lunedì 31 ottobre 2016

Bernarda Visconti: una truffua quattrocentesca

Bernarda Visconti: una truffua quattrocentesca
di Maurizio Giannetti
pp. 138, € 10,00
Italia Medievale, 2016
ISBN: 9781326771676

La triste e dolorosa fine di Bernarda Visconti, figlia naturale di Bernabò Visconti, Signore di Milano nell’ultimo quarto del XIV secolo, alla luce di documenti successivi all’epilogo della storia, diventa un’intrigante vicenda di fantasmi e di truffe.
Delle due in oggetto verrebbe da dire talis mater qualis filia, se poi aggiungiamo la badessa Andreola e l'enigmatica falsa Bernarda salta fuori una quadriga di puledre intriganti e impegnative.
Ben documentato e approfondito, frutto di un'attenta ricerca, il libro presenta uno spaccato di abitudini e  intrighi delle corti tra il '300 e il '400.
E non vi mancano consigli gastronomici sottintesi, come quello di guardarsi dal lombo di maiale e dalla zuppa di fagioli..
Ce la racconta in questo saggio, basandosi solo su fonti storiche e processuali, Maurizio Giannetti, ingegnere milanese che, da alcuni anni s’interessa di Storia Medievale, sua passione da sempre.
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sabato 29 ottobre 2016

Poveri e povertà nel Medioevo

Poveri e povertà nel Medioevo
di Giuliana Albini
pp. 336, € 28,00
Carocci, 2016
ISBN: 9788843082629

I poveri furono una presenza costante nella società medievale, caratterizzata, nel suo complesso, da un limitato livello di sviluppo e da forti disuguaglianze. Miseria economica, disagi sociali, privazione di diritti interagivano, creando situazioni di bisogno e, insieme, di marginalità. Era un universo, quello delle povertà, tutt’altro che immobile, perché le profonde trasformazioni, congiunturali e strutturali, dei secoli dal VI al XIV, generavano via via stati di necessità assai diversi tra loro. La percezione, personale e collettiva, della povertà era permeata dalla dottrina cristiana che, riconoscendo nei poveri l’immagine di Cristo, invitava ad aiutarli a sopportare le loro condizioni, per evitare forme di disperazione e di sovvertimento dell’ordine sociale. All’interno delle dinamiche di una società profondamente cristiana, dunque, si costruirono complesse reti di protezione (informali o organizzate), nelle quali avevano spazio sia iniziative individuali sia istituzionali (ecclesiastiche, anzitutto, ma anche civili). Nel confronto tra elaborazione teorica e pratica quotidiana, il libro vuol fare emergere volti e luoghi della povertà e della carità.
Giuliana Albini è professore ordinario di Storia medievale nell’Università degli Studi di Milano, ha pubblicato numerosi saggi sulle strutture demografiche, sociali e istituzionali del Basso Medioevo italiano. Ha dedicato particolare attenzione alle emergenze sociali presenti nel mondo urbano (secc. XI-XV) e alle pratiche, individuali e istituzionali, di carità e di assistenza. Tra i volumi pubblicati, Città e ospedali nella Lombardia medievale (Bologna 1993) e Carità e governo delle povertà: secoli XII-XV (Milano 2002).

giovedì 27 ottobre 2016

Il cuoco dell'inferno

Il cuoco dell'inferno
di Andrea Biscaro
pp. 237, € 18,00
Meridiano Zero, 2016
 
Il famoso e misterioso Scalco di corte Cristoforo da Messisbugo, grande cuoco e organizzatore di banchetti presso la famiglia degli Este, è un uomo colto e tormentato, dalla fantasia dirompente in cucina e dal passato enigmatico e irrisolto. Per lui è un grande onore essere scelto come cuoco ufficiale nella nuova residenza di Sigismondo d'Este, il Palazzo dei Diamanti, fiore all'occhiello dell'opera di riorganizzazione urbana voluta dal duca Ercole I, la cosiddetta Addizione. I lavori della città nuova sono da poco conclusi e a Ferrara si festeggia. Il genio di Cristoforo si manifesta in un pasto che rimarrà impresso nella storia del gusto. La Sala dei Banchetti del Palazzo dei Diamanti è gremita: il vino scorre a fiumi, la musica risuona festosa, il cibo è quanto di più eccelso si possa immaginare. Ma il banchetto viene interrotto dalla notizia che un uomo ha bussato alla Porta degli Angeli chiedendo di comunicare al duca Ercole un'informazione riservata. Una figura incappucciata si palesa di fronte al duca e dice di sapere del diamante nascosto nel bugnato del palazzo. Ercole è esterrefatto. Soltanto lui e i suoi uomini fidati conoscono il segreto: un enorme diamante è stato occultato in una delle 8500 bugne piramidali che compongono la facciata del palazzo, posizionato in un punto particolarissimo e simbolico. Il diamante attirerà sul Palazzo e sui suoi abitanti energie celesti e influssi angelici. Come può quello straniero conoscere il segreto? Da dove viene?
Andrea Biscaro è scrittore, cantautore e ghostwriter. I suoi libri hanno avuto prefazioni autorevoli: Alda Merini, Erri De Luca, Eraldo Baldini, Roberto Piumini, e hanno parlato di lui personalità quali Gianni Mura, Marinella Venegoni, Sergio Zavoli e Franco Carratori. Ha lavorato per Castelvecchi, Fabbri, Stampa Alternativa, Coccole&Caccole, Squilibri, Safarà, Passepartout, Progedit, MilanoNera, LietoColle, Effigi e Neos. Tra le uscite degli ultimi anni ricordiamo: Illune con prefazione di Eraldo Baldini (Effigi 2011), Nerone. Il fuoco di Roma (Castelvecchi 2011, tascabile Lit 2012, Fabbri 2015), Ballate della notte scura con Tiziano Sclavi (Squilibri 2013).

mercoledì 26 ottobre 2016

Al-Manṣūrī fī ’ṭ-ṭibb - Liber medicinalis Almansoris

Al-Manṣūrī fī ’ṭ-ṭibb - Liber medicinalis Almansoris
di Abū Bakr Muḥammad ibn Zakariyā ar-Rāzī
A cura di Mahmoud Salem Elsheikh 
Edizione critica del volgarizzamento Laurenziano (Plut.LXXIII. Ms.43) confrontato con la tradizione manoscritta araba e latina
pp. 1152, €
Aracne editrice, 2016
ISBN: 978-88-548-8935-4

Se l’andaluso az-Zahrāwī, il famoso Albucasis, è considerato il principe dei chirurghi, il persiano Rāzī (865-925) è senza dubbio il principe dei medici. Con Rāzī, che visse a Baġdād e scrisse in arabo, la medicina araba supera la fase dell’eredità classica e passa a quella autoctona originale, con un sistema di contenuti e di ragionamenti tutto proprio. Il suo libro più famoso è certamente Al-Manṣūrī fī ’ṭ-ṭibb, noto come Liber medicinalis Almansoris. M.S. Elsheikh presenta la versione fiorentina di Al-Manṣūrī, tratta da un manoscritto laurenziano, confrontandola con i manoscritti arabi e latini, arricchendola di un amplissimo glossario, dove si assiste, per così dire, alla nascita del lessico italiano della medicina.
Mahmoud Salem Elsheikh, egiziano d’origine ma fiorentino di adozione, allievo di G. Contini, ha indagato le fasi antiche della storia linguistica romanza, curando fra l’altro il Canzoniere di Nicolò de’ Rossi, Leggenda di San Torpè, Il Laudario dei Battuti di Modena; Statuto di Chiarentana, Statuto di Perugia del 1342, Il Costituto del Comune di Siena del 1309-10; La Chirurgia di Albucasis, le Ricette di Maestro Piero da Brescia, Dei Bagni della Porretta di Ugolino da Pisa, Medicina e farmacologia nei manoscritti della biblioteca Riccardiana di Firenze, e La Medicina araba. L’Arte medica nei Califfati d’Oriente e d’Occidente.

martedì 25 ottobre 2016

Studi di ecdotica romanza

Studi di ecdotica romanza
di Francesco Benozzo
pp. 250, € 16,00
Aracne Editrice, 2016
ISBN: 978-88-548-9725-0
 
Modernamente intesa, l’ecdotica non è soltanto quella branca della filologia che studia i mezzi e i fini per allestire l’edizione di un testo, ma un atteggiamento critico che ha a che fare, a monte di ogni indagine, con la responsabilità del filologo nei suoi modi di accostarsi alla letteratura, intesa come luogo d’incontro di testi, autori e lettori. Gli studi di questo volume, incentrati sulla tradizione romanza (dai trovatori occitani al romanzo arturiano, dalla letteratura cavalleresca alla poesia del primo Novecento) sono al tempo stesso esempi di ecdotica applicata e riflessioni che, a partire da essa, mirano a mostrare la centralità della filologia – di una filologia che accetti la sfida di interrogare costantemente se stessa e i propri metodi – nel mondo contemporaneo.
Francesco Benozzo è filologo e musicista italiano. Specializzato in Lingue romanze dell'Università di Bologna. Ha contribuito in campo linguistico all'elaborazione della teoria della continuità paleolitica e come arpista e cantautore ha realizzato 5 album, e ha accompagnato con la sua arpa il premio Nobel per la letteratura Wislawa Szymborska nella sua prima apparizione italiana al Teatro valle di Roma. È il fondatore dell'etnofilologia, una disciplina nella quale i documenti antichi sono considerati con un approccio e una metodologia etnografica. Come filologo ha all'attivo, tra l'altro, l'edizione de Il Gododdin: poema eroico antico gallese (Milano, Luni, 2000) e l'edizione critica del Tristan et Lancelot di Pierre Sala (Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2001).

domenica 23 ottobre 2016

Storia di una principessa e della sua forchetta

Storia di una principessa e della sua forchetta
di Annalisa Ponti
pp. 224, € 10,90
Rizzoli, 2016
ISBN: 8817087416

È l’anno Mille, più o meno. Per suggellare l’amicizia tra Venezia e Bisanzio, la principessa bizantina Teodora andrà in sposa al secondogenito del doge. Teodora ha dodici anni, e sbarca in laguna insieme alla balia e a un ricco corredo di tappeti, porcellane e tessuti preziosi. Viene dalla splendida Bisanzio, lei, ed è abituata a essere servita. Ben diversa la Venezia in cui approda, piccola città di pescatori e mercanti, palazzi semplici e strade maleodoranti. Teodora e Giovanni si piacciono subito. I veneziani, invece, scrutano con diffidenza la stravagante principessa che – scandalo! – mangia con la forchetta e si fa il bagno in una vasca. In particolare, Piero il Castigatore… Ma chi la fa l’aspetti! Una storia medievale quasi vera che si prende gioco di tutti i pregiudizi.
La storia della nostra Teodora si ispira a una vicenda reale, di cui circolano diverse versioni, relativa a un’altra giovane donna bizantina andata in sposa a un veneziano. Per alcuni storici si tratterebbe di una Teodora, anche lei principessa, moglie del doge Domenico Selvo. Altri libri parlano invece di Maria Argyropoulaina e del suo matrimonio, nell’estate del 1004, con Giovanni, figlio del doge Pietro II Orseolo. Ciò su cui tutti concordano, comunque, è la triste fine della giovane, colpita da un male incurabile – la peste? – che portò alla morte anche il marito. A raccontarci – con grande severità – delle abitudini raffinate di questa nobile ragazza d’Oriente è stato anche un importante teologo e riformatore della Chiesa medievale, Pier Damiani (1007-1072), che sarà addirittura fatto santo. La principessa non toccava le pietanze con le mani ma si faceva tagliare il cibo in piccolissimi pezzi, poi li assaggiava appena portandoli alla bocca con forchette d’oro, scriveva inorridito e, ricordando la morte improvvisa e terribile della giovane, il sant’uomo non poteva non alludere a una punizione celeste. Del resto quelli in cui viveva Piero erano anni difficili, durante i quali andava maturando la dolorosa separazione tra la Chiesa d’Occidente, che parlava latino, e quella bizantina, che da allora si chiama Chiesa greco-ortodossa: dal suo punto di vista, Bisanzio e l’Oriente rappresentavano un effettivo pericolo per la civiltà dell’Europa occidentale. Va altresì detto che l’amichevole rapporto che ha legato Venezia a Bisanzio per gran parte del Medioevo andò progressivamente allentandosi fino a diventare aperta ostilità: molti dei tesori bizantini che possiamo ammirare oggi in piazza San Marco giunsero in laguna come frutto di violente ruberie.
Annalisa Ponti è un’insegnante di scuola superiore con molti anni di editoria alle spalle. Appassionata lettrice di storie (scritte da altri), un giorno ha incontrato in un manuale di scuola una vicenda che cercava un finale diverso: è così che è nata l’avventura della principessa Teodora.
 

sabato 22 ottobre 2016

Le grandi battaglie delle crociate

Le grandi battaglie delle crociate
di Enzo Valentini
pp. 432, € 12,00
Newton Compton, 2015
ISBN: 978-88-541-9489-2

Tre secoli di guerre che cambiarono la storia.
Lo scontro totale tra Islam e cristianesimo che insanguinò il medioevo.
La storia delle battaglie tra Islam e cristianesimo è una lunga scia di sangue, che visse la sua fase più acuta nei tre secoli circa in cui si concentrarono le crociate. La prima di queste imprese, ricche di epica quanto di meschinità e crudeltà, portò gli occidentali alla conquista di Gerusalemme nel 1099, grazie alle gesta di condottieri come Goffredo di Buglione e suo fratello Baldovino I. Ma meno di un secolo e una crociata dopo il Saladino recuperò la Città Santa all’Islam e sottrasse ai Franchi, come venivano chiamati in Oriente i cavalieri provenienti dall’Europa, gran parte delle loro terre. I crociati tentarono una reazione con alcuni dei più grandi condottieri dell’epoca, come Federico Barbarossa e Riccardo Cuor di Leone, ma nonostante gli sforzi i possedimenti cristiani si sarebbero progressivamente e irrimediabilmente erosi, fino a scomparire del tutto in Terrasanta. Dopo di allora, i cristiani si sarebbero dovuti preoccupare di fronteggiare l’avanzata musulmana nel cuore dell’Europa, andando incontro a nuove, devastanti disfatte come a Nicopoli e Varna.

Gli eserciti, gli scontri campali, gli assedi, i protagonisti di una terribile pagina di storia.
Tra le battaglie trattate:
• L’antefatto: Manzikert (1071)
• Alla volta di Gerusalemme: Antiochia (1097-1098)
• L’assedio e la conquista: Gerusalemme (1099)
• Il vento dell’Islam: Corni di Hattin (1187)
• La crociata del Leone: Arsuf (1191)
• Le battaglie anomale: Costantinopoli (1203-1204)
• Ai confini della Cristianità: Šiauliai (1236)
• Le spedizioni del re Santo: Damietta (1249)
• La fine d’Outremer: San Giovanni d’Acri (1291)
• Le crociate sul mare: Rodi (1306-1309)
• Gli ultimi fuochi: Nicopoli (1396)

Enzo Valentini è saggista storico, si occupa da trent’anni di Medioevo e di Storia templare. Oltre agli interventi per conferenze e convegni, è autore di libri sull’argomento e di articoli per riviste specialistiche. Dal 1985 è segretario nazionale della Libera Associazione Ricercatori Templari Italiani ( LARTI). Con la Newton Compton ha pubblicato Storia segreta dei templari e Le grandi battaglie delle crociate.

venerdì 21 ottobre 2016

L'architettura bizantina

L'architettura bizantina
di Vojislav Korac, Marica Suput
A cura di: Mauro della Valle
Traduzione di Isabella Meloncelli
pp. 224, € 80,00
Jaca Book, 2016
ISBN: 978-88-16-60536-7
Ma cosa era dunque Bisanzio? Civiltà e identità romana, religione cristiana, cultura e lingua greca, questo teneva insieme un variegato mosaico di popoli con lingue e tradizioni radicalmente diverse (un'etnia o una popolazione "bizantina" non è infatti mai esistita e non è altrimenti riconoscibile), che nei millecento anni della sua storia ha popolato un'estensione territoriale, all'inizio pari a quella delle regioni orientali dell'Impero romano, la curva del Mediterraneo che va dall'Egitto alla Dalmazia, dal confine danubiano al limes siro-mesopotamico. Restano splendide testimonianze di questa civiltà architettonica e artistica, e pensiamo alla Bulgaria, alla Serbia, alla ex Repubblica jugoslava di Macedonia, alla Grecia, alla Russia, per riferirci alle entità statali moderne, che comunque, almeno nei nomi, ricalcano le identità statali di epoca medievale (ma con gravi situazioni di crisi, si pensi al Kossovo, oggi stato indipendente ma all'epoca cuore stesso della civiltà serba, o all'Ucraina, oggi stato indipendente ma all'epoca regione in cui nacque la Russia cristiana, la Rus'di Kiev, appunto). Per certi versi, anche la stessa Italia fu per secoli largamente permeata di cultura bizantina. Il volume ripercorre questa straordinaria vicenda umana e artistica con dovizia di piante e illustrazioni che guidano i lettori anche non esperti attraverso la disamina soprattutto di chiese e monasteri a una migliore e più corretta comprensione di Bisanzio.

giovedì 20 ottobre 2016

L'invenzione dell'iconoclasmo bizantino

L'invenzione dell'iconoclasmo bizantino
di Leslie Brubaker
a cura di Maria Cristina Carile
pp. 172, € 24,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2016
ISBN: 9788867284559
 
Il famoso iconoclasmo bizantino ha influenzato moltissimi movimenti iconoclastici, dalla riforma inglese e dalla rivoluzione francese al movimento talebano, fino all’Isis in tempi recentissimi, tutti incentrati sulla distruzione di immagini come forte dichiarazione politica. Tuttavia, esso è stato sfortunatamente frainteso: questo libro mostra quanto e perché la discussione riguardo alle immagini fosse più complicata e più interessante di quanto non si sia immaginato. Osserva il modo in cui le icone divennero così importanti, chi vi si oppose e come la controversia si risolse all’incirca tra il 680 e l’850. Molte convinzioni ormai largamente accettate riguardo all’“iconoclasmo” – ad esempio il fatto che si trattasse di un’iniziativa imperiale e della causa di una generale e diffusa distruzione di immagini, che i maggiori promotori della venerazione delle icone fossero monaci e che fosse avvenuto in un periodo di ristagno culturale – si riveleranno sbagliate. Gli anni dei dibattiti sulle immagini videro infatti progressi tecnologici e mutamenti intellettuali che, accanto ad un’economia in crescita, si conclusero con l’emergere di un impero particolarmente forte e stabile: la Bisanzio medievale.
Leslie Brubaker insegna Arte bizantina all’Università di Birmingham, dove è Director of the Centre for Byzantine, Ottoman and Modern Greek Studies. Tra le sue opere, ricordiamo Vizion and Meaning in Ninth-century Byzantium (1999) e Byzantium in the Iconoclast Era c. 680-850: a history (2011, con J.F. Haldon).
Maria Cristina Carile è docente di Storia e Critica dell'Arte Bizantina all'interno della Laurea Magistrale in Storia e Conservazione delle Opere d'Arte (LM 89), presso la Scuola di Lettere e Beni Culturali dell'Università di Bologna (sede di Ravenna).

martedì 18 ottobre 2016

Francesco d'Assisi

Francesco d'Assisi
La storia negata
di Chiara Mercuri
pp. 232, € 16,00
Laterza, 2016
ISBN: 9788858125816

Messi ai margini, tacciati di essere gente rozza, semplice e senza cultura, i suoi compagni furono i soli che Francesco volle accanto nell’ultimo atto della sua vita terrena.
I loro scritti, ignorati per secoli, raccontano un Francesco diverso, finalmente sottratto all’immagine stereotipata in cui la storia ufficiale l’ha confinato.
Parigi, anno 1266. Bonaventura da Bagnoregio, generale dell’Ordine francescano, impone di distruggere tutte le biografie di san Francesco, morto quarant’anni prima.
In ognuno dei quasi millecinquecento conventi dell’ordine e dei quattrocento monasteri di clarisse, le vecchie biografie vengono sostituite dalla nuova, redatta proprio da Bonaventura, chiamata Leggenda Maggiore. Monastero per monastero, convento per convento, si fanno sparire le precedenti testimonianze dagli archivi, dagli studia, dalle sale di lettura dei frati. Da quel momento l’immagine di Francesco diviene quella di un frate ingenuo e senza cultura. Solo secoli dopo, nel 1890, il pastore calvinista Paul Sabatier si mette alla ricerca dei testi scomparsi. Una ricerca testarda, durata per decenni e che, alla fine, ha successo.
Chiara Mercuri ricostruisce, sulla base delle fonti non ufficiali, la vita e l’insegnamento di Francesco. Ne emerge il ritratto inedito di un uomo di profonda cultura, deciso fino alla durezza, ma amorevole verso i suoi compagni – Leone, Chiara e gli altri – che furono con lui il motore di una straordinaria stagione di rinnovamento dello spirito.
Chiara Mercuri si è specializzata in Storia medievale in Francia. È autrice di molti studi scientifici, tra cui un libro sulla reliquia della corona di spine (Edizioni di Storia e Letteratura), tradotto in francese col titolo Saint Louis et la couronne d’épines (Riveneuve 2011), che ha ottenuto il prestigioso premio dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres. Attualmente scrive per la rivista “Medioevo”.

lunedì 17 ottobre 2016

Le parole del papa

Le parole del papa
Da Gregorio VII a Francesco
di Alessandro Barbero
pp. 120, € 16,00
ISBN: 9788858125779

Le parole usate dai papi – da Gregorio VII a Francesco – sono una traccia preziosa per capire quanto profondi siano stati i cambiamenti della Chiesa nel corso dei secoli.
«Le parole usate dai papi sono importanti; tanto più in quanto il loro modo di parlare non è sempre lo stesso. Il linguaggio con cui il pastore della Chiesa di Roma si rivolge all’umanità nei momenti difficili è sempre stato espressione non solo della sua personalità individuale, ma del posto che la parola della Chiesa occupava nel mondo in quella data epoca; ed è un indizio estremamente rivelatore delle diverse modalità, e della diversa autorevolezza con cui di volta in volta i papi si sono proposti come leader mondiali.
In queste pagine faremo un viaggio attraverso le parole usate dai papi nei secoli. Ovviamente la Chiesa esiste da duemila anni e nel corso di questi due millenni ha prodotto innumerevoli parole; non si tratta di renderne conto in modo esaustivo o anche solo sistematico, ma piuttosto di proporre uno dei tanti viaggi possibili, cominciando dal Medioevo per arrivare fino alla soglia della nostra epoca.»
Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale, sede di Vercelli. Studioso di prestigio, noto al largo pubblico, ha pubblicato molti volumi. Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo è il primo dei suoi romanzi di successo (Premio Strega 1996, tradotto in sette lingue), al quale altri sono seguiti, tutti editi da Mondadori. Per Laterza è autore di opere più volte ristampate, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue.

venerdì 14 ottobre 2016

Il tesoro di un povero

Il tesoro di un povero
Il memoriale di Francesco Bentaccordi, fiorentino in Provenza (1400 ca.)
a cura di Simona Brambilla e Jérôme Hayez
pp. 532, € 90,00 (Acquista online con il 15% di sconto) 
Viella, 2016
ISBN: 9788867281862

Francesco Bentaccordi, un oscuro fiorentino già portiere di un cardinale, morì nel 1425 nell’ospedale dei poveri di Carpentras, dopo un soggiorno provenzale di trent’anni; aveva perso tutto ma conservava ancora, racchiuso nel codice qui edito, un tesoro prezioso. Questo “libro-biblioteca” scritto in mercantesca comprende, oltre a una pratica di mercatura, un centinaio di ricette (di vita quotidiana, mediche, magiche, metallurgiche e artistiche), problemi matematici e tavole di conto, descrizioni monetarie, ricordanze private, un itinerario transalpino, disegni di animali esotici e fantastici e qualche testo devozionale e letterario, tra cui spiccano opere di Dante e Petrarca. La collaborazione di specialisti di questi vari “saperi” ha consentito di commentare il testo nella sua molteplice dimensione, per gettare luce sul sincretismo della cultura medievale, in particolare nelle sue forme tecniche e popolari.
Jérôme Hayez è ricercatore presso il LAMOP (CNRS e Université Paris 1 – Panthéon-Sorbonne). Le sue ricerche sono state dedicate in particolare ai testi mercantili italiani, ai carteggi privati del tardo Medioevo, all’Archivio Datini di Prato e alle reti e carriere di mercanti toscani tre-quattrocenteschi.
Simona Brambilla è ricercatrice di Filologia della letteratura italiana presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I suoi principali interessi sono la prosa volgare dal Due al Quattrocento, i volgarizzamenti, l’epistolografia religiosa e mercantile, i commenti danteschi; ha dedicato studi anche alla fortuna del Dittamondo di Fazio degli Uberti e alla ricezione dell’opera di Dante tra Sette e Ottocento. 

martedì 11 ottobre 2016

Gubbio nel Trecento

Gubbio nel Trecento
Il comune popolare e la mutazione signorile (1300-1404)
di Alberto Longo
pp. 740, € 42,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2016
ISBN: 9788867285709 

Tradizionalmente diviso a metà fra gli ultimi sussulti comunali e le premesse signorili del Rinascimento, con al centro una crisi demografica di portata epocale dovuta alla Peste Nera, il Trecento italiano è stato raramente oggetto di monografie che abbiano provato a considerarlo nel suo insieme. Il finora poco conosciuto caso di Gubbio, con la sua ricca documentazione, si presta bene ad un tentativo del genere, che tenga conto di prospettive storiografiche aggiornate. La città umbra fu infatti il teatro di molti fenomeni caratteristici del periodo: il massimo sviluppo del comune di Popolo, i tentativi di governo personale, la soggezione diretta allo Stato pontificio, fino alla “mutazione signorile” con la dedizione della città al conte Antonio da Montefeltro, che inaugurò il dominio secolare della sua stirpe.
Alberto Luongo è assegnista di ricerca presso l’Università di Pisa. Si occupa in particolare di storia delle città dell’Italia centro-settentrionale fra XII e XIV secolo.

domenica 2 ottobre 2016

Lago Gerundo tra storia e leggenda

Lago Gerundo tra storia e leggenda
di Fabio Conti
pp. 160, € 17,00
Meravigli Edizioni, 2016
ISBN: 9788879553780 

Nel cuore della Lombardia, a cavallo tra le attuali province di Milano, Bergamo, Cremona e Lodi, esisteva anticamente un lago chiamato Gerundo, la cui “presenza” si può scorgere ancora oggi nella conformazione di un territorio indissolubilmente legato all’acqua e costellato da fiumi, canali e fontanili.
Nel corso dei secoli quel grande specchio d’acqua, paludoso e inospitale, venne bonificato dall’uomo e andò incontro a un inevitabile prosciugamento.
Oggi dell’antico lago restano le sponde, a tratti ancora evidenti, ma anche isole e promontori sui quali vennero fondate le città di Crema e Lodi, così come diverse piroghe monossili giunte fino a noi, oltre a decine di riferimenti nella toponomastica locale. Questo libro ripercorre la travagliata storia del lago che non c’è più e il cui territorio fu teatro di epici scontri. Ma quella del Gerundo è una storia che si mescola alla leggenda. Come il Loch Ness, anche il grande lago lombardo ospitava un mostro, Tarantasio, e la sua uccisione è stata tramandata in molteplici tradizioni.
Fabio Conti, giornalista e scrittore, è nato nel 1979 a Vaprio d’Adda, sulla sponda del lago Gerundo, e vive da sempre nella Geradadda. Giornalista professionista, è redattore dell’“Eco di Bergamo” e corrispondente dell’“Ansa” da Bergamo. Appassionato di storia e tradizioni locali, ha scritto racconti pubblicati in varie raccolte. È inoltre autore del volume “Uomini e motori: ­storie e passioni bergamasche” (Grafica&Arte).