completa ricostruzione del contesto storico-dottrinale in cui sono stati concepiti e hanno visto la luce gli scritti del Corpus.

martedì 26 giugno 2018

Medioevo fantastico. Il drago e altri mostri

Medioevo fantastico
Il drago e altri mostri
di Luca Frigerio
pp. 48, € 8,90
Ancora Editrice, 2018
EAN: 9788851420109

Dice drago, l’uomo del Medioevo, e dice orrore: simbolo di malvagità, creatura delle tenebre, bestia immonda contro cui non c’è scampo né salvezza, se non invocando la protezione celeste. L’arcangelo Michele, a capo delle schiere celesti, combatte contro «il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana» nel celebre racconto dell’Apocalisse. Una lotta rinnovata, sulla terra, da san Giorgio, modello per tutti i cavalieri cristiani. Ma anche da un religioso come papa Silvestro, o da eroine come Marta di Betania e Margherita d’Antiochia… Storie e leggende che fanno parte dell’immaginario medievale. Insieme a quelle che parlano del grifone, della chimera, del basilisco, attingendo alle Sacre Scritture e rielaborando i miti antichi. Un mondo fantastico, illustrato nei codici miniati, scolpito nei chiostri monastici, dipinto a vivaci colori sulle pareti delle chiese.
Luca Frigerio, scrittore, giornalista e critico d'arte, è redattore dei media della Diocesi di Milano, per i quali cura la sezione culturale.

sabato 23 giugno 2018

Le grandi donne del Medioevo

Le grandi donne del Medioevo
Le personalità femminili più influenti dell'età di mezzo
di Ludovico Gatto
pp. 480, € 12,00
Newton Compton, 2018
ISBN: 9788822719614

Regine e imperatrici, religiose e sante, intellettuali e letterate: un viaggio nella storia dei secoli bui alla scoperta delle personalità femminili più illuminate. Le donne vissute in epoca medievale sembrano non avere ancora un volto definito e la loro vita concreta sfugge anche allo sguardo più attento. Più volte ravvisiamo in quell'epoca "l'universo femminile" come un mondo in buona parte oscuro, in cui le donne vengono rappresentate come "ombre incerte, prive di contorno, di profondità, di accento", figure dunque inafferrabili, indefinibili. Ma è in questo vuoto solo apparente, in questo silenzio fin troppo ingannevole che lo storico si inoltra alla ricerca di tracce e voci tutt'altro che marginali. Un viaggio nella storia, dunque, per comprendere come le donne abbiano vissuto nella società antica e medievale, come l'abbiano modificata, condizionata e definita con la forza dell'ostinazione e la finezza dell'intelletto. Un'immersione nei testi e negli studi di chi cerca di afferrare le implicazioni profonde, le ambiguità più o meno note e le conseguenze che l'attività, il pensiero e il ruolo delle donne hanno avuto nella società medievale mettendo in luce quanto il loro contributo e le loro scelte abbiano influenzato le epoche successive.
Ludovico Gatto, professore emerito di Storia medievale presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma la Sapienza, è autore, fra l’altro, di L’atelier del medievista, Viaggio intorno al concetto di Medioevo. Con la Newton Compton ha pubblicato: La grande storia del Medioevo, Le grandi donne del Medioevo, Storia di Roma nel Medioevo, Gli imperi del Medioevo e Il Medioevo giorno per giorno.

venerdì 22 giugno 2018

I classici di Dante

I classici di Dante
a cura di Paola Allegretti, Marcello Ciccuto
pp. 281, € 32,00
Le Lettere Edizioni, 2018
ISBN: 9788893660365

Che cos'è per Dante un classico? E insomma come egli pratica la lettura e il dialogo con gli antichi prima che questa attività intellettuale diventi la moda caratterizzante della civiltà europea dell'Umanesimo? Nove incontri con Ovidio e Lucano, Virgilio, Cicerone, Seneca, Stazio, Agostino e anche Omero e il Libro dei Salmi raccontano e discutono problemi di tipo esegetico, lessicale, narrativo, testuale e culturale.
Paola Allegretti, nata a Foligno nel 1966,è stata redattrice di Italique, rivista annua della Fondation Barbier-Mueller pour l’étude de la poésie italienne de la Renaissance, edita da Droz, Genève e redattrice di Studi Danteschi, editi da Le Lettere, Firenze. Da maggio del 2004 è cultore della materia per la Filologia Dantesca, nel corso di Laurea in Lettere della Facoltà di Perugia.
Marcello Ciccuto è professore ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università di Pisa. Ha insegnato in varie università europee e statunitensi. Direttore delle riviste scientifiche “Hvmanistica”, “Letteratura & Arte”, “Studi rinascimentali”, “Italianistica”, fa parte del Consiglio Scientifico della Società Dantesca Italiana di Firenze. Ha studiato la letteratura del Medioevo, il Quattrocento e il Cinquecento, il Novecento. Recente lo studio complessivo di un celebre codice petrarchesco: Reliquiarum servator. Il manoscritto Parigino latino 5690 e la storia di Roma nel Livio dei Colonna e di Francesco Petrarca, Pisa, Edizioni della Normale, 2012, nonché il volume di commentario all’edizione in fac–simile del ms. illustrato di Oxford, Bodley 264 (Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2014).

giovedì 21 giugno 2018

Cultura di popolo. L'iconografia politica a Pisa nel XIV secolo

Cultura di popolo
L'iconografia politica a Pisa nel XIV secolo
di Cecilia Iannella
pp. 252, € 23,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Edizioni ETS, 2018
ISBN: 9788846751812

La constatazione della vivacità di produzione artistica che caratterizzò Pisa nel XIV secolo ha indotto a precisare, dal punto di vista storico, il significato meno apparente di alcune delle più interessanti testimonianze iconografiche prodotte in ambito pisano durante il Trecento. Le riflessioni sull’ambiente sociale e politico di Pisa alla fine del Medioevo e sull’equilbrio tra le più antiche istituzioni comunali e le nuove forme di potere hanno consentito di ricostruire il sistema di comunicazione politica attuato dal ceto eminente attraverso l’impiego delle immagini. Ne è emerso un quadro cittadino dinamico e propulsivo, i cui indirizzi espressivi furono orientati dalla profonda cultura civica di popolo che, da secoli, animava la città.
Cecilia Iannella lavora presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, dove insegna Storia medievale. I principali intressi di ricerca riguardano la storia della cultura tardo medievale in rapporto alla politica e alla società e, più in generale, lo studio di fonti narrative e iconografiche di ambito pisano.

mercoledì 20 giugno 2018

Petra Rubea

Petra Rubea
di Pio Bianchini
pp. 322, € 19,00
WLM Edizioni, 2018
ISBN: 9788897382256

Il Montefeltro e la Romagna, nel XIII secolo, sono teatro di innumerevoli battaglie tra guelfi e ghibellini. Ponendosi alla testa delle due fazioni in lotta, secondo le convenienze del momento, per prestigio e tornaconto, le nobili casate dei Montefeltro e dei Malatesti rivaleggiavano fra loro. Nel 1285, il conte Guido di Montefeltro, capo del partito ghibellino, signore di Urbino e capitano del popolo a Forlì e Faenza, è costretto ad arrendersi all’esercito guelfo e, dopo avere consegnato due figli in ostaggio a Papa Onorio IV, viene confinato a Chioggia. Nell’estate del 1289, il conte Corrado di Pietrarubbia, appartenente a un ramo cadetto dei Montefeltro, occupa Urbino, cacciando dalla città i guelfi alleati dei Malatesti e richiamando in patria gli esuli ghibellini. Questo avvincente romanzo, ambientato con grande fedeltà storica, riporta alcune vicende documentate, come l’imboscata di Cesena, dove gli uomini di Corrado di Pietrarubbia attentano alla vita di Malatesta da Verucchio, futuro signore di Rimini, e il trattato d’alleanza di Montescudo, che Taddeo di Pietrarubbia stipula successivamente con l’acerrimo nemico. È in questo contesto storico che Pio Bianchini inserisce il suo racconto delle genti di Petra Rubea, nome latino di Pietrarubbia. L’antico e cadente maniero di Monte San Lorenzo è retto da Bonzio, fido vassallo dei fratelli Corrado e Taddeo. Alvisio e Fraudolente, loschi figuri al soldo del conte Corrado, imperversano, sia in pace sia in guerra, commettendo atroci efferatezze e provocando radicali cambiamenti ai delicati e instabili equilibri tra le diverse fazioni politiche...
Pio Bianchini nasce a Bologna nel 1957. Dopo il liceo classico, lascia l’università a pochi esami dalla laurea in Giurisprudenza e diventa imprenditore nel settore immobiliare. Romagnolo e grande appassionato di trekking e mountain bike, studia la storia dei luoghi che visita e la genealogia delle famiglie che li hanno abitati. Scopre così vicende antiche, avvincenti e dimenticate. Ha pubblicato nel 2012 La leggenda di Ca’ Battaglia, che ha partecipato ai premi letterari Città di Cattolica e Montefiore, dove ha ricevuto una Menzione di Merito e un Premio.

martedì 19 giugno 2018

Il Decamerone secondo la nostra lingua

Il Decamerone secondo la nostra lingua
di Pasquale Buonomo
pp. 738, € 28,50
Gruppo Albatros il Filo, 2018
EAN: 9788856791037
 
Dieci novelle ogni giorno, per dieci giornate. L’opera più grande di Giovanni Boccaccio, conosciuta in tutto il mondo, e studiata ancora oggi nei licei italiani e nelle università, fu composta intorno alla metà del 1300 e rappresenta senza dubbio la capostipite della letteratura in prosa in volgare italiano. Pasquale Buonomo, fine conoscitore del testo e dei suoi molteplici risvolti, ha rivisitato con una traduzione secondo una lingua più moderna l’intero Decamerone, senza mancare di rispetto alla tradizione. Un’opera costituita da cento novelle, più o meno brevi, che è un piacere leggere, sia per la diversità dei temi, che mostrano atteggiamenti e costumi umani universali, sia per la lingua e lo stile, sempre raffinato e ironico
Pasquale Buonomo è nato nel 1945 ad Alvignano, un comune nella provincia di Caserta. Si è laureato in materie letterarie presso l’Università di Salerno nel luglio 1970. Nel 1972 si è trasferito a Bergamo dove tuttora risiede. È stato prima docente di materie letterarie nelle scuole medie, poi preside incaricato presso la scuola media di Urgnano nella provincia di Bergamo, in seguito preside di ruolo nella scuola media statale di Alzano Lombardo. Dall’anno scolastico 2000 al 2006, anno del pensionamento, è stato dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Guglielmo D’Alzano” di Alzano Lombardo. Durante la sua carriera scolastica ha ricoperto ripetutamente l’incarico di presidente di commissione nei concorsi a cattedra. Ha svolto anche attività di critico d’arte sulle pagine di “La nostra domenica”, settimanale del giornale “L’eco di Bergamo”.

lunedì 18 giugno 2018

Storia della Lombardia medievale

Storia della Lombardia medievale
di Giancarlo Andenna
pp. 288, € 20,00
Interlinea Edizioni, 2018
ISBN: 978-88-6857-003-3

Città fortificate, borghi, fertili campi da coltivare. La Lombardia nel Medioevo fu tra le più fiorenti regioni europee, tanto da spingere un osservatore del XIII secolo a ravvisare che «se i Lombardi si fossero amati», raggiungendo un’unità politica e superando la loro frammentazione istituzionale, «il loro sovrano non avrebbe avuto uguali sulla terra». Giancarlo Andenna indaga le dinamiche che fecero della Lombardia medievale un luogo di equilibri politici e di interessi strategici, con un’attenzione alla demografia, alla storia sociale ed economica, all’evoluzione del paesaggio agrario e cittadino. Il Medioevo lombardo va quindi inteso come una fase di trasformazione: si modificarono il suolo, il territorio, la geografia, si crearono città, si costruirono castelli a scopi di difesa e di celebrazione del potere. Facendo dialogare fonti antiche e più recenti ricerche storiografiche, Andenna analizza il ruolo di costante dinamismo che ebbero le città e le campagne lombarde, in una ricostruzione che non trascura un confronto con le diverse realtà del Medioevo europeo.
Giancarlo Andenna già allievo della Scuola Storica Nazionale presso l'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo di Roma. Professore straordinario nel triennio 1990-1993 di Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Lecce; dal 1° novembre 1993 è stato ordinario di Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere dell'Università Cattolica di Milano e della sede di Brescia. Ha ricoperto dal 2002 al 2012 la carica di Direttore del Dipartimento di Studi medievali, umanistici e rinascimentali della sede di Milano. Dal 1 novembre 2012 è in trattamento di quiescenza. Dal luglio 2013 fa parte dell'Accademia dei Lincei, Sezione delle Scienze Morali. Presso la sede di Brescia dell’Università Cattolica dirige il Centro di studi sulla storia degli insediamenti monastici europei (CESIME), che organizza convegni e pubblica volumi relativi alla civiltà monastica medievale. Inoltre è direttore del Centro italo-tedesco per lo studio degli insediamenti monastici. E' socio corrispondente dell'Ateneo di Brescia, della Deputazione Subalpina di Storia Patria e dal luglio 2013 è socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei di Roma.

domenica 17 giugno 2018

Come organizzare una crociata

Come organizzare una crociata
di Christopher Tyerman
pp. 540, € 26,00 (Acquista online con lo sconto del 15%)
Utet, 2018
ISBN: 9788851157555
 
Nel 1190 Riccardo I d’Inghilterra spediva verso la terza crociata diecimila uomini e una flotta di cento navi che, stando alle cronache, ospitava circa cinquemila cavalli. Può sembrare un dettaglio secondario, ma per ogni animale bisognava prevedere una scorta di dodici ferri, ognuno dei quali pesava circa 350 grammi; i sessantamila ferri da cavallo necessari pesavano quindi più di 20 tonnellate. Durante la traversata ogni cavallo doveva poi essere curato, nutrito e dissetato, e ogni giorno produceva circa 50 chili di letame, che andavano smaltiti con regolarità.
Ma l’epopea delle crociate è talmente densa e complessa che nei libri di storia non si arriva mai a questo livello di dettaglio: dalla chiamata alle armi del papa di turno si finisce subito sul campo di battaglia o al tavolo delle trattative, alle spartizioni e agli strascichi, agli avanzamenti e ai cambi di potere in Terra santa. In Come organizzare una crociata Christopher Tyerman, massimo esperto nel campo, dimostra che invece la verità storica (se non il diavolo o il buon Dio) sta proprio nei dettagli.
Le crociate erano infatti una gigantesca macchina organizzativa e politica: non solo l’accurata scelta del casus belli e la ricerca di alleanze, finanziamenti e comandanti, ma anche l’arruolamento di soldati, la raccolta di armi, vettovaglie e cavalli e il loro trasporto dall’altra parte del Mediterraneo erano parte di una complessa organizzazione che nulla lasciava al caso, qualcosa di molto diverso dall’immagine “brancaleonesca” e stereotipata che ne abbiamo oggi.
Non solo: erano un’impresa che portava l’hortus conclusus dell’Europa medievale alla scoperta di mondi lontanissimi per usi e costumi, che muoveva migliaia di persone e inventava nuovi modi per diramare notizie, fare propaganda, raccogliere tasse e disegnare mappe, e che di fatto univa e metteva a confronto i popoli proprio mentre sembrava dividerli a fil di lama.
Mentre ci addentriamo nelle pagine meticolose e divertenti del libro, ricche di aneddoti e curiosità, il fenomeno storico delle crociate si libera delle tinte irrazionali e barbare con cui il razionalismo illuminista ce lo ha sempre ritratto: le “guerre di Dio” erano fondate su una particolarissima forma di razionalismo pragmatico, che per certi versi, e in modi tortuosi, avrebbe poi gettato le basi della nostra modernità.
Christopher Tyerman ha insegnato Storia medievale all’Hertford College di Oxford per 27 anni ed è tra i massimi esperti mondiali delle crociate. Nel 2015 l’Università di Oxford ha premiato la sua decennale attività di ricerca attribuendogli la cattedra di Storia delle crociate presso il New College. Le sue opere sono state tradotte in tedesco, spagnolo e portoghese; in italiano sono apparsi L’invenzione delle crociate (Einaudi, 2000) e Le guerre di Dio. Nuova storia delle crociate (Einaudi, 2012).

sabato 16 giugno 2018

La serialità iconografica nell’arte sacra medioevale

La serialità iconografica nell’arte sacra medioevale
Temi e confronti
di Francesca Di Maio
pp. 86, € 12,00
Edizioni Progetto Accademia, 2018
ISBN: 8885536077

L’industrializzazione dell’arte fu problematizzata da Walter Benjamin che scrisse uno dei più importanti saggi del xx secolo: “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”. La riproduzione in serie delle opere d’arte le privò della loro aura, dell’hic et nunc, dell’unicità della rappresentazione, della mano dell’artista (sostituita da freddi ingranaggi. Lo studio di Francesca Di Maio ci dimostra che non è propriamente così. La serialità nelle opere d’arte è antecedente all’avvento dell’industria e anzi ne anticipa i meccanismi. La ricerca di Di Maio ci conduce nel Medioevo: fra codici miniati, cicli pittorici, e scultorei. Dai metodi di lavorazione protoindustriale negli scriptoria medioevali; alla ripetitività di certe iconografie religiose in differenti opere. Un’analisi attenta e dettagliata che si avvalora dei contributi di alcuni dei più grandi storici dell’arte come Franz Wickhoff, Otto Pächt, Pietro Toesca e Angela Daneu Lattanzi.
Francesca Di Maio (1989), nel 2015 ha conseguito la laurea magistrale in “Storia dell’Arte” presso l’Università degli Studi di Palermo col massimo dei voti. Ha discusso una tesi dal titolo “serialità iconografica fra codici miniati, mosaici e affreschi coevi nel medioevo”, da cui è tratto il presente saggio. Ha partecipato a diverse edizioni del Festival “Le Vie dei Tesori” in qualità di addetta alle visite guidate. Attualmente collabora con l’Associazione Amici dei Musei Siciliani di Palermo.

venerdì 15 giugno 2018

Deus Terribilis

Deus Terribilis
Quattro studi su onnipotenza e me-ontologia nel Medioevo
di Federico Croci
pp. 88,  € 10,00
Inschibboleth Edizioni, 2018
ISBN: 9788885716254

Unde nihil? Riallacciandosi alla magna quaestio che scuote e anima il filosofare, il volume raccoglie quattro studi che indagano il rapporto tra l'onnipotenza divina e la filosofia del linguaggio, nell'alveo della riflessione medievale. Il primo è dedicato alla riproposizione dell'aporetica del nulla da parte di Fredegiso di Tours e all'analisi del tentativo anselmiano di recuperare l'argomentazione di Agostino. Il secondo intende mostrare come il realismo linguistico di Fredegiso di Tours offra la più salda fondazione alla trattazione dell'onnipotenza divina esposta da Pier Damiani. Il terzo e il quarto approfondiscono gli stessi temi nella filosofia di Guglielmo da Ockham e di Nicola di Autrecourt, nelle cui speculazioni si affaccia con sempre maggior vigore una gnoseologia scettica: un'epistemologia che vede nel linguaggio non più il mezzo privilegiato di accesso alla conoscenza di Dio, bensì una trappola insidiosa per i vaniloqui di quelli che Vico definirà, causticamente, i "dotti boriosi".

giovedì 14 giugno 2018

Medievalismi italiani (Secoli XIX-XXI)

Medievalismi italiani (Secoli XIX-XXI)
a cura di Tommaso di Carpegna Falconieri, Riccardo Facchini
pp. 192, € 25,00
Gangemi Editore, 2018
ISBN: 9788849236170
 
L'Italia ha una lunga tradizione medievistica. Sono infatti numerosi e autorevoli gli studiosi italiani che hanno dedicato la loro attività di ricerca all'indagine dell'affascinante e complesso millennio medievale. Tra questi, diversi hanno tentato di decifrare non solo il medioevo ‘storico' a partire dalle fonti dell'epoca, ma anche il medioevo ‘immaginato', cioè le rappresentazioni e reinvenzioni del periodo medievale nel mondo contemporaneo. Questo ampio fenomeno, che porta il nome di ‘medievalismo', influenza profondamente le società occidentali in molti aspetti, dall'arte alla politica, dalla cultura di massa alla religione, e l'apporto dato in particolare dall'Italia è stato ed è tuttora cospicuo. Nel presente volume, studiosi affermati e giovani ricercatori offrono il loro contributo sul tema con una serie di indagini focalizzate sul ruolo ricoperto dall'idea di medioevo nella genesi e nello sviluppo di alcuni fondamentali processi socio-politici italiani dal XIX al XXI secolo.
Del medioevo siamo sia figli che genitori. Ne siamo i figli, lo sappiamo bene, perché i lasciti di quell'epoca sono moltissimi; ma ne siamo anche i genitori, perché il medioevo lo abbiamo in buona parte inventato. Gli abbiamo dato nome e forme, lo abbiamo sognato, ricreato, rivissuto, riempiendolo di significati e trasfigurandolo nel nostro presente. E tutto questo è ‘medievalismo'. Dai miti romantici e risorgimentali, dalla propaganda fascista alle voci del tradizionalismo cattolico, dalle declinazioni della storia al femminile alle elaborazioni di concetti cardine come ‘barbarie' e ‘repubbliche marinare' fino alle fascinazioni per l'Oriente e per l'Ordine templare, il libro propone una riflessione inusuale e stimolante attraverso i ‘medievalismi italiani'.
saggi di: Tommaso Di Carpegna Falconieri, Riccardo Facchini, Davide Iacono, Geraldine Leardi, Stella Losasso, Sonia Merli, Maria Chiara Pepa, Francesco Pirani, Francesca Roversi Monaco 

mercoledì 13 giugno 2018

Una città operosa

Una città operosa
Archeologia della produzione a Pisa tra Età romana e Medioevo
a cura di Federico Cantini, Claudia Rizzitelli
pp. 84, € 25,00
All'Insegna del Giglio, 2018
ISBN: 9788878148437

Le attività produttive stanno tornando al centro dell’interesse degli archeologi perché esse possono essere utilizzate come un ottimo indicatore dello sviluppo o della recessione delle economie antiche, specie se analizzate negli aspetti legati al tipo di tecnologia impiegata nei processi produttivi, alla scala degli investimenti fatti, alla quantità e qualità degli oggetti prodotti, alla distribuzione topografica delle officine e all’ampiezza del mercato entro cui circolano le materie prime e gli oggetti finiti. Queste variabili analizzate nel tempo e nello spazio permettono di ricostruire quadri socio-economici estremamente ricchi ed inediti. La scelta di concentrarsi su Pisa è legata alla volontà di osservare le trasformazioni delle città tra l’Età antica e quella medievale da una sede privilegiata, dove spesso i macrofenomeni economici si manifestarono con un certo anticipo e con caratteri del tutto straordinari rispetto gli altri centri urbani della regione. Ma questa eccezionalità fu una costante della storia pisana o si manifestò in forme e scale differenti nel tempo? Ecco allora la necessità di osservare i fenomeni economici nella lunga durata, per individuarne i momenti di continuità e discontinuità, per scandirne i tempi di accelerazione e decelerazione, e per comprendere in che modo questi stessi fenomeni furono influenzati dalle trasformazioni che interessarono molte città europee e mediterranee tra Età romana e Medioevo.

martedì 12 giugno 2018

Immagini medievali di culto dopo il Medioevo

Immagini medievali di culto dopo il Medioevo
a cura di Vinni Lucherini
pp. 200, € 35,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2018
ISBN: 9788833130309

In che modo l’età moderna e contemporanea hanno guardato alle immagini medievali di culto? Come le hanno percepite? Sotto quali istanze le hanno conservate e ri-contestualizzate? E, invece, in che modo un’immagine che non era stata oggetto di culto diventa, alla fine del Medioevo o dopo il Medioevo, vettore di miracoli e fulcro di una nuova devozione?
Il libro porta un contributo significativo a un tema ancora relativamente poco studiato, presentando esempi di più geografie europee, attraverso i quali si pone l’accento sulla dialettica tra ri-appropriazione e cancellazione del senso e delle funzioni originarie delle immagini, con uno sguardo particolare verso le componenti sociali implicate nei diversificati processi di modificazione connessi agli oggetti figurativi medievali.

lunedì 11 giugno 2018

L’episcopato di Brescia nel basso medioevo

L’episcopato di Brescia nel basso medioevo
Governo, strutture, territorio
di Fabrizio Pagnoni
pp. 356, € 32,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2018
ISBN: 9788867289493

Facendo leva su una documentazione notevole, per quantità e qualità, questo libro propone un’analisi ad ampio spettro sul governo della diocesi di Brescia dalla seconda metà del Duecento fino agli inizi del XV secolo, fornendo così una nuova luce grazie a cui guardare, dal punto di vista privilegiato di un documentatissimo “caso di studio”, zone ancora poco illuminate del nostro basso medioevo.
Nel solco di un importante filone storiografico, il volume si concentra sull’articolato gruppo di notai, vicari e collaboratori che affiancava il presule alla guida della diocesi, dando voce anche a tematiche inedite, come ad esempio l’analisi degli spazi “fisici” entro cui le diverse funzioni del governo diocesano erano espletate, oppure lo studio delle pratiche e culture contabili espresse dagli operatori di curia.
Particolare attenzione è rivolta alla gestione del patrimonio, anche in relazione alla costituzione di sistemi basati su un impiego massiccio della scrittura: una questione rispetto alla quale, nel corso del Trecento, i presuli cercarono di dare risposte via via differenti.
Fabrizio Pagnoni ha conseguito il dottorato in Studi storici e documentari presso l’Università di Milano, dove è attualmente assegnista di ricerca. Dal 2015 al 2017 è stato borsista del Centro Universitario Cattolico di Roma.

domenica 10 giugno 2018

La dolente Pia de' Tolomei

La dolente Pia de' Tolomei
di Valentina Gamgemi
pp. 238, € 12,00
Casta Editore, 2018
ISBN: 9788885618107

Divina Commedia, V Canto del Purgatorio: 7 versi, quelli finali, criptici, enigmatici, che cantano della donna passata alla storia come Pia de’ Tolomei. Eppure Dante non menziona il suo cognome, né dà alcun segno tangibile di riconoscimento. Chi è “la Pia”? E soprattutto perché il Sommo Poeta ne parla in soli 7 versi? Come nascerà il mito di Pia de’ Tolomei, di cui tanto si scriverà, specialmente durante il Romanticismo? Chi è a dare quel la che spingerà Bartolomeo Sestini, Salvadore Cammarano, Carlo Marenco, Carolina Invernizio e tanti altri a scrivere opere che trattano proprio di Pia de’ Tolomei? L’autrice del saggio, Valentina Gangemi, si propone di dare una risposta a questi interrogativi, analizzando la storia letteraria di Pia de’ Tolomei. Un viaggio che parte dagli antichi commentatori danteschi, come Pietro Alighieri o Jacopo della Lana, fino ad arrivare alle storie dei grandi Sestini, Cammarano e persino al teatro siciliano dell’opera dei Pupi. Si, perché Pia tocca anche la Palermo dei Pupi di Mimmo Cuticchio e delle tragedie di Leonardo Morrione e attraversa lo Stretto per arrivare a Messina grazie al dramma di Salvatore Crisafulli Buscemi. Dalla Commedia di Dante è tutto un crescendo: persino ai giorni nostri “la dolente Pia” è cantata con animo rock dalla senese Gianna Nannini, in “Pia come la canto io”.

sabato 9 giugno 2018

L'altra poesia

L'altra poesia
Arte giullaresca e letteratura nel Basso Medioevo
di Elisabetta Tonello
pp. 274, € 24,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Mimesis Edizioni, 2018
ISBN: 9788857549224

I giullari, ufficialmente emarginati e condannati dalla legge, furono di fatto normalmente accolti nella vita quotidiana di diversi gruppi sociali. La loro presenza extra-ordinaria, ammessa nelle occasioni di festa, come nei luoghi del potere e della cristianità, marca l’eccezionalità di certi riti di passaggio e di determinati contesti, confermando in qualche modo il rassicurante ordine che presiede, almeno in teoria, alla civiltà medievale. Le loro performance vanno dalla pratica acrobatica, attoriale e musicale a quella canora e poetica. Un problema centrale, nella ricerca storico-culturale e letteraria sulla giulleria italiana, è rappresentato dal caos terminologico che investe la figura del giullare. Per questo il volume inizia affrontando la questione da un punto di vista di semantica storica, per procedere poi a una (ri)definizione dei repertori e dello status sociale del giullare (attraverso le pagine degli scrittori cristiani, degli statuti e della letteratura). La sezione conclusiva si concentra, invece, sui testi giullareschi, con l’obiettivo di riflettere sulle fasi di quel processo, lento ma riconoscibile, che porterà il giullare a “farsi” poeta.
Elisabetta Tonello è ricercatrice in Letteratura italiana presso l’Università e.Campus. Nel 2013 ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Ferrara, con una tesi di filologia dantesca. Tra le sue pubblicazioni si segnala la monografia Sulla tradizione tosco-fiorentina della Commedia di Dante (secoli XIV-XV) (Padova, 2018) oltre a saggi su Boccaccio, Monteverdi e Gozzano.

venerdì 8 giugno 2018

Un martire inglese alla Curia di Roma

Un martire inglese alla Curia di Roma
L’oratorio di San Thomas Becket di Canterbury nella cattedrale di Anagni
di Claudia Quattrocchi
pp. 368, € 40,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Campisano Editore, 2018
ISBN: 978-88-98229-97-0

Cattedrale di Canterbury, 29 dicembre 1170. L’arcivescovo Thomas Becket, primate d’Inghilterra, viene ucciso da quattro cavalieri: si dice emissari del re Enrico II Plantageneto. L’eco della tragedia si spande per tutta l’Europa. Lo sgomento è tale che, a distanza di soli tre anni, l’arcivescovo è reso santo da papa Alessandro III. Cattedrale di Anagni, oratorio di San Thomas Becket, 2008. I restauri conclusi restituiscono leggibilità a circa 180 mq di pitture che rappresentano una delle più originali copie della decorazione di San Pietro in Vaticano nel Medioevo. Qui si conserva la più antica rappresentazione degli ultimi istanti della vita di san Thomas Becket. Cosa lega la vicenda di questo santo inglese alla città di Anagni? Chi ha voluto quest’impresa artistica? Perché sono stati inseriti episodi relativi a san Thomas Becket in un ciclo “ad imitazione vaticana”? Nelle pitture, l’arcivescovo inglese diviene il “nuovo martire” della Chiesa di Roma, il più recente “imitatore di Cristo e di san Pietro”. Nel momento di massimo conflitto fra il papa Alessandro III e l’imperatore Federico I, la scabrosa vicenda inglese diventa l’occasione per riproporre il tema della supremazia del Sacerdote sul Re. A lungo considerato uno sbiadito sermone di periferia, il ciclo si appella alla “centralità” del “modello apostolico vaticano” per ribadire le ragioni del partito papale. È da Anagni che la propaganda viene costruita e diffusa per ritrovare l’originale slancio della “seconda fase della Lotta delle Investiture”. Questo volume si propone come il primo studio completo dell’oratorio di San Thomas Becket, comprendendone l’aspetto di testimonianza materiale, artistica, storica.
Claudia Quattrocchi è nei ruoli del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dal 2010. Si è formata presso la “Sapienza”- Università di Roma, dove ha conseguito la laurea in Lettere nel 2006 e la specializzazione in Storia dell’Arte Medioevale e Moderna nel 2011. Dal 2015 è dottore di ricerca in Storia dell’arte medievale. I suoi interessi si concentrano sulla pittura monumentale; sull’iconografia, con particolare riguardo ai temi cosmologici e apocalittici. Di recente si sta dedicando al fenomeno della relazione fra ”copia-modello” e “periferia-centro” neicicli medievali dell’Italia mediana fra XI e XIII secolo.

giovedì 7 giugno 2018

Di pietra e d'acqua dolce

Di pietra e d'acqua dolce
Storia minima del Trasimeno medievale
di Jacopo Mordenti
pp. 80, € 10,00
Aguaplano, 2018
ISBN: 9788885803145

Se a scuola ci insegnavano che l’Umbria è l’Ombelico d’Italia, il Trasimeno è come un occhio dell’ombelico; l’immagine è più grottesca delle pitture dell’Arcimboldo, ma è solo per dire che è troppo centrale per non essere al centro di molte storie o semplicemente della Storia. Tanto per cominciare, sulla via nord-sud e viceversa, come impararono gli uomini di Annibale e, a loro spese, i legionari di Roma. E, molto più tardi, su una delle vie possibili dell’incoronazione imperiale a Roma, dall’Esarcato fino alla basilica di San Pietro. E anche sulla direttrice ovest-est e viceversa, come sapevano i Longobardi e anche i Romani (detti impropriamente Bizantini) che cercarono gli uni di occupare, gli altri di presidiare il corridoio Tirreno-Adriatico della via Flaminia. Ampia area strategica, fulcro dei collegamenti con l’Esarcato e con la Pentapoli e i suoi porti, questa regione fu sempre contesa, attraversata da eserciti, spolpata da signori in transito e sempre inserita, almeno in linea istituzionale, in organismi molto più grandi. Il libro di Jacopo Mordenti, pieno di storie e di storia, non è da leggere come una ricerca di ambito locale. Perché di esclusivamente locale non c’è proprio nulla. Certo, ci sono gli usi legati alla produzione ittica; ci sono i tributi e le decime pagati in pesce; ci sono le avvertenze per la manutenzione del lago. E ci sono i protagonisti dell’età dell’egemonia delle città: le oligarchie dominanti, le comunità locali, i signori, le alterne vicende delle lotte politiche, del confronto/scontro con Perugia, città che tende a egemonizzare l’area geografica rendendola il proprio territorio, trasforma il Lago Trasimeno in Laco de Peroscia e ne utilizza la ricchezza per finanziare la costruzione del monumento simbolo della dominazione, la Fontana Maggiore. In lontananza, sempre Roma e gli interrogativi che ponevano i suoi interventi. Mordenti, studioso del medioevo le cui competenze vanno ben al di là dell’Umbria, autore di penna agile e di acuto ingegno, dipinge in queste pagine un quadro di grande interesse, in grado di catturare i semplici curiosi e di coinvolgere gli esperti, senza tediare e senza rinunciare alla serietà scientifica. Una scommessa difficile. Ma riuscita. (Dalla prefazione di Glauco Maria Cantarella)
Jacopo Mordenti (1982) ha conseguito la laurea specialistica in Culture del Medioevo e Archivistica all’Università degli Studi di Bologna (2008). Si occupa in particolare di ordini monastico-militari e di Oriente Latino, pubblicando ricerche di taglio sia scientifico che divulgativo. Ha collaborato, fra gli altri, con Encyclomedia Publishers, Storica National Geographic e Medioevo. Ha pubblicato "Templari in Terrasanta" (Encyclomedia Publishers, 2011).

mercoledì 6 giugno 2018

In limine. Storie di una comunità ai margini della laguna

In limine
Storie di una comunità ai margini della laguna
a cura di Sauro Gelichi, Silvia Cadamuro, Alessandra Cianciosi
pp. 112, € 40,00
All'Insegna del Giglio, 2018
ISBN: 9788878148352
 
Il volume correda un breve percorso espositivo a pannelli (testi e immagini) per presentare i risultati delle ricerche e degli scavi svolti dal 2011 ad oggi nel sito archeologico ‘Antiche Mura’ di Jesolo. ‘In limine’ è una poesia di Eugenio Montale (introduce la raccolta “Ossi di Seppia”). Il titolo, e la poesia stessa, sono sembrati pertinenti a sintetizzare il senso del progetto archeologico sull’antica Equilo, di cui si pubblicano in questo volume i primi risultati. ‘In limine’ significa ‘sulla soglia’: indica cioè un punto di passaggio, un confine; e, nel nostro caso, metaforicamente rimarca il discrimine tra passato e presente, il luogo archeologico dove la materia inerte diviene narrazione. Qui, in limine, è anche uno spazio fisico preciso, quello dell’area delle ‘Antiche Mura’, luogo anche tangibile della memoria collettiva. Un luogo, ieri come oggi, ai margini. Se l’antica Equilo era stato un insediamento sul confine instabile tra mare e laguna, la moderna Jesolo, che ne ha ereditato il nome, ha lasciato che i ruderi della sua memoria restassero al di fuori del centro abitato: nel punto dove la città diventa campagna, lì sorgono le rovine dell’antica cattedrale, lì rimane il reliquiario della comunità, come una sorta di giardino ‘dove affonda un morto viluppo di memorie’ (di nuovo Montale). Gli archeologi hanno cercato nel tempo di recuperare quelle memorie e quel passato, con pazienza e fatica. Così, il progetto nato qualche anno fa per iniziativa del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, non costituisce che l’ultimo atto di un percorso che ha inizio dalla metà del secolo scorso, con gli scavi nell’area della cattedrale e nel vicino sito della chiesa di San Mauro. I contributi che si pubblicano in questa circostanza raccontano e sintetizzano i risultati degli ultimi anni di scavi. L’interconnessione tra le varie strategie di indagine ci ha consentito di proporre una ricostruzione storico-insediativa del sito del tutto inedita e sorprendente.

martedì 5 giugno 2018

La magia nel Medioevo

La magia nel Medioevo
di Ilaria Parri
pp. 168, € 15,00
Carocci, 2018
ISBN: 9788843092475

I trattati sui talismani attribuiti a Ermete Trismegisto, i libri di magia falsamente ascritti al saggio re Salomone, opere “nefande” e “malefiche” come il Liber vaccae e il Picatrix, testi di ispirazione teorica quali il De radiis e, per un certo aspetto, l’Asclepius ermetico, insieme alle critiche di dotti avversari, come le requisitorie di Guglielmo d’Alvernia, le classificazioni dello Speculum astronomiae, le obiezioni filosofiche di Tommaso d’Aquino costituiscono alcune delle voci che il volume mette a confronto per mostrare la diversità degli statuti epistemologici della magia medievale: paradigmi magici differenti ai quali corrispondono differenti figure di mago.
Ilaria Parri è Dottore di ricerca in Filosofia e Politica all’Università di Napoli “L’Orientale”, si occupa della tradizione ermetica tardoantica e medievale. Fra le sue pubblicazioni: La via filosofica di Ermete. Studio sull’Asclepius (Polistampa, 2005).

lunedì 4 giugno 2018

Dante e la selva oscura

Dante e la selva oscura
di Gianni Vacchelli
pp. 248, € 14,50
Lemma Press, 2018
ISBN: 9788899375386

In questi nove saggi raccolti per la prima volta in volume, il dantista Gianni Vacchelli affronta i temi che stanno alla base della Commedia e li svela al lettore in modo stratificato e originale. L’Italia in cui viveva Dante, da lui considerata corrotta politicamente e spiritualmente, mostrava i primi segni di un tipo di società che molti secoli più tardi sarebbe stata definita capitalista. Ecco forse perché quei versi - e quel sentimento a volte speranzoso a volte amaro che pervade l’opera, ci appaiono così vicini. Dante non ha previsto l’oggi, ma ha denunciato un caos a cui è necessario mettere ordine.
Argomentando la sua analisi con rimandi alle scienze antiche e moderne – filosofia, sociologia, esegesi di testi sacri, Vacchelli mostra come la sapienza trasmessa dall’opera Dante sia utile ancora oggi.

domenica 3 giugno 2018

Le pergamene dell’Archivio Savardo

Le pergamene dell’Archivio Savardo
Regesto ed edizioni di documenti vicentini (1308-1430)
a cura di Francesco Bianchi
pp. 200, € 29,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2018
ISBN: 9788833130293

La Fondazione di Storia - Onlus - Vicenza custodisce un notevole archivio di famiglia, l’Archivio Savardo, che è stato di recente riordinato per rendere maggiormente fruibile la sua ricchezza documentaria e recuperare così altre importanti testimonianze sulla storia della città berica e del suo contado. I documenti più antichi dell’archivio sono atti notarili rogati su pergamene a partire dall’inizio del XIV secolo. Questi istromenti provengono dai fondi di due nobili casate vicentine ‒ le famiglie Capra e Monza ‒ e sono qui regestati e in parte editi per l’intervallo 1308-1430.

sabato 2 giugno 2018

Dante e il suo pubblico

Dante e il suo pubblico
Copisti, scrittori e lettori nell'Italia comunale
di Justin Steinberg
traduzione di Anna Carocci
pp. 252, € 27,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2018
ISBN: 9788867289448
 
I primi lettori di Dante non sono soltanto i poeti che rispondono per le rime alle sue liriche giovanili, ma anche coloro che per primi copiano, preservano e mettono in circolazione i suoi testi, e che fino a oggi sono stati trascurati dalla critica. Grazie a una ricerca di prima mano su documenti e manoscritti, Justin Steinberg ci mostra il ruolo svolto dai professionisti cittadini – mercanti e notai – come cultori e custodi della lirica italiana delle origini. Pur senza avere una formazione da amanuensi, questi lettori compiono scelte complesse e consapevoli nella selezione e trascrizione dei componimenti, e utilizzano la poesia come strumento essenziale per costruire la propria identità individuale e collettiva.
Lo studio di questo pubblico consente all’autore di ricostruire i diversi contesti sociali, politici e storici con cui Dante si confronta e al cui interno rielabora i dibattiti poetici della propria epoca. Steinberg ci mostra così come tutta la carriera dell’Alighieri – dalla Vita nova al De vulgari eloquentia, fino alla Commedia – sia percorsa dall’esigenza di rispondere ai modi in cui il pubblico dell’Italia comunale interpretava, e troppo spesso fraintendeva, le sue opere.
Justin Steinberg è professore di Letteratura italiana presso il Department of Romance Languages and Literatures della University of Chicago. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Accounting for Dante: Urban Readers and Writers in Late Medieval Italy (University of Notre Dame Press, 2007). Dirige la rivista «Dante Studies». 

venerdì 1 giugno 2018

Cave e petriere nell'Amiata occidentale

Cave e petriere nell'Amiata occidentale
Lo sfruttamento delle risorse lapidee per la produzione edilizia medievale
di Elisa Pruno
pp. 104, € 20,00
All'Insegna del Giglio, 2018
ISBN: 9788878148598

Dalla constatazione delle peculiarità della fase estrattiva della pietra come momento fondamentale del ciclo produttivo dell’edilizia medievale nasce questa ricerca sul materiale costruttivo di un’area storicamente individuata, l’Amiata occidentale. Le indagini condotte sull’edilizia medievale amiatina hanno posto in evidenza la necessità di studiare la fase di cavatura, avendo messo in luce, in diverse fasi cronologiche, la necessità di disporre di una notevole quantità di materiale per l’edilizia. La ricerca qui presentata è stata condotta sul territorio dei comuni di Arcidosso, Castel del Piano e Santa Fiora (GR) e si è proposta di individuare e analizzare le aree di sfruttamento della trachite vulcanica amiatina in epoca pre-industriale attraverso analisi di archeologia leggera a scala territoriale.
Elisa Pruno è archeologa medievista, ricercatrice a contratto dell’Università di Firenze, amministratrice dello spin off accademico Laboratori Archeologici San Gallo e chercheur associé del LA3M di Aix en Provence-Marseille . Lavora in Medio Oriente, in Armenia e in Italia, occupandosi principalmente di archeologia della produzione.