Michele VIII Paleologo il restauratore dell'Impero Bizantino
Guerre, intrighi, amore e morte alla corte di Bisanzio
di Andrea Paleologo Oriundi
pp. 285, € 14,00
Eden Editori, 2014
ISBN: 978-88-98971-04-6
Michele VIII Paleologo visse nel XIII secolo, in un’epoca in cui due
mondi, l’europeo occidentale, ancora immerso nel lungo periodo
medievale, e l’orientale greco, che aveva assicurato per tanti secoli la
continuità culturale classica, si stavano incontrando dopo secoli di
lontananza e diffidenza grazie alle crociate e allo svilupparsi dei
commerci. L’Europa stava uscendo dal Medioevo e lentamente si preparava
al fiorire dell’umanesimo e del rinascimento. La quarta crociata, nel
1204, si era conclusa, anziché in Terrasanta, con la conquista di
Costantinopoli da parte dell’esercito crociato, e con la fondazione
dell’impero latino. I greci fuggiti dalla città avevano fondato entità
statali che si erano proclamate eredi delle tradizioni del vecchio
impero bizantino, e ognuna delle quali mirava a riconquistare l’antica
capitale. L’impero di Nicea era, tra queste, il più titolato a
realizzare tale sogno, sia per la sua posizione geografica, sia per la
presenza a Nicea della maggior parte dei membri dell’alta società
politica e religiosa bizantina fuggita da Costantinopoli, sia per la sua
forza militare.
Michele, abile e spregiudicato, seppe mettere in atto
quello che fu un vero e proprio colpo di Stato, facendosi proclamare
imperatore e fondando la più duratura (e l’ultima) delle dinastie
imperiali bizantine. Con una buona dose di fortuna riuscì a
riconquistare l’antica capitale; combinando le arti della diplomazia con
le capacità militari riuscì a respingere tutti i tentativi dei nemici
occidentali (Manfredi di Svevia prima e Carlo d’Angiò poi) che miravano
ad impossessarsi dell’impero. Promettendo ai Papi che via via si
succedevano sul soglio di Pietro ciò che ben sapeva di non poter
mantenere, e cioè la riunificazione delle due Chiese cristiane (la
cattolica romana e l’ortodossa bizantina), sfruttando la rivalità tra le
due repubbliche marinare di Genova e Venezia, mettendo l’uno contro
l’altro i numerosi nemici che da tutte le parti minacciavano l’impero,
seppe mantenerne l’integrità. L’impero che lasciò al figlio Andronico
era però solo l’ombra di quello che fu nei suoi tempi migliori: ridotto
territorialmente alla capitale e ai territori dei dintorni, indebolito
economicamente, minacciato dalla crescente potenza turca che Michele
aveva dovuto trascurare per difendersi dagli attacchi da occidente, esso
durò tuttavia altri due secoli prima della conquista musulmana.
Andrea Paleologo Oriundi, veneziano del 1952,
Ufficiale di Marina, il cui cognome lascia intendere la lontana
discendenza dal protagonista, ha saputo raccontare la vita di Michele
con stile scorrevole ma esauriente, tenendo fede alla verità storica
come risultante dai testi riportati nella ricca bibliografia. La trama
avvincente e la lettura piacevole ci riportano ad un mondo, il medioevo,
comunemente ritenuto un periodo oscuro, che invece scopriamo
interessante e meritevole di grande attenzione.
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