San Nicolao di Pietra Colice
Indagine archeologica su un caso di omicidio
Morte violenta e “mala morte” nella Liguria medievale
di Farizio Benente
pp. 192, € 21,00
Oltre Edizioni, 2021
ISBN: 9788899932909
Il caso di omicidio che è al centro di questo libro è destinato a
rimanere irrisolto, come accade nei “cold case” delle serie televisive
più seguite. Tuttavia, l’archeologia e le scienze applicate hanno
permesso di comporre un identikit completo dell’individuo assassinato,
grazie allo studio della sepoltura che è stata rinvenuta nel corso degli
scavi dell’ospitale “di passo” di San Nicolao di Pietra Colice (GE). È,
quindi, possibile ricostruire parzialmente la sequenza di azioni che
hanno portato al decesso e al seppellimento. Si è trattato di un
omicidio cruento, perpetrato in una zona isolata ed impervia, adatta ad
un agguato. Ha le caratteristiche di un delitto d’impeto, come può
accadere nel caso di una vendetta, di una faida, di un omicidio
passionale, o di una rapina.
Gli episodi di morte violenta e i decessi avvenuti in prossimità di “luoghi di strada” della Liguria medievale non sono rari. Guerra, brigantaggio, ma anche malattia e morte accidentale colpivano chi si trovava in viaggio lungo le aspre vie montane e in prossimità dei valichi transappenninici. Condurre un’indagine archeologica su un caso di morte violenta è una preziosa opportunità per prendere nuovamente in esame i dati dello scavo di San Nicolao di Pietra Colice e intraprendere nuovi percorsi di ricerca, attraverso le fonti documentarie e altre testimonianze materiali.
L’indagine archeologica, per sua natura e per metodo, non è diversa da un’attività investigativa: parte dall’analisi del contesto, dalla lettura e dalla raccolta delle tracce/indizi e dei reperti, fa ampio utilizzo di risorse informatiche e di esami di laboratorio, elabora interpretazioni e ricostruzioni, utilizzando le doti di intuizione e deduzione del ricercatore/detective. Trattandosi di un’investigazione basata su reperti e tracce, l’indagine archeologica si impegna nel tentativo di ricostruire un contesto originale, la sequenza temporale delle attività/azioni, operando approssimazioni ricostruttive che devono essere il più possibile oggettive e compatibili con i dati disponibili.
Gli episodi di morte violenta e i decessi avvenuti in prossimità di “luoghi di strada” della Liguria medievale non sono rari. Guerra, brigantaggio, ma anche malattia e morte accidentale colpivano chi si trovava in viaggio lungo le aspre vie montane e in prossimità dei valichi transappenninici. Condurre un’indagine archeologica su un caso di morte violenta è una preziosa opportunità per prendere nuovamente in esame i dati dello scavo di San Nicolao di Pietra Colice e intraprendere nuovi percorsi di ricerca, attraverso le fonti documentarie e altre testimonianze materiali.
L’indagine archeologica, per sua natura e per metodo, non è diversa da un’attività investigativa: parte dall’analisi del contesto, dalla lettura e dalla raccolta delle tracce/indizi e dei reperti, fa ampio utilizzo di risorse informatiche e di esami di laboratorio, elabora interpretazioni e ricostruzioni, utilizzando le doti di intuizione e deduzione del ricercatore/detective. Trattandosi di un’investigazione basata su reperti e tracce, l’indagine archeologica si impegna nel tentativo di ricostruire un contesto originale, la sequenza temporale delle attività/azioni, operando approssimazioni ricostruttive che devono essere il più possibile oggettive e compatibili con i dati disponibili.
Come nelle investigazioni poliziesche, a cui un poco si è ispirata
la struttura di questo libro, non è solo l’assassino a tornare sul
luogo del delitto. Si tratta di un percorso adatto anche al passo
dell’investigatore e, spesso, riserva nuovi dati e intuizioni inattese.
Fabrizio Benente è professore ordinario
di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università degli Studi di
Genova e, dal 2020, ricopre l’incarico di Prorettore alla Terza Missione
dell’Ateneo genovese. Ha conseguito la laurea in Lettere presso
l’Università di Genova, ha compiuto gli studi di specializzazione in
Archeologia Tardo Antica e Medievale presso l’Università di Pisa e ha
conseguito il Dottorato in Archeologia e Antichità postclassiche presso
l’Università di Roma “La Sapienza”.
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