venerdì 31 maggio 2013

La terra degli uomini

La terra degli uomini
Campagne dell'Italia medievale
di Anna Rapetti
pp. 240, € 25,00
Carocci, 2013
ISBN: 9788843067749

La terra degli uomini evocata nel titolo non è soltanto l’ambiente naturale più o meno antropizzato nel corso del tempo, né le campagne medievali rappresentano qui il mero fondale di vicende storiche che si ritiene si svolgessero altrove. La terra degli uomini rappresenta piuttosto il legame, forte e specifico, che si creava tra gli uomini, le singole comunità, e la terra da cui dovevano ricavare di che vivere. Un’impresa non facile. Vivere della terra richiedeva costante applicazione e, se possibile, ingegno e, ancor meglio, un po’ di capitale. Era uno sforzo di appropriazione individuale e collettivo che, appunto, trasformava un territorio anonimo nella terra posseduta da quegli uomini, che si organizzavano in base a specifiche esigenze e aspettative, diverse di tempo in tempo. Era una terra plasmata a loro immagine e a immagine del loro modo di vivere.
Indice
Introduzione
1. Bella Italia: un caleidoscopio di mondi
Paesaggi agrari d’Italia e d’Europa/Paesaggi agrari, insediamenti e abbandoni/Le aree dell’accentramento/Un caso particolare: l’insediamento cistercense/Fenomeni di dispersione/I paesaggi della specializzazione
2. La natura selvaggia: i boschi
I boschi di città e il loro uso/I boschi del desertum e il loro uso
3. Lombardia, pianure e città
La proprietà fondiaria nel Milanese tra IX e XII secolo/Nel Lodigiano all’inizio dell’età moderna
4. Piemonte, montagne e villaggi
Il territorio di Rocca de’ Baldi tra XI e XV secolo/Villafalletto dal Medioevo all’età moderna/Il catasto di Trinità
5. Uomini al lavoro: i monaci bianchi nelle campagne d’Europa
Il mito dell’economia cistercense/Uomini e strutture agrarie/La specializzazione produttiva/Grange e insediamento rurale/Gestione, conduzione, organizzazione dei patrimoni
Conclusioni
Fonti e bibliografia
Anna Rapetti insegna Storia delle istituzioni medievali all’Università Ca’ Foscari di Venezia. I suoi interessi di ricerca si concentrano sulla storia del paesaggio rurale e delle trasformazioni dell’assetto agrario, sulla storia delle istituzioni ecclesiastiche, del monachesimo riformato nei secoli centrali del Medioevo e di quello veneziano dalle origini al XIII secolo.

martedì 28 maggio 2013

Il Templare nero

Il Templare nero
di Roberto Genovesi
pp. 384, € 9,90
Newton Compton, 2013
ISBN: 978-88-541-4986-1

4 luglio 1187.
In Terrasanta si consuma uno degli scontri più cruenti tra l’esercito cristiano e quello musulmano. Durante la battaglia dei Corni di Hattin, le truppe del Saladino si impadroniscono della Vera Croce, una delle più preziose reliquie della cristianità. O almeno, questo è ciò che ci racconta la Storia. Ma andò davvero così? Da dove provenivano i cavalieri dalle armature traslucide e senza insegne, che presero in custodia la reliquia, poi dichiarata perduta? A svelare il segreto potrebbe essere un misterioso cavaliere, un templare rinnegato che da piccolo fu incaricato da un crociato morente di custodire per il resto della vita un’insignificante scheggia di legno. La sua pelle è scura e prega Allah, ma porta una croce d’argento al collo. Lo tiene in vita la forza di un sogno, che gli chiede con insistenza di trovare colui che le genti chiamano lo Stupor mundi. Il suo nome è Isaac il Nero e Dio o il destino lo hanno scelto per guidare il manipolo di eroi che combatterà l’ultima, definitiva battaglia in nome della fede.
Roberto Genovesi è giornalista professionista, scrittore, sceneggiatore e autore televisivo. Ha collaborato ai più importanti periodici e quotidiani italiani tra cui «L’Espresso», «Panorama», «TV Sorrisi e Canzoni», «la Repubblica». Considerato tra i maggiori esperti italiani di videogiochi, insegna Teoria e Tecnica dei linguaggi interattivi e cross-mediali in più università. Con Sergio Toppi ha realizzato le biografie a fumetti di Federico di Svevia, Carlo Magno, Archimede di Siracusa e Gengis Khan. Ha pubblicato il romanzo Inferi On Net. Con la Newton Compton ha pubblicato La legione occulta dell’impero romano, Il comandante della legione occulta e La mano sinistra di Satana, che presto uscirà anche in Spagna. Il suo sito internet è: www.robertogenovesi.com.

lunedì 27 maggio 2013

Scrittura come immagine

Scrittura come immagine
Morfologia e storia della maiuscola liturgica bizantina
di Pasquale Orsini
pp. 128, 46 tav. b/n f.t., € 32,00
Viella, 2013
ISBN: 9788867280704

La maiuscola liturgica è una scrittura greca utilizzata nella produzione libraria bizantina fra i secoli IX e XI per trascrivere i lezionari dei Vangeli.
In questo libro si propone una ricostruzione del suo processo genetico, con l’individuazione dei modelli grafici (librari e non-librari, come le scritture esposte e monumentali presenti negli affreschi, nei mosaici, nelle icone e in diversi oggetti di uso liturgico) che sono alla base delle sue forme più caratteristiche, e si descrivono le sue diverse articolazioni.
La cronologia dei manoscritti vergati in questa tipologia grafica – considerato che non esistono testimoni esplicitamente datati – è un problema particolarmente complesso, che è stato qui preso in esame cercando di intrecciare e mettere in relazione dati paleografici ed extra-paleografici, dati stilistici ed extra-stilistici.
Particolare attenzione è dedicata alla ricostruzione del contesto storico-culturale del IX secolo – in modo specifico la fase finale della contesa iconoclasta –, che ha permesso l’elaborazione di una determinata ideologia della scrittura, con la promozione di scelte estetiche volte all’esaltazione e al potenziamento della funzione figurale ed iconica del segno grafico.
Pasquale Orsini è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Storia Culture Religioni della Sapienza – Università di Roma. Si occupa di storia della scrittura greca (maiuscola e minuscola) ed ha pubblicato diversi contributi, tra i quali la monografia Manoscritti in maiuscola biblica (Cassino 2005).

mercoledì 15 maggio 2013

Dal Giglio al David. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascmento

Dal Giglio al David
Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascmento
a cura di Maria Monica Donato, Daniela Parenti
pp. 352, € 42,00
Giunti, 2013
ISBN: 9788809784994
 
Catalogo della mostra: Firenze, Galleria dell'Accademia, 14 maggio - 8 dicembre 2013. In una esposizione finora unica nel suo genere, ''Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento'' presenta quelle opere d'arte nate originariamente per arricchire i palazzi pubblici di Firenze, gli edifici che ospitavano le magistrature che amministravano la città, le sedi delle Arti - le antiche corporazioni dei mestieri - la cerchia di mura cittadine. La mostra prende in considerazione l'araldica cittadina, la religione civica, i luoghi emblematici della città (il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Podestà, Orsanmichele), le parti politiche dominanti (gli Angiò, le Arti, Guelfi e Ghibellini), illustrando quali fossero i temi figurativi prescelti ed offrendo dunque una nuova chiave di lettura di numerose opere d'arte che sottolinea così l'importanza delle immagini nella comunicazione e nella propaganda dei gruppi che governavano e comandavano a Firenze in età comunale e repubblicana, prima che l'ascesa dei Medici modificasse profondamente l'assetto politico ed estetico della città. Le opere che compongono la mostra rivelano dunque un linguaggio figurativo complesso, ricco di riferimenti allegorici, dove il sacro e il profano si compenetrano, così che nel Palazzo dei Priori, oggi noto come Palazzo Vecchio, si potevano incontrare le raffigurazioni di san Cristoforo e della Ruota di fortuna, dell'eroe mitologico Ercole, presente nel sigillo ufficiale della città, e di quello ebraico David, il cui esemplare scolpito da Michelangelo e conservato alla Galleria dell'Accademia conclude idealmente il percorso espositivo. Sono soprattutto immagini religiose quelle che si sono salvate dall'ingiuria del tempo, come testimoniano le molteplici raffigurazioni della Madonna in maestà, dei santi patroni, di episodi evangelici esemplari come l'Incredulità di San Tommaso, immagine collegata all'amministrazione della giustizia e all'accertamento della verità (Giovanni Toscani, Galleria dell'Accademia; Affresco staccato nel Palazzo dei Vicari, Scarperia). Alcuni rari disegni rinascimentali e l'affresco con la Cacciata del Duca d'Atene proveniente dall'antico carcere delle Stinche (ora a Palazzo Vecchio) illustrano invece il genere delle pitture infamanti, pitture murali situate in luoghi pubblici che raffiguravano, non di rado con dettagli raccapriccianti, fatti e personaggi invisi alla città di Firenze. Immagini ben augurali trovavano invece posto nel mercato, luogo per il quale lo scultore Donatello eseguì la statua della Dovizia (Abbondanza), oggi perduta, ma documentata da derivazioni realizzate nei secoli seguenti. Anche la decorazione delle porte cittadine e le immagini araldiche che arricchivano le mura costituivano un'altra occasione per celebrare la città e i suoi alleati. Particolare rilievo nell'esposizione è dato alle Arti, vero motore economico della Firenze comunale di cui gestivano di fatto il potere politico; l'iscrizione ad una delle corporazioni era condizione imprescindibile per poter partecipare alla vita politica della città e per i Priori delle Arti fu eretto Palazzo Vecchio. La mostra riunisce, dopo due secoli, le tavole dei santi patroni che originariamente trovavano posto sui pilastri della chiesa di Orsanmichele, nata dalla progressiva trasformazione in luogo di culto dell'antico mercato del grano e affidata alle Arti che la trasformarono in uno scrigno di opere d'arte. La mostra sarà anche un'occasione per valorizzare il territorio cittadino segnalando i luoghi per i quali vennero realizzate le opere esposte alla mostra e favorendo la conoscenza e, quando possibile, la fruizione di tali luoghi, in larga parte sconosciuti ai turisti e ai fiorentini stessi.

martedì 14 maggio 2013

Marsilio da Padova

Marsilio da Padova
di Gianluca Briguglia
pp. 240, € 17,00
Carocci, 2013
ISBN: 8843067168
 
“Solo l’universalità dei cittadini o la sua parte prevalente è il legislatore umano.” “Nessun governante, di qualsivoglia condizione, detiene la pienezza di governo o di potere sugli atti individuali o civili, senza una decisione del legislatore umano.”
Marsilio da Padova (Padova, 1275 – Monaco di Baviera, 1342) è uno dei pensatori politici più audaci e brillanti del Medioevo. Il libro ne analizza le idee e il pensiero, mettendoli in relazione con le vicende politiche di cui Marsilio fu protagonista a fianco dell'imperatore Ludovico il Bavaro. 

Indice

Premessa
1. La vicenda di Marsilio. Quando i fatti generano idee (e le idee producono fatti)
Marsilio da Padova e Giovanni di Jandun. I figli del diavolo Belial
Comuni, vicari, elezione imperiale e approvazione papale. La complessità della situazione italiana
Marsilio da Padova. Il figlio di Antenore
2. Il Difensore della pace. Il primo discorso
Il processo storico-genetico di formazione della comunità politica
Una parte speciale della comunità: il sacerdozio
Il governo e le sue tipologie
Il legislatore è «la generalità dei cittadini o la sua parte prevalente». Chi fa la legge umana
Embriologia del sistema istituzionale. Il rapporto tra le parti della comunità
3. Il Difensore della pace. Il secondo discorso
L’ecclesiologia politica del Defensor pacis
La povertà volontaria e le sue conseguenze politiche
La Chiesa di Marsilio
Pienezza di potere e ideologia papale. Storia della metamorfosi della Chiesa
Il terzo discorso
4. Oltre il Difensore della pace
A chi appartiene l’impero? Storia e ideologia nel De translatione imperii
Ecclesiologia in azione. Il Defensor minor
Cronologia della vita e delle opere
Bibliografia
Indice dei nomi

Gianluca Briguglia è Lise Meitner Fellow all’Università di Vienna. È stato Marie Curie Fellow all’EHESS di Parigi, Humboldt Fellow all’Università di Monaco (LMU) e ha fatto ricerca alla Fondazione Firpo di Torino e all’Università Statale di Milano. Tra i suoi libri, Il corpo vivente dello stato. Una metafora politica (Bruno Mondadori, 2006) e La questione del potere. Teologi e teoria politica nella disputa tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello (FrancoAngeli, 2010). Scrive per “Il Post” e per “Il Sole 24 Ore”.

lunedì 13 maggio 2013

La vita segreta del Medioevo

La vita segreta del Medioevo
di Elena Percivaldi
pp. 480, € 9,00
Newton Compton, 2013
ISBN: 978-8854150539

Pochi periodi storici sono stati vittime, nel corso del tempo, di tanti luoghi comuni come il Medioevo. Sul suo conto se ne sono dette di tutti i colori: età oscura, millennio della superstizione, dell'oscurantismo, e via dicendo. Ma fu veramente così oppure si tratta di un colossale pregiudizio? Oggi la maggior parte degli studiosi considera il Medioevo come la base per la nascita dell'Europa moderna. Questo libro vuole lasciare sullo sfondo, per una volta, i grandi fatti militari e gli scontri epocali tra Impero e Papato, i nomi e le date che hanno fatto la Storia e che si trovano sui manuali. Fedele a una linea più divulgativa, ha l'ambizione di raccontare gli uomini e le donne del Medioevo mostrando gli aspetti meno noti ma sicuramente più interessanti della loro vita. Cosa mangiavano? Come si vestivano? Come si divertivano? In cosa credevano? Come facevano l'amore? Che rapporto avevano con la morte? Quali le loro paure e i loro terrori? Il periodo è lungo - mille anni, dalla caduta dell'impero romano d'occidente (476) alla scoperta dell'America (1492). Ma proprio per questo, è stato tutt'altro che monolitico. Forse nessun periodo storico è stato anzi così vario, contraddittorio, ricco e affascinante come questo.

sabato 11 maggio 2013

Arte medievale in Irpinia

Arte medievale in Irpinia
di Francesco Gandolfo e Giuseppe Muollo
pp. 336, € 60,00
Artemide, 2013
ISBN: 9788875751715

Il volume (336 pagine di grande formato, ricco di 399 immagini a colori), affronta per la prima volta, in maniera scientifica ed organica le origini e lo sviluppo dell’arte medievale in Irpinia dal V-VI secolo d.C. fino alle soglie dell’età moderna. Mille anni di storia del territorio e della sua molteplice produzione artistica - monumenti, chiese, sculture e dipinti - sottoposta a ricognizione capillare e studio sistematico e approfondito che fa del volume Arte medievale in Irpinia un’opera di capitale importanza per la comprensione e la conoscenza della regione e delle sue espressioni artistiche e culturali. Il saggio è il frutto di un lungo lavoro di ricerca condotto dallo studioso di fama internazionale Francesco Gandolfo (già ordinario di Storia dell’arte medievale presso l’Università “Torvergata” di Roma), e da Giuseppe Muollo, storico dell’arte della Soprintendenza di Salerno e Avellino e profondo conoscitore del territorio irpino a cui ha dedicato numerose pubblicazioni. Si tratta della più completa indagine scientifica dedicata alle espressioni artistiche di una provincia a torto considerata marginale dal punto di vista culturale; studio che contribuisce ad allargare l’orizzonte delle conoscenze sulla storia dell’arte italiana attraverso l’analisi approfondita delle testimonianze originali di un territorio che proprio nell’età di mezzo si mostra creativo e fecondo crocevia di diverse influenze e stili che fanno della regione irpina una significativa chiave di lettura dei successivi sviluppi artistici nazionali ed europei. A questo fine l’impronta artistica dei corredi plastici presenti nelle chiese irpine è stata attentamente studiata, confrontata con opere simili del territorio campano, italiano ed europeo ed inserita nel panorama più ampio della cultura artistica italiana.

sabato 4 maggio 2013

Nelle mani delle donne

Nelle mani delle donne
Nutrire, guarire, avvelenare dal Medioevo a oggi
di Maria Giuseppina Muzzarelli
pp. 216,  16,00
Laterza, 2013
ISBN: 9788858107331 

Madri, seduttrici, mogli, sante, streghe, guaritrici, assassine: donne che si fanno latte per il figlio, che seducono, curano, nutrono, uccidono con il cibo, sono educate alla sua moderazione, se ne privano.
Una relazione, quella fra le donne e il cibo, che a tutti pare di conoscere e che invece è stata ed è molto più sfuggente, sfaccettata, mossa e contraddittoria di quanto comunemente si creda.
«Voglio raccontare, soprattutto a quante giovani donne impegnate in diversi ambiti lavorativi amano cucinare e lo fanno con maestria, mangiano di gusto e non si pongono, progettando una maternità, il problema dell’allattamento, come sono andate le cose fino a non molto tempo fa. Questo perché sappiano preservare quello che è stato faticosamente conquistato, anche se non sempre ne sono consapevoli, e recuperare quello che, più a loro che alle donne della mia generazione, pare di aver perduto. Soprattutto perché abbiano materia su cui riflettere a proposito di quanto è naturale e quanto invece socialmente costruito (dagli uomini ma anche dalle donne), ora perpetuando limitazioni e tenendo in vita pregiudizi e luoghi comuni duri a morire, ora introducendo opportunità prima assenti.»
Un viaggio a ritroso seguendo un percorso temporale che dalla contemporaneità va indietro al XV secolo della strega Matteuccia del Castello di Ripabianca, al XII secolo della dotta monaca Ildegarda di Bingen, fino all’XI secolo del vescovo Burcardo di Worms, seguendo il filo di una pluralità di fonti: procedimenti giudiziari, trattati, dipinti, opere letterarie.
Maria Giuseppina Muzzarelli insegna all’Università di Bologna, Storia medievale e Storia delle città (sede di Bologna) e Storia del costume e della moda (sede di Rimini). Tra le sue pubblicazioni: Il denaro e la salvezza. L’invenzione del Monte di Pietà (il Mulino 2001); Donne e cibo. Una relazione nella storia (con F. Tarozzi, Bruno Mondadori 2003); Pescatori di uomini. Predicatori e piazze alla fine del medioevo (il Mulino 2005); Un’italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan, intellettuale e donna (il Mulino 2007); Guardaroba medievale. Vesti e società dal XIII al XVI secolo (il Mulino 20082); Breve storia della moda in Italia (il Mulino 2011).

giovedì 2 maggio 2013

Celti e Germani

Celti e Germani
La nazione e i suoi antenati
di Vittorio H. Beonio Brocchieri
pp. 320, € 22,50
Encyclomedia Publishers, 2013
ISBN: 9788897514329
 
"Il discorso sui celti, nella percezione del grande pubblico, ha avuto per lo più un carattere d’intrattenimento: negli scaffali delle librerie la collocazione delle opere a loro dedicate oscilla tra la protostoria e l’esoterismo. Emarginati precocemente dalla storia, quella vera, dove non sono stati in grado di reggere il confronto con competitori più attrezzati, come latini e germani, i celti sembrano aver ottenuto la loro rivincita, colonizzando i territori dell’immaginario e del favoloso. [...] L’origine della civiltà celtica viene collocata nel cuore d’Europa, nel bacino del Reno e del Danubio, e questa centralità ha conservato fino a oggi, più o meno consapevolmente, un significato simbolico. [...] I celti sono allora l’Europa, la Prima Europa, l’Europa originaria che deve essere riscoperta, riattivata, per costruire una nuova Europa unita, oppure delle nuove piccole patrie sorte dall’auspicata dissoluzione delle gabbie nazionali. Radicato nel passato il mito celtico si proietta così verso il futuro" (dall’introduzione di Vittorio H. Beonio Brocchieri).
Identificare i propri antenati è fondamentale per la costruzione delle nazioni. È un modo per attribuire ai propri valori una tradizione e una consistenza storica. 
A celti e germani – i barbari per eccellenza – si sono attribuite le qualità più diverse – focosità, coraggio, gretta onestà, “sana” ignoranza o una cultura alternativa a quella classica, greco-romana – alle quali via via si è attinto per defi nire i valori unifi canti della nazione. Vittorio H. Beonio Brocchieri restituisce questo popolo – fino ad oggi emarginato nei territori dell’immaginario e del fantasioso – alla Storia.
Vittorio H. Beonio Brocchieri è nato a Milano. Ha studiato presso l’Università degli Studi di Pavia e l’École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Insegna Storia moderna all’Università della Calabria. Si occupa prevalentemente di storia economica e sociale, di World History e di storia del pensiero politico. Per EM Publishers ha pubblicato “Storie globali. Persone, merci e idee in movimento” e ha curato i volumi di storia del Cinque, Sei, Sette e Ottocento dell’Età moderna e contemporanea.