Inferni medievali
Dipingere il mondo dei morti per orientare la società dei vivi
di Andrea Gamberini
pp. 216, € 34,00
Viella, 2021
ISBN: 9788833137940
Come ben sapevano i predicatori medievali, delle due grandi leve del
comportamento umano – la paura del castigo e la speranza del premio –
la più efficace era la prima. Di qui, allora, lo sviluppo di immagini
dell’Inferno che fra Tre e Quattrocento sono sempre più complesse e
crude, così da turbare gli animi e smuovere le coscienze.
Ma in che direzione? E a quale scopo? La domanda è assai meno scontata
di quanto non possa apparire. Dal momento, infatti, che gli exempla
negativi avevano senso solo in funzione di quelli positivi, il grande
teatro dei reprobi si prestava anche ad una lettura al contrario, in cui
le figure dei peccatori, lungi dal costituire solo un terribile
ammonimento, indirizzavano il fedele verso atteggiamenti speculari e
opposti a quelli puniti.
La critica si faceva insomma proposta, complici le scelte
iconografiche di artisti e committenti (comunità, privati,
confraternite, ordini religiosi, ecc.), che attraverso il tema
dell’Inferno potevano esprimere i propri ideali di convivenza civile.
Andrea Gamberini insegna Storia medievale presso l’Università di Milano. Con i nostri tipi ha pubblicato, fra gli altri, La città assediata (2003), Oltre le città (2009), La legittimità contesa (2016), e ha curato, con Isabella Lazzarini, Lo Stato del Rinascimento in Italia (2014).
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