sabato 27 aprile 2024

Personaggi e motivi arturiani nella poesia di trovatori e trovieri

Personaggi e motivi arturiani nella poesia di trovatori e trovieri
di Margherita Bisceglia
pp. 272; € 130,00
L'Erma di Bretschnider, 2024
ISBN: 9788891333056
 
A partire dalle citazioni onomastiche di personaggi come Artù, Tristano e Merlino nelle liriche di trovatori e trovieri, nel volume si stabilisce una connessione fra la lirica medievale romanza e la tradizione della narrativa arturiana. L’uso di exempla e di motivi riconducibili al romanzo arturiano risulta ben consolidato in entrambe le tradizioni poetiche esaminate, in cui ampio spazio è dato naturalmente alla vicenda tristaniana e ai suoi protagonisti, ma nelle quali non mancano riferimenti agli altri personaggi. Il lavoro è strutturato dunque in due parti, la prima dedicata alla materia tristaniana, la seconda incentrata sulla materia arturiana. Non di rado, i contesti e gli ambienti in cui si sviluppa la narrativa sono vicini a quelli in cui si produce e circola la lirica di matrice trobadorica. Di conseguenza, sia sul piano formale e lessicale sia sul piano ideologico e dottrinale, si rilevano fra le due espressioni artistico-letterarie punti di incontro e confronto. Queste pagine offrono un’analisi dei riferimenti ai personaggi arturiani individuati nella poesia dei trovatori e dei trovieri, accompagnata da un esame delle convergenze fra lirica e narrativa in corrispondenza dei rinvii, senza trascurare uno sguardo d'insieme volto a far luce sulle funzioni assunte dalle figure citate e sulle modalità con cui esse vengono integrate nel discorso lirico sviluppatosi fra XII e XIII secolo in ambito galloromanzo.
Margherita Bisceglia (San Giovanni Rotondo 1992), dopo la Laurea magistrale in Filologia Moderna, ha frequentato il Dottorato in Scienze del Testo presso l’Università di Roma Sapienza in cotutela con l’Universitat de Barcelona. Nel luglio 2021 ha conseguito il titolo di Dottoressa di Ricerca, discutendo una tesi sui personaggi e i motivi arturiani nella lirica galloromanza, sotto la direzione congiunta del prof. Paolo Canettieri e della prof.ssa. Meritxell Simó. Attualmente è assegnista di ricerca presso l’Università di Roma Sapienza, i suoi interessi sono rivolti principalmente alla lirica dei trovieri e alla narrativa arturiana in versi.

venerdì 26 aprile 2024

Chiese di stile bizantino in Italia

Chiese di stile bizantino in Italia
pp. 128; € 16,90 (Acquista online con il 5% di sconto)
White Star, 2024
ISBN: 9788854054035

Cupole complesse e bellissime, piante a croce greca, mosaici iridescenti a decorare pareti e volte: sono alcuni tratti distintivi dell’arte bizantina, di tradizione orientale, giunta in Italia attraverso contaminazioni storiche (Bisanzio fu ca­pitale dell’Impero Romano con il nome di Costantinopoli) e che ritroviamo in una combinazione spesso sorprendente in alcune delle più belle chiese del nostro Paese.

• Il volume fa parte della collana I luoghi della spiritualità, che conduce i lettori in un viaggio tra arte, storia e fede.
• Dalle inconfondibili linee orientali di San Marco a Ve­nezia agli scintillanti mosaici di San Vitale a Ravenna, fino alle cupole che sembrano spuntare dal nulla in Calabria in Puglia: alla scoperta dell’eredità dell’arte bizantina in Italia.
• Impreziosiscono il volume le foto National Geographic, che rivelano l’essenza spirituale di luoghi e opere d’arte.

giovedì 25 aprile 2024

Nicolò di Giacomo

Nicolò di Giacomo
Un "Breviario" giovanile tra Bologna e Firenze
di Fabio Massaccesi
pp. 160; € 24,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Silvana Editoriale, 2024
ISBN: 9788836655809

Tra i codici miniati appartenenti alla Biblioteca Universitaria di Bologna e parte del lascito di papa Benedetto XIV, c’è il “Breviario” manoscritto 343 proveniente dalla certosa di San Gerolamo di Bologna.

Privo di studi specialistici, presenta una decorazione di XIV secolo che in questa sede si propone di attribuire al pennello di Nicolò di Giacomo, tra i più importanti artisti dalla seconda metà del Trecento che hanno monopolizzato lo scenario della miniatura entro e fuori Bologna.
Attraverso uno studio accurato e interdisciplinare, che ha visto approfondite ricerche anche dei contenuti liturgico-musicali, il manoscritto è risultato un’importante aggiunta alla comprensione della rara fase giovanile dell’artista, ancora dipendente dai modi del Maestro del 1346, ma non priva di incertezze critiche sulle quali il presente intervento apporta nuovi dati e spunti di riflessione.
La ricostruzione, inoltre, del contesto in cui il codice venne eseguito e la stessa sua compravendita nel 1365 all’interno delle “reti monastiche” certosine hanno permesso di ricomporre un inedito spaccato storico, comprendente il ruolo della certosa di Bologna nella fondazione di quella di San Lorenzo del Galluzzo di Firenze.
Fabio Massaccesi insegna Storia dell’Arte Medievale all’Università di Bologna. Ha pubblicato saggi, articoli e volumi sulla storia dell’arte medievale su temi legati all’architettura, committenza, iconografia, pittura e miniatura in un arco temporale che va dal XII al XV secolo, con particolare attenzione all’Emilia-Romagna.
Allo studio dei contesti architettonici ha di recente dedicato il volume Spazi del sacro nell’Italia medievale (2022). È condirettore della rivista del Dipartimento delle Arti (DAR) «Intrecci d’Arte» ed è parte dell’editorial board della collana internazionale «The Senses and Material Culture in a Global Perspective» di Brepols. È inoltre membro della Società Internazionale di Storia della Miniatura e del gruppo di ricerca Ius Illuminatum.

mercoledì 24 aprile 2024

Bari nella Puglia bizantina

Bari nella Puglia bizantina
Le Basiliche dei Grandi Santi Gregorio Nicola Sabino
di Giovanni Bellomo
pp. 364; € 37,50 (Acquista online con lo sconto del 5%)
EBS Print, 2024
ISBN: 979-12-5585-349-7

Un singolare saggio storico di arte ed architettura potrebbe ambire a far emergere dal fondo di una decina di secoli tre notevoli basiliche di Bari, a ripulirle dalla patina formatasi ed a mostrarle ad un pubblico del XXI secolo più aperto ad una visione culturale che vada ben oltre il semplice aspetto turistico? Ardimentoso regista del tentativo è Giovanni Bellomo. Da docente e biologo ha ben saputo trasferire tutta la passione professionale di ricerca scientifica in un ambito culturale storico d’arte ed architettura, a prima vista ed a torto a lui non confacente, con strumenti nuovi come la rete Internet, il riuso di antiche unità di misura dimenticate, l’archeoastronomia e il simbolismo cristiano riscoperto. Il lettore resterà sorpreso e coinvolto come spettatore di uno scenario tornato a risplendere degli antichi colori attraverso immagini fotografiche talvolta inusuali o sconosciute. Le tre basiliche, come navi all’insegna dei loro grandiosi santi Gregorio, Nicola e Sabino, salpando da un meraviglioso porto bizantino, riprendono a navigare verso il futuro. Uno straordinario viaggio con varie soste, tra abbaglianti conoscenze e inattese emozioni come nelle “Teofanie solstiziali estive”, che aspettano il lettore che vorrà intraprendere l’inconsueta crociera dal libro proposta.
Giovanni Bellomo nasce nel secondo dopoguerra a Casamassima, in una stanza al piano nobile di una palazzina ottocentesca liberata da sfollati baresi, dove ritornerà a fine anni ‘50 quando l’edificio sarà adibito a Scuola Media Inferiore. Negli studi al Liceo Classico D. Morea di Conversano conosce le Scienze Naturali e la Storia dell’Arte. Seguirà l’iscrizione a Scienze Biologiche presso l’Università di Bari. Gli si aprono gli occhi e la mente. Le conoscenze scientifiche lo stimolano e lo soddisfano. Aveva scelto bene. Nei laboratori dell’Istituto di Biochimica apprende le prime tecniche di Analisi. Volontario nel Laboratorio di Analisi dell’Ospedale Di Venere, acquista in Concorso l’Idoneità di Biologo Analista. Dopo il Servizio Militare a Torino, frequenta a Milano un corso formativo come Collaboratore Scientifico per conto della Biochemia - Boehringer Mannheim. Diventerà responsabile della promozione e cura di prodotti diagnostici nei Laboratori di Analisi pubblici e privati della Puglia. Passato all’Insegnamento di Chimica e Biologia negli Istituti Superiori, apre e dirige da biologo un Laboratorio di Analisi Cliniche a Casamassima. Alla famiglia e ai viaggi in Europa alternerà l’impegno sociale come Presidente della Pro Loco dal 1994 al 2008 nel paese natale. Per alcuni anni sarà anche Vice Presidente regionale UNPLI. La notorietà era stata favorita dalla pubblicazione di un testo di Storia Locale nel 1991 “Le strade storiche di Casamassima”, in cui si coniugavano ricerca scientifica, statistica, ricerca storica documentale e riferimenti alla Storia dell’Architettura. A cura della Pro Loco sarà rinnovata “La Pentolaccia” e innovati “Il Balcone Fiorito nel Borgo Antico” e “il Corteo Storico di Corrado IV di Svevia”. Da diversi anni è componente del Consiglio direttivo dell’Archeoclub “Italo Rizzi” di Bari.

martedì 23 aprile 2024

La montagna e i principi

La montagna e i principi
Corti delle Alpi occidentali tra XIII e XV secolo: strutture territoriali, insediamento, architettura
di Enrico Lusso
pp. 748; € 70,00
Bonanno Editore, 2023
ISBN: 978-88-6318-234-5

Il volume, inserendosi in una consolidata tradizione di studi, indaga le dinamiche bassomedievali di formazione e assestamento dei maggiori principati sviluppati a cavallo del settore meridionale delle Alpi occidentali, ovvero la contea di Savoia (con il principato subalpino dei Savoia-Acaia), il marchesato di Saluzzo, il Delfinato e la contea di Provenza. Si tratta di corpi geopolitici che trovavano la propria ragione e si sublimavano, da un lato, nella figura del dominus che li reggeva e, dall’altro, nel territorio su cui egli estendeva il proprio dominio. Un territorio che, per la sua stessa natura alpina, presenta interessanti specificità, riconducibili al fatto di essere stato ritenuto – spesso semplicisticamente, soprattutto in riferimento ai secoli indagati – spazio periferico e di “frontiera”. Di certo i vari principati, seppure in modi e con esiti differenziati, conobbero una significativa accelerazione verso assetti più “moderni” e organizzati a partire dai decenni finali del XIII secolo. Se le cause possono apparire eterogenee, gli effetti di medio periodo furono convergenti e innescarono quei processi che, in capo a due secoli circa, avrebbero dato origine a ciò che oggi definiamo “stati”. I temi affrontati nello studio sono essenzialmente tre, corrispondenti ad altrettanti livelli di approfondimento. Punto di partenza è l’analisi del territorio, con le sue varie strutture e articolazioni insediative; quindi, si individuano i principali centri di frequentazione delle corti, di cui si ripercorrono assetti e organizzazione; infine, l’attenzione si concentra alla scala architettonica, indagando linee di committenza, modelli formali e logiche funzionali delle residenze che ospitarono con maggiore assiduità i principi e i loro entourage.
Enrico Lusso, dottore di ricerca in Storia e critica dei beni architettonici e ambientali, è professore associato di Storia dell’architettura presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Torino. Attualmente ricopre la carica di presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli. Tra le pubblicazioni principali si ricordano i volumi Forme dell’insediamento e dell’architettura nel basso medioevo (La Morra 2010), Domus hospitales. Ricoveri per viandanti e poveri nei territori subalpini (Torino 2010), La torre di Masio. Un contributo allo studio dei borghi di fondazione fortificati nell’Italia nord-occidentale (Alessandria 2013). È inoltre coautore, con Francesco Panero, del volume Castelli e borghi nel Piemonte bassomedievale (Alessandria 2008). Numerosi, infine, i suoi contributi in volumi e riviste scientifiche.

lunedì 22 aprile 2024

L'acqua e il diritto: la gestione dell'acqua nell'ordinamento statutario dell'Italia comunale

L'acqua e il diritto: la gestione dell'acqua nell'ordinamento statutario dell'Italia comunale
di Francesco Salvestrini
pp. 178; € 38,00 (Open access PDF / EBook clicca qui !)
Archeopress, 2024
ISBN: 9781803277363

Il volume offre un’ampia panoramica, estesa a gran parte del territorio italiano e condotta in una dimensione comparativa, del rapporto esistente tra insediamenti umani e gestione delle acque nell’Italia della tarda età comunale, privilegiando la prospettiva della fonte legislativa (statuti di comunità cittadine e rurali, di associazioni, di enti e di consorzi). Questa, infatti, è l’unica prospettiva che appare in grado di coprire, con riferimento a tipologie documentarie relativamente omogenee, ambiti territoriali molto ampi e diversificati. Inoltre, il testo si inserisce in un dibattito storiografico alimentato da recenti pubblicazioni circa l’impiego dell’acqua nei centri urbani e nelle campagne, evidenziando una netta distinzione tra Italia continentale o padana e Italia peninsulare-insulare. In questo senso il libro adotta una nuova prospettiva di analisi e lo fa attraverso la lettura parallela di testimonianze legislative e realizzazioni architettoniche di committenza pubblica, come ponti, fontane, acquedotti e canali, intesi come espressione monumentale del potere politico. Infine il libro si occupa del problema delle acque reflue e della salute pubblica connessa all’uso dell’elemento, sottolineando l’assenza, per i secoli XIII-XIV, di una prospettiva ‘igienico-sanitaria’ a vantaggio di una più ampia tutela del decoro, implicante una concezione non solo fisica ma anche ‘morale’ dell’acqua presso i legislatori e la più vasta società del periodo.
Francesco Siavestrini insegna Storia Medievale all’Università di Firenze. Si occupa di storia del monachesimo benedettino, segnatamente vallombrosano, camaldolese e cistercense, con particolare attenzione alla storia delle istituzioni ecclesiastiche, ma ha dedicato lavori anche allo studio del rapporto fra insediamenti umani ed aree boschive e fluviali, alla storia della storiografia e dell’erudizione nella Toscana d’Ancien Régime, alla normativa delle città comunali italiane. Fra le sue monografie si segnala: Libera città su fiume regale. Firenze e l’Arno dall’Antichità al Quattrocento, Firenze, 2005; Disciplina caritatis. Il monachesimo vallombrosano tra medioevo e prima età moderna, Roma, 2008; Il carisma della magnificenza. L’abate vallombrosano Biagio Milanesi e la tradizione benedettina nell’Italia del Rinascimento, Roma, 2017. Studi sulle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana, vol. 6. - (settembre 2020).

L’architettura romanica vallombrosana in Toscana

L’architettura romanica vallombrosana in Toscana
di Italo Moretti
a cura di Fabio Gabrielli, Alberto Malvolti, Giuliano Pinto
pp. 624; € 60,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Pacini Editore, 2024
ISBN: 979-12-5486-346-6

«Il volume che qui si presenta è il frutto di tanti anni di lavoro su testi e documenti, nonché di ricerca sul campo, che Italo Moretti, scomparso nell’aprile del 2022, non è riuscito a vedere a stampa, e che i curatori, legati a lui da stretti vincoli di amicizia – e nel caso di Fabio Gabbrielli anche da rapporti di discepolato – si sono sentiti in dovere di portare a conclusione. In Moretti la passione per la storia dell’architettura medievale era iniziata ancor prima della laurea in Lettere discussa nel 1976 a Firenze con una tesi su L’architettura romanica religiosa nell’antico territorio di Siena, relatore Roberto Salvini. Già allora egli vantava numerosi studi pubblicati a partire dai primi anni Settanta, e fu grazie a questi lavori che nel 1979 ottenne l’incarico di Storia dell’urbanistica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena, dove nel 1985 divenne professore associato di Storia dell’Architettura, cattedra tenuta sino al pensionamento nel 2007. Nei quasi tre decenni di insegnamento universitario Moretti ha tenuto a Siena – o come professore supplente a Firenze – anche corsi di Storia della città e del territorio e di Architettura del paesaggio, intitolazioni che danno conto dell’ampiezza dei suoi interessi…» (I Curatori)
Fabio Gabrielli è Professore associato di Storia dell'architettura presso l'Università di Siena (dal 2005).
Giuliano Pinto è professore emerito di Storia medievale nell’Università di Firenze. I suoi studi hanno per oggetto prevalente la società italiana del basso Medioevo, con particolare attenzione agli aspetti economici, all’evoluzione demografica, ai rapporti tra città e territorio.

domenica 21 aprile 2024

Normanni, benedettini e templari nella valle del Simeto

Normanni, benedettini e templari nella valle del Simeto
Un’indagine tra Mito e Storia
di Massimo Scalisi
pp. 272; € 19,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Algra Editore, 2024
ISBN: 978-88-9341-724-2 

“Nella Sicilia orientale, a partire dal regno di Ruggero II si assiste al proliferare di un gran numero di frati e monaci, in particolare, cluniacensi, ospedalieri, cistercensi e templari. La presenza di questi ultimi sarà particolarmente intensa durante il regno di Guglielmo II di Altavilla.”

Tra il fiume Simeto e il vulcano Etna compaiono storie, misteri, miti e leggende che ripercorrono le tappe più importanti del passato della Sicilia. In particolare, le relazioni dell’ordine del Tempio con i principi normanni e con il monachesimo benedettino della Sicilia orientale segnano l’importanza strategica di questa terra nell’itinerario medievale dei pellegrinaggi e dei commerci che raggiungeva le rotte marittime del Mediterraneo e la Terra Santa.
Massimo Scalisi, laureato in Scienze Politiche, indirizzo storico-politico, presso l’Università degli Studi di Catania, ha conseguito una specializzazione in “Conservazione dei Beni Culturali ed Archeologici”, presso l’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, e un Master in Islamistica, presso l’“Istituto Universitario Orientale” di Napoli. Ha pubblicato nel 2018, per Officina della Stampa di Catania, I templari e l’ordine monastico di Santa Maria della Valle di Josaphat. Alla ricerca delle origini dei Poveri Cavalieri di Cristo.

sabato 20 aprile 2024

La cattedrale di Gerace

La cattedrale di Gerace
L’impronta ottoniana tra Bizantini e Normanni nell’Italia meridionale
di Attilio M. Spanò
pp. 280; € 30,00
Gagemi Editore, 2024
ISBN: 9788849250930

La cattedrale di Gerace è uno dei monumenti più conosciuti e meno studiati della Calabria. Al di là della sua evidenza materiale, la grande basilica è sempre stata considerata normanna e testimone di quella campagna costruttiva volta alla sostituzione dell’elemento bizantino con quello occidentale. Questo studio interviene, invece, direttamente sull’edificio, ne analizza la sua consistenza fisica, leggendola tra le pieghe delle stratificazioni storiche e architettoniche, esulando dalla precarietà delle fonti, prendendo le distanze da una storiografia spesso superficiale, per individuare la sua personalità e, necessariamente, la sua cultura di appartenenza. La monumentale cattedrale, così come si pone in antitesi all’architettura bizantina, allo stesso modo non ripete forme francesizzanti di origine normanna. Inoltre non si prefigge lo scopo di annientare e distruggere la realtà locrese-bizantina, che già dall’VIII secolo, permette lo sviluppo del castrum di Gerace, ma piuttosto la rispetta e la esalta, come testimone di una fede antica e di una profonda classicità. Da quanto emerge dal questa ricerca, la cattedrale è da considerarsi come frutto della volontà politica e artistica degli Imperatori del Sacro Romano Impero, in particolare di Ottone II di Sassonia e dei suoi discendenti. La basilica, ripete le forme proprie della tipologia imperiale di Merseburg, configurandosi come la più meridionale delle grandi basiliche ottoniane di X secolo. La sua presenza a Gerace prima dell’arrivo dei Normanni, la identifica come un imprescindibile punto di riferimento per tutta l’architettura di Ruggero Gran Conte. Essa diventa, infatti, il modello dell’architettura normanna calabrese e siciliana della seconda metà dell’XI secolo, che muta le forme francesizzanti imposte da Roberto il Guiscardo, per una spinta classicheggiante di origine paleocristiana e di chiaro stampo imperiale; scelta che finirà con l’essere rigettata da Ruggero II, all’indomani della nascita del Regnum, quando diventerà importante rivolgersi veramente alla Normandia, ma con un mutato spirito siciliano.

Attilio M. Spanò è Storico dell’Arte Medievale e Moderna, laureato e specializzato presso l’Università la Sapienza di Roma e dottore di Ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali, docente presso le Scuole Superiori. Si occupa attivamente di ricerca storico artistica, orientata verso le architetture medievali nel Meridione d’Italia, in collegamento con i grandi eventi artistici sia italiani che europei. Ha all’attivo una serie di pubblicazioni sull’arte e sugli insediamenti francescani nella Calabria, dagli esordi fino ai Cappuccini. È consulente storico-artistico per il Comune di Gerace, e si occupa di eventi di arte contemporanea in rapporto a siti storici di età medievale e greco-romana, insistenti sul territorio della Locride e non solo.

venerdì 19 aprile 2024

Un’oligarchia urbana

Un’oligarchia urbana
Politica ed economia a Torino fra Tre e Quattrocento
di Alessandro Barbero
pp. 420; € 29,00
Viella, 2024
ISBN: 9791254693919

Alla fine del Trecento, Torino è una città provata dalla guerra e dalla recessione e la sua popolazione è in calo. La crisi radicalizza i conflitti sociali e politici: nobili e popolari, dopo aver raggiunto un accordo, tornano a scontrarsi, mentre la ricchezza di mercanti e imprenditori non tiene il passo con quella nobiliare fondata sulla terra. I traffici, nonostante la crisi, conservano uno spazio: accanto ai mercanti che falliscono, altri fanno fortuna e osti e macellai si arricchiscono. Ma nel complesso il volume d’affari declina rispetto ai livelli raggiunti alla metà del Trecento, mentre più solida che mai appare l’egemonia nobiliare.

Occorrerà che la crisi si allenti, che il passaggio sotto il governo del duca di Savoia riporti la pace, che la popolazione riprenda a crescere, perché la spaccatura fra oligarchia nobiliare e oligarchia popolare si ricomponga e le famiglie superstiti dell’uno e dell’altro gruppo si uniscano nel patriziato che governerà la città sotto l’Antico Regime.
Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Carlo Magno. Un padre dell’Europa (Laterza 2000); 9 agosto 378: il giorno dei barbari (Laterza 2005); Costantino il vincitore (Salerno 2016); Dante (Laterza 2020).

giovedì 18 aprile 2024

Moralis philosophia

Moralis philosophia
di Ruggero Bacone
Traduzione italiana con testo latino a fronte a cura di Paola Bernardini, Carla Casagrande, Chiara Crisciani, Roberto Lambertini, Cecilia Panti, Michela Pereira, Anna Rodolfi e Silvana Vecchio
pp. V-509, € 72,00
Sismel, 2024
ISBN: 978-88-9290-302-9
 
Il libro presenta la prima traduzione italiana della Moralis philosophia, che costituisce l’ultima parte dell’Opus maius, la vasta e originale proposta di riforma del sapere del francescano inglese Ruggero Bacone indirizzata a papa Clemente IV nel 1267. Bacone colloca la morale al vertice della gerarchia delle scienze, a conferma del primato della praxis e in controtendenza rispetto all’etica tradizionale d’impianto teologico ed esegetico e ai commenti scolastici all’Etica Nicomachea. Inoltre riprende in questo ambito la critica alla cultura cristiana del suo tempo e afferma che la morale, orientata alla salvezza umana, può svolgere il ruolo, che le spetta, di regina delle scienze soltanto apprendendo la lezione degli antichi, fra cui primeggia Seneca. Frutto di una ricerca seminariale pluriennale, questa traduzione, accompagnata da note di commento, lascia trasparire l’affinità di metodo e le competenze diverse del gruppo che l’ha curata con l’obiettivo di affrontare in maniera approfondita la filosofia morale baconiana, esplorandone le molteplici tematiche e le fonti teologiche, metafisiche, astrologiche, storiche, retoriche e giuridiche.
Ruggero Bacone, in inglese Roger Bacon e ampiamente noto con l'appellativo latino di Doctor Mirabilis (Ilchester, 1214 circa – Oxford, 1292 circa), è stato un religioso, filosofo, scienziato, teologo ed alchimista britannico.

mercoledì 17 aprile 2024

L'arredo liturgico nell'Abruzzo medievale (XII-XIV secolo)

L'arredo liturgico nell'Abruzzo medievale (XII-XIV secolo)
di Eleonora Tosti
pp. 248; € 40,00
De Luca Editori d'Arte, 2024
ISBN: 978-88-6557-538-3

Con la graduale annessione al Regnum Siciliae nei decenni centrali del XII secolo, nelle terre d’Abruzzo si assistette a una capillare ripresa dei cantieri di architettura sacra per iniziativa del clero secolare e degli ordini monastici. Il rinnovamento degli edifici ecclesiastici rese necessario il riassetto degli allestimenti liturgici mediante l’erezione o l’adeguamento di amboni, cibori, altari, pergole e candelabri per il cero pasquale, la sopravvivenza dei quali fornisce in alcuni casi la sola testimonianza della storia medievale dei siti chiesastici. Il presente volume intende indagare la produzione di suppellettili liturgiche prodotte tra XII e XIV, con particolare attenzione alla loro forma e funzione, soprattutto in rapporto all’articolazione del rito e all’architettura. Principalmente si rifletterà sui processi di interazione spaziale che coinvolsero gli edifici sacri d’Abruzzo nel pieno e nel tardo Medioevo, sulle peculiarità dei dispositivi liturgici, quali i caratteri iconografici e le inerenti simbologie, sull’articolazione dello spazio sacro e sulle cause che ne determinarono la conservazione, la trasformazione o la definitiva perdita.
Eleonora Tosti si è specializzata in Storia dell’arte medievale alla Sapienza Università di Roma, dove ha conseguito il Dottorato di ricerca, discutendo una tesi dal titolo L’arredo liturgico nell’Abruzzo medievale (XII-XIV secolo). Dal 2020 è membro del progetto di ricerca Mapping Sacred Space. Forms, Functions, and Aesthetics in Medieval Southern Italy promosso dalla Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte, in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Antropologia, Religione, Arte, Spettacolo della Sapienza Università di Roma.

martedì 16 aprile 2024

Rinascimento conteso

Rinascimento conteso
Francia e Italia, un'amicizia ambigua
di Giovanni Ricci
pp. 216; € 22,00
Il Mulino, 2024
ISBN: 978-88-15-38886-5

Dove ha origine il velo di reciproca insofferenza che pervade tuttora le relazioni, così strette e condivise in ogni campo, fra Italiani e Francesi? Furono le Guerre d’Italia, iniziate nel 1494 con la discesa di Carlo VIII re di Francia, a stabilire un contatto ravvicinato, in un quadro tuttavia di asimmetria di forze. Fino al 1559 l’Italia fu devastata dalle armate straniere mentre i suoi artisti venivano esaltati alla corte di Francia. Ecco l’indefinibile contraddizione: la gloria di Leonardo ad Amboise e il saccheggio di città come Brescia, Capua, Ravenna. Giovanni Ricci racconta, attraverso episodi talora poco noti e stupefacenti, il formarsi dell’ambigua e intensa amicizia fra due popoli che la geografia e la storia hanno voluto così vicini.

Giovanni Ricci ha insegnato Storia dell’Europa moderna nell’Università di Ferrara. Con il Mulino ha pubblicato: «Povertà, vergogna, superbia» (1996; finalista Premio Viareggio), «Il principe e la morte» (1998), «Ossessione turca» (2002), «I giovani, i morti» (2007) e «I turchi alle porte» (2008).

lunedì 15 aprile 2024

La leggenda di san Giuliano l'Ospitaliere

La leggenda di san Giuliano l'Ospitaliere
di Gustave Flaubert
con un testo di Elisabeth de Fontenay
traduzioni di Francesca Gallo e Ginevra Quadrio Curzio
testo francese a fronte
pp. 116; € 12,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
La Vita Felice, 2023
ISBN: 9788893466950

Frutto di una stesura che durò circa trent’anni prima di essere consegnato alle stampe, questo racconto dal gusto medievale e dalla raffinata scelta linguistica accosta elementi fiabeschi, storici ed epico-cavallereschi per ripercorrere la vicenda di un personaggio leggendario: san Giuliano l’Ospitaliere. Cresciuto in libertà nella natura, la sua passione per la caccia e anni di feroci battaglie sembrano allontanarlo dal destino di conquistatore e santo che gli era stato promesso alla nascita da due messaggeri celesti. Tuttavia, a causa di un terribile malinteso e del dolore che ne segue, ritornerà sulla via prestabilita, espiando le sue colpe.
Francesca Gallo insegna Storia dell’arte contemporanea alla Sapienza Università di Roma. Si occupa del nesso fra teoria e tecniche esecutive nell’arte e nella critica d’arte dell’Ottocento e del Novecento.
Ginevra Quadrio Curzio: traduttrice e saggista, si e laureata in Filosofia a Berlino con una tesi sulla teoria del lutto nell’Origine del dramma barocco tedesco di Walter Benjamin. Ha collaborato come traduttrice all’edizione delle Opere complete di Walter Benjamin e scritto per diverse testate, tra cui «Berliner Zeitung», «Il Foglio» e «Il Sole 24 Ore».

domenica 14 aprile 2024

La terra piatta

La terra piatta
Geneaologia di un malinteso
di Violaine Giacomotto-Charra, Sylvie Nony
con la prefazione di Alessandro Vanoli
pp. 224; € 20,00
Il Mulino, 2024
ISBN: 978-88-15-38881-0

Nel Medioevo si credeva davvero che la Terra fosse piatta? Violaine Giacomotto-Charra e Sylvie Nony tracciano la storia di questo luogo comune e cercano di comprenderne la genesi. A partire dalle fonti antiche, questo libro rigoroso e vivace esplora la storia della scienza e del sapere durante il Medioevo e il Rinascimento e si concentra sulla genealogia del mito della Terra piatta per capire perché persista nonostante le evidenze scientifiche contrarie. Una riflessione, non priva di umorismo, su come le idee errate possono resistere nel tempo e sul modo in cui le credenze si diffondono nella società.

Violaine Giacomotto-Charra insegna Storia della conoscenza e Lingua e letteratura rinascimentale nell’Università Bordeaux Montaigne. Si occupa di analisi della scrittura e della diffusione delle conoscenze relative alla natura nel Rinascimento.
Sylvie Nony insegna Scienze fisiche. Il suo campo di ricerca è la fisica medievale araba.

sabato 13 aprile 2024

Gli spazi del vissuto nel Medioevo

Gli spazi del vissuto nel Medioevo
Scritti per Paola Galetti
a cura di Nicola Mancassola
pp. 318; € 60,00
All'Insegna del Giglio, 2024
ISBN: 9788892852020

Da alcuni anni, nel mondo accademico, si è diffusa la prassi che quando un docente universitario termina il servizio, i suoi più stretti collaboratori, a sua “insaputa”, confezionino un’opera miscellanea come riconoscimento del percorso scientifico svolto. Non è il caso di questo libro. Paola Galetti, non seguendo la prassi in auge, ha deciso di regalarsi un volume nel quale invitare direttamente amici, colleghi e giovani ricercatori (molti formatisi proprio facendo il dottorato con Paola) che a vario titolo e in varie circostanze hanno condiviso con lei percorsi di ricerca comune. Proprio perché l’interesse era spostato dai contenuti alle persone, agli autori non è stato dato alcun tema specifico, ma si è lasciato liberi di rendere omaggio a Paola nel modo che preferivano. A seconda delle singole sensibilità personali sono stati confezionati contributi più vasti e articolati, rispetto ad altri più puntuali e specifici. In tutti però è emersa l’attenzione d’essere coerenti con gli specifici filoni di indagine che Paola ha portato avanti in questi decenni di insegnamento e studio presso l’Università di Bologna. Il risultato è stato un volume coerente, che è stato possibile articolare in quattro nodi tematici: la storia degli studi, Piacenza, la città e il territorio. L’arco cronologico spazia dall’età tardo antica ai secoli finali del Medioevo, mentre l’areale geografico, sebbene incentrato prevalentemente sull’Italia padana, raggiunge il centro e il sud della Penisola, aprendo finestre anche sull’Europa medievale: Spagna e Polonia. Un aspetto che emerge con forza nel volume e che ha sempre contraddistinto la produzione scientifica di Paola è senza dubbio l’interdisciplinarietà, così la partecipazione di storici, archeologi, ingegneri e storici dell’arte rende l’opera alquanto vivace e ricca di spunti di riflessione metodologica.
Nicola Mancassola è ricercatore a tempo determinato in Metodologia della ricerca archeologica. Coniugando l’aspetto interdisciplinare tra archeologia e storia medievale, ha approfondito diversi aspetti della metodologia della ricerca, della storia degli insediamenti e della società rurale oltre ad aver indagato il rapporto tra uomo e ambiente dal periodo tardoantico fino ai secoli centrali del Medioevo. Un interesse particolare è stato rivolto alla digitalizzazione e gestione informatica dei dati nei vari aspetti della ricerca archeologica.

venerdì 12 aprile 2024

Nuova opera

Nuova opera
Edizione critica e annotata
a cura di Arianna Capirossi
pp. 382; € 19,90
Firenze University Press, 2022
ISBN: 978-88-5518-529-5

Il fiorentino Giovanni Cavalcanti (1381-1451 ca.), membro di un ramo decaduto della famiglia, ebbe una vita segnata dal carcere per debiti. Il desiderio di giustizia e rivalsa informa i suoi scritti. La Nuova opera è un testo eterogeneo: punteggiato da novelle e aneddoti, fra cronaca storica e satira morale, narra e commenta gli eventi che coinvolsero Firenze negli anni 1440-1447. Memore di Dante, letto con profitto da Machiavelli, l’autore denuncia le cruente opposizioni tra fazioni e la degenerazione nei vizi della città, nonché la violenza e la tendenza alla tirannide dilaganti nella penisola, con punte polemiche verso Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza, Cosimo de’ Medici. La nuova edizione critica e annotata guida i lettori attraverso la densa e vivace scrittura cavalcantiana.
La cronaca di Giovanni Cavalcanti è interessante e coraggiosa in quanto ha un piglio satirico ed è uno dei pochi testi del Quattrocento critici nei confronti di Cosimo de' Medici e della fazione medicea: forse proprio per questo ebbe una fortuna limitata, tant'è che a tutt’oggi l'autore risulta misconosciuto, nonostante sia stato poi una delle fonti di Machiavelli per le Istorie fiorentine. Il testo quattrocentesco, grazie alle numerose annotazioni, anche divulgative, di cui è corredato, è fruibile non solo da specialisti dell'argomento, ma anche da appassionati di storia.
Arianna Capirossi ha conseguito il dottorato in Italianistica presso l’Università di Firenze. È tutor didattico e cultrice di Letteratura italiana presso l’Università di Bologna. Per FUP ha pubblicato La ricezione di Seneca tragico tra Quattrocento e Cinquecento. Edizioni e volgarizzamenti (Firenze, 2020).

giovedì 11 aprile 2024

Marco Polo

Marco Polo
Storia e mito di un viaggio e di un libro
a cura di Samuela Simion, Eugenio Burgio
pp. 544; € 49,00 (Acquista onlne con il 5% di sconto)
Carocci, 2024
ISBN: 9788829025213
 
A sette secoli dalla morte di Marco Polo, il suo nome e l’opera che ha scritto con Rustichello da Pisa, il Devisement dou monde, evocano ancora i miti del viaggio e del ritorno, dell’Asia misteriosa e di Venezia; un mondo di merci, ricchezze, popoli, costumi inattesi. Dopo le grandi ricerche otto-novecentesche di impianto storico-positivista, gli studi sul viaggiatore e sul libro hanno ripreso slancio nell’ultimo ventennio. Si è riaperta così la questione testuale, in tutti i suoi aspetti, filologici e culturali (genesi, trasmissione, contesti di produzione e circolazione); si è lavorato sulla biografia dei due autori e sulla fisionomia del mito che su di loro si è stratificato; e si è tornati ad analizzare anche l’incontro con l’Asia narrato nel testo, per misurare nuovamente l’attendibilità del racconto e per riconsiderare quanto abbia influito su quei processi simbolici che le relazioni di viaggio innescano nella definizione del rapporto con l’Altro. In diciotto saggi redatti dai maggiori specialisti della materia, il volume offre una guida sullo stato delle ricerche e soprattutto invita a leggere, o rileggere, un classico della letteratura del Medioevo volgare.
Samuela Simion Insegna Filologia medievale e umanistica all’Università Ca’ Foscari Venezia. Si occupa di letteratura di viaggio.
Eugenio Burgio Insegna Filologia romanza all’Università Ca’ Foscari Venezia. Da tempo si occupa del Devisement dou monde.

mercoledì 10 aprile 2024

Antonello da Messina nella Pinacoteca Civica di Reggio Calabria

Antonello da Messina nella Pinacoteca Civica di Reggio Calabria
Studi scientifici, tecnica di esecuzione, notizie storico-artistiche e restauro
a cura di Giulia Germinario, Gloria Tranquilli, Daniela Vinci
pp. 208; € 29,00 (Acqiuista online con il 5% di sconto)
Rubbettino, 2024
ISBN: 9788849880335

Il volume illustra l’ampio lavoro di studio e ricerca che ha accompagnato il restauro dei due dipinti di Antonello da Messina, conservati nella Pinacoteca Civica di Reggio Calabria. Opere giovanili dell’artista messinese, sono giunte nel laboratorio dei dipinti su tavola dell’Istituto Centrale del Restauro grazie alla storica collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia che ne ha garantito la conservazione dagli anni Quaranta del Novecento. L’intento è stato quello di ampliare la conoscenza della prima fase dell’attività di Antonello da Messina attraverso l’elaborazione dei numerosi dati scientifici della campagna diagnostica, che ha avuto come focus lo studio della genesi compositiva dell’opera, la caratterizzazione dei materiali costitutivi e il controllo delle operazioni di restauro. Le immagini documentano le fasi dell’intervento e il recupero dei valori cromatici dei due piccoli capolavori. Tale articolato e specialistico lavoro di ricerca ha inoltre stimolato ulteriori riflessioni sul modus operandi del pittore siciliano.
Giulia Germinario è Ricercatrice dell’ISPC-CNR di Lecce, laurea in Diagnostica dei Beni Culturali e dottorato in Scienze Chimiche e Molecolari, è esperta di analisi scientifiche delle opere d’arte antiche e contemporanee. Ha pubblicato diversi lavori su riviste scientifiche. Insegna Chimica dei pigmenti e dei leganti presso l’ICR.
Gloria Tranquilli Ex-funzionario restauratore del MiC, laurea ICR, laurea specialistica in Conservazione dei Beni Culturali, ha prestato servizio a Venezia dove ha restaurato capolavori delle Gallerie dell’Accademia. Come docente ICR ha esercitato attività sia teorica che operativa. Ha pubblicato articoli sulla storia della conservazione.
Danila Vinci è Funzionario storico dell’arte del MiC in servizio presso la SABAP di Reggio Calabria e Vibo Valentia, laurea in Conservazione dei Beni Culturali, specializzazione in Tutela e valorizzazione dei beni storico-artistici, ha pubblicato lavori su beni storico-artistici calabresi.

martedì 9 aprile 2024

I templari lungo la via Emilia occidentale

I templari lungo la via Emilia occidentale
Storia e leggende
di Alberto Cavazzoli
pp. 105; € 15,00
CN Editore, 2024
EAN: 9791281152373

«Le Templiers sont parmi nous» scriveva il noto e controverso scrittore francese Gérard De Sède, «i Templari sono fra di noi», e ancora qui tra noi possiamo trovare “frammenti” della loro presenza. Perché i monaci guerrieri non furono presenti solo in Terra Santa o in Francia, ma per almeno due secoli stanziarono sulla più grande arteria viaria dell’Italia, la via Emilia, proteggendola e portando in quei territori le straordinarie conoscenze che avevano acquisito in oriente.
Alberto Cavazzoli, esperto di esoterismo e leggende medioevali, ci guida alla scoperta di quanto ancora rimane dei luoghi templari emiliani: resti di commende, magioni, ospitali e chiese che, a dispetto della damnatio memoriae che colpì l’ordine, si scoprono nelle città oppure abbandonati nelle campagne.

lunedì 8 aprile 2024

Con altra pelle

Con altra pelle
Maria di Francia, Shota Rustaveli e il Cavaliere Verde
di Roberto Talamo
pp. 176; € 22,50 (Acquista online con il 5% di sconto)
Liguori Editore, 2024
ISBN: 9788820770402

In questo libro, il lettore troverà uno studio tematico e comparatistico di tre testi del medioevo europeo: il lai di Maria di Francia intitolato Bisclavret (XII sec.), il romanzo arturiano inglese, di autore anonimo, Sir Gawain e il Cavaliere Verde (XIV sec.) e il poema cavalleresco georgiano Il cavaliere con la pelle di pantera di Shota Rustaveli (XII-XIII sec.). Il tema comune è quello dell’incontro perturbante con una pelle assolutamente altra: quella mutante del lupo mannaro di Maria di Francia, quella verde del cavaliere arturiano e quella di pantera del cavaliere protagonista del poema di Rustaveli. L’incontro con l’altra pelle segna in modo determinante l’identità stessa dei personaggi che con essa si confrontano. I tre testi sono sia studiati in sé, con importanti acquisizioni anche dal punto di vista dell’interpretazione, sia accostati in una riflessione comparatistica che parte dai concetti di identità narrativa e mutuo riconoscimento di Paul Ricœur. Nel caso del poeta georgiano Rustaveli, questo libro è il primo studio d’insieme a lui dedicato in Italia.
Roberto Talamo svolge i suoi studi principalmente nei campi della teoria letteraria e della comparatistica. Ricercatore universitario, ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale di seconda fascia in “Critica Letteraria e Letterature Comparate”. È componente del comitato di redazione della rivista scientifica Enthymema ed è membro del gruppo di ricerca Harpocrates, di cui co-dirige la collana editoriale. È corrispondente per l’Italia del Fonds Ricœur di Parigi. I suoi principali interessi di studio sono la teoria della narrazione e del personaggio letterario, la teoria dell’intenzione, la storia delle teorie della letteratura, l’opera di Paul Ricœur e l’identità narrativa, le forme dei generi letterari, la teoria dei dispositivi, micro e macro-analisi nella critica letteraria. Ha pubblicato le seguenti monografie: Intenzione e iniziativa. Teorie letterarie dagli anni Venti a oggi, Progedit, Bari 2013; Forme letterarie e teorie psicoanalitiche. Per una storia delle teorie della letteratura, Ledizioni, Milano 2018.

domenica 7 aprile 2024

La costruzione di Siena medievale

La costruzione di Siena medievale
Note di topografia urbana tra XI e metà XIV secolo
di Jacopo Bruttini
pp. 142; € 36,00
All'Insegna del Giglio, 2023
ISBN: 9788892852495

Siena, “figlia della strada”, dalle origini etrusche, gli sviluppi romani sino alla piena maturazione del XIII sec., è una città definita dalla morfologia collinare che ne ha favorito e allo stesso tempo limitato la crescita. Città di grandi artisti, quali Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Domenico Beccafumi; città di santi come santa Caterina e san Bernardino e dei papi Alessandro III, Pio II, Pio III e Alessandro VII; fulcro di attività bancarie, formazione universitaria e sede dell’Ospedale Santa Maria della Scala. Non solo, Siena presenta altre specificità: l’assenza di corsi d’acqua, la creazione del centro politico-economico bassomedievale al di fuori della cinta romana, una spiccata internazionalizzazione durante parte del XIII sec. Ma qual era la forma fisica della città che ha generato le condizioni per la nascita di queste peculiarità? Con questo volume si tenta quindi di dare corpo allo sviluppo urbano di Siena, focalizzandosi su un’area delimitata e un ambito temporale circoscritto, con particolare attenzione al rapporto tra aspetti geomorfologici e struttura urbana.

sabato 6 aprile 2024

Arechi II. Duca e Principe

Arechi II
Duca e Principe
di Tommaso Indelli
pp. 208; € 35,00
Volturnia Edizioni, 2024
EAN: 978-88-31339-27-8
 
Caduta Pavia in mano franca, Arechi II, come riporta una fonte posteriore agli eventi, «…primus Beneventi principem se appellare iussit.. ››, si proclamò “principem Langobardorum” e abbandonò la titolatura ufficiale fino ad allora adoperata nei praecepta cancellereschi, ossia “domnus vir gloriosissimus Arigis summus dux gentis Langobardorum”. La rivendicazione del titolo di “princeps” sancì, sul piano politico, giuridico e dei rapporti internazionali, la trasformazione costituzionale della compagine politica beneventana da un ducatus a un principatus e produsse una sorta di translatio regni, di “passaggio di consegne” da Pavia a Benevento (…) Soprattutto nella Tarda Antichità (III-V secolo d. C.), il titolo di “princeps” aveva finito per indicare l’imperator, la fonte suprema di ogni potere, e continuò ad essere adoperato dai re germanici anche dopo il crollo dell’Impero romano d’Occidente. Nel contesto dei regni ”romano-barbarici” il titolo di “princeps” fu adoperato anche da alti dignitari e ufficiali palatini, come i maggiordomi del regno franco che, col tempo, finirono per esautorare i sovrani merovingi, privandoli di ogni potere (…) Al cambiamento istituzionale avvenuto a Benevento, Arechi diede adeguata risonanza anche attraverso la moneta, autorizzando nuovi coni con, sul rovescio, la leggenda “Victoria principi”, d’imitazione bizantina, accompagnata dall’iniziale del suo nome – “A” – e, sul dritto, un busto stilizzato con la leggenda “princeps”, indicativa della nuova autorità di cui si era investito. Benevento aveva, per la prima volta, una monetazione totalmente indipendente (…) Ma Arechi, al di là del rivestimento formale dato alla sua autorità, con l’uso di una titolatura aulica e solenne, aveva compiuto un atto di grande rilevanza non solo politica, ma storica, ponendo le premesse della nascita di una compagine politica destinata, tra alterne vicende, a caratterizzare la storia del Mezzogiorno fino alla conquista normanna (…).
Tommaso Indelli (Salerno, 1977). Già Assegnista di Ricerca in Storia Medievale presso l’Università degli Studi di Salerno, ha conseguito, a Pavia, il Dottorato di Ricerca in Diritto Romano e Cultura Giuridica Europea (XVIII ciclo), specializzandosi nella cultura giuridica della Tarda Antichità e dell’Europa medievale. Si occupa di ricerca e problematiche inerenti le strutture e le forme di organizzazione del potere pubblico e statale nel Mezzogiorno medievale, longobardo e normanno (VI-XII secolo). Ha partecipato, in veste di relatore, a convegni nazionali ed internazionali ed è autore di contributi su riviste di settore. Tra le sue monografie, Langobardìa. I Longobardi in Italia (secc.VI-XI) (Padova 2013), Il tramonto della Langobardìa minor. Longobardi, Saraceni e Normanni nel Mezzogiorno (IX-XI sec.) (Salerno 2019), La Giustizia nella Langobardia meridionale tra norma e prassi (Milano-Spoleto 2020), Confini e stranieri nell’Italia longobarda. La disciplina giuridica (VII-X secolo) (Cerro al Volturno (IS) 2022), La condizione del servo nell’Occidente medievale. Aspetti giuridici e sociali (IV-XV sec.) (Salerno 2023).

venerdì 5 aprile 2024

Medicina e scienze della natura alla corte dei papi nel Duecento

Medicina e scienze della natura alla corte dei papi nel Duecento
Con un saggio introduttivo alla nuova edizione
di Agostino Paravicini Bagliani 
pp. XXXVII-405, € 82,00
Sismel, 2023
ISBN: 978-88-9290-278-7

Un filo rosso attraversa i saggi qui riuniti, ossia la presenza di uomini di scienza alla corte papale nel corso del Duecento, da Witelo, il massimo studioso di ottica di quel secolo, a Campano da Novara, l’autore della Theorica planetarum, al domenicano Guglielmo da Moerbeke, il celebre traduttore del corpus di opere di Aristotele. Innumerevoli informazioni di carattere medico-scientifico pongono la corte papale in competizione con le altre corti sovrane duecentesche, anzitutto quelle di Federico II e di Alfonso X; inducono a ritenere che anche per il papato e le élites curiali lo studio della natura fu pensato come strumento simbolico di dominio del mondo, in sintonia con le celebri riflessioni offerte da Ruggero Bacone a papa Clemente IV; e dimostrano che la corte papale del Duecento è un vero e proprio laboratorio di storia del corpo: dalle aspirazioni alla prolongatio vitae, sostenute anche da strumenti alchemici, a nuove sensibilità volte ad affidare la cura corporis a una sempre più intensa medicalizzazione.

La nuova introduzione al volume, edito per la prima volta nel 1991, riassume con cura il lungo percorso di ricerca che l’autore e la storiografia più qualificata hanno svolto su questi temi nel corso degli ultimi tre decenni.
Elenco dei saggi contenuti nel volume: Medici e ricette mediche alla corte papale del Duecento – Federico II e la corte dei papi: scambi culturali e scientifici – Campano da Novara e il mondo scientifico romano duecentesco – Witelo et la science optique à la cour pontificale de Viterbe – Guillaume de Moerbeke et la cour pontificale – Cultura e scienza araba nella Roma del Duecento – Medicina e scienze della natura alla corte di Bonifacio VIII – La papauté du XIIIe siècle et la renaissance de l’anatomie – Il mito della prolongatio vitae e la corte pontificia del Duecento. Il De retardatione accidentium senectutis – Ruggero Bacone, Bonifacio VIII e la teoria della prolongatio vitae – La fondazione dello Studium Curiae. Una rilettura critica – A proposito dell’insegnamento di medicina allo Studium Curiae – La provenienza ‘angioina’ dei codici greci della biblioteca di Bonifacio VIII. Una revisione critica. INDICI. Indice dei manoscritti. Indice delle cose notevoli. Indice degli incipit. Indice dei nomi di persona e di luogo.
Agostino Paravicini Bagliani è uno storico italiano, con interessi verso la storia del papato, l'antropologia culturale, la storia del corpo e dei rapporti tra natura e società nel Medioevo.

giovedì 4 aprile 2024

Filosofie medievali

Filosofie medievali
Dalla tarda antichità all'Umanesimo
di Giovanni Catapano
pp. 308; € 32,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2024
ISBN: 9788829023912

Il Medioevo è l’epoca dell’espansione della filosofia al di là dei confini della grecità e della sua penetrazione in nuovi contesti culturali, linguistici e religiosi. È l’età aurea della riflessione monoteistica, dei commentari e delle dispute. Il libro inquadra in modo chiaro e aggiornato autori, opere e temi principali del pensiero filosofico sviluppatosi in area mediterranea, mediorientale ed europea nei secoli IV-XV, dal platonismo latino tardoantico sino all’Umanesimo italiano. Se da un lato il teismo e il legame con testi autorevoli del passato sono elementi che accomunano i pensatori di questi secoli, dall’altro lato operano nel Medioevo fattori che introducono profonde differenze nella maniera di concepire e praticare la filosofia, primo fra tutti l’università, un’istituzione che sorge nel mondo latino tra il XII e il XIII secolo. I sei capitoli in cui si articola il volume sono divisi in due parti: i primi tre riguardano le filosofie preuniversitarie dalla tarda antichità in avanti, includendo quelle di bizantini, arabi ed ebrei; i restanti tre, invece, concernono le filosofie medievali in epoca universitaria, dai primi maestri di Parigi e Oxford agli aristotelici padovani, senza tralasciare il pensiero di mistiche, laici e umanisti.
Giovanni Catapano è professore ordinario di Storia della filosofia medievale all’Università degli Studi di Padova e condirettore di “Medioevo. Rivista di storia della filosofia medievale”. È autore di oltre duecento pubblicazioni scientifiche.

mercoledì 3 aprile 2024

L'invenzione dell'Occidente

L'invenzione dell'Occidente
di Alessandro Vanoli
pp. 272; € 20,00
Laterza, 2024
ISBN: 9788858151358

Nel 1494, solo due anni dopo la ‘scoperta dell’America’, a Tordesillas, una piccola località della Castiglia, veniva firmato un trattato tra Spagna e Portogallo che divideva il mondo in due e inventava l’Occidente come spazio, comunità e cultura. Mai nessuno si sarebbe potuto aspettare che una semplice firma avesse conseguenze così gigantesche e durature.

Questa è la storia di come, tra medioevo ed età moderna, le società europee (all’inizio spagnoli e portoghesi in testa) spinsero le proprie ambizioni sempre più verso l’oceano e così facendo trasformarono l’idea che esse avevano dell’Ovest: quella che era una direzione divenne poco alla volta uno spazio pensabile. È perciò una storia di grandi navigatori e di dibattiti violenti tra geografi, una storia di sfide e di esplorazioni che solcarono l’ignoto. Ma è anche la storia dei dibattiti culturali che ne seguirono e che inventarono e definirono quell’Occidente che prima mancava dalle mappe. E il punto di arrivo di questa storia siamo noi.
In un momento in cui tutto questo appare ormai largamente messo in discussione, forse vale la pena riprendere il discorso da capo e chiedersi come si sia giunti alla nostra idea di Occidente. Come una direzione geografica ha fatto nascere e maturare un’idea di appartenenza. Quel che non possiamo fare è darlo per scontato. Pensare che noi si sia davvero da sempre così, che la nostra storia, la nostra cultura e la nostra civilizzazione corrispondano da sempre a quello spazio indistinto con i piedi in Europa e la testa nell’Atlantico: quell’Occidente che in questo secolo faticoso appare sempre più difficile da stringere nelle nostre idee e nelle nostre mappe.
Alessandro Vanoli, storico, scrittore e divulgatore, è esperto di storia mediterranea. Ha insegnato all’Università di Bologna e per un breve periodo all’Università Statale di Milano, occupandosi di storia del Mediterraneo e della presenza islamica in Spagna e Sicilia. Da anni si occupa anche di comunicazione e divulgazione con progetti teatrali e attività didattiche legate alla conoscenza del mondo islamico e alla promozione della storia. Collabora con la RAI e con il “Corriere della Sera”. Per Laterza è autore di Storia del Mediterraneo in 20 oggetti (con Amedeo Feniello, 2018) e Storia del mare (2022).