giovedì 31 marzo 2022

Un rito solstiziale nell’Albero della Fecondità di Massa Marittima

Un rito solstiziale nell’Albero della Fecondità di Massa Marittima
di Sennuccio Del Bene
con l'introduzione di Vittorio Dini
pp. 224, € 18,00
Effigi, 2022
ISBN: 978-88-5524-339-1
 
L’indagine, partendo dalle suggestioni dell’enigmatico dipinto di Massa Marittima, oltre a chiarirne il contenuto simbolico e folklorico, rievoca il contesto sociale, politico, religioso e antropologico, integrati in vario modo in quest’opera d’arte. L’analisi travalica il solo dipinto dell’Albero e indaga anche il significato della “Potnia Theron”, la Grande Madre, rappresentata nella loggia centrale della Fonte. Inoltre lo spaccato di vita cittadina duecentesca rievocato presenta aspetti spesso sorprendenti, o quantomeno inediti, come ad esempio la presenza dei Templari (ebbene sì; “I Templari c’entrano sempre”, sottolineava Umberto Eco), e dei Giovanniti, o il rilevante ruolo della superstizione presso tutte le classi sociali. Comprendere il messaggio trasmesso da questo dipinto significa immergersi in una realtà a noi aliena per tradizioni, mentalità e prospettive; un pieno medioevo che, smentendo il luogo comune dei “secoli bui”, ci trasmette invece il profilo di una società in evoluzione dal feudalesimo ed in cerca di una dimensione distinta dai due poteri in lotta, impero e papato. Ma il filo rosso dell’indagine è rappresentato da una obsoleta tradizione solstiziale, presente nel folklore della Maremma sino al secolo scorso, fondata su archetipi di popolazioni agropastorali, senza escludere una citazione colta molto intrigante: “Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all’Albero della Vita e, attraverso le porte, entrare nella città.” Apocalisse (22:14,15).

mercoledì 30 marzo 2022

Il drago e la principessa

Il drago e la principessa
Frammenti d'alchimia
di Marwān
pp. 426, € 30,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Jouvence, 2022
ISBN: 9788878018761
 
Il mito della lotta fra l’eroe e il drago per la salvezza di una fanciulla inerme è uno dei grandi archetipi iniziatici: quello del rapporto fra gli opposti apparenti e del possibile superamento della dualità. La consonanza tra la leggenda e l’operatività alchemica è tale che spesso i Maestri hanno espresso simbolicamente fasi, modalità e risultato del lavoro al forno, altrimenti incomunicabili con la parola, utilizzando come paradigma dell’Arte la leggenda del mostro che divora o imprigiona la principessa e dell’eroe, guerriero, santo o creatura angelica, che lo sottomette liberando la dama. In realtà, il drago dalla duplice natura, la fanciulla e il cavaliere sono una cosa sola, nascono da un identico seme, e ci è che in esso è eterno vuole tornare in comunione con lo Spirito per ricostituire l’unità perduta all’atto della creazione. In questa prospettiva l’alchimista è allo stesso tempo soggetto, oggetto e mezzo e riscopre la propria natura originaria liberandola dalla ganga della specificazione così come l’eroe libera la fanciulla.
 
Marwān, laureata in Egittologia e specializzata in Archeologia orientale, ha compiuto varie campagne di studio e scavo in Iraq e ha collaborato con la rivista “Mesopotamia”. L’interesse per le civiltà antiche, i simboli e i miti l’ha condotta a occuparsi d’alchimia. Per Mimesis Edizioni ha pubblicato Il risveglio di Ermete. Marcelin Berthelot e le origini dell’alchimia (2015) e per Jouvence L’Arte del Fuoco. Incontri con l’alchimia (2019).

martedì 29 marzo 2022

Le spire della vipera

Le spire della vipera
Le aderenze viscontee fra Tre e Quattrocento
di Francesco Bozzi
pp. 402, € 48,00
Franco Angeli Edizioni, 2022
ISBN: 9788835135036
 
Nella seconda metà del Trecento fecero la loro comparsa, in maniera più o meno diffusa in larga parte della penisola, i trattati di aderenza. Legami elastici e flessibili, le adherentie coordinavano fra di loro due poteri asimmetrici, solitamente una "potenza grossa" (come Milano, Venezia, Firenze, e così via) e realtà minori, come signorie o comunità. Le adherentie avevano, di per sé, schiette connotazioni militari: per mezzo di esse il principalis riceveva sostegno militare e logistico, mentre l'adherens otteneva protezione e differenti forme di legittimazione. Nota ma non ancora indagata a fondo, l'aderenza è un osservatorio privilegiato per esaminare le pratiche politiche bassomedievali in tutta la loro complessità.

I Visconti, come e più di altre potenze, fra Tre e Quattrocento fecero costante ricorso a tale forma pattizia per gestire tanto i processi di costruzione statale che li videro impegnati, quanto le relazioni interstatali (pacifiche o conflittuali che fossero) con le altre potenze della penisola. Lo studio sull'aderenza nella sua "forma viscontea" permette così, da una parte, di apprezzare le caratteristiche e le peculiarità impresse al legame dai signori (e poi dai duchi) di Milano, mentre dall'altra consente di analizzare, sotto nuovi punti di vista, temi ampi e nodali come quelli inerenti ai processi di costruzione statale, alla nascita e allo sviluppo delle relazioni interstatali, allo scoppio dei conflitti, ai processi di pace, e molto altro ancora. Tematiche che, ancora oggi, continuano a dimostrare tutta la loro rilevanza.
Francesco Bozzi è professore a contratto presso l'Università degli Studi di Milano. Si occupa di temi inerenti alla storia politica e istituzionale bassomedievale, in particolare in merito agli spazi lombardi.

lunedì 28 marzo 2022

Cose dell'altro mondo

Cose dell'altro mondo
Pirandello e Dante
di Annamaria Andreoli
pp. 196, € 20,00
Salerno Editrice, 2022
ISBN: 978-88-6973-702-2
 
Sul tavolo di lavoro degli artisti della parola c’è un libro sempre aperto, il libro che li accompagna per tutta la vita. La Divina Commedia segue Pirandello ovunque. Dante è il Poeta e il Padre della patria, il creatore della nostra lingua e il pellegrino nei regni dove i morti parlano. Nell’opera di Pirandello, moderno pellegrino nel regno misterioso della creatività artistica, parlano i personaggi. Personaggi che fanno ressa intorno all’autore: «alcuni… balzano davanti agli altri e s’impongono con tanta petulanza e prepotenza, ch’io mi vedo costretto qualche volta a sbrigarmi di loro lí per lí. Parecchi mi si raccomandano per aver accomodato chi un difetto e chi un altro». La scena è già vista nel Purgatorio (vi 5-9), quando i morti circondano Dante e cercano di sopraffarsi a vicenda, di scalzare il vicino per avere la meglio nel ricevere udienza. Dante «dalla calca si difende». Un vero assedio: «qual va dinanzi, e qual di retro il prende, / e qual da lato li si reca a mente /… e questo e quello intende».

In Cose dell’altro mondo assistiamo al faccia a faccia tra Pirandello e quel suo doppio d’eccezione che per lui è Dante, come emerge anche dalle note di commento che lo scrittore agrigentino ha steso di suo pugno in margine alla Divina Commedia.
Annamaria Andreoli ha insegnato Letteratura italiana nelle Università di Bologna e della Basilicata. Presidente del Vittoriale degli Italiani, ha curato i dodici volumi dell’Opera omnia di Gabriele d’Annunzio nella collana «I Meridiani» di Mondadori. Oggi presiede l’Istituto di Studi Pirandelliani di Roma e partecipa ai lavori dell’Edizione nazionale dell’Opera omnia di Luigi Pirandello. Diventare Pirandello. L’uomo e la maschera (Milano 2020) è il suo ultimo lavoro dedicato allo scrittore siciliano.

domenica 27 marzo 2022

Vichinghi

Vichinghi
Soria degli uomini del Nord
di Alberto Massaiu
pp. 304, € 18,00
Diarkls, 2022
EAN: 9788836161898 
 
La storia dei vichinghi affascina per la sua portata geografica. Norvegesi, danesi e svedesi uscirono dalle tenebre della storia nell’VIII secolo, infrangendosi come gelide ondate di burrasca sulle coste e i fiumi d’Europa. Con le loro lunghe navi ornate di teste di drago, orso o lupo sbarcarono in quelle che ora sono le moderne Inghilterra, Scozia, Irlanda, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Italia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania. I suoi mercanti – spesso prima linea di avanzata e di spionaggio che apriva la strada alle incursioni dei guerrieri – discesero tra le steppe russe, navigando sui loro fiumi sconfinati, giungendo fino al Mar Nero, e da lì a Costantinopoli e in Medio Oriente. Coloni scandinavi fondarono i primi insediamenti umani in Islanda e in Groenlandia, e alcuni di loro sfidarono l’incognita dell’Oceano Atlantico fino al Vinland, in Canada. Guerrieri di sangue vichingo servirono nella guardia degli imperatori romani d’oriente, mentre altri fondarono possenti regni sulle isole britanniche, in Francia, in Russia e persino in Italia meridionale, lasciando un’impronta indelebile sulle vicende storiche e la cultura di quelle regioni. La loro furia in battaglia, unita alla fede in ancestrali divinità norrene e all’abitudine di saccheggiare monasteri indifesi, ne fece il terrore dei cronisti cristiani dell’epoca. Per quasi tre secoli, sembrò che la civiltà sarebbe collassata in seguito alla loro furia. Alla fine, però, anche la loro epopea ebbe termine, sconfitta e assimilata dalla Chiesa di Roma, che seppe imporsi sui re e i nobili di Scandinavia.

sabato 26 marzo 2022

Anatema !

Anatema !
I copisti medievali e la storia delle maledizioni nei libri
di Marc Drogin
a cura di Simona Inserra
pp. 194, € 18,90
Ledizioni, 2022
ISBN: 9788855265102
 
“Spegne la luce negli occhi, piega la schiena, schiaccia le viscere e le costole, provoca dolore ai reni e l’esaurimento a tutto il corpo”.

Scrivere non era affatto un passatempo rilassante per i monaci medievali, ma un mestiere faticoso e usurante che contribuiva al valore dei libri in un’epoca in cui erano oggetti rari. Non stupisce quindi che una volta terminata la copia di un manoscritto, si ricorresse a tutte le tecniche conosciute per garantirne l’integrità: così i manoscritti medievali contengono anche numerosi anatemi (maledizioni, minacce di sventura, invocazioni a demoni e forze oscure), rivolti a quanti potrebbero maneggiare l’oggetto senza la dovuta cura o – peggio – provare a sottrarlo al legittimo proprietario.
Anatema! di Marc Drogin, uscito nel 1983 e mai tradotto prima in Italia, è a oggi lo studio più completo di questo particolare aspetto dei libri e della scrittura nel Medioevo; un lavoro originale e illuminante, per studiosi e bibliofili, che dimostra soprattutto come l’amore per i libri sia una costante delle diverse epoche della storia umana.
Marc Drogin (1936-2017) è stato un illustratore, calligrafo, giornalista e scrittore.
Dal 1970 iniziò a interessarsi di paleografia e di manoscritti medievali, avviando numerose ricerche nelle biblioteche inglesi. Nel 1980 ha pubblicato Medieval Calligraphy: Its History and Technique; nel 1982 un’edizione per bambini dello stesso libro; nel 1983 ha dato alla luce Anathema! Medieval Scribes and the History of Book Curses e nel 1989 Biblioclasm: the Mythical Origins, Magic Powers, and Perishability of the Written Word, dedicato alla storia dell’alfabeto e della distruzione dei manoscritti.
Simona Inserra è professore associato di Archivistica, Bibliografia e Biblioteconomia presso l’Università di Catania, dove insegna Archeologia del libro, Biblioteche digitali, Ricerca storica in archivi e biblioteche. Si occupa da molti anni di conservazione e catalogazione di fondi librari, con interesse specifico verso i fondi antichi, i libri stampati nel secondo Quattrocento e le biblioteche d’autore. Dal 2016 coordina alcuni progetti di descrizione di fondi di incunaboli conservati in biblioteche italiane, finalizzati alla pubblicazione di cataloghi a stampa.

giovedì 24 marzo 2022

Marsia e Glauco

Marsia e Glauco
Esegesi, riscritture e visualizzazioni di due miti ovidiani tra Medioevo e Rinascimento
di Ilaria Ottria
pp. 532, € 24,00
Affinità elettive edizioni, 2022
ISBN: 978-88-7326-579-5
 
Nell’olio su tavola “La favola di Apollo e Marsia” di Agnolo Bronzino, realizzato negli anni 1531-1532 e dedicato a Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino, Marsia compare in due delle quattro scene all’aperto di cui si compone il dipinto; tali scene lo vedono attivo nella contesa musicale con Apollo e vittima dello scorticamento inflitto dal dio come punizione per aver osato sfidare la sua autorità. Evocato da Dante come “exemplum” mitico nell’esordio del “Paradiso”, il satiro auleta Marsia è, insieme al dio marino Glauco (anch’esso citato all’inizio della terza cantica della “Commedia” in concomitanza con uno dei punti di maggiore rilievo del viaggio ultraterreno, ovvero il passaggio del pellegrino dalla Terra al Cielo), protagonista di una vicenda che attraversa epoche e generi differenti, a conferma della multiforme evoluzione dei miti classici fra Medioevo e Rinascimento. Fungendo idealmente da trait d’union tra paganesimo e cristianesimo, i racconti tratti dalle “Metamorfosi” di Ovidio assumono una molteplicità di forme e funzioni diverse; ai vari casi di ripresa, interpretazione e riscrittura offerti dai testi medievali di genere letterario, mitografico ed esegetico, si unisce infatti il rimodellamento operato dai principali rifacimenti cinquecenteschi delle “Metamorfosi” che, redatti in ottava rima e corredati di preziosi apparati iconografici, presentano significative analogie con la coeva produzione epico-cavalleresca. Tramite l’analisi del trattamento riservato ai due miti ovidiani di Marsia e Glauco, questo volume si propone di indagare come muta la riproposizione delle favole pagane tra Medioevo e Rinascimento, in un percorso che attesta il forte legame esistente tra arte e letteratura, pittura e poesia.
Ilaria Ottria è assegnista di ricerca in Letteratura italiana presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, dove si è formata e ha conseguito anche il dottorato di ricerca. Si è dedicata principalmente allo studio di alcuni autori latini (Apuleio, Stazio, Virgilio e soprattutto Ovidio), con particolare attenzione alla loro fortuna nella letteratura mediolatina e in quella italiana tra Tre e Cinquecento, oltre che nell’opera dantesca. Si è pure occupata di certi esempi di ricezione dell’antico nella produzione teatrale e operistica, nonché di relazione tra letteratura e arti figurative.

domenica 20 marzo 2022

Il ‘Morgante’, l’‘Orlando’ laurenziano e Andrea da Barberino

Il ‘Morgante’, l’‘Orlando’ laurenziano e Andrea da Barberino
di Paolo Orvieto
pp. 276, € 29,00
Salerno Editrice, 2022
ISBN: 978-88-6973-691-9
 
Prosegue con questo volume lo studio che Paolo Orvieto sta conducendo da piú anni sul Morgante e sui poemi cavallereschi, di cui una “puntata” importante è stata la recente Lettura allegorica del ‘Morgante’, pubblicata nella stessa collana nel 2020.
 
L’autore propone in queste pagine un capillare confronto tra il Morgante e l’Orlando laurenziano, grazie al quale dimostra come siano nel complesso deboli le argomentazioni addotte da Pio Rajna sulla priorità dell’Orlando: numerose e inconfutabili sono invece le prove secondo cui l’Orlando è soltanto un pessimo rifacimento del Morgante. Ciò confermerebbe l’origine “nobile” e non popolare, come sosteneva Rajna, della nostra letteratura cavalleresca. Si indicano perciò nelle opere del “maestro” Andrea da Barberino (che Orvieto ritiene in altri saggi assai piú numerose di quelle tradizionalmente a lui attribuite: si vedano Le ‘Storie’ di Rinaldo da Montalbano, del 2020; Le ‘Storie’ di Andrea da Barberino, del 2020; Le ‘Storie’ di Uggieri il Danese italiano, del 2021) l’inesauribile riserva da cui attingono i poemi cavallereschi del ’400, e in particolare Luigi Pulci. Il saggio ripercorre anche le piú tipiche tecniche canterine (gli exordia proemiali non solo nei poemi e cantari, la captatio benevolentiae, il frazionamento in ben calibrate puntate, ecc.) e alcuni dei piú abusati tòpoi cavallereschi: la lotta del serpente/dragone col leone, la descrizione del padiglione, le favole. 
Si analizzano infine i canterini del Morgante (Lattanzio e Alcuino), avanzando di nuovo l’ipotesi che Antonio di Guido, il piú celebre cantimpanca di Firenze del XV secolo, sia l’autore dell’Orlando e che Pulci stesso si sia esibito nella piazza di San Martino, riservata alle esibizioni canterine.
Paolo Orvieto, già professore ordinario all’Università di Firenze, ha al suo attivo oltre duecento pubblicazioni: sul Rinascimento fiorentino (saggi su Pulci, Poliziano, Lorenzo de’ Medici e edizioni di opere degli stessi autori), sulle letterature comparate (Misoginie; Misoginie 2; Labirinti castelli giardini; Il mito di Faust; La vera storia di Giuda) e sulla teoria della letteratura. Si occupa di Pulci fin dal suo Pulci medievale. Studio sulla poesia volgare fiorentina del Quattrocento (1978; poi Pulci. Luigi e una famiglia di poeti, 2017, e Lettura allegorica del ‘Morgante’, 2020: tutti editi dalla Salerno Editrice). 

sabato 19 marzo 2022

Dante e la molteplicità delle culture nell'Europa medievale

Dante e la molteplicità delle culture nell'Europa medievale
a cura di Giuseppe Ledda
pp. 192, € 20,00
Bologna University Press, 2022
EAN: 9791254770313
 
Il volume raccoglie contributi elaborati nell'ambito del progetto collettivo "Dante and the Multiplicities of Cultures in Medieval Europe", sostenuto da "Una Europa", l'alleanza che raggruppa otto importanti università europee (Una Europa Seed Funding Project SF2019007). Gli interventi qui raccolti esplorano alcuni caratteri della rappresentazione dantesca della molteplicità delle culture nell'Europa medievale. Nella Commedia, e più in generale nel corpus delle opere di Dante, si incontra, come è stato detto tante volte, una "summa" della civiltà europea medievale. Se il concetto di "summa" enfatizza la natura enciclopedica e unitaria dell'opera dantesca, questo volume ne valorizza invece il carattere aperto, molteplice, complesso, e soprattutto la disponibilità ad accogliere una pluralità di "culture". In questa chiave aperta e pluralistica, sono indagati alcuni aspetti dell'attivazione dialogica di diversi campi culturali, dalla politica alla teologia, dai saperi scientifici dell'astronomia, della medicina e della zoologia, spesso venati di simbolismo biblico, a quelli pseudoscientifici dell'alchimia, dalla geografia alla musica e alla linguistica. Infine, si offre un affondo su un caso particolare della ricezione europea dell'opera di Dante.
 
Giuseppe Ledda insegna all’Università di Bologna dal 2000. Dal 2014 è professore associato. Il suo principale campo di ricerca è costituito dagli studi danteschi e medievali. I suoi lavori danteschi più recenti si concentrano intorno ad alcuni interessi: il rapporto con la cultura classica; il riuso dei modelli biblici e agiografici; le similitudini animali e il loro rapporto con il bestiario medievale; l’ineffabilità nei suoi aspetti retorici e teologici; la ripresa del modello dantesco in Boccaccio e in Petrarca. Si occupa inoltre di letteratura rinascimentale (Pulci, Boiardo, Ariosto) e novecentesca (Montale, Atzeni). È autore di numerosi saggi e di vari volumi di argomento dantesco. È condirettore della rivista «L’Alighieri» e membro del Comitato Direttivo della rivista «Studi Danteschi». È membro del Consiglio Scientifico della Società Dantesca Italiana e dei comitati scientifici di centri di ricerca nazionali e internazionali.

lunedì 14 marzo 2022

Gli equivoci del medioevo

Gli equivoci del medioevo
di Carlo Ruta
pp. 132, € 15,00
Edizioni di Storia, 2022
EAN: 9788899168551
 
Il medioevo si presenta come un tema storico sfuggente. Sul piano popolare continua ad alimentarsi di visioni immaginifiche. Sul terreno degli studi resistono invece rappresentazioni incerte, che tendono a scindersi, diversificarsi e polarizzarsi. Mutuato dagli illuministi ma già presente negli intellettuali delle humanae litterae del XV e XVI secolo, persiste, malgrado tutto, il modello di una età lunga e decadente, priva di progressi sostanziali e dilapidatrice di risorse. Legata ad una pluralità di tradizioni, ricorre, all'opposto, la rappresentazione di una età eminentemente sublime, religiosamente mistica, concentrata sui valori della spiritualità e dell'ascesi. Il concetto di medioevo è stato assunto poi come modello universalistico, applicabile a tutti i contesti globali, alla storia di tutti i popoli e alla totalità dei processi diacronici, mentre, da altro versante, lo si è fortemente legato, sul piano anche sincronico, al «medioevo» d'Europa, con forti accenti etnocentrici e occidentalisti. È un rincorrersi allora di paradossi e aporie, spesso irrisolvibili, su cui lo storico degli Annali di storia cerca di far chiarezza, con la proposizione di alcune chiavi di lettura.
Carlo Ruta Storico del mondo mediterraneo, in particolare di età antica e feudale. Si occupa inoltre di problemi dell’età contemporanea. Si è laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Messina. Si è laureato poi in Teorie della morale della conoscenza e della comunicazione all’Università di Urbino. È autore di alcune centinaia di saggi storiografici e di studi sociali. Ha introdotto e annotato resoconti, memorie e cronache del Medieovo (al-Idrisi, Ibn Giubayr, Falcando e altri) e dell’età moderna (Brydone, Von Riedesel, Goethe, Maupassant, Spallanzani, etc.). Ha condotto studi sui processi di civilizzazione del Mediterraneo, sull'immagine del mondo nel mondo antico, sulle culture materiali del mondo fenicio-cartaginese e su aspetti specifici  dell'età di mezzo, focalizzando in particolare le relazioni tra culture e religioni, tra l'Occidente e l'Oriente, tra l'Europa e la sponda africana. Ha tenuto lezioni e seminari didattici in varie università italiane. Ha diretto riviste bibliografiche. Ha curato portali di documentazione storica. Ha condotto centinaia di reportage e studi per numerose testate nazionali, tra cui «il manifesto», «Narcomafie», «Peacelink», «Domani Arcoiris», «Left Avvenimenti»- «L'Isola possibile», «Polizia e Democrazia». Ha relazionato in numerosi convegni.

domenica 13 marzo 2022

Il dossier testamentario di Teodorico Borgognoni, frate domenicano, chirurgo, ippiatra e vescovo: autobiografia di un uomo del Duecento

Il dossier testamentario di Teodorico Borgognoni, frate domenicano, chirurgo, ippiatra e vescovo: autobiografia di un uomo del Duecento
di Lorenza Iannacci - Annafelicia Zuffrano
pp. VIII-235, € 42,00
Sismel, 2022
ISBN: 978-88-9290-155-1 

Il volume pubblica l’edizione critica del dossier testamentario di Teodorico Borgognoni, un gruppo di sette documenti redatti tra la prima metà del 1277 e la fine del 1298. Tra questi spiccano il testamento del 17 ottobre 1298, nel quale il chirurgo, vescovo di Cervia, dispone del suo vasto patrimonio, e un documento in forma di rotolo contenente le dichiarazioni giurate di un gruppo di testimoni (dicta testium). Si tratta di un poderoso documento di 31 carte, cucite insieme a formare un rotolo di 22 metri, rimasto finora inedito. Nelle sedi del tribunale ecclesiastico bolognese, su esplicita richiesta di Teodorico, i testi vengono interrogati su 38 quesiti riguardanti modi e tempi di acquisizione e gestione del suo patrimonio. Sono carte che permettono di ricostruire tanti aspetti della vita privata e professionale di un personaggio assoluto protagonista del suo tempo. Le relazioni, gli incontri, gli affari, le esperienze di vita narrati in questi documenti delineano il profilo di un uomo che ha incarnato appieno la vivacità culturale e la rinnovata sensibilità giuridica tipiche del Duecento italiano. Il volume, arricchito da una prefazione di Michael McVaugh, completa idealmente il percorso avviato dagli studi pubblicati in Teoria e pratica medica nel basso Medioevo. Teodorico Borgognoni vescovo, chirurgo, ippiatra, a cura di Francesca Roversi Monaco (Micrologus Library 99).
Lorenza Iannacci nata a Pescara nel 1980, nel 2005 si è laureata in Lettere Moderne indirizzo filologico presso l’Università di Bologna con una tesi in Paleografia latina e Diplomatica. Dall’ottobre 2012 è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Storia, culture e civiltà dell’Università di Bologna nell’ambito del Programma di Ricerca di Interesse Nazionale 2009 sul tema “Geografie feudali dell’Abruzzo in età angioina: fonti per la storia del territorio (secoli XIII-XV)”.
Annafelicia Zuffrano è assegnista di ricerca (art. 22 della Legge 240/2010) in Paleografia latina e Diplomatica presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna.

sabato 12 marzo 2022

Donne scortesi

Donne scortesi
La condizione femminile nello specchio della narrativa di corte
di Fortunata Latella
pp. 358, € 20,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Edizioni La Vela, 2022
ISBN: 978-88-99661-96-0
 
Confinata dalla più pura ideologia cortese nel ruolo di icona irraggiungibile e disincarnata, dalla morale cristiana nella dicotomia fissa Eva-Maria, pressoché ignorata dalla documentazione coeva, la dama medievale fatica a mostrare il suo vero volto agli intellettuali di oggi. Un excursus nella narrativa cortese dei secoli XII-XIII, ove è proprio la donna ad essere protagonista, permette tuttavia di cogliere in filigrana, al di là dei tòpoi e degli stereotipi letterari, particolari rivelatori della sua condizione e della concezione dell'universo femminile nell'immaginario collettivo contemporaneo. Il quadro che ne risulta, pur fondamentalmente condizionato dalla mentalità maschile degli autori, risulta tutt'altro che piatto e si rivela anzi complesso, dinamico e coerente nelle proprie stesse contraddizioni.
Fortunata Latella è professore ordinario di Filologia romanza presso il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina, dove insegna nei corsi triennali di Lettere e Interclasse di lingue, letterature straniere e tecniche della mediazione linguistica nonché in quelli magistrali di Civiltà letteraria dell'Italia medievale e moderna e di Lingue moderne: letterature e traduzione.
I suoi interessi scientifici riguardano la letteratura mediolatina, in particolare la novellistica, e i suoi rapporti con la letteratura volgare; la lirica occitanica,  le sue connessioni intertestuali e le sue irradiazioni in ambito romanzo, in particolare  in campo oitanico e antico-italiano; la linguistica romanza.

venerdì 11 marzo 2022

La città medievale è la città dei frati?

La città medievale è la città dei frati?
a cura di Silvia Beltramo, Gianmario Guidarelli
pp. 244, € 48,00
All'Insegna del Giglio, 2021
ISBN: 9788892850965
 
Fin dalla metà del XIII secolo la presenza degli Ordini mendicanti diventa elemento caratterizzante della città medievale. Questo fenomeno sempre più esteso, che si consolida progressivamente nei decenni seguenti, raggiugendo l’apice nel corso del Trecento, provoca un acceso dibattito all’interno delle comunità conventuali sull’opportunità o meno di erigere complessi duraturi e monumentali nei contesti urbani.

La successiva costruzione di una rilevante moltitudine di conventi nella penisola italiana incide profondamente sulle scelte artistiche e architettoniche con soluzioni innovative che verranno replicate, con opportune declinazioni locali, in un ampio contesto territoriale. La crescita della città europea tra XIII e XIV secolo risentirà profondamente della presenza dei conventi mendicanti, determinando l’espansione di alcune aree, l’incremento residenziale e demografico in altre, la trasformazione del tessuto storico prossimo ai principali poli urbani, religiosi e politici.
Questo volume, esito del progetto di ricerca interdisciplinare e internazionale, La città medievale. La città dei frati | Medieval city. City of the friars, sostenuto da diversi enti e istituzioni, prospetta molteplici approcci e competenze utili a far luce sulla complessità e la ricchezza di una delle più significative esperienze religiose dell’età medievale e della prima età moderna.
Silvia Beltramo, architetta, PhD, è ricercatrice e specialista in Storia dell’architettura presso il Politecnico di Torino, dove insegna nei corsi di Storia dell’architettura medievale e moderna. Svolge attività di ricerca nell’ambito della storia della città e dell’architettura in età medievale con particolare attenzione allo studio delle architetture religiose monastiche e conventuali e delle tecniche costruttive storiche, temi sui quali vertono le numerose pubblicazioni. Tra i volumi editi L’abbazia cistercense di Santa Maria di Staffarda, L’Artistica, Savigliano (Savigliano 2010); L’accoglienza religiosa tra tardo antico ed età moderna. Luoghi, architetture, percorsi (con P. Cozzo, Roma 2013); Il marchesato di Saluzzo tra Gotico e Rinascimento. Architettura città e committenti (Roma 2015). 
Gianmario Guidarelli è uno storico dell’architettura e della città; le sue ricerche si sono concentrate prevalentemente sulla architettura italiana medievale e sull’architettura del Rinascimento veneziano.
Dopo la laurea in architettura (Università Iuav di Venezia, 2002) ha conseguito nel 2006 il dottorato di ricerca di eccellenza in storia dell’architettura e della città presso la Scuola di Studi Avanzati in Venezia; ha svolto attività didattica presso la Duke University (NC), è stato titolare di seminari presso l’Università di Bergamo e la Scuola Normale Superiore di Pisa; è stato docente presso la Università Iuav di Venezia. È attualmente professore a contratto in Storia dell'Architettura Contemporanea presso l’università di Padova e assegnista di ricerca presso lo Studium Generale Marcianum (Venezia), dove è docente incaricato di arte e architettura paleocristiana e medievale, e dove dirige il progetto Chiese di Venezia.

giovedì 10 marzo 2022

Federico II e la crociata della pace

Federico II e la crociata della pace
di Fulvio Delle Donne
pp. 160, € 15,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2022
ISBN: 9788829013388

La crociata di Federico II di Svevia (1228-29) fu straordinaria per vari motivi. Contrariamente a quanto era sempre accaduto, la Terra Santa fu riacquisita alla cristianità senza alcuno spargimento di sangue, ma soltanto con accordi diplomatici, secondo i proclami imperiali. Inoltre, a compiere l’impresa fu uno scomunicato, un escluso dalla comunità dei cristiani. Un’eccezionale aura mistica avvolse poi l’evento in un’epoca che attendeva la fine dei tempi: l’arrivo imminente dell’Anticristo sarebbe stato preceduto dal trionfo di un ultimo imperatore, che, secondo i vaticini, avrebbe riunito Oriente e Occidente riportando sulla Terra l’età dell’oro. Fu una crociata pacifica e controcorrente: ricondurla alla memoria della nostra contemporaneità carica di tensioni e scontri tra religioni e “civiltà” può contribuire a comprendere il presente attraverso lo studio del passato. E viceversa.
Fulvio Delle Donne insegna Letteratura latina medievale e umanistica all’Università degli Studi della Basilicata.

mercoledì 9 marzo 2022

Medioevo altolaziale: la valle del Marta

Medioevo altolaziale: la valle del Marta
di Giulia Maggiore
pp. 196, € 25,00
Edizioni Quasar, 2022
ISBN: 978-88-5491-224-3
 
Lo studio ha come obiettivo l'analisi di una porzione di territorio situato nella parte nord-occidentale della provincia di Viterbo, in prossimità del confine tra il Lazio e la Toscana, per il periodo compreso tra l'età tardoantica e quella medievale.
 
Sommario:
Introduzione
1. Introduzione territoriale: risorse e itinerari
1.1 La bassa valle del Marta: risorse e paesaggi
1.2 La rete stradale tra età antica e medievale
2. Dalle fonti all’analisi territoriale
2.1 Le fonti documentarie e cartografiche
2.2 Dai catasti all’analisi territoriale
3. Il territorio in età tardoantica e l’evoluzione di una regione di frontiera
3.1 Il territorio in età tardoantica: tra continuità topografica e discontinuità delle forme di vita
3.2 Definizione di un territorio di frontiera
4. La presenza monastica
4.1 Gli enti monastici presenti nel territorio
4.2 Forme di popolamento e di gestione del territorio
5. Il popolamento in età medievale: signori, comunità rurali e Comuni
5.1 L’incastellamento tra signori e Comuni
5.2 I castra
Abbreviazioni bibliografiche

martedì 8 marzo 2022

Le bastie

Le bastie
La guerra dei confini tra Padova e Venezia nel Pievado di Sacco 1372-1373
di Marco Giraldi
pp. 140, € 20,00
TG Book edizioni, 2022
ISBN: 978-88-85732-55-1
 
Il territorio che fa da sfondo alle vicende illustrate in questo agile volume si presenta oggi come un ambito pressoché marginale nello scacchiere della Regione, confinato lungo la gronda lagunare, lontano dal dinamismo frenetico dei principali centri urbani e contraddistinto da un carattere prettamente rurale. L'immagine attuale riflette solo in parte quella dei secoli trascorsi: se è vero che la vocazione agricola costituisce un elemento di continuità, una sorta di trait d'union tra mondo antico ed età contemporanea (basti pensare a come quest'areale fosse organicamente inquadrato in età romana nella maglia centuriale stesa a meridione di Patavium), è anche vero che questo lembo di bassa pianura, compreso ad interfaccia tra terra ferma e laguna, ha avuto in alcuni momenti della storia un ruolo tutt'altro che secondario. 

lunedì 7 marzo 2022

All'ombra di Lancillotto

All'ombra di Lancillotto
Storie e imprese del primo cavaliere della Tavola rotonda
di Arianna Punzi
pp. 184, € 20,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2022
ISBN: 9788829013685

Il libro analizza la progressiva formazione del personaggio di Lancillotto, a partire dai primi testi antico-francesi che raccontano solo un episodio della vita dell’eroe per concentrarsi poi sul grande romanzo in prosa di inizio Duecento: il Lancelot en prose, che narra l’intera biografia di Lancillotto. La complessità e ricchezza della tradizione manoscritta e l’intreccio delle molteplici redazioni conservate saranno l’occasione per seguire due diverse direzioni che la storia dell’eroe prenderà nel tempo: l’una legata alla visione di un Lancillotto come il più grande cavaliere arturiano e amante della regina Ginevra, l’altra volta a seguire l’intera parabola della vita dell’eroe che sconta il suo fallimento di cavaliere tutto legato al mondo e che, di fronte alla fine del grande sogno arturiano, sceglie di concludere santamente la sua esistenza.
Arianna Punzi professoressa ordinaria di Filologia romanza alla Sapienza Università di Roma, si è occupata principalmente di romanzi tristaniani in antico francese e della loro ricezione anche in altre aree linguistiche, con particolare attenzione ai volgarizzamenti di area italiana. Ha dedicato indagini recenti al Lancelot en prose e alla formazione del ciclo del Lancelot-Graal. Ha studiato la trasmissione della letteratura classica nel Medioevo latino e romanzo, concentrandosi soprattutto sulla materia tebana e su quella troiana con attenzione alla diffusione nell’intera area romanza.

domenica 6 marzo 2022

Domenico di Caleruega alle origini dell'Ordine dei Predicatori. Le fonti del secolo XIII

Domenico di Caleruega alle origini dell'Ordine dei Predicatori. Le fonti del secolo XIII
A cura di Gianni Festa, Agostino Paravicini Bagliani, Francesco Santi
pp. LII-1188, € 160,00
Sismel, 2021
ISBN: 978-88-9290-044-8
 
Il volume raccoglie per la prima volta tutti i testi latini che documentano il primo secolo di vita dell’Ordine dei Predicatori, con introduzione critico testuale, commento storico e traduzione italiana. In particolare il lettore troverà le Litterae sancti Dominici (a cura di Elio Montanari); di Giordano di Sassonia il Libellus de initio Ordinis Praedicatorum (a cura di Elio Montanari, in un nuovo testo critico), le Litterae enclyclicae e l’Oratio ad beatum Dominicum (a cura di Elio Montanari); gli Acta canonizationis sancti Dominici (a cura di Alessandra Bartolomei Romagnoli); la bolla Fons sapientiae di Gregorio IX (a cura di Agostino Paravicini Bagliani); le Legendae di Pietro Ferrandi, di Costantino d’Orvieto e di Umberto de Romanis (a cura di Giovanni Paolo Maggioni); il Libellus de vita et obitu et miraculis sancti Dominici et de Ordine quem instituit, di Teoderico di Apolda (a cura di Silvia Nocentini); i Miracula beati Dominici di Cecilia (a cura di Antonella Degl’Innocenti); il De modo orandi corporaliter sancti Dominici (a cura di Gianni Festa e Francesco Santi, pubblicato con il suo corredo iconografico). Gli indici dei manoscritti, degli autori e delle opere anonime, delle citazioni bibliche e degli studiosi corredano il volume. Esso vuole essere uno strumento di lavoro oltre che un riferimento per comprendere il senso profondo dell’Ordine dei domenicani nella sua fase nascente: ad esso appartennero personaggi chiave della cultura del secolo XIII (come Alberto Magno, Raimondo de Penyafort, Tommaso d’Aquino, Guglielmo di Moerbeke, Iacopo da Varazze, Meister Eckhart), segnando in modo decisivo l’identità europea e le sue dinamiche.

sabato 5 marzo 2022

Come a Gerusalemme

Come a Gerusalemme
Reliquie, oggetti sacri e devozione nella Bologna medievale
di Beatrice Borghi
pp. 244, € 26,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2022
ISBN: 9788829013265
 
L’elevato numero di reliquie conservato nel complesso monumentale dedicato al protomartire cristiano testimonia la devozione manifestata per secoli da chi raggiunse la basilica di Santo Stefano, la “Santa Gerusalemme” di Bologna. La storia delle sue reliquie attesta come i retaggi della venerazione dei sacri pegni, le cui origini risalgono a secoli remoti, perdurino da oltre mille anni. È nella città che le memorie del sacro assumono il loro più alto grado simbolico ed emblematico; è qui che non solo si destinano luoghi per custodirle, ma – grazie alla loro presenza – si alimenta anche l’orgoglio civico. Bologna come Gerusalemme: sedi di culti radicati in preesistenti edificazioni del sacro e che si sono evoluti, modificati, adattati e ricreati in geografie e paesaggi cristiani che serbano memoria di millenarie storie di fede.
Beatrice Borghi insegna Storia medievale all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Si occupa di storia del pellegrinaggio, in particolare dei santuari nell’area euromediterranea a partire dai modelli gerosolimitani. Tra le sue pubblicazioni: Viaggio in Terrasanta. La basilica di Santo Stefano in Bologna (Bologna 2010), San Domenico. Un patrimonio secolare di arte, fede e cultura (Bologna 2012), Il Mediterraneo di Anselmo Adorno. Una testimonianza di pellegrinaggio del tardo medioevo (Bologna 2019), I Præcepta del Cardinale Anglic Grimoard de Grisac (Spoleto 2021).

venerdì 4 marzo 2022

Excalibur

Excalibur
La spada nella roccia tra mito e storia
di Francesco Marzella
pp. 196, € 18,00
Salerno Editrice, 2022
ISBN: 978-88-6973-674-2
 
La spada nella roccia è il simbolo per eccellenza della leggenda di re Artú. Eppure la storia del prodigio che consacra il giovane sovrano « per grazia di Dio » – entrata nell’immaginario collettivo fino a confondersi con la leggenda di Excalibur – non figura nei testi piú antichi che raccontano le imprese del mitico re e dei suoi cavalieri ed è attestata per la prima volta solo nel Merlin di Robert de Boron, un’opera scritta intorno al 1200 la cui fonte di ispirazione era rimasta fino ad oggi sconosciuta. Questa indagine prende le mosse da un confronto fra il celebre episodio arturiano e un racconto molto piú antico, incentrato su un pastorale infisso in una pietra tombale, che risale al tempo di Edoardo il Confessore, re d’Inghilterra e santo. Dai romanzi cortesi alle saghe nordiche emergeranno numerose storie di elezione che hanno per protagonisti giovani di stirpe regale in cerca di legittimazione, pronti a sfidare anche le forze oltremondane per conquistare magnifiche spade e completare la loro iniziazione eroica. Sarà cosí ricostruita una fitta trama di rimandi che restituirà uno scenario tanto piú attendibile quanto piú intricato, utile a gettare nuova luce sulla genesi di uno degli episodi piú celebri di tutta la letteratura medievale.
Francesco Marzella è Research Associate presso il Department of Anglo-Saxon, Norse and Celtic dell’Università di Cambridge. Si occupa di letteratura latina medievale, con particolare interesse per l’agiografia e i testi arturiani. Ha curato l’edizione critica della Vita sancti Ædwardi regis et Confessoris di Aelredo di Rievaulx e della sua anonima versificazione (pubblicate in Corpus Christianorum – Continuatio Mediaevalis, 3A, Turnhout 2017).

giovedì 3 marzo 2022

La dama delle lagune

La dama delle lagune
di Marcello Simoni
pp. 304, € 20,00
La Nave di Teseo, 2022
EAN: 9788834609309
 
Anno Domini 807, foce del fiume Padus. In seguito a una violenta tempesta, le lagune di Comaclum restituiscono un antico sarcofago di piombo che custodisce, al suo interno, il corpo incorrotto di una fanciulla. Un miracolo, secondo il vescovo Vitale. Un cattivo presagio, invece, per l’abate Smaragdo, che si troverà diviso tra l’obbligo morale di svelare il mistero e la necessità di proteggere un segreto legato alla sua famiglia. Il contrasto tra questi due religiosi coinvolgerà le vite di persone molto diverse tra loro, come il magister piscatorum Bonizo, il giovane orfano Eutichio, il falegname Gregorios e l’arrogante Grimoaldo, mentre tra le insulae dell’abitato inizierà ad aggirarsi l’ombra di una ragazza. Forse uno spirito inquieto, forse una fuggiasca in cerca di protezione. Proprio nel momento in cui le tensioni tra l’imperatore Carlo Magno e la lontana Bisanzio minacciano di attirare un vento di guerra sulla piccola Comaclum. “Marcello Simoni è l’unico erede legittimo di Umberto Eco (ma è più divertente del maestro).” – Antonio d’Orrico, La Lettura Marcello Simoni torna con un Medioevo lagunare quanto mai enigmatico e ricco di suggestione.
Marcello Simoni è nato a Comacchio nel 1975. Ex archeologo e bibliotecario, laureato in Lettere, ha pubblicato diversi saggi storici; con Il mercante di libri maledetti, romanzo d’esordio, è stato per oltre un anno in testa alle classifiche e ha vinto il 60° Premio Bancarella. I diritti di traduzione sono stati acquistati in diciotto paesi.
Ha pubblicato La biblioteca perduta dell’alchimista, Il labirinto ai confini del mondo, secondo e terzo capitolo della trilogia del mercante; L’isola dei monaci senza nome, con il quale ha vinto il Premio Lizza d’Oro 2013; La cattedrale dei morti; la trilogia Codice Millenarius Saga (L’abbazia dei cento peccati, L’abbazia dei cento delitti e L’abbazia dei cento inganni); Il marchio dell’inquisitore; L’eredità dell’abate nero.

martedì 1 marzo 2022

Christiana choreia

Christiana choreia
Danza e cristianesimo tra Antichità e Medioevo
di Donatella Tronca
pp. 180, € 27,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2022
ISBN: 9788833138947 
 
Christiana choreia
è una chiave interpretativa delle forme e dei modi con cui gli intellettuali cristiani, dall’Antichità alle soglie del Medioevo, hanno percepito e tentato di regolamentare la danza.
Guidato da un’analisi di tipo storico-semantico e storico-culturale, questo libro offre, nelle prime pagine, una ricostruzione delle concezioni che i cristiani avevano ereditato dal mondo antico: in particolare le teorie platoniche relative alla choreia della Città ideale, il concetto di schema e il pregiudizio romano sul mestiere del danzatore, sempre marchiato dallo stigma di infamia.
L’ipotesi di fondo è che si sia giunti alla formulazione di un’antropologia cristiana della gestualità coreutica che invitava gli uomini a diventare i perfetti imitatori di una choreia angelica come anticipazione della Città celeste: i corpi degli uomini erano strumenti musicali che, correttamente istruiti all’imitazione del moto degli angeli, avrebbero dovuto produrre all’unisono quella melodia armonica capace di arrivare direttamente a Dio. Christiana choreia era dunque uno strumento cognitivo che consentiva di disciplinare le forme, i tempi e i modi di appartenenza alla comunità cristiana.
Donatella Tronca svolge attività di docenza e ricerca presso le Università di Bologna e Verona. Le discipline di riferimento del suo lavoro sono la storia del cristianesimo e la paleografia latina. Si occupa principalmente dello studio di testi cristiani tardoantichi e medievali, che analizza da un punto di vista storico-antropologico e materiale anche attraverso la storia della trasmissione manoscritta e delle biblioteche.