giovedì 31 dicembre 2020

Banchieri di Dio

Banchieri di Dio
Le attività finanziarie dei Templari
di Mario Giaccio
pp. 140, € 14,00
Thiperet Edizioni, 2020
ISBN: 978-88-6496-548-2
 
L’Ordine del Tempio, già fin dagli esordi, disponeva di consistenti risorse finanziarie derivanti da donazioni e dalla oculata gestione del loro patrimonio agricolo e immobiliare. Le loro operazioni finanziarie all’inizio erano meramente “passive”: le case dell’Ordine erano, infatti, il luogo più sicuro per depositarvi beni preziosi. A poco a poco l’Ordine divenne la “cassaforte” dell’Europa. Questo stadio di gestione passiva venne in breve superato e l’Ordine passò ad amministrare, oltre che i fondi propri, anche i depositi dei suoi clienti, i quali avevano a disposizione dei veri e propri “conti correnti”: potevano cioè ritirare denaro ed effettuare pagamenti con semplici lettere del Tesoriere. La disponibilità di questi fondi indusse i Templari ad esercitare anche l’attività di prestito: essi prestavano denaro ai pellegrini, crociati, mercanti, congregazioni monastiche, clero, principi e re. In tal modo diventarono ricchi e potenti, destando l’invidia di non pochi regnanti e religiosi. La loro ricchezza sarà la causa della loro fine. Il Tempio funzionò comunemente come esattoria e come agenzia di pagamenti per conto di re, papi, grandi signori feudali o mercanti. L’Ordine riscuoteva debiti e decime, tributi sul reddito e sul valore degli immobili. Vi si trovava sicurezza, serietà ed esperienza. È per questo motivo che i re di Francia, a partire da Luigi VII, affidarono la gestione del Tesoro reale al fratello tesoriere del Tempio di Parigi. L’aspirazione dei Templari non fu quella dell’agire economico per produrre profitto, come molta letteratura odierna vuol far intendere; infatti, per loro, il capitale non è mai diventato il padrone, è stato sempre il servo.

Mario Giaccio. Ha vinto il concorso di Professore Ordinario in Chimica Merceologica nel 1980. Ha insegnato Tecnologia dei Cicli Produttivi, Merceologia, Tecnologia ed Economia delle Fonti di Energia, Tecnologia Innovazione e Ricerca e di Chimica degli Alimenti nelle Università di Bari, Chieti-Pescara, Modena, Bologna, Ancona, Milano Bicocca e presso l’Università Telematica “Leonardo da Vinci”. Ha fatto parte del collegio dei docenti del Dottorato Internazionale di Ricerca in “Salubrità degli Alimenti”, presso l’Università degli Studi di Perugia e del dottorato di ricerca in Innovazione e Ricerca dell’Università di Chieti-Pescara. È stato Preside della Facoltà di Economia di Pescara per nove anni e Preside della Facoltà di Scienze Manageriali per cinque anni. Dirige la rivista scientifica “Journal of Commodity Science, Technology and Quality”, avente un comitato scientifico e referees internazionali. È responsabile scientifico del “Research Centre for Evaluation and Socio-Economic Development”, sotto il patronato dell’ONU. Ha pubblicato oltre 100 lavori scientifici, inoltre 8 libri comprendenti monografie scientifiche e volumi didattici per l’Università e per la scuola secondaria di secondo grado.

mercoledì 30 dicembre 2020

La possibilità dell’errore

La possibilità dell’errore
Pensare la tolleranza nel Medioevo
di Christophe Grellard
pp. 192, € 16,00
Aracne Editrice, 2020
ISBN: 978-88-255-3198-5
 
Il volume tratteggia i lineamenti della nascita dell’idea di tolleranza nel Medioevo tra Pietro Abelardo e il concilio di Trento, dimostrando che i concetti di “ignoranza invincibile” e di “coscienza erronea” permettono progressivamente di indebolire il legame tra salvezza e verità nel pensiero cristiano medievale. Sulla scorta delle note tesi storiografiche di Paolo Prodi sulla separazione tra coscienza e diritto, l’opera mostra come le condizioni intellettuali dell’idea di tolleranza affondino le loro radici nei dibattiti medievali sui diritti della coscienza.

Christophe Grellard è professore all’École Pratique des Hautes Études (Université Paris Sciences et Lettres) dove insegna Storia della filosofia medievale. Le sue ricerche riguardano in particolare la questione della fede nel Medioevo. Ha pubblicato De la certitude volontaire. Débats nominalistes sur la foi à la fin du Moyen Âge (Publications de la Sorbonne, 2014) e con Ph. Hoffmann e L. Lavaud, Genèses antiques et médiévales de la foi (Études augustiniennes, 2020).

martedì 29 dicembre 2020

Tresor. Un bestiario medievale

Tresor. Un bestiario medievale
di Brunetto Latini
disegni di Rébecca Dautremer
pp. 32, € 20,00
Rizzoli, 2020
ISBN: 9788817149082
 
Con il Tresor, opera in prosa scritta in lingua d’oïl tra il 1260 e il 1267, Brunetto Latini offrì ai suoi contemporanei un’enciclopedia completa di tutto lo scibile umano. Il quinto libro è interamente dedicato agli animali: un capitolo dopo l’altro, si susseguono descrizioni di creature reali, mescolate a quelle di esseri mitologici e fantastici. Questo bestiario medievale, che si legge con meraviglia e rivela un immaginario dimenticato e bizzarro, rivive oggi grazie alle raffinatissime immagini di una delle più grandi illustratrici contemporanee: Rébecca Dautremer.
Rébecca Dautremer è nata nel 1971 nelle Hautes-Alpes. Laureata in arti decorative a Parigi in graphic design, appassionata di fotografia, si è dedicata all'illustrazione per bambini in occasione di un primo album, nel 1996, con Gautier-Languereau. Seguiranno numerosi successi, tra cui L'Amoureux e le famose Principesse dimenticate o sconosciute, o anche oggetti insoliti e imponenti, come Una Bibbia, con Philippe Lechermeier, suo complice delle Principesse. Basta uno sguardo per riconoscere il suo stile unico. Artista esigente, generosa e innamorata della libertà, cerca sempre di spingersi oltre i propri limiti, mantenendo la freschezza e la modestia di chi si rimette al lavoro, già da… 20 anni quest'anno! I suoi originali di dimensioni giganti, vere opere d'arte ricercate dai collezionisti, diventano pagine di album da contemplare per ore e ore a grandi e piccini, senza sosta.

lunedì 28 dicembre 2020

Il Mare di Mezzo

Il Mare di Mezzo
Una storia del Mediterraneo
di John Julius Norwich
Traduzione dall'inglese di Chiara Rizzuto 
pp. 1140, € 20,00
Sellerio, 2020
EAN 9788838941276
 
«Mantenere il Mediterraneo al centro dell’attenzione. Ciò che ho cercato di fare qui è seguire le tracce dei principali destini politici delle terre del Mare di Mezzo, nella misura in cui la loro storia è stata influenzata dalla posizione geografica». Dagli Egizi alla Grande Guerra (dal momento che è stata questa, più che la seconda guerra mondiale, quella che ha, secondo l’autore, radicalmente cambiato tutto). Il signorile, garbato, curioso, spiritosissimo J.J. Norwich (1929-2018) è interessato soprattutto al racconto della storia, o addirittura a volte al racconto nella storia visto il gusto per il ritratto e l’episodio esemplare in cui gli piace intrattenere. Così quando il risvolto umano, i caratteri personali prendono il sopravvento (nel caso, per esempio, delle guerre carliste in Spagna o del Risorgimento italiano) la sua scrittura si esalta al massimo e trasmette brio e animazione autentici. I suoi libri, che spaziano dai Normanni di Sicilia (e i suoi due testi furono di fatto i primi a richiamare precisa attenzione verso quel fondamentale capitolo della storia universale) alla Repubblica di Venezia all’Impero bizantino, si accompagnavano all’amore del viaggiatore per i luoghi e alla concreta familiarità del diplomatico. E, pur nel grande successo, Norwich ha sempre dichiarato di non essere uno storico di professione né tantomeno un accademico. Ma non gli rende onore definirlo un divulgatore anche se a questa tradizione nobilissima della cultura britannica si lega. È un narratore della storia, e degli avvenimenti e dei contesti cattura qualcosa che non appartiene tanto all’informazione storica, quanto nella sostanza al piacere del testo: vale a dire, il colore. Senza, per questo, far cedere mai il sapere. Ne nasce un miscuglio elegante e sempre originale.

John Julius Norwich, visconte di Norwich (il suo vero nome era John Julius Cooper, 1929-2018), lasciato il corpo diplomatico per dedicarsi alla scrittura, è stato storico, curatore di mostre, autore di molti documentari per radio e tv, e ha presieduto diverse associazioni di beneficenza e di difesa del patrimonio artistico. Ha scritto decine di libri di storia, occupandosi, oltre che di Normanni e di Sicilia, di Venezia, dell’Impero bizantino. Questa casa editrice ha pubblicato Breve storia della Sicilia (2018) e Il Mare di Mezzo. Una storia del Mediterraneo (2020).

domenica 27 dicembre 2020

Storia marittima del mondo

Storia marittima del mondo
di David Abulafia
pp. 1056, € 40,00
Mondadori, 2020
ISBN: 9788804729068
 
Per gran parte della nostra storia, mari e oceani hanno costituito le vie principali dello scambio e della comunicazione a grande distanza fra i popoli, i canali primari non solo per l’esplorazione, la conquista e il commercio, ma anche per la diffusione delle idee e delle religioni. Andando oltre i confini della storia navale e ripercorrendo la circolazione umana lungo le coste e attraverso i maggiori specchi d’acqua del pianeta, David Abulafia ci invita a ridisegnare la nostra mappa mentale del mondo e a prendere atto che le rotte marittime sono state molto più importanti di quelle terrestri come forza motrice dello sviluppo delle civiltà.
Dalle prime incursioni di popoli su canoe scavate a mano alle più antiche società marinare (come quella dei polinesiani, dotati di straordinarie abilità nautiche, che già nel I secolo a.C., ben prima dell’invenzione della bussola, commerciavano con le più remote isole del Pacifico), dall’epoca dei grandi navigatori e dei grandi imperi coloniali ai transatlantici e alle gigantesche navi portacontainer di oggi, emerge con chiarezza come le reti commerciali marittime siano sorte da molteplici distinte località fino a costituire un continuum di interazione e interconnessione globali, e abbiano così consentito l’incontro di mondi sideralmente differenti e distanti, come per esempio la Spagna e l’America, il Portogallo e il Giappone, la Svezia e la Cina.
Seguendo mercanti, esploratori, marinai, conquistatori, avventurieri, pirati, cartografi e studiosi in cerca di spezie, oro, avorio e schiavi, terre da colonizzare e conoscenza, Abulafia ha dato vita a un’opera di storia universale concepita da una prospettiva radicalmente originale (non dalla terraferma e dai suoi confini, come nella maggior parte delle storie del mondo, ma dalle onde del mare sconfinato) e, insieme, a un vivido racconto dell’incessante lotta dell’uomo con la vastità degli oceani, condotta con scopi a volte nobili e a volte esecrabili, ma sempre per viaggiare, commerciare, conoscere e, in fondo, per sopravvivere.
David Abulafia è docente di Storia del Mediterraneo all'Università di Cambridge e membro del Gonville and Caius College, della British Academy e dell'Academia Europaea. Per i meriti acquisiti con i suoi studi sulla storia italiana e mediterranea, nel 2003 è stato insignito del titolo di Commendatore dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Tra i suoi libri in edizione italiana, ricordiamo: Federico II. Un imperatore medievale (1990), I regni del Mediterraneo occidentale dal 1200 al 1500 (1999) e La scoperta dell'umanità. Incontri atlantici nell'età di Colombo (2010). Per Mondadori ha pubblicato: Il grande mare. Storia del Mediterraneo (2013).

sabato 26 dicembre 2020

La politica dell’evidenza nel Trecento fiorentino

La politica dell’evidenza nel Trecento fiorentino
di Klaus Krüger
traduzione di Viviana Chilese
pp. 112, € 25,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2020
ISBN: 9788833133195
 
Nel corso del Trecento, le immagini diventano sempre più parte integrante del discorso politico e dell’azione pubblica, con una capacità di impatto visivo senza precedenti. Sulle facciate delle piazze urbane, in palazzi comunali, in chiese o conventi, in edifici di arti e confraternite, le pitture acquisiscono un potere enorme, “interagendo” con riunioni, rituali o cerimonie e raffigurando una realtà in cui i vari gruppi sociali potevano riconoscersi.
Un fenomeno tanto complesso solleva questioni di vasta portata. In che modo le immagini raffigurarono argomenti politici teorici e astratti, questioni di giurisdizione, affari di governo, restando al contempo fedeli al nuovo paradigma “realistico” di Giotto? E quale importanza ebbe il postulato della “bellezza” e del valore estetico, sempre più richiesto dall’élite di committenti ricchi e politicamente potenti?
In questo saggio sull’efficacia politica delle immagini e il loro significato costitutivo per l’immaginazione sociale nell’età di Giotto e Dante, Klaus Krüger svela al lettore un affascinante palcoscenico, centrale nella storia dell’arte italiana alla vigilia del Rinascimento.
Klaus Krüger insegna Storia dell’arte presso la Freie Universität di Berlino ed è stato visiting professor a Parigi (EHESS), New York (Columbia University), Vienna (IFK) e Roma (Bibliotheca Hertziana). Tra le sue pubblicazioni recenti: Grazia. Religiöse Erfahrung und ästhetische Evidenz (Göttingen 2016) e Bildpräsenz – Heilspräsenz. Ästhetik der Liminalität (Göttingen 2018).

venerdì 25 dicembre 2020

Officium Spiarum

Officium Spiarum
Spionaggio e gestione delle informazioni a Bologna (secoli XIII-XIV)
di Edward Loss
pp. 252, € 26,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2020
ISBN: 9788833137155
 
Nell’Italia comunale, l’informazione – soprattutto se riservata e se capace di portare vantaggio politico e militare contro i nemici – occupava un ruolo centrale, e i governi cittadini dedicarono sostanziali energie e risorse per il suo ottenimento. A partire dagli ultimi anni del Duecento si assiste nei Comuni alla creazione e diffusione di istituzioni volte alla gestione di «spias vel exploratores», soggetti dedicati al reperimento di informazioni di varia natura sui nemici, e spinti, quando necessario, anche a compiere azioni varie, quale il sabotaggio.
 
Il presente volume si occupa di una di queste istituzioni originali, appartenente a uno dei pochi Comuni la cui abbondanza di fonti documentarie e archivistiche ne consente lo studio: l’Officium Spiarum di Bologna.
Edward Loss è dottore di ricerca in Storia medievale presso l’Università di Bologna e borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici. Si occupa di storia della diplomazia, dello spionaggio e della denuncia nel tardo medioevo italiano, con riferimento soprattutto alla realtà bolognese.

giovedì 24 dicembre 2020

Costanza di Svevia. Il ritorno da regina

Costanza di Svevia. Il ritorno da regina
di Chiara Curione
pp. 296, € 18,00
Edizioni Tripla E, 2020
ISBN: 978-88-5539-107-8
 
Intrighi e tradimenti, guerre civili, lotte per la conquista del regno di Sicilia e di Puglia, nell’avvincente romanzo di Costanza di Svevia.
In questo quadro dei Vespri Siciliani, la regina Costanza, moglie di Pietro d’Aragona, rivendica il trono di suo padre facendo emergere la forza, la tenacia e la capacità di tenere gli equilibri in un posto dove tutto scoppia facilmente come in una polveriera. Accanto a lei risaltano due figure femminili: la baronessa Macalda sua rivale anche in amore e Imelda, donna medico, una delle poche donne formate alla Scuola Medica Salernitana e vista con sospetto per le sue doti e la voglia di indipendenza. 
I personaggi maschili, mossi dal desiderio di potere, sono forti e astuti, a volte mostrano debolezza, ma emerge in loro sempre il lato umano facendone nel bene e nel male uomini degni d’onore.
Una storia controversa che tocca direttamente e indirettamente tutta l’Europa, in Sicilia dove tutti bramano il potere di una zona strategica che era ed è di fondamentale importanza politica.
Chiara Curione (Bari 1962) è autrice di racconti e romanzi per ragazzi e collabora con il laboratorio di lettura della biblioteca di Gioia del Colle. Organizza laboratori di lettura e di scrittura per ragazzi e i suoi testi sono stati adottati a scuola per progetti lettura. La sartoria di Matilde è il suo primo romanzo, poi ha scritto una raccolta di fiabe storiche su Federico II che ha offerto lo spunto per rappresentazioni teatrali. Tra le sue opere per ragazzi più nota il romanzo storico Un eroe dalla parte sbagliata (Besa Editore). Per lo stesso editore ha pubblicato nel 2012 la saga familiare Una ricetta per la felicità. Successivamente, con il romanzo storico Il tramonto delle aquile (EEE- Edizioni Ebook) ha ricevuto il premio della Giuria Zingarelli. Nel 2016 ha pubblicato l’opera teatrale per ragazzi Giuseppe e Maria (EEE- Edizioni Ebook). In seguito nel 2018 il libro di fiabe storiche Il falco parlante e il re bambino (La Medusa Editrice) e il racconto scritto con Laura Tullio Adama e Tonio: un’amicizia senza confini (Il grillo editore). Nel 20020 per la casa editrice Fasi di Luna ha pubblicato il racconto Le bulle, scritto con Laura Tullio e, con Tripla E, Costanza di Svevia. Il ritorno da regina.

mercoledì 23 dicembre 2020

La Valle del Volturno nel Medioevo

La Valle del Volturno nel Medioevo
Paesaggio, insediamenti e cantieri
di Alessia Frisetti
pp. 464, € 80,00
Volturnia Edizioni, 2020
EAN: 9788831339124
 
Il volume studia le dinamiche insediative post antiche della valle del Volturno e permette di conoscere un territorio interessante e dal punto di vista storico-culturale, per certi aspetti ancora inesplorato. La ricognizione della bibliografia edita e delle fonti scritte, che interessano un ampio arco cronologico dalla tarda antichità al basso medioevo, è stato il punto di partenza per misurare il potenziale storico di quest'area. Gli studi storici, storico-artistici, archeologici ed architettonici che riguardano questo comparto geografico, si sono presentati subito piuttosto frammentari e con gradi di approfondimento alquanto diversificati. Ciononostante, questo lavoro è debitore nei confronti di alcuni studiosi (primo fra tutti Dante Marrocco) che negli ultimi decenni hanno contributo a posizionare piccoli tasselli di una storia realmente intricata e a volte di difficile lettura. La collazione di questi dati bibliografici e delle informazioni estrapolate dalle fonti scritte ha rappresentato, quindi, il primo passo della ricerca.

martedì 22 dicembre 2020

1384 la presa della città

1384 la presa della città
Arezzo nelle mani di Enguerrand De Coucy
di Simone De Fraja
pp. 88, € 10,00
Aska Edizioni, 2020
EAN: 9788875423469
 
La città di Arezzo, sullo scorcio del Trecento, era segnata dalla politica degli Arciguelfi e dalla politica filofiorentina, forti correnti che trovavano scontri con frange di ghibellina memoria; forti divisioni, contrasti, anche economici, che si intese gestire manu militari, avvelenarono la città. Le sorti della città furono presto piegate da eventi che ebbero risvolti locali ma che, in realtà, appartenevano ad un quadro di scala internazionale. Settimo di una lunga dinastia, "uomo quanto valoroso, altrettanto modesto", secondo la Cronica di Buonaccorso Pitti, Enguerran de Coucy fu un soldato professionista, capitano della propria armata, potente personaggio di Francia la cui fortificazione, a Coucy, vantava il donjon cilindrico più imponente di quel mondo tardo medievale, un esempio di gigantismo. L'intesa tra il Sire de Coucy e i Tarlati, ad un passo dal riprendersi il governo della città, sfociò con l'offerta di Arezzo alla vicina Siena per venticinquemila fiorini, tosto declinata per le pressioni di Firenze cui fu ceduta per quarantamila fiorini. Non fu certo Enguerran VII a determinare la débâcle di Arezzo, fisiologica ed inevitabile in quelle storiche sabbie mobili; egli fu solo l'ultimo capitano di ventura che intervenne nelle lotte tra Arciguelfi e Ghibellini, con un risultato che fu solo il prodotto dei tempi e della politica aretina. C'è forse, dunque, la necessità di un approccio più neutro ed oggettivo o comunque tale che non risulti segnato da alcun accento filofrancese, come nell'opera di P. Durrieu, La Prise d'Arezzo, ovvero segnato da campanilismo o revanscismo storico. Prefazione di Luca Berti.
Simone De Fraja, avvocato, saggista e studioso del periodo medioevale. Il suo interesse si è concentrato in particolare sulla storia del territorio della città di Arezzo, ove vive; esperto di castellologia con speciale riferimento alle fortificazioni locali nonché del Vicino Oriente in ordine alle quali ha tenuto alcuni interventi e conferenze, si è occupato altresì del pensiero neoclassico ed esoterico del secolo XVI ed ha condotto ricerche sull’argomento. E’ membro di associazioni culturali cittadine e nazionali, per la Società Storica Aretina è membro del Comitato Scientifico di redazione, Consigliere, Vicepresidente nonché socio fondatore. E’ Consigliere Scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli, collabora con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze.

lunedì 21 dicembre 2020

L'ombra delle rose

L'ombra delle rose
di Spartaco Mencaroni
pp. 438, € 18,00
Intermedia Edizioni, 2020
ISBN: 9788867862702
 
Anno 1346. Nelle terre intorno al mar Nero si fronteggiano i domini del Khan e del morente impero Bizantino. I mercanti di Genova e Venezia percorrono le piste senza fine che portano a oriente partendo da un pugno di colonie arroccate sulle coste.

Nonostante i venti di guerra Marco, un genovese cresciuto lontano da casa, decide di partire ancora una volta in cerca di fortuna: con l’amico Duccio incrocerà la strada del giovane Burqan, guerriero nomade dal cuore di falco, accusato di un oscuro delitto e in fuga dai suoi stessi compagni.
Il loro viaggio attraverserà gli sterminati paesaggi dell’Asia, dove l’epidemia più spaventosa degli ultimi mille anni serpeggia seguendo le antiche vie della seta, per giungere alle sponde del Mar Nero e infine a Bisanzio. Lungo la strada incontreranno la nobile e fiera Teodosia, dal cuore libero e dalla fede profonda, il cupo e misterioso Erdon e il suo spensierato apprendista Vania. Per ciascuno di loro il destino ha in serbo molto più di quanto immagina e finirà per intrecciare a fondo le loro storie.  
Sullo sfondo una civiltà al bivio, fra intrighi e battaglie, processioni di flagellanti e antiche città che attendono il giudizio finale, si interroga su come ricominciare a vivere.

domenica 20 dicembre 2020

La Taffureria

La Taffureria
Il gioco d'azzardo ad Alghero nel Medio Evo e nei periodi successivi
di Giacomo Oppia
pp. 128, € 15,00
Edizioni del Sole, 2020
ISBN: 8894930068
 
Il gioco d’azzardo, esclusivamente o prevalentemente legato al caso e alla fortuna, che ha sempre rappresentato un’attività connaturata alla psiche e alle pulsioni dell’essere umano, fece registrare uno straordinario sviluppo nel Tardo Medio Evo, quando ebbe una larghissima diffusione in tutta l’Europa.
 
Furono allora istituite, per meglio regolamentare i comportamenti dei giocatori – spesso violenti, rissosi e blasfemi – apposite case da gioco pubbliche, diversamente denominate e gestite nei vari paesi, comunque utilizzate per incrementare le entrate fiscali. Anche ad Alghero, nella seconda metà del XIV secolo, dopo la conquista aragonese, fu introdotta una casa da gioco di tipo catalano, chiamata taffureria, attiva fino alla fine del 1400, sulla quale non solo non esistevano finora studi specifici, ma neppure notizie o informazioni di qualche importanza.
A seguito di apposite ricerche effettuate presso l’Archivio di Stato di Cagliari, l’autore ha portato alla luce un’ampia documentazione, consistente in numerosi contratti di arrendamento – così allora era chiamato l’appalto – della taffureria di Alghero, stipulati nel corso del XV secolo e annotati nei Registri della Procurazione Reale del Capo di Logudoro. Sulla base di questa documentazione, nel libro di Giacomo Oppia è stato possibile delineare con una certa attendibilità la situazione del gioco d’azzardo nella villa di Alghero nel XV secolo e le sue regole, ed esprimere alcune osservazioni di carattere sociale ed economico sui soggetti coinvolti nella gestione e nella pratica di tale gioco.
Viene così messo in evidenza un singolare e intrigante aspetto della vita sociale della comunità algherese con particolare riferimento all’epoca medievale, finora completamente trascurato negli studi sulla storia locale, ma pur sempre meritevole di essere portato alla conoscenza e all’attenzione di tutti coloro che sono interessati alle vicende storiche della propria terra.

sabato 19 dicembre 2020

La grande pandemia. Come la peste nera generò il nuovo mondo

La grande pandemia
Come la peste nera generò il nuovo mondo
di Klaus Bergdolt
traduzione di A. Frisan
pp. 311, € 18,00
Edizioni Pienogiorno, 2020
ISBN: 979-1280229007
 
«Quegli eventi spaventosi, che comportarono un momentaneo imbarbarimento di tutti gli standard morali e un carico atroce di sofferenze, non si lasciarono dietro un mondo istupidito e in declino, bensì una società formicolante di energie e d'una ritrovata voglia di vivere» (Alessandro Barbero). Nata nelle sconfinate steppe asiatiche e diffusasi attraverso la Cina, la peste nera che ha travolto il pianeta nella metà del Quattordicesimo Secolo è la più terribile pandemia che l'umanità ricordi. Un terzo della popolazione europea ne cadde vittima, un dato che equivarrebbe oggi a oltre 200 milioni di persone. L'Italia fu il primo paese dell'Europa occidentale ad esserne colpito, e mentre le altre nazioni poterono affrontarla perlomeno con una minima esperienza, l'epidemia si abbatté sulle città che si affacciavano sul mare come una vera sciagura. Per cinque terribili anni, la morte proiettò la sua sinistra ombra ovunque. Ma alla fine di quel cupo incubo, tutta l'Europa, da Venezia e alla penisola iberica, da Messina a Milano, dai paesi di lingua tedesca a Londra, Parigi e Firenze, si sarebbe destata profondamente diversa: quella tragica epopea avrebbe rappresentato l'imprevisto crogiuolo di concepimento di tutta l'età moderna, liberando energie inespresse, modificando costumi, ridistribuendo ricchezze. Il Vecchio Mondo si accingeva al tramonto, e il rinascimento di nuova alba sorgeva su quello Nuovo.

venerdì 18 dicembre 2020

Bibliografia dei manoscritti in scrittura beneventana 28

Bibliografia dei manoscritti in scrittura beneventana 28
di A.A.V.V.
pp. 284, € 60,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2020
ISBN: 9788833137353
 
Il numero di quest'anno si apre con un articolo di due giovani studiose, Chiara De Angelis e Michela Ventriglia, che danno conto della partecipazione del laboratorio LibeR (Libro e ricerca) all'impresa di Fragmentarium, il portale svizzero che da qualche anno ha assunto la guida degli studi sui frammenti di codici medievali, mettendo inoltre a disposizione la nuova rivista Fragmentology. Si tratta di un ottimo esempio di collaborazione internazionale, al quale non poteva mancare il contributo di quanti per ragioni storiche e geografiche sono o dovrebbero essere naturalmente portati allo studio dei numerosissimi frammenti che costituiscono oggi gli ultimi residui, sparsi per il mondo, di quelli che furono codici in beneventana
.
Fra la cospicua messe di lavori censiti in questo volume sia consentito ricordare il libro di Erik Kwakkel e Francis Newton, Constantine the African and the Oldest Manuscript of His Pantegni, apparentemente dedicato soprattutto al codice 73 J 6 della Biblioteca Reale dell'Aia, un manoscritto in carolina prodotto certamente a Montecassino nell'ultimo quarto del secolo XI, durante l'operoso soggiorno nell'abbazia di Costantino Africano. La culla della beneventana nel suo periodo aureo ospitò quindi una serie di copisti che padroneggiavano la tipologia grafica prevalente nell'Europa del tempo. Il loro lavoro è ricostruito dai due autori con grande acribia e attenzione alle modalità di produzione materiale delle versioni di Costantino, a ennesima dimostrazione che i codici andrebbero sempre studiati in ogni loro aspetto, se si vuole cogliere in pieno il significato dell'operazione intellettuale che ha presieduto alla loro creazione.

giovedì 17 dicembre 2020

Dante e l'iniziazione femminile

Dante e l'iniziazione femminile
Beatrice, Maria e altre 'dee'
di Gianni Vacchelli
pp. 218, € 13,90 (Acquista online con il 5% di sconto)
Lemma Press, 2020
ISBN: 9788899375737
 
Dobbiamo riscoprire Beatrice, la sua straordinaria figura polisemica, aperta a moltissime interpretazioni, ma che sicuramente è (anche) una donna reale, qualunque sia il suo nome storico. Qui è Beatrice, nome parlante, senza cognome, senza Portinari o chi per lei. Donna storica o sintesi di più donne storiche, Beatrice significa anche altro, senza mai perdere il suo essere donna. Ma a noi l’hanno trasmessa in altro modo: angelicata desessuata depotenziata, mentre mai è così nella Commedia, mai è così in genere la donna nell’ardente esperienza stilnovistica, una delle più flagranti e femminili della nostra letteratura. Invece Beatrice è diventata una creatura diafana esangue pura liliale, mentre quando tu leggi la Commedia quando tu incontri Beatrice, ti accorgi che è tutto meno che questo. Per tanti motivi: intanto perché probabilmente l’esperienza di Dante con questa donna – in tutti i sensi possibili – non è stata tale, è stata un’esperienza sconvolgente, e poi anche perché i principali modelli di Dante per questo amore sono essenzialmente due e sono entrambi ignei e poetici: il Cantico dei Cantici, poema di baci, sensuali e mistici, fin dall’incipit e il quarto libro dell’Eneide di Virgilio, con Didone.
Gianni Vacchelli, nato a Milano nel 1967, è narratore, scrittore e docente (PhD). Insegna in un liceo classico del milanese ed è contrattista all’Università Statale di Milano e all’Uniciels. Co-fondatore della Comunità di Ricerca “Colligite Fragmenta”, già attiva presso l’Università di Bergamo, è stato amico personale e libero allievo di Raimon Panikkar. I suoi principali oggetti di studio e di scrittura sono la narrazione, Dante, la Bibbia, il pensiero e l’opera di Raimon Panikkar, la mistica, letti con un’ermeneutica attenta all’interculturalità e alla dimensione simbolico-interiore e critico-politica. In questi ultimi anni si è occupato di una riarticolazione di spiritualità, politica ed economia, nell’ottica di una nuova educazione liberatrice. Tiene conferenze, seminari, laboratori, gruppi di “lettura dialogale” e corsi in Italia e all’estero.

mercoledì 16 dicembre 2020

Il Natale nell'arte

Il Natale nell'arte
di Emanuela Fogliadini, François Boespflug
pp. 214, € 70,00
Jaca Book, 2020
ISBN: 978-88-16-60627-2
 
La nascita di Gesù, concepito misteriosamente dallo Spirito Santo nel grembo di una giovane vergine di nome Maria, è la pietra angolare della Buona Novella e di tutta la dottrina cristiana sul Verbo di Dio fatto uomo. Evento razionalmente inspiegabile ma fonte di grandi speranze, la Natività è stata oggetto, un secolo dopo l’altro, della contemplazione e dello stupore di sapienti e fedeli. Celebrata e rappresentata nell’arte dagli inizi del cristianesimo ai giorni nostri, ha brillato in tutte le epoche e in tutti i continenti raggiunti dalla diffusione del Vangelo. Questo libro presenta una selezione di cinquanta opere d’arte. La più antica Natività risale al IV secolo e la più recente è del 2018. Ognuna è riprodotta a piena pagina, arricchita da un commento descrittivo, che ne evidenzia il contesto storico e le fonti letterarie, teologiche, artistiche di ispirazione e interpretazione. I due autori, teologi e storici dell’arte, sono desiderosi di coinvolgere il lettore e risvegliare una viva attenzione verso ogni opera e verso gli artisti che hanno immaginato un evento del quale non si finirà mai di esplorarne la forza.
Emanuela Fogliadini si occupa di storia, teologia, arte bizantina-ortodossa. È docente di Storia della teologia dell'Oriente cristiano presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale e l'Istituto superiore di Scienze religiose a Milano e dal 2015 è coordinatrice delle attività culturali della Fondazione Ambrosiana Paolo VI. Ha pubblicato per Jaca Book tra gli altri L'immagine negata (2013), L’invenzione dell’immagine sacra (2015), L'annunciazione nell'arte d'Oriente e d'Occidente (2020); per EDB Parola e immagine tra Oriente e Occidente (2015).
François Boespflug è teologo, storico dell’arte e storico delle religioni, è professore emerito dell’Università di Strasburgo. È stato titolare della Chaire du Louvre e della Cattedra Benedetto XVI a Ratisbona. Le sue numerose pubblicazioni trattano la storia delle religioni e la rappresentazione del divino. Tra le altre, Le immagini di Dio. Una storia dell’Eterno nell’arte (Einaudi 2012) e La caricatura e il sacro. Ebraismo, cristianesimo e islam a confronto (Vita e pensiero 2007).

martedì 15 dicembre 2020

San Francesco di Udine

San Francesco di Udine
Un monumento da salvare e riscoprire
a cura di Cesare Scalon
Saggi di Gianpaolo Trevisan, Laura Pani, Marco Sicuro, Enzo De Franceschi, Stefania Miotto, Annalia Marchisio, Luca Mor, Giuseppina Perusini, Paolo Casadio, Cesare Scalon
pp. 656. € 49,00
Gaspari editore, 2020
ISBN: 978-88-7541-795-6
 
I due volumi, che raccolgono una serie di contributi scientifici e un’ampia documentazione fotografica, si propongono di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, degli amministratori locali e delle istituzioni preposte alla conservazione del patrimonio culturale sulla chiesa di San Francesco di Udine: un monumento che, per interesse storico artistico, è tra i più importanti della città e dell’intero Friuli. Ci si riferisce non solo all’imponente architettura gotica ad aula unica, ma in particolare ai preziosissimi affreschi che videro l’intervento di artisti di provenienza eterogenea. Gli interventi compiuti nel secolo scorso, ampiamente documentati dalle foto di archivio qui riprodotte, attestano il grande interesse con cui le varie Soprintendenze e le Amministrazioni civiche succedutesi nel tempo si occuparono in passato di questo monumento.
Le splendide riproduzioni fotografiche di Luca Laureati mostrano a loro volta la bellezza e l’importanza di un edificio che rimane uno dei simboli della città.

lunedì 14 dicembre 2020

Vichinghi in Toscana

Vichinghi in Toscana
Il sacco di Pisa, l’assedio a Firenze, la presa di Fiesole
di Enio Pecchioni
pp. 106, € 12,00
Press & Archeos, 2020
ISBN: 978-88-32211-48-1
 
Nell’860 una flotta di navi vichinghe penetrò nel Mediterraneo. Dopo aver compiuto saccheggi lungo le coste della Spagna e della Francia, i comandanti Hastein e Bjørn Jaernsida (“Fianchi di ferro”) decisero di dirigersi verso la Toscana.

Raggiunta e razziata Pisa, i Vichinghi risalirono l’Arno e giunsero nel territorio di Firenze e Fiesole. La città sul colle lunato e il castello del vescovo Donato furono espugnati.
La povertà delle fonti medievali non permette di entrare nel vivo di questi eventi ma l’autore, con un po’ di fantasia e secondo un metodo già collaudato in altre pubblicazioni, tenta di colmare i vuoti per rendere comprensibili le circostanze storiche.
Stiamo parlando di un fatto poco noto quanto sorprendente e significativo: l’ardita spedizione compiuta da quei naviganti del nord, uomini rudi e sprezzanti del pericolo, che seppero poi affrancarsi e partecipare da protagonisti allo sviluppo culturale d’Europa.
Enio Pecchioni scrive di storia antica di Fiesole e Firenze dagli anni ’60. Tra le sue pubblicazioni più note ricordiamo Storia di Fiesole (1979), Breve storia del popolo etrusco (1984), Stilicone (2010), Urbicus da Firenze a Milano (2015) e il diario storico Etruschi versus Roma (2019).

domenica 13 dicembre 2020

Storie di violenza

Storie di violenza
Genere, pratiche ed emozioni tra Medioevo ed età contemporanea
a cura di Francesca Ferrando, Maria Cristina La Rocca, Giulia Morosini, Fulvia Zega
pp. 220, € 14,00
Aracne Editrice, 2020
ISBN: 978-88-255-3879-3
 
Il volume si propone di ripercorrere le diverse declinazioni del concetto di violenza tra il Medioevo e l’Età Contemporanea analizzando questo fenomeno con una prospettiva di lungo periodo attraverso le suggestioni di due diversi filoni di ricerca: la storia delle emozioni e la storia di genere. Il filo rosso che unisce questi oggetti di studio è individuabile nel racconto della violenza, nella sua costruzione retorica e nell’uso strategico fattone di volta in volta dagli attori sociali nei diversi contesti. 
Francesca Ferrando dottoressa di ricerca in storia moderna presso le Università di Padova, Verona e Ca’ Foscari di Venezia e cultrice della materia in storia moderna all’università di Verona.
Maria Cristina La Rocca professoressa ordinaria di Storia medievale presso l’Università di Padova.
Giulia Morosini dottoressa di ricerca in Storia moderna presso le Università di Padova, Verona e Ca’ Foscari di Venezia e cultrice della materia in Storia moderna all’università di Verona.
Fulvia Zega si è laureata in Storia presso l’Università degli Studi di Genova ed è dottore di ricerca in Studi americani presso l’Università degli Studi Roma Tre. È presidente dell’Associazione Internazionale AREIA e professore a contratto di Istituzioni dei Paesi in lingua spagnola presso il Dipartimento di Studi linguistici e culturali comparati dell’Università Ca’ Foscari Venezia. I suoi studi si concentrano sugli aspetti politici e culturali delle relazioni tra i totalitarismi europei e i primi populismi latino–americani.

sabato 12 dicembre 2020

Economia politica classica e storia economica dell’Europa medievale

Economia politica classica e storia economica dell’Europa medievale
di Paolo Cammarosano
pp. 446, € 45,00
Cerm e Gaspari editore, 2020
ISBN: 978-88-95368-35-123
 
Gli economisti classici, da Adam Smith a Alfred Marshall, dedicarono spesso un interesse alla storia economica delle età passate, dall’antichità al medioevo. Nei tempi recenti il dialogo fra economisti e storici è divenuto meno frequente. Per ravvivarlo è bene comprendere la visione che gli economisti classici ebbero dello sviluppo economico medievale e porsi nei loro confronti in maniera vitale e critica. Alla rivisitazione di quei classici segue nel libro un discorso su due fondamentali elementi della storia economica, evoluzione demografica ed evoluzione dei prezzi, e si indicano nuovi metodi di analisi.

Infine, nella parte più ampia del libro, è proposto un profilo della storia economica dell’Europa medievale dal VI al XV secolo. L’autore tenta di collocare con scansioni cronologiche “dal volto umano”, cioè generazionali, le componenti dell’economia: agricoltura, produzione di manufatti, commercio, rapporti di credito, presenza delle autorità pubbliche e svolgimento della cultura. Attraverso queste vicende del passato ci vengono incontro, con drammatico affollamento, immagini oggi familiari: rapporto tra popolamento e risorse, spostamenti di popoli e loro incidenza nell’economia e nella società, diseguaglianze di capitali e di redditi, sviluppo e stagnazione, inflazione e deflazione, dimensioni crescenti del debito pubblico, incidenza dei livelli culturali, incidenza delle capacità tecniche e dei mutamenti della tecnica, economia pubblica ed economia privata, interesse pubblico e interessi privati, propensioni al protezionismo economico.
Paolo Cammarosano insegna Storia medievale all’Università di Trieste. Si è occupato di storia economica, sociale, politica e culturale dell’Italia su tutto l’arco del medioevo, sia con tematiche generali sia con studi di ambito cittadino, o incentrati su determinati settori del territorio rurale o di ambito regionale (soprattutto Toscana e Italia nord-orientale). Più in particolare, ha analizzato forme di insediamento rurale e sviluppo dei castelli, rapporti di dipendenza contadina nel quadro della signoria locale, istituzioni feudali, relazioni tra città e campagne nell’età comunale, struttura delle dinastie aristocratiche dell’età romanica, relazioni tra nobiltà e chiese, strutture familiari nelle città comunali, fisionomia dei ceti dominanti nelle città comunali, questioni di storia delle finanze pubbliche e della fiscalità, problemi di alfabetizzazione e cultura scritta e di struttura delle fonti scritte, forme della propaganda politica.

venerdì 11 dicembre 2020

Gli strumenti musicali e il loro simbolismo nell’arte occidentale

Gli strumenti musicali e il loro simbolismo nell’arte occidentale
di Emanuel Winternitz
pp. 284, € 18,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Jouvence, 2020
ISBN: 9788878017542
 
Il Rinascimento è stato un punto di svolta rivoluzionario per la storia della musica. Molti strumenti musicali del tempo sono utilizzati ancora oggi nella loro veste moderna, ma è da quel periodo storico che traggono la loro remota e misteriosa origine. Emanuel Winternitz argomenta e dimostra appassionatamente come sia necessario affidarsi alle testimonianze che troviamo in affreschi e dipinti per scoprire il modo in cui si è evoluto l’impiego dei più importanti strumenti musicali. Da Gaudenzio Ferrari a Raffaello, da Tiziano a Filippino Lippi, fino alla scuola dei Fiamminghi. Queste opere si rivelano dunque una fonte preziosa di informazioni sugli strumenti – quali la cetra, la citola, il liuto, la lira da braccio -, sulle tecniche con cui erano costruiti e sui problemi che ponevano all’esecutore. Attraverso un’analisi puntuale, Winternitz ci consegna un’interpretazione globale sull’impiego simbolico che i pittori facevano dei vari strumenti. Il volume può dunque essere letto come una guida immaginifica all’arte e al pensiero del Rinascimento, un capolavoro assolutamente originale e unico di iconografia musicale.
 
Emanuel Winternitz (Vienna, 4 agosto 1898 – New York, 20 agosto 1983) è stato un professionista museale di origine austriaca che è diventato il primo curatore del Dipartimento degli strumenti musicali del Metropolitan Museum of Art di New York.

giovedì 10 dicembre 2020

L’enigma degli Avori medievali

L’enigma degli Avori medievali
di Ferdinando Bologna
pp. 248, € 70,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
ArtstudioPaparo, 2020
EAN: 978 88 99130 282
 
La più vasta raccolta di tavolette d’avorio del mediterraneo cristiano esistente al mondo, riunita e mostrata per la prima volta in questo unico volume che si presenta in una veste elegante e chiara per il lettore che senza dubbio ne sarà affascinato. Di questa preziosa e completa raccolta di avori, alcuni pezzi sono ora presenti in alcuni dei musei più importanti del mondo tra i quali: il Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum di New York; il Victoria Albert Museum di Londra, i Musei Statali di Berlino, l’Ermitage di San Pietroburgo, il Museo di Belle Arti di Budapest.
Ferdinando Bologna è illustre professore di Storia dell’arte medievale e moderna. Innumerevoli le sue pubblicazioni; punto di riferimento insostituibile per tutte le generazioni che si occupano della storia dell’arte, nell’ambito della sua carriera universitaria ha rivestito numerose cariche presso istituzioni accademiche e culturali. È membro, fondatore e direttore di riviste di storia dell’arte. Numerosi i riconoscimenti nazionali ed internazionali ricevuti, tra i quali la laurea honoris causa conferitogli dalle università di Barcellona e Chieti.

mercoledì 9 dicembre 2020

«Vide igitur, quid sentire debeas de receptione pecuniae»

«Vide igitur, quid sentire debeas de receptione pecuniae»
Il denaro francescano tra norma ed interpretazione (1223-1390)
di Paolo Evangelisti
pp. 330, € 42,00
CISAM, 2020
ISBN: 978-88-6809-313-6
 
Sin quasi alla fine del '900 si è voluto considerare minore il contributo dei Minori al pensiero e all'etica economica; di contro il XXI secolo registra una crescente attenzione per la scelta ideale dei poveri volontari. La messa in mora di alcuni dogmi economici ad opera di crisi reiterate e planetarie ha innescato la ricerca di modelli capaci di coniugare crescita economica e dignità umana. L'opzione francescana ha così conquistato una centralità che dovrebbe tuttavia fare i conti con la storia che ne è all'origine, incardinata in norme ed istituzioni nate nel XIII secolo.
Il volume analizza come i Minori abbiano interpretato e vissuto, tra XIII e XIV secolo, la sfida più radicale posta dallo stesso Francesco: il divieto non solo di possedere ma anche di usare il denaro, misura di tutte le relazioni economiche. È una storia che merita di essere conosciuta e discussa anche da coloro che individuano nell'opzione francescana un modello per ristrutturare i rapporti tra etica del profitto ed etica civile.
Paolo Evangelisti è cultore della materia in Storia medievale presso l’Università di Trieste.

martedì 8 dicembre 2020

I musulmani dell'Italia medievale

I musulmani dell'Italia medievale
di Alex Metcalfe
traduzione di Francesco Barone
pp. 346, € 35,00
Officina di Studi Medievali, 2020
ISBN: 978-88-6485-125-9
 
Questo libro descrive una storia di rilevanti conseguenze: frequenti invasioni che causarono il crollo e la ristrutturazione di frontiere secolari tra il continente africano e quello europeo; l’ascesa di stati, leggi e sistemi di governo inediti; lo scambio di credenze religiose tra Islām e Cristianità; la trasformazione di arti, cultura, scienza e sapere; mutamenti capitali nelle forze motrici sociali ed economiche del Mediterraneo centrale. Ma in particolare questo è uno studio su individui e potere.

lunedì 7 dicembre 2020

Ruadàn

Ruadàn
di Fulvio Bacci
pp. 402, € 15,00
1000eunanotte Edizioni, 2020
EAN: 9788885667259
 
Nella verde e irrequieta Irlanda del basso medioevo, a venticinque anni dall'invasione normanna, nel monastero di Glendalough retto da Ruadàn, abate dotto e geniale, si incrociano le trame del potere regale, della rivolta popolare, della magia nera, della mitologia celtica, della diplomazia e della guerra. Tra preghiere, visioni, estasi d'amore e di sapienza, incubi allucinati, dotte dissertazioni, risse furibonde tra antichi dei e uomini nuovi, si arriva alla battaglia finale, che ricorda i grandi massacri mitologici, quando gli eroi erano divini e buffoni.

domenica 6 dicembre 2020

Locus amoenus

Locus amoenus
Nuovi strumenti di analisi della Commedia
di Simone Bregni
pp. 248, € 28,00
Angelo Longo Editore, 2020
ISBN: 9788893500593
 
Nel suo articolo Against Intertestuality del 2004, pubblicato in Philosophy & Literature, William Irwin sostiene che l'intertestualità dovrebbe essere «cancellata dal lessico degli umanisti sinceri e intelligenti». Secondo l'autore, invece, applicazioni corrette delle teorie dell'intertestualità possono rivelarsi particolarmente fruttuose, in particolare se applicate alla letteratura premoderna, prodotto di epoche in cui le relazioni tra testi e il processo di trasmissione della cultura erano radicalmente diversi da quella moderna. Un approccio al concetto classico e medievale di imitatio e æmulatio alla luce delle teorie dell'intertestualità può fornire nuovi elementi sulle modalità (intertestuali, interdiscorsive) del processo dantesco di imitatio nella Commedia. Analizzando un particolare topos della tradizione classica che è presente e ricorrente nella Commedia, quello del locus amoenus, l'autore mostra come l'analisi intertestuale faccia luce non solo sulle modalità di trasmissione della tradizione classica attraverso il tardoantico e il Medioevo, ma anche sulla cultura medievale in toto, inquadrandosi perfettamente nella specifica visione del mondo e della vita umana che il Medioevo possedeva. Secondo l'autore, il topos del locus amoenus è impiegato nella Commedia allo scopo di riassumere e condensare, e in ultima analisi alludere ai valori e l'intera visione del mondo dell'antichità pagana, un referente-chiave alla tradizione classica nel suo insieme. L'autore propone di usare, al posto del termine «intertestualità», per certi versi datato, ma soprattutto limitato, l'espressione «imitatio intertestuale/interdiscorsiva», che coglie meglio la complessità dell'uso dell'antico strumento retorico nel poema dantesco. Recenti strumenti digitali come Digital Dante (digitaldante.columbia.edu), mostrano il perdurare della rilevanza della ricerca sull'imitatio intertestuale/interdiscorsiva nella Commedia al giorno d'oggi, aprendo nuove prospettive di ricerca.