sabato 31 agosto 2019

L'arte araldica nel Medioevo

L'arte araldica nel Medioevo
di Michel Pastoureau
Traduzione di Anna Delfina Arcostanzo
pp, 256, € 38,00
Einaudi, 2019
ISBN: 9788806242145
 
Comparso una prima volta nel XII secolo sui campi di battaglia e durante i tornei per fungere da segno di riconoscimento, lo stemma araldico si diffuse rapidamente nelle classi signorili, per poi estendersi gradualmente a donne, prelati, borghesi, ma anche, in alcune aree, ad artigiani, contadini, comunità civili e religiose. Alla fine del Medioevo l’intera società europea faceva uso degli stemmi. Allo stesso tempo segno d’identità, marchio di proprietà e ornamento decorativo, lo stemma compariva su molti oggetti, opere d’arte, edifici e monumenti. Le stesse chiese nel corso dei secoli divennero veri e propri «musei di stemmi». Ovunque la loro rappresentazione, rigorosamente codificata, diede vita a un’arte originale: l’arte araldica, che ebbe il suo culmine nel XV secolo.
«Ho scelto di focalizzare l’attenzione su tutto ciò che è inerente allo stemma in quanto immagine e sui legami tra l’araldica medievale e la creazione artistica. Si tratta di legami numerosi e sfaccettati che raramente, tuttavia, hanno attirato l’attenzione dei ricercatori, almeno per quanto riguarda il Medioevo. L’abbondante iconografia che accompagna i quattro capitoli di questo libro è soltanto un florilegio di centotrentasei immagini tra migliaia o anche decine di migliaia di altre, ma riesce a dare un’idea del rapporto tra gli stemmi e le opere d’arte. Spero che tali immagini contribuiscano a una migliore comprensione di questo importante aspetto dell’arte medievale e che suscitino la curiosità di storici e archeologi. Per tre secoli, del resto, dal XVI al XIX, gli studiosi francesi hanno correntemente utilizzato l’espressione «arte araldica», in associazione all’espressione «scienza araldica»: mentre quest’ultima designava il sapere teorico elaborato attorno al blasone, la prima si concentrava sulla rappresentazione degli stemmi. Ora è importante farla rivivere perché, nel Medioevo, è davvero presente un’arte araldica originale, insolita, inventiva, performante e, per la sensibilità moderna, particolarmente affascinante e sorprendente».
Michel Pastoureau insegna storia della simbologia medievale all'École Pratique des Hautes études. Da ormai vent'anni collabora anche con L'École des Hautes études en Sciences sociales, dedicandosi alla storia simbolica delle società europee. Fra le sue opere tradotte in Italia, ricordiamo La stoffa del diavolo. Una storia delle righe e dei tessuti rigati (il melangolo, 1993); Blu. Storia di un colore (Ponte alle Grazie, 2002); Medioevo simbolico (Laterza, 2005); L'orso. Storia di un re decaduto (Einaudi, 2008); Nero. Storia di un colore (Ponte alle Grazie, 2008); Animali celebri. Mito e realtà (Giunti, 2010), I colori dei nostri ricordi. Diario cromatico lungo piú di mezzo secolo (Ponte alle Grazie, 2011), Bestiari del Medioevo (Einaudi, 2012), Storie di pietra. Timpani e portali romanici (Einaudi, 2014), Il lupo. Una storia culturale (Ponte alle Grazie, 2018) e L'arte araldica nel Medioevo (Einaudi, 2019). 

venerdì 30 agosto 2019

Roccatederighi

Roccatederighi
Un borgo medievale delle Colline Metallifere tra Arte, Storia e Architettura
a cura di Alessio Caporali
con contributi di Giulia Marrucchi e Patrizia Scapin
pp. 366, € 17,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Edizioni Effigi, 2019
ISBN: 978-88-5524-036-9

Il volume raccoglie le ricerche effettuate sul paese di Roccatederighi. Il cospicuo patrimonio artistico, custodito nella chiesa di San Martino vescovo e nell’oratorio dei Santi Fabiano e Sebastiano, così come le caratteristiche urbanistiche e architettoniche del centro abitato, hanno suggerito, agli autori, studi approfonditi incentrati sull’analisi delle fonti documentarie e delle testimonianze materiali riconducibili all’arco cronologico compreso tra la seconda metà del XV secolo e la prima metà del XIX secolo.

giovedì 29 agosto 2019

Siviglia, declinazioni del fortificare

Siviglia
Declinazioni del fortificare
di Simone De Fraja
pp. 104, € 14,00
Phasar Edizioni, 2019
ISBN: 978-88-6358-524-7

Lo studio esamina le caratteristiche fortificatorie delle strutture ascrivibili alla fase musulmana e cristiana, realizzate ex novo o intervenendo su strutture precedenti, che hanno caratterizzato il territorio di Siviglia nel medioevo.
Le tipologie degli accorgimenti fortificatori, delle planimetrie adottate, delle torri realizzate, delle funzioni militari svolte, introducono il lettore alle "declinazioni del fortificare" nel territorio segnato dalle fortificazioni sorte lungo la Banda Morisca e Gallega. Le dinamiche dell'assedio di Siviglia da parte di Ferdinando III seguono lo studio delle difese cittadine esistenti alla metà del secolo XIII e lo studio di alcune fortificazioni del sivigliano.
Alla curiosità del lettore sono demandate le impressioni di viaggio in questo fazzoletto del Vicino Oriente, la terra di Siviglia, ove le ombre sono ancora lunghe come lo scorrere del tempo. Un ricco apparato fotografico correda la pubblicazione.

mercoledì 28 agosto 2019

50 Castelli nel Valdarno Superiore

50 Castelli nel Valdarno Superiore
Le radici di un popolo
di Lorenzo Bigi
pp. 128, € 15,00
Aska Edizioni, 2019
ISBN: 8875423296

Il Valdarno Superiore, abitato fin dalle epoche antiche, conserva uno straordinario patrimonio storico, archeologico ed architettonico e il paesaggio attuale è fortemente marcato dall'impronta del paesaggio medievale nel quale chiese e castelli impressionano ancora per la loro evidenza, bellezza, grandiosità, singolarità o ripetitività e sono ciò che rimane di un tempo remoto. Cinquanta Castelli dunque. Il testo si divide in due parti, una dedicata ai castelli ubicati alla destra dell'Arno, una a quelli alla sinistra. I luoghi censiti sono accomunati dal fatto di essere definiti, o essere stati definiti nelle fonti medievali castello e dall'aver avuto nel corso del Medioevo comuni peculiarità. Si tratta oggi di realtà insediative molto diverse: alcuni siti sono abbandonati e ridotti a rovine, altri da insediamenti fortificati hanno avuto uno sviluppo urbanistico in villaggi o paesi, altri ancora sono stati trasformati in ville o fattorie e di molti rimane solo una chiesa a testimonianza del passato.

martedì 27 agosto 2019

La Torre Civica di Camaiore

La Torre Civica di Camaiore
a cura di Elisabetta Abela
pp. 88,00, € 12,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Pacini Editore, 2019
ISBN: 978-88-6995-604-1
  
«La Torre Civica di Camaiore non è solo un campanile, non è solo un monumento dalla storia antichissima, non è solo l’opera dell’ingegno dei camaioresi di oltre sette secoli fa. È anche – e soprattutto – il simbolo della città e del suo paesaggio, l’impronta che ci è più familiare dello skyline del centro storico quando severa sovrasta la piazza e il brulicare della vita paesana o quando si accende di toni caldi all’ora del tramonto.
Per tale motivo questa Amministrazione Comunale, nel corso del primo mandato, ha fatto del restauro conservativo della Torre Civica, il primo passo per il rilancio del centro di Camaiore con un congruo investimento finanziario. Un simbolo che è diventato in questi ultimi anni anche una tavolozza colorata che illuminiamo in occasioni speciali per promuovere tematiche di carattere sociale. Ma dei simboli è fondamentale, oltre a mantenerne lo stato di salute, approfondirne la conoscenza perché possa essere tramandata e diventare così patrimonio di una comunità.
Il Gruppo Archeologico Camaiore, con l’indispensabile contributo scientifico dell’archeologa Elisabetta Abela, frutto di un’accurata analisi dei tessuti murari, ci guiderà in un viaggio appassionante che ci condurrà fino agli albori della Camaiore che oggi conosciamo e di questo non possiamo che essergliene grati.»

lunedì 26 agosto 2019

Le identità regionali nell’impero tardoantico

Le identità regionali nell’impero tardoantico
a cura di Tommaso Gnoli, Valerio Neri
pp. 414, € 28,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Jouvence, 2019
ISBN: 9788878016781

Il tema dell’identità, insieme a quello a esso correlato dell’integrazione, interessa da alcuni decenni la ricerca storica antichistica, con particolare riferimento all’epoca tardoantica e altomedievale. La tematica è comprensibilmente allargabile anche alla storia sociale e all’antropologia, e nello stesso tempo si collega anche cronologicamente a epoche diverse, prima fra tutte la nostra. Il concetto di identità, quindi, si presta a una serie di considerazioni trasversali che sono raccolte in questo volume, frutto di una selezione dei più significativi e originali contributi di storici e di storiografi sul tema.
Tommaso Gnoli insegna Storia romana ed Epigrafia latina al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna. Tra i suoi interessi scientifici le province orientali dell’Impero romano, la storiografi a tardoantica, la geografia storica del mondo antico, i culti orientali nel mondo romano, temi di storia medio e tardo-repubblicana.
Valerio Neri ha insegnato Storia romana al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna. È specialista di Storia della tarda antichità, con particolare attenzione alla storiografia, sia pagana sia cristiana, e a tematiche economiche e sociali.

sabato 24 agosto 2019

L'impero che non voleva morire

L'impero che non voleva morire
Il paradosso di Bisanzio (640-740 d.C.)
di John Haldon
Traduzione di Alessio De Siena
Contributi di Immacolata Eramo
pp. XLII - 462, € 29,00
Einaudi, 2019
ISBN: 9788806235000

Se nel VI secolo l’Impero romano d’Oriente era il piú vasto stato nell’Eurasia, appena un secolo dopo esso si era ridotto drasticamente. Circondato da nemici, devastato da conflitti e malattie, sembrava destinato al collasso, ma non fu cosí, e questo saggio ci spiega tutti i motivi per cui ciò non avvenne. Nel 700 d.C. l’Impero aveva perso tre quarti del suo territorio a vantaggio del Califfato islamico. Ma l’accidentata geografia dei territori rimanenti in Anatolia e nell’Egeo fu strategicamente vantaggiosa, poiché impedí ai nemici di occupare permanentemente le città, rendendoli vulnerabili ai contrattacchi romani. Piú l’Impero si riduceva, piú si calamitava intorno a Costantinopoli, la cui capacità di resistere ai diversi assedi si rivelò decisiva. Anche i cambiamenti climatici ebbero un ruolo, poiché imposero di diversificare la produzione agricola, aiutando cosí l’economia imperiale. La crisi costrinse la corte ad avvicinarsi alle classi dirigenti delle province e alla Chiesa. Nonostante le perdite territoriali, l’Impero non patí gravi crisi politiche. Ciò che restava divenne il cuore di uno stato romano cristiano medievale, la cui potente teologia politica predisse che l’imperatore avrebbe infine prevalso contro i nemici, sancendo il dominio mondiale del cristianesimo ortodosso.
John Haldon insegna Storia bizantina ed ellenistica alla Princeton University. Per Einaudi ha pubblicato L'Impero che non voleva morire (2019).

venerdì 23 agosto 2019

Il monastero

Il monastero
di Luis Zueco
pp. 448, € 9,90 (Acquista online con il 15% di sconto)
Newton Compton, 2019
ISBN: 9788822731500

Spagna, XIV secolo. Il monastero cistercense di Santa María de Veruela è stato costruito in modo da ricordare una Città Celeste: un riflesso del Regno dei Cieli. Tuttavia i monaci che lo abitano sono spesso vittime delle umane passioni: ambizione, desiderio, vendetta. Durante la sanguinosa guerra tra i regni di Castiglia e di Aragona, il giovane Bizén, assistente del notaio reale, viene incaricato di portare a termine una missione: recuperare i resti dell’infante Alfonso, sepolto in una delle tombe del monastero. Al suo arrivo, però, scopre che all’interno del monastero si è consumato un orrendo delitto: uno dei monaci è stato brutalmente assassinato in circostanze misteriose, proprio davanti alla sepoltura dell’infante. Bizén viene dunque incaricato dall’abate di individuare il colpevole, ma si ritroverà ben presto coinvolto nelle oscure trame che i monaci tessono l’uno all’insaputa dell’altro. Dovrà risolvere l’indagine al più presto, se vuole aver salva la vita…
Luis Zueco è nato a Saragozza, in Aragona. È uno scrittore, uno storico, un fotografo e un ingegnere industriale. Collabora con diverse associazioni culturali spagnole ed è vicepresidente della Asociación de Amigos de los Castillos de Aragón. Ha scritto tre romanzi. Il monastero è il primo pubblicato dalla Newton Compton.

giovedì 22 agosto 2019

La pittura islamica

La pittura islamica
Dalle origini alla fine del Trecento
di Maria Vittoria Fontana
pp. 280, € 20,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Jouvence, 2019
ISBN: 9788878016699

La pittura e la scultura non trovano, nell’ambito dell’arte islamica, la medesima collocazione di cui queste espressioni artistiche godono in altre culture sia occidentali sia orientali. La pittura, in particolare, poiché non è tridimensionale come la scultura e quindi, a differenza di questa, “non getta ombra”, è molto più diffusa nei territori musulmani di quanto una presunta iconoclastia non faccia pensare. Questo volume prende in considerazione la pittura islamica sino alle soglie del Quattrocento, cioè sino a quel periodo che demarcherà, nelle aree occidentali dell’Islam, una della più grandi rotture con il passato nello sviluppo dell’arte musulmana e creerà, nelle aree orientali, i presupposti per la grande pittura safavide e poi qajar.
La pittura a cui viene fatto riferimento, in assenza di pittura su tela e su tavola, è quella murale: quella figurata dei grandi cicli pittorici palatali ma anche quella di decorazione architettonica che troviamo sia in aggiunta alla pittura figurata sia, molto spesso, quale unica espressione pittorica.
Maria Vittoria Fontana, docente di Archeologia e storia dell’arte musulmana presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, è autrice di numerose pubblicazioni, fra cui: “La leggenda di Bahrām gūr e Āzāda”, Napoli 1986; “Iconografia dell’Ahl al-bayr”, Napoli 1994; “La miniatura islamica”, Roma 1998.

mercoledì 21 agosto 2019

Medioevo profetico

Medioevo profetico
di Claudio Leonardi
a cura di Alessandra Bartolomei Romagnoli ed Enrico Menestò
pp. XXXII-320, € 36,00
CISAM, 2019
ISBN: 9788868092696
 
Il volume raccoglie 24 contributi che attestano l’interesse di Claudio Leonardi per la profezia nel medioevo e nel tempo immediatamente successivo. Per Leonardi quella profetica fu una dimensione essenziale della autocoscienza medievale. Anche in questa prospettiva egli riuscì a dimostrare come il fenomeno profetico avesse caratteristiche essenzialmente storiche, perché «la profezia è, per tradizione cristiana, un carisma, cioè un particolare dono di Dio e, in quanto tale, è storicamente conoscibile». «La profezia è un parlare alla storia con le parole della storia». La parola è data da Dio al profeta per il bene della Chiesa, in particolare per l’annuncio della fede. La parola profetica riguarda, quindi, la condotta del cristiano nella storia ed è, pertanto, rivolta al popolo e ai potenti perché operino nel modo migliore. Per questo la parola del profeta sfiora sempre la politica.

martedì 20 agosto 2019

«Nessun dio è mai sceso quaggiù»

«Nessun dio è mai sceso quaggiù»
La polemica anticristiana dei filosofi antichi
di Marco Zambon
pp. 552, € 46,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Carocci, 2019
ISBN: 9788843095858

L’espansione del cristianesimo nell'Impero romano, tra II e VI secolo, è stata accompagnata da un processo multiforme di selezione, interpretazione e appropriazione del patrimonio culturale greco-latino da parte di coloro che si erano convertiti alla nuova religione o erano nati in essa. Tale processo ha provocato la reazione, spesso diffidente o ostile, delle persone comuni, delle autorità e degli intellettuali. Il libro si occupa delle ragioni per le quali, nel corso dell’età imperiale, un buon numero di filosofi di tradizione platonica ha preso posizione contro i cristiani e composto anche scritti destinati a confutarne la dottrina. Contro la pretesa dei cristiani di essere anch'essi filosofi, anzi, gli unici, i platonici loro avversari obiettavano che il cristianesimo è per sua natura una dottrina non filosofica, sia perché fondato sulla fede (quindi irrazionale), sia perché i suoi contenuti sono contraddittori e, in ciò che hanno di vero, non fanno che copiare insegnamenti provenienti da tradizioni più antiche e autorevoli, mentre, in ciò che hanno di originale, sono del tutto falsi e insensati.
Marco Zambon è ricercatore di Storia del cristianesimo e delle chiese nel Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’Università di Padova e insegna Storia del cristianesimo antico e medievale e Storia delle dottrine teologiche. Tra le sue pubblicazioni: Porphyre et le moyen-platonisme (Paris 2002); Severino Boezio, La ricerca della felicità (Consolazione della Filosofia III) (a cura di, Venezia 2011).

lunedì 19 agosto 2019

ORDONA XII. Un casale nel Tavoliere medievale

ORDONA XII
Un casale nel Tavoliere medievale
di Pasquale Favia
pp. 258, € 70,00
Edipuglia, 2019
ISBN: 978-88-7228-856-6

Il volume continua la serie dedicata agli scavi di Ordona, costituendo un ulteriore tassello dell’ampia riflessione scientifica dedicata a questo centro, che prosegue anche dopo la sospensione della quarantennale stagione di lavori sul  campo.  Il  contributo  si  propone  una  rilettura  dei  contesti  stratigrafici riguardanti la fase di occupazione che va dalla dissoluzione della città romana sino all’abbandono del sito alle soglie dell’epoca moderna. La ricomposizione dei dati acquisiti durante una così lunga indagine e la sistematizzazione  di  informazioni  in  parte  inedite  vengono  finalizzate all’elaborazione di chiavi e spunti di interpretazione della parabola insediativa medievale  di  questo  abitato  del  Tavoliere.  Il  significativo  avanzamento delle  ricerche  archeologiche  sul  comprensorio  daunio  nell’Età  di  Mezzo, realizzatosi negli ultimi decenni, permette inoltre di riconsiderare la vicenda post-classica di Ordona e della valle del Carapelle nei più ampi paesaggi e ambienti della Capitanata medievale. Tale  percorso  scientifico  non  intende,  però,  riproporre  rigide  scansioni temporali,  ma  anzi  sfruttare  l’opportunità  di  inserimento  della  sequenza storica di Ordona fra il VII e il XV secolo, in una più vasta rete di relazioni e rapporti fra il sito e il territorio, in un’ottica diacronica e in una dimensione priva di gerarchie, tanto sul piano temporale che su quello tematico.

domenica 18 agosto 2019

I balsami di Venere

I balsami di Venere
L’erotismo in Europa dal Medioevo al Settecento
di Pietro Camporesi
Prefazione di Elisabetta Rasy
pp. 168, € 22,00
Il Saggiatore, 2019
ISBN; 9788842825906

Il Saggiatore prosegue la ripubblicazione del corpus delle opere di Piero Camporesi con I balsami di Venere, un’esplorazione storico-letteraria delle pozioni, delle pietanze e dei medicamenti ideati tra Medioevo ed età moderna per lenire o stimolare i piaceri della carne, aumentare o ridurre la fertilità, rinvigorire l’energia vitale o preservare quella della giovinezza. La conferma della capacità unica dello studioso di raccontare l’anima di un’epoca attraverso il suo corpo, e di leggere in esso le evoluzioni che hanno condotto al nostro presente.
Piero Camporesi (Forlì 1926 - Bologna 1997) è stato un filologo, storico e antropologo italiano. Ha insegnato Letteratura italiana nella facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. Tra i saggisti italiani più conosciuti al mondo, i suoi libri sono stati tradotti nei principali paesi europei, negli Stati Uniti, in Brasile e in Giappone. Il Saggiatore ha pubblicato Il pane selvaggio (2016), Le belle contrade (2016) e Il sugo della vita (2017).

sabato 17 agosto 2019

Montaillou

Montaillou
Storia di un villaggio occitanico durante l'inquisizione
di Emmanuel Le Roy Ladurie
Traduzione di Giovanno Bogliolo
pp. 670, € 39,00
Il Saggiatore, 2019
ISBN: 9788842825425 
 
Dal 1318 al 1325 a Montaillou, piccolo paese dell’Occitania meridionale, il tribunale dell’Inquisizione indaga per sradicare gli ultimi resti dell’eresia catara. A capo del tribunale c’è un uomo fuori del comune: Jacques Fournier, vescovo di Pamiers e futuro papa Benedetto xii. Fournier è tenace, instancabile, parla a lungo con gli indagati, non delega responsabilità a subalterni e notai, sa distinguere in pochi minuti un eretico da un vero cattolico – una «specie di Maigret ossessivo e compulsivo».
Dal Registro d’Inquisizione di Fournier, Emmanuel Le Roy Ladurie ha ricostruito l’intero microcosmo del villaggio di Montaillou: il terrore dell’Inquisizione che si propaga come fuoco tra valli in cui tutti hanno qualcosa da nascondere e aspre montagne che recano l’impronta del demonio; la famiglia Clergue, che domina incontrastata Montaillou e in segreto aiuta i catari perseguitati; gli oppositori dei Clergue, che rischiano la vita per mano di sicari o, ironia della sorte, possono vedersi accusati di eresia. Sotto l’apparente tranquillità quotidiana, Jacques Fournier scopre un brulicare di violenza, menzogne, invidia e relazioni illecite che si rinnovano in un ciclo senza fi ne. E nemmeno la morte sembra recare pace. Se i catari, aborriti dalla Chiesa ufficiale, credono nella trasmigrazione delle anime, in molti giurano di veder vagare nella notte morti senza riposo: cavalieri che portano i segni del ferro che li ha uccisi e dame nobili e crudeli che non indossano più polsini di seta, ma catene di braci.
Montaillou è universalmente considerata l’opera più importante di Le Roy Ladurie, una pietra miliare di quella ricerca storiografica che, a partire dai documenti scritti, ricostruisce la vita quotidiana, le credenze e la psicologia di un’intera comunità. Queste pagine ci fanno rivivere un capitolo centrale dell’Inquisizione; soprattutto, attraverso i processi e gli interrogatori raccontati da Le Roy Ladurie possiamo penetrare in quel perturbante immaginario medievale di paure e superstizioni che, come un fiume sotterraneo, ha continuato a scorrere fino ai nostri giorni.
Emmanuel Le Roy Ladurie, allievo di Fernand Braudel ed esponente di spicco dell’École des Annales, è considerato uno dei più importanti storici francesi viventi. È stato direttore della Bibliothèque nationale de France e professore di Storia della civiltà moderna al Collège de France. Tra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo Il denaro, l’amore, la morte in Occitania (Rizzoli, 1983), I contadini di Linguadoca (Laterza, 1984) e Il Carnevale di Romans (Rizzoli, 1996).

venerdì 16 agosto 2019

Studi di storia monastica medievale piemontese

Studi di storia monastica medievale piemontese
di Giampiero Casiraghi
pp. 288, € 18,00
Effatà Editrice, 2019
ISBN: 9788869293825

Ad arricchire la Chiesa piemontese nel medioevo furono soprattutto i monaci, nei loro vari ordini religiosi: i Benedettini nella valle di Susa, nei luoghi di Novalesa e di San Michele della Chiusa, i Cistercensi nei monasteri maschili e femminili sparsi un po’ ovunque, i Vallombrosani alla periferia di Torino e nella valle della Stura di Lanzo con il loro slancio religioso, ed infine i Templari disseminati in piccoli nuclei sulla collina torinese e nel Chierese.
Per l’organizzazione diocesana la loro presenza fu sicuramente un bene che assicurò nuovo slancio alla religiosità del tempo, ma anche alla vita sociale con la loro presenza attiva nei territori soggetti alla loro giurisdizione monastica.
È questo il quadro dentro il quale si sviluppa il presente volume: alcune abbazie sono ampiamente studiate come la Sacra di San Michele, altre sono appena toccate come la Novalesa. Di queste ed altre abbazie nel volume si sottolineano l’ambiente in cui sono nate e vissute e soprattutto la rete delle loro dipendenze costituite da beni e chiese.
Giampiero Casiraghi dopo essersi licenziato in Teologia si è laureato in Lettere e filosofia all’Università di Torino. Ha insegnato Storia della Chiesa nel medioevo, Antropologia teologica e Storia delle Missioni presso la Federazione Intercomunitaria Teologica di Torino e Paleografia latina all’Università degli Studi del Piemonte orientale. Oltre a scrivere numerosi articoli sulla chiesa di Torino e il monachesimo subalpino, e a curare vari Atti dei Convegni sacrensi, ha pubblicato La diocesi di Torino nel medioevo, Torino, 1979 e, con Patrizia Cancian, Vicende, dipendenze e documenti dell’abazia di S. Michele della Chiusa, Torino 1993.

giovedì 15 agosto 2019

La scimitarra e la spada

La scimitarra e la spada
di Tiziano Viganò
pp. 368, € 12,00
Mimep Edizion, 2019
ISBN: 8884245532

Romanzo storico ambientato al tempo delle scorrerie saracene sulle coste italiane prima della battaglia di Lepanto.
Il punto di vista originale da cui parte il racconto è quello di un cristiano catturato e reso schiavo dai saraceni e per opportunità convertitosi all’islam. Con dovizia di particolari e situazioni avvincenti davanti agli occhi del lettore scorre la vita concreta dei prigionieri rapiti dai musulmani così come avveniva in quei tempi nei territori dominati dalla mezzaluna.
Tutto attraverso il racconto del protagonista che, di nuovo catturato in battaglia ma stavolta dai Genovesi cristiani deve difendersi in un processo per essere riammesso alla comunione della Chiesa cattolica.
Tiziano Viganò insegnante di scuola secondaria inferiore, educatore e guida di gruppi giovanili. è al suo terzo romanzo con MIMEP e conferma in pieno la sua grande capacità di unire storie avvincenti con dovizia di documentazione storica.

mercoledì 14 agosto 2019

Dante e l'Islam

Dante e l'Islam
di Massimo Campanini
pp. 176, € 16,50 (Acquista online con il 15% di sconto)
Studium edizioni, 2019
ISBN: 978-88-382-4759-0

I rapporti tra Dante e la cultura islamica sono notoriamente controversi. Se, da una parte, il sommo poeta è sempre piuttosto aspro e polemico contro l’Islam; dall’altra, nella Commedia ma ancor di più nel Convivio, teorizza una cosmologia in cui le tracce di arabismo sono evidentissime: dalla struttura fisica dei cieli al ruolo degli intelletti che muovono le sfere per appetito d’amore. Questo libro cerca di colmare il vuoto lasciato nella memoria dell’Occidente, indagando il retaggio del pensiero islamico in Dante, di cui offre anche una innovativa ipotesi biografico-intellettuale con particolare enfasi sul contesto politico. Ne emerge che i mondi, arabo ed euro-occidentale, non erano chiusi e reciprocamente ostili, ma continuamente interagenti al di là dello “scontro di civiltà”.
Massimo Campanini è laureato in Filosofa e diplomato in lingua araba. Ha insegnato nelle università di Urbino, Milano, Orientale di Napoli e infine Trento. Attualmente è Accademico dell’Ambrosiana di  Milano e visiting professor allo IUSS Pavia e al S. Raffaele di Milano. Fin dagli inizi della sua carriera accademica si è occupato di studi coranici, di pensiero filosofco e politico medievale e moderno, e di storia contemporanea dei paesi arabi.

martedì 13 agosto 2019

Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici

Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici
di Adriana Assini
pp. 192, € 14,00
Scrittura & Scritture, 2019
ISBN: 9788885746152
 
Giuliano è il sole; Lorenzo è cielo, mare e terra. Sono giovani, colti, carismatici e ammirati entrambi quando diventano i principi di Firenze.
All’altezza del nome che portano, trattano con successo sia gli affari privati che la cura della cosa pubblica, circondandosi di menti eccelse e rinomati artisti, tra i quali spicca il Botticelli. Ma presto, accanto a tanta luce, crescono le ombre.
Spensierato e seducente, Giuliano resta in secondo piano nel governo ma primeggia nelle faccende care a Venere, finendo per invischiarsi in una pericolosa storia d’amore con una donna maritata, Simonetta Cattaneo Vespucci, la più bella tra le belle. Lorenzo, invece, pur rivelandosi un politico abile e prudente, compie alcuni passi falsi nell’insidiosa palude del potere, procurandosi temibili rivali tra i banchieri, via via segretamente spalleggiati dal papato e da alcuni signori d’altri Stati.
Giorno dopo giorno, attorno agli invidiati fratelli Medici prendono forma e corpo oscurissime trame…
A distanza di una manciata d’anni dal tramonto dei due astri, nella città dell’Arno ormai in declino sarà Cosma, un giovane affascinante, cultore d’arte, a ripercorrere per la sua amata e inaccessibile Beatrice splendori e tenebre di quella irripetibile stagione.
Adriana Assini vive e lavora a Roma. Sulla scia di passioni perdute, gesta dimenticate, vite fuori dal comune, guarda al passato per capire meglio il presente e con quel che vede ci costruisce un romanzo, una piccola finestra aperta sul mondo di ieri. Dipinge. Soltanto acquarelli. E anche quando scrive si ha l’impressione che dalla sua penna, oltre alle parole, escano le ocre rosse, gli azzurri oltremare, i luccicanti vermigli in cui intenge i suoi pennelli. Con Scrittura & Scritture, ha pubblicato diversi libri, tutti a sfondo storico, tra cui La spada e il rosario. Gian Luca Squarcialupo e la congiura dei Beati Paoli (2019), Agnese, una Visconti (2018), Giulia Tofana. Gli amori, i veleni (2017) Le rose di Cordova (2007), La Riva Verde (2014) e Un caffè con Robespierre (2016).
www.adrianaassini.it

lunedì 12 agosto 2019

Alle origini dell'Epigrafia volgare

Alle origini dell'Epigrafia volgare
Iscrizioni italiane e romanze fino al 1275
di Livio Petrucci
pp. 216, € 20,00
Pisa University Press, 2019
ISBN:  978-886741-6585 

Il volume propone la prima rassegna su scala romanza delle più antiche epigrafi redatte in volgare e oggi ancora consultabili: un corpus di quarantatré reperti selezionati, con criteri espliciti ed uniformi, tra i cinquantacinque individuati attraverso un’ampia ricerca bibliografica.
Tutti i reperti proposti dalla bibliografia consultata sono uniformemente schedati; dei quarantatré reperti ammessi nel corpus viene fornita una documentazione fotografica a colori, per più di un terzo inedita. L’introduzione comprende: la discussione del posto delle epigrafi tra le prime scritture volgari; la selezione del corpus; uno studio dei reperti selezionati, sotto il profilo tipologico (con particolare riguardo agli epitaffi) e in relazione al significato dell’impiego del volgare.
Livio Petrucci ha insegnato Filologia italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa. Ha studiato: autografi di Boccaccio e Petrarca; testi napoletani, fiorentini e pisani dei primi secoli; la questione delle Origini. S’è occupato della topografia medievale delle sorgenti termali flegree, e ha pubblicato un foglio volante tedesco più volte stampato in occasione dell’eruzione del Monte Nuovo (1538). Attualmente studia testamenti volgari italiani del Due e del Trecento.

venerdì 9 agosto 2019

Demoni, mostri e meraviglie alla fine del Medioevo

Demoni, mostri e meraviglie alla fine del Medioevo
di Claude-Claire Kappler
a cura di Franco Cardini
pp. 472, € 28,00
Jouvence, 2019
ISBN: 8878016829
 
Dai tempi di Gilgames ai giganti antidiluviani sino alle creature vinte e assoggettate dagli dei o dagli eroi ellenici, la Terra è stata sempre patria di mostri. L'età antica ha consegnato al Medioevo un sapere incontestabile che esso ha raccolto e fatto proprio: dall'intrecciarsi della cultura pagana con quella cristiana sono scaturite sempre nuove e più complesse manifestazioni "mostruose". Il libro di Claude-Claire Kappler è un lungo viaggio tra i mirabilia del Basso Medioevo che finisce col rintracciare nelle esperienze degli uomini dell'epoca le allegorie simboliche, le paure, i sogni, le psicosi, i miti che vengono tramandati fi no al nostro tempo. Le merveilles medioevali non sono un'astrazione, ma vengono costituite da insiemi concreti di idee, immagini ed esperienze di ogni natura - politiche, religiose, sociali, artistiche, scientifiche -, che integrano una dimensione simbolica non soltanto "immaginata", ma vissuta, immediata. Interpretare e decodificare il mostro, quindi, equivale a un modo per renderlo domestico e reintegrarlo nella nostra cultura - dalla quale, in fondo, non è mai uscito. Leggere il mostro, esterno o interno alla mente umana, significa in altri termini riappropriarsi della natura intima delle cose, compresa quella dell'uomo.

martedì 6 agosto 2019

Arcadia medievale

Arcadia medievale
La bucolica mediolatina
di Elisabetta Bartoli
pp. 278, € 32,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2019
ISBN: 9788833132174

Partendo dagli studi di area anglo-americana e tedesca, in cui più intensa è stata la riflessione sulla pastorale, questo lavoro formula una proposta di codifica del genere bucolico mediolatino, esplorando la letteratura normativa e i testi bucolici tardoantichi di raccordo tra Virgilio e il medioevo.
Le opere del corpus pastorale mediolatino vengono analizzate e contestualizzate sia sul piano storico-letterario sia all’interno del genere; i passi antologici, l’analisi tematica, l’approccio comparatistico risultano strettamente in linea con i metodi di analisi testuale più praticati in ambito internazionale.
Questo volume colma così una lacuna storiografica ormai solo italiana, inserendosi nel vivace dibattito contemporaneo sul genere bucolico.
Elisabetta Bartoli è dottore di ricerca in Letterature comparate e in Filologia latina medievale e umanistica. Si occupa di bucolica mediolatina e di epistolografia del XII secolo. Tra le sue precedenti pubblicazioni: Maestro Bernardo, Introductiones prosaici dictaminis (2019); I conti Guidi nelle raccolte inedite di modelli epistolari del XII secolo (2015).  

sabato 3 agosto 2019

Anselmo duca, abate, santo

Anselmo duca, abate, santo
Fondatore dell'abbazia di Nonantola
di Gabriella Malagoli
pp. 64, € 9,00
Edizioni Artestampa, 2019
ISBN: 9788864626789

Il fondatore dell’abbazia di Nonantola fu l’unico santo longobardo di stirpe nobile; nel corso della sua vita egli svolse ruoli diversi, visse esperienze di cui seppe fare tesoro e che furono preziose per la conduzione del suo cenobio. Nato da stirpe regale a Cividale del Friuli, la Forum Iulii famosa nel mondo romano perché sede di un importante mercato, divenne duca di questo strategico territorio e fidato collaboratore del re Astolfo, che aveva sposato sua sorella Giseltrude.
Come giunse dunque Anselmo a Nonantola, dove le prime quattro formelle dello stipite sinistro del portale della basilica sono a lui dedicate?
Al ducato del Friuli egli rinunciò per divenire monaco benedettino, e in questa veste fondò un monastero e un ospitale a Fanano; esigenze di carattere strategico però indussero re Astolfo a donare al cognato le terre di Nonantola, poste sul confine con l’esarcato bizantino. Ecco perciò che nel 752 Anselmo con suoi monaci si trasferì in locum nonantule, nella vasta pianura, occupata in gran parte da folte boscaglie e paludi. Qui egli diede vita ad una abbazia monastica, che divenne in breve tempo rinomata e fiorente e che fu all’origine della trasformazione di plaghe incolte in terre coltivate.
Gabriella Malagoli, nata e residente a Nonantola, laureata in Lettere classiche presso l’Università di Bologna, ha conseguito il diploma di paleografia e archivistica presso l’Archivio di Stato di Modena, ha insegnato italiano, latino e greco negli istituti di istruzione superiore e materie letterarie nelle scuole medie inferiori.
Sinceramente appassionata alla storia del paese, ha pubblicato articoli in diverse riviste, è coautrice di un’opera sulla storia di Nonantola ed ha profuso il suo impegno, in collaborazione con Enti ed Associazioni e in particolare con ArcheoNonantola e con il Museo benedettino nonantolano e diocesano di arte sacra, per dare ai concittadini la piena consapevolezza del patrimonio culturale ed artistico loro affidato, affinché sia conosciuto, conservato e valorizzato.

venerdì 2 agosto 2019

Architettura sacra in Calabria e Sicilia nell'età della Contea normanna

Architettura sacra in Calabria e Sicilia nell'età della Contea normanna
di Margherita Tabanelli
pp. 192, € 40,00
De Luca Editori d'Arte, 2019
ISBN: 978-88-6557-405-8
 
La Contea normanna di Calabria e Sicilia (1057-1130) è il nucleo territoriale intorno al quale si formerà, sotto Ruggero II d’Altavilla, il Regno di Sicilia. Un’area che, sin dai primi anni della conquista, vide la nascita di numerosi cantieri di architettura sacra per iniziativa di Roberto il Guiscardo e suo fratello Ruggero I: abbazie per comunità benedettine importate dalla Normandia, nuove cattedrali, priorati agostiniani, certose e una vasta rete di piccoli cenobi italogreci. Il volume ripercorre le vicende architettoniche di questo “preambolo” normanno nel Meridione fino all’alba dell’istituzione del Regno, focalizzandosi sui legami tra azione politica e scelte di committenza, come anche sui processi di interazione culturale che presero forma tra i nuovi dominatori e la popolazione autoctona, già di per sé eterogenea dopo secoli di governo bizantino e arabo.

giovedì 1 agosto 2019

Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento

Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento
di Gianluca Belli
pp. 656, € 50,00
Firenze Univercity Pres, 2019
ISBN: 978-88-6453-904-1 
Il libro indaga l’evoluzione dei paramenti bugnati in uno dei contesti forse più significativi per la loro storia, vale a dire nell’ambito dell’architettura fiorentina del Quattrocento, quando questo tipo di muratura intreccia il proprio sviluppo con quello dei palazzi realizzati durante il corso del secolo. Il tratto caratteristico è il naturalismo, che in forme e gradi diversi permea tutti i paramenti divenendo una sorta di inflessione locale, che contamina anche i linguaggi più aggiornati. A Firenze la renovatio dell’architettura antica passa infatti anche dalle murature, come non mancano di registrare gli scritti dei contemporanei, che descrivono i paramenti a bugne coevi paragonandoli al massiccio opus quadratum antico. Pur accogliendo la lezione di magnificenza dei bugnati giulio-claudî, i paramenti fiorentini tuttavia non diverranno mai una riproduzione pedissequa dei modelli romani, ma conserveranno sempre caratteri e schemi tradizionali, oscillando costantemente tra libertà espressiva e anelito al rigore della forma.