mercoledì 31 gennaio 2018

Rime di Gregorio d'Arezzo

Rime
di Gregorio d'Arezzo
Introduzione, edizione critica e commento
a cura di Silvia Finazzi
pp. 172, € 20,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Edizioni di Storia e Letteratura, 2017
ISBN: 9788893591386

Gregorio d’Arezzo, frate, medico e fisico (XIV sec. in.–1365 ca.), epigono del suo illustre concittadino Guittone, è poeta che vanta una produzione meritevole di attenzione nel panorama, pure ad oggi ancora in buona parte da esplorare, dei rimatori minori del Trecento. Questo volume presenta la prima edizione critica dell’intero corpus di rime attribuitegli, tra le quali si segnalano canzoni indirizzate a figure di rilievo come Francesco Petrarca e Sennuccio del Bene, un poemetto allegorico in cinque canti rimasto fino ad oggi completamente inedito e due sonetti ritornellati. La sua produzione poetica si distingue per un rigoroso contenuto morale e non trascurabili spunti di specifico interesse storicopolitico, sempre celati sotto un vivace, articolato e spesso arduo linguaggio figurato, all’insegna del trobar clus più oscuro.

martedì 30 gennaio 2018

Fine musica. Percezione e concezione delle forme della poesia, dai siciliani a Petrarca

Fine musica. Percezione e concezione delle forme della poesia, dai siciliani a Petrarca
di Maria Clotilde Camboni
pp. XLVIII-440, € 58,00
Sismel, 2017
ISBN: 978-88-8450-761-7
 
Le profonde trasformazioni che nel corso del tempo hanno contraddistinto le forme della poesia italiana risultano particolarmente intense e frequenti nel Medioevo. In un’epoca che vede la nascita e il primo decisivo sviluppo di una nuova tradizione letteraria – in una lingua moderna fino ad allora assente dallo scenario europeo – la mutevolezza delle strutture metriche si lega strettamente a quella della sensibilità formale dei poeti, alla rappresentazione mentale delle forme che essi arrivano a maturare e, secondo modalità molto varie e spesso implicite, a manifestare attraverso ciò che scrivono. La ricerca ricostruisce le vicende di questa sensibilità, rimatori attivi alla corte di Federico II fino a Francesco Petrarca. Le norme che hanno regolato la poesia due-trecentesca vengono individuate, circoscritte e analizzate, approfondendo le modalità con cui ci si rapportava ad esse, con particolare attenzione alle specificità dei singoli ambienti e momenti. Adottando metodi di indagine differenziati, che di volta in volta privilegiano i modi di acquisizione delle competenze metriche, il peso delle tradizioni e degli influssi culturali, il ruolo della dimensione musicale, l’autrice fa luce sul legame tra le strutture formali e il ruolo sociale svolto dalla lirica, a partire dalle condizioni in cui essa veniva composta, eseguita, fruita. Il volume arriva così a restituire un quadro d’insieme ricco e articolato del complesso campo di forze in cui la poesia italiana ha preso forma nel suo primo secolo e mezzo di vita.

lunedì 29 gennaio 2018

Il cabreo melitense di fra Vincenzo Balbiano viceré di Sardegna

Il cabreo melitense di fra Vincenzo Balbiano viceré di Sardegna
di Massimo Rassu, Stefano Oddini Carboni
pp. 192, € 15,00
Edizioni Condaghes, 2017
ISBN: 978-88-7356-304-4

La capillare ricerca condotta da Massimo Rassu e Stefano Oddini Carboni conduce il lettore alla scoperta dell´Ordine Militare e Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, oggi noto come Sovrano Militare Ordine di Malta, indagandone la secolare presenza e l´attività pastorale nell´isola di Sardegna.
Lo stato lacunoso della documentazione non permette di analizzare a fondo le origini di tale frequentazione, che affonda le sue radici fin nell´epoca dei Giudicati. Tuttavia, un nuovo tassello di questo percorso secolare riaffiora dal passato dell´Isola attraverso le pagine di un documento inedito: l´inventario dei beni dell´Ordine di Malta in Sardegna intitolato ´Cabreo della Commenda di San Leonardo delle Sette Fontane. 20 Agosto 1792´, redatto durante il vicereame del conte fra Vincenzo Balbiano, cavaliere di Malta e commendatore di San Leonardo.
Massimo Rassu, nato a Venezia ma originario di Pozzomaggiore (SS), ha conseguito la laurea in Ingegneria Civile Edile presso l´Università di Cagliari con una tesi progettuale per un museo nella zona archeologica di Nora-Pula (CA).
Negli ultimi vent´anni ha scritto una trentina di pubblicazioni riguardanti soprattutto i monumenti della Sardegna, dalle fortificazioni medievali alle torri costiere, dalle città bastionate ai bunkers della Seconda Guerra Mondiale, ma anche studi sulle chiese e sugli ordini religiosi nel Medioevo.
Appassionato da sempre della storia e preistoria della Sardegna, ha girato l´intera isola in lungo e in largo per visitare e analizzare di persona i siti archeologici. È uno dei pochi studiosi sardi ad aver ispezionato direttamente il pozzo di Gârlo in Bulgaria.

domenica 28 gennaio 2018

Tradizioni costruttive nell’Alto e Medio Adriatico (secoli VII-XI)

Tradizioni costruttive nell’Alto e Medio Adriatico (secoli VII-XI)
Eredità e innovazione nell'alto Medioevo
di Serena Zanetto
pp. 372, € 52,00
All'Insegna del Giglio, 2017
ISBN: 9788878148024

Studiare l’architettura altomedievale significa riprendere in mano i fili della tradizione classica per comprendere i grandi cambiamenti tecnologici intervenuti a partire dalla tarda antichità. La frammentarietà geografica, e l’instabilità dei nuovi assetti, determinano l’emergere dei localismi e la semplificazione del ciclo costruttivo. Sopravvivono, tuttavia, singolari esempi di un’architettura ‘di pregio’, che è figlia delle alte committenze e che è per lo più destinata al culto; vescovi, dogi, duchi, principi, sono infatti i soli in grado di catalizzare risorse e manodopera specializzata da impiegare in ambizioni cantieri costruttivi. Poiché è attraverso questi cantieri che passano le novità più importanti, e poiché i luoghi di culto rappresentano un punto di vista privilegiato per studiare l’architettura alto-medievale, il focus di questo lavoro viene posto su una serie di chiese e di complessi architettonici di committenza molto alta, distribuiti lungo le coste alto adriatiche e dalmate. Alcuni di essi, come il complesso episcopale di Aquileia, rappresentano dei punti chiave per conoscere l’evoluzione delle tecniche costruttive e sono da molto tempo al centro di dibattiti, soprattutto di storici dell’arte e dell’architettura, per la complessità delle loro sequenze stratigrafiche che dalla tarda – antichità arrivano al romanico senza soluzione di continuità. L’analisi archeologica degli alzati, e una revisione critica della bibliografia, hanno consentito di avanzare nuove proposte interpretative sulle fasi costruttive di questi siti chiave e sulle loro cronologie, prima di allargare il focus a tutto l’Alto Adriatico e alla Dalmazia, al fine di ricomporre un quadro più ampio sulle tecniche costruttive diffuse tra i secc. VII-XI. Si tratta di un’area che è stata teatro di importanti cantieri edilizi e che è stata punto di incontro di culture e tradizioni costruttive differenti, perché intermedia tra il mondo continentale europeo e quello bizantino. Ricostruendo la progettualità che sta dietro a un’architettura, analizzandone la planimetria, le tecniche murarie, gli elementi strutturali e architettonici, è stato possibile riconoscere tradizioni costruttive e contaminazioni culturali, nonché ricostruire in via preliminare le tappe destinate a sfociare nella rivoluzione del Romanico.

sabato 27 gennaio 2018

La scuola nel Medioevo

La scuola nel Medioevo
Secoli VI - XV
di Paolo Rosso
pp. 312, € 21,00
Carocci, 2018
ISBN: 9788843090068

Gli uomini di cultura del Medioevo intendevano la schola come una formazione (institutio) condivisa, fondata su capisaldi costituiti dalle sue autorità (auctoritates) e organizzata secondo un curriculum. Il volume ripercorre, tra continuità e cambiamento, la storia della scuola dal protagonismo della Chiesa nell’istruzione altomedievale al sempre più articolato quadro di scuole nel basso Medioevo, quando, a partire dal XII secolo, nelle vivaci città dell’Occidente latino sorsero le prime università. In questi secoli la scuola non fu solo chiamata a divulgare la cultura “dotta”, quella scritta, ma assunse essa stessa il ruolo di centro propulso - re di nuova cultura, frutto della complessa mediazione tra i saperi pagani della tradizione classica e quelli cristiani. Il flusso di “intellettuali”, di modelli culturali e di libri, che trovò il suo raccordo nei centri di istruzione, concorse così in modo determinante alla formazione di un sapere omogeneo.
Paolo Rosso insegna Storia medievale nell’Università di Torino. Fra le sue pubblicazioni: Studio e poteri. Università, istituzioni e cultura a Vercelli fra XIII e XIV secolo (Torino 2010); Negli stalli del coro. I canonici del capitolo cattedrale di Torino (secc.XI -XV) (Bologna 2014).

venerdì 26 gennaio 2018

Storie di frodi

Storie di frodi
Intacchi, malversazioni e furti nei Monti di pietà e negli istituti caritatevoli tra Medioevo ed Età moderna
a cura di Laura Righi
pp. 360, € 29,00
Il Mulino, 2018
ISBN: 978-88-15-27309-3

Per molti secoli i Monti di pietà e le istituzioni caritatevoli hanno svolto la duplice funzione di salvadanaio delle comunità e di strumenti di governo della povertà. Istituiti e amministrati da poteri sia ecclesiastici che laici, erano considerati custodi del denaro della collettività e, in ragione di questa connotazione pubblica, erano particolarmente esposti a furti, frodi o malversazioni perpetrati tanto da esterni quanto dai loro stessi funzionari o amministratori. In questo volume vengono ripercorsi e studiati alcuni episodi eclatanti di furti e di gestioni fraudolente. Sono inoltre esaminati gli strumenti attivati per contrastarli e per coniugare carità e assistenza con una gestione razionale e fruttuosa delle risorse disponibili. L’analisi dell’amministrazione quotidiana degli istituti, della gestione di denari e libri contabili, dei loro regolamenti – il cui corretto funzionamento dipendeva soprattutto dagli amministratori – aiuta a comprendere la fisionomia di questi enti e i problemi etici e amministrativi che li caratterizzarono.
Laura Righi, dottoranda dell’Università di Trento, si occupa di storia dell’economia e della società dell’Italia tardomedievale.

giovedì 25 gennaio 2018

Borghi nuovi, castelli e chiese nel Piemonte medievale

Borghi nuovi, castelli e chiese nel Piemonte medievale
Studi in onore di Angelo Marzi
A cura di Simone Caldano e Aldo A. Settia
pp. 492, € 35,00
Nuova Trauben, 2017
ISBN: 9788899312398

Con questo volume 26 esponenti del ricco e sfaccettato panorama degli studi sul Piemonte medievale rendono omaggio ad Angelo Marzi, studioso che nella sua lunga e articolata carriera ha privilegiato le ricerche sull’architettura e sull’urbanistica di età medievale nel territorio subalpino, con particolare attenzione per i borghi di nuova fondazione, le fortificazioni e le chiese dei secoli XI-XII, ma – complici un vasto orizzonte culturale e un’inesauribile curiosità – ha spaziato con risultati eccellenti in ambiti molto diversificati: dalle tracce della frequentazione preistorica alla statuaria dei Sacri Monti in età moderna, dall’architettura dell’eclettismo ottocentesco ai delicati problemi urbanistici del XX secolo. L’approccio “integrato” nella lettura del territorio e dei singoli contesti, sempre presente nel percorso di ricerca di Marzi, è alla base delle metodologie utilizzate dagli storici, archeologi, storici dell’architettura, storici dell’arte, architetti, ingegneri che hanno voluto impreziosire il libro con i loro contributi.

mercoledì 24 gennaio 2018

La Cattedrale e la città

La Cattedrale e la città
Il cantiere del Duomo di Siena tra XI e XIV secolo
di Marie-Ange Causarano
pp. 208, € 45,00
All'Insegna del Gioglio, 2017
ISBN: 9788878148284

Il volume documenta l’origine e l’evoluzione della cattedrale di Santa Maria Assunta a Siena tra la fine del X-inizi dell’XI secolo e il XIV secolo. Partendo da un’analisi di tipo archeologico dell’edilizia storica, le vicende costruttive dell’edificio sono inquadrate all’interno dell’evoluzione del colle del Duomo e del contesto urbano di riferimento, con l’obiettivo di ricostruire i processi storici che ne hanno determinato la formazione, individuare gli scambi tra il cantiere, l’ambiente urbano e il territorio limitrofo, principale bacino di approvvigionamento di maestranze, manodopera e materiali. Nella prima parte del testo si descrivono gli ampliamenti e le trasformazioni della cattedrale, suddivisi in base ai grandi progetti costruttivi che ne segnano l’evoluzione: dalla chiesa a terminazione absidale della fine del X-inizi dell’XI secolo, all’ecclesia maior a croce latina della seconda metà del XII secolo, completamente rinnovata a partire dagli anni ’60 del XIII secolo, fino ai grandi progetti di ampliamento del XIV secolo. Nella seconda parte si analizzano gli “indicatori” che caratterizzano il monumento e lo collegano alla città (i materiali, l’organizzazione delle maestranze e gli strumenti da loro impiegati, le tecniche costruttive), contestualizzando i numerosi cantieri che si sono succeduti nella costruzione della cattedrale in un più vasto quadro socio-economico.

martedì 23 gennaio 2018

In pro del mondo

In pro del mondo
Dante, la predicazione e i generi della letteratura religiosa medievale
di Nicolò Maldina
pp. 260, € 24,00
Salerno Editrice, 2018
ISBN: 978-88-8402-983-6

Il volume intende offrire la prima indagine sistematica dei rapporti intercorsi tra la Commedia di Dante e la predicazione del suo tempo. Si delinea in questo modo una originale interpretazione di alcuni aspetti chiave del Poema dantesco (quali il profetismo e la conseguente finalità esortativa e morale), supportata anche da una serie di lecturae di canti e snodi cruciali della Commedia nei quali emergono possibili interferenze con la predicazione del tempo.
Nicolò Maldina insegna Letteratura italiana all'Università di Edimburgo. Si occupa di letteratura italiana medievale e rinascimentale, con particolare attenzione all'opera di Dante, Boccaccio e Ariosto, non-ché di letteratura religiosa e didattica tra XIII e XV secolo.

domenica 21 gennaio 2018

I documenti vescovili originali della provincia gradense

I documenti vescovili originali della provincia gradense
1046 - 1200
di Marco Pozza
pp. 176, € 11,00
Aracne editrice, 2018
ISBN: 978-88-255-0843-7
 
La storia della produzione documentaria vescovile è un tema di grande interesse per gli studiosi della documentazione e delle istituzioni medievali. Frutto di una ricerca condotta su fonti archivistiche edite e inedite, il volume raggruppa i documenti, pervenuti in originale, prodotti nel corso dei secoli XI e XII dai vescovadi compresi nella provincia ecclesiastica gradense, i cui confini coincidevano con quelli del ducato veneziano. Attraverso l’edizione e l’analisi di questi atti, l’autore ricostruisce l’evoluzione della produzione e ne mette in evidenza i caratteri specifici confrontandoli con la coeva documentazione notarile e cancelleresca.
Marco Pozza, diplomato presso la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Venezia, laureato in Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stato docente a contratto di Paleografia e diplomatica nella Facoltà di Lettere della stessa università, dottore di ricerca in Diplomatica presso l’Università degli Studi di Pavia, ricercatore di ruolo in Storia medievale e docente per affidamento di Diplomatica e paleografia latina presso lo stesso ateneo. Dal 2000 è professore associato di Diplomatica a Venezia e attualmente è titolare degli insegnamenti di Diplomatica, Diplomatica specialistica e Paleografia documentaria specialistica. 

sabato 20 gennaio 2018

La "Vita nuova" del Boccaccio. Fortuna e tradizione

La "Vita nuova" del Boccaccio. Fortuna e tradizione
di Laura Banella
pp. 328, € 34,00
Editrice Antenore, 2018
ISBN: 978-8884557049
 
La Vita nuova è stata cosi in grado di suscitare reazioni assai diverse negli scribi che si sono confrontati con essa, tra i quali spicca Giovanni Boccaccio, che copiò il testo più volte, almeno due, stando alle trascrizioni conservate nei mss. Toledano e Chigiano. L'edizione boccacciana del «libello», sia dal punto di vista microstrutturale (la mise en page delle singole carte) sia da quello macrostrutturale (la composizione dei volumi in cui il prosimetro è inserito) esibisce l'interpretazione del testo e del suo autore, della Vita nuova e di Dante. Tali peculiarità, unite all'ampia messe di manoscritti descripti derivati dalle due copie conservate, hanno reso tale corpus di codici l'oggetto ideale per uno studio di filologia materiale che non si accontentasse di narrare la storia di una tradizione, ma che, analizzando la poetica visuale insita in ogni copia, cercasse di trovare una risposta anche ad alcuni interrogativi pili generali sulle relazioni tra storia della letteratura, storia della tradizione e critica del testo, offrendo sperabilmente anche qualche conoscenza critica in più sul prosimetro stesso.

venerdì 19 gennaio 2018

L'arte del sarto nel Medioevo

L'arte del sarto nel Medioevo
Quando la moda diventa un mestiere
di Elisa Tosi Brandi
pp. 224, € 20,00
Il Mulino, 2018
ISBN: 978-88-15-25324-8

Nei secoli XIII-XV il metodo di lavoro dei sarti si modifica in relazione a nuove pratiche sociali connesse al vestiario. Queste ultime si diffondono non solo nelle corti ma anche nelle città, grazie a una clientela più sensibile al consumo degli abiti che, nel frattempo, sono diventati dei simboli di distinzione sociale e di lotta di classe. I sarti, riuniti in corporazioni, si organizzano per far fronte alla richiesta di inediti abiti aderenti, da indossare sotto maestosi abiti sempre più ricercati. L’accresciuta domanda di vesti arricchisce le competenze di questi artigiani, che raggiungono un alto livello di specializzazione divenendo promotori e coordinatori di più attività coinvolte nella produzione dei capi di abbigliamento. Attraverso informazioni ricavate da fonti scritte, figurative e materiali, il volume descrive il lavoro del sarto nel tardo Medioevo, mettendone in evidenza il ruolo nell’economia cittadina, le capacità tecniche e l’apporto creativo.
Elisa Tosi Brandi, dottore di ricerca in Storia medievale, insegna e svolge attività di ricerca all’Università di Bologna. I suoi temi di studio riguardano la storia della cultura, dell’economia e della società nei secoli XIII-XVI, in particolare il mondo artigianale e gli oggetti della moda. Tra le sue ultime pubblicazioni si segnalano: «Moda. Storia e storie» (a cura di, con M.G. Muzzarelli e G. Riello, Mondadori, 2010) e «Il Medioevo nelle città italiane: Rimini» (Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, 2017).

giovedì 18 gennaio 2018

Paesi scomparsi d'Insubria

Paesi scomparsi d'Insubria
Wüstungen medievali tra Milano, Adda e Ticino
di Matteo Colaone
pp. 227, € 24,00
Edizioni Ritter, 2017
ISBN: 978-8889107775

Numerosi insediamenti lombardi sono scomparsi nelle pieghe del tempo e si esaminano le fonti sia nell'intento di chiarirne la causa dell'estinzione, sia ricercando la loro collocazione nel territorio compreso tra due confini naturali: i fiumi Adda e Ticino. Vastatio è la parola latina indicante tanto "devastazione" quanto "saccheggio" e vasto vuol dire "rendere deserto", "spopolare". La sostanza di queste parole latine, nello specifico della prima, è traslata in tedesco nel termine Wüstung, dove Totalwüstung è l'abbandono totale, irreversibile nel tempo, riferito a un insediamento, a un villaggio oppure a un borgo. Architettare il futuro sulle solide basi delle conoscenze passate è un obiettivo necessario alla nostra stessa progressione in quanto entità sociali e culturali, in quanto appartenenti a una consapevole realtà identitaria che deve essere mantenuta e sviluppata.

mercoledì 17 gennaio 2018

Mariano IV d´Arborea e la Guerra nel Medioevo in Sardegna

Mariano IV d´Arborea e la Guerra nel Medioevo in Sardegna
di Andrea Garau
pp. 240, € 18,00
Condaghes Edizioni, 2017
ISBN: 978-88-7356-297-9
 
«La dimensione della guerra, in tutte le sue innumerevoli sfaccettature, si rivela nel presente studio il punto di vista attraverso cui osservare la realtà del Giudicato d´Arborea nella Sardegna del XIV secolo.
La dettagliata analisi dell´emblematica figura dello judike arborense Mariano IV de Bas Serra e del suo operato nel lungo conflitto con la Corona d´Aragona accompagna il lettore in un innovativo viaggio nell´universo bellico sardo, alla scoperta delle strutture dell´esercito giudicale, delle strategie utilizzate e delle risorse impiegate, tanto umane, quanto logistiche, politiche e diplomatiche.
Un approfondito e costante confronto con i diversi scenari dell´Europa medievale conduce al pieno inserimento della Sardegna nella più ampia realtà esterna ai suoi confini, con l´obbiettivo di sconfiggere il dilagante, diffuso paradigma che lega il concetto di isola a quello di isolamento, tanto nello studio del passato quanto nella comprensione del presente.»
«Nel XIV secolo, mentre nelle principali corti europee la diffusione delle compagnie di ventura anticipava lo sviluppo dei primi eserciti permanenti, la Sardegna giudicale era caratterizzata da un sistema più vicino alla partecipazione collettiva dei popoli in armi altomedievali, in cui ogni individuo partecipava alle attività di produzione così come alla difesa del territorio. Questo particolare sistema troppo spesso è stato letto come un segno evidente di ritardo, laddove, piuttosto, va analizzato nell´ottica della peculiarità: un complesso sistema gestionale e giuridico, fondato su un codice di leggi strutturato e innovativo, allontanano la realtà sarda da ogni velo di presunta arretratezza, rendendola una dimensione tanto caratteristica, quanto pienamente capace di affrontare il panorama bellico a essa contemporaneo.»
Andrea Garau (Cagliari, 1989). Laureato con lode in Storia e Società all´Università di Cagliari, frequenta il Dottorato in Storia, Beni Culturali e Studi Internazionali presso il medesimo Ateneo.
Autore di diversi articoli per la Deputazione di Storia Patria per la Sardegna, ha svolto il ruolo di Tutor universitario per il corso di Storia Medievale (Università di Cagliari). Membro fondatore dell´associazione di rievocazione storica Memoriae Milites, si occupa da anni della divulgazione della Storia della Sardegna presso enti e scuole di ogni ordine e grado, e in occasione di eventi culturali di ambito sardo ed europeo.

martedì 16 gennaio 2018

Quismah

Quismah
La strada del destino
di Pierluigi Piludu
pp. 512, € 25,00
Edizioni Condaghes, 2017
ISBN: 978-88-7356-290-0

Sardegna, autunno 1269. Petru ed Elèni, due giovani di umili origini, conducono una serena esistenza nel villaggio in cui sono nati, in un tempo scandito dal lavoro nei campi e dal susseguirsi delle stagioni. Il loro sogno di unirsi in matrimonio viene però bruscamente interrotto da un tragico destino, che li trascinerà lontano l´uno dall´altra. Nell´inesausto desiderio di ricongiungersi, ognuno di loro affronterà un eroico viaggio che li condurrà, attraverso regni lontani ed esotici, alla scoperta di culture differenti e spesso in conflitto tra loro, a contatto sia con la ricchezza e la nobiltà guerriera, al fianco di sovrani e cavalieri, sia con la povertà e la disperazione senza voce, tra schiavi e mendicanti. Due spiriti indomabili, due vite che si inseguono senza sosta, in un´incalzante sequenza di eventi che si intreccia passo dopo passo con le più importanti vicende storiche di un´epoca intessuta di luci e ombre.
Amore e fedeltà, onore e gloria, morte e rinascita, in un Medioevo ad ampio respiro tra il XIII e il XIV secolo.
Tra la seconda metà del Duecento e i primi decenni del Trecento la Sardegna si trova al centro di una serie di vicende storiche di fondamentale importanza, tanto per il destino dell´Isola quanto per la più ampia realtà storica coeva: la fine del regno giudicale di Calari e la distruzione della sua capitale Santa Igia; la fine dei due regni giudicali di Torres e di Gallura; l´arrivo nell´isola di Luigi IX, il Santo, diretto in Terrasanta con un forte esercito per la sua seconda Crociata; la creazione del Regnum Sardiniae et Corsicae da parte di papa Bonifacio VIII e l´infeudazione delle due isole al re d´Aragona; l´inizio dell´occupazione da parte dei catalano-aragonesi e la conquista di Villa di Chiesa e Castel di Castro ai danni della Repubblica marinara di Pisa, che vantava nell´Isola fortissimi interessi e possedimenti. Un´epoca affascinante e complessa, indispensabile per comprendere la Storia dei Sardi e della Sardegna, di ieri e di oggi.
Pierluigi Piludu, storico e ricercatore medievista, laureato con lode in "Storia e Società" presso l´Università degli Studi di Cagliari, lavora presso il Comune della stessa città nel Servizio Istruzione, Politiche Giovanili, Sport, Cultura e Spettacolo. Attuale presidente dell´associazione di rievocazione storica Memoriae Milites (Cagliari), è da anni impegnato in attività culturali tanto regionali, quanto nazionali e internazionali. Collabora con enti, scuole e istituti nella diffusione del patrimonio storico della Sardegna e dirige la cattedra di Storia Medievale presso la sede centrale dell´UniverQuartu e la relativa sezione di Sestu.

lunedì 15 gennaio 2018

L'alchimia ovvero Trattato della pietra filosofale

L'alchimia ovvero Trattato della pietra filosofale
cura e traduzione di Paolo Cortesi
pp. 96, € 7,90
Newton Compton, 2017
ASIN: B077V5TYZN

Una leggenda medievale voleva che san Domenico avesse scoperto il meraviglioso segreto della pietra filosofale e lo avesse affidato ad Alberto Magno, il quale lo trasmise a Tommaso d’Aquino. Discutibile dal punto di vista rigorosamente storico, la tradizione individua comunque un legame culturale tra san Tommaso e l’alchimia realmente esistente. L’Aquinate, infatti, si interessò in diverse occasioni e in opere importanti dell’arte alchemica, che riteneva non solo possibile, ma anche lecita. Questo libro propone due suoi brevi trattati in cui sono dettagliatamente descritte le diverse fasi della realizzazione della pietra filosofale.
Paolo Cortesi è scrittore e saggista. Il suo romanzo Il patto ha riscosso un notevole successo di critica e pubblico. Tra i numerosi libri pubblicati con la Newton Compton ricordiamo: Quando Mussolini non era fascista; Manoscritti segreti; Il libro nero del Medioevo; Storia e segreti dell’alchimia; Misteri e segreti dell’Emilia Romagna e Cagliostro (Premio Castiglioncello 2005). Il suo sito internet è: www.paolo-cortesi.com.

domenica 14 gennaio 2018

La dinastia del Drago

La dinastia del Drago
I Visconti di Milano
di Valeriana Maspero
pp. 619, € 19,90
Libraccio Editore, 2017
ISBN: 9788897748472

La saga dei Visconti, la famiglia che ha legato le sue sorti a Milano e alla Lombardia, supportata da una minuziosa ricostruzione storica e restituita alla vita dall'immaginazione letteraria.
Valeriana Maspero è laureata in storia e filosofia, ex docente, pubblicista, autrice di testi scolastici, ha scritto testi di storia e narrativa. Fa parte di associazioni culturali e tiene incontri e conferenze per promuovere la conoscenza della storia della corona ferrea e del periodo medievale in Lombardia. Tra le pubblicazioni: Percorsi visivi, corso di educazione artistica, Ghisetti&Corvi, Milano, 2001, Homo, corso di storia, Immedia, Milano, 2004, La corona ferrea, storia del più celebre simbolo del potere in Europa, Vittone, Monza, 2004/2008, Il gioco della corona ferrea, Immedia, Milano, 2005, Bonincontro e il Chronicon modoetiense, EiP, 2010, Geostoria della civiltà lombarda, Mursia, Milano, 2013, Il ghibellino di Modoezia, Libraccioeditore, Milano 2014, Memorie di una millenaria, Libraccioeditore, Milano, 2016.

sabato 13 gennaio 2018

Novellus pazzus

Novellus pazzus 
Storie di santi medievali tra il Mar Caspio e il Mar Mediterraneo (secc. IV-XIV)
di Isabella Gagliardi
pp. 244, € 18,00
Società Editrice Fiorentina, 2017
ISBN: 978-88-6032-443-6

Le tracce di una tipologia comportamentale rubricabile con certezza sotto la voce “follia per Cristo” interessarono in prima istanza la pars Orientis del mondo tardo antico e medievale, laddove si verificò addirittura un conio onomaturgo, derivando un termine ad hoc per indicare chi seguiva le orme di Cristo comportandosi da pazzo: salòs (maschile) e salè (femminile).
Disponiamo infatti di numerosi resoconti relativi a uomini e donne vissuti – o semplicemente venerati – nei territori bizantini tra il IV e il XII secolo che sono passati alla storia come santi “folli a causa di Cristo” (saloì). Si trattava di asceti dediti alla simulazione della follia per non rischiare la superbia spirituale e, al contempo, per essere liberi di agire in qualsiasi situazione sociale e frequentare anche gli emarginati più sospetti, in primo luogo gli eretici o le prostitute, al fine di ricondurli a Dio.
Le informazioni su questi individui sono affidate a testi in lingua greca e siriaca che alimentarono sia le fonti liturgiche cristiane, determinando così la compilazione di altre agiografie, sia, all’indomani dell’islamizzazione, altre scritture, soprattutto di ambiente sufi, dedicate al folle di Dio (malāmati).
Isabella Gagliardi è docente di Storia Medievale all’Università degli Studi di Firenze. La sua attività scientifica si concentra soprattutto sulla ricostruzione dei sistemi di formazione delle coscienze in età medievale, privilegiando le fonti e i fenomeni religiosi.

venerdì 12 gennaio 2018

L'Italia dei trovatori

L'Italia dei trovatori
a cura di Paolo Di Luca e Marco Grimaldi
pp. 260, € 30,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2017
ISBN: 9788867288755
 
La poesia trobadorica ha influito profondamente sulla cultura italiana, sia perché costituisce il modello principale della lirica amorosa sia perché i trovatori, la cui presenza al di qua delle Alpi si intensifica tra XII e XIII secolo, hanno spesso preso parte alle vicende storiche italiane e hanno cantato non solo d’amore ma anche di politica, di morale, di eventi quotidiani.
Con tale ventaglio tematico ben presente, i saggi raccolti in questo volume inaugurano nuove prospettive su alcuni contesti (Genova, Pisa, la corte estense), personaggi (Federico II) ed eventi (le lotte tra le partes nell’Italia del Duecento), nonché su forme letterarie (la poesia storico-politica e comico-satirica), dinamiche di circolazione dei manoscritti e applicazione ai componimenti poetici di categorie interpretative delle scienze storiche, dimostrando come i testi trobadorici costituiscano una fonte di estremo interesse non solo per i filologi bensì per tutti gli studiosi della storia dell’Italia medievale.
Paolo Di Luca è ricercatore di Filologia e linguistica romanza all’Università di Napoli Federico II dal 2014, in precedenza ha svolto attività didattica e di ricerca all’Université Montpellier II, all’Université de Namur e all’Università di Napoli L’Orientale. È il coordinatore scientifico del progetto L’Italia dei trovatori e partecipa ad altri progetti di ricerca nazionali (Università di Chieti, Università di Napoli Federico II) e internazionali (University of Warwick, Université de Namur). È redattore della rivista Lecturae tropatorum e del repertorio digitale Rialto. Repertorio informatizzato dell’antica letteratura trobadorica e occitana. Si è occupato prevalentemente di lirica occitana e di epica gallo-romanza.
Marco Grimaldi (Napoli, 1979) è ricercatore di Filologia della letteratura italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza – Università di Roma. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca presso la Scuola di dottorato europea in Filologia romanza dell’Università di Siena; è stato borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli e ha lavorato all’Université Paul-Valéry – Montpellier III e all’Università degli Studi di Trento. Dirige l’unità di ricerca romana del progetto FIRB L’Italia dei trovatori: repertorio informatizzato delle poesie trobadoriche relative alla storia d’Italia. È socio del Centro Pio Rajna, della Società Italiana di Filologia Romanza, dell’Association Internationale d’Etudes Occitanes e dell’Associazione degli Italianisti; è membro del Comitato scientifico della «Rivista di Studi Danteschi» e collabora con la BEdT – Bibliografia Elettronica dei Trovatori. Si occupa prevalentemente di letteratura italiana e occitana medievale e sta curando l’edizione delle Rime nell’àmbito della «Nuova edizione commentata delle Opere di Dante Alighieri» (NECOD). 

giovedì 11 gennaio 2018

Conti e duchi di Urbino

Conti e duchi di Urbino
Un epistolario inedito (secc. XV-XVII)
a cura di Anna Falciani
pp. 256, € 29,00
Carocci, 2018
ISBN: 9788843066612

Il volume raccoglie l’edizione integrale di 157 lettere, che i conti e i duchi di Urbino inviarono ai vescovi di Cagli dal 1424 al 1624. Non ancora pubblicate e studiate in toto, le lettere cagliesi rappresentano un corpus documentario unico e prezioso, sia per ricostruire le linee evolutive della politica ecclesiastica dello Stato di Urbino, nella fase di transizione dalla Signoria al Principato, sia per conoscere il rapporto dialettico e simbiotico tra governanti e governati. L’autrice propone, quindi, un insieme di scritture e testi, nell’intento di dimostrare come la comparatio fra analisi (saggi storici introduttivi), contenuti (trascrizione) e forma (nelle riproduzioni) consenta di cogliere il significato integrale di queste testimonianze. La prima parte del volume, storico-introduttiva, ricostruendo le biografia e degli scriventi Montefeltro e Della Rovere alla luce delle più recenti indagini archivistiche e bibliografiche, esamina la struttura e la produzione epistolare della cancelleria ducale urbinate e la politica ecclesiastica dei conti e dei duchi, attestata per ben tre secoli (XI-XII) dall’epistolario cagliese. La seconda parte, invece, è incentrata sulla trascrizione delle lettere, per la maggior parte inedite, accompagnata da una sezione fotografica di 56 testi.
Anna Flaciani è ricercatore confermato in Storia medievale nel Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, dove insegna Storia medievale. Ha condotto ricerche negli archivi italiani e stranieri, ha partecipato a convegni nazionali e internazionali, ed è autrice di pubblicazioni nell’ambito della storia delle signorie dei Malatesti e dei Montefeltro. Ha curato la sezione documentaria delle mostre internazionali su Bartolomeo Corradini (Fra’ Carnevale) e il Rinascimento a Urbino (Urbino 2005); Gentile da Fabriano e l’altro Rinascimento (Fabriano 2006); Raffaello Sanzio e Urbino (Urbino 2009); Federico di Montefeltro, Battista Sforza, Elisabetta Gonzaga (Urbino 2010).

mercoledì 10 gennaio 2018

Carlo Zen

Carlo Zen
L'eroe di Chioggia
di Nicola Bergamo
Prefazione di Alessandro Marzo Magno
pp. 168, € 15,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Graphe.it Edizioni, 2018
ISBN: 9788893720335

Carlo, della famiglia Zen, che leggenda vuole fosse imparentata con gli Imperatori bizantini Leone ii e Zenone, iniziò il suo percorso educativo ad Avignone dal Papa per poi trasferirsi a Padova ma, per via della vita dissoluta e di qualche amore adulterino, lasciò gli studi e si trasferì a Patrasso, in Grecia, dove diede mostra di grandi doti marziali. Il suo carattere lo portò a trasferirsi di nuovo e giunse a Costantinopoli dove trovò il suo vero amore, si sposò e intraprese l’attività di mercante. Coinvolto nelle faide familiari dei Paleologo, si spostò sull'isola di Tenedo, divenuta veneziana proprio grazie alla sua mediazione con l'Imperatore di Bisanzio: qui Carlo Zen riuscì a fermare un attacco genovese e andò in aiuto della madrepatria, venendo così acclamato come eroe di Chioggia. Tuttavia, accusato di tradimento, dovette allontanarsi di nuovo dalla propria Patria nella quale fece ritorno dopo sette anni, lasciando definitivamente le armi e dedicandosi alla cultura: a lui si deve il primo salotto intellettuale veneziano tra studiosi italiani e dotti bizantini. Morì a ottantaquattro anni, celebrato come uno dei condottieri più importanti della Serenissima.
Nicola Bergamo nasce a Venezia nel 1977, si laurea con il massimo dei voti (e lode) presso l’Università di Venezia con una tesi sull’esercito esarcale. Successivamente si trasferisce a Belfast dove ottiene un MA in Byzantine Studies and Modern Greek con encomio. Vince una borsa di studio presso la Notre Dame University (USA) dove lavora come junior research nel 2009. Nel 2011 viene accolto come studente dottorale presso l’EHESS di Parigi con una tesi sul gioco a Bisanzio. È stato visiting fellow presso la Fordham University da ottobre a dicembre 2014. Ha pubblicato: Costantino V. Imperatore di Bisanzio (Il Cerchio, 2007), I Longobardi. Dalle origini mitiche alla caduta del regno in Italia (Libreria Editrice Goriziana, 2012) e Irene, Imperatore di Bisanzio (Jouvence 2015), oltre che diversi articoli a carattere scientifico. Ha partecipato come relatore a vari convegni nazionali e internazionali. È direttore scientifico della rivista internazionale di studi bizantini on-line Porphyra.
Alessandro Marzo Magno, veneziano in prestito a Milano, laureato in storia veneta a Ca’ Foscari, dopo molti anni da giornalista, si è dedicato alla divulgazione storica. Ha pubblicato una quindicina di libri, l’ultimo si intitola Serenissime. Le donne illustri di Venezia dal medioevo a oggi (Biblioteca dell’Immagine).

martedì 9 gennaio 2018

La mobilità sociale nel Medioevo italiano 3

La mobilità sociale nel Medioevo italiano
3. Il mondo ecclesiastico (secoli XII - XV)
a cura di Sandro Carocci e Amedeo De Vincentiis
pp. 452, € 38,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2017
ISBN: 9788867288687

La capacità della Chiesa e delle sue risorse materiali e immateriali di cambiare le condizioni sociali colpiva gli uomini del Medioevo, e viene sostenuta da molti storici. Il volume analizza dunque la natura e l’effettiva consistenza di quello che è considerato un classico canale di mobilità sociale a disposizione della società medievale.
In che modo una carica ecclesiastica influiva sulla posizione di un singolo e di una famiglia nelle gerarchie sociali? Come permetteva di modificare tale posizione? Quali strumenti l’ecclesiastico metteva a disposizione del suo ambiente e della sua famiglia? Come mutavano a seconda delle cariche, delle epoche e degli ambienti? Come il mondo ecclesiastico (con i suoi beni materiali, le sue relazioni, le sue valenze ideologiche) rappresentava una risorsa per quanti volevano affermarsi nella società laica ?
Sandro Carocci insegna Storia medievale presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. Tra le sue pubblicazioni: Baroni di Roma. Dominazioni signorili e lignaggi aristocratici nel Duecento e nel primo Trecento (Roma 1993). Ha progettato e curato i volumi relativi al medioevo della Storia d’Europa e del Mediterraneo (Roma 2006-2007). 

lunedì 8 gennaio 2018

Il monastero come azienda


Il monastero come azienda
di Alessandro Paglia
Introduzione di Notker Wolf
pp. 286, € 25,00 (il volume si può acquistare inviando una mail a: sandropaglia31@gmail.com)
Strategy&People, 2017
 
La preghiera e il lavoro scandiscono le ore dei monaci benedettini. La REGOLA dettata da San Benedetto da Norcia nel VI secolo continua ad essere lo "statuto aziendale" dei monasteri che operano per la diffusione del cristianesimo nel mondo attraverso la promozione dell'uomo come riferimento e perno di ogni attività civile.
Le testimonianze storiche del contributo benedettino offerto alla società sono inumerevoli. Il valore di esse è soprattutto per l'Europa incalcolabile. La letteratura su San Benedetto e sul monachesimo occidentale è poi vastissima. Negli ultimi anni si sta delineando un interesse sui valori etici e spirituali delle figure del monaco e dell'abate. I saggi scritti sono molti. In modo preponderante essi privilegiano l'importanza delle virtù per definire una possibile leadership cristiana secondo San Benedetto. A integrazione e complemento di questa letteratura si presenta ora, in modo unico e inconsueto, il lungo saggio del manager-giornalista Alessandro Paglia: IL MONASTERO COME AZIENDA. L'autore cambia il punto di vista di lettura della REGOLA affrontando e illustrando per la prima volta il tema della struttura organica e funzionale del monastero con l'applicazione del rapporto organizzazione-strategia cosi come esso vive con San Benedetto.
Nei primi capitoli il libro presenta la vita di San Benedetto inquadrata nello sfacelo della società a seguito della caduta dell'impero romano (476 d.C.) e la calata dei goti in Italia con le conseguenti guerre gotico-bizantine. I primi monasteri fondati da San Benedetto a Subiaco e poi a Montecassino appaiono come ancore di salvezza per la popolazione fuggiasca e  abbandonata e sono pienamente in linea con le direttive di soccorso ai bisognosi impartite dai pontefici a partire da papa Simmaco (497 d.C ).
I monasteri trasformati da San Benedetto diventano presidi sicuri di lavoro con le nuove norme di aggregazione che recuperano la cultura militare romana sia nella costruzione degli edifici che con le idee di funzionamento: si veda il recupero di fortini e di ville romane con l'edificio della  chiesa in centro; l'organizzazione gerarchica del monastero resa flessibile; il modo di decidere dell'abate in modo "partecipato". Questi assunti diverranno nel tempo formule strategiche di successo e faranno dei monasteri dei sistemi sociali di primordine soprattutto in Europa. L'autore riporta al riguardo alcuni esempi significativi.
Dopo la illustrazione delle origini della REGOLA, il Paglia passa poi a spiegare l'attualità del dettato benedettino confrontandolo con le teorie moderne della organizzazione del lavoro nate con Taylor all'inizio del secolo scorso. Così si scopre come i quatro doveri e le dieci esortazioni dell'abate come manager, le sei direttive dell'abate-imprenditore e il costruire alla romana degli abati-ingegneri  con riferimento al pretorio contengano il meglio di tutte le forme o teorie dell'organizzazione sviluppatesi fino ad oggi: la REGOLA le comprende tutte con il primato dell'uomo sempre al centro di ogni attività.
Con questo tipo di lettura la figura dell'abate-manager ne esce completata con le attività di costruttore e di imprenditore. Come pure viene approfondita la figura del monaco-lavoratore con il suo impegno giornaliero ripartito con otto ore dedicate alla preghiera, otto al lavoro e otto al riposo, che Paglia chiama "la regolarità del 3 per 8". Se aggiungiamo ad essi la parte spirituale (l'abate come rappresentante di Cristo, padre del monastero, pastore di anime, maestro e giudice, dispensatore della casa di Dio, sollecito e amoroso verso i fratelli; e il monaco, come innamorato di Cristo) le figure dell'abate e del monaco diventano ammirabili. J.L. Borges ha scritto di loro: "sono personaggi eterni".
Dalla attualità alla originalità. Nell'ultimo capitolo del libro "L'ordine come fattore e fine aziendali" l'autore riassume la REGOLA con un ideogramma grafico che riporta quattro pilastri (della struttura, delle procedure, del comportamento e delle relazioni umane) legati tra loro dal sistema dell'obbedienza e su cui poggia la cupola dell'ordine. Una sintesi che è accompagnata da riflessioni che dapprima  spostano la ragione verso la fede (dialogo in cui Tertullio ricorda che San Benedetto chiudeva le sue lezioni ai monaci con le parole di Sant'Agostino "ricordatevi, fratelli, che Dio ama l'ordine perché egli è ORDINE") e poi verso la scienza con molteplici cenni sull'importanza del trinomio "ordine- organizazione- obbedienza" nella fisica, nell'architettura, nell'arte, nella economia, nella filosofia e nella sociologia. Millecinquecento anni fa San Benedetto vedeva cose che gli altri non vedevano: innovava, creava. Il primate emerito Notker Wolf, nella sua prefazione, sottolinea questo aspetto del libro "(l'autore) ha sempre sullo sfondo il tema dell'importanza dell'ordine, perché Benedetto resta un vero romano, segnato dal principio - serva ordinem et ordo te servabit-", concludendo che "rispetto ai molti libri scritti su Benedetto e la REGOLA, Paglia fa un passo avanti".

domenica 7 gennaio 2018

L'ordine della città

L'ordine della città
Controllo del territorio e repressione del crimine nell'Italia comunale (secoli XIII-XIV)
di Paolo Grillo
pp. 148, € 17,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2017
ISBN: 9788867289004

La pattuglia di guardie che alla luce di una lanterna controlla di notte le strade delle città è un’immagine frequente nella novellistica del tardo Medioevo ed è stata resa mainstream da innumerevoli romanzi, film e fumetti. Essa, però, ha una data di nascita ben precisa: fu infatti tra la fine del Duecento e i primi decenni del Trecento che nei principali centri urbani italiani e europei si decise di creare vere e proprie forze di “polizia” alle dipendenze delle autorità pubbliche, che affiancassero il tradizionale sistema detto dell’Accorruomo, in base al quale erano gli abitanti delle contrade e delle parrocchie a dover intervenire in caso di violenze e di furti per cercare di catturare i colpevoli e assicurarli alla giustizia.
Questo libro indaga il primo costituirsi di queste forze nell’Italia comunale, sia nei rapporti, spesso conflittuali, con le organizzazioni preesistenti, sia in quelli con i nuovi poteri – popolari o signorili – che intendevano imporre alle collettività una nuova e più stringente nozione di “ordine”.
Paolo Grillo è professore di Storia medievale presso l’Università degli Studi di Milano. Il suo principale ambito di ricerca è il mondo comunale italiano dei secoli XII-XIV nei suoi molteplici aspetti politici, istituzionali, sociali, religiosi e militari. Oltre a diversi saggi, ha recentemente pubblicato: Cavalieri e popoli in armi. Le istituzioni militari nell’Italia medievale, Laterza, Roma-Bari 2008; Monaci e città: comuni urbani e abbazie cistercensi nell’Italia nord-occidentale (sec. XIII-XIV), Biblioteca Francescana, Milano 2008; Legnano 1176. Una battaglia per la libertà, Laterza, Roma-Bari 2010.

sabato 6 gennaio 2018

Analisi del costume tra Tarda Antichità e Alto Medioevo

Analisi del costume tra Tarda Antichità e Alto Medioevo
di Sonia Fazio
pp. 152, € 16,90
BookSprint Edizioni, 2017
ISBN: 9788824911924

Il libro mira ad esaminare uno dei capitoli meno approfonditi della storia della moda, quello che intercorre tra i secoli V e IX d.C., osservando i costumi delle popolazioni che si susseguirono sulla penisola italiana. L'osservazione delle fogge e dei tessuti degli abiti, degli accessori e dei monili, della loro evoluzione e delle reciproche contaminazioni - qui svolta attraverso l'indagine comparata di fonti di natura archeologica, storica e iconografica - permette di comprendere meglio le tendenze affermatesi successivamente o di cogliere un parallelismo inaspettato in un capo magari in voga secoli dopo.
Sonia Fazio (Alba, 1991) dopo la laurea in Scienze dei beni culturali presso l’Università Cattolica di Milano si è specializzata in Storia delle arti e conservazione dei beni artistici all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Attualmente collabora con l’associazione Ambiente & Cultura in cui si occupa principalmente di visite divulgative e attività didattiche e tiene corsi di storia dell’arte.