La parola dell'esilio
Autore e lettori nelle opere di Dante in esilio
di Sabrina Ferrara
pp. 364, € 35,00
Franco Cesati Editore, 2016
ISBN: 978-88-7667-544-7
La strategia di comunicazione
organizzata da Dante dopo l’esilio è l’oggetto, relativamente
inesplorato – fino a oggi – di questo studio.
Si tratta di una strategia evolutiva che
tiene conto tanto del lettore a cui Dante aspira a rivolgersi quanto
della figura autoriale, costantemente adattata alle circostanze
biografiche e ai nuovi moventi della sua scrittura.
Per ricostruirsi come individuo e come
scrittore, l’esule fiorentino manovra la propria parola in modo da farle
assumere una valenza esegetica in grado di orientare a vari livelli di
senso la lettura dei suoi scritti. Il lettore è così costretto a seguire
una direzione ermeneutica costantemente "sorvegliata" da volontari e
consapevoli indicatori interni, predisposti in modo che proprio
attraverso di essi l’autore si costruisca a livello umano e riconfiguri
il proprio posizionamento letterario e morale di exul inmeritus.
L’opera maggiore, per il suo carattere
di somma coerente del pensiero autoriale, tende a ridurre in ombra i
punti di giuntura e le tappe costruttive che hanno portato lungo i
quattro lustri dell’esilio al suo finale compimento. Per cogliere nel
suo procedere questa doppia evoluzione, è necessario quindi che i
lettori di oggi ripercorrano l’opera dantesca nella sua successione
cronologica a condizione di estrapolarne la Commedia.
Sabrina Ferrara è Maître de conférences all'Università Francese Rabelais de Tours. È membra della «Società Dantesca » e della Société d’Études Medio et Néo-latines.