sabato 27 luglio 2024

Atto abate vallombrosano e vescovo di Pistoia

Atto abate vallombrosano e vescovo di Pistoia
Bilancio storiografico e prospettive di ricerca sulla vita e l’opera di un protagonista del XII secolo
a cura di Francesco Salvestrini
Firenze University Press, 2024
ISBN: 979-12-215-0334-0 

Il volume si incentra su un personaggio di primo piano nella Chiesa del secolo XII, Atto abate maggiore dell’ordine benedettino vallombrosano e vescovo di Pistoia. Tale prelato fece parte dell’entourage di papa Innocenzo II, favorì la diffusione dei monaci vallombrosani nell’Italia centro settentrionale, in Sardegna e in Corsica e promosse per la prima volta il culto dell’apostolo Giacomo Maggiore a Pistoia, facendone il patrono della città. L’opera, di carattere multidisciplinare, raccoglie testimonianze storiche, storico-artistiche e antropologiche relative alla vita di questo abate e presule, nonché al contesto religioso e politico nel quale operò, mostrando il suo ambito d’azione, esteso all’intero bacino del Mediterraneo occidentale, nonché la vasta rete di contatti che, in quanto uomo di Chiesa e di governo, agiografo e committente di opere d’arte, egli seppe efficacemente intessere.
Francesco Salvestrini insegna Storia Medievale presso il Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS) dell’Università di Firenze. Si occupa di storia della Chiesa medievale e del monachesimo benedettino, di storia del rapporto uomo-ambiente, di storia delle istituzioni politiche ed ecclesiastiche nell’Italia comunale, di edizioni normative e di storia della storiografia sul Medioevo in età moderna e contemporanea.

venerdì 26 luglio 2024

La croce e il rogo

La croce e il rogo
Storia di Fra Dolcino e Margherita
di Edgardo Sogno
pp. 252; € 19,59 (Acquista online con il 5% di sconto)
Edizioni Lindau, 2024
ISBN: 9791255841401

Di Fra Dolcino, che scatenò l’ira dell’Inquisizione e fu fatto oggetto di una vera crociata, si sa abbastanza poco. Conosciamo con precisione il giorno della sua morte e gli avvenimenti che la precedettero, ma non possiamo dire altrettanto della prima parte della sua vita, prima che giungesse quella notorietà che gli sarebbe stata fatale.
Ribelle per vocazione più che per temperamento, Dolcino è un convinto assertore del distacco dai beni materiali, e la sua predicazione trova, nell’irrequieto mondo della seconda metà del XIII secolo, un terreno ideale in cui affondare le proprie radici. La setta degli Apostolici, che lo avrebbe così entusiasticamente seguito, con la sua ricerca dell’uguaglianza, con il suo continuo richiamo al cristianesimo delle origini (da qui il nome), era destinata ad accendere le speranze degli umili e dei diseredati, soprattutto nel contado, nelle magre regioni prealpine, fra gli scontenti e le vittime del potere feudale, comunale e religioso.
La convinzione di essere nel giusto anima dunque i seguaci di Dolcino, che arrivano a costituirsi in un piccolo ma agguerrito esercito, capace di resistere a lungo nel Vercellese e nel Biellese prima del tragico epilogo sul monte Rubello nel 1307.
Il messaggio di Dolcino continuerà però a vivere, giungendo intatto nella sua bellezza e nella sua universalità fino ai giorni nostri. Proprio questo ha indotto Edgardo Sogno a ricostruire minuziosamente la figura e l’opera di Dolcino, attenendosi esclusivamente alle fonti primarie, ai documenti fondamentali e non discussi dalla critica. Ne è risultato il ritratto di un uomo che, nonostante le incertezze del suo tempo, i limiti della sua cultura e le situazioni in cui ha dovuto operare, ci appare profondamente ispirato e singolarmente moderno nel pensiero e negli atti.
Edgardo Sogno si laureò in giurisprudenza, lettere e scienze politiche. Dal 1943 al 1945 fu uno dei protagonisti della Resistenza armata nell’Italia settentrionale, decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare e membro della Consulta Nazionale per il Partito Liberale. A Milano fondò e diresse il «Corriere Lombardo» e con Angelo Magliano la rivista «Costume». Nel 1954 organizzò e diresse una campagna nazionale di denuncia dei crimini dello stalinismo. Diplomatico di carriera, fu in servizio a Buenos Aires, Parigi, Londra, Filadelfia, Washington e Yangon. Tra i suoi libri ricordiamo Guerra senza bandiera e La Seconda Repubblica.

giovedì 25 luglio 2024

I Vichinghi

I Vichinghi
Guerrieri, esploratori, predoni: la grande storia degli uomini del Nord
di Jean Renaud
pp. 240; € 16,00
Giunti Editore, 2024
ISBN: 9788809980952

Dai nordici che hanno idealizzato la figura dei Vichinghi come grandi eroi romantici agli americani che celebrano l’esploratore Leif il Fortunato ai russi che invocano gli antenati Variaghi, l’immaginario mitologico che cinge i prodi avventurieri del Nord svela una narrazione stereotipata, frutto di evocazioni letterarie e distorsioni storiche che sono andate via via dilatandosi. Al variare di epoche e latitudini, infatti, i Vichinghi cambiano vesti e diventano i protagonisti di saghe epiche, manga, film o serie TV. Ma conosciamo realmente questi personaggi leggendari, che a volte sono parodiati dai fumetti e altre idolatrati come guerrieri coraggiosi, assetati d’avventura? Per esempio, furono solo degli invasori e dei predoni? È vero che scoprirono l’America prima di Colombo? Indossavano realmente elmi cornuti e bevevano dai crani, in abiti sporchi e trasandati? E, ancora, facevano sacrifici umani, avevano degli schiavi, apprezzavano l’arte? Esisteva tra di loro la parità di genere? Attingendo direttamente alle fonti archeologiche e storiche più significative e autorevoli, Jean Renaud intreccia una narrazione avvincente che demolisce i luoghi comuni sui Vichinghi e tratteggia gli autentici lineamenti di un popolo ormai entrato nel mito.
Jean Renaud, professore emerito di Lingue, letterature e civiltà scandinave, ha diretto il Dipartimento di studi nordici dell’Università di Caen. Ha pubblicato numerosi manuali sulle lingue scandinave, diversi contributi sui Vi- chinghi e molteplici traduzioni dal danese, dall’islandese, dal norvegese e dallo svedese, che lo hanno reso uno dei più apprezzati traduttori di letteratura nordica. Tra i suoi ultimi libri ricordiamo una trilogia vichinga (1-Des premiers raids à la création du duché de Normandie, 2016; 2-À la conquête du monde celtique, 2017; 3-Les Dieux des Vikings, 2018, edita per Ouest-France), Les Vikings en France (Ouest-France, 2017) e la traduzione dall’islandese antico della Saga de Ragnarr Loðbrók (Anacharsis, 2017).

mercoledì 24 luglio 2024

Progetto e struttura della Commedia dantesca

Progetto e struttura della Commedia dantesca
Atti del Convegno di Losanna, 17 novembre 2021
A cura di: Simone Albonico, Giacomo Stanga
pp. 304; € 39,00
Editrice Antenore, 2024
ISBN: 978-88-8455-733-9
 
Le indagini qui proposte su alcuni aspetti di fondo della complessa struttura della Commedia vorrebbero spingere a riflettere in modo nuovo su come Dante ha progettato e organizzato la propria opera. Dopo la larga fortuna di cui hanno goduto fra Otto e primo Novecento, gli aspetti strutturali sono stati per lo più emarginati, in particolare in Italia dopo l’intervento di Croce del 1921, cui si è perciò dedicata qui una specifica attenzione (Guido Lucchini). L’impostazione politica – e perciò la decifrazione della posizione dell’autore, quella che ebbe e quella che volle mostrare –, il rapporto con il grande modello biblico, la cronologia esterna (e interna) dell’opera e del racconto, i tempi della composizione, e infine la concezione dell’universo dantesco, sono i temi toccati da alcuni dei maggiori specialisti di queste materie (rispettivamente, Enrico Fenzi, Piermario Vescovo, Giuseppe Ledda, Alberto Casadei, Mirko Tavoni). I curatori hanno accompagnato il volume con un’introduzione, che evidenzia gli elementi iterati su cui si fonda la narrazione e si strutturano canti e cantiche, e un’appendice, che illustra la particolare attenzione con cui l’autore colloca nel testo rime ricercate o rare.
Simone Albonico è professore di Letteratura e Filologia italiana all’Università di Losanna dal 2007 (dopo aver insegnato a Pavia, dove si è formato) e si occupa in particolare di letteratura del Medioevo e del Rinascimento. Le sue ricerche hanno riguardato la letteratura lombarda dal Tre al Cinquecento, la storiografia fiorentina del Cinquecento, la letteratura poetica e la tradizione di testi rinascimentali, la tradizione bucolica, Manzoni, Leopardi, la metrica italiana, gli archivi letterari moderni e le applicazioni informatiche alla filologia. Tra gli autori studiati Dante, Petrarca, Alberti, Sannazaro, Bembo, Ariosto, Folengo, Giannotti, Della Casa, Varchi.
Giacomo Stanga si è formato all’università di Losanna, dove ha proseguito gli studi con un dottorato sulle strutture narrative dell’Orlando Furioso. Si è occupato di poesia, in particolare di aspetti metrici e strutturali dei testi poetici, e un suo studio su rima e struttura in Dante è uscito nel volume Nuove prospettive sulla terza rima. Da Dante al Duemila, a cura di Laura Facini, e altri (Padova, 2020).

martedì 23 luglio 2024

La mente di Dante

La mente di Dante
Visioni, percezioni, rappresentazioni
a cura di Alessandra Beccarisi, Manuela De Giorgi, Valter Leonardo Puccetti, Francesco Somaini
pp- XIV-462; € 38,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Edizioni di Storia e Letteratura, 2024
ISBN: 9788893598743

Il volume, frutto di un progetto pluridisciplinare che ha riunito tutte le competenze della medievistica in molti dei suoi rappresentanti più prestigiosi, italiani e stranieri, intende "esplorare la mente di Dante": esplorare quindi le connessioni non solo fra i saperi del "sommo poeta" ma anche fra le sue molteplici creatività fino ad indagare gli stimoli che la sua contemporaneità e la posterità svilupparono a partire dalla sua opera e come esse restituirono quell'energia ricevuta in nuova interpretazione dell'opera dantesca.

lunedì 22 luglio 2024

I Rosoni medievali

I Rosoni medievali
Significato, simboli, esoterismo e numerologia
di Armando Rossi
pp. 208; € 20,00
Fontana Editore, 2024
ISBN: 9791280418722

Il termine “rosone” indica comunemente una finestra circolare sulle facciate delle chiese romaniche e gotiche. Originariamente chiamata “oculo”, risale al IV-V secolo ed è presente sia in edifici di culto che civili.

Grazie ai Maestri Marmorari Cosmati, i rosoni divennero essenziali nella costruzione delle chiese medievali, soprattutto a Roma. Oltre alla loro funzione decorativa, i rosoni simboleggiano la bellezza e la perfezione della Creazione, richiamando il cielo e il mistero di Dio-luce, unendo valori cristiani e laici. La luce, simbolo della Rivelazione Divina e della vita, penetra nei luoghi sacri attraverso piccoli spiragli, esortando alla contemplazione.
I rosoni medievali rappresentano l’esoterismo delle cose, il loro significato nascosto e la loro unicità che va oltre la comprensione superficiale. Con il richiamo al mandala indiano, simbolo di meditazione e cerchio che racchiude il loto, i rosoni condividono la natura di labirinti, percorsi complessi in continua evoluzione tra periferia e centro, in sintonia con i cicli eterni del cosmo.
Nell’epoca dominata dalla tecnologia e dalla velocità, i rosoni rappresentano un’ancora di stabilità e bellezza duratura. Incantano per la loro maestria architettonica e la loro capacità di stimolare riflessioni profonde sulla spiritualità e sull’armonia cosmica.
Come simboli di unità e perfezione, i rosoni medievali invitano a contemplare il nostro rapporto con il divino e l’universo che ci circonda.

domenica 21 luglio 2024

I peccati di Sant'Eustorgio

I peccati di Sant'Eustorgio
di Emanuela Vacca
pp. 256; € 18,00
Edizioni Pragmata, 2024
ISBN: 9791280321527

Milano è stata sede del Tribunale dell'Inquisizione e del Sant'Uffizio presso il complesso conventuale di Sant'Eustorgio tra l'antica Porta Ticinese e Piazza Vetra, luogo dall'oscura fama per essere stato teatro di esecuzioni capitali. Al convento di Sant'Eustorgio vive la comunità dell'Ordine dei Padri Predicatori. L'Inquisitore Generale è coadiuvato dai Crocesignati, un piccolo esercito di quaranta cavalieri. Siamo nel 1496 sotto gli Sforza con Ludovico il Moro. In una brutta sera d'inverno al convento viene trovato morto il Vicario Inquisitore. L'evento costringe la comunità a far luce sui rapporti tra confratelli, e Padre Fronimo Verri sarà incaricato di indagare per sbrogliare l'intricata vicenda che coinvolge i conventuali. Affronterà pericoli e nemici, ma anche situazioni del passato che metteranno a dura prova il suo carattere deciso e impetuoso e la fede in Dio.

Emanuela Vacca nasce a Milano, è scrittrice e fotografa. Nel 2004 vince il premio letterario Marguerite Yourcenar e nel 2005 Angela Starace coi racconti La tana e Noi due. Dal 1996 fino al 2003 collabora con le riviste letterarie Cafè Matique, Zero Est, Clippers, Hevelius Web Magazine. Pubblica la raccolta di racconti Scritti tra la penna e la Luna e varie novelle. Curatrice d'immagine, collaboratrice fotografica per guide turistiche, cataloghi di arte ecologica e giurie fotografiche per i comuni di Cassano d’Adda e Treviglio. Nel 2016 pubblica la prima edizione di Vanina la Zoppa con Meravigli Editore, la seconda edizione su Amazon Storia di una strega, Vanina la Zoppa. Con la Collana WOMEN@WORK di Bertoni Editore, pubblica il giallo Invito a cena con delitto. Nel 2021 pubblica il romanzo storico Martha l’Adultera. Dal 2018 è Direttore Artistico della compagnia teatrale IL SENTIERO DELLE STREGHE con cui porta in scena Vanina la Zoppa con spettacoli nei Castelli di Pandino, Pagazzano, Cassano d’Adda, Trezzo sull’Adda e Urgnano. Vive a Rivolta d'Adda.

sabato 20 luglio 2024

Geografie del Petrarca

Geografie del Petrarca
a cura di Gino Belloni, Manlio Pastore Stocchi, Francesco Piovan
pp. 204; € 23,00
Editrice Antenore, 2024
ISBN: 978-88-8455-731-5

Geografie del Petrarca, al plurale, perché il volume si propone di indagare il rapporto tra Petrarca e la “geografia” su più versanti, anche lontani tra loro. Da un lato, storici della geografia (Marica Milanesi e Nathalie Bouloux) e filologi medievali e umanistici (Marco Petoletti, Giovanni Cascio, Manlio Pastore Stocchi) fanno il punto sulle rappresentazioni trecentesche del mondo allora noto, sulle conoscenze geografiche del Petrarca, sul suo interesse per i testi geografici latini e per il recupero dello “spazio antico”, sull’unica opera lato sensu “geografica” da lui prodotta, l’Itinerarium ad sepulcrum Domini nostri Yesu Christi; dall’altro, storici della letteratura italiana (Theodore Cachey, Giancarlo Alfano, Luca Zuliani) prendono invece in esame la produzione in volgare del Petrarca con particolare attenzione agli aspetti, alle strutture e alle simbologie “spaziali” che emergono dalla lettura del Canzoniere e dei Trionfi.
Gino Belloni professore ordinario di Letteratura Italiana dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Condirettore della rivista «Studi Petrarcheschi» n.s.; nella redazione di «Letteratura italiana antica»; responsabile della collana “Censimento dei codici petrarcheschi” presso Editrice Antenore; condirettore della Collana “Medioevo e Rinascimento veneto” di Editrice Antenore; già membro della Consulta scientifica dell’Ente Nazionale Petrarca.
Manlio Pastore Stocchi ha insegnato Filologia e critica dantesca all’Università di Padova. Grande studioso di Letteratura medievale latina e volgare, collabora fra l’altro alla Nuova Edizione Commentata delle Opere di Dante.
Francesco Piovan svolge da vari decenni attività di ricerca nell’ambito della storia dell’Università e della storia della cultura veneta, in particolare per il periodo tra tardo Quattrocento e Cinquecento, presso il Centro per la storia dell’Università di Padova.

venerdì 19 luglio 2024

Algoritmi sanscriti

Algoritmi sanscriti
La matematica indiana nel medioevo europeo
di Alberto Anrò
pp. 384; € 33,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Pacini Editore, 2024
ISBN: 979-12-5486-379-4

La notazione posizionale, per cui II non vale più due, ma undici; le nove cifre da disporre in linea; lo zero, non solo segno grafico, ma valore numerico coinvolto nel calcolo al pari degli altri; le tecniche per manipolare quelle cifre; gli algoritmi che oggi si chiamerebbero operazioni in colonna o moltiplicazione a gelosia o estrazione di radice, per esempio, alla Bombelli; non ultimo, un peculiare piglio applicativo e pragmatico alle questioni matematiche: queste e molte altre sono le innovazioni di chiara origine indiana che hanno investito l’Europa medievale segnandone il futuro sviluppo.

Con una ricca selezione antologica e ponendo particolare enfasi tanto sugli aspetti procedurali quanto sulle scelte espressive e sul valore letterario dei documenti, Algoritmi Sanscriti mette a confronto i testi originali in sanscrito, per la prima volta in traduzione italiana, con i manuali medievali che hanno diffuso in Europa quella nuova matematica che nelle parole di Fibonacci era semplicemente modus Indorum, il metodo indiano.
Alberto Anrò Professore a contratto presso l’Università di Bologna, svolge le sue ricerche nell'ambito degli studi indologici. Gli interessi di ricerca sono rivolti in particolare alla logica indiana classica e moderna (Nyāya, Navya-nyāya), in intersezione con la logica classica e contemporanea di matrice greca ed europea; più in generale, sull’epistemologia e gnoseologia delle scuole filosofiche brahmaniche (in part. Nyāya e Vedānta). Attualmente incentra la sua ricerca sul tema della matematica e le scienze esatte sudasiatiche in prospettiva comparativa, con particolare riferimento alla tradizione vaidika (per es., Āryabhaṭa I, Bhāskara I&II, Brahmagupta, ecc.).

giovedì 18 luglio 2024

Simboli del medioevo

Simboli del medioevo
Gli esempi di Fidenza e Otranto
di Claudio Saporetti
pp. 84; € 10,00
Tipheret, 2024
ISBN: 978-88-6496-754-7

Sul simbolismo medioevale sono stati scritti interi trattati, articoli puntuali, dizionari. Da tutti questi studi emerge un dato incontrovertibile: ci sono numerosi animali che nel Medioevo avevano dei significati simbolici contrastanti. Tra quelli che più ci interessano, il leone e il grifone sembrano di volta in volta simbolo del Cristo e del demonio, il cervo è simbolo di Cristo ma anche della lussuria, il gallo della lussuria e della vigilanza, e così via. Nel presente volume vengono affrontati alcuni aspetti, dapprima genericamente e poi su qualche raffigurazione specifica, spesso discussa e magari anche irrisolta. In precedenti opere l’Autore ha già avuto modo di esprimere il proprio parere su questi argomenti, su Fidenza in particolare, traendo da alcune considerazioni fatte in passato sulle raffigurazioni scultoree e i bassorilievi presenti sulla facciata della Chiesa di San Donnino, ora Cattedrale di Fidenza, e sul mosaico pavimentale del Duomo di Otranto, ricco di altri simboli rappresentati da un’altra categoria di esecutori: non gli scultori, ma i mosaicisti.
Claudio Saporetti (Fidenza 1938) ha insegnato Assirologia nelle università di Pisa, Viterbo, Heidelberg, Milano e Roma. Già Dirigente di Ricerca al CNR, è Commendatore al Merito della Repubblica, tre volte Paul Harris Fellow, vincitore del Premio Le MUse per la storia (2014) ed è stato eletto fidentino dell'anno nel 2019. Direttore della rivista «Geo-Archeologia», ha scritto oltre trecento contributi scientifici e un'ottantina di libri tra i quali ricordiamo: Jeshua e Gesù (2000); Sulle strade dell’Iraq (2006) e Perché il male? Il problema nella Mesopotamia antica (2012). Si è occupato anche di arte medioevale, di Ciprominoico e di Archeologia greca. Gli è stato conferito dal Ministero degli Esteri l'incarico di catalogazione e riproduzione virtuale dei reperti dello Iraq Museum di Baghdad.