Nicolò da Cividale e Francesco di Nasutto da Udine
Notai patriarcali
a cura di Sebastiano Biancato, Elisa Vittor
con la supervisione di Laura Pani
pp. 424, € 30,60
ISIME, 2018
ISBN: 978-88-87948-44-8
Con la pubblicazione di questo volume, dopo quelli dedicati a Gualtiero
da Cividale e a Giovanni da Lupico, l’Istituto Pio Paschini termina
l’edizione di note, imbreviature e registri dei notai del patriarca di
Aquileia della seconda metà del Duecento. Si tratta dell’epoca in cui
nel Patriarcato si assestò la prassi dei ‘documenti su libro’ e si
vennero definendo ruolo e funzioni dei notai pubblici. I manoscritti
superstiti sono solo un campione della pratica di scrittura di questi
notai. Hanno tuttavia permesso di comprendere le prassi documentarie dei
notai che lavorarono per il patriarca Raimondo della Torre, mentre la
ricerca archivistica ne ha meglio delineato il profilo biografico e
professionale. Allo storico l’edizione di queste fonti fornisce una
messe di informazioni su uomini, luoghi, relazioni sociali, economiche e
politiche del Patriarcato sullo scorcio del Duecento.
La biografia del notaio patriarcale Francesco di Nasutto da Udine (†
1330) si è a lungo intrecciata, fino a confondersi, con quella
dell’omonimo notaio Francesco da Udine († 1299). Questi, nell’ultimo
anno della sua vita, svolse le funzioni di camerario del comune, mentre
della sua attività notarile sono rimaste solo due pergamene autografe.
Di Francesco Nasutti, invece, ci è pervenuto un quaderno (BCU, FP,
1465/I) contenente 128 atti – quasi tutti relativi a investiture da
parte del patriarca Raimondo – dal 1291 al 1293 (a questi vanno aggiunti
gli oltre 500 regesti di documenti attribuiti alla mano del Nasutti
fino al 1327). Anch’egli tuttavia svolse per i patriarchi funzioni non
solamente tabellionali: fu depositario delle collette per i patriarchi
Raimondo, Pietro e Ottobono.
Nicolò da Cividale († 1299), canonico di Cividale e notaio
patriarcale, figlio del notaio patriarcale Giovanni da Lupico, nacque
una decina d’anni dopo la venuta del padre nelle terre del Patriarcato
(1252). La prima menzione di Nicolò si trova in un documento del maggio
1281. L’assenza di qualsiasi testimonianza in altre fonti documentarie
per tutti gli anni Ottanta del Duecento è compensata dai documenti
stessi del registro del notaio (BCU, FP, 1434), tutti scritti, a
parte l’unico atto di compravendita del 1282 già menzionato, fra il
1283 e il 1289, e comprovanti la sua attività più come notarius curie presso le varie sedi patriarcali che come publicus notarius.