mercoledì 29 marzo 2017

Storia di Bonfilio un monaco-vescovo alla prima crociata

Storia di Bonfilio un monaco-vescovo alla prima crociata
a cura di Massimiliano Bassetti e Nicolangelo D'Acunto
pp. XX-282, € 45,00
CISAM, 2017
ISBN: 978-88-6809-139-2

Indice:
FILIPPO SALTAMARTINI, Saluto - NAZZARENO MARCONI - CLAUDIO GIULIODORI, Introduzione - FRANCO CARDINI, San Bonfilio, cruce signatus - NICOLANGELO D’ACUNTO, San Bonfilio tra monachesimo, chiese locali e aspirazioni universalistiche - FRANCESCO PIRANI, Osimo nei secoli XI-XII: spazi e dinamiche del potere - FRANCESCA BARTOLACCI, Nascita ed evoluzione di un castrum Cingoli tra XII e XIII secolo - MASSIMILIANO BASSETTI, Bonfilio vescovo di Foligno - UGO PAOLI, La Vita Bonfilii. Sanctus laborat pro Sancto - GIUSEPPE CUCCO, Il culto di San Bonfilio attraverso la vita, gli spunti della devozione e l’iconografia artistica - GIUSEPPE AVARUCCI, I Monasteri di San Bonfilio e di San Benedetto e i santi patroni di Cingoli - APPENDICE AGIOGRAFICA.

martedì 28 marzo 2017

Francesca

Francesca
di Manuela Raffa
pp. 360, € 18,50
Piemme, 2017
ISBN: 978-88-566-5806-4

Francesca da Polenta (Ravenna, 1259/1260 – Gradara, 1285 è una donna fuori dal comune. Lettrice appassionata, dotata di forte intuito anche per argomenti solitamente maschili, fin da giovanissima viene citata dai menestrelli di corte come una delle fanciulle più belle della penisola. Per suo padre Guido, è l'unica donna che valga quanto un uomo, l'unica in grado di tener testa ai suoi discorsi, l'unica il cui destino gli stia a cuore. Ma un uomo di potere sa che il bene del casato vale più dei propri sentimenti. Per questo, quando Giovanni Malatesta gli chiede la sua mano, Guido non riesce a negargliela.
È così che, a sedici anni, Francesca da Polenta cede il posto a Francesca da Rimini. Mai avrebbe pensato a un matrimonio senza amore, con un uomo brutto e privo di cultura, ma, contrariamente alle aspettative del padre, accetta la decisione senza ribellarsi. Una vita lontana dal mondo cavalleresco che ama, questo è ciò che si aspetta da quell'unione. Fino al giorno in cui conosce Paolo, il fratello di suo marito. Paolo non solo è affascinante, ma è curioso, colto, pieno di premure e di considerazione per le sue idee. È l'uomo che avrebbe voluto accanto. È l'uomo che amerà, per tutta la vita. E a causa del quale perderà quella stessa vita.
La storia di Paolo e Francesca, relegati nell'Inferno dantesco tra i lussuriosi, ha riempito la bocca degli innamorati nel corso dei secoli. Ma delle due persone nascoste dietro alla fama immortale, si è sempre saputo poco. Manuela Raffa ricostruisce la vita di una donna, le sue passioni, le sue ambizioni, le sue inclinazioni, fino all'ultimo tragico evento; e la trasforma da simbolo dell'amore eterno e peccaminoso a donna in carne e ossa.
Manuela Raffa è nata a Milano nel 1979, dove vive. Si è laureata in scienze dell'educazione e al momento lavora presso la redazione di una società che si occupa dei test di ammissione alle università. Dalla sua passione per il fantasy è scaturita la saga Il Mondo senza Nome (Runde Taarn edizioni). "Francesca" segna il suo esordio nella narrativa storica.

lunedì 27 marzo 2017

Province e maestri provinciali templari nel mezzogiorno italiano (1169-1312)

Province e maestri provinciali templari nel mezzogiorno italiano (1169-1312)
di Vito Ricci
pp. 144,00, € 14,00
Edizioni Edit@ 2017
ISBN: 978-88-99-545-39-0
Il Mezzogiorno italiano vide una significativa presenza dell’Ordine templare dai primi decenni successivi alla sua fondazione e sino allo scioglimento. In quest’area geografica furono presenti due Province, unità amministrativo-territoriali nelle quali era articolata l’organizzazione dell’Ordine. Lo stanziamento templare nel Mezzogiorno era dettato da due motivazioni principali: la possibilità di usufruire di porti per l’imbarco verso la Terrasanta e la disponibilità di terre per produrre frumento e altri prodotti necessari per i rifornimenti in Outremer. La Puglia e la Sicilia rappresentavano il granaio per la Terrasanta e senza le derrate alimentati qui prodotte le Crociate sarebbero state molto difficili, se non proprio impossibili.
Nel presente lavoro si prendono in esame le due Province templari (quella di Apulia, che abbracciava l’interno Mezzogiorno continentale e risultava essere quella di più antica fondazione, e la Sicilia) e la loro evoluzione nel corso dei secoli XII-XIV. L’analisi principale verte sui cavalieri che ricoprirono la carica di Maestri Provinciali, ufficiali a capo delle Province, che si avvicendarono tra il 1169 (anno di prima attestazione nei documenti di un Maestro) e il 1312 (anno della soppressione dell’Ordine) con l’esame di tutte le attività da essi compiute che sono pervenute nelle fonti, non solo documentali, ma anche materiali come ad esempio le lastre tombali.
Questo contributo vuole dare una sistemazione completa (per quanto possibile) ed organica all’organizzazione amministrativa templare nell’Italia meridionale, tentando di ricostruire la sequenza dei cavalieri che furono alla guida delle Province di Sicilia e Apulia che allo stato attuale delle ricerche mancava. Si è cercato di ripercorrere, utilizzando anche fonti straniere, le carriere di tali frati all’interno dell’Ordine, riscontrando come, almeno dalla metà del XIII secolo, ovvero da quando le fonti sono più numerose, il loro cursus fosse caratterizzato da elementi comuni e ricorrenti: l’aver prestato servizio in Terrasanta o l’essere persone di fiducia del Maestro Generale. Una fonte particolarmente utile ai fini delle ricerche è costituita dalle testimonianze rese dai frati durante i diversi processi inquisitori.
Vito Ricci Nelle su ricerche si interessa della presenza degli Ordini religioso-miltari nel Mezzogiorno italiano, con particolare riguardo alle strategie insediative e all'economia, e della storia economica e sociale in Terra di Bari tra Medioevo e prima Età Moderna.
Ha pubblicato la monografia I Templari nella Puglia Medievale (Edizioni Dal Sud, 2009); dal 2010 ad oggi ha all'attivo diversi contributi nelle riviste Studi Bitontini, Medioevo Adriatico. Ricerche per lo studio dell'Adriatico nell'età medievale, Porphyra - International academic journal in Byzantine Studies, Nicolaus. Studi storici, Archivio Storico Pugliese, in atti di convegni e pubblicazioni miscellanee.
È socio ordinario della Libera Associazione Richerche Templari (LARTI), del Centro Ricerche di Storia e Arte Bitonto e socio fondatore dell'Associazione Centro Studi Normanno Svevi. Ha teuto interventi sugli Ordini religioso-militari e su argomenti di Storia medievale in incontri, conferenze, seminari e convegni in Puglia e in altre Regioni italiane.

sabato 25 marzo 2017

Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia

Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia
di Vincenzo Noto
pp. 128, € 15,00
Edizioni d'arte Kalós, 2017
ISBN: 9788898777440

Il Palazzo Reale di Palermo è simile a una porta nel tempo; in questo luogo nacque il primo nucleo abitato della città, nel quale si avvicendarono greci, cartaginesi, romani, vandali, ostrogoti, bizantini, arabi e normanni. Nel volume si analizzano le tecniche costruttive normanne, bizantine e islamiche, sincretizzate nelle nuove costruzioni siciliane, coinvolgendo il lettore nella ricerca delle antiche strutture ancora presenti, occultate o scomparse. Rivivono così i meravigliosi giardini della felicissima piana che circondava la città, con le acque sapientemente captate e incanalate per irrigare gli orti e alimentare perennemente le peschiere e i laghi artificiali dei palazzi della Zisa, della Cuba, di Favara Maredolce, di Altofonte, dello Scibene, ecc. Il lettore viene accompagnato in un viaggio nel mondo medievale: da Caen, al Monte Athos, da Rochester al Cairo, da Gerusalemme ad Antiochia, da Mahdia alla Qal'a. Un itinerario che si conclude a Palermo, alla corte dei Re di Sicilia, frequentata da astronomi, poeti, architetti, scienziati e letterati, venuti dall'Oriente e dall'Occidente.

venerdì 24 marzo 2017

Gli Almohadi. (1120-1269) Un movimento rivoluzionario islamico medievale

Gli Almohadi 1120-1269. Un movimento rivoluzionario islamico medievale
di Piero Zattoni
pp. 294, € 27,00
Il Mulino, 2017
ISBN: 978-8815268013
 
L'impero Almohade, il cui territorio si estendeva a tutto il Maghreb, da Tripoli all'Atlantico, e all'ampia parte ancora musulmana della Spagna, fu nel periodo del suo apogeo il regno più vasto nell'area del Mediterraneo occidentale. I suoi rapporti con l'Europa latina furono intensi e complessi: essenzialmente conflittuali quelli con i regni cristiani della penisola iberica, dove per alcuni decenni gli almohadi furono in grado di arrestare - e anzi, in certa misura di far retrocedere - il processo di Reconquista; prevalentemente pacifici, invece, quelli col regno di Sicilia e con le repubbliche marinare italiane. Proprio sotto gli Almohadi il commercio nel Maghreb delle repubbliche marinare conobbe un rapido sviluppo e i mercanti italiani divennero di casa nei principali porti della regione. Fu anche un periodo di intensi scambi culturali, durante il quale, grazie a traduzioni dall'arabo realizzate soprattutto in Spagna, l'Europa assorbì avidamente gran parte della cultura filosofica e scientifica musulmana. Caratterizzata da un'ascesa trionfante, seguita da un brillante apogeo e da un rapido declino, nonostante la sua relativa brevità la parabola dell'impero Almohade riveste quindi un grande interesse storico, oltre a rappresentare un esempio quasi paradigmatico, ben documentato da fonti interne, di un fenomeno che si può considerare tipico del mondo islamico: la trasformazione di un movimento in origine esclusivamente religioso in un organismo politico-militare aggressivo e conquistatore.

giovedì 23 marzo 2017

Canto Barbarico

Canto Barbarico
di Marco Corrias
pp. 415, € 22,00
Pietro Macchione Editore, 2017
ISBN:  978-88-6570-394-6
Alpi rocciose di Langobardia. Italia dei secoli bui. Titani a guardia di valichi impervi. Clangore metallico al di là del fiume. Una sagoma si apre un varco tra liane e agrifogli. Indossa una ringha di ferro brunito: maglia metallica ad anelli scuri. Un guerriero. Antico ceppo germanico. Nuova stirpe di conquistatori, temprata da inverni infiniti. Volto virile. Lineamenti pallidi, incisi nel ghiaccio, delineano fattezze barbariche; la barba, bionda e ferina, rende il suo sguardo ancora più duro...
Afoso tramonto di fine maggio. Un giovane d’aspetto atletico e raffinato osserva i riflessi del sole calante infuocare i tetti di bronzo dell’Urbe d’Oriente. Il cielo e cremisi sopra Byzantion, città edificata nei marmi preziosi. “Osserva la nuova Roma!” sussurrano i pellegrini, scorgendo le cupole d’oro splendente attraverso il riverbero della steppa...
Ministri dell’aula regia sono condotti giù alle segrete. «Scoppierà un’insurrezione!» «Lascia che scoppi» sorride Heraklios beffardo, «avrà inizio una nuova era...»
Canto Barbarico è un romanzo fedelmente storico intinto nel fantasy, ambientato nel 590 d.C: data dei secoli bui ignota ma cruciale per il nostro passato locale e nazionale, longobardo, bizantino e...non solo ! 
Marco Corrias è nato a Milano nel 1980. Laureato a Pavia in Scienze dei Beni Culturali con indirizzo storico-artistico, ha conseguito una specializzazione in Storia dell’Arte medievale, con una tesi sull’architettura romanica nell’area del Verbano e dell’alto Ticino tra XI e XII secolo. Si è specializzato anche in Beni Storico-Artistici, con una tesi relativa allo sviluppo dell’oreficeria barbarica nel bacino Carpatico-Danubiano tra Tardo Antico e alto Medioevo. Abilitato come guida turistica per le province di Milano e Pavia, gestisce il blog culturale “Wunderkammer - Lo spazio delle Arti”, l’omonima community su facebook e il gruppo “Medioevo Monumentale”. Collabora con la rivista MilanoFree.it. Con Pietro Macchione nel 2016 ha pubblicato “Il grande atlante castellano del Verbano e del Canton Ticino. Storia, curiosità e misteri dalla Preistoria al Rinascimento”.

mercoledì 22 marzo 2017

Santi e culti dell'Anno Mille

Santi e culti dell'Anno Mille
Storia e leggende tra cultura dotta e religiosità popolare
di Paolo Golinelli
pp. 252, € 17,00
Mursia, 2017
ISBN: 978-8842558156

Di fronte alla crisi della Chiesa feudale, con il papato in balia delle nobili famiglie romane e un clero sempre più secolarizzato, intorno al Mille si ebbe una forte reazione spirituale, con figure ascetiche che si affermarono come santi, introducendo diversi e radicali modi di vivere il rapporto col sacro.
Attraverso una nuova lettura di questi personaggi e dei loro rapporti, Paolo Golinelli ricostruisce, con un linguaggio vivace e accattivante, un mondo aperto al soprannaturale e al meraviglioso, dove ogni piccolo avvenimento induceva a pensare al miracolo, soprattutto per chi aveva bisogno di protezione.
Il discorso si allarga quindi alla religione popolare, in narrazioni che, seppur spiegate razionalmente, possono ancora affascinare i lettori di oggi.
Paolo Golinelli, docente di Storia Medievale nell’Università degli Studi di Verona, si occupa principalmente del rapporto tra religione e società nel Medioevo, percorso attraverso le fonti agiografiche e alcuni tra i personaggi più emblematici del tempo. Tra i suoi ultimi libri, L’ancella di san Pietro. Matilde di Canossa e la Chiesa (2015), e pubblicati con Mursia: Celestino V. Il papa contadino (2007), Matilde e i Canossa (2007), Il Medioevo degli increduli (2009), Medioevo Romantico (2011), Terremoti in Val Padana (2012), Un millennio fa (2015), Breve storia di Matilde di Canossa (2015).

martedì 21 marzo 2017

Commercio, finanza e guerra nella Sardegna tardomedievale

Commercio, finanza e guerra nella Sardegna tardomedievale
a cura Olivetta Schena e Sergio Tognetti
pp. 258, € 26,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2017
ISBN: 9788867288243

In questo volume la genesi e l’evoluzione bassomedievale dei “caratteri originali” dell’identità sarda sono state declinate avendo un occhio di riguardo per i temi della mercatura, della guerra, della finanza pubblica e privata, strettamente interconnessi nella Sardegna dei secoli XIII-XV e capaci di influenzare in maniera marcata la storia dell’isola nel suo passaggio da un’epoca caratterizzata dall’egemonia di potenti élite mercantili pisane e genovesi a quella del problematico dominio catalano-aragonese.
Per raggiungere l’obiettivo si è cercato di tenere insieme la dimensione storiografica con la necessità di avere nuovi contributi analitici forniti da ricerche di prima mano, impegnate a valorizzare il patrimonio documentario conservato negli archivi di tre Stati dell’Europa mediterranea: Italia, Spagna e Francia.
Olivetta Schena insegna Storia medievale presso l’Università di Cagliari. Per i nostri tipi ha curato Ricordando Alberto Boscolo. Bilanci e prospettive storiografiche (con Maria Giuseppina Meloni e Anna Maria Oliva, 2016).
Sergio Tognetti insegna Storia medievale presso l’Università di Cagliari. Per i nostri tipi ha curato, con Lorenzo Tanzini, i volumi «Mercatura è arte». Uomini d’affari toscani in Europa e nel Mediterraneo tardomedievale (2012), Il governo dell’economia. Italia e Penisola Iberica nel basso Medioevo (2014) e La mobilità sociale nel Medioevo italiano. 1. Competenze, conoscenze e saperi tra professioni e ruoli sociali (secoli XII-XV) (2016). 

lunedì 20 marzo 2017

Voci dai secoli oscuri

Voci dai secoli oscuri
Un percorso nelle fonti dell'alto medioevo
di Stefano Gasparri
pp. 180, € 17,00
Carocci, 2017
ISBN: 9788843086252

Scopo del libro è far accostare i lettori  a un mondo molto lontano dal nostro,  un mondo che va dal periodo successivo  al tramonto di Roma alla fine dell’età  carolingia. Per riuscirci, esso propone  un itinerario attraverso una lunga  serie di fonti, tradotte e interpretate,  che percorrono tutto l’alto medioevo  italiano, dal VI al IX secolo, e che mettono  in primo piano figure diverse: gente  comune e personaggi famosi, barbari  e chierici, mercanti e vescovi, schiavi  sconosciuti e sovrani come Carlo Magno.  Anche se di solito sono bollati in modo  semplicistico come “secoli oscuri”,  quelli dell’alto medioevo sono secoli  importanti, nei quali nacque un nuovo  mondo, diverso dall’antico ma al tempo  stesso profondamente radicato in esso,  caratterizzato da una società più semplice,  dominata da una cultura della guerra  e dalla religione cristiana.
Stefano Gasparri è ordinario di Storia medievale  all’Università Ca’ Foscari di Venezia.  Studioso dell’alto medioevo italiano,  in particolare dell’età longobarda  e carolingia, si è occupato anche  della più antica storia di Venezia.  Ha studiato inoltre la cavalleria nelle città  italiane centro-settentrionali nei secoli  centrali e tardi del medioevo.

domenica 19 marzo 2017

Tarda Antichità e Alto Medioevo in Italia

Tarda Antichità e Alto Medioevo in Italia
di Girolamo Arnaldi e Federico Marazzi
pp. 232, € 25,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2017
ISBN: 9788867288052

Le tradizionali suddivisioni della storia in “periodi” impediscono spesso di leggere nella loro interezza alcuni cruciali momenti di trasformazione della vicenda umana. È questo senz’altro il caso della lunga transizione attraverso cui il mondo “antico” si trasformò in quello “medievale”, che affonda le proprie radici nella piena età imperiale e che si riverbera a lungo nei secoli a venire. Un percorso complesso, caratterizzato in alcuni momenti da mutamenti assai radicali e repentini e in altri da trasformazioni meno ruvide ma non per questo meno profonde.
Sulle principali caratteristiche e articolazioni di questo tornante della storia, visto soprattutto dalla prospettiva italiana, si sofferma il volume di Arnaldi e Marazzi, offrendo uno strumento di agevole consultazione, ma anche di adeguato spessore analitico. Una sintesi che si muove a cavallo fra storia istituzionale, politica ed economica, e che propone un quadro arricchito anche da riflessioni e dati tratti dall’enorme archivio rappresentato dalle scoperte archeologiche avvenute negli ultimi decenni.
Girolamo Arnaldi (1929-2016). Già ordinario di Storia medievale presso le Università di Bologna e di Roma “La Sapienza”, è stato uno dei maggiori medievisti italiani del XX secolo, le cui ricerche hanno spaziato fra temi molto diversi, quali lo studio di Roma e del papato fra Tarda Antichità e Alto Medioevo, la storia delle università nel Medioevo, le cronache cittadine del pieno Medioevo e la figura di Federico II e il suo tempo.
Federico Marazzi Professore di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, è stato allievo di Arnaldi alla “Sapienza”. Autore di numerose ricerche su Roma e il papato fra Tarda Antichità e Alto Medioevo, si occupa di archeologia degli insediamenti monastici e di storia economica-insediativa del Meridione italiano

martedì 14 marzo 2017

I mercanti catalani e la Corona d'Aragona in Sardegna

I mercanti catalani e la Corona d'Aragona in Sardegna
Profitti e poteri negli anni della conquista
di Maria Elisa Soldani
pp. 164, € 19,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Viella, 2017
ISBN: 9788867288069 

La faticosa conquista catalanoaragonese della Sardegna, con i risvolti finanziari ed economico-sociali connessi all’impresa dell’infante Alfonso d’Aragona, costituisce un tema ormai classico della storiografia sarda. Quali esiti ebbe l’impresa per le istituzioni e l’economia isolana e quali per la Corona stessa e per i mercanti che l’avevano sostenuta?
La Sardegna trecentesca rappresenta un osservatorio ideale per analizzare, attraverso documentazione inedita, due fenomeni tornati all’attenzione degli studiosi: la mobilità sociale e l’impatto della guerra sull’economia.
Mercanti e patroni catalanoaragonesi, insieme ad alcune importanti compagnie fiorentine, sostennero con euforia le prime fasi della conquista allettati dai profitti che potevano venire dall’esportazione di cereali, sale e argento e dal prestigio sociale derivante dall’attribuzione di cariche nell’amministrazione e di rendite feudali, salvo esserne presto delusi. Questo studio traccia la parabola dell’economia sarda trecentesca alla luce della presenza mercantile sull’isola, delineandone il progressivo indebolimento, che coincise con l’abbandono della Sardegna da parte delle maggiori società d’affari dell’epoca.
Maria Elisa Soldani è stata ricercatrice a contratto presso il Consejo Superior de Investigaciones Científicas di Barcellona e assegnista dell’Università di Cagliari. Studiosa della civiltà mediterranea bassomedievale, ha pubblicato, tra gli altri, Uomini d’affari e mercanti toscani nella Barcellona del Quattrocento (CSIC 2011) 

sabato 11 marzo 2017

Scuole e maestri dall'età antica al Medioevo

Scuole e maestri dall'età antica al Medioevo
di Laura Mecella e Luigi Russo (Edd.)
pp. 176, € 16,50
Edizioni Studium, 2017
ISBN:  978-88-382-4485-8
 
Una raccolta di studi che si propone di fornire un nuovo contributo alla storia della scuola dalla Roma di età imperiale fino alla Bisanzio di inizio XIV secolo, passando per alcune significative figure di maestri d’epoca medievale. In maniera agile e informata, il volume volge la propria attenzione ad un periodo che, pur caratterizzato da un indubitabile sforzo educativo, nella manualistica appare ancora generalmente trascurato ed il cui studio può invece offrire interessanti spunti di riflessione anche per la nostra contemporaneità, sempre attenta alle problematiche scolastiche.
Laura Mecella (Roma, 1979) è ricercatrice di Storia Romana presso l’Università Europea di Roma. Tra i suoi interessi di ricerca figurano la storia imperiale romana, la storiografia tardoantica con la sua eredità nella cronografia dell’Oriente greco, e la trattatistica militare bizantina. È stata coeditrice dei frammenti dei Cesti di Giulio Africano (Iulius Africanus. Cesti. The Extant Fragments, Berlin 2012) ed ha curato l’edizione critica (con traduzione italiana e commento) dei frammenti di Publio Erennio Dexippo (Dexippo di Atene. Testimonianze e Frammenti, Tivoli 2013).
Luigi Russo (Sorrento, 1971), ricercatore di Storia Medievale presso l’Università Europea di Roma, si occupa di storia normanna e del movimento crociato. È Componente del Consiglio d’Amministrazione del CESN (Centro Europeo di Studi Normanni, Ariano Irpino), Membro associato dell’OUEN (Office universitaire d’Études normandes, Caen), e Redattore del Dizionario Biografico degli Italiani edito dalla Treccani. Il suo ultimo libro, I Normanni del Mezzogiorno e il movimento crociato, Bari 2014, ha ricevuto il Premio speciale del Direttivo di “Italia Medievale” 2015.

venerdì 10 marzo 2017

L'eccezione italiana

L'eccezione italiana
L'intellettuale laico nel Medioevo e l'origine del Rinascimento
di Ronald G. Witt
Traduzione di A. Carocci
pp. 660, € 59,00
Viella, 2017
ISBN: 978-8867287345

Il libro indaga l'elemento distintivo e caratterizzante della vita culturale italiana: la nascita della prima classe intellettuale laica dell'intera Europa e il fondamentale ruolo che i laici esercitarono sulla cultura. Coprendo un arco di tempo di oltre quattro secoli e mezzo, dalla conquista carolingia al Duecento, lo studio offre la prima analisi esaustiva degli scritti in latino prodotti nel regno d'Italia. Esaminando i testi religiosi, letterari e giuridici, ma non solo, Ronald G. Witt mostra come i cambiamenti presenti in questi testi siano il risultato dell'interazione del pensiero con le tendenze economiche, politiche e religiose della società italiana, nonché con le influenze intellettuali provenienti dall'estero. Il punto di arrivo della ricerca è costituito dall'insorgere dell'Umanesimo nell'Italia settentrionale: proprio il precoce sviluppo di una classe intellettuale laica e la sua partecipazione alla cultura latina incoraggiarono infatti la nascita di quel movimento culturale che, da ultimo, avrebbe rivoluzionato l'intera Europa.
Ronald G. Witt insegna Storia moderna alla Duke University dopo una lunga permanenza presso la Harvard University. Con l’edizione inglese del suo Sulle tracce degli antichi, ha ottenuto dal 2001 prestigiosi premi, tra cui il Marrano Prize della American Historical Society, il Jacques Barzin Award della American Philosophical Society e il Phyllis Gordon Book Prize della Renaissance Society of America.

giovedì 9 marzo 2017

Jelena Balšič e le donne nella cultura medievale serba

Jelena Balšič e le donne nella cultura medievale serba
di Svetlana Tomin
Traduzione di Dragana Parlac
pp. 112, € 15,00 (Acquista online con il 15% di sconto)
Graphe.it Edizioni, 2017
ISBN: 9788893720120 
 
Jelena Balšič (1366/71-inizio 1443), principessa serba, fu governatrice, benefattrice e fondatrice di monasteri. Diede un importante contributo alla vita culturale della prima metà del XV secolo. Grazie a lei si sviluppò un piccolo centro spirituale e letterario nei monasteri del lago di Scutari, in cui si ritirò dopo una vita dinamica, fatta di guerre, viaggi, ma anche di lutti personali, dal momento che perse due mariti e l’unico figlio. Nella solitudine della sua fondazione si dedicò alle letture religiose e ai temi teologici.
Con la sua attività, Jelena Balšič si dimostra rappresentante colta della società serba dell’epoca. Sono state conservate le sue lettere, il trattato di pace con Venezia, l’iscrizione dedicatoria e il testamento. La sua partecipazione alla vita pubblica, l’attività di benefattrice e il suo lavoro letterario, fanno sì che Jelena si aggiunga alla già sviluppata tradizione delle donne straordinarie dell’epoca medievale.
Svetlana Tomin (1964 Novi Sad, Serbia) insegna Letteratura serba medievale presso il Dipartimento di Letteratura serba della Facoltà di Filosofia di Novi Sad, come anche Studi di genere presso la rete accademica interdisciplinare ACIMSI.
I suoi campi d’interesse sono le donne nella letteratura e nella cultura del Medioevo, la letteratura serba medievale, i Brankovići di Srem. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni e curatele.

martedì 7 marzo 2017

Lectura Dantis Bononiensis

Lectura Dantis Bononiensis
di Benvenuto da Imola
Edizione critica a cura di Paolo Pasquino
pp. 736, € 45,00
Angelo Longo Editore, 2017
ISBN: 978-88-8063-837-7

Nell'Italia del Trecento la diffusa Commedia di Dante Alighieri divenne presto un cult che tutti avevano a portata d'orecchio e di memoria, ma non potè fare a meno di tenersi dietro una ridda naturale di difficoltà di comprensione: arduo per scelta, il poema dell'arrabbiato esule fiorentino si presentava all'attenzione del mondo bisognoso di chiarificazioni che ne illustrassero i contesti, i significati e gli indecifrabili sottintesi, appassionante nella sua carica ma depotenziato senza una spiegazione esauriente. Era nato un classico, ma dovevano entrare in azione i promotori di una sua effettiva valorizzazione, gli uomini in grado di soddisfare le esigenze indicate. Dopo mezzo secolo di esperimenti interpretativi giunse l'intervento di un grande esperto di classici, Giovanni Boccaccio, il primo a parlare di Dante a un pubblico, e subito dopo l'analoga iniziativa di un professionista di classici, il docente per mestiere Benvenuto Rambaldi da Imola, che inserisce fra le sue attività un ciclo di lezioni sulla Commedia. L'istituzione del classico diventava cosi ufficiale: era la scuola a legittimarne il ruolo, l'impegno della didattica lo faceva diventare un sapere. Benvenuto fece cosi ciò che faceva sempre con un testo, leggere e spiegare, ossia una lectura. La sua prima esperienza con il nuovo classico fiorentino si tenne nella sede abitualmente utilizzata per la sua attività di insegnante, un'aula nella contrada di Porta Nuova a Bologna; di quanto disse il professore restano gli appunti di un allievo presente al corso, le cui note vengono a costituire ciò che può essere definita come la benvenutiana Lectura Dantis Bononiensis.

lunedì 6 marzo 2017

Il traditore di Venezia

Il traditore di Venezia
Vita di Marino Falier doge
di Giorgio Ravegnani
pp. 168,00, € 18,00
Laterza, 2017
ISBN: 9788858127155

Marino Falier è una delle figure più controverse nella storia dei dogi di Venezia. Nato verso il 1285 da una importante famiglia di antichissima origine, che annoverava già due dogi, percorse una lunga e brillante carriera al servizio della repubblica che lo portò a ricoprire in modo quasi incessante numerose e prestigiose cariche. Nel 1354, ormai settantenne, venne scelto come doge con un ampio consenso del corpo elettorale. Al di là di ogni previsione, tuttavia, il nuovo doge non si limitò a svolgere le funzioni per lo più di rappresentanza che la costituzione veneziana riservava al capo dello stato. Appoggiandosi alle classi popolari, si mise alla testa di una congiura destinata a rovesciare lo stato patrizio che governava la Serenissima. I congiurati vennero però scoperti: i capi della cospirazione furono rapidamente giustiziati e lo stesso doge, da loro indicato come il mandante, fu giudicato e condannato a morte. La sentenza venne eseguita con la decapitazione, che ebbe luogo la sera del 17 aprile del 1355 dopo un processo lampo.
Un caso senza precedenti, una storia avvincente che nei secoli ha ispirato letterati e musicisti – da Lord Byron a Donizetti – e su cui ancora fitto è il mistero.
Giorgio Ravegnani, professore ordinario di Storia medievale, insegna Storia medievale, Storia dell’Italia bizantina e Storia militare del medioevo all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra le sue numerose pubblicazioni: I Bizantini e la guerra. L’età di Giustiniano (Roma 2004); I Bizantini in Italia (Bologna 2004); Bisanzio e Venezia (Bologna 2006); Introduzione alla storia bizantina (Bologna 2006); Imperatori di Bisanzio (Bologna 2008); Soldati e guerre a Bisanzio. Il secolo di Giustiniano (Bologna 2009); Bisanzio e le crociate (Bologna 2011); Gli esarchi d’Italia (Roma 2011); La caduta dell’impero romano (Bologna 2012); Il doge di Venezia (Bologna 2013); La vita quotidiana alla fine del mondo antico (Bologna 2015); Andare per l’Italia bizantina (Bologna 2016); Teodora (Roma 2016).

venerdì 3 marzo 2017

Castelli medievali

Castelli medievali
di Aldo A. Settia
pp. 184, € 13,00
Il Mulino, 2017
ISBN: 978-88-15-27053-5

La «preistoria» del castello inteso come fortezza abitata si colloca al tempo delle grandi immigrazioni germaniche. Fu poi per secoli il centro organizzatore del territorio, fino a che, dopo il Quattrocento, le nuove armi da fuoco ne decreteranno la trasformazione e il declino. Il libro illustra lo sviluppo della struttura materiale del castello dal secolo X in poi partendo dalle fonti scritte e mettendole a confronto con i risultati degli scavi archeologici.
Aldo A. Settia ha insegnato Storia medievale all’Università di Pavia. Tra i suoi libri segnaliamo «Castelli e villaggi nell’Italia padana: popolamento, potere e sicurezza fra IX e XIII secolo» (Liguori, 1984), «Proteggere e dominare: fortificazioni e popolamento nell'Italia medievale» (Viella, 1999), «Rapine, assedi, battaglie. La guerra nel Medioevo» (Laterza, nuova ed. 2014) e «Tecniche e spazi della guerra medievale» (Viella, 2016).