venerdì 28 novembre 2014

"Non si odono altri canti". Leonardo Giustinian nella Venezia del Quattrocento

"Non si odono altri canti"
Leonardo Giustinian nella Venezia del Quattrocento
di Anna Carocci
pp. 280, € 32,00 (online con lo sconto del 15%)
Viella, 2014
ISBN: 9788867283217

Leonardo Giustinian (Venezia, 1388-1446) è una figura emblematica e allo stesso tempo peculiare del Quattrocento veneziano. Appartiene alla classe dirigente, ma si dedica con passione agli studi umanistici. È un uomo politico di primo piano, ma anche uno dei pionieri dello studio del greco. È un nobile patrizio e un uomo di cultura, ma compone poesie “popolari” per musica, e le canta, accompagnandosi con uno strumento a corde, lungo i canali di Venezia. Le sue poesie parlano di amore: amori segreti, appuntamenti clandestini, tradimenti, confidenze; descrivono le bellezze dell’amata e implorano la sua compassione o, al contrario, la accusano di insopportabile crudeltà. Si tratta di un repertorio insieme delicato e sensuale, accorato e divertente, che, durante e dopo la vita dell’autore, ha riscosso un enorme successo presso il pubblico sia colto sia popolare. Al punto che, si legge in una lettera dell’epoca, per le strade e alle feste pubbliche e private «non si odono altri canti».
Proprio il successo delle poesie ne ha complicato la tradizione testuale, ponendo ostacoli forse insormontabili sulla strada di un’edizione critica completa: oltre che crocevia di una serie di problematiche culturali, Giu­stinian è quindi anche una “bestia nera” per la filologia.
Di questi problemi, ma anche di questa ricchezza, dà conto il presente volume, individuando prima i nodi tematici che fanno capo alla figura del patrizio veneziano e proponendo poi l’edizione integrale del manoscritto Marciano Italiano IX 486, uno dei testimoni più importanti delle “giusti­niane”.
Anna Carocci è dottoranda in Italianistica presso la Sapienza – Università di Roma. Si occupa di poesia narrativa, con una speciale attenzione alla letteratura cavalleresca del primo Cinquecento.

mercoledì 26 novembre 2014

Vestire la Chiesa. Gli abiti del clero nella Roma medievale

Vestire la Chiesa
Gli abiti del clero nella Roma medievale
di Maureen C. Miller
Traduzione di Riccardo Cristiani
pp. 128, € 22,00 (Acquista online con lo sconto del 15%)
Viella, 2014
ISBN: 9788867282906

La storia dei vestiti del clero è una storia affascinante perché, studiandoli nella loro evoluzione millenaria, dai manufatti all’ornamentazione, nelle loro forme e nelle loro singole parti, ci si accorge come siano il riflesso di un intreccio continuo tra storia dell’arte e delle immagini, storia religiosa e politica.
Nel caso della Roma papale, questi intrecci rinviano sempre a problemi di grande respiro. Ricostruire la storia dei vestiti del clero nei primi secoli significa infatti ripercorrere il modo con cui il cristianesimo si è affermato all’interno della società della Roma antica; significa cioè vedere come elementi simbolici del vestiario dei romani e dell’Antico Testamento siano stati ripresi e adattati per accompagnare e affermare le nuove gerarchie, sia nei paramenti indossati nelle celebrazioni liturgiche, sia nei vestiti portati nella quotidianità.
Un momento di straordinaria importanza è quello tra XI e XII secolo, quando il papato mette in opera un programma (la cosiddetta “riforma gregoriana”) per affermare la propria superiorità e centralità nell’ambito di una cristianità sempre più vasta, programma che si riflette anche nei vestiti delle élites del clero romano.
Maureen C. Miller insegna al Dipartimento di Storia della Università di California - Berkeley. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo The Bishop’s Palace: Architecture and Authority in Medieval Italy (Ithaca, NY, 2000) e, in lingua italiana, Chiesa e società in Verona medievale (950-1150), a cura di Paolo Golinelli (Verona 1999).

martedì 25 novembre 2014

Storia della filosofia occidentale / 2 Medioevo e Rinascimento

Storia della filosofia occidentale / 2
Medioevo e Rinascimento
a cura di Giuseppe Cambiano, Luca Fonnesu, Massimo Mori
pp. 432, € 26,00
Il Mulino, 2014
ISBN: 978-88-15-25256-2

Da Boezio a Francesco Bacone: undici secoli di storia della filosofia, caratterizzati dal perdurare dell’interesse teologico, dall’innesto delle tradizioni araba, ebraica e bizantina nel pensiero occidentale, dal ritorno ad Aristotele, dal fiorire dell’Umanesimo e dalla Riforma luterana. Tra le figure maggiori: Anselmo, Bonaventura, Tommaso, Guglielmo di Ockham, Giordano Bruno e Campanella.
Giuseppe Cambiano ha insegnato Storia della filosofia antica nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Con il Mulino ha pubblicato «Perché leggere i classici» (2011) e «I filosofi in Grecia e a Roma» (2013). Luca Fonnesu insegna Filosofia morale nell’Università di Pavia. Con il Mulino ha pubblicato fra l’altro «Per una moralità concreta. Studi sulla filosofia classica tedesca» (2010).
Massimo Mori insegna Storia della filosofia nell’Università di Torino. Con il Mulino ha pubblicato fra l’altro «La pace e la ragione. Kant e le relazioni internazionali: diritto, politica, storia» (2008).

venerdì 21 novembre 2014

Michele VIII Paleologo il restauratore dell'Impero Bizantino

Michele VIII Paleologo il restauratore dell'Impero Bizantino
Guerre, intrighi, amore e morte alla corte di Bisanzio
di Andrea Paleologo Oriundi
pp. 285, € 14,00
Eden Editori, 2014
ISBN: 978-88-98971-04-6
 
Michele VIII Paleologo visse nel XIII secolo, in un’epoca in cui due mondi, l’europeo occidentale, ancora immerso nel lungo periodo medievale, e l’orientale greco, che aveva assicurato per tanti secoli la continuità culturale classica, si stavano incontrando dopo secoli di lontananza e diffidenza grazie alle crociate e allo svilupparsi dei commerci. L’Europa stava uscendo dal Medioevo e lentamente si preparava al fiorire dell’umanesimo e del rinascimento. La quarta crociata, nel 1204, si era conclusa, anziché in Terrasanta, con la conquista di Costantinopoli da parte dell’esercito crociato, e con la fondazione dell’impero latino. I greci fuggiti dalla città avevano fondato entità statali che si erano proclamate eredi delle tradizioni del vecchio impero bizantino, e ognuna delle quali mirava a riconquistare l’antica capitale. L’impero di Nicea era, tra queste, il più titolato a realizzare tale sogno, sia per la sua posizione geografica, sia per la presenza a Nicea della maggior parte dei membri dell’alta società politica e religiosa bizantina fuggita da Costantinopoli, sia per la sua forza militare.
Michele, abile e spregiudicato, seppe mettere in atto quello che fu un vero e proprio colpo di Stato, facendosi proclamare imperatore e fondando la più duratura (e l’ultima) delle dinastie imperiali bizantine. Con una buona dose di fortuna riuscì a riconquistare l’antica capitale; combinando le arti della diplomazia con le capacità militari riuscì a respingere tutti i tentativi dei nemici occidentali (Manfredi di Svevia prima e Carlo d’Angiò poi) che miravano ad impossessarsi dell’impero. Promettendo ai Papi che via via si succedevano sul soglio di Pietro ciò che ben sapeva di non poter mantenere, e cioè la riunificazione delle due Chiese cristiane (la cattolica romana e l’ortodossa bizantina), sfruttando la rivalità tra le due repubbliche marinare di Genova e Venezia, mettendo l’uno contro l’altro i numerosi nemici che da tutte le parti minacciavano l’impero, seppe mantenerne l’integrità. L’impero che lasciò al figlio Andronico era però solo l’ombra di quello che fu nei suoi tempi migliori: ridotto territorialmente alla capitale e ai territori dei dintorni, indebolito economicamente, minacciato dalla crescente potenza turca che Michele aveva dovuto trascurare per difendersi dagli attacchi da occidente, esso durò tuttavia altri due secoli prima della conquista musulmana.
Andrea Paleologo Oriundi, veneziano del 1952, Ufficiale di Marina, il cui cognome lascia intendere la lontana discendenza dal protagonista, ha saputo raccontare la vita di Michele con stile scorrevole ma esauriente, tenendo fede alla verità storica come risultante dai testi riportati nella ricca bibliografia. La trama avvincente e la lettura piacevole ci riportano ad un mondo, il medioevo, comunemente ritenuto un periodo oscuro, che invece scopriamo interessante e meritevole di grande attenzione.

lunedì 17 novembre 2014

San Silvestro da Troina e il monachesimo italo-greco in Sicilia e in Italia Meridionale

San Silvestro da Troina e il monachesimo italo-greco in Sicilia e in Italia Meridionale
di Maria Stelladoro
pp. 176, € 13,oo
CNx, 2014
ISBN: 978-88-6739-060-1

Di Silvestro da Troina nel 2014 si celebra l'850° anniversario della morte, che per la concezione cristiana rappresenta invece il dies natalis in quanto nascita alla vita eterna.
È un monaco basiliano che con la sua esemplare condotta di vita ricoperto l'Isola di un alone di santità, come anche gli altri monaci basiliani costituirono "il lievito prima di diventare il reliquiario delle tradizioni bizantine" (A. Guillon, Il monachesimo greco in Italia Meridionale e in Sicilia nel Medioevo, in l'ermetismo in occidente nei secoli XI e XII, Atti della II Settimana Internazionale di Studio, Mendola, 30 agosto - 2 settembre 1962, Milano 1964, pp. 355-381, spec. p. 379).
In questo volume si staglia la figura del monaco Silvestro da Troina esaminata dal punto di vista agiografico e storico.
Essa è inserita nel monachesimo basiliano fiorito tra i secoli IX-XIII in Sicilia e in Italia Meridionale i cui protagonist principali furono i seguenti monaci siculi: Leone Luca di Corleone, Elia di Enna (o lo Speleota), Elia di Reggio, Cristoforo, macario e Saba di Collestano, Luca di Demenna (o D'Armento), Vitale di Castelnuovo, Nilo di Rossano, Nicodemo di Kellarana, Giovanni Terista, Bartolomeo il Giovane di Grottaferrata, Filareto il Giovane, Luca di Capo Rizzuto o di Melicuccà, Bartolomeo di Simeri, Cipriano di Calamizzi, Lorenzo di Frazzano, Conone (o Cono) di Naso.
Di tali monaci si fornisce un rapido excursus storico-agiografico esaminandone i principali problemi agiografici e storici nel contesto in cui vissero.
Maria Stelladoro, specialista in paleografia e codicologia greca presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica (Città del Vaticano), si è perfezionata in Studi Patristici e Tardo Antichi presso la Pontificia Università Lateranense. È docente di lettere classiche e studiosa di agiografia greco-latina per la quale ha all'attivo numerose pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate nel settore.

venerdì 14 novembre 2014

Uomini e donne nel Medioevo

Uomini e donne nel Medioevo
di Didier Lett
pp. 288, € 22,00
Il Mulino, 2014
ISBN: 978-88-15-25054-4

Il «genere» è una costruzione sociale: il significato e il modo di essere donna o uomo mutano nel tempo. Che cosa voleva dire allora essere uomo, essere donna nel Medioevo? Lo racconta questa originale sintesi, un viaggio intorno all’identità di genere così come veniva definita innanzitutto dalla religione, poi nella divisione sociale dei ruoli, nelle differenti possibilità (per esempio di educazione e di lavoro, o di accesso al sacerdozio), nelle relazioni sociali, nella sessualità, nella vita coniugale. L’immagine che ne viene è quella di un tempo in cui i ruoli progressivamente si differenziano e soprattutto, sul finire del Medioevo, viene sancita una gerarchia tra i sessi e un predominio dell’uomo sulla donna destinato nell’epoca successiva ad accentuarsi.
Didier Lett insegna Storia medievale nell’Università Denis Diderot di Parigi. Tra i suoi libri: «Les enfants au Moyen Age» (1997), «Famille et parenté dans l’Occident médiéval» (2000), «Histoire des frères et des soeurs» (2004).

giovedì 13 novembre 2014

La civiltà bizantina

La civiltà bizantina
di Cyril Mango
pp. 468, € 24,00
Laterza, 2014
ISBN: 9788858117576
 
Economia e società, educazione e mentalità, letteratura e architettura, arte e ideali di vita: questi i grandi temi scelti da Cyril Mango per presentare la civiltà bizantina (324-1453 d.C.). «Mi interessava prestare attenzione a ciò che i bizantini pensavano – pensavano a proposito di se stessi e degli altri, del passato e del futuro, di come si debba vivere la vita». Come in un trittico, tre ‘tavole’ guidano il lettore. Nella prima Cyril Mango delinea i principali aspetti della vita dei bizantini: popoli e lingue, società ed economia, scomparsa e rinascita delle città, i dissenzienti, il monachesimo, l’istruzione. Nella seconda, descrive il corpus di credenze comuni al bizantino ‘medio’: il suo rapporto con le potenze del bene e del male, il suo posto nella natura, nella storia, il suo atteggiamento nei confronti degli altri popoli, il suo ideale di umanità. Nell’ultima, illustra i lasciti maggiori di Bisanzio: la letteratura, l’arte e l’architettura.
Cyril Mango è stato Bywater e Sotheby Professor di Lingua e letteratura bizantina e greco-moderna nell’Università di Oxford e Fellow dell’Exeter College. Tra le sue pubblicazioni: The Homilies of Photius; The Brazen House; The Mosaics of St. Sophia at Istanbul; The Art of the Byzantine Empire; Byzantine Architecture.

martedì 11 novembre 2014

Il meraviglioso nell'Islam medievale

Il meraviglioso nell'Islam medievale
di Anna Maria Martelli
pp. 190, € 18,00
Jouvence, 2014
ISBN: 978-88-7801-443-5
 
La meraviglia è all’origine di ogni conoscenza. L’uomo del Corano contempla, si stupisce, si abbaglia con la meraviglia del mondo creato dall’Onnipotente. Questo libro è un viaggio fecondo nell’immaginario medievale islamico che cerca di raccontare questo ineffabile. Ma come ogni libro sacro, Il Corano non è sufficiente da solo a fornire una spiegazione integrale della dottrina di cui è portatore. In questo studio affascinante e approfondito Anna Maria Martelli indaga nella letteratura e nella cultura islamica medievale per restituire un senso del sacro riposto nella visione.
Anna Maria Martelli, laurea in lingue e letterature straniere; membro del’Is.M.E.O.; già cultore di Cultura araba presso la Statale di Milano, membro del Centro di cultura Italia-Asia. Tra le sue pubblicazioni: Il canto dello spirito. Aneddoti dal Mathnawî (poema spirituale) di Jalâl ad-Dîn Rûmî, Mimesis, Milano 2000. Vocabolario dell’Islam, trad. it. di Vocabulaire de l’Islam di Dominique Sourdel/Janine Sourdel-Thomine, Troina 2005. Conoscere l’Islam attraverso la sua arte, Roma 2006. “Il legato dell’Islam – L’impatto delle arti islamiche sull’Italia e sull’Europa” in Oriente e Occidente nel Rinascimento, Atti del XIX Convegno Internazionale, Firenze 2009. “Il misticismo islamico” in Voci del Mediterraneo Riflessi d’Oriente, a cura di M. Tuveri e A. Duranti, Roma 2009. “Il viaggio oltremondano del Profeta nell’iconografia musulmana” in Il viaggio. Tra il Profeta e Dante, Doctor Virtualis quaderno n. 12, Milano 2013. “Creation” e “The Jinn” in Islamic Images and Ideas – Essays on Sacred Symbolism, Edited by John Andrew Morrow, North Carolina, 2014.

domenica 9 novembre 2014

Federico Barbarossa e la battaglia di Monte Porzio Catone

Federico Barbarossa e la battaglia di Monte Porzio Catone
Lo straordinario piano militare del 1167
di Jennifer Radulović
prefazione di Franco Cardini
pp. 206, € 18,00
Jouvence, 2014
ISBN: 978-88-7801-467-1
 
Migliaia di fanti, centinaia di cavalieri schierati all’orizzonte per muovere alle armi e la terribile consapevolezza di essere in minoranza. Un nobile a cavallo, vessilli alla mano, tra una morte virile e una gloriosa scelse il coraggio e mentre incitava i suoi all’attacco, si levarono canti cristianissimi. Il coraggio pagò e fu il trionfo. È questa la sintesi più appassionante delle fonti che narrano di quel 29 maggio 1167 in cui le milizie romane schierate con papa Alessandro III cedettero all’impeto travolgente delle esigue truppe dell’Imperatore, presso Monte Porzio Catone. Una sola grande discesa in Italia, un unico piano militare eccezionale per chiudere uno alla volta tutti i fronti: gli indisciplinati Comuni lombardi, lo spregiudicato imperatore bizantino, i facinorosi Normanni di Sicilia e un pontefice risoluto che non voleva cedere a un braccio di ferro apparentemente inesauribile. Aveva tutti contro Federico Barbarossa in quell’annata infuocata destinata a chiudersi con un colpo di scena, in una società bellicosa e aggressiva, fatta di macchine d’assedio, mura turrite e guastatori di professione. Questa è la storia di una delle più straordinarie operazioni strategiche di Federico Barbarossa.
Jennifer Radulović (Milano 1978), storica medievista, archivista, è esperta di grandi battaglie in campo aperto e storia dell’Europa centrale e orientale. Ha recentemente curato l’edizione del Carmen Miserabile di Ruggero Apulo (Genova, 2013).

sabato 8 novembre 2014

Gli antipapi. Storia e segreti

Gli antipapi. Storia e segreti
di Elena Percivaldi
pp. 432, € 9,90
Newton Compton, 2014
ISBN: 978-88-541-7152-7

La storia della Chiesa è sempre stata complessa, difficile, contraddittoria.
Il suo grande protagonista – da san Pietro a papa Francesco – solitamente è il pontefice, somma autorità religiosa e per molti secoli anche politica e temporale. In realtà molte altre figure hanno determinato, nel corso di duemila anni, le intricate vicende del papato: cardinali, vescovi, santi, eretici, imperatori, chierici e laici. E tra questi anche gli “antipapi”, uomini che – individualmente o supportati da fazioni – non hanno accettato il pontefice eletto in via ufficiale e hanno dato vita a veri e propri scismi. Dai primi nebulosi inizi – quando il santo padre era solo vescovo di Roma e non aveva ancora l’universalità che avrebbe poi detenuto nei secoli a venire – fino al grande scisma, il volume racconta la storia dei quarantatré antipapi scelti secondo procedure non canoniche. Considerati degli usurpatori, per questo furono catturati, scomunicati, processati, imprigionati, uccisi. Alcuni fuggirono, altri si ritirarono in convento, altri ancora scomparvero semplicemente nel nulla. Fieri oppositori al papato ufficiale per motivi dottrinali e ideologici, oppure mere pedine mosse dal potere delle famiglie aristocratiche romane e degli imperatori, gli antipapi rivivono in queste pagine non più come comprimari, ma come veri protagonisti.
Elena Percivaldi, milanese, è storica e saggista. Cura mostre e partecipa a convegni e seminari di studio in Italia e all’estero. È coordinatore scientifico di manifestazioni storico-rievocative e collabora con riviste specializzate, tra cui «Medioevo»; fa parte del Comitato scientifico della rivista «Medioevo Italiano». Autrice di vari libri, tra cui I Celti. Una civiltà europea, con la Newton Compton ha già pubblicato La vita segreta del Medioevo, finalista al Premio Italia Medievale 2014. Per maggiori informazioni, visitate il suo sito web.

giovedì 6 novembre 2014

L'iconografia medievale

L'iconografia medievale
di Jérôme Baschet
pp. 232, € 24,00
Jaca Book, 2014
ISBN: 978-88-16-41277-4

L'immagine medievale non è, come sostiene un luogo comune, la «Bibbia degli illetterati». Sottoponendo a critica le opere fondanti di Émile Mâle e di Erwin Panofsky, Jérôme Baschet riconsidera il concetto di iconografia, sgombra il campo da tutte le dissociazioni fra contenuto e forma e presta la massima attenzione ai procedimenti plastici medianti i quali il pensiero figurativo dota di senso le immagini. Il volume alterna proposizioni di carattere generale e studi approfonditi di alcuni manufatti medievali, come i celeberrimi rilievi romanici di Souillac o il ciclo dipinto della collegiata di San Gimignano, con l'obiettivo di cogliere la coerenza di un luogo di immagini e di analizzarne la struttura di insieme, indispensabile per un'iconografia rinnovata. Lontano dai caratteri stereotipati che si attribuivano un tempo all'arte medievale, Baschet dispiega un approccio seriale che svela la straordinaria inventiva delle immagini. Spiega l’autore: «L’universo figurale del medioevo è un mondo del senso, ma un mondo di sensi oscuri e velati, un mondo di figure in attesa di rivelazione o di interpretazione, un mondo fatto di sensi intricati, stratificati, intessuti, in attesa di essere annodati e sciolti. di nodi di immagini dovremo per lo più rendere conto: sembrerà forse di accanirsi nel volerli sciogliere, ma è solo per restituirne la densità stessa di nodi. La comprensione congiunta di questa rete di relazioni è la condizione minima per avvicinarsi al tenore significante delle immagini medievali, ed è probabilmente nell’articolazione entro configurazioni plastico-semantiche e situazioni «interazionali» che conviene situare il nodo più attivo dell’iconografia relazionale».
Il libro – è l’autore stesso che ci avverte – «non è un manuale o una guida […] si tratta di un tentativo che traccia un percorso metodologico, parallelo alla considerazione o riconsiderazione di certe opere, al fine di proporne un’analisi il più possibile precisa».
L’edizione italiana del volume costituisce dunque un ulteriore passo nello sforzo di rinnovamento metodologico della comunità scientifica italiana, inserendosi inoltre, grazie al taglio trasversale e multidisciplinare, nel quadro dell’alta divulgazione della cultura.