venerdì 30 aprile 2021

Cantare di Giusto Paladino

Cantare di Giusto Paladino
Edizione critica a cura di Vincenzo Cassì
pp. 488, E 30,00
Giorgio Pozzi Editore, 2021
ISBN: 9788831358064
 
Il "Cantare di Giusto Paladino" può essere considerato un best seller quattrocentesco in ottava rima: tale fu infatti per buona parte del XV secolo, prima di sprofondare in un oblio plurisecolare. Testimonianza di grande valore letterario e culturale, costituisce per molte ragioni un vero e proprio unicum all'interno del panorama della letteratura canterina. Esso riflette il gusto e la sensibilità di un secolo amante delle glorie cavalleresche ma al contempo travagliato da una profonda crisi religiosa, la cui complessità e ricchezza conquistò il mercato librario, coinvolgendo un pubblico interessato alle questioni dottrinarie non meno che alle gesta di Orlando e di Tristano. L'edizione critica restituisce quest'opera dimenticata attraverso un'analisi puntuale del testo e delle fonti, chiarendo le tematiche più controverse relative all'autore e alla dazione, così come quelle sulla creazione, circolazione e ricezione del testo stesso; dedicando ampio spazio alla storia della tradizione (con particolare riguardo per il codice più celebre e autorevole, riccamente illustrato da un singolare notaio, copista-illustratore nonché appassionato lettore) e fornendo infine l'edizione critica della redazione originale. La discussione ecdotica darà conto delle scelte editoriali intraprese, caratterizzate da un approccio flessibile e calibrato, con soluzioni in grado di combinare le possibilità offerte dal metodo lachmanniano con le caratteristiche tipiche di una tradizione rielaborativa.
Vincenzo Cassì (Ragusa, 1985) è funzionario archivista, direttore dell’Archivio di Stato di Ragusa. Laureato in Lettere moderne all’Università di Bologna, ha conseguito il Dottorato di ricerca internazionale in Filologia e critica – Scuola di dottorato europea in Filologia romanza dell’Università degli Studi di Siena. Ha inoltre collaborato con la cattedra di Filologia romanza dell’Università di Ferrara. Autore di diversi saggi scientifici filologico-letterari, si occupa principalmente di letteratura cavalleresca e ottava rima, frammenti romanzi, volgare bolognese, letteratura religiosa romanza, archivi, storia e documenti siciliani.

giovedì 29 aprile 2021

L'Ordine di San Lazzaro nei Giudicati sardi

L'Ordine di San Lazzaro nei Giudicati sardi
Cavalieri lebbrosi e cavalieri templari nella Sardegna medievale
di Massimo Falchi Delitala
pp. 128, € 12,00
Edizioni Penne & Papiri, 2021
ISBN: 9788889336830
 
L'Ordine e Sacra Religione di San Lazzaro sorse in Terrasanta, probabilmente prima o contemporaneamente alle crociate, e oltre alla funzione militare e religiosa ebbe anche quella di curare, con conoscenze e mezzi del tempo, la terribile malattia della lebbra. I cavalieri lazzariti avevano la duplice veste di poveri lebbrosi destinati a una morte lenta e dolorosa, al pari di coloro che curavano, e temuti guerrieri che non temevano la morte, disposti a morire in battaglia, sinché il male concedeva loro di portare le armi. Come altri ordini militari e religiosi, specie dopo la perdita degli ultimi avamposti in Oriente, anche quello lazzarita estese la propria presenza fino alla Sardegna, con il principale compito di curare il male quando coloro che avevano partecipato alle crociate ei pellegrini che ritornavano dai Luoghi Santi. Tuttavia le condizioni giuridiche-istituzionali dell'Isola erano differenti da quelle esistenti sul Continente: nel medioevo, infatti, esistevano quattro Stati nazionali con propri istituti e retti da un sovrano non necessariamente ereditario (giudice), e fra questi era sconosciuto l'istituto del feudo, di derivazione germanica. La peculiare conformazione istituzionale di questi stati, se era certamente ostativa per una presenza "politica" di taluni Ordini militari, come quello del Tempio o dei cavalieri di San Giovanni (di Rodi, di Malta), non lo era per un Ordine che aveva come l'ultimo rimasto lo scopo né politico né militare, e perciò non sospetto, della cura della lebbra, con conseguente fondazione di lebbrosari. I lebbrosi erano considerati, nel medioevo, maledetti da Dio e non era presente alcuna autorità, né civile né religiosa, che avesse come ragion d'essere di soddisfare i loro bisogni materiali. L'esistenza di tali ospedali specialistici, perciò, poteva essere percepita dai governanti sardi come un valido supporto per le esigenze delle esperienze isolane fra cui, ben presto, si era esteso il contagio.
Massimo Falchi Delitala è stato avvocato del Consiglio Regionale della Sardegna, e per anni ispettore onorario della Sovrintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano. È stato relatore in convegni di storia medievale ed è Cavaliere Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Sue pubblicazioni: "Le Commende dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro nel Regno di Sardegna" (in "Templari, crociate, Giudicati e Ordini monastico-cavallereschi nella Sardegna medioevale", Cagliari 2011) e "La Loggia inglese di Cagliari (1738-1814)" (in "Questione sarda e dintorni", Cagliari 2012). È anche coautore del "Codice delle leggi fondamentali della Regione Sarda" (Milano 1997).
Per le Edizioni Penne & Papiri ha pubblicato "La leggenda medievale di Mastro Hiram" (Latina 2002-Tuscania 2021), "I templari nei Giudicati sardi" (Latina 2003), "L'avventura sarda di Re Enzo Hoenstaufen" (Tuscania 2019).

mercoledì 28 aprile 2021

Gli affreschi arturiani di Frugarolo

Gli affreschi arturiani di Frugarolo
Un percorso di valorizzazione
di Giulia Quarantini
pp. 110, € 12,00
Italia Medievale, 2021
ISBN: 9781678072841
 
L'argomento della camera lanzaloti di Alessandria, gli amori tra Lancillotto e Ginevra, rivela l'esistenza di una nobiltà romantica e cavalleresca, che aspira e sogna la vita delle grandi corti milanesi, nel mezzo di campagne oggi totalmente lontane da ogni centralità, ma che nel Trecento erano campo di battaglia conteso tra l'impero e i potenti italiani; terra tra montagne e mare, tra Genova, dai sapori ancora bizantini e orientali, Milano, ricca e potente, fucina dell'arte più moderna, e le corti del Monferrato, di cui Alessandria fu spesso rivale e concorrente.
La ricerca nell’identificazione dell’autore di questo affresco attraversa altre manifestazioni artistiche di grande pregio sul territorio (Sezzadio, Palatium Vetus, Cassine), evidenziando l’originalità stilistica del maestro o della bottega che ha ricevuto l’ordine da Andreino Trotti, nobile cavaliere vassallo di Milano, di riprodurre un tema tanto specifico: quegli stessi affreschi che Lancillotto dipinge per ricordare l’amata Ginevra nelle sale della fata Morgana.
Ciò che accomuna la camera lanzaloti alessandrina a gran parte della produzione di cicli di affreschi contemporanea è la volontà di immedesimazione: chi si trovava ai piedi delle storie amorose e guerresche di queste belle figure galanti non poteva che aspirare a partecipare alle emozioni, al gusto e alle vicende di questi eroi letterari.
Nel lavoro qui svolto ho cercato di inserire il ciclo cavalleresco del XIV secolo nella trama dei monumenti medievali presenti nella città spesso nella forma di rovina o di assenza: se da un lato Palatium Vetus dimostra la rivitalizzazione di un edificio storico, la grande e antica Cattedrale di San Pietro, il vivace mercato che attorno ad essa si svolgeva e che coinvolgeva l'intera città dalla platea maior al Tanaro, non sono che memorie.
Giulia Quarantini si è diplomata all'Accademia di Belle Arti di Brera con la prof.ssa Marina Corgnati, docente di Storia dell'Arte. Questo volume è un adattamento della sua tesi.
Ha realizzato anche il sito Alessandria Medievale.
Per acquistare il libro clicca qui !

martedì 27 aprile 2021

Atti del XXXVIII Convegno di ricerche templari

Atti del XXXVIII Convegno di Ricerche Templari
di A.A.V.V
pp. 176, € 12,00
Edizioni Penne e Papiri, 2021
ISBN-10: 888933682X
 
In questo volume sono pubblicate le relazioni presentate al 38° Convegno di Ricerche Templari organizzato dalla L.A.R.T.I. (Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani) in modo virtuale a causa della nota emergenza sanitaria.
- Loredana Imperio: "Il brevissimo magistero di Robert de Sablé e quello poco conosciuto del suo successore Girbert de Eraul".
- Enzo Valentini: "Le armi e le armature dei templari, secondo la Regola dell'Ordine".
- Sergio Sammarco: "La casa dei templari ad Anagni".
- Vito Ricci: "Familiares del Tempio e dell'Ospedale nel Mezzogiorno tra XII e XIV secolo".
- Giampiero Bagni - Fernando Lanzi: "Le chiese templari e gli Ordini militari a Bologna: dedicazioni e legami politici nella città divisa tra guelfi e ghibellini".
- Fabio Serafini: "Templari, giovanniti e teutonici fra Quarta e Quinta crociata".
- Fabio Serafini: "Falsi e inesattezze nella ricerca templare".

lunedì 26 aprile 2021

Christus Christi est sacramentum

Christus Christi est sacramentum
Una storia dei sacramenti nel Medioevo
di Claudio Ubaldo Cortoni
pp. 240, € 27,00
Editrice Domenicana Italiana, 2021
ISBN: 9788894876888
 
Il manuale ripercorre lo sviluppo della sacramentaria nel Medioevo in quattro parti: I: considerazioni sul nesso tra ecclesiologia e vita sacramentale; II: trattazione sui sacramenti nella manualistica, dalle scuole claustrali altomedievali all'avvento della Scolastica nelle Università; III: disamina dei processi che hanno portato ad una definizione di sacramento in genere, condivisa dalla maggioranza delle scuole teologiche, e alla distinzione tra sacramento e sacramentale. IV: presentazione delle tappe che hanno portato a definire il settenario sacramentale e trattazione dei singoli sette sacramenti secondo la distinzione che si impose a partire dal XII sec. tra sacramenti di necessità (battesimo, confermazione, penitenza, eucaristia, unzione degli infermi) e sacramenti di governo (ordine e matrimonio). 
Claudio Ubaldo Cortoni è Bibliotecario e archivista presso la Comunità Monastica di Camaldoli, e docente di Storia della Teologia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma.

domenica 25 aprile 2021

In supreme dignitatis

In supreme dignitatis
Per la storia dell'Università e dell'Ospedale di Pisa
di Paolo Pontari
pp. 176, € 16,00
Pisa University Press, 2021
ISBN: 978-883339-4404 
 
Questo volume, che approda alla stampa per volontà del Rettore e con il patrocinio del Rotary Club Pisa Galilei, offre la prima edizione critica e diplomatica completa, con traduzione e commento, del più importante documento storico dell’Università di Pisa, la bolla In supreme dignitatis di papa Clemente VI per l’istituzione dello Studium generale (3 settembre 1343), e l’edizione commentata di uno sconosciuto e inedito fascicolo pergamenaceo con atti notarili quattro-cinquecenteschi riguardanti l’Ospedale di Pisa, recuperato di recente sul mercato antiquario e donato all’Università di Pisa. Le ragioni che legano queste e altre testimonianze indagate nel volume emergono dai saggi introduttivi a firma di P. Pontari, G. Albanese e M. Riccucci, che gettano luce su momenti salienti della storia universitaria, ospedaliera e artistica pisana tra Medioevo e Rinascimento, implicando personaggi e vicende di primo piano, come Lorenzo il Magnifico e il suo noto interesse per Pisa, per la sua Università, il suo Ospedale e le proprietà fondiarie del suo contado.
Paolo Pontari è Professore Associato di Letteratura latina medievale e umanistica presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa. Membro di importanti Istituzioni culturali e accademiche e Responsabile scientifico di progetti ministeriali, la sua attività di ricerca si è sviluppata in diversi ambiti della cultura latina del Medioevo, con particolare attenzione alle opere di Dante, Petrarca, Boccaccio e di vari scrittori dell’Umanesimo latino del Quattrocento. Tra i suoi numerosi lavori emerge l’edizione critica nazionale commentata dell’Italia illustrata di Biondo Flavio.

sabato 24 aprile 2021

Medioevo d'autore

Medioevo d'autore
Per una rassegna permanente della scultura medievale pisana
di Piero Pierotti
pp. 96, € 8,00
Pisa University Press, 2021
ISBN: 978-883339-4848 
 
La scuola di scultura che si forma a Pisa nell’età d’oro della repubblica marinara si estende per tre secoli, dal XII al XIV, culminando in Giovanni Pisano, vero gigante dell’arte medievale. Segna la riconquista del massimo della perfezione tecnica nella scultura su pietra. Il fenomeno è però mal conosciuto e sottostimato, in termini di conoscenza diffusa. Data la ricchezza del materiale disponibile se ne propone una rassegna, ossia una serie di eventi variamente articolati, progettabili museograficamente senza rimuovere gli originali dalle loro sedi, tramite l’adozione di tecniche specifiche di presentazione: dalle copie fisiche alle olografie, dal commento georeferenziato a quello interattivo. La proposta culturale ha tra i suoi obiettivi il passaggio dalla visita alla conoscenza, con la massima limitazione del turismo veloce.
Piero Pierotti ha svolto la sua attività didattica presso l’Università di Pisa dal 1960 al 2008. Ha insegnato Storia dell’urbanistica, Storia dell’architettura e Storia dell’architettura medievale. E’ stato il fondatore del metodo ecostorico, che ha cominciato ad applicare dal 1975. E’ presidente di ArtWatch Italia e membro del Comitato scientifico del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, dove ha curato in maniera specifica temi concernenti la storia del paesaggio, le culture sismiche locali e l’architettura medievale.  Sono notissimi i suoi studi sulla Torre di Pisa.

venerdì 23 aprile 2021

Il cardinale inquieto

Il cardinale inquieto
La ripresa di Cusano in Italia come provocazione alla modernità
di Sergio Massironi
pp. 244, € 22,00
Vita e Pensiero, 2021
ISBN: 9788834344569 
 
La vita di Nicola Cusano (1401-1464), filosofo, giurista, teologo, politico, matematico e astronomo di spicco dell'Umanesimo europeo, si svolse in un secolo frantumato e contraddittorio, il Quattrocento, più simile al nostro di quanto si possa immaginare, come mette in luce il teologo Sergio Massironi.

Misurarsi con la libertà intellettuale e l’a-siste­maticità del cardinale filosofo è oggi condizione per intraprendere nuovi percorsi. Vorremmo dire sottovoce: per rifondare la modernità, per non abbandonarne le istanze, ma lasciare che voci minori, dai suoi albori, comincino a parlarci di un’altra direzione che sarebbe stata e tuttora ri­mane possibile. Decidendo di sé, Cusano decise del reale. È solo così che l’universo apparve e prese forma tutt’attorno a lui, nei suoi lati lumi­nosi e oscuri.
I contenuti delle opere del "cardinale inquieto" trascri­vono quest’esperienza e non è un caso che esse nascano da appunti di viaggio o nelle pause tra una missione e l’altra. Ciascuno infatti incon­tra la realtà solo assumendo il compito di dirla. La finitezza non è allora un limite della prospet­tiva, il suo non poter corrispondere all’intero della verità, ma coincide piuttosto con ciò che ogni esistenza è chiamata ad essere: sé stessa. A strutturare il libro sono le cinque città (Padova, Basilea, Costantinopoli, Bressanone, Roma) che han­no modellato il percorso cusaniano, ma soprat­tutto i cinque sguardi di Autori italiani (Davide Monaco, Giovanni Gusmini, Cesare Catà, Gianluca Cuozzo, Marco Maurizi) tornati al filosofo di Kues all’inizio del nuovo millennio, quasi a restituircene la contemporaneità.
Sergio Massironi, nato a Lecco nel 1977, è retto­re del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza. Ha studiato teologia e filosofia ed è cultore della materia in Etica sociale presso la Facoltà di Eco­nomia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Scrive sulle pagine de “L’Osservatore Romano”, di “Avvenire” e cura il blog A misura d’uomo. Ha pubblicato: Senza sconti (con S. Astori, 2018), La sfida dell’unicità (con S. Petrosino, 2018), L’a­desso di Dio (con A. Smerilli, 2019) e Il gesto sacro. Una conversazione con Mario Botta (con B. Basile, 2020).

giovedì 22 aprile 2021

Le università nell'Italia medievale

Le università nell'Italia medievale
Cultura, società e politica (secoli XII-XV)
di Paolo Rosso
pp. 348, € 29 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829005079
 
Le università rappresentano una delle più originali e longeve “novità” introdotte dal Medioevo: in esse si ritrovano sia elementi di continuità con i precedenti centri di alta istruzione e con i saperi del mondo classico greco-latino sia l’esito culturale delle spinte all’associazionismo diffuse in molti segmenti della società urbana. Il volume ripercorre le esperienze universitarie che negli ultimi decenni del XII secolo presero forma nelle dinamiche città dell’Italia centro-settentrionale segnando un riferimento istituzionale e scientifico nel panorama scolastico europeo e concorrendo in modo determinante alla precisazione di un sapere omogeneo e di una percezione di appartenenza a una comune area culturale. Mette in luce le funzioni di raccordo dei flussi internazionali di studenti e di maestri, di definizione di modelli culturali e di pratiche didattiche, di formazione delle élites intellettuali che assegnarono alle università un influente ruolo negli assetti sociali e politici dei luoghi di potere e dei quadri della Chiesa. La storia del pensiero, delle singole discipline, delle realtà politico-sociali costituisce così il fondale che chiude la scena in cui, divise tra vocazione “universalistica” e orizzonte cittadino, agirono le università.
Paolo Rosso insegna Storia medievale all’Università di Torino. Le sue ricerche sono in prevalenza rivolte allo studio della cultura e della sua trasmissione in età medievale. Tra le sue pubblicazioni: Negli stalli del coro. I canonici del capitolo cattedrale di Torino (secc. XI-XV) (Il Mulino, 2014).

mercoledì 21 aprile 2021

Vite nuove

Vite nuove
Biografia e autobiografia di Dante
di Elisa Brilli, Giuliano Milani
pp. 400, € 19,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829004966
 
Scrivere una biografia di Dante è una sfida che molti hanno già affrontato. Mentre i documenti d’archivio relativi alla sua vita sono pochi e spesso di difficile interpretazione, la sua produzione letteraria contiene così tante informazioni di carattere personale che si potrebbe essere tentati di leggerla come un’autobiografia. Sarebbe tuttavia fuori luogo farlo. In un’originale inchiesta a quattro mani, in cui documenti e opere sono esaminati distintamente ma posti in costante dialogo, Elisa Brilli e Giuliano Milani ricostruiscono l’itinerario di un uomo che ha assistito ai grandi sconvolgimenti del suo tempo, attraversando contesti politici e culturali diversi ma interconnessi (comunale, signorile, imperiale), e insieme quello di un autore che ha tentato a più riprese di dare un senso alla sua vita attraverso la scrittura, inventando nuove forme di racconto di sé dai contenuti sempre mutevoli.
Elisa Brilli insegna Letteratura italiana medievale all’Università di Toronto ed è cofondatrice dell’International Seminar on Critical Approaches to Dante. Ha, tra l’altro, curato quattro volumi di ricerca collettivi, diretto il forum Dante and Biography (“Dante Studies”, 136, 2018).
Giuliano Milani insegna Storia medievale all’Università Gustave Eiffel di Paris-Est. È autore, tra l’altro, di L’uomo con la borsa al collo (Viella, 2017), ha diretto con A. Montefusco il progetto Dante attraverso i documenti (Firenze University Press, 2014 e 2017; De Gruyter, 2020) e curato con T. De Robertis, L. Regnicoli e S. Zamponi la nuova edizione del Codice diplomatico dantesco (Salerno Editrice, 2016).

martedì 20 aprile 2021

Filologia dantesca

Filologia dantesca
Un'introduzione
di Marco Grimaldi
pp. 176, € 18,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829005192
 
La filologia è indispensabile per leggere e capire Dante. Ma conoscere i problemi filologici posti da opere come la Commedia, la Vita nova o il De vulgari eloquentia è utile anche per scoprire che cos’è la critica del testo, poiché lo studio del modo in cui quei problemi sono stati affrontati nel corso del tempo dai vari editori consente di ripercorrere tutte le principali questioni metodologiche della filologia moderna applicata a testi latini e volgari. Ed è utile anche per comprendere perché è importante la storia della tradizione: la circolazione manoscritta e a stampa del corpus dantesco (e in particolare della Commedia e delle Rime) costituisce infatti un capitolo fondamentale di storia culturale tra Medioevo ed Età moderna. Il volume esamina complessivamente la tradizione delle opere dantesche, affiancando alla trattazione puntuale dei problemi filologici relativi ai singoli testi la ricostruzione del contesto storico e culturale.
Marco Grimaldi insegna Filologia italiana alla Sapienza Università di Roma. Si occupa prevalentemente di letteratura italiana e romanza del Medioevo. Oltre a numerosi articoli sulle principali riviste internazionali del settore, ha pubblicato un libro sui trovatori (Allegoria in versi, Il Mulino, 2012), un saggio divulgativo su Dante (Dante, nostro contemporaneo, Castelvecchi, 2017) e un commento in due tomi alle Rime dantesche (Salerno Editrice, 2015 e 2019).

lunedì 19 aprile 2021

Arte orafa milanese 1450-1527

Arte orafa milanese 1450-1527
Leonardo da Vinci tra creatività e tecnica
di Paola Venturelli
pp. 336, € 28,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Silva Editoriale, 2021
ISBN: 9788836643516
 
Gli orefici, le arti preziose e Milano sono gli argomenti di questo libro, tra l’ingresso degli Sforza nel Ducato (1450) e la morte del celeberrimo Caradosso Foppa (1527).

Orafi, gemmari, maestri delle pietre contraffatte e battiloro ne sono i protagonisti, con le loro botteghe e i loro prodotti lavorati attraverso capacità di mestiere acquisite in seguito a lunghi apprendistati. Al servizio della splendida corte sforzesca o di nobili personaggi, eseguono prezioso vasellame, altaroli, tabernacoli, gioielli, posate, cinture e completamenti per codici miniati o libri, tutti di raffinata esecuzione, con il dato emergente degli smalti e anche dei nielli. Manufatti il cui livello formale non ha altrove confronti. Data l’eccellenza dei loro prodotti, sono chiamati a lavorare anche fuori Milano, tra Padova, Roma e l’Ungheria, al servizio di prestigiosi committenti.
L’altro protagonista è Leonardo da Vinci, qui indagato in un percorso inedito. Durante il suo prolungato soggiorno milanese, stimolato dalla creatività dei maestri locali, elabora ‘ricette’ particolarissime per ottenere perle, ambra, pietre dure e paste vetrose, ideando pendenti e bracciali.

domenica 18 aprile 2021

Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese

Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese
Documenti degli Archivi minori
a cura di Alfredo Lucioni, Gian Paolo Giuseppe Scharf
pp. 624, € 40
Vita e Pensiero, 2021
ISBN: 9788834341780 
 
Una ricognizione in archivi di famiglie, in archivi di enti comunali ed ecclesiastici, oltre che in fondi minori di archivi pubblici, ha rivelato una insospettata ricchezza di documenti del Duecento riconducibili al territorio oggi compreso entro i confini della provincia di Varese, a grandi linee sovrapponibile al medievale comitato del Seprio. In Le fonti duecentesche per la storia del territorio della provincia di Varese a cura di Alfredo Lucioni e Gian Paolo G. Scharf sono raccolte oltre duecento di queste carte notarili, alcune delle quali conservate in depositi archivistici di non agevole accesso. La maggior parte degli atti reperiti sono inediti e perciò vengono pubblicati integralmente; altri, già editi, sono soltanto regestati. Nella sezione iniziale del libro alcuni saggi, affidati a vari autori, presentano ricerche imperniate su atti appartenenti a tale patrimonio documentario, finora poco noto sebbene ricco di spunti per nuove feconde indagini su uomini, società e istituzioni del XIII secolo nell’area del Seprio (Arcisate e la pieve di S. Vittore, Saltri, tra Bosto e Bizzozero, il comune di Maccagno, ecc.). Così, ad esempio, Serena Contini racconta il fondo pergamene della Biblioteca Civica di Varese, mentre Paolo Grillo esplora il Liber iurium di Milano e un diploma ignoto di Federico I.
Alfredo Lucioni è docente di Storia medievale e Storia della Lombardia medievale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha condotto ricerche sul mondo dei monasteri italici, con particolare attenzione al tema della formazione delle reti monastiche; sulle istituzioni ecclesiastiche di vertice e di base (diocesi e pievi) dell’Italia settentrionale e sul regnum Italie tra X e XI secolo. Da tempo indaga il territorio dell’antico comitato del Seprio, argomento sul quale ha pubblicato numerosi studi e documenti.
Gian Paolo Giuseppe Scharf, laureato in Storia medievale e dottore di ricerca in Storia urbana e rurale, svolge ricerche in vari settori della storia medievale, con preferenza per la storia istituzionale basso medievale. Ha studiato Toscana, Umbria, Marche, Romagna, Lombardia, Piemonte. Ha pubblicato un centinaio di lavori, fra cui quattro monografie e un libro di fonti. Dal 2007 collabora stabilmente con l’International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities dell’Università degli Studi dell’Insubria con la qualifica di tecnico scientifico.

sabato 17 aprile 2021

Stato d'assedio

Stato d'assedio
Assedianti e assediati dal Medioevo all'età moderna
di Duccio Balestracci
pp. 376, € 25,00
Il Mulino, 2021
ISBN: 978-88-15-29210-0
 
Gli assedi sono stati un elemento sempre presente e centrale nelle guerre delle età passate. Borghi e città erano murati, contro l’arrivo di un nemico la miglior difesa era per l’appunto rinchiudersi; al nemico, se mancava l’effetto sorpresa, non rimaneva che porre l’assedio. Centrandosi sui secoli che vanno dal Medioevo alla fine del Settecento, ma senza trascurare i principali episodi dell’età antica, Balestracci passa in rassegna le tattiche messe in opera da assedianti e assediati, i mezzi a disposizione, siano le macchine per dare l’assalto alle mura oppure le catapulte e più tardi l’artiglieria, i proiettili infuocati, lo scavo di gallerie. Ma anche la guerra psicologica, fatta di minacce e beffe tra nemici che stanno a tiro di voce, gli assedianti sotto gli occhi degli assediati. Attraverso una messe amplissima di esempi, una fenomenologia dell’assedio nelle sue tattiche, ma anche nella vita quotidiana, fuori e dentro le mura.
 
Duccio Balestracci ha insegnato Storia medievale nell’Università di Siena. Con il Mulino ha pubblicato «Medioevo e Risorgimento. L’invenzione dell’identità italiana nell’Ottocento» (2015). Tra i suoi libri recenti, con Laterza: «La battaglia di Montaperti» (2017) e «Il Palio di Siena. Una festa italiana» (2019).

venerdì 16 aprile 2021

1289 La battaglia di Campaldino

1289 La battaglia di Campaldino
di Federico Canaccini
pp. 256, € 20,00
Laterza, 2021
ISBN: 9788858143902
 
L’11 giugno 1289, a Campaldino, nella angusta valle del Casentino, si scontrano due grandi eserciti capeggiati da Firenze e da Arezzo. 20.000 fanti e oltre 2.000 cavalieri divisi da rivalità ideologiche, volontà egemoniche e interessi economici. Infatti le città toscane sono tutte guelfe e Firenze è ormai assurta al rango di vera e propria potenza regionale, i Ghibellini sono ridotti all’esilio e trovano rifugio in sparuti capisaldi come Pisa e Arezzo. La guerra che si apre allora è per una parte una guerra di sopravvivenza, a fronte di un contesto internazionale che vedeva il campo imperiale in gravissima difficoltà, per l’altra è di affermazione di un dominio e di una centralità che non accettano rivali o resistenze. Dopo due anni dall’andamento incerto e dalle sorti altalenanti, il conflitto si decide in un unico scontro. Una battaglia entrata nella storia perché non si trattò soltanto dell’ennesima guerra tra Comuni, così frequenti nel Medioevo italiano, ma anche tra fazioni e persino di guerra civile, militando fuorusciti nell’uno e nell’altro schieramento. A Campaldino, tra i cavalieri della prima schiera, quelli che avrebbero dovuto eseguire le azioni più temerarie, vi è un giovane Dante Alighieri che non dimenticherà facilmente le scene agghiaccianti di quel giorno di sangue, lasciandone traccia nella sua Commedia.

Federico Canaccini, medievista, si occupa da anni di storia comunale italiana, con una particolare attenzione al conflitto tra le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini. Ha insegnato Storia della guerra nel Medioevo alla Catholic University of America di Washington, Paleografia latina alla LUMSA di Roma e attualmente insegna Paleografia e Filosofia medievale alla Università Pontificia Salesiana di Roma. In qualità di ricercatore all’Università di Princeton ha intrapreso un lavoro di edizione critica di Questioni quodlibetali e di trattati astrologici inediti. È assiduo collaboratore della rivista “Medioevo”, di cui cura la rubrica d’apertura. Tra le sue pubblicazioni, Ghibellini e ghibellinismo in Toscana da Montaperti a Campaldino (2007), Matteo d’Acquasparta tra Dante e Bonifacio VIII (2008) e Al cuore del primo Giubileo (2016). Per Laterza è autore di 1268. La battaglia di Tagliacozzo (2018).

giovedì 15 aprile 2021

Incunaboli a Catania II

Incunaboli a Catania II
di Simona Inserra, Marco Palma
pp. 352, € 40,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2021
ISBN: 9788833137841
 
Questo volume è il secondo della serie Incunaboli a Catania e contiene la descrizione dei 113 incunaboli (più un caso dubbio) conservati alla Biblioteca Regionale Universitaria di Catania, una volta Regia Biblioteca Universitaria della città etnea. I testimoni a stampa del Quattrocento sono qui studiati e descritti in quanto portatori di informazioni uniche e trattati nella maniera in cui abitualmente si analizzano e si descrivono i manoscritti, considerandoli dunque come un unicum; l’attenzione alle parti paratestuali, alle note di possesso, alle attestazioni di dono, alle note a margine, consente di scoprire nuovi documenti e di registrare nuove testimonianze storiche che offrono sollecitazioni e contribuiscono al diffondersi di una rinnovata sensibilità verso i primi prodotti della stampa e i loro utilizzatori nel tempo e nello spazio.

Marco Palma insegna Paleografia latina nella Facoltà di Lettere dell’Università di Cassino. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la morfologia e lo sviluppo di diverse scritture librarie e documentarie del medioevo occidentale. Lavora anche sugli aspetti materiali dei manoscritti e sulla trasmissione di testi classici e medievali prima dell’invenzione della stampa. Si interessa particolarmente ai problemi teorici e pratici della descrizione dei manoscritti medievali e alla diffusione in rete dell’informazione didattica e scientifica. Il catalogo aperto dei manoscritti, il suo progetto più recente, concepito alcuni anni fa insieme ad Antonio Cartelli, è stato finora realizzato, con diverse modalità, da tre biblioteche storiche italiane (la Laurenziana di Firenze, la Malatestiana di Cesena e la Lancisiana di Roma).

mercoledì 14 aprile 2021

La spada, la croce e il giglio

La spada, la croce e il giglio
L'Appennino romagnolo nel Medioevo e in Età moderna
a cura di Luca Onofri
testi di Maria Sofia Celli, Luca Onofri, Ettore Povio, Francesca Ture
pp. 224, € 16,00
Edizioni Il Ponte Vecchio, 2021
ISBN: 9788865419939
 
Terra di confine, di spiritualità e di conquista, l'Appennino romagnolo ha vissuto nel Medioevo e nell'Età Moderna secoli cruciali, che ne hanno segnato la cultura ed il paesaggio. Le foreste selvagge e le impervie vallate furono la meta prediletta di asceti ed eremiti, che iniziarono a popolare queste montagne, innescando un processo di antropizzazione, il cui esito fu la nascita di grandi abbazie, sovraintese da potenti abati. I passi e le strade, percorsi da mercanti, pellegrini ed eserciti, divennero l'oggetto delle mire e delle attenzioni dei signori feudali, che resero l'area appenninica una scacchiera punteggiata di torri e castelli. Le stesse vie di comunicazione, che costituivano una testa di ponte verso le fertili e strategiche pianure romagnole, attrassero l'attenzione di Firenze, città potente, bramosa di commercio ed affamata di cereali, la quale ben presto valicò lo spartiacque imponendo il suo dominio sulle montagne romagnole. Tali sono state le dinamiche che hanno segnato questa terra e che hanno scandito la vita dei popoli delle sue vallate, dove ancora si possono scorgere i ruderi di antiche case coloniche, segni tangibili di una quotidianità rimasta immutata nel tempo, sino a pochi decenni fa. Monaci, signori feudali e conquistatori toscani sono i principali protagonisti di questo libro, che vuole essere non solo una raccolta di informazioni storiche sul l'Appennino romagnolo nel suo complesso, ma anche una guida per conoscere e scoprire una terra di confine, per nulla marginale nella storia della Romagna.
Luca Onofri (1995) è insegnante ed è laureato in Lettere Classiche all’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Ha realizzato le tesi Parodie della società romana nella commedia plautina e I canti dell’Ifigenia in Tauride di Euripide. Introduzione e commento metrico.
Maria Sofia Celli (1993) è laureata in Beni Culturali all’Università di Bologna, con la tesi Storia del pellegrinaggio, uno studio sulla Via Romea Germanica. Appassionata di escursionismo, ultimamente si dedica all’ambito della comunicazione.
Ettore Povia (1995) vive a Firenzuola (FI), dove ha collaborato col Museo della Pietra Serena. Frequenta Scienze dei Servizi Giuridici all’Università di Firenze.
Francesca Ture (1995) è laureata in Beni Culturali all’Università di Bologna, con la tesi Theoi Synnaoi nel mitreo di Santa Prisca a Roma. È prossima alla discussione della tesi di laurea magistrale Podcast e storytelling nella comunicazione archeologica. Un progetto di valorizzazione della valle del Bidente (FC). 

martedì 13 aprile 2021

Zungri

Zungri
Archeologia di un villaggio rupestre medievale nel territorio di Vibo Valentia
di Santino Alessandro Cugno, Rosalba Piserà
pp. 126 (25 ill. b/n, 25 tav.), € 85,00
L'Erma di Bretschneider, 2021
ISBN: 9788891321619
 
L’area del Monte Poro, in provincia di Vibo Valentia, custodisce una delle più alte concentrazioni di testimonianze rupestri medievali dell’intera Calabria: l’esempio più ragguardevole è sicuramente costituito dalle Grotte degli “Sbariati” di Zungri. L’etimologia del toponimo Zungri sembrerebbe essere di derivazione neo-greca (dal cretese τσουγκρί, cioè “aspra rupe”, “colle”, “roccia”) e la più antica testimonianza scritta risale alle “Rationes decimarum” del 1310. Il villaggio rupestre di Zungri è noto a livello locale anche come Grotte degli “Sbariati” (un termine dialettale interpretabile come “sbandati”) ed è situato nel versante sud-orientale del colle, dove sorge il moderno centro urbano, su un ampio costone roccioso in una località denominata Fossi. L’area insediativa occupa una superficie di circa 3000 mq ed emerge con un crinale molto ripido sui cui terrazzamenti si distribuiscono circa 40 unità ad uno o più vani, di diverse dimensioni e forma. Esse comprendono abitazioni prevalentemente monolocali (alcune a più piani), impianti produttivi (palmenti, apiari, calcare, ecc), ambienti destinati all’allevamento degli animali, depositi e/o magazzini, sistemi di vasche e canalizzazioni per l’approvvigionamento idrico. I nuovi studi hanno permesso di censire e analizzare in dettaglio 28 unità rupestri, che mostrano chiaramente le tracce di un continuo reimpiego nel corso del tempo, che ha alterato profondamente la loro fisionomia originaria e ha distrutto i depositi stratigrafici più antichi, mediante la pulitura costante dei piani di calpestio. 

lunedì 12 aprile 2021

Come un raggio nell'acqua

Come un raggio nell'acqua
Dante e la relazione con l'altro
di Filippo La Porta
pp. 144, € 16,00
Salerno Editrice, 2021
ISBN: 978-88-6973-553-0
 
Dante e Beatrice attraversano la luna senza scompaginarla, come un raggio di luce entra nell’acqua senza turbarla.

Un’immagine che diventa il modello della relazione tra individui. Certo, Dante intende riformare l’umanità degenerata e combattere gli eretici, ma nella terza cantica ci consegna un’altra verità, piú nascosta e apparentemente impolitica, racchiusa in quella abbagliante epifania lunare. Attorno alla sacralità e inviolabilità dell’altro vengono convocate alcune “guide novecentesche” (Stein, Arendt, Zambrano, Levinas), capaci di ispirare un modello di conoscenza non piú fondato sul dominio, ma su una passività ricettiva. La “mitezza”, elogiata da Norberto Bobbio, ci ricorda che l’imperativo morale piú alto non è tanto aiutare il prossimo quanto lasciarlo essere quel che è.
In questa etica del rispetto – unico modo per dare realtà all’altro – sta la lezione sempre attuale di Dante, che dalla sua “distanza” giudica il nostro presente premendo su di noi con gli interrogativi piú urgenti. Solo se ci accostiamo a lui come se la Commedia fosse stata scritta per noi, potremo ricavarne ragioni di vita.
Filippo La Porta è critico letterario e saggista. Scrive su  «la Repubblica» e collabora a varie testate. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo almeno Pasolini. Profili di storia letterario (Bologna 2012), Il bene e gli altri. Dante e un’etica per il nuovo millennio (Milano 2018),  Eretico controvoglia. Nicola Chiaromonte, una vita tra giustizia e libertà (ivi 2019).

domenica 11 aprile 2021

Dante: guida alla Vita nuova

Dante: guida alla Vita nuova
di Roberto Rea
pp. 112, € 12,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829005154
 
Fino al momento della prima divulgazione della Commedia, Dante doveva la sua fama a un libretto composto circa due decenni prima, quando aveva meno di trent’anni. Si tratta della Vita nuova, un’autobiografia poetica che alterna prosa e versi, incentrata sull’amore per Beatrice. È un’opera rivoluzionaria rispetto alla precedente tradizione letteraria: perché è scritta esclusivamente in volgare; perché inserisce all’interno di una narrazione autobiografica liriche composte dall’autore in gioventù; e soprattutto perché elabora una concezione dell’amore e della poesia radicalmente innovativa. Questo volume offre una chiave di lettura sintetica, chiara e criticamente aggiornata dei principali aspetti del “libello” dantesco esaminandone la struttura narrativa, le liriche, l’ideologia amorosa, i personaggi, la storia editoriale.
Roberto Rea insegna Filologia italiana e Filologia dantesca all’Università di Roma Tor Vergata.

sabato 10 aprile 2021

Il pensiero di John Fortescue

Il pensiero di John Fortescue
Costituzione, legge e teoria della proprietà nell’Inghilterra del Quattrocento
di Stefano Simonetta
pp. 176, € 19,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829004676
 
Il nome di John Fortescue (1396 ca.-1478 ca.) – il più eminente giurista e teorico politico inglese del XV secolo, a lungo presidente della suprema corte di giustizia sotto Enrico VI, durante la guerra delle Due Rose – è legato soprattutto alla sua analisi dei diversi modelli costituzionali, al cui centro è l’idea che l’Inghilterra sia «un regime politico e regale», una monarchia limitata. Il volume esamina la genesi di questa formula e le ragioni della sua fortuna, nonché la natura del sistema di governo che essa descrive e il ruolo assegnato a parlamento, consiglio ristretto e giudici nel vincolare il potere regio. Nel contempo, in questa prima monografia italiana dedicata alla figura di Fortescue, si affrontano altri nodi cruciali della sua riflessione, quali la concezione della legge, l’adozione di un metodo comparativo nei confronti dei differenti sistemi costituzionali, giuridici ed economici, il fermo ripudio della tortura, l’impegno verso il contrasto alla povertà e, infine, una dottrina sull’origine e sul fondamento della proprietà privata molto vicina a quella teorizzata in seguito da John Locke: tutti elementi che riflettono la fase di transizione dal medioevo alla prima età moderna in cui affondano le radici del suo pensiero.
Stefano Simonetta insegna Storia della filosofia medievale all’Università degli Studi di Milano. Le sue ricerche riguardano prevalentemente alcuni aspetti della riflessione teologica ed ecclesiologica medievale e il pensiero politico fra tardo medioevo e prima età moderna, temi sui quali ha pubblicato volumi e saggi in Italia e all’estero.

venerdì 9 aprile 2021

Le repubbliche marinare

Le repubbliche marinare
di Ermanno Orlando
pp. 216, € 14,00
Il Mulino, 2021
ISBN: 978-88-15-29198-1 
 
Gli stemmi di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia campeggiano dal 1947 sulla bandiera della Marina italiana, simbolo dell’Italia che va per mare. Sono le «repubbliche marinare», come le definì uno storico dell’Ottocento, città che nel Medioevo furono protagoniste di un’esaltante epopea di conquiste, espansioni e progressi, sia in termini economici che di civiltà. Il volume ripercorre le vicende delle maggiori città marittime del Medioevo italiano non trascurando di inserirle nella più ampia storia di quella diffusa koinè umana, sociale, economica e culturale che è stata e continua a essere il Mediterraneo.

Ermanno Orlando insegna Storia medievale nell’Università per Stranieri di Siena. Con il Mulino ha pubblicato anche «Migrazioni mediterranee» (2014) e «Venezia e il mare nel Medioevo» (2014).

giovedì 8 aprile 2021

Spinello di Luca detto Aretino

Spinello di Luca detto Aretino
di Aristide Bresciani
prefazione di Angelo Tartuferi
pp. 312, € 25,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Polistampa, 2021
ISBN: 978-88-596-2151-5 
 
Spinello di Luca, comunemente noto come Spinello Aretino, è considerato uno dei pittori più importanti del panorama artistico italiano, protagonista assoluto dello scenario toscano tra la fine del Trecento e la prima decade del Quattrocento.

Il saggio si concentra sulla vita del pittore e sulla sua crescita intellettuale e artistica, in virtù delle esperienze e dei contatti con le diverse realtà culturali incontrate e, allo stesso tempo, delle relazioni mantenute con Arezzo e Firenze nel corso della carriera.
L’analisi delle opere, tra cui alcuni affreschi di dubbia attribuzione, porta inoltre nuovi spunti nel dibattito critico sul principale maestro dell’Aretino, che l’autore individua nella figura di Andrea di Nerio.
Aristide Bresciani nato a Pietrasanta (Lucca) il 22 aprile 1953 è autodidatta. Ad affascinarlo è soprattutto il Trecento, e in modo particolare la pittura aretina e fiorentina. L’artista più seguito è senza dubbio Spinello di Luca, detto Aretino.
Suoi contributi appaiono su riviste quali «Arte Cristiana», collabora nel 2009 con gli Uffizi (L’Oratorio di Santa Caterina all’Antella e i suoi pittori, a cura di Angelo Tartuferi), nel 2011 partecipa al convegno aretino i cui atti saranno pubblicati nel ’16 sotto il titolo “In nome di buon pittore”: Spinello e il suo tempo. Nel 2021 Polistampa pubblica la monografia dal titolo Spinello di Luca detto Aretino.

mercoledì 7 aprile 2021

Cerbero e gli altri

Cerbero e gli altri
I mostri nella Divina Commedia
di Lorenzo Montemagno Ciseri
pp. 168, € 15,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829005055
 
La strada per l’Inferno, si sa, è lastricata di mostri. E quelli che popolano le prime due cantiche della Commedia sono ben più di semplici comparse scritturate per suscitare paura e meraviglia nel lettore. Al contrario, sono le colonne portanti di una storia che ha definitivamente fissato la concezione dei mondi ultraterreni, specie dell’Inferno, da 700 anni a questa parte. Ma la narrazione dell’aldilà e dei suoi mostruosi abitatori parte da molto più lontano, è antica come l’uomo. Superando ogni barriera spazio-temporale, queste creature del buio e Dante, l’artefice del loro rinnovato splendore, arrivano con straordinaria freschezza simbolica, forza evocativa e agilità narrativa ai giorni nostri. Alcuni sono persino diventati celebrità, cui la cultura pop ha dato nuova linfa vitale. Si sono impadroniti di ogni ambito della comunicazione, dalla letteratura alla pubblicità, dal cinema ai videogiochi, dai fumetti alla televisione. Tutto si tiene, e tutto ci parla di loro.
Loremzo Montemagno Ciseri è docente di scuola secondaria superiore e dottore di ricerca (PhD) in Storia della scienza e della teratologia.

martedì 6 aprile 2021

Storia spregiudicata di Venezia

Storia spregiudicata di Venezia
Come la Serenissima pianificò il suo mito
di Pieralvise Zorzi
pp. 256, € 18,00
Nei Pozza, 2021
ISBN: 978-88-545-2225-1
 
In milleseicento anni Venezia è divenuta una potenza europea temuta e riverita ben oltre le sue potenzialità militari. La sua vocazione marinara e commerciale da sola non è sufficiente a spiegare una tale longevità, superiore a quella dell’Antica Roma. Altre repubbliche marinare, italiane e del Nord Europa, conobbero uno splendoresimile al suo ma per periodi di tempo infinitamente più brevi. E anche dopo la sua decadenza, la Serenissima è riuscita a tenere in vita il proprio mito. Come è stato possibile? Pieralvise Zorzi propone una nuova e intrigante interpretazione. Esaminando la sua vicenda millenaria alla luce dei moderni strumenti di analisi, ci si accorge che la chiave del successo è frutto di una spregiudicata ed efficace strategia di marketing e comunicazione. Venezia, più che uno Stato, fu una multinazionale ante litteram, una società per azioni dove gli azionisti erano i patrizi, famiglie che ponevano il proprio interesse personale al servizio dell’impresa comune. L’ascesa e il successo erano il risultato di una pianificazione dove nulla era lasciato al caso. A partire dai testimonials, che erano scelti con cura: a chi esaltava Venezia venivano conferiti onori, denaro, beni mobili ed immobili; chi la criticava veniva ridicolizzato e osteggiato se non perseguitato. Per secoli la Serenissima coltivò religiosamente il dogma della propria indipendenza dalla Chiesa romana creando la leggenda di san Marco e, sotto la protezione dell’evangelista, fece risalire la propria inviolabilità alla volontà divina. Al papa Alessandro VI Borgia che gliela contestò, chiedendo dove fosse scritto che il mare Adriatico fosse il Golfo di Venezia, l’ambasciatore veneziano Girolamo Donà rispose, imperturbabile nonostante apparisse come una minaccia al potere temporale della Chiesa: «Sta scritto sul retro della Donazione di Costantino, Santità».

Consapevoli che l’immagine e l’opulenza erano gli strumenti per intimidire la concorrenza, i patrizi crearono una fiabesca porta d’ingresso alla città, il Bacino di San Marco, e la sua ideale continuazione: il Canal Grande, che serviva a trasmettere al visitatore, che lo percorreva partendo dalla Punta della Dogana, un’immagine di meraviglia, ricchezza e cultura.
Venezia SpA costruì poi la più raffinata rete di spionaggio e una rete diplomatica che superarono per cinismo ed efficienza quella di tutti gli altri potentati. Traendo le conclusioni: quale fu il segreto di Venezia? Zorzi lo svela muovendosi perfettamente a suo agio tra i palazzi e nel millennio in cui la Serenissima guardò l’Europa dall’alto in basso.
Pieralvise Zorzi ha avuto una lunga e fortunata quarantennale carriera nel mondo della pubblicità culminata con la Direzione Creativa di importanti agenzie internazionali. Ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali per campagne creative e strategiche da lui realizzate. Figlio dello storico veneziano Alvise Zorzi, ne continua l’opera con saggi, conferenze, articoli. È considerato un esperto divulgatore della Storia di Venezia, di cui ha saputo cogliere gli aspetti più spregiudicati e moderni. Tra le più recenti opere dedicate alla città: Venezia. Il Canal Grande e Venezia da San Marco a Sant’Elena, il Cuore del Mondo. È stato inoltre autore e conduttore televisivo per Rai e Mediaset.

lunedì 5 aprile 2021

Ai margini del Medioevo

Ai margini del Medioevo
Storia culturale dell'alterità
di Marina Montesano
pp. 272, € 24,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829005017
 
Che cosa significa essere marginali? Quali sono i meccanismi che in una società determinano inclusioni ed esclusioni? Generalmente pensiamo a fattori economici, politici, identitari, religiosi, culturali, che tuttavia nella storia hanno avuto un peso differente secondo le circostanze. Nel nostro Medioevo, il fattore discriminante è stato quello religioso: nella cultura di quel periodo, infatti, la difformità di fede difficilmente era consentita e anzi era percepita quale alterità, mentre si mostravano atteggiamenti più mediati e accomodanti, spesso persino inclusivi, nei confronti degli umili, dei malati, dei bisognosi, degli stranieri. Sia che si manifestasse come eresia sia come adozione di un altro culto, in particolare l’ebraismo e l ’Islam europei, la differenza religiosa costituiva invece sempre un discrimine profondo, frutto non di casualità, ma di politiche culturali precise. Il libro indaga, sulla lunga durata, le ragioni di questo “carattere originario” della nostra cultura, alla luce del fatto che le scelte compiute nel passato si riverberano sul nostro presente più di quanto si sia disposti ad ammettere.
Marina Montesano insegna Storia medievale all’Università di Messina. Si occupa di storia culturale, in particolare di stregoneria, di genere, di viaggi. È fellow di Villa I Tatti (The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies) e membro del comitato scientifico della International Society For Cultural History. Fra le sue pubblicazioni: Caccia alle streghe (Roma 2012); Marco Polo (Roma 2014); Classical Culture and Witchcraft in Medieval and Renaissance Italy (London 2018); Dio lo volle? 1204: la vera caduta di Costantinopoli (Roma 2020). Collabora con le pagine culturali di “il manifesto” e con “Storica National Geographic”.