Poveri e povertà nel Medioevo
di Giuliana Albini
pp. 336, € 28,00
Carocci, 2016
ISBN: 9788843082629
I poveri furono una presenza costante nella società medievale,
caratterizzata, nel suo complesso, da un limitato livello di sviluppo e
da forti disuguaglianze. Miseria economica, disagi sociali, privazione
di diritti interagivano, creando situazioni di bisogno e, insieme, di
marginalità. Era un universo, quello delle povertà, tutt’altro che
immobile, perché le profonde trasformazioni, congiunturali e
strutturali, dei secoli dal VI al XIV, generavano via via stati di
necessità assai diversi tra loro. La percezione, personale e collettiva,
della povertà era permeata dalla dottrina cristiana che, riconoscendo
nei poveri l’immagine di Cristo, invitava ad aiutarli a sopportare le
loro condizioni, per evitare forme di disperazione e di sovvertimento
dell’ordine sociale. All’interno delle dinamiche di una società
profondamente cristiana, dunque, si costruirono complesse reti di
protezione (informali o organizzate), nelle quali avevano spazio sia
iniziative individuali sia istituzionali (ecclesiastiche, anzitutto, ma
anche civili). Nel confronto tra elaborazione teorica e pratica
quotidiana, il libro vuol fare emergere volti e luoghi della povertà e
della carità.
Giuliana Albini è professore ordinario di Storia medievale nell’Università degli Studi
di Milano, ha pubblicato numerosi saggi sulle strutture demografiche,
sociali e istituzionali del Basso Medioevo italiano. Ha dedicato
particolare attenzione alle emergenze sociali presenti nel mondo urbano
(secc. XI-XV) e alle pratiche, individuali e istituzionali, di carità e
di assistenza. Tra i volumi pubblicati, Città e ospedali nella Lombardia medievale (Bologna 1993) e Carità e governo delle povertà: secoli XII-XV (Milano 2002).
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