Isolario arabo medievale
di Angelo Arioli
pp. 341, € 22,00 (acquista online con il 15% di sconto)
Adelphi, 2014
ISBN: 9788845930393
Come approdi momentanei di un itinerario inventato – dal Mar di Cina e
dall'Oceano Indiano al tenebroso «Mare Abbracciante» in Estremo
Occidente – sfilano isole mirabili, piccoli universi dagli ambigui
confini, viste, immaginate e raccontate da autori musulmani di varia
provenienza (dall'Iraq alla Persia, al Marocco, alla Spagna), mercanti e
viaggiatori, ma anche sedentari compilatori di opere geografiche, in un
arco di tempo che va dalla metà del IX al XV secolo. Isole che appaiono
e scompaiono, isole abitate soltanto da donne, o da esseri che si fanno
sentire ma non si fanno mai vedere, l'isola delle scimmie, del
leggendario e vendicativo uccello Rukhkh, degli antropofagi, del rubino, dei granchi pietrificati, degli androgini. Infinite varianti di isole fantastiche, che evocano meraviglie: come Finzioni di Borges, o Le città invisibili di Calvino o il Libro dei mostri di Wilcock.
I testi provengono dai racconti di viaggiatori medievali, da
quelli di un non meglio identificato «mercante Sulayman» del nono
secolo fino a quelli di Ibn Al-Wardi, vissuto nel quindicesimo,
e come si può immaginare sono lungi dal rappresentare una fonte
geografica precisa e affidabile. Si sa, i marinai hanno fama di
gran contafrottole, propensi a ingigantire ogni pericolo
affrontato e a inventare dettagli pittoreschi per ogni loro
avventura, dunque il libro va letto più come un esempio di
letteratura fiabesca che come un documento scientifico.
Angelo Arioli (Nettuno 1947), è professore ordinario di Lingua e
Letteratura Araba presso la Facoltà FILESUSO, Sapienza Università di
Roma e prima ancora, nel medesimo ateneo, presso la Facoltà di Studi
Orientali di cui è stato fondatore, nonché membro sin dalla sua
fondazione del Dipartimento di Studi Orientali, ora divenuto Dipartimento “Istituto Italiano di Studi Orientali – ISO”.
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