Luoghi e mestieri dell'ospitalità nel Medioevo
Alberghi, taverne e osterie a Bologna tra Due e Quattrocento
di Francesca Pucci Donati
pp. XX-390, € 52,00
CISAM, 2018
ISBN: 978-88-6809-181-1
La taverna, assieme alle altre forme dell’ospitalità, non è soltanto un
luogo di pubblici servizi rivolti a una clientela variegata, ma assurge a
vera e propria metafora della città medievale nelle sue diverse
declinazioni: dalle istituzioni alla politica, alla vita economica,
sociale e culturale. L’oste e l’ostessa diventano spesso intermediari o,
al contrario, elementi di scontro, fra le istituzioni cittadine, gli
abitanti e i forestieri di passaggio (gli habitués al pari dei
viandanti occasionali). Questi ultimi rappresentano la società: i
regnanti, i diplomatici, gli ecclesiastici, i mercanti, gli studenti, i
pellegrini, gli artigiani, i viaggiatori, e così via. I luoghi
dell’ospitalità sono d’altronde teatro di transazioni di attività lecite
e anche illecite: compravendite di beni, matrimoni, feste, testamenti,
gioco d’azzardo, prostituzione, esazione di tasse, mercati di cibi e
bevande. Una spiccata dimensione di convivialità e socialità coesiste
quotidianamente con una realtà caratterizzata da risse, atti di violenza
ed episodi di criminalità. La taverna si inserisce perfettamente nel
tessuto della città tardomedievale quale sua espressione e Bologna,
oggetto di questo studio, ne costituisce un valido esempio.
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