mercoledì 31 luglio 2019

Le terme di Viterbo tra Medioevo e Rinascimento

Le terme di Viterbo tra Medioevo e Rinascimento
La trattatistica in latino: pseudo Gentile da Foligno, Girolamo di Viterbo, Evangelista Bartoli
Ediione critica, traduzione e commento a cura di Edoardo D'Angelo
pp. IV-146, € 42,00
Sismel, 2019
ISBN: 978-88-8450-902-4
Il volume presenta in edizione critica e con introduzione, traduzione italiana e note, la principale trattatistica medievale e umanistico-rinascimentale in latino relativa alle fonti termali di Viterbo. In particolare sono editi: il trattato in prosa De Viterbiensibus balneis del medico Girolamo di Viterbo († 1395 circa), secondo le quattro redazioni in cui ci è pervenuto; un escerto, relativo sempre ai bagni viterbesi, contenuto in uno scritto attribuito a Gentile da Foligno; il poema didascalico (in esametri) De thermarum Viterbiensium virtutibus, che il viterbese Evangelista Bartoli scrive agli inizi del Cinquecento.

martedì 30 luglio 2019

La Disfida di Barletta e la fine del Regno

La Disfida di Barletta e la fine del Regno
Coscienza del presente e percezione del mutamento tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento
a cura di Fulvio Delle Donne, Victor Ravera Magos
pp. 254, € 27,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2019
ISBN: 9788833132143

La Disfida di Barletta non fu solo un torneo cavalleresco tra tredici francesi e altrettanti italiani; fu anche la metafora, o meglio la sineddoche, di quanto stava avvenendo in quegli anni. Svoltasi il 13 febbraio 1503, durante la Seconda Guerra d’Italia, si tenne a ridosso della caduta della dinastia aragonese che dominò l’Italia meridionale per tutta la seconda metà del XV secolo. Anzi, si può dire che le Guerre d’Italia furono, allo stesso tempo, la causa e la conseguenza della fine del Regno, che da allora in poi fu a lungo ridotto a Viceregno.
Ci fu coscienza del cambiamento? Quale fu la percezione dei mutamenti? Si visse nella nostalgia di un glorioso passato o nella consapevolezza dell’avvento di una nuova epoca? A queste domande si risponde in questo volume, che mette la Disfida sullo sfondo del più ampio contesto politico e culturale europeo.
Fulvio Delle Donne insegna Letteratura latina medievale e Storia medievale all’Università della Basilicata. Sul periodo federiciano ha pubblicato Città e Monarchia nel Regno svevo di Sicilia, Salerno 1998; Il potere e la sua legittimazione, Arce 2005; Storia dello Studium di Napoli in età sveva, Bari 2010 (vincitore del Förderpreis della Stauferstiftung di Göppingen).

lunedì 29 luglio 2019

Minima Mediaevalia

Minima Mediaevalia
Saggi di filosofia medievale
di Rudolph Imbach
pp. 356, € 21,00
Aracne Editrice, 2019
ISBN: 978-88-255-2338-6
 
«Superare il presente, ma con gli occhi rivolti al passato». Questa nota formula di Antonio Gramsci compendia efficacemente il significato sotteso ai dieci saggi raccolti nel volume. Il titolo Minima mediaevalia allude sì al carattere necessariamente non sistematico della forma saggistica prescelta, ma soprattutto a quel residuo inesauribile che, nell’arco di una ricerca pluridecennale, consente all’autore di rinvenire nel pensiero medievale riflessioni gravide di futuro. Attraverso la lettura di testi di Agostino, Tommaso d’Aquino, Meister Eckhart e Dante, vengono analizzati cinque temi principali: la relazione vicendevolmente feconda tra allievo e maestro; la polisemia del termine filosofia e la pluralità di approcci che ne derivano; l’amore come motore dell’agire umano e come legge eterna che governa il mondo; il rapporto tra Bibbia e filosofia; l’universalità della ragione in special modo nella dimensione politica dantesca. Un percorso affascinato e affascinante che non mancherà di alimentare la curiosità intellettuale del lettore.
Rudolph (Ruedi) Imbach ha insegnato filosofia medievale all’Université de Fribourg in Svizzera (1985–2000) e all’Université Paris IV–Sorbonne (2000–2013), della quale è professore emerito. Nel 2001 è stato insignito del prestigioso “Prix Marcel Benoist” e nel 2016 la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum) gli ha conferito il titolo di Doctor honoris causa. Autore di numerosi saggi e monografie; tra i titoli tradotti in italiano: (con F.–X. Putallaz) Professione Filosofo. Sigieri di Brabante (1998); Dante, la filosofia e i laici (2003); (con A. Oliva) La filosofia di Tommaso d’Aquino. Punti di riferimento (2012); (con C. König–Pralong) La sfida laica. Per una nuova storia della filosofia medievale (2016). 

sabato 27 luglio 2019

La pentola di Leonardo

La pentola di Leonardo
Storie di corte, di vita quotidiana, di cibo e di cucina
di Carlo G. Valli
pp. 160, € 14,00
Cierre edizioni, 2019
ISBN: 9788883149856
 
Nel 2019 ricorrono i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci. Il libro prende spunto da questo importante anniversario per descrivere un aspetto inedito della sua multiforme personalità: oltre che sommo pittore, scultore, architetto, fisico, geologo, musicista, poeta, egli è stato cerimoniere di corte, organizzatore di spettacoli e banchetti e appassionato di cucina. Ha approfondito l’uso del fuoco, i sistemi di cottura e di pulizia, e ha inventato alambicchi, impianti e forni: marchingegni documentati in questo libro con alcuni disegni e appunti originali. Nella “pentola di Leonardo” troviamo approfondimenti sulla sua attività di cerimoniere e regista di convivi e anche sulla sua vita quotidiana. Egli conosceva e praticava le ricette del tempo ed era sensibile ai prodotti della terra, che sapeva come trattare e lavorare. Dai suoi taccuini emergono le liste delle spese alimentari giornaliere, che ci consentono di definire il suo stile di vita e i suoi gusti. Argomenti minori ma di grande interesse e spesso ignorati o non sviluppati nella enorme bibliografia dedicata a Leonardo. Ripercorrendo l’esistenza del grande uomo d’ingegno dalla nascita alla morte, in queste pagine l’autore si concentra in particolare su tali attività, colmando una lacuna nella divulgazione della grandiosa epopea leonardesca.
Carlo G. Valli, consulente e docente di marketing e comunicazione, si occupa attivamente di tradizioni popolari e storia degli alimenti. Su questi argomenti ha scritto una quarantina di volumi, tra cui Pasta Nostra Quotidiana (Muzzio, 1991), Belle Feste (Muzzio, 1992), Garda Garda (Muzzio, 1997), La lunga storia dell’olio e del formaggio (Cierre 2001), Nel nome della carne (FK, 2000), C’erano una volta vecchi mestieri (Cierre, 2001), 75 piatti da salvare della cucina italiana (2002), Gli antichi sapori dei mangiari di strada (Cierre, 2003), Cucina e vini del Garda (Muzzio,2004), La storia della pentola (con Eugenio Medagliani, Bibliotheca Culinaria, 2004), La pasta, viaggio in Italia (Agra, 2005), Vini e miti (Cierre, 2008, Premio Cesare Pavese), Marchesi si nasce (Rizzoli, 2010), Sole sale vento fuoco (Cierre, 2012), Vino, un dono di civiltà (Azzura, 2014), Bevevano e mangiavano i nostri padri (Il Valletto, 2015), Un cuoco costava più di un cavallo. L’avventura dei cuochi nella storia della cucina italiana (Cierre, 2016).

venerdì 26 luglio 2019

Castagnaro 1387

Castagnaro 1387
Hawkwood's great victory
di Kelly DeVries, Niccolò Capponi
Illustrator: Graham Turner
pp. 96, € 14,99
Osprey Publishing, 2019
ISBN: 9781472833518

The battle of Castagnaro, fought on 11 March 1387 between the Veronese and the Paduans, is one of the most famous Italian medieval conflicts in the English-speaking world. This is thanks in no small part to the exploits of the renowned English mercenary (or condottiero) captain, Sir John Hawkwood. Commanding the Paduan army, he led them to a stunning victory.
This new study challenges the conventional story of the battle, relocating it to the other side of the Adige River, and showing that Hawkwood was no mere disciple of his previous commander, the Black Prince-he was a highly talented and intelligent general in his own right. Using specially commissioned full-colour artwork, this fascinating book shows how Hawkwood used his own acumen, and the training, skills, and discipline of his very experienced condottieri, to defeat his opponents at Castagnaro.
Kelly DeVries holds a PhD from the Centre for Medieval Studies at the University of Toronto. He is professor of history at Loyola University Maryland and has most recently written Medieval Weapons: An Illustrated History of their Impact (2007) and The Artillery of the Dukes of Burgundy, 1363-1477 (2006), both with Robert Douglas Smith. His other books include: Medieval Military Technology (1992); Infantry Warfare in the Early Fourteenth Century: Discipline, Tactics and Technology (1996); The Norwegian Invasion of England in 1066 (1999); Joan of Arc: A Military Leader (1999); A Cumulative Bibliography of Medieval Military History and Technology (2002; updated 2005); and Guns and Men in Medieval Europe, 1200-1500: Studies in Military History and Technology (2002), as well as several edited works. In addition he is the author of more than 60 articles on military history and the history of military technology. He currently edits the Journal of Medieval Military History and is the series editor for the History of Warfare series of Brill Publishing.
Count Niccolò Capponi is a part of Florence's living history. His family has been in the city since the thirteenth century and he is a historian. After earning a PhD in military history from the University of Padova, he returned to Florence where he currently teaches political science and the history of Florence to Americans studying abroad. He is, most recently, author of Victory of the West: The Story of the Battle of Lepanto, as well as I legionari rossi: Le brigate internazionali nella guerra civile spagnola 1936-1939, a history of the international brigades during the Spanish Civil War.

giovedì 25 luglio 2019

La via dei lupi

La via dei lupi
di Carlo Grande
pp. 216, € 10,00
TEA Edizioni, 2019
ISBN: 9788850254743

Siamo nella prima metà del 1300. François di Bardonecchia è un nobile di montagna, un uomo vero e onesto, fedele alleato e amico del Delfino, il Principe Guigo. Tornato da una missione, scopre che Clotilde, l'adorata e bellissima figlia di diciassette anni, è stata sedotta dal Principe, che così vuole anche impadronirsi del suo territorio. È un'umiliazione troppo pesante da sopportare. Infranto il patto di fedeltà e schieratosi a fianco del duca di Savoia, storico nemico del Delfino, François ingaggerà una dura lotta contro il Principe sleale. Catturato, riuscirà, però, a evadere, e si darà alla macchia, lupo tra i lupi, dove per oltre dieci anni condurrà un'esistenza raminga e orgogliosa. Intensa, coinvolgente, straordinariamente poetica, questa storia ha il pregio indiscutibile di essere vera: François di Bardonecchia è un personaggio storico, un uomo che incarna la doppia anima del Medioevo, fatta di passioni e tradimenti, di crudeltà e devozione, sullo sfondo della natura più intatta ed estrema degli orsi e dei lupi. La natura, rifugio ultimo, culla e custode dei valori dell'umanità.
Carlo Grande, scrittore e giornalista torinese, lavora alla «Stampa» e collabora con diverse testate, occupandosi di cultura e ambiente. Ha diretto per molti anni la rivista di Italia Nostra. Nel 2018 ha diretto il documentario Last Angeles. One City, One Dream, dedicato alle storie di alcuni italiani che vivono e lavorano a Hollywood.

mercoledì 24 luglio 2019

Il vino dei Templari

Il vino dei Templari
a cura di Enrico Angiolini
pp. 96, € 11,00
Penne & Papiri, 2019
ISBN:  9788889336786
Il presente volume raccoglie gli atti del convegno su Il vino dei Templari. Ricerche a Bologna tra archivistica, iconografia, archeologia, palinologia e genetica, che si è svolto il 25 novembre 2017 nella sede del Museo della Beata Vergine di San Luca a Bologna.
Questo lavoro complessivo rappresenta la logica conseguenza, coerente con l’ampliamento delle ricerche e con la qualità dei risultati finora ottenuti, di indagini precedenti condotte secondo diverse competenze sui Templari e sulla Magione templare di Bologna. La scelta del tema muoveva dal fatto che l’argomento offre risvolti importanti in relazione alla scelta dell’Ordine di insediarsi in una città emergente per posizione geografica e per lo Studio famoso, alla storia dell’Ordine stesso rispetto ad altre istituzioni laiche ed ecclesiastiche, e infine al fatto che a Bologna è nota la sede dell’antica Magione, in angolo tra l’antica Via Aemilia, oggi Strada Maggiore, e Vicolo Malgrado.
Indagini archeologiche, anche se modeste, condotte nel 2016 nella cosiddetta “Sala dei Cavalieri” all’interno della Magione e nelle adiacenze, hanno restituito una serie di informazioni sull’evoluzione nel tempo del complesso, nonché numerosi granuli pollinici, molti di vite, che hanno stimolato una ricerca palinologica.
I risultati di queste ricerche, diversamente declinate, danno maggior spessore all’iniziale progetto di ricomporre eventi storici nascosti dal tempo e, spesso, dal disinteresse; il progetto diviene, in questo modo, anche comunicazione culturale.
Non si conclude quindi qui il viaggio sulle orme dei Templari bolognesi: la ricerca, che finora ha dato promettenti risultati, proseguirà nella convinzione che i Templari e la loro attività, in specifico nel Bolognese, abbiano ancora molto da raccontare.

martedì 23 luglio 2019

Corpi medievali. La vita, la morte e l'arte

Corpi medievali. La vita, la morte e l'arte
di Jack Hartnell
tradizione di Luca Bianco
pp. XIV-384, € 34,00
Einaudi, 2019
ISBN: 9788806241421

Che rapporto ebbero gli uomini e le donne medievali con il proprio corpo? Come in un fantastico corteo, questo saggio sorprendente chiama a raccolta medicina, arte, poesia, musica, politica, filosofia e storia culturale e sociale per rivelare l’effettiva condizione di chi nel Medioevo visse e morí.
Le vite degli uomini e delle donne medievali erano per molti versi simili alle nostre, ma allo stesso tempo erano colme di esperienze miracolose e metaforiche radicalmente diverse. Si viveva in un’epoca in cui le ferite mortali potevano essere guarite durante la notte per opera di un intervento divino, oppure il cuore di un re, estratto dal cadavere, veniva utilizzato come efficace emblema del potere politico. Grondante sangue e oro, feticizzato e torturato, porta d’accesso alle delizie terrene e punto di contatto con il divino, fatto a pezzi ma potente persino oltre la morte: nel mondo medievale non esisteva terreno piú fecondo e simbolico di quello del corpo.
In Corpi medievali, lo storico dell’arte Jack Hartnell svela i modi complessi e affascinanti attraverso i quali la gente del Medioevo pensava, esplorava e sperimentava la propria fisicità. Nei dipinti e nei reliquiari che celebravano i martiri dei santi, sovente bizzarri, la dimensione sacra del corpo lasciava un segno tangibile. Nella letteratura e nella politica, i cuori e le teste divennero potenti metafore che modellavano i sistemi di governo e la società in modi che perdurano ancor oggi. I medici e i filosofi naturali incrociavano secoli di sofisticate conoscenze mediche, mettendo spesso in pratica un’ignoranza della fisiologia tanto profonda quanto macabra nei suoi risultati.
Jack Hartnell insegna Storia dell'Arte presso l'University of East Anglia, Norwich. In precedenza ha ricoperto incarichi alla Columbia University, al Courtauld Institute, al Max-Planck-Institut e al Victoria and Albert Museum di Londra. Per Einaudi ha pubblicato Corpi medievali. La vita, la morte e l'arte (2019).

lunedì 22 luglio 2019

Plutarchi Chaeronensis

Plutarchi Chaeronensis
De tranquillitate et securitate animi Guillielmo Budaeo interprete
A cura di Stefano Martinelli Tempesta
pp. XII-183, € 42,00
Sismel, 2019
ISBN: 978-88-8450-844-7

Anche se gli studi degli ultimi decenni hanno fatto emergere un numero cospicuo di traduzioni latine quattrocentesche dei Moralia plutarchei, resta nella sostanza ancora valido il giudizio a suo tempo espresso da Konrat Ziegler, secondo il quale furono le Vitae di Plutarco ad avere un notevole influsso sulla cultura quattrocentesca, piuttosto che i Moralia. Nella fattispecie, un testo come il De tranquillitate animi, così importante nella diffusione delle dottrine eutimistiche e che pure ebbe una circolazione umanistica nell'originale greco, non fu mai tradotto nel corso del Quattrocento.
Dobbiamo la prima traduzione latina dell’opuscolo a uno dei padri fondatori degli studi greci in territorio transalpino, Guillaume Budé, che nei primi anni del Cinquecento aveva aperto la strada alla fortuna europea di Plutarco traducendo i Placita philosophorum (1502, per Germain de Ganay), il De fortuna Romanorum insieme al De Alexandri fortuna aut virtute (1503, per Pierre de Courthardy). Il De tranquillitate animi fu tradotto da Budé entro il maggio del 1505, tumultuario stylo, durante una missione che il re di Francia gli aveva affidato presso il papa, Giulio II, al quale la versione fu dedicata. Di questa traduzione, apparsa a stampa per la prima volta presso Josse Bade nel 1505 e poi più volte ristampata, sono sopravvissute – per quanto sinora emerso – tre copie manoscritte, delle quali una, il ms. lat. 124 della biblioteca di Ginevra, è considerata quella di dedica a Giulio II e preserva, nei margini, alcuni interventi autografi di Budé.
Quanto mai opportuna, dunque, un’edizione critica che tenga conto della tradizione manoscritta e degli esemplari a stampa (alcuni dei quali, tra l’altro, presentano interventi a penna dei quali l’editore dà notizia alla fine della sua prefazione). Questa versione, infatti, nonostante i limiti dovuti alla non stretta aderenza al dettato dell’originale greco, secondo una precisa e consapevole tecnica versoria, ebbe una grande influenza, grazie alla riconosciuta autorevolezza del suo autore: fu, per esempio, tradotta in inglese da Thomas Wyat e in italiano da Antonio Massa; fu, inoltre, utilizzata quale fonte di ispirazione critico-testuale a partire dai grandi ellenisti del Cinquecento, come Xylander e Muret, per giungere a Daniel Wyttenbach e agli apparati delle moderne edizioni critiche dei Moralia plutarchei.

domenica 21 luglio 2019

Nascita e morte di un quartiere medievale

Nascita e morte di un quartiere medievale
Siena e il Borgo Nuovo di Santa Maria a cavallo della peste del 1348
di Gabriella Piccinni
pp. 224, € 17,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Pacini Editore, 2019
ISBN: 978-88-6995-610-2

Negli anni Venti e Trenta del Trecento più di novanta nuove abitazioni, una chiesa e alcune strutture per la produzione dei tessuti di lana invasero la valle retrostante il palazzo del Comune di Siena con una lottizzazione che accolse flussi di nuovi cittadini, soprattutto notai e qualche giudice. Il Borgo Nuovo di Santa Maria avrebbe dovuto dare nuova centralità del Campo, riequilibrando lo sbilanciamento dei pesi demografici della città e creando nuovi collegamenti stradali, interni ed esterni alle mura. L’area fu però abbandonata dopo pochi decenni, a cavallo delle grandi epidemie del Trecento, quando molti documenti segnalano il restringersi della città verso il suo centro, con il verde che prende il sopravvento negli spazi più vicini alle mura cancellando i segni delle abitazioni.
Quella che ricostruiamo è dunque una storia esemplare che trasformò la valle da sede di un progetto generale di riorganizzazione e espansione urbana a luogo “separato dal transito de le genti”. Il fatto che al progetto del nuovo borgo non abbia corrisposto una centralità sullo spazio realmente edificato ne ha cambiato profondamente il senso, alterando l’equilibrio tra pieni e vuoti e mantenendo al Campo e al palazzo del Comune una centralità ‘identitaria’ che non corrisponde a una reale centralità rispetto al volume di costruito. 
Gabriella Piccinni (Siena, 1951) insegna Storia Medievale all’Università di Siena. Si occupa prevalentemente di storia della società italiana del Medioevo.

sabato 20 luglio 2019

L'arte della sopravvivenza

L'arte della sopravvivenza
di Gastone Breccia
pp. 240, € 10,00
Nuova Argos, 2019
ISBN: 8888693378

L'intelligence militare nell'impero romano d'Oriente, parte dell'attività degli eserciti bizantini e arma per la sicurezza del sovrano, il detentore del potere supremo, personificazione della legge e della giustizia divina, primo tra gli uomini e protettore del popolo dei «fedeli in Cristo».
Gastone Breccia è ricercatore di Civiltà bizantina presso l’Università degli Studi di Pavia. Negli ultimi anni si è dedicato alla ricerca in campo storico-militare anche al di fuori dell’ambito della bizantinistica. Esperto di teoria militare, di guerriglia e controguerriglia, ha condotto ricerche sul campo in Afghanistan (2011) e Kurdistan (Iraq e Siria, 2015). È membro del direttivo della Società Italiana di Storia Militare (SISM) e collaboratore fisso della rivista “Focus Wars”. Tra le sue più recenti pubblicazioni:I figli di Marte. L’arte della guerra a Roma antica (Mondadori 2012); L’arte della guerriglia (Il Mulino 2013); La tomba degli imperi (Mondadori 2013); Le guerre afgane (Il Mulino 2014); Nei secoli fedele. Le battaglie dei Carabinieri 1814-2014 (Mondadori 2014); 1915. L’Italia va in trincea (Il Mulino 2015); Guerra all’Isis. Diario dal fronte curdo (Il Mulino 2016).

venerdì 19 luglio 2019

I Templari

I Templari
Chi erano e perché scomparvero i monaci guerrieri
di Gian Franco Freguglia 
pp. 144, € 9,90
Edizioni San Paolo, 2019
ISBN: 9788892216921

Il 18 marzo 1314 l’ultimo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari viene arso sul rogo. Questa fine così tragica coincide con l’inizio di una leggenda, quella dei Cavalieri del Tempio. A sette secoli dalla fine dell’Ordine, il mito dei Templari è ancora vivo, e come tutti i grandi racconti reca in sé verità storiche celate sotto strati di false notizie. Chi erano davvero i monaci guerrieri? Semplici cavalieri che proteggevano i pellegrini che andavano in Terrasanta? Oppure erano stati reclutati per cercare tesori nascosti a Gerusalemme? Gian Franco Freguglia si muove con sapienza tra realtà e finzione, per restituire una visione completa dell’affascinante e secolare mito dell’Ordine più discusso di ogni tempo.

giovedì 18 luglio 2019

Castrum Malleanum

Castrum Malleanum
Magliano in Marittima ora Magliano in Toscana
La storia, i monumenti, i siti archeologici, tra verità e leggenda
di Vittoriano Baccetti
pp. 306, € 20,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Effigi Edizioni, 2019
ISBN: 978-88-5524-018-5

Da qualche decina d’anni in Maremma si sono moltiplicati gli studi storici, condotti da specialisti e docenti universitari, da storici affermati, ma anche da appassionati, che hanno voluto approfondire le vicende delle loro Piccole Patrie.

mercoledì 17 luglio 2019

Una folgore tra le tenebre

Una folgore tra le tenebre
Il Medioevo Normanno in Sicilia
di Domenico Arezzo Pagano
pp. 314, € 15,00
Le Fate Edizioni, 2019
ISBN: 978-88-943676-1-4

"Non riuscì a prendere sonno. Sapeva bene che con l’investitura non tutto era compiuto. Non tutti i baroni, infatti, che fino a qualche giorno prima gli erano stati ostili, erano disposti a sottomettersi senza colpo ferire. Sapeva inoltre che molti dei suoi feudatari e molte delle città del continente, appena fosse ritornato in Sicilia, non gli sarebbero state fedeli. Doveva fare qualcosa che legasse in maniera più pregnante i suoi vassalli alla sua signoria. Doveva imporre ai recalcitranti baroni normanni, ed insieme all'aristocrazia longobarda, agli apparati governativi arabi e bizantini e ai tanti saraceni che popolavano la Sicilia, il concetto di stato unitario".

martedì 16 luglio 2019

Dopo la tempesta

Dopo la tempesta
La missione segreta di Leonardo da Vinci
di Roberto Gargiulo
pp. 325, € 18,90
Tip. Menini, 2019
ISBN: 9788894421040
Quest’anno si celebra il 500° anniversario della scomparsa di Leonardo da Vinci. Un genio assoluto su cui si è scritto di tutto, analizzandone la multiforme personalità e l’immensa opera. In realtà egli fu soprattutto un osservatore, della natura e degli uomini, ma anche un innovatore, fedele a quel principio prettamente aristotelico secondo cui “La sapienza è figliola della sperienza.”
Fondamenti che ne accompagnarono costantemente l’opera, anche in occasione di quella che è stata definita la missione segreta al confine orientale della Serenissima. Una breve parentesi nella biografia vinciana e nella sterminata produzione del maestro, eppure un episodio su cui ancora molto resta da scrivere e da scoprire. Nonostante, per certi versi, esso rappresenti la perfetta sintesi dell’approccio caratteristico di Leonardo alle problematiche che di volta in volta gli si ponevano, in campo artistico come in quello scientifico.
In quei primi mesi del 1500 infatti, egli condusse la propria azione com’era suo costume. Analisi del problema, acquisizione delle conoscenze necessarie, dei luoghi come delle persone, ricorso alla scienza dell’epoca per individuare gli strumenti più utili nel caso specifico e soprattutto scelta della soluzione migliore, anche se del tutto innovativa e inesplorata. 
Si trattasse di porre un argine alle devastanti incursioni turche, di cui il presente volume ci riserva un’ampia narrazione, o di trovare il metodo più adatto per abbattere una fortificazione o ancora di progettare una rete idraulica di canali irrigui e navigabili, egli fu sempre  mosso da una inesauribile curiosità, unita al solido pragmatismo di un grande precursore.
Questo saggio ha voluto tuttavia essere anche il ritratto di un mondo, l’Italia delle Corti rinascimentali, e di un’irripetibile stagione della nostra storia, di cui proprio Leonardo fu forse l’interprete più completo e più nobile, nell’arte come nello spirito.

lunedì 15 luglio 2019

Francesco d'Assisi, al-Malik al-Kamil, Federico II di Svevia. Eredità e dialoghi del XIII secolo

Francesco d'Assisi, al-Malik al-Kamil, Federico II di Svevia
Eredità e dialoghi del XIII secolo
di Pino Blasone, Franco Cardini, Carlo Ruta
pp. 134, € 14,00
Edizini di Storia e studi sociali, 2019
ISBN: 9788899168391
 
Nel 1219, circa 800 anni fa, durante la quinta crociata, Francesco d'Assisi incontrava il sultano di Egitto e Siria al-Malik al-Kamil presso Damietta, città portuale situata sul delta del Nilo. I documenti d?epoca che attestano l'evento sono numerosi; non esistono perciò motivi per dubitare della sua storicità. Tuttavia, particolari leggendari possono averne alterato il ricordo tramandato mentre alcuni dettagli, a dispetto della varietà delle fonti, restano in ombra. Insiste perciò la discussione storiografica per cercare di chiarire ciò che realmente accadde. E in questo contesto critico e interpretativo si colloca il presente lavoro a tre voci, che, rivisitando fonti europee coeve, e in una certa misura anche arabe, introduce un terzo protagonista: l'imperatore Federico II.

domenica 14 luglio 2019

Teoderico. Il re barbaro che immaginò l'Italia

Teoderico. Il re barbaro che immaginò l'Italia
di Carlo Ruta
pp. 144, € 14,00
Edizioni di Storia e studi sociali, 2019
ISBN: 9788899168353
 

Teoderico, re goto in Italia dal 493 al 526, si presenta come una delle figure più forti ed emblematiche dell’Europa tardo-antica. Attraverso la sua vicenda politica egli riesce a rispecchiare la complessità di un’epoca, di transito: disordinata, ambigua, travagliata da radicalismi ma percorsa anche da esperienze di convivenza etnica, di pluralità, di compostezza civile, di decoro urbano e di contagio religioso e culturale. Il re barbaro in questo sommovimento politico, sociale e culturale finì con il generare un modello di Stato che ambiva a spendere con lucida determinazione le eredità del passato mentre inaugurava un tipo di convivenza etnica originale: chiuso e tuttavia plurale, segnato da rigidi protocolli identitari ma in grado di generare, nel concreto delle cose, costumi condivisi. Egli volle essere rappresentante e arbitro di mondi distanti che, senza nulla cedere delle tradizioni cui più tenevano, riuscirono per decenni a eliminare dall’orizzonte civile lo scontro etnico e di religione. Tra i Goti, comunemente di fede ariana, e gli Italici, cattolici, furono tutto sommato tempi di normalità, retti da una misurata concordia. E questo modo di convivenza, freddo ma per tanti versi fecondo, contribuiva a ricomporre nel paese la vita delle città. Lo Stato teodericiano faceva i conti in maniera esemplare con il passato di Roma, assimilandone gli elementi più produttivi, giuridici, economici e tecnico-costruttivi. Si faceva inoltre garante di grandi tradizioni di pensiero, greche ed ellenistiche in particolare, attraverso l’apporto di filosofi e letterati tra i più significativi della tarda antichità. Boezio e Cassiodoro, ministri e consiglieri del re goto, lasciarono eredità decisive sul piano dell’organizzazione dei saperi e, in particolare, della custodia delle classicità, mentre si formava, in disparte, una delle figure più eminenti del mondo cristiano, Benedetto da Norcia, che con la sua Regola avrebbe interagito in maniera feconda con i progetti della tarda maturità di Cassiodoro, fondatore del Vivarium.
Solo negli ultimi anni gli equilibri garantiti da quell’esperimento di governo cominciarono a incrinarsi, per cause legate soprattutto ai rapporti travagliati con l’Impero d’Oriente. Ma anche in quei contesti, i dissidi interni, pur significativi, non produssero nel paese grandi devastazioni. Goti e Romani, ariani e cattolici nel concreto delle città riuscirono a fermarsi, a placare le tensioni e spegnere lo scontro civile che minacciava di erompere, mentre si apriva una fase di intrighi da «basso impero» interpretati da un Senato sempre più travagliato da partigianerie. Era per certi versi l’ultima chiamata alle armi di un’aristocrazia che in larghissima parte aveva smarrito il senso dello Stato. Poi, morto Teoderico nel 526, il regno goto precipitava in una profonda instabilità ed infine, per iniziativa di Costantinopoli, in uno stato di guerra che in un paio di decenni ne avrebbe determinato la fine.

sabato 13 luglio 2019

Il pozzo dell'amore nella Città Sotteranea

Il pozzo dell'amore nella città sotteranea
di Paolo Barcucci
pp. 176, € 14,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Edizioni Effigi, 2019
ISBN:
978-88-6433-835-4

Un grande amore, nato nella città sotterranea di Montepulciano, che dal XIV secolo giunge fino a noi come un soffio di leggenda.
Una storia piena di gioia e di meraviglia, ma anche tormentata da guerre, carestie e dall’orribile pestilenza.
La passione di Niccolò e Francesca vola alta sopra le avversità, anche contro il volere delle rispettive famiglie, nello scenario della Toscana medioevale.

venerdì 12 luglio 2019

Il morso del basilisco

Il morso del basilisco
di Luigi Barnaba Frigoli
pp. 272, € 15,00
Meravigli Edizioni, 2019
ISBN: 9788879554213

Milano, settembre 1402. Il vessillo della Biscia sventola su quasi tutte le città dell’Italia centro-settentrionale.
Manca solo la ricca e potente Firenze, ma l’attacco decisivo è imminente e Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, pregusta già la vittoria che gli darebbe il potere di un re. Alla vigilia dell’offensiva, però, il dominus cade malato. Una brutta febbre, o forse la peste, che lo spedisce a miglior vita, infrangendo i suoi sogni di gloria.Una morte improvvisa. Una morte fatale, causata – così si dice tra il popolo – dal passaggio di una cometa nefasta, apparsa nei cieli durante la Quaresima.
Ma per Caterina, vedova del duca, la verità è un’altra. Gian Galeazzo è stato ucciso. Avvelenato. Da chi? Dai fiorentini? O dai veneziani? Dagli eredi di suo zio Bernabò, cui il sovrano ha sottratto il trono? O da altri? Lunga è lista di coloro che volevano morto il signore di Lombardia. Per scoprire la verità la duchessa richiama a corte Ottone da Mandello, cavaliere decaduto, schiavo dei fantasmi del passato. Ottone accetta di indagare, perché solo così potrà riprendere in mano la sua vita.
Ma l’inchiesta scoperchia presto nuovi, inquietanti interrogativi. Chi è l’abile guerriera dai capelli rossi costretta a nascondersi per proteggere un misterioso tesoro a costo della vita? Chi sono gli spietati soldati che la braccano? Cosa significa l'inquietante tatuaggio che portano sulla pelle? E chi è il loro crudele e spregiudicato Padrone? Per portare a termine la sua missione, Ottone dovrà dare risposta a tutte queste domande.
E, nelle risposte, troverà, forse, pace per se stesso e un colpevole da offrire alla duchessa. 
Ma, soprattutto, arrivare alla verità potrà dare alla dinastia viscontea – la stirpe della Biscia – attaccata e minacciata da ogni parte, una possibilità.
Una speranza, flebile e disperata, di salvarsi dalla rovina e dalla definitiva distruzione.
 
Luigi Barnaba Frigoli, giornalista, è nato a Milano nel 1978. Laureato in Lettere Moderne, con tesi in Storia economica e sociale del Medioevo, è autore di un saggio sulla figura di Bernabò Visconti nelle novelle e nelle leggende tra Trecento e Cinquecento (“Archivio Storico Lombardo”, 2007), del volume La Cattedrale del Diavolo (2017) e dei fortunati romanzi storici La Vipera e il Diavolo (2013) e Maledetta serpe (2016; Premio letterario Lago Gerundo 2018 per il miglior romanzo storico). Il morso del basiliscoè il nuovo, atteso e appassionante capitolo della Saga della Biscia.
Alla dinastia viscontea e al Medioevo lombardo Luigi B. Frigoli ha dedicato – e dedica tuttora – studi e conferenze.
Per seguire la Saga dei Visconti su Facebook clicca qui !

giovedì 11 luglio 2019

Baldovino IV di Gerusalemme

Baldovino IV di Gerusalemme
di Ilaria Pagani
pp. 184, € 15,00
Graphe Edizioni, 2019
ISBN: 9788893720748

Conosciuto come il Re lebbroso, Baldovino IV fu il giovane re di Gerusalemme che, pur se affetto da una gravissima malattia, difese le terre conquistate dai cristiani affrontando le armate del suo grande rivale Saladino.
Figlio di Amalric e Agnese di Courtenay, Baldovino divenne re ad appena tredici anni nel 1174, per decisione della corte, accettato dai capi dei crociati che lo ritenevano debole a causa di una forma devastante di lebbra che si era manifestata sin dalla fanciullezza. Un re che non sarebbe dovuto durare e che non avrebbe dovuto avere alcun peso nella feroce guerra tra le fazioni politiche per il controllo della Terra Santa.
La storia di Baldovino IV fu invece sorprendente: un giovane cavaliere crociato che vide la sua giovinezza e la sua forza divorate dalla lebbra e che tuttavia mai si arrese al male, che prese su di sé come una croce da portare in battaglia. Invece di chiudersi nella difesa di Gerusalemme, Baldovino decise di attaccare, invece di essere docile strumento nelle mani di duchi e conti, tenne loro testa; malato e ormai in punto di morte si pose alla testa del suo esercito nella battaglia di Montgisard. Vinse issando la reliquia della Vera Croce. Il re lebbroso si spense il 16 maggio 1185 a soli ventiquattro anni e riposa nel Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Ilaria Pagani è storico dell’arte, saggista e pubblicista, ha lavorato alla RAI, per il quotidiano Il Tempo di Roma, per Zetema Progetto Cultura e collaborato con la cattedra di Storia generale dell'Università “Neofit Rilski” di Blagoevgrad (Bulgaria).
Tra le pubblicazioni in volume segnaliamo I ponti fortificati del suburbio (Aracne 2004); Globalizzazione e valori. Il mondo romano davanti a nuove culture e nuovi valori (Blagoevgrad 2007); Constitutum Costantini. Riflessi nell’arte figurativa (Museo Diocesano Albano Laziale, 2016).
Suoi interventi sono stati pubblicati in riviste e collettanee: La chiesa di S. Filippo Neri in via Giulia (in “Studi sul Settecento Romano”, n. 15 a cura di E. Debenedetti, Roma 2000); Frammenti scultorei del lapidario di Grottaferrata (in “Documenta Albana” 09/2003); voce Matteo di Giovannello (in Saur 05/ 2006); Note introduttive per una iconografia dell’esilio (in “Flussi migratori e accoglienza”, a cura di P. Celozzi Baldelli e E. Baldassarri, Aracne 2009); Caterina Cornaro. Mitografia di una regina dalla Repubblica di Venezia al Risorgimento italiano (in “Studi sull’Oriente Cristiano” 16, 2 [2012]).

mercoledì 10 luglio 2019

Giovanna d’Arco

Giovanna d’Arco
Una Biografia
di Colette Beaune
pp. 474, € 35,00
Il Saggiatore, 2019
ISBN: 9788842825852

La fanciulla inviata dal cielo per salvare il regno di Francia e scacciare gli invasori inglesi, l’eretica condannata a morte, il personaggio decisivo nella guerra dei Cent’anni, la donna che impugna le armi ribaltando i ruoli di genere: chi era Giovanna d’Arco? Colette Beaune ne ripercorre la vicenda in una biogra fia de finitiva, che scardina preconcetti e interpretazioni rigide e interroga i suoi contemporanei per scoprire chi fosse veramente la Pulzella più famosa della storia.
Nata in un piccolo villaggio della Lorena da genitori contadini, Giovanna vive in un periodo di crisi profonda della Francia, divisa dalle lotte tra fazioni e provata dalla guerra contro gli invasori inglesi. Quando ha tredici anni le si manifestano voci divine che la convincono di essere la futura salvatrice del regno. Da quel momento la sua parabola diventa inarrestabile: incontra il Del fino, Carlo VII , e lo convince ad af fidarle un esercito per rompere l’assedio inglese di Orléans; poi si impegna in una serie di campagne militari che portano alla consacrazione di Carlo come legittimo sovrano. Giovanna diventa così un simbolo vivente, in cui convergono modelli riconosciuti – la profetessa, la vergine, la santa – insieme ad altri che mettono in crisi la società medievale: la fanciulla guerriera, la donna indipendente, che pretende di conoscere la volontà divina senza la mediazione della Chiesa. E quando viene catturata, è proprio sul suo scarto rispetto alla norma che si basa il processo che la condanna per eresia.
In Giovanna d’Arco Colette Beaune ci racconta la Pulzella come un filtro privilegiato attraverso cui rileggere la storia della Francia: la storia di una società rigidamente strati ficata, intrisa di religiosità ma in fluenzata anche da leggende e simbologie pagane. Un mondo vivido e complesso, in cui l’avventura di una giovane contadina diventa un mito riecheggiato nei secoli no ai giorni nostri.
Colette Beaune (1943) è professore emerito all’università di Paris Nanterre ed è considerata uno dei maggiori studiosi al mondo della figura di Giovanna d’Arco. Nel 2012 ha ricevuto il Grand Prix Gobert dall’Académie Française per la carriera, mentre Giovanna d’Arco ha ricevuto il Prix du Sénat du Livre d’Histoire. Tra le sue opere ricordiamo Naissance de la nation France (1985), Jeanne d’Arc. Vérités et légendes (2008) e Le Grand Ferré. Premier héros paysan (2013).

martedì 9 luglio 2019

De gestis Italicorum post Henricum VII Cesarem (Libri I-VII)

De gestis Italicorum post Henricum VII Cesarem (Libri I-VII)
di Albertino Mussato
a cura di Rino Modonutti
pp. XLIV-394, € 58,00
Sismel, 2019
ISBN: 978-88-8450-912-3

Il De gestis Italicorum post Henricum VII Cesarem di Albertino Mussato (1261-1329) si apre col resoconto delle reazioni alla morte dell’imperatore Enrico VII (24 agosto 1313), raccontata con dovizia di particolari a conclusione del De gestis Henrici VII Cesaris. La scomparsa di colui che era stato il protagonista e, in un certo senso, il motore della sua prima prova storiografica non fece quindi venire meno in Mussato il desiderio di narrare gli eventi più significativi del proprio tempo. Quasi senza staccare la penna dal foglio, Albertino, pur fortemente impegnato nell’azione politica, passò così dalla composizione del primo a quella del secondo e più imponente De gestis, che prosegue in quindici libri fino a registrare alcuni accadimenti del giugno 1321. Qui si offre l’edizione criticamente fondata dei libri I-VII, arricchita da note di contestualizzazione e commento, tappa intermedia di un progetto di edizione integrale dell’opera.
Nei primi sette libri del De gestis Italicorum, Mussato narra le turbolente vicende d’Italia (soprattutto dell’Italia centro-settentrionale) dall’agosto 1313 ai primi mesi del 1316, riservando una posizione privilegiata alla sua Padova, impegnata in un logorante conflitto con Cangrande della Scala, destinato a protrarsi tra alti e bassi fino al 1328. La città di Antenore è tormentata al suo interno da tensioni crescenti, che hanno talvolta esiti cruentissimi, come il tumulto dell’aprile 1314: tra i personaggi che si muovono sulla scena cittadina c’è l’autore stesso, che racconta di sé in terza persona; ci sono anche il vescovo Pagano della Torre, dedicatario e interlocutore privilegiato dell’opera, e soprattutto i nobili signori Da Carrara che, sotto l’intelligente guida di Giacomo il Grande, si preparano a giocare un ruolo sempre più importante e decisivo. Ricco e articolatissimo è pure il resoconto della cruciale battaglia di Montecatini del 1315, la magnifica impresa di un altro grande ghibellino di quegli anni, Uguccione della Faggiuola, descritto con finezza di analisi politica e psicologica nella sua quasi irresistibile ascesa. Uno sguardo attento è anche rivolto alle vicende lombarde, che vedono contrapporsi i Guelfi, alla cui guida ricopre una posizione importante la famiglia del dedicatario Pagano, e Matteo Visconti, che va allargando sempre più la sua area di influenza. Di molti di questi «successus rerum» è attore non secondario Roberto d’Angiò, di cui si descrive anche una non fortunata spedizione contro la Sicilia di Federico d’Aragona.
Come già si verifica nel De gestis Henrici, aperto all’insegna di Tito Livio, anche nel De gestis Italicorum Mussato si rivela debitore della tradizione storiografica antica, soprattutto per quanto riguarda i paradigmi di interpretazione morale delle vicende storiche, che risentono in particolare delle riflessioni sallustiane. Ma la storia di Roma, soprattutto della Roma repubblicana, influenza in maniera significativa pure il discorso sulle istituzioni politiche cittadine contemporanee, sul loro funzionamento, sul loro sviluppo e sul loro declino, mentre nella tessitura della prosa del Padovano riemerge più volte la memoria dei poeti antichi.

lunedì 8 luglio 2019

Pievi romaniche toscane

Pievi romaniche toscane
12 percorsi di simboli e luce
di Simone Bartolini
pp. 144, € 20,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Sarnus Edizioni, 2019
ISBN: 978-88-563-0262-2
 
La campagna toscana, ricca di borghi di origine medievale, custodisce un prezioso patrimonio di pievi e chiese romaniche. Questi edifici sacri, testimonianza di un’epoca remota, furono costruiti a immagine del cosmo per rappresentare il cammino percorso dall’uomo sulla Terra per giungere al Cielo.
Prendendo in esame 36 chiese, suddivise in 12 itinerari arricchiti da immagini a colori e schede di approfondimento, l’autore ci conduce in un territorio denso di suggestioni storiche e paesaggistiche, lungo le antiche strade percorse dai pellegrini, come la via Francigena e le sue diramazioni, sulle tracce di personaggi leggendari o realmente esistiti. Le geometrie e i simboli legati alla luce solare, gli elementi architettonici, le opere d’arte, i particolari scolpiti sui capitelli e sui portali di ogni pieve, abbazia o monastero ci invitano a riscoprire un immenso patrimonio oggi in gran parte dimenticato.
Simone Bartolini, nato a Siena, lavora a Firenze come cartografo presso l’Istituto Geografico Militare. Da sempre appassionato di astronomia ha progettato e realizzato nell’ultimo decennio varie opere artistico-gnomoniche, tra cui ricordiamo il grande orologio solare della piazza di Panicaglia nel Comune di Borgo San Lorenzo (Firenze), l’orologio solare in Piazza Marconi nel Comune di Pineto (Teramo) e il complesso gnomonico situato nel parco pubblico del monastero buddista di Nan Lian Garden a Hong Kong (primo premio al X concorso internazionale Shadow of Time). Ha vinto il concorso nazionale Il Fiume, il Tempo e il Sole per la realizzazione di un complesso gnomonico nel parco del Mella nel Comune di Brescia. Collabora con il Museo Galileo per la ricostruzione di antichi strumenti scientifici. Ha pubblicato con Polistampa i libri I fori gnomonici di Egnazio Danti in Santa Maria Novella (2006), Gli strumenti astronomici di Egnazio Danti e la misura del tempo in Santa Maria Novella (2008), Sole e Simboli. Gli Zodiaci di San Miniato e di San Giovanni a Firenze (2013), Le porte del cielo. Percorsi di luce nelle chiese romaniche toscane (2017).

domenica 7 luglio 2019

Longobardi. Un passato declinato al futuro

Longobardi. Un passato declinato al futuro
a cura di Federico Marazzi, Marco Valenti, Paolo Giulierini
pp. 204, € 34,00
Volturnia Edizioni, 2019
ISBN: 8896092809

Il volume contiene gli atti del convegno tenutosi presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli il 21 dicembre del 2017, in concomitanza con l'apertura - presso il Museo stesso - della mostra "Longobardi. Un popolo che cambia la storia". Gli spazi editoriali disponibili in quella sede non hanno potuto consentire, in diverse occasioni, né di trattare tutti i temi che si sarebbero dovuti affrontare, né di dispiegare quelli scelti sempre con il dovuto approfondimento. Per questo motivo, a latere dell'inaugurazione napoletana, ci si è riservati l'opportunità di un ulteriore momento di riflessione, costituito dal convegno di cui qui si presentano gli atti, al quale hanno contribuito non solo tutti i componenti del comitato scientifico della mostra, ma anche alcuni degli studiosi che più ad esso sono stati vicini fornendo al suo lavoro suggerimenti e soluzioni.