giovedì 30 settembre 2021

Le parole del castello nelle opere di Dante Alighieri

Le parole del castello nelle opere di Dante Alighieri
di Maria Cristina Ricci
Presentazione di Franco Cardini
pp. 80, € 8,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Mauro Pagliai Editore, 2021
ISBN: 978-88-564-0483-8 
 
L’epoca di Dante Alighieri, caratterizzata dai conflitti tra Chiesa e Impero e rivalità di potere tra i Comuni, è nell’immaginario collettivo uno scenario punteggiato da castelli, torri e città murate, con assedi e scontri armati all’ordine del giorno. Ciò che per noi è una semplice e suggestiva fascinazione, perlopiù mediata dalla letteratura romantica dell’Ottocento, per il Poeta era dunque realtà quotidiana e palese: lo dimostrano i moltissimi termini riconducibili, direttamente o indirettamente, alle fortificazioni medievali, presenti nella Divina Commedia così come nelle opere minori.
 
Il saggio analizza questo specifico ambito lessicale, accompagnandoci in un vero e proprio viaggio illustrato dove l’architettura s’intreccia con la tecnica militare, la balistica e l’ingegneria.
Maria Cristina Ricci (Sondrio, 1951) è si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Padova nel 1975, con una tesi in epistemologia con relatore Umberto Curi. Trasferitasi nel milanese, si occupa da decenni di conservazione di beni culturali del territorio. È stata segretaria della sezione lombarda dell’Istituto italiano dei Castelli dal 2002 al 2014.
Ha pubblicato Castelli e luoghi fortificati in Martesana (2002), Le fortificazioni del Basso milanese (2003), Il gorgonzola in letteratura: un formaggio d’ispirazione (2006, con B. Giussani), La chiesa parrocchiale dei S.S. Protaso e Gervaso di Gorgonzola (2006, con M. Balconi), Il santuario della Madonna dell’Aiuto a Gorgonzola (2009), Giacomo Moraglia a Gorgonzola (in L’Ospedale Serbelloni a Gorgonzola, a cura di D. Iacobone, 2009), Le parole del castello nelle opere di Dante Alighieri (2021). Con l’associazione Concordiola organizza convegni e mostre documentarie: sono da ricordare La saga dei Serbelloni (2013), Verde su Bianco, storia di un formaggio fuori dal comune (2015), Simone Cantoni architetto (2018), 170esimo dell’Ospedale Serbelloni a Gorgonzola(2018), Tra terre ed acque. Storia di un mulino (2020).

mercoledì 29 settembre 2021

Óláfr Tryggvason

Óláfr Tryggvason
Il re vichingo, Apostolo della Norvegia
di Carla Del Zotto
pp. 196, € 15,00
Graphe Edizioni, 2021
ISBN: 9788893721257 
 
Óláfr Tryggvason è tra le figure preminenti dell’antico regno norvegese. Suo padre Tryggve, un regulus dell’area di Víken, morì assassinato da re Guðrøðr nella lotta per il trono norvegese e Óláfr, esule, costruì la propria fortuna con raid e saccheggi a est e a ovest. Con l’argento ricavato dalle incursioni nelle Isole britanniche finanziò la propria campagna militare per diventare re e nel corso di una delle sue spedizioni corsare si convertì e ricevette il battesimo da un eremita delle isole Scilly.
Nella tradizione nordica re Óláfr, con il suo breve regno dal 995 al 1000, è considerato l’Apostolo della Norvegia: gli viene attribuita la conversione della Norvegia, delle isole Orcadi, Fær Øer, Islanda e Groenlandia. L’evangelizzazione da lui promossa fu peraltro violenta, unita a un espansionismo “cristiano” e a una politica religiosa indipendente dall’arcidiocesi di Amburgo-Brema. Storicamente, il tentativo di eliminare l’influenza danese in Norvegia costrinse Óláfr Tryggvason ad affrontare una coalizione formata dal re danese Sven Barbaforcuta, lo jarl di Lade, Eiríkr, e il re svedese Olof Skötkonung nella battaglia di Svold in cui fu sconfitto.
Per Adamo di Brema, Óláfr Tryggvason si suicidò in mare per la disperazione conseguente all’apostasia e all’inganno dei maghi di cui si fidava ciecamente; secondo le saghe nordiche, invece, scomparve misteriosamente dalla sua nave dopo un grande bagliore nel corso della battaglia in mare. Molti credettero che fosse andato in Russia, altri dissero di averlo visto in un monastero in Terrasanta.
Carla Del Zotto si è laureata all’Università di Roma nel 1976 e ha poi trascorso periodi di ricerca nell’Istituto Arnamagneano di Copenaghen, il Nordisk Institutt dell’Università di Oslo, l’Istituto di Lingue nordiche dell’Università di Uppsala. Dal 1983 insegna Filologia germanica all’Università di Roma La Sapienza. I suoi ambiti di ricerca comprendono la letteratura religiosa e didattico-morale del medioevo germanico; rune e mitologia nordica; Tierepik e Minnesänger; la poesia eddica e le saghe islandesi.
Tra i suoi libri: Edda poetica. Il Carme di Sigrdrifa (Scheiwiller, Milano 2003); Rosvita, la poetessa degli imperatori sassoni (Jaca Book, Milano 2009); La letteratura cristiana in Islanda (Carocci, Roma 2010). Ha, inoltre, curato l’edizione italiana di La volpe Reinhart di Heinrich der Glîchesære (Carocci, Roma 2007).

martedì 28 settembre 2021

Le parolacce di Dante

Le parolacce di Dante
di Federico Sanguineti
pp. 98, € 13,50
Tempesta Editore, 2021
ISBN: 9788885798175
 
Pensando al Centenario del ’21, in quattordici brevi anzi brevissimi capitoli, si affronta apertamente il problema, qui colto in vari aspetti, di come Dante, accanto alle parole, non esiti ad usare parolacce come “merda”, “puttana” e così via, che han precisa fonte nella Bibbia. Ma accanto a parolacce dell’Autore si aggiungon parolacce dei copisti: in un mix di parole e parolacce consiste insomma il vertice poetico della letteratura in lingua nostra, un Poema nel quale il sommo Dante si imbatte di continuo nel conflitto fra nobili, borghesi e proletari, che sorge per l’appunto al tempo suo. Legger Dante significa pertanto entrare in un mondo sconfinato: dall’inferno che è società corrotta in cui la parolaccia è dominante, su fin nel paradiso in cui Beatrice, che è donna in carne e ossa pur nel sogno, assegna in dono a Dante un’altra voce.
Federico Sanguineti è ordinario di Filologia Italiana all'Università di Salerno.

domenica 26 settembre 2021

In cammino

In cammino
Una storia del pellegrinaggio cristiano
di Paolo Cozzo
pp. 288, € 21,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829011032
 
Il pellegrinaggio è uno dei fenomeni più radicati e rilevanti nella storia del cristianesimo. Nel corso dei secoli, generazioni di fedeli hanno provato il desiderio di mettersi in cammino – percorrendo brevi distanze o attraversando interi continenti, impiegando poche ore o lunghi anni – per cercare l’incontro con Dio in luoghi e tempi “speciali”. Questa aspirazione ha accompagnato lo sviluppo del cristianesimo seguendone progressi, tensioni e rotture dal tardoantico all’età contemporanea, per giungere fino ai nostri giorni. Adottando una prospettiva storica, il volume analizza motivazioni religiose e spirituali, condizionamenti politici e istituzionali, risvolti sociali ed economici, aspetti materiali e ambientali di una pratica diffusa a livello planetario che, in contesti geografici e cronologici diversi, ha coinvolto, e lo fa tuttora, laici ed ecclesiastici, individui e comunità, masse ed élite.
Paolo Cozzo insegna Storia del cristianesimo all’Università degli Studi di Torino. Esperto di storia delle istituzioni ecclesiastiche e della vita religiosa in età moderna e contemporanea.

sabato 25 settembre 2021

Dantesca. Dodici brevi saggi

Dantesca. Dodici brevi saggi
di Franco Cardini
pp. 264, € 17,00
Edizioni La Vela, 2021
ISBN: 978-88-99661-89-2
 
Citando il suo Maestro Ernesto Sestan, Franco Cardini è solito ripetere che “non s’insegna per molti anni impunemente storia medievale a Firenze senza doversi occupare almeno un po’ di Dante”: cosa ch’egli, dal canto suo, ha fatto in effetti il meno possibile, non senza tuttavia riuscir a tacerne del tutto. Per un senso di rispetto e d’inadeguatezza, intendiamoci: non per odio né per antipatia. Ma talvolta, in varie circostanze, la Maestà o l’importanza o il fascino dell’Altissimo Poeta lo ha obbligato a scrivere qualcosa. Il molto di Dante che c’è in lui, Cardini ha cercato di trasferirlo in una dozzina di saggi “minori”, quasi tutti d’occasione: sulla peregrinatio spiritualis, su Montaperti e Campaldino, sulla magia, sulla crociata, su Ulisse, sui “Fedeli d’Amore” e su qualche altro tema dantesco. Piccoli scritti, sull’importanza dei quali grazie a Dio non sta a lui il pronunziarsi: ma che gli sono molto cari. È quanto egli offre alla Memoria del Padre della Nostra Lingua nell’Anno Centenariale 2021.

Franco Cardini è professore emerito di storia medievale presso l’ISUS/SNS. Ha insegnato in varie università in Europa e all’estero e collabora con alcune testate giornalistiche e con varie emittenti televisive. Si occupa principalmente di rapporti fra mondo europeo e civiltà musulmana. Sul piano propriamente politico, è del tutto disinteressato alle etichette di “destra” o di “sinistra” che certuni cercano di attaccargli addosso.

venerdì 24 settembre 2021

Inferno, Canto XX. Dante e la magia

Inferno, Canto XX. Dante e la magia
di Marina Montesano
pp. 200, € 15,00
Edizioni La Vela, 2021
ISBN: 978-88-99661-90-8
 
Veggenti ai quali “veder dinanzi era lor tolto”, “magiche frodi”, “le triste che lasciaron l’ago, la spuola e ’l fuso”, ossia le donne che abbandonano le attività consuete per darsi alla divinazione e alle malìe: nel Canto XX dell’Inferno, Dante mette in scena una parata di personaggi dell’antichità, come Manto e Tiresia, di indovini del suo tempo, quali Michele Scoto e Guido Bonatti, di anonimi praticanti di arti interdette; naturalmente guidato da Virgilio, che nel Medioevo godeva di una fama di mago e negromante. Può sembrare paradossale, ma la civiltà del tempo era permeata di forme di pensiero che noi oggi definiamo “magico”: se l’intero Canto è rivolto alla punizione inflitta agli indovini, il rapporto di Dante e dei suoi contemporanei con la cultura magica è assai più sfumato e complesso, quasi ineluttabile, come mostrano le eccezioni costituite agli occhi dell’Alighieri dai mirabilia cortesi e dall’astrologia. Finora trascurato, il Dante “magico” merita di essere scoperto.

Marina Montesano insegna Storia medievale all’Università di Messina. È stata borsista dell’Accademia della Crusca e di Villa I Tatti (Harvard University – Fondazione Berenson, Firenze). Al centro dei suoi interessi gli studi culturali; scrive soprattutto di storia dei rapporti fra Oriente e Occidente (Marco Polo, Roma, Salerno, 2012) di magia e stregoneria (Classical Culture and Witchcraft in Medieval and Renaissance Italy, London, Palgrave/MacMillan, 2018 e, come editor, Folklore, Magic, and Witchcraft: Cultural Exchanges from the Twelfth to Eighteenth Century, London, Routledge, 2021), di marginalità e non-conformismi (con il recente Ai margini del Medioevo. Storia culturale dell’alterità, Roma, Carocci, 2021).

mercoledì 22 settembre 2021

La cucina di Dante e Boccaccio

La cucina di Dante e Boccaccio
Saggio storico e ricette ritrovate
di Cutini Susanna, Hasbun Shady, Rebuffo Francesco Vittorio, Revelli Sorini Alex
pp. 122, € 15,00
Edizioni Il Fornichiere, 2021
EAN: 9788831248761
 
Le ricette che troverete in questo testo sono state rielaborate dallo chef Shady Hasbun prendendo spunti dai primi manoscritti italiani di cucina del XIV sec. Questi libri esprimono una cultura già definibile come italiana, pur muovendosi in una logica più ampia, il modello suggerito non è di tipo locale bensì internazionale, una sorta di “koiné” con molti punti in comune e ricette ricorrenti nelle varie aree d’Europa.
 
Il superamento del concetto ristretto di “territorio” rappresentava nel Medioevo un obiettivo delle tavole dei ceti superiori, che ambivano a una cucina per così dire “artefatta” oltre le dimensioni locali. Questo modello non escludeva tuttavia la possibilità di individuare nel contesto europeo degli ambiti di identità culturale più “nazionali” e “regionali”. 
Se sul piano politico l’Italia non esisteva, sul piano culturale era invece una realtà ben viva anche attraverso i sapori e i modelli del gusto. 
I primi ricettari italiani del tempo hanno denominazioni di piatti che richiamano gli usi locali della penisola. Il più antico di questi, il meridionale Liber de coquina propone ricette di cavoli “all’uso dei romani”, verdure “all’uso della Campania”, fagioli “all’uso della Marca di Treviso”; fra gli ingredienti ricorda la semola pugliese e la pasta genovese, fra i prodotti il “composto lombardo” ossia la mostarda di Cremona. Altri ricettari trecenteschi ricordano il “pastello romano”, la torta “di Lavagna”, il sale di Sardegna e quello di Chioggia. 
Attenzione però a queste denominazioni non possiamo dare totale credito geografico, perché in molti casi sembra si tratti di intitolazioni celebrative, scarsamente legate a specifiche tradizioni locali di cucina. Tali denominazioni – a prescindere dal reale significato di ciascuna di esse – mostrano comunque come si iniziasse ad avere l’esigenza del concetto di “specialità”. 
Fu agli inizi del Trecento, probabilmente alla corte angioina di Napoli, che venne redatto il già citato Liber de coquina. Da questo ricettario, scritto in latino, ne derivarono altri, tradotti in lingua volgare con vari adattamenti alle realtà locali, come il Libro della cocina così detto Anonimo Toscano della fine del XIV sec. 
Secondo molti storici il Liber de coquina è stato utilizzato, nelle sue diverse stesure, fino alla fine del XV secolo, conosciuto in l’Italia, Francia e Germania. Questa fortuna europea si spiega forse tenendo conto della lingua “internazionale” – il latino – in cui venne realizzato il testo. Per quanto riguarda l’Italia, l’ampiezza geografica della diffusione del libro è il segno – e in parte lo strumento – di una cultura gastronomica non certo omogenea, ma comunque condivisa.

martedì 21 settembre 2021

Rupecanina

Rupecanina
Storia e archeologia di un villaggio medievale in Campania
a cura di Alessia Frisetti
pp. (?), € 60,00
Volturnia Edizioni, 2021
ISBN: 9788831339391
 
L'incastellamento è stato un fenomeno travolgente dal punto di vista economico, militare sociale e l'insediamento di Rupecanina ha costituito uno dei capisaldi del controllo territoriale nella valle del Volturno. Nel Xli secolo, quando sulla scena politica del Mezzogiorno si impone la forte personalità di Ruggero II, il castrum S. Angeli è all'apice della sua potenza. Le indagini archeologiche recenti, svolte dal team dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, hanno rappresentato un'occasione più unica che rara poiché ad oggi il castello di Rupecanina è uno dei pochi insediamenti castrensi oggetto di scavo nella Campania interna. La pubblicazione dei risultati di queste ricerche assume, quindi, un valore ancor più pregnante nel panorama scientifico e divulgativo. Il volume ripercorre gli studi e le ricerche storico-archeologiche che hanno interessato il sito dal secolo scorso agli anni più recenti, con l'obiettivo di proporre una sintesi delle fasi di vita del castello ed un approfondimento sui reperti rinvenuti in fase di scavo.
 
Alessia Frisetti, Latem (Laboratori di Archeologia Tardoantica e Medioevale, Università degli Studi Orsola Benincasa di Napoli).
Specializzata in archeologia tardoantica e medioevale alla Scuola di Specializzazione di Matera (nel 2009), PhD in Archeologia presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza (nel 2016), docente a contratto nel biennio 2012-2013 e 2011-2012 per la cattedra di “Storia degli Insediamenti tardoantichi e medioevali”, presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Dal 2005 è cultore della materia nello stesso Ateneo, per la Cattedra di Archeologia Cristiana e Medioevale, nell’ambito della quale ha seguito come correlatore diverse tesi di laurea magistrale e specialistica. Ha condotto diverse campagne di scavo didattico come Field Director presso il sito del castello di Rupecanina (Sant’Angelo d’Alife, CE) di cui sta curando la pubblicazione dei dati di scavo, ed è responsabile dal 2005 della documentazione grafica presso il sito monastico di San Vincenzo al Volturno (IS).

lunedì 20 settembre 2021

Dante a Verona

Dante a Verona
1321-2021. Il mito della città tra presenza dantesca e tradizione shakespeariana
a cura di Francesca Rossi, Tiziana Franco, Fausta Piccoli
pp. 344, € 35,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Silvana Editoriale, 2021
ISBN: 9788836648344
 
Nella biografia di Dante Alighieri, Verona riveste un importante ruolo avendo accolto per prima il Poeta fuggito dalla nativa Firenze: la città fu “lo primo tuo refugio e ’l primo ostello” come ricorda egli stesso nella Commedia (Paradiso, XVII, 70) rievocando il suo esilio.

Il volume, nel settimo centenario dalla morte dell’Alighieri, rievoca il rapporto tra Dante e la città, offrendo un quadro della cultura artistica del territorio scaligero nel primo Trecento. Se presunto e ammantato di leggenda è stato l’incontro tra Giotto e Dante a Padova, certamente profonda fu l’amicizia che legò il Poeta a Cangrande della Scala, cui dedicò il Paradiso. Questo rapporto ha alimentato, nei secoli successivi, una costante attenzione dell’ambiente veronese verso la sua figura e le sue opere, che ha dato origine a una ricca produzione artistica di cui si dà conto in queste pagine.
Ma nella cornice di una Verona medievale si svolge anche la celebre storia d’amore di Giulietta e Romeo, nati dalla penna di Luigi da Porto nel Cinquecento e resi celebri da William Shakespeare. Proprio sul filo di questi percorsi - reale quello dantesco e immaginario quello shakespeariano - si costruisce l’identità ottocentesca di Verona e si definisce un tratto saliente della sua fisionomia urbana e culturale ancor oggi ben riconoscibile, come illustrato dai contributi in catalogo. 

domenica 19 settembre 2021

La transizione dall'antichità al Medioevo nel Mediterraneo centro-orientale

La transizione dall'antichità al Medioevo nel Mediterraneo centro-orientale
A cura di Giovanni Salmeri e Paolo Tomei
pp. 116, € 19,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Edizioni ETS, 2021
ISBN: 9788846747150
 
Il tema della transizione dall'antichità al medioevo è un tema classico della ricerca storica e archeologica, e in questo volume viene declinato attraverso indagini mirate relative alla Toscana, alla provincia di El Kef (Tunisia nord-occidentale), alla Cilicia (Turchia sud-orientale). La collaborazione della ricerca più propriamente storica con quella archeologica risulta fondamentale per vagliare le trasformazioni di ordine istituzionale, economico, sociale e culturale nelle aree in esame con l'ausilio di strumenti non omogenei quali le fonti documentarie, le iscrizioni, lo scavo di insediamenti, necropoli, strutture templari, i materiali archeologici. La dislocazione inoltre dei punti di osservazione in tre regioni diverse del Mediterraneo centro-orientale consente l'applicazione di una prospettiva comparativa volta a riscontrare eventuali coincidenze e/o differenze nelle velocità e nelle modalità con cui vi si sono sviluppati i processi di trasformazione nei secoli tra il IV e l'VIII, e fino al X. In breve, i lavori raccolti in questo volume danno testimonianza della complessità spazio-temporale - con elementi condivisi e non tra le varie aree - della transizione dall'antichità al medioevo nell'ambito mediterraneo, e possono offrire un utile contributo alla costruzione di un modello differenziato di tale processo.
Giovanni Salmeri insegna Storia romana all’Università di Pisa. È autore di numerosi volumi e articoli sull’amministrazione provinciale dell’impero romano, sui percorsi della cultura greca nel mondo antico e moderno, sulla storia dell’Asia Minore e della Sicilia nell’antichità, sulla storiografia moderna relativa al mondo antico.
Paolo Tomei ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia medievale presso l’Università di Pisa. Attualmente è assegnista di ricerca presso la stessa università in forza al PRIN 2017 Fiscal Estate in Medieval Italy: Continuity and Change (9th - 12th centuries). I suoi principali temi di ricerca sono il processo di differenziazione sociale e le strutture materiali e simboliche del potere nel Regno Italico fra VIII e XII secolo. È autore di due monografie: Locus est famosus. Come nacque San Miniato al Tedesco (secoli VIII-XII) (Pisa 2018) e Milites elegantes. Le strutture aristocratiche nel territorio di Lucca (800-1100 c.) (Firenze 2019). 

sabato 18 settembre 2021

Donne medievali

Donne medievali
Sole, indomite, avventurose
di Chiara Frugoni
pp. 424, € 40,00
Il Mulino, 2021
ISBN: 978-88-15-29410-4 
 
«Ma d’ongni chosa mi darei pace, pure che fosi chognosciuto la metà di quello ch’io fo» Margherita Datini, lettera del 28 agosto 1398
Nella società medievale, guerriera e violenta, la presenza femminile rimane in ombra: le donne, per lo più analfabete e sottomesse, offese e abusate, a volte addirittura considerate specie a parte rispetto agli uomini, come gli animali, non hanno voce. A meno di non essere obbligate al monastero, dove possono vivere in modo più dignitoso, imparando a leggere e scrivere. Da dove viene tanta misoginia? Una volta affermatosi il celibato dei preti con Gregorio VII, ogni donna è una Eva tentatrice, non compagna dell’uomo ma incarnazione del peccato da cui fuggire. Eppure, da questa folla negletta emergono alcune personalità eccezionali, capaci di rompere le barriere di un destino rigidamente segnato. Illuminate dalla finezza decifratoria di Chiara Frugoni, oltre che da un bellissimo corredo di immagini, incontriamole: sono monache e regine come Radegonda di Poitiers, scrittrici geniali come Christine de Pizan, personaggi leggendari come la papessa Giovanna, figure potenti come Matilde di Canossa, donne comuni ma talentuose come Margherita Datini. Tutte hanno scontato con la solitudine il coraggio e la determinazione con cui hanno ricercato la piena realizzazione di sé. 
Chiara Frugoni ha insegnato Storia medievale nelle Università di Pisa, Roma e Parigi. Tra i suoi numerosi libri segnaliamo, per il Mulino, «Vivere nel Medioevo. Donne, uomini e soprattutto bambini» (2017), «Uomini e animali nel Medioevo. Storie fantastiche e feroci» (2018), «Paradiso vista Inferno. Buon governo e tirannide nel Medioevo di Ambrogio Lorenzetti» (2019), «Paure medievali. Epidemie, prodigi, fine del tempo» (2020). I suoi saggi sono tradotti nelle principali lingue europee, oltre che in giapponese e in coreano.

venerdì 17 settembre 2021

Il monastero e la città

Il monastero e la città
Architettura francescana femminile nell’Italia medievale
di Davide Tramarin
pp. 362, € 45,00
Il Prato edizioni, 2021
ISBN: 9788863365573
 
Il francescanesimo ebbe una cruciale portata storica, sociale e culturale nell’Italia medievale. Gli effetti dell’azione e della presenza dei frati Minori nelle città sono ormai noti alla storiografia e, ancor oggi, ben percepibili dalla monumentale presenza delle loro architetture religiose negli spazi urbani.
In tale quadro, rimangono tuttavia molti aspetti da chiarire circa il ruolo svolto dalla componente femminile, ovvero dall’Ordine delle clarisse. La silente immanenza del monastero e la clausura: sono le principali caratteristiche alla base dell’idea che, a causa dell’ordinamento patriarcale medievale, le religiose vivessero in un mondo a parte. Eppure l’isolamento fisico delle comunità non corrispondeva alla cancellazione della significativa funzione culturale e sociale determinata dalla loro esistenza.
Questo volume offre una lettura del rapporto fra il monastero e la città. Un’osservazione compiuta sia dall’esterno, sia dall’interno, attraverso un percorso di analisi architettonica fra i pochi edifici delle clarisse sopravvissuti ai secoli nell’Italia nordorientale. Un numero contenuto di chiese e strutture claustrali, spesso estremamente rimaneggiate o destinate a nuovo uso, esaminate in maniera approfondita e poi poste a confronto con le architetture dell’Ordine presenti in altre regioni d’Italia. Monumenti rari, talvolta dimenticati, che furono luoghi rilevanti per le città e, al contempo, spazi speciali della spiritualità medievale.
Davide Tramarin ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia, critica e conservazione dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Padova. Le sue pubblicazioni e ricerche, presentate in vari convegni nazionali e internazionali, sono in particolare dedicate al rapporto fra le arti e la donna nel Medioevo.

giovedì 16 settembre 2021

Dante: le muse e le lettrici

Dante: le muse e le lettrici
di Francesca Allegri
€ 12,00
Carmignani Editrice, 2021
ISBN: 9788893831901
 
Le figure femminili nella Divina Commedia sono numerosissime, i caratteri più svariati, le personalità più diverse trovano ampio spazio nelle tre cantiche. [...] Chi ha voce ha in mano la propria sorte e le donne dantesche, nel bene e nel male, sono padrone di se stesse, proprio in quanto dotate di parola: nessuno parla per loro, sono loro stesse che raccontano le loro particolari vicende e ne danno quindi la propria interpretazione; aver diritto di parola significa aver diritto all’individualità, è la parola che fa l’essere umano nella sua singolare specificità. Ognuna di loro, in tutte e tre le cantiche, sono soggettività profondamente originali, nessuna diviene mai un tipo: dal più profondo dell’Inferno alla luce più alta del Paradiso, non personaggi, ma persone. (Dalla prefazione dell’autrice).
Francesca Allegri è stata docente di Lingua e Letteratura Latina ed ex-direttrice della Biblioteca di Casa del Boccaccio. Ha ideato e coordinato il progetto Le Case della Memoria per la Regione Toscana. Collabora con la rivista “De strata francigena” e il Centro Studi Romei. Tra le sue numerose pubblicazioni: Boccaccio e francigena (Certaldo, 2008), Storie misteri e leggende lungo la via francigena (Firenze, 2009), Donne e pellegrine, dall’antichità al medioevo, (Milano, 2012). Ha curato e tradotto la prima versione italiana di Asia Minore e Siria di Cristina Trivulzio di Belgioioso (Carmignani Editrice, 2014). Sempre per Carmignani Editrice ha pubblicato nel 2019 Fuori dall’ombra. Le donne nei retroscena della Grande Storia e l’anno successivo Voci dal silenzio. La memoria di grandi donne all’ombra di uomini del passato; nel 2021 Sante prime donne libere.

mercoledì 15 settembre 2021

Presenza-Assenza

Presenza-Assenza
Meccanismi dell'Istituzionalità nella 'societas christiana' (secoli IX-XIII)
a cura di Guido Cariboni, Nicolangelo D'Acunto, Elisabetta Filippini
pp. 560, € 38,00
Vita e Pensiero, 2021
ISBN: 9788834346242
 
Con quali strumenti le istituzioni medievali cercarono di produrre forme di presenza che prescindessero da quella fisica? È il tema al centro del saggio Presenza-Assenza a cura di Guido Cariboni, Nicolangelo D'Acunto, Elisabetta Filippini. I papi integrarono l’itineranza tipica dell’Impero con l’invenzione di legati che generavano una presenza fittizia ma in tutto equivalente a quella dei sovrani, come accadeva anche attraverso le immagini, l’epistolografia, le performances a metà fra il teatro e la liturgia e i documenti intesi come generatori di presenza. Apparizioni, esperienze mistiche e possessioni diaboliche popolavano l’immaginario dell’uomo medievale, che credeva nella compresenza dei vivi e dei morti e la ritualizzava. Anche monaci ed eremiti, per definizione assenti dal mondo, sentivano il bisogno di giustificare la propria funzione ecclesiale e di essere in qualche modo presenti nella Chiesa e nella società. Gli ordini religiosi introdussero così innovazioni organizzative accompagnate dalla diffusione sistematica di usi liturgici, culti e norme capaci di generare un’istituzionalità presente e pervasiva anche attraverso le pratiche di simbolizzazione. Si compiva così un processo di riduzione progressiva dell’importanza della presenza fisica a vantaggio di meccanismi ‘transpersonali’ capaci di generare presenza fittizia.

Le "Settimane internazionali della Mendola. Nuova Serie" hanno avuto origine nel 2007, ponendosi in continuità con la fondamentale tradizione scientifica delle sedici precedenti Settimane ideate da Cinzio Violante, che costituiscono un luogo necessario della medievistica europea. L’Editrice Vita e Pensiero, pubblicando gli atti di questa Nuova Serie, vuole aprire il campo a ricerche di grande attualità, che si ritengono di particolare interesse per una più approfondita conoscenza dei secoli centrali del Medioevo europeo.
Nicolangelo D’Acunto è professore ordinario di Storia medievale presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia, dove dirige il Dipartimento di Studi medioevali, umanistici e rinascimentali e il Centro studi sulla storia degli insedia­menti monastici europei (CESIME). Tra i suoi volumi: Cumanulo et baculo. Vescovi dell’Italia medievale dal protagonismo politico alla complementarietà istituzionale, Spoleto 2019; La lotta per le investiture. Una rivoluzione medievale (998-1122), Roma 2020.
Elisabetta Filippini è dottore di ricerca abilitata a professore universitario di II fascia in Storia medievale. Autrice di Questua e carità. I canonici di Sant’Antonio di Vienne nella Lombardia medievale, Novara 2013, ha curato il volume Oliverio de Salarolis. Percorsi di studio su un notaio cremonese del Duecento, Selci-Lama (PG) 2020.
Guido Cariboni, è professore associato presso l’Università Cattolica di Milano, sede di Brescia, dove insegna Storia medievale ed Esegesi delle fonti medievali. È stato Mitarbeiter presso la TU Dresden e Von Humboldt Stipendiat. Si occupa di Storia comparata degli ordini religiosi e di dinamiche della comunicazione simbolica nel tardo Medioevo. Tra i suoi lavori: La via migliore, Münster 2005 e ll nostro ordine è la Carità, Milano 2012.

martedì 14 settembre 2021

Voci sull'Inferno di Dante

Voci sull'Inferno di Dante
Una nuova lettura della prima cantica
a cura di Zygmunt G. Baranski, Maria Antonietta Terzoli
pp. 1064, € 135,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829010660
 
Lettura completa dell’Inferno, organizzata dall’Università di Basilea e dall’Università di Notre Dame in occasione del centenario dantesco, svoltasi in cinque incontri tra il marzo 2019 e il marzo 2021. Le lecturae dei singoli canti (34), firmate dai migliori specialisti, sono arricchite da un’ampia discussione. Completano il volume cinque lezioni su un tema attinente all’Inferno, in rapporto anche con altre opere dantesche, e una sintetica biografi a del poeta.
Zygmunt G. Baranski, studioso di Dante, ha insegnato alle Università di Aberdeen, Reading e Cambridge nonché Lingue e letterature romanze all’Università di Notre Dame.
Maria Antonietta Terzoli è professoressa ordinaria di Letteratura italiana all’Università di Basilea.

lunedì 13 settembre 2021

Breviarium Sancti Francisci

Breviarium Sancti Francisci
Un manoscritto tra liturgia e santità
di Pietro Messa
pp. 352, € 30,00
Libreria Editrice Vaticana, 2021
ISBN: 978-88-266-0577-9
 
Non si può non riconoscere che, in un certo qual senso, Francesco d’Assisi ha avuto una fortuna invidiabile rispetto ad altri santi: dichiarato nel 1992 dal Time Magazine uno degli uomini più rappresentativi del secondo millennio, studiato da centri di ricerca universitari laici e non, innumerevoli pubblicazioni scientifiche e divulgative inerenti alla sua storia, diversi film a lui dedicati, riconosciuto come riferimento ideale da persone di diverse culture e religioni. L’Autore studia il breviario di san Francesco, uno strumento prezioso per chi desidera approfondire il messaggio e la tematica del pensiero del Santo di Assisi. Il codice, denominato Breviarium sancti Francisci, consiste fondamentalmente in un breviario, il salterio e l’evangeliario; la prima parte è la più consistente ed è costituita dal breviario della Curia romana riformato da Innocenzo III. L’antichità del testo, che lo rende un testimone privilegiato di tale riforma e quindi della storia dei libri liturgici in generale, è confermata dalla presenza, soprattutto nelle solennità mariane o di santi legati al ministero pontificio, come Pietro, Paolo e Gregorio Magno, di letture tratte dai sermoni dello stesso Innocenzo III; tali letture dopo la sua morte nel 1216 saranno rese facoltative dal successore, papa Onorio III, e immediatamente scompariranno dal breviario. Infatti il Breviario di san Francesco è l’unico breviario vero e proprio che contiene tali letture per esteso. Questo codice fu usato da Francesco e certamente cooperò a formare in lui una seppur rudimentale cultura teologica che gli permise di esprimere la sua spiritualità e il suo pensiero in alcuni scritti, tre dei quali sono ancora in nostro possesso in formato autografo.
Pietro Messa, frate minore, è professore di Storia del francescanesimo presso la Pontificia Università Antonianum di Roma dove dal 2005 al 2017 è stato preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani.

domenica 12 settembre 2021

Allegoria

Allegoria
Una breve storia dall’antichità a Dante
di Francesco Zambon
pp. 180, € 17,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829010981
 
L’allegoria non gode in genere di una buona reputazione fra scrittori, critici e teorici della letteratura, tanto da essere stata definita da Borges addirittura un «errore estetico». Malgrado le importanti rivalutazioni novecentesche (come quelle, decisive, di Curtius e Auerbach per la letteratura medievale e di Benjamin per quella barocca), forse sussiste ancora una certa confusione riguardo alla sua precisa natura, nel suo duplice aspetto di metodo ermeneutico (la cosiddetta “allegoresi”) e di forma espressiva, e mancano anche panoramiche esaurienti dei suoi sviluppi nel corso dei secoli e nelle diverse letterature. Lo scopo del libro è quello di ricostruire, in un’agile sintesi, la storia dell’allegoria nella fase più creativa, dalle sue origini nella letteratura greca e latina fino alla nascita dell’esegesi biblica in ambito ebraico e poi cristiano e alla fioritura, nella tarda antichità e nel Medioevo, di una vera e propria produzione allegorica, che avrà uno splendido coronamento nel Duecento e nel Trecento con capolavori come il Roman de la Rose e la Commedia di Dante, vero culmine di questa tradizione.
Francesco Zambon è professore emerito dell’Università di Trento. Ha dedicato i suoi studi alla letteratura allegorica e religiosa del Medioevo latino e romanzo, alla narrativa francese medievale, ai trovatori, alla mistica amorosa dei secoli XII e XIII, alla dottrina e ai testi catari, alla letteratura italiana delle origini e alla poesia contemporanea italiana ed europea. Fra le sue pubblicazioni più recenti: Bestiari tardoantichi e medievali. I testi fondamentali della zoologia sacra cristiana (Bompiani, 2018), La mistica cristiana (Mondadori, 2020-21).

sabato 11 settembre 2021

L'avventura di un povero cavaliere del Cristo

L'avventura di un povero cavaliere del Cristo
Frate Francesco, Dante, madonna Povertà
di Franco Cardini
pp.424, € 24,00
Laterza, 2021
ISBN: 9788858145111
 
Figlio, santo, poeta, cavaliere, riformatore. San Francesco è stato tutto questo e anche molto di più: senza dubbio la più grande figura religiosa e spirituale della storia italiana. Come in un caleidoscopio, la sua vita ci permette di comprendere meglio gli uomini e le donne del medioevo.
Un giovane di Assisi era figlio di un ricco mercante e banchiere (nonché, forse, usuraio). Il padre, che lo conduceva con sé nei suoi viaggi d’affari in Francia, volle rinominarlo ‘Francesco’ in omaggio alla dolce terra della poesia cortese, che il ragazzo amava. Francesco non era né nobile né particolarmente bello e il suo fisico era fragile, cagionevole. Ma era ricco, brillante, affascinante, spiritoso, sapeva cantare, suonare e danzare: era il ‘principe della gioventù’ della sua città. Sognava la gloria, le imprese cavalleresche in paesi lontani, l’amore. Poi venne la lotta civile nella sua città, alla quale prese parte, e infine la guerra contro Perugia: combatté, forse uccise, restò alcuni mesi prigioniero. Quando tornò a casa, gli amici avrebbero voluto vederlo riprendere la vita spensierata di prima. Ma non era più lui. Il contatto con la guerra e con il dolore lo aveva cambiato. Una volta incontrò un lebbroso: la lebbra gli aveva sempre fatto paura e orrore. Ma quel giorno scese da cavallo e abbracciò quel miserabile. Da allora, sarebbe diventato cavaliere del Cristo.
Franco Cardini è professore emerito nell’Istituto di Scienze Umane e Sociali (ora denominato Istituto di Scienze Umane e Sociali/SNS), Directeur de Recherches nell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, Fellow della Harvard University e membro del consiglio scientifico della Scuola Superiore di Scienze Storiche dell’Università degli Studi di San Marino. Tra le sue pubblicazioni per Laterza: Nel nome di Dio facemmo vela. Viaggio in Oriente di un pellegrino medievale (con G. Bartolini); Noi e l’Islam. Un incontro possibile?; Europa e Islam. Storia di un malinteso; Nostalgia del paradiso. Il giardino medievale (con M. Miglio); Il Turco a Vienna. Storia del grande assedio del 1683; L’ipocrisia dell’Occidente. Il Califfo, il terrore e la storia; “L’Islam è una minaccia”. Falso!; La Congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici (con B. Frale).

venerdì 10 settembre 2021

Storici per vocazione

Storici per vocazione
Tra autobiografia e modelli letterari
a cura di Marino Zabbia
pp. 126, € 18,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2021
ISBN: 9788833137995
 
Molte cronache medievali contengono passi dedicati a giustificare la scelta di scrivere di storia. Sono in genere note in cui si insiste sulla necessità di consegnare alla scrittura il ricordo dei fatti, ma in qualche caso compaiono motivazioni più specifiche che rimandano alla committenza oppure richiamano episodi della vita dell’autore in cui è maturata la vocazione a storico.
I saggi di questo volume analizzano opere composte in tempi e luoghi diversi per provare a cogliere le modalità attraverso cui gli storici del medioevo hanno spiegato le ragioni che li hanno indotti a dedicare tempo, fatica e impegno alla stesura di testi dalle caratteristiche particolari che non rientrano nei canoni della letteratura o della trattatistica e la cui stesura non prevede una specifica formazione.
Marino Zabbia insegna Storia medievale all’Università degli Studi di Torino. Si occupa di storia della cronachistica medievale, di storia della cultura notarile e di storia della medievistica di Otto e Novecento. Tra le sue pubblicazioni: Albertino Mussato da filologo a storico, in «Reti Medievali Rivista», 19/1 (2018), pp. 571-598, Ricerca medievistica e urgenza politica al confine nord-orientale d’Italia (1881-1915), in «Reti Medievali Rivista», 16/1 (2015), pp. 221-241; L’investitura notarile e la validità degli “instrumenta” alle soglie del Duecento. Il caso del notaio Domenico da Pirano, in «Scrineum Rivista», 10 (2013), pp. 191-121, e Scrivere storia nel medioevo. Regolamentazione delle forme e delle pratiche nei secoli XII-XV (a cura di, con F. Delle Donne, P. Garbini, Roma 2021). 

giovedì 9 settembre 2021

Dante tra Amiata e Maremma Pretesti e contesti

Dante tra Amiata e Maremma
Pretesti e contesti
di Sergio Landi
pp. 192, € 14,00
Effigi, 2021
ISBN: 978-88-5524-307-0
 
Quelli di Dante furono tempi di grandi e confusi cambiamenti. La visione pessimistica del Poeta sulla natura umana, influenzata dalle sue tristi vicende personali, lo portarono a guardare indietro, all’antico impero romano, piuttosto che avanti.

Abbiamo evitato panegirici e ampollose apologie.
Seguendo il Convivio, il Monarchia e la Commedia l’autore ragiona sugli accadimenti in Maremma e dintorni ai tempi di Dante, e sul loro significato, non solo per quanto ne citò in modo diretto, ma per i riflessi che quei tempi ebbero sui nostri luoghi. Così ci appare una periferia della Toscana assai inquieta, coinvolta nello scontro tra Guelfi e Ghibellini, papato ed impero mentre antichi casati nobiliari perdevano smalto e potere, corrosi da rivalità interne e sovrastati dalle maggiori forze in campo. Ciò che si scorge dietro l’angolo non è una nuova società economica e politica, ma una lunga e amara stagnazione.
Quanto al Poeta emerge una figura alta e la tempo stesso prigioniera delle contraddizioni dell’uomo del tempo: un Medioevo dove molte ombre oscuravano poche luci.

mercoledì 8 settembre 2021

I fratelli della purità

I fratelli della purità
Introduzione e commento ai 52 trattati degli Ikhwā n as-safā’
di Alessandro Bausani
pp. 286, € 20,00
Jouvence, 2021
ISBN: 9788878018044
 
“Nella cultura medievale, non è solo il singolo elemento analizzato a essere importante, bensì anche l’insieme strutturato, la costruzione. Ora, questa Enciclopedia degli Ikhwa- n è una piccola summa della cultura medievale musulmana. Ed è proprio per una lettura di questo genere, cioè come summa di una cultura, che la offro al lettore.”
Parlavano di filosofia, come di astrologia, ermetismo, alchimia e di ogni branca del sapere giunto dalla tradizione antica, per meglio comprendere gli insegnamenti spirituali del Corano. Non erano tuttavia semplici studiosi, curiosi di approfondire il loro sapere attraverso la lettura dei libri. Come i misteriosi Sabei di Harran – così vicini e simili a loro – avevano una liturgia e la parola e i gesti diventavano preghiera e meditazione. La struttura della loro organizzazione e l’identità dei membri non vennero mai chiarite, eppure il loro pensiero e le loro dottrine sono stati citati, nei secoli, da tutti i grandi filosofi e i maestri spirituali dell’Islam (da al-Farabi ad Avicenna e Ibn ’Arabi). Alessandro Bausani espone le loro dottrine e presenta in forma sintetica i 52 trattati (o “epistole”) che compongono il lascito di questa misteriosa comunità. Come recita un loro testo: “In questa Fratellanza, il proprio essere è dimenticato; tutti agiscono con l’aiuto di ciascuno, tutti si affidano a ognuno per aiutarlo e consigliarlo e, se un Fratello vede che sarà buono per un altro nel sacrificare la propria vita per lui, la darà volentieri”. 
Alessandro Bausani (1921-1988) è stato un islamologo e storico delle religioni, uno dei massimi studiosi italiani dell’Islam, nonché traduttore e commentatore di una delle più importanti versioni in lingua italiana del Corano. Tra le sue principali opere: L’Islam, Persia religiosa, La religione nell’URSS.

martedì 7 settembre 2021

Venezia inventata

Venezia inventata
Verità e leggenda della Sereniss
di Gherardo Ortalli
pp. 248, € 22,00
Il Mulino, 2021
ISBN: 978-88-15-29334-3
 
In una laguna disabitata e selvaggia, il 25 marzo 421 veniva fondata Venezia. Così si tramanda, ma è vero? No. A partire dalla favola di quella nascita, sino alla fine della Serenissima Repubblica, la grande cultura veneziana è sempre stata abilissima nel costruire la propria immagine di città e di stato in funzione delle mutevoli esigenze. Ortalli prende in esame gli snodi essenziali della storia di Venezia e separando realtà e mito accompagna il lettore in un viaggio che segue la graduale crescita della città lagunare alla dimensione di potenza internazionale, poi il progressivo ridimensionamento sino alla fine della Repubblica a fronte delle milizie napoleoniche nel 1797 e a oggi. Entrano in scena i Troiani e Federico II, san Marco e i Turchi, Carlo Magno e Napoleone, Paolo Sarpi e Goldoni, Petrarca e Tiziano: papi, imperatori e personaggi qualunque, attori tra favola e verità di una vicenda straordinaria. Uno stringente esercizio di analisi critica che riconosce nondimeno la forza del mito nel determinare nel corso dei secoli, all’interno come all’esterno di Venezia, l’immagine della città.
Gherardo Ortalli è professore emerito di Storia medievale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Con il Mulino ha pubblicato «Scuole e maestri tra Medioevo e Rinascimento. Il caso veneziano» (1996) e «Barattieri. Il gioco d’azzardo fra economia ed etica» (2012). È presidente dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti.

lunedì 6 settembre 2021

La società dell'Inquisizione

La società dell'Inquisizione
Uomini, tribunali e pratiche del Sant'Uffizio romano
di Dennj Solera
pp. 244, € 23,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829010790
 
Come funzionò davvero l’Inquisizione romana, al di là della leggenda nera che ne ha connotato l’immagine sin dall’epoca moderna? Chi furono gli uomini che la governarono e favorirono? Quali gli assetti istituzionali e le pratiche sociali che ne sostennero l’azione repressiva? Il volume ricostruisce l’attività ordinaria del Sant’Uffizio con particolare attenzione alla penisola italiana, dove operò a lungo un’autentica “società inquisitoriale”, composta non soltanto da giudici di fede, ma anche da consultori, avvocati, carcerieri e da centinaia di altri collaboratori, uomini che, in cambio di ampi privilegi, permisero al tribunale di controllare l’ortodossia, la moralità e il pensiero dei fedeli fino alle soglie della contemporaneità.
Dennj Solera è assegnista di ricerca in Storia moderna all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Si occupa di storia sociale e religiosa e ha pubblicato diverse ricerche sull’Inquisizione romana, le confraternite, le università e la vita studentesca durante l’antico regime.

domenica 5 settembre 2021

Gli ultimi crociati

Gli ultimi crociati
Templari e francescani in Terrasanta
di Antonio Musarra
pp. 196, € 16,00
Salerno Editrice, 2021
ISBN: 978-88-6973-593-6
 
Templari e francescani nacquero dal tentativo di fornire un orizzonte nuovo alla religiosità laicale. Entrambi, benché in tempi diversi, mantennero uno stretto legame con la Terrasanta, custodendone i luoghi in favore dei pellegrini, armati e non. Dal loro confronto emergono notevoli somiglianze ma anche differenze sostanziali, pur nella continuità e nella tensione tra crociata e missione, che entrambi incarnavano. L’ideale “passaggio di testimone” dall’uno all’altro ordine avrebbe portato, nei primi decenni del Trecento, alla fondazione della Custodia Terrae Sanctae – ancora oggi attiva –, istituzione che avrebbe raccolto il legame profondo instaurato coi Luoghi Santi dal Tempio sino alla sua soppressione, nel 1312. Per entrambi gli ordini, la Terrasanta rivestiva un ruolo particolare; un ruolo troppo spesso banalizzato nel tradizionale accostamento degli uni alla guerra e alla difesa del territorio, degli altri alla pace (se non a un anacronistico “pacifismo”). Questo libro mostra come la realtà fosse piú complessa, raccontando la storia del rapporto fra templari e minori, tra laicato cristiano, crociata e Terrasanta.

Antonio Musarra è ricercatore in Storia medievale presso Sapienza Università di Roma. Fellow di Harvard, si occupa di storia delle crociate e dell’Oriente latino, di storia francescana e di storia marittima e navale del Mediterraneo medievale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Il crepuscolo della crociata. L’Occidente e la perdita della Terrasanta, 2018; 1284. La battaglia della Meloria, 2018; Il grande racconto delle crociate (con Franco Cardini), 2019.

sabato 4 settembre 2021

Nel Regno delle lettere

Nel Regno delle lettere
Umanesimo e politica nel Mezzogiorno aragonese
di Fulvio Delle Donne, Guido Cappelli
pp. 240, € 22,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2021
ISBN: 9788829010998
 
L’Umanesimo “monarchico” della corte aragonese di Napoli (1442-1501) incise a fondo sulle tradizioni intellettuali dell’intera Europa, in un periodo di grandi rivolgimenti istituzionali e culturali. I caratteri di quel Regno delle lettere furono eccezionalmente innovativi e a volte in contrasto con quelli dell’Umanesimo “civile” che si sviluppò in altri centri italiani e che – solo in virtù di pesanti anacronismi – è stato l’unico ritenuto rilevante per le sue matrici “repubblicane” e antitiranniche. Il libro indaga per la prima volta in maniera organica e compiuta i dispositivi ideologici che legittimarono l’elaborazione di un sistema politico incentrato sulla funzione del sovrano: figura virtuosa e non dispotica che sola può e deve guidare sudditi e istituzioni. Riacquista così straordinario valore una produzione letteraria che a lungo è stata erroneamente etichettata come “cortigiana”. Destinata invece ad avere grande diffusione, ebbe un forte e meditato impatto. Fu formidabile strumento non solo di costruzione del consenso, ma anche di organizzazione di un Regno che andava già prefigurando i tratti dello Stato moderno.
Fulvio Delle Donne insegna Letteratura latina medievale e umanistica all’Università degli Studi della Basilicata. È presidente e fondatore del Centro europeo di studi su Umanesimo e Rinascimento aragonese – cesura. Nella sua ampia produzione scientifica coniuga i metodi e gli interessi filologico-letterari con quelli storici, coprendo un arco cronologico che va dal VI al XVI secolo.
Guido Cappelli insegna Letteratura italiana all’Università di Napoli L’Orientale ed è vicepresidente e fondatore del Centro europeo di studi su Umanesimo e Rinascimento aragonese – cesura. Ha pubblicato numerosi saggi sul pensiero etico e politico umanistico, su Dante, Petrarca, Machiavelli, nonché sull’influenza dell’Umanesimo italiano nella Penisola iberica