lunedì 30 novembre 2015

Sangue Longobardo

Sangue Longobardo
di Ugo Moriano
pp. 528, € 16,90
Edizioni Coedit, 2015

Un romanzo epico, avventuroso e cavalleresco che si svolge all'alba del nono secolo. Mentre Carlo Magno consolida il proprio regno trasformandolo in un potente impero, gli arabi affrontano le lotte intestine che ne rallentano l'espansione e alla corte di Costantinopoli si svolge un gioco mortale che avrà come posta il trono. L'eunuco Aezio, potentissimo Domestico delle Scholai, si muoverà con astuzia e intelligenza per eliminare gli avversari e consolidare la propria preminenza nella gerarchia imperiale. Metterà in campo inganni e ordirà luttuose congiure, sempre in bilico tra il trionfo e la più rovinosa delle cadute. L'anziana imperatrice Irene, dopo aver fatto eliminare il proprio figlio, darà avvio a una serie di sanguinose epurazioni che porteranno a una guerra all'interno dei suoi stessi domini. Euin, il Logogeta, affronterà una perigliosa campagna invernale al comando di un pugno di uomini a lui fedeli. Sua moglie Wigilinda e i suoi figli dovranno fuggire per mare fino a sbarcare dopo una vera odissea sulle coste meridionali del Mediterraneo. Da un vortice di vicissitudini e colpi di scena emergerà l'imperatore della Nuova Roma.
Ugo Moriano è nato a Imperia nel 1959 e vive con la propria famiglia a Diano Marina in provincia di Imperia.
Dopo aver lavorato per 12 anni nelle Ferrovie dello Stato, dal 1993 è un impiegato amministrativo del Comando dei Vigili del Fuoco di Imperia.
L’amore per la lettura e l’interesse per la storia lo accompagnano fin dalla più giovane età.
Nella prima metà degli anni novanta, prima il computer e successivamente internet si sono conquistati un posto di rilievo nel suo tempo libero.
Visita il sito dell'autore.

domenica 29 novembre 2015

Qualche idea su Dante

Qualche idea su Dante
di Mirko Tavoni
pp. 424, € 32,00 (acquista onlone cn il 15% di sconto)
Il Mulino, 2015
ISBN: 978-88-15-25938-7

Una delle vie privilegiate per accostarsi al multiforme ingegno di Dante è quella di mettere a fuoco alcuni temi specifici all’interno della sua complessa vicenda intellettuale. Il Convivio e il De vulgari eloquentia mostrano così «in vivo» il Dante filosofo laico di un assetto italiano da costruire in chiave nobiliare e imperiale, e l’inventore della lingua italiana in funzione antimunicipale e antifiorentina. Nella scrittura dell’Inferno lo vediamo poi assumere i tratti del poeta politico, comico, ma anche escatologico, fiorentinocentrico e guelfo. Emergono in questo modo diversità rilevanti fra il primo e il secondo Dante quanto a esperienze di vita e idee sulla poesia.
Mirko Tavoni è professore di Linguistica italiana nell’Università di Pisa. Ha curato il «De vulgari eloquentia» nell’edizione delle «Opere» di Dante uscite nei Meridiani Mondadori (vol. 1, 2011). Con il Mulino ha già pubblicato «Il Quattrocento» (1992).

sabato 28 novembre 2015

I Longobardi

I Longobardi
di Claudio Azzara
pp. 128, € 11,00
Il Mulino, 2015
ISBN: 978-88-15-25989-9

Il periodo longobardo (VI-XI secolo) è un momento assai significativo della storia d’Italia. Oltre ad aver segnato la prima frammentazione politica della penisola dopo i secoli di unità garantiti da Roma, la presenza longobarda nel centro-nord della penisola e successivamente nei principati meridionali ha lasciato tracce importanti in diversi ambiti, anche sul piano della percezione identitaria di singole regioni. Il volume presenta la storia dei longobardi in una nuova sintesi aggiornata.
Claudio Azzara insegna Storia medievale nell’Università di Salerno. Con il Mulino ha pubblicato anche «Le invasioni barbariche» (20123), «L’Italia dei barbari» (2002), «Le civiltà del Medioevo» (20132), «Il papato nel Medioevo» (2007), «La Chiesa nel Medioevo» (con A.M. Rapetti, 2009) e «Teoderico» (2013).
Indice:
I. La nascita della stirpe 
II. Dalla Scandinavia alla Pannonia 
III. L'invasione dell'Italia 
IV. Forme d'insediamento e organizzazione del territorio 
V. La costruzione del regno 
VI. L'VIII secolo: apogeo e rovina 
VII. Il ducato di Spoleto 
VIII. La «Longobardia» meridionale 
IX. I longobardi nella storia d'Italia 
Letture consigliate 
Indice dei nomi

venerdì 27 novembre 2015

I podestà sulle sponde del Rodano

I podestà sulle sponde del Rodano
Arles e Avignone nei secoli XII e XIII
di Simone Balossino
Prefazione di Jean-Claude Maire Vigueur
pp. 368, € 36 (acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2015
ISBN: 9788867283309

Il governo del podestà è un’istituzione distintiva della civiltà comunale italiana. Come interpretare allora la sua diffusione e la sua rapida evoluzione in Provenza, nelle grandi città della bassa valle del Rodano? La storiografia italiana non ha mai tratto sufficientemente profitto da questa esperienza provenzale che, in verità, è durata solo qualche decennio prima della conquista da parte dei principi capetingi. Come è stato fatto per le città dell’Italia centro-settentrionale, è opportuno ripercorrere le vicende di Arles e Avignone attraverso l’esame degli organismi capaci di rivendicare prerogative di natura politico-amministrativa e dei diversi elementi della società cittadina. Il percorso dei comuni di Arles e Avignone, nonostante la breve durata, non condiziona solo la storia del basso Rodano tra XII e XIII secolo, ma influenza profondamente anche i secoli successivi, caratterizzati dalla dominazione delle monarchie angioine e pontificie. Se quello che accade in questa terra permette di relativizzare l’eccezione italiana, le vicende dei comuni del basso Rodano consentono anche di meglio comprendere il ruolo dei principi francesi e del papato avignonese, nella storia provenzale e in quella italiana.
Simone Balossino è maître de conférences in Storia medievale presso l’Université d’Avignon e si occupa, tra l’altro, di osservazioni comparative tra il mondo comunale italiano e le realtà urbane franco-provenzali. Tra le sue pubblicazioni, la curatela, con G. Garbarino, del volume L’Organizzazione ecclesiastica al tempo di S. Guido (XI secolo) (Acqui Terme 2007).

martedì 24 novembre 2015

I Castelli Romani

I Castelli Romani
di Barbara Gazzabin e Renato Mammuccari
pp. 184 + 14 tavole a colori, € 12,00
LuoghiInteriori Edizioni, 2015
ISBN: 97-888-6864-050-7

Un viaggio nello spazio e nel tempo, quello proposto da I Castelli Romani, che sa toccare la sensibilità e l’intelletto del viaggiatore interessato. Il volume non è una guida nel senso tradizionale del termine, ma vuole essere il compagno di viaggio di coloro che, a contatto con luoghi sconosciuti, non si vogliano fermare al dato analitico o alla descrizione aneddotica, ma siano spinti a esercitare la mente per arrivare ad ‘auscultare’, a partire dai luoghi reali, quelli più profondi ‘dell’anima’.
I Castelli Romani propongono un itinerario che, toccando i bellissimi luoghi disseminati fra i Colli Albani e Tuscolani, sa nutrire il viaggio della sensibilità e della mente con una sedimentata cultura storica; una sorta di nuovo Grand Tour in chiave moderna, animato dalla voglia di sviscerare ogni luogo nella sua tradizione, nel suo attuale aspetto, nella sua vita e nelle sue opere.
Per questa strada il viaggiatore intraprende un percorso singolare e affascinante, che assume infine le sembianze di un saggio sulla condizione umana e sulla duplice dimensione della Cultura e dell’adesione alla Natura che questi luoghi continuano a ispirare.

lunedì 23 novembre 2015

L'uomo che veniva da Messina

L'uomo che veniva da Messina
di Silvana La Spina
pp. 352, € 18,00
Giunti, 2015
ISBN: 9788809815995
 
Messina, 1479. Un uomo sta morendo nella sua casa, dopo aver vagato per mesi accompagnato da una bara con dentro una giovane donna. È Antonello da Messina, il grande pittore siciliano, appena tornato da una Venezia flagellata dalla peste. Antonello è famosissimo ormai. Ma la Sicilia non ama i suoi figli più geniali e Antonello lo sa. Per questo adesso, nel delirio finale, invoca il vecchio maestro Colantonio. Quel delirio gli farà rivivere l'infanzia pezzente e l'incontro con i misteriosi artisti del Trionfo della Morte; lo porterà da una Napoli dominata dai cortigiani, come il Panormita e la bella Lucrezia, alla Roma dei cardinali cialtroni e delle puttane; dalla Mantova del Mantegna, alla Arezzo di Piero della Francesca. Da Bruges, dove finalmente scoprirà l'amore e persino il segreto della pittura a olio, a una Venezia che gli darà fama e gloria e l'amicizia coi Bellini. Il romanzo è anche l'affresco dell'epoca, crudele, affamata di gloria, dove domina l'Angelo della Morte. Tanti sono i comprimari di questa vicenda, dai familiari meschini e sanguisughe, alla nana Nannarella morta per amore nei vicoli di Napoli; dall'aristocratica Volatrice e forse erede al trono di Sicilia, al buffone Cicirello; dai viceré scaltri, ai fanatici frati Osservanti, che scatenano a Messina rivolte contro il malgoverno. Ma in quei viaggi una sola luce per Antonello: Griet, la figlia bastarda di Van Eych. E una sola ossessione: la pittura a olio dei fiamminghi.
Un romanzo storico? Un romanzo picaresco e sulfureo? Un romanzo sull’arte o un romanzo sull’amore estremo? Forse solo un romanzo su un uomo, Antonello, che fece della sua ambizione un’arma, della fame di carne e di femmine un’ossessione, della pittura uno strumento per durare in eterno.
Silvana La Spina è nata a Padova da madre veneta e padre siciliano. Ha pubblicato il volume di racconti Scirocco (La Tartaruga, premio Chiara) e i romanzi: Morte a Palermo (La Tartaruga, Baldini & Castoldi; premio Mondello), L’ultimo treno da Catania (Bompiani), Quando Marte è in Capricorno (Bompiani), Un inganno dei sensi malizioso (Mondadori), L’amante del paradiso (Mondadori), Penelope (La Tartaruga), La creata Antonia (Mondadori), La continentale (Mondadori). Sempre per Mondadori sono usciti i tre romanzi dedicati alle indagini del commissario Maria Laura Gangemi: Uno sbirro femmina, La bambina pericolosa e Un cadavere eccellente.

domenica 22 novembre 2015

Medioevo in Cucina

Medioevo in Cucina
ingredienti, ricette e sapori
di Marco Gavio de Rubeis
pp. 156, € 11,00
I Doni delle Muse, 2015
ISBN: 978-88-99167-14-1
A distanza di molti secoli, la tradizione culinaria medievale, con il suo tripudio di colori, profumi e ingredienti, offre ai cuochi e ai golosi di ogni tempo sapori dimenticati in grado di costituire fonti preziose di ispirazione.
Sempre divisa tra l’ideale spirituale della mortificazione del corpo e l’esaltazione dei sensi, la cultura medievale mostra la sua contraddizione anche in cucina, luogo privilegiato tanto per la conservazione della salute del corpo e dell’anima quanto per l’eccesso e il piacere di vivere.
Un libro di ricette che parla di cucina e cultura alimentare, attraverso uno studio filologico di fonti letterarie e iconografiche tra i XIII e il XIV secolo.
Marco Gavio de Rubeis dietro questo pseudonimo che vuole essere un omaggio a grandi maestri della res coquinaria latina e medievale si nasconde, oltre che un appassionato di cucina storica e non, un compositore e un musicista polistrumentista di oscuri natali e altrettanto oscura fama.
L’Associazione Culturale “I Doni delle Muse” è una realtà che convoglia numerose attività che hanno come tema lo studio e la divulgazione della letteratura e delle arti performative del periodo classico, medievale e rinascimentale. L’Associazione Culturale affianca all’allestimento di spettacoli e alla produzione letteraria un’intensa attività divulgativa.

sabato 21 novembre 2015

Storie al muro. Temi e personaggi della letteratura profana nell'arte medievale

Storie al muro
Temi e personaggi della letteratura profana nell'arte medievale
di Maria Luisa Meneghetti
pp. 488, € 85,00
Einaudi, 2015
ISBN: 9788806167592

Nel corso del Medioevo si andò affermando una particolare tipologia di prodotto artistico derivato da testi letterari, profani quanto a tematica e volgari quanto a veicolo linguistico (francesi, provenzali, italiani, mediotedeschi...).
Questa produzione artistica ha creato una vera e propria letteratura parallela, una «letteratura di testi iconici» altrettanto varia e articolata di quella formata dai corrispondenti testi scritti. La pluralità e la collisione dei significati emergono quali tratti caratteristici dei prodotti che fanno parte di questa «letteratura» e costituiscono probabilmente le ragioni più forti del fascino che essi ancora sanno esercitare.
Maria Luisa Meneghetti insegna Filologia romanza all'Università di Milano. Ha pubblicato, tra l'altro, Il pubblico dei trovatori (Einaudi 1992), Le origini delle letterature medievali romanze (Laterza 2007), Il romanzo nel Medioevo, Francia, Spagna, Italia (il Mulino 2010) e Storie al muro (Einaudi 2015).

venerdì 20 novembre 2015

Il tramonto della Langobardìa minor

Il tramonto della Langobardìa minor. Longobardi, Saraceni e Normanni nel Mezzogiorno (X-XI sec.)
di Tommaso Indelli
Prefazione di Claudio Azzara
pp. 210, € 20,00
Editrice Gaia, 2015
 
La monografia si propone di indagare uno dei periodi più affascinanti e controversi della storia dei Longobardi nel Mezzogiorno: l’età di Pandolfo I Capodiferro di Capua e Guaimario IV di Salerno. Cronologicamente, il periodo è compreso tra la metà del X sec. e la fine dell’XI e rappresenta la fase di transizione dalla dominazione longobarda a quella normanna. Un segmento cronologico importante non solo per la storia del Mezzogiorno d’Italia, ma anche dell’Europa mediterranea, in cui, proprio in quei secoli, cominciavano a manifestarsi i germi della “rinascita” che caratterizzò lo sviluppo del continente fino al XIV sec. Ancora oggi, nei manuali di uso scolastico e universitario, questo periodo storico figura come “età di transizione”, dai secoli dell’Alto a quelli del Basso Medioevo, secondo la bipartizione dell’Età medievale convenzionalmente adottata dalla storiografia italiana. Il X secolo è, storiograficamente, il “secolo di ferro”. L’Europa carolingia fu devastata da nuove “invasioni barbariche”, dopo quelle che determinarono il crollo dell’impero romano, e popoli sconosciuti minacciarono i suoi confini: Normanni, Magiari, Saraceni. L’impero carolingio andò, progressivamente, disgregandosi sotto l’urto dei nuovi “barbari” e delle guerre tra i successori di Carlo Magno, mentre il potere pubblico si dissolse in una miriade di potentati autonomi - le signorie territoriali - che non riconoscevano più alcuna autorità. I re e gli imperatori erano ridotti, ormai, a figure simboliche. Mentre gran parte del continente europeo regrediva a livelli economici e demografici antecedenti la breve stagione della “rinascita carolingia”, nel Mezzogiorno d’Italia, la Langobardìa minor, erede del regno fondato da Alboino, si frammentava nei principati di Benevento, Salerno e Capua. Il Mezzogiorno partecipava al processo di generale dissoluzione delle eredità del passato, ma, grazie alle personalità straordinarie di Pandolfo I Capodiferro di Capua e Guaimario IV di Salerno, l’eredità politica, culturale ed “etnica” dei Longobardi riuscì a ritrovare la forza per contrastare l’espansione militare dell’Islam mediterraneo. Si aprì con le straordinarie figure dei due principi - e prima del definitivo tramonto - l’ultima stagione di splendore del Mezzogiorno longobardo, che anticipò la “rinascita” politica, economica e culturale dell’Occidente agli albori dell’XI secolo. Una “stagione” di breve durata e densa di eventi, in cui la Langobardìa minor  fu capace di ritrovare l’unità perduta e i fasti di Arechi II, prima di cadere, anch’essa, sotto l’urto dei temibili predoni normanni. Ripercorrendo gli eventi che caratterizzarono l’ultima - ma anche la più intensa - stagione di vita della Langobardìa minor , il libro si sofferma non solo sulle personalità dei principi, legislatori e condottieri, in grado di segnare un'epoca, ma anche sugli uomini di Chiesa e di cultura, sui monaci e i medici, i poeti e gli eruditi come Desiderio di Montecassino, Alfano di Salerno, Costantino l’Africano, Trotula de Ruggiero. Accanto ad essi, le grandi personalità dei papi della “Riforma” ecclesiastica - Leone IX, Niccolò II, Gregorio VII  - alle prese con la corruzione della Chiesa, la lotta contro gli imperatori germanici, lo scisma degli Ortodossi, le incursioni dei Saraceni e dei Normanni. Tutte furono figure emblematiche - perfette interpreti dello Zeitgeist - costrette, loro malgrado, a misurarsi con un’epoca dura, ma non aliena da grandi e significativi cambiamenti culturali: un tassello importante nella costruzione della civiltà dell’Europa mediterranea e nella definizione della sua identità.
Tommaso Indelli è Assegnista di Ricerca in Storia Medievale e Assistente di Cattedra del Prof. Claudio Azzara presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno. Si occupa di storia del Mezzogiorno medievale longobardo e normanno (VI-XII sec.). Di formazione storico-giuridica, specializzatosi a Pavia con un dottorato sulla cultura giuridica della Tarda Antichità (III-VI sec. d. C) e dell’Europa medievale (VII- XV sec.), si occupa di ricerca e problematiche inerenti le strutture e le forme di organizzazione del potere pubblico e statale. Tra le sue monografie: Bellum Piraticum e pirateria. Aspetti giuridico-politici del fenomeno piratico dall’età Romana al XVIII secolo; La conquista normanna del Meridione d’Italia. Dall’arrivo dei primi conquistatori alla fondazione del Regno; La condizione del servo nell’Occidente medievale. Aspetti giuridici e sociali (V-XV sec.); Strutture socio-politiche dell’Italia Meridionale nel XII secolo, da Ruggero II a Guglielmo II (1105-1189), I Bizantini nel Mezzogiorno d’Italia (VI- XI sec.) Istituzioni, politica e società; Storia politica della Langobardia minore. I Principati di Benevento, Salerno e Capua (VI-XI sec.); Arechi II, un principe longobardo tra due città; Langobardìa. I Longobardi in Italia (VI-XI sec.), Odoacre. La fine di un impero (476 d. C.).

mercoledì 18 novembre 2015

Scrittrici mistiche europee. Secoli XII-XIII

Scrittrici mistiche europee
Secoli XII-XIII Volume 1
Testi e traduzioni a cura di Alessandra Bartolomei Romagnoli, Antonella Degl'Innocenti e Francesco Santi
pp. 584, € 72,00
Sismel, Edizioni del Galluzzo, 2015
ISBN: 978-88-8450-652-8

Il XII secolo è conosciuto nella storiografia come secolo di un grande cambiamento. La nascita delle Università, un rinnovato interesse per la tradizione antica e l’affermarsi della poesia nelle lingue volgari sono i segnali meglio conosciuti di questa trasformazione. Ma anche un’altra grande novità caratterizza questo tempo in una diversa direzione: l’invenzione della scrittura mistica femminile. Le poliedriche visioni di Ildegarde di Bingen aprono un capitolo decisivo nella storia della cultura europea, che ancora in tutto il secolo XIII offrirà personalità poetiche e spirituali di prim’ordine, come Hadewijch di Anversa, Matilde di Hackeborn e Geltrude di Helfta. Donne ai margini della cultura e del potere narrano un’assoluta familiarità con Dio, diretta e senza mediazione, una familiarità che le conduce in innumerevoli viaggi nello spazio e nel tempo, dando luogo a motivi letterari inattesi, rappresentativi di una più alta consapevolezza cristiana. Il libro raccoglie i testi di queste scrittrici, alcune pressoché sconosciute e in molti casi mai tradotte in lingua italiana, documentandone le nuove istanze spirituali e intellettuali.
In questo primo volume:
Herluca di Bernried, Ildegarde di Bingen, Cristina di Markyate, Elisabetta di Schönau, Alpaide di Cudot, Maria di Oignies, Cristina l'Ammirabile, Juette di Huy, Ida di Nivelles, Margherita d'Ypres, Lutgarda di Aywières, Aleydis di Schaerbeek, Giuliana di Mont-Cornillon, Ida di Léau, Elisabetta di Spalbeek, Beatrice di Nazareth, Matilde di Magdeburgo, Hadewijch di Anversa, Matilde di Hackeborn, Ida di Lovanio, Gertrude di Helfta, Cristina di Stommeln, Lukarda di Oberweimar.
Per leggere una bella recensione di Marina Montesano sul Manifesto del 17 novembre 2015 clicca qui !

martedì 17 novembre 2015

Gli occhi di Cesare. La biblioteca latina di Dante

Gli occhi di Cesare. La biblioteca latina di Dante
di Luciano Canfora
pp. 104, € 8,90
Salerno Editrice, 2015
ISBN: 978-88-8402-956-0
 
Qual era il Cesare che Dante conosceva? Cosa vi ha aggiunto di suo? Come si concilia un tale impianto ideale incentrato sull’idea di impero con l’enfasi ammirativa riservata da Dante al nemico giurato di Cesare, Catone Uticense? Entrare in tale labirinto intellettuale e poetico è l’obiettivo di questo breve libro, che approda – non immotivatamente – ad una riconsiderazione del rapporto complesso e ammirativo di Dante nei confronti del mondo cosiddetto classico e soprattutto della grande cultura pagana.
"L’indagine filologica, che si snoda in maniera più appassionante di un giallo, risveglia la curiositas sulle inedite sinapsi fra gli autori del nostro patrimonio comune. Mostra le continuità classico-cristiane e il riaffiorare quasi «carsico» dell’idea di un potere politico sovranazionale più potente della religione. Alla fine, il lettore si ritrova in mano due armi formidabili contro ogni forma di oscurantismo: i classici e Dante". (Livia Capponi, Corriere della Sera, 16.11.2015)
Luciano Canfora è Professore emerito dell’Università di Bari. Dirige la rivista «Quaderni di storia» (dal 1975) e numerose collane specialistiche per vari editori. Collabora al «Corriere della Sera».

lunedì 16 novembre 2015

Nostalgia del Paradiso. Il giardino medievale

Nostalgia del Paradiso
Il giardino medievale
di Franco Cardini e Massimo Miglio
pp. 224, € 16,00
Laterza, 2015
ISBN: 9788858121894

Un excursus storico sul passato lontano dei giardini che parte dai classici e spazia dall’età romana all’Oriente con le testimonianze più antiche del mondo egiziano e mesopotamico per soffermarsi poi sul Trecento occidentale, sull’Umanesimo e sui giardini rinascimentali. Dalle regole botaniche a quelle stilistiche, dagli allestimenti di fiori ed essenze, fioriere e fontane, sculture e labirinti, alle connessioni simboliche con le dimensioni dell’amore e della morte.
Il giardiniere medievale ripete il gesto creatore di Dio, conosce le norme sapienti che possono piegare la natura per ricreare, se non la realtà, quanto meno l’illusione dell’Eden perduto. Ma c’è anche altro: la magia delle erbe, dei fiori e delle radici che restituiscono la salute perduta, il sapore pieno di ortaggi e frutti per le mense di signori, monaci e contadini.
Franco Cardini è uno dei più importanti storici italiani, è professore emerito nell’Istituto di Scienze Umane e Sociali/SNS, Directeur de Recherches nell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University.
Massimo Miglio, già ordinario di Storia medievale dell’Università della Tuscia, è presidente dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo e socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei. Ha insegnato Storia medievale e Letteratura umanistica nelle Università di Salerno e Bari, Paleografia latina alla Scuola Vaticana di Paleografia e nella Scuola dell'Archivio di Stato di Roma. Tra le sue pubblicazioni: Scritture scrittori e storia. Città e corte a Roma nel Quattorcento (Roma 1993); Santa Maria in Gradi (Viterbo 1996); In viaggio per Roma (Bologna 1999); Pellegrinaggi a Roma (Roma 1999); Asterischi. Tracce di storia della Tuscia (Roma 2000).

domenica 15 novembre 2015

Il Marchesato di Saluzzo tra Gotico e Rinascimento

Il Marchesato di Saluzzo tra Gotico e Rinascimento
Architettura, città, committenti
di Silvia Beltramo
Viella, 2015
ISBN: 9788867284528

Il Quattrocento in Piemonte è un periodo di grande interesse per la storia dell’architettura; mentre si consolida il patrimonio dell’epoca medievale, legato a una tradizione acquisita di conoscenze tecniche e di maestranze, si aprono i nuovi temi del costruire “all’antica”. Il marchesato di Saluzzo costituisce uno dei principati maggiormente ricettivi, pronto ad accogliere sia la manodopera specializzata di costruttori e lapicidi aggiornati alle novità del Gotico internazionale, sia i protagonisti dell’arte rinascimentale provenienti dalla Lombardia e dalla Liguria. Il ruolo dei Saluzzo nel panorama artistico italiano attende di essere rivalutato anche nell’architettura e nella storia urbana, un ruolo rilevante che si può confrontare con il mecenatismo svolto dalle signorie del centro-nord della penisola (dagli Sforza agli Este, dai Gonzaga ai Montefeltro) e con i principi confinanti di Savoia e Monferrato. Lo studio ha intrecciato le testimonianze documentarie con la lettura dell’architettura e del tessuto urbano, considerandoli come fonte e documento storico. Precisi strumenti di lettura consentono ad un pubblico ampio di rileggere episodi significativi della cultura architettonica saluzzese, attraverso le sue principali componenti: il cantiere, la committenza e le maestranze. Gli studiosi trovano nel testo estesi ed inediti riferimenti documentari e iconografici, affiancati ad analisi attente del patrimonio storico e architettonico stratificatosi nel corso dei secoli.
Silvia Beltramo insegna Storia dell'Architettura Moderna al Politecnico di Torino.

sabato 14 novembre 2015

Mistral. L'invenzione dell'amore

Mistral - L'invenzione dell'amore
di Franco Ferrini
pp. 305, € 16,00
Runa Editrice, 2015
ISBN: 9788897674535
 
Castello di Lacoste, Provenza, 1200 d.C. Una nuova moda sembra diffondersi tra dame e cavalieri: si parla di “Amore-Passione”, di “Donna-Angelo”, “Amore Eterno” e filtri d’amore – come dire eresia, magia nera, paganesimo.
Jaquinot, che è davvero un simpatico animale - ex crociato, zotico e analfabeta, pertanto immune dalle mollezze e lusinghe della Provenza - non si tira certo indietro di fronte a una ricompensa in denaro, quando viene incaricato dal Vaticano di indagare su cosa sia veramente questa nuova invenzione: l’Amore-Passione alla provenzale, che sembra essere opera del Demonio.
Agendo sotto mentite spoglie - non senza collezionare una gaffe dietro l’altra - si mette a indagare tra antri oscuri, pozioni miracolose, intrighi, partite di caccia, giostre, monaci infidi, passaggi segreti, mariti gelosi, ancelle fedeli, leggiadre fanciulle, banchetti, balli, duelli, battaglie, e su tutto il Mistral, il vento impetuoso della Provenza che, al pari dell’Amore, giunge all’improvviso e per il quale non esistono difese, né riparo.
Un racconto boccaccesco, con il quale Franco Ferrini ci narra, con ironia, l’invenzione dell’Amore.

giovedì 12 novembre 2015

Quando guidavano le stelle

Quando guidavano le stelle
Viaggio sentimentale nel Mediterraneo
di Alessandro Vanoli
pp. 248, € 16,00
Il Mulino, 2015
ISBN: 978-88-15-25975-2 

«…troppo poco quello che gli storici sanno davvero degli uomini di cui scrivono, delle loro paure e dei loro sogni; troppo distanti le loro passioni, le loro voci. Proprio per questo è necessario issare le vele e, con gli occhi alle stelle, raccontare semplicemente un viaggio»
Sentimentale ma molto reale: in quattro navigazioni il viaggio si snoda dall’Egeo dei tempi di Ulisse alle coste romane di Ostia, da Costantinopoli all’Andalusia, da Ragusa a Cipro e infine da Alessandria d’Egitto a Ravenna. Di porto in porto, di tappa in tappa, ci ritroviamo in epoche diverse, nella Atene del V secolo a.C., a Cartagine alla vigilia della terza guerra punica, nella Valencia del Cid Campeador, nella Genova medievale, a Istanbul, e a Napoli all’inizio del Novecento. Ogni approdo racconterà un pezzo di storia del Mediterraneo, talvolta evocando il ricordo di grandi eventi, talvolta riscoprendo personaggi ormai dimenticati, ma sempre parlando anche di noi e di quel mare che non smette di suscitare speranze.
Alessandro Vanoli, storico medievista, è esperto di storia mediterranea. Per il Mulino ha scritto «La reconquista» (2009), «La Sicilia musulmana» (2012) e «Andare per l’Italia araba» (2014).

mercoledì 11 novembre 2015

A.D. 1243. L'ultimo assedio

A.D. 1243. L'ultimo assedio
di Marta Tempra e Furio Thot
pp. 512, € 23 (acquista online a € 18,40 nel sito dell'editore)
Edizioni Arpeggio Libero, 2015
ISBN: 8899355118

1237. Sono gli anni dei contrasti tra l’impero e i comuni sostenuti dal papato, lotte intestine che spaccheranno le città, dividendo i padri dai figli, i fratelli dai fratelli.
A Viterbo, Giacinta Brettoni, giovane nobile di parte guelfa, è destinata al convento fin dalla nascita, ma l’avversa fortuna della famiglia la porterà a rinunciare al velo per diventare moglie di un nuovo ricco della città.
Nel frattempo, il poeta siciliano Jacopo degli Altofonte viene convocato alla corte di Federico II e l’iniziale meraviglia si trasformerà in angoscia quando s’innamora perdutamente di Selvaggia, figlia naturale del sovrano e destinata in sposa all’uomo più crudele del suo tempo.
Alle loro storie si unisce quella di Guido, speziale lombardo in fuga con la famiglia da Lodi dopo che la città si arrese all’impero.
Amori infelici, rocambolesche fughe e impetuose battaglie si intrecciano in un romanzo corale in cui le vicende di tutti finiranno per convergere proprio nella città di Viterbo, culminando nella battaglia in cui la valorosa cittadina fronteggerà l’immenso esercito imperiale.
Gli epici giorni dell’anno domini 1243, l’ultimo assedio di Viterbo.

lunedì 9 novembre 2015

Isolario arabo medioevale

Isolario arabo medievale
di Angelo Arioli
pp. 341, € 22,00 (acquista online con il 15% di sconto)
Adelphi, 2014
ISBN: 9788845930393

Come approdi momentanei di un itinerario inventato – dal Mar di Cina e dall'Oceano Indiano al tenebroso «Mare Abbracciante» in Estremo Occidente – sfilano isole mirabili, piccoli universi dagli ambigui confini, viste, immaginate e raccontate da autori musulmani di varia provenienza (dall'Iraq alla Persia, al Marocco, alla Spagna), mercanti e viaggiatori, ma anche sedentari compilatori di opere geografiche, in un arco di tempo che va dalla metà del IX al XV secolo. Isole che appaiono e scompaiono, isole abitate soltanto da donne, o da esseri che si fanno sentire ma non si fanno mai vedere, l'isola delle scimmie, del leggendario e vendicativo uccello Rukhkh, degli antropofagi, del rubino, dei granchi pietrificati, degli androgini. Infinite varianti di isole fantastiche, che evocano meraviglie: come Finzioni di Borges, o Le città invisibili di Calvino o il Libro dei mostri di Wilcock.
I testi pro­ven­gono dai rac­conti di viag­gia­tori medie­vali, da quelli di un non meglio iden­ti­fi­cato «mer­cante Sulay­man» del nono secolo fino a quelli di Ibn Al-Wardi, vis­suto nel quin­di­ce­simo, e come si può imma­gi­nare sono lungi dal rap­pre­sen­tare una fonte geo­gra­fica pre­cisa e affi­da­bile. Si sa, i mari­nai hanno fama di gran con­ta­frot­tole, pro­pensi a ingi­gan­tire ogni peri­colo affron­tato e a inven­tare det­ta­gli pit­to­re­schi per ogni loro avven­tura, dun­que il libro va letto più come un esem­pio di let­te­ra­tura fia­be­sca che come un docu­mento scien­ti­fico.
Angelo Arioli (Nettuno 1947), è professore ordinario di Lingua e Letteratura Araba presso la Facoltà FILESUSO, Sapienza Università di Roma e prima ancora, nel medesimo ateneo, presso la Facoltà di Studi Orientali di cui è stato fondatore, nonché membro sin dalla sua fondazione del Dipartimento di Studi Orientali, ora divenuto Dipartimento “Istituto Italiano di Studi Orientali – ISO”.

domenica 8 novembre 2015

Il fiero pasto

Il fiero pasto
Antropofagie medievali
di Angelica Aurota Montanari
pp. 256, € 22,00
Il Mulino, 2015
ISBN: 978-88-15-25858-8 

«andaro dove misser Jacomo era in prigione,e per forza rupero, e lui tutto el taglioro in pezi con grande scempio che mai di bestia si facesse, mangiaro le sue carni»
Cronaca senese del XIV secolo
Il libro propone un itinerario pieno di sorprese fra le pieghe del Medioevo europeo, portando in luce una corposa messe di casi che attestano come gli uomini a quell’epoca, in diverse circostanze e per diverse ragioni, si cibassero di carne umana: non solo in situazioni di emergenza come le carestie e i lunghi assedi, ma anche come atto di sfregio nei confronti del nemico o, per converso, come atto di venerazione e d’amore. Diffuso fu anche l’impiego di resti umani per confezionare preziosi e richiestissimi medicinali. Non è stupefacente allora che su queste realtà fiorisse un terrificante immaginario, di cui pure queste pagine ci raccontano, fatto di sette antropofaghe, mostri divoratori, cuori mangiati, bambini arrosto, macabri banchetti di streghe.
Angelica Aurora Montanari ha conseguito il dottorato all’Ecole des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Dopo aver collaborato con la UFF-Universidade Federal Fluminense di Niteroi (Brasile), attualmente lavora al Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna, sede di Ravenna.

sabato 7 novembre 2015

Alle soglie dell'ultimo giorno

Alle soglie dell'ultimo giorno
di Sergio Ruggiero
pp. 410, € 13,00
Mannarino, 2015
IBSN: 8896708575
 
ANNO DOMINI 870.  Eurone è uno studioso ateniese de’ La gerarchia celeste, un’opera attribuita a Dionigi l’Aeropagita che descrive l’ordinamento angelico. Il figlio muore per una malattia, e poiché egli ritiene si tratti di un angelo incarnato, sogna di doverlo seppellire in una grotta affinché vegli sul Verbo, prima dell’imminente fine dei tempi. Ma la grotta è a Cosentia, nell’Italia meridionale, dove i Goti nel 410, all’indomani del sacco di Roma, avevano seppellito il tesoro del Tempio di Salomone in Gerusalemme. Eurone fa imbalsamare il corpo del bambino per poterlo trasportare, e con un viaggio avventuroso approda ad Amantia, un emirato Saraceno non distante da Cosentia, in mano allo spietato As-Simsin.
Nella sua corsa contro il tempo, il greco conosce persone il cui destino si lega fatalmente agli imprevedibili sviluppi della sua “missione sacra”: Ibrahim, un giovane carrettiere, Tilesia, una ragazza della Sila, il faqih Arslan, raffinato studioso con un trascorso mistico di “ricercatore di angeli”, e l’arcidiacono Pancrazio, custode dei “segreti dell’Episcopio” e ultimo dei “buoni scrittori”.
Intanto, un’armata imperiale, condotta dal conte Ottone di Bergamum e dal suo luogotenente Falco di Brexia, giunge nel Bruttium per combattere i Saraceni di Amantia. La guerra rappresenta per Eurone l’inizio della catastrofe finale: non c’è più tempo, occorre trovare la grotta. La ricerca, sulla quale incombe l’ombra di una perfida macchinazione, s’intreccia con l’amore disperato tra Tilesia e Ibrahim e con il dramma della “battaglia decisiva contro l’Anticristo”.
Sullo sfondo di un’epoca segnata dal primato dei Franchi, dalla decadenza longobarda e della crudeltà dei Saraceni, l’invenzione narrativa si innesta sulle fonti storiche per raccontare un mondo misterioso, tremendo, affascinante, dove tutto si basava sulla spietata legge della guerra e il pensiero più elevato ruotava intorno all’ansia di conquista dell’Eternità.

giovedì 5 novembre 2015

I Franchi

I Franchi
di Bernhard Jussen
pp. 168, € 14,00
Il Mulino, 2015
ISBN: 78-88-15-25709-3 

Popolazione barbarica fortemente influenzata dalla cultura romana, i franchi si stabilirono nella zona fra l’odierno Belgio e la Francia settentrionale durante il tardo impero romano. Sotto la guida dei re merovingi imposero il loro dominio su una vasta area che comprendeva l’odierna Francia e la parte occidentale della Germania. Con l’avvento della dinastia carolingia, soprattutto con Carlo Magno, diedero vita al più vasto organismo politico dell’Europa medievale, che si estendeva dai Pirenei alla Sassonia, dall’Italia centro-settentrionale alle coste del mare del Nord.
Bernhard Jussen insegna Storia medievale nella Goethe-Universität di Francoforte. Fra i suoi studi: «Spiritual Kinshipas Social Practice. Godparenthood and Adoption in the Early Middle Ages» (2000) e «DerNamederWitwe. ErkundungenzurSemantikdermittelalterlichenBußkultur» (2000).

martedì 3 novembre 2015

Carlo Magno. Il barbaro santo

Carlo Magno
Il barbaro santo
di Stefan Weinfurter
pp. 360, € 25,00
Il Mulino, 2015
ISBN: 360, 978-88-15-25977-6

Il padre dell’Europa? Un barbaro scaltro e brutale? Un santo, paladino della Chiesa? Un imperatore dissoluto e malvagio?
Carlo Magno è una delle figure che più hanno segnato la storia europea. Grazie a lui una vasta parte dell’Europa, frammentata dopo il crollo di Roma, si trovò nuovamente riunita in un unico impero. Carlo sottomise e cristianizzò i sassoni, sconfisse i longobardi, assemblò le diverse tribù germaniche. Fu un combattente per la fede in difesa del cristianesimo e della Chiesa, e il papa lo ripagò incoronandolo imperatore. Assetato di sapere, fu un accanito sostenitore della cultura: nella sua Aquisgrana, dove amava dedicarsi ai piaceri termali, raccolse attorno a sé e alla sua corte i più importanti poeti e pensatori del tempo. Alle molte e anche contraddittorie facce di Carlo Magno è dedicato questo avvincente racconto biografico.
Stefan Weinfurter insegna Storia medievale nell’Università di Heidelberg. Con il Mulino ha pubblicato anche «Canossa. Il disincanto del mondo» (2014).