giovedì 19 giugno 2025

Arte medievale in Italia

Arte medievale in Italia
Il “romanico”. Secoli XI-XII
a cura di Serana Romano
pp. 532; € 51,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2025
ISBN: 9788829026463
 
L’arte “romanica” in Italia è un mosaico di linguaggi, di tradizioni, di stili regionali che è difficile riunire sotto un’unica etichetta. Pur mantenendo tale definizione di massima, il volume ricostruisce nel dettaglio il panorama della produzione artistica dei secoli XI e XII in Italia, offrendo una sintesi aggiornata su questa vasta e complessa fase storica. I capitoli seguono una ripartizione geografica, tematica e cronologica e guidano il lettore in un viaggio architettonico e storico-artistico dalle Alpi alla Sicilia prestando però un’attenzione speciale ad alcuni contesti, che per la loro ricchezza e specificità hanno richiesto una trattazione per così dire monografica: Venezia, Roma e la multiculturale Palermo. Le cattedrali, le basiliche, i monasteri che dominavano le città e le campagne; la grande scultura delle zone padane, della Toscana e del Sud; la profusione di mosaici e di affreschi sparsi in tutto il territorio nazionale; le arti preziose e il libro illustrato rivivono in un testo di piacevole lettura e di grande utilità per chi comincia a studiare questi temi o vuole approfondirne la conoscenza.
Serena Romano è professore emerito di Storia dell’arte medievale all’Università di Losanna. I suoi maggiori campi di studio vertono su Roma medievale, su Assisi e il francescanesimo, sulla Lombardia viscontea, e su Giotto, cui ha dedicato la monografia La O di Giotto (Electa, 2008). Direttore di progetti di ricerca (Corpus della pittura medievale a Roma 312-1431; Constructing Identity: Visual, Spatial, and Literary Culture in Lombardy, 14th to 16th c.), ha curato mostre, tra cui Arte lombarda dai Visconti agli Sforza e Giotto, l’Italia (Milano, 2015) e Colosseo. Un’icona (Roma, 2016).

sabato 14 giugno 2025

Il Medioevo nelle città italiane, 18. Viterbo

Il Medioevo nelle città italiane, 18. Viterbo
di Alfio Cortonesi, Angela Lanconelli
pp. X-234; € 20,00
Cisam, 2025
ISBN: 9788868094539

Situata al centro di un pianoro vulcanico ad un’altitudine media di 326 metri slm, Viterbo occupa alcuni speroni tufacei scavati e delimitati dai torrenti che scendono dalle pendici dei Monti Cimini. Il suo centro storico conserva numerose e suggestive testimonianze dell’età di mezzo: torri, palazzi, chiese, strade, piazze, profferli, chiostri e fontane che conferiscono alla città un’autentica impronta medievale, peraltro già palese nella cinta muraria (XI-XIII secolo), prima e suggestiva immagine dell’insediamento che si offre ai visitatori. L’assetto urbanistico di Viterbo ha preso forma nei secoli centrali del medioevo in seguito al progressivo popolamento delle alture che circondavano il castrum Viterbii (o Biterbii), un abitato fortificato ricordato per la prima volta nelle fonti scritte con riferimento all’anno 742 e localizzato sull'attuale Colle del Duomo. Si ritiene che il castrum sia sorto nel periodo del conflitto tra Longobardi e Bizantini per il possesso della Tuscia, ma è pur da rilevare che alcuni caratteri della sua morfologia presentano analogie evidenti con quelli degli abitati di epoca etrusca presenti nella regione. Gli interrogativi circa la preesistenza sul Colle del Duomo di un insediamento etrusco e poi romano, evocato nelle cronache medievali, hanno trovato una prima risposta tra Otto e Novecento quando, in occasione dei lavori di restauro e consolidamento nella Cattedrale (1876-78, 1907), vennero alla luce frammenti scultorei e strutture murarie di età romana (oltre che altomedievale). Il castello del secolo VIII costituiva il centro di un distretto amministrativo indicato come territorium Viterbii o fines Viterbienses, punteggiato da numerosi aggregati demici. Alcuni di essi (fra cui Sonsa, Foffiano, Quinzano, Antoniano, Squarano, donde l’attuale Piano Scarano) tra XI e XIII secolo sarebbero stati racchiusi, con il castello medesimo, entro le mura di nuova e progressiva costruzione, destinate a conferire al nascente insediamento la fisionomia che sarebbe rimasta nel tempo. Già nel secolo XI, quando la documentazione pervenuta prende a rischiarare un poco l’assetto urbanistico viterbese, la menzione di numerose chiese sta a indicare il sensibile incremento demico conosciuto dagli agglomerati posti intorno al castello, la cui struttura sovente includeva - oltre alle abitazioni e agli edifici di culto - mercati, botteghe e ospedali per l’assistenza ai pellegrini che dal secolo IX sempre più numerosi percorrevano la via Francigena diretti a Roma. Prima della fine del secolo XI, secondo le cronache medievali cittadine, fu eretto un muro di difesa che andava da Porta Fiorita a Porta Sonsa e proteggeva gli insediamenti collocati verso le pendici dei Cimini, i più esposti perché privi di difese naturali. Da quel momento fino alla seconda metà del Duecento la costruzione di un nuovo circuito murario avrebbe accompagnato la crescita della popolazione intorno al castrum Viterbii, sottolineando via via le successive tappe dello sviluppo urbanistico. Nel XII secolo (la cui importanza nella storia cittadina è stata fino ad oggi sottovalutata) prese così forma la trama insediativa di quella che, con l’attribuzione nel 1192 della cattedra vescovile, era ormai divenuta a tutti gli effetti una città. Fu nel secolo successivo che si riorganizzarono invece gli spazi intramuranei, arricchendo il panorama architettonico con nuovi ed eleganti edifici pubblici e privati, laici e religiosi. Pur essendo per la città un’epoca di forti contrasti tra le varie componenti della società e di sanguinosi scontri tra le fazioni, il Duecento segnò anche il momento in cui Viterbo raggiunse l’acme della sua autorevolezza politica e della prosperità economica. I lunghi anni della residenza pontificia e lo svolgimento dei conclavi ne fecero uno dei principali riferimenti della politica europea, così come la vittoriosa resistenza opposta a Federico II e la straordinaria vicenda della ‘giovinetta Rosa’ ne illuminarono la storia, rafforzando e connotando nei secoli il sentimento civico. Ciò rilevato, va anche detto che le più recenti indagini e riflessioni degli storici tendono ad evidenziare come nessuna motivata contrapposizione può essere fondatamente istituita (lo si è fatto in passato) per Viterbo tra le ‘glorie’ del Duecento ed un Quattrocento che avrebbe segnato la perdita delle libertà comunali e la mortificazione di una città sottomessa in maniera definitiva al governo dei pontefici. È emersa, infatti, con chiarezza, per la città della Tuscia, una fase quattrocentesca caratterizzata da realizzazioni urbanistiche e architettoniche e da una produzione artistica che hanno saputo rinnovarne il volto, mentre la cultura umanistica si affermava grazie anche all’intensa circolazione di intellettuali e opere letterarie tra Viterbo, Roma e la curia pontificia. Si aggiunga che le indagini di carattere politico-istituzionale sul comune di Viterbo e sul ceto dirigente cittadino nel XV secolo hanno contribuito a far emergere il dinamico profilo sociale di una città che non casualmente occupava una posizione di tutto rispetto nella struttura del governo territoriale della Chiesa.

venerdì 13 giugno 2025

La toponomastica longobarda nel Regesto di Farfa

La toponomastica longobarda nel Regesto di Farfa
Una nuova lettura
di Viviana Petraroli
pp. 48; € 15,00
Edizioni Espera, 2025
ISBN: 9788899847975
 
Il lavoro che si presenta è il risultato di una complessa ricerca di studio, discussa come tesi di Laurea Magistrale presso la Sapienza Università di Roma, che propone un tentativo di lettura dei numerosi toponimi di origine germanica rintracciabili all’interno del Regesto di Farfa. È realmente possibile ricostruire le dinamiche insediative del popolo longobardo, una comunità a lungo percepita come enigmaticamente silenziosa, attraverso l’individuazione nei documenti farfensi di toponimi indicatori della loro presenza nel territorio sabino e non solo? Per raggiungere questo scopo, è però necessario applicare ai documenti scritti da Gregorio da Catino, secoli dopo gli eventi ricordati, un filtro di lettura che presuppone il dialogo tra il dato storico e quello toponomastico, contestualizzandoli con il momento politico e culturale. In Appendice, lo studio si chiude con un approfondimento linguistico sulla, mai risolta, questione della lingua parlata dai Longobardi, attraverso lo studio della letteratura edita e presentando una serie di termini di provenienza germanica riportati nel Regesto farfense. 



giovedì 12 giugno 2025

L'umanesimo italiano

L'umanesimo italiano
Filosofia e vita civile nel Rinascimento
di Eugenio Garin
pp. 304; € 20,00
Laterza, 2025
ISBN: 9788858158012
 
La cultura del XV secolo così come venne trasformata dal rifiorire degli studia humanitatis. Non solo, quindi, i nuovi orientamenti e le nuove riflessioni nell’ambito della ‘vita civile’, ma anche i nuovi metodi e le nuove mentalità che finirono per cambiare radicalmente le scienze della natura e la concezione della realtà in genere.

«Infranto lo schema della filosofia teologizzante» – scrive Garin – la meditazione filosofica «è un tono, un accento, che circola ed anima ogni problema e ogni ricerca; è ammonimento, all’artista, allo scienziato, al sacerdote, al politico, della sua misura umana».
Un grande classico della storia del pensiero, che ha colto e indicato alla cultura dei nostri anni il volto più profondo e moderno dell’umanesimo italiano.
Eugenio Garin (1909-2004) è stato uno dei maggiori storici del pensiero e una figura di primo piano della cultura italiana del Novecento. Tra le sue numerose opere figurano veri capisaldi della storiografia internazionale. Tra le più significative, per i nostri tipi: Medioevo e Rinascimento;Cronache di filosofia italiana; La filosofia come sapere storico;Scienza e vita civile nel Rinascimento italiano; La cultura del Rinascimento; Rinascite e rivoluzioni.Movimenti culturali dal XIV al XVIII secolo; Lo zodiaco della vita;Vita e opere di Cartesio; L’uomo del Rinascimento.

mercoledì 11 giugno 2025

Roma nel medioevo

Roma nel medioevo
Paesaggio urbano, arte, società (secoli XI-XV)
a cura di Sandro Carocci, Riccardo Santangeli Valenzani
pp. 356; € 35,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2025
ISBN: 9788829030378
 
Nel corso degli ultimi decenni, gli studi storici e archeologici sulla Roma del pieno e tardomedioevo, nel periodo compreso fra l’anno Mille e il Rinascimento, si sono moltiplicati senza sosta, portando a un aumento significativo dei dati disponibili e a una trasformazione degli stessi paradigmi interpretativi. Non è più possibile presentare la storia di Roma come una vicenda tutta condizionata dal papato, secondo una prospettiva periodicamente riproposta. Affidato ai più autorevoli specialisti italiani di archeologia, storia, storia dell’arte e cultura della Roma medievale, il libro supera definitivamente questo approccio, facendo emergere l’importanza delle dinamiche cittadine, del ruolo della società locale, dell’economia, delle istituzioni autonome. Viene così tracciato il quadro multiforme di una grande città medievale ancora troppo poco conosciuta, al tempo stesso simile e diversa dalle altre realtà urbane d’Italia e d’Europa.
Sandro Carocci è professore ordinario di Storia medievale all’Università di Roma Tor Vergata. È autore di numerosi volumi, fra cui Baroni di Roma (Roma 1993), Il nepotismo nel medioevo (Roma 1999), Le origini della Campagna Romana (con M. Vendittelli; Roma 2004) e Vassalli del papa (Roma 2010).
Riccardo Santangeli Valenzani è professore ordinario all’Università Roma Tre, dove insegna Archeologia urbana e Archeologia medievale. Ha diretto scavi in molte aree di Roma, tra cui i Fori imperiali e il Colosseo.

martedì 10 giugno 2025

La Rus’ di Kiev

La Rus’ di Kiev
Un crocevia fra Europa e Asia nel Medioevo
di Lorenzo Pubblici
pp. 204; € 29,00 (Acquista online con il 5% di sconto) 
Carocci, 2025
ISBN: 788829030439

Il volume propone un viaggio in uno dei crocevia culturali, politici ed economici più significativi del medioevo. Attraverso una narrazione serrata e rigorosa l’autore ripercorre la storia della Rus’ dalle origini alla frammentazione, esplorandone le dinamiche sociali, le istituzioni, i rapporti coi poteri vicini: Bisanzio, l’Europa e le steppe dell’Asia. Il testo offre una visione delle vicende della Rus’, dai principi Rjurikidi alla cristianizzazione, dalle rotte commerciali ai conflitti dinastici, tracciando il ritratto di una società complessa, un ponte fra Oriente e Occidente, le cui eredità culturali e politiche risuonano ancora oggi. Una lettura che permette di comprendere le radici dell’Europa orientale e l’evoluzione di un’entità statuale che ha dato un contributo decisivo al medioevo europeo, e non solo.
Lorenzo Pubblici insegna Storia e culture dell’Asia centrale premoderna all’Università di Napoli L’Orientale.

lunedì 9 giugno 2025

La rivoluzione dei Templari

La rivoluzione dei Templari
di Simonetta Cerrini
pp. 256; € 14,99
Oscar Monfìdadori, 2025
ISBN: 9788804803218
 
La storia dei templari è costellata di vicende oscure, episodi favolosi e figure mitiche. Simonetta Cerrini alla fantasia preferisce la realtà e in queste pagine sfata le leggende per intraprendere nuove vie di ricerca basate su un accurato esame dei manoscritti antichi. Viene così alla luce la visione «rivoluzionaria» dei templari – al tempo stesso oratores e bellatores – e del loro rapporto con la fede. Attraverso la ricostruzione della loro dottrina, l’autrice racconta la vita quotidiana di questi singolari cavalieri «antieroici» e frati «antiascetici», gli unici europei che furono interlocutori privilegiati dei cristiani d’Oriente e dei musulmani. La loro vicenda indica ancora oggi la via per un possibile dialogo e una reciproca comprensione tra culture.
Simonetta Cerrini (Chiavari 1964), laureata all'Università Cattolica di Milano, nel 1998 ha discusso alla Sorbona una tesi di dottorato sui templari che comprende la nuova edizione critica della loro regola. Si occupa di storia della cultura e della spiritualità dei laici nel Medioevo. Considerata una delle maggiori autorità internazionali sui templari, abbina all'attività di conferenziera quella di consigliera scientifica per eventi storico-artistici e testi teatrali.

domenica 8 giugno 2025

Dalla Valdinievole a Dante

Dalla Valdinievole a Dante
L'opera e le carte di Bruno Nardi
a cura di Giampaolo Francesconi
pp. 216; € 21,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Pacini Editore, 2025
ISBN: 979-12-5486-545-3
 
Questo volume offre un'immersione nell'opera e negli studi di Bruno Nardi, uno dei più autorevoli dantisti del Novecento. Attraverso l'analisi delle sue carte e dei suoi scritti, il libro esplora il profondo legame tra la Valdinievole e l'universo dantesco, mettendo in luce le influenze culturali e filosofiche che hanno plasmato la visione di Dante. Un'opera fondamentale per studiosi, appassionati di Dante e della filosofia medievale, che desiderano approfondire la figura di Nardi e il suo contributo alla comprensione del pensiero dantesco.
Giampaolo Francesconi è Presidente del Centro Italiano di Studi di Storia e d'Arte (CISSA), è membro del consiglio direttivo della Società pistoiese di storia patria e fa parte del comitato scientifico di alcuni convegni storici.

sabato 7 giugno 2025

Bibliotheca Gregorii Magni Manuscripta

Bibliotheca Gregorii Magni Manuscripta
A cura di Francesca Sara D’Imperio, con la collaborazione di Federica Landi
Avviso al lettore di Agostino Paravicini Bagliani
pp. XXVII-226; € 180,00
Sismel, 2025
ISBN: 978-88-9290-383-8
 
Nell’ambito delle ricerche promosse dalla Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (S.I.S.M.E.L.) riguardo allo studio della fortuna dei Padri nel Medioevo, è stato sviluppato, a partire dal 2001, un progetto già formulato da Claudio Leonardi a Chantilly nel 1982, concernente la ricezione e la diffusione delle opere e del pensiero di papa Gregorio. La ricerca, finalizzata alla realizzazione di un censimento di codici su larga scala, si basa sull’individuazione di tutti i testimoni che tramandano opere del pontefice e scritti relativi alla sua fortuna. Ad oggi sono stati censiti oltre 8.400 manoscritti, reperiti nei cataloghi pubblicati a stampa e on-line entro il 2010; essi non esauriscono sicuramente il patrimonio gregoriano ancora esistente, ma permettono di valutarne l’importanza e l’influsso nell’elaborazione intellettuale dalle origini del Medioevo al secolo XV. Le opere sono distinte secondo le seguenti modalità: opere gregoriane autentiche; opere dubbie ovvero sulla cui attribuzione la critica non è concorde (Gregorius I papa?); opere pseudoepigrafe ovvero tradizionalmente attribuite a Gregorio ma riconosciute spurie dalla critica (Gregorius I papa ps.); opere attribuite ovvero opere e testi spurii, identificati e non, occasionalmente attribuiti a Gregorio in alcuni testimoni (attr. Gregorio I papa); epitomi e florilegi delle opere gregoriane; agiografie in prosa o versi e testi di varia natura su Gregorio; estratti gregoriani individuati mediante le segnalazioni catalografiche ma non più precisamente identificabili; tabulae et accessus ovvero testi di accompagnamento alle opere gregoriane con circolazione anche autonoma.

Questo sesto fascicolo comprende i codici gregoriani conservati nelle sedi alfabeticamente comprese tra Roma e Zwettl, per un totale di 1.647 schede.

venerdì 6 giugno 2025

Opusculum in Canticis Canticorum

Opusculum in Canticis Canticorum
di Angelomo di Luxeuil
Edizione critica a cura di Luigi G. G. Ricci
pp. CXC-173; € 68,00
Sismel, 2024
ISBN: 978-88-9290-382-1
 
Prima edizione critica del terzo e ultimo commento biblico, di quelli noti, di Angelomo di Luxeuil (i precedenti sono dedicati alla Genesi e ai Re). Esso risale probabilmente alla seconda metà dell’anno 851: commissionato dall’imperatore Lotario (e a lui dedicato) dopo la morte della consorte Ermengarda, fu completato al sopraggiungere dell’Avvento presumibilmente dello stesso anno. Per la sua composizione Angelomo si avvalse di tre fonti principali: l’Expositio in Canticum canticorum di Apponio, le due omelie sul Cantico di Gregorio Magno e la compilazione Vox antique ecclesie. Il più antico manoscritto, dei nove che conservano il testo, risale al secondo terzo dell’XI secolo, a circa due secoli di distanza dalla composizione dell’opera; eccetto un breve frammento datato all’anno 1500 circa, i rimanenti codici furono confezionati tra lo scorcio dello stesso secolo e la fine di quello successivo. La diffusione geografica dei testimoni coinvolge l’ambito tedesco meridionale, l’abbazia di Clairvaux e l’attuale regione olandese. L’editio princeps, pubblicata a Colonia nel 1531 per le cure di Iohannes Prael, confluì nella Patrologia Latina (vol. 115, coll. 551-628).
Luigi G. G. Ricci è professore ordinario di Letteratura latina medievale e umanistica (settore scientifico-disciplinare L-FIL-LET/08) presso il Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari.

giovedì 5 giugno 2025

L’impero di Cluny

L’impero di Cluny
I monaci della corte celeste
di Glauco Maria Cantarella
pp. 212; € 21,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2025
ISBN: 9788829030354
 
Il nome di Cluny evoca un connubio indissolubile di spiritualità e potere; tra il X e il XIII secolo, infatti, il monastero che fondò la sua regola sul silenzio si trasformò nell’abbazia più grande della cristianità occidentale, un vero impero della fede, più potente della stessa Roma papale. Il volume racconta come quella di Cluny non fu solo una storia di osservanza e innovazione della regola benedettina, ma un’inarrestabile ascesa spirituale che, grazie al carisma degli abati e all’ambizione di dominare il mondo monastico, rese i suoi monaci un’aristocrazia della preghiera, capace di trattare alla pari con papi e imperatori. Cluny fu il centro di un grande impero che estendeva le sue reti nell’Europa occidentale, dalla Borgogna all’Italia, alla penisola iberica all’Inghilterra. I monaci cluniacensi erano la corte celeste che aveva come perimetro il mondo terreno e come prospettiva i cieli divini. Il percorso tracciato da questa aristocrazia della fede non fu lineare ma fu inarrestabile, la sua influenza mutò nei secoli, e pian piano si spense, molto lentamente.
Glauco Maria Cantarella è professore emerito di Storia medievale all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Membro di consigli scientifici presso istituzioni e università europee e americane, è autore di numerosi saggi, tra cui L’Europa e il suo fantasma (La Vela, 2020), Gregorio VII (Salerno Editrice, 2018) e Ruggero II (Salerno Editrice, 2020).

mercoledì 4 giugno 2025

Dante e il mare

Dante e il mare
di Donato Pirovano
pp. 208, € 28,00
Donzelli Editore, 2025
ISBN: 9788855227216
 
Nel viaggio oltremondano raccontato nella Commedia, Dante rasenta una volta sola il mare: sono le acque oceaniche che bagnano l’isola del purgatorio nell’emisfero australe, che il poeta vede dopo essere uscito dall’inferno. In quelle stesse acque, all’inizio della creazione è precipitato Lucifero, e lì è naufragata la nave di Ulisse, dopo che l’eroe greco aveva convinto i suoi compagni a lanciarsi oltre le Colonne d’Ercole. Il Mar Mediterraneo è invece presente nei racconti di personaggi incontrati lungo il cammino, da Francesca a Folchetto di Marsiglia, da Pier da Medicina a Sapia. Il mare nostrum si intravede anche nei miti che interagiscono con la poesia dantesca: Glauco, la Sirena, Ero e Leandro, gli Argonauti. Tuttavia, è nel tessuto metaforico che il mare fa sentire maggiormente il rumore dei suoi flutti, a partire dalla similitudine con cui si apre il poema, quella di un naufrago che scruta le acque alle quali è sopravvissuto, fino all’immagine del canto finale del Paradiso, in cui Nettuno guarda meravigliato l’ombra di Argo, la prima nave che ha solcato il suo regno. C’è poi una metafora antica che Dante rende sua e rinnova, quella della poesia come navigazione, che apre mirabilmente le ultime due cantiche e innerva l’intera struttura del poema. Quello del mare è un tema ricorrente nella Commedia, ma è presente in quasi tutte le opere di Dante; dato curioso, visto che molto probabilmente egli non ebbe mai occasione di solcarlo. Si tratta di un argomento sterminato, ricco di sfaccettature, oltre che di implicazioni letterarie e filosofiche, spesso toccato dalla critica, ma fino a oggi mai affrontato compiutamente in una monografia. Il libro di Pirovano colma questa lacuna offrendo un’analisi completa della presenza del mare, fisico e metaforico, nel corpus dantesco.
Donato Pirovano insegna Letteratura italiana e Filologia e critica dantesca presso l’Università Statale di Milano. È socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Nella sua attività di ricerca si è interessato inizialmente di novellistica italiana dal Boccaccio fino al secolo XVI. Si è poi occupato di commenti danteschi, di poesia italiana delle Origini e soprattutto di Dante. 

martedì 3 giugno 2025

Il Cantico delle creature

Il Cantico delle creature
di Silvia Bernardi
pp. 42; € 10,00
Pazzini Editore, 2025
ISBN: 9788862575270
 
A 800 anni dalla sua scrittura, 1224-1225, l’Associazione “La Didattica del Villaggio una pedagogia per i cinque continenti” propone ai lettori una riflessione sul Cantico delle Creature; la poesia inneggia alla bellezza e all’armonia del creato di cui San Francesco non è più solo il giovanile giullare, ma l’esperto maestro d’orchestra. Il Santo dirige le tante voci della natura in una polifonia creaturale per farne una gioiosa, cosmica lode al Creatore. Il Cantico, nella sua sublime semplicità, ci fa pensosi, ci chiede di riscoprire e mettere in pratica la umanissima e gioiosa eredità del Santo.

lunedì 2 giugno 2025

Quando Venezia distrusse l’Impero romano

Quando Venezia distrusse l’Impero romano
1204. La crociata dei bugiardi contro Costantinopoli 
di Marco Cappelli
pp. 432; € 22,00
Solferino, 2024
ISBN: 978-88-282-1498-4
 
1204: Costantinopoli, la regina delle città, brilla ancora della gloria dell’Impero romano. Sulle sponde del Bosforo, trecentomila anime fanno di Nuova Roma la più ricca e potente delle metropoli del Mediterraneo, quasi un’arca dell’antichità trasportata nel cuore del Medioevo.

Eppure, da decenni il potere dell’Impero romano è in declino: i Turchi minacciano le sue frontiere orientali, le crociate ne hanno scalfito l’autorità, le guerre civili ne hanno scosso le fondamenta. Venezia, il suo lontano avamposto nelle lagune dell’Adriatico, ormai domina i mari in modo indipendente.
Quando però Papa Innocenzo III decide di indire l’ennesima crociata per recuperare il Santo Sepolcro, nessuno a Costantinopoli può immaginare cosa è in procinto di accadere. Venezia non porterà l’armata dei barbari crociati a Gerusalemme, ma sotto le imponenti mura teodosiane, che da otto secoli proteggono la capitale dei Romani. Al comando della flotta veneziana ci sarà Enrico Dandolo, formidabile novantenne, cieco e geniale, determinato a fare della sua Serenissima Repubblica una grande potenza.
Questa è la storia di come il tradimento, il fato, le bugie e l’ingordigia fecero piovere rovina sulla città imperiale, inaugurando ottocento anni di recriminazioni tra l’Occidente cattolico e l’Oriente ortodosso.
Marco Cappelli bocconiano ed ex manager, è diventato uno dei maggiori divulgatori di storia in Italia, grazie al successo del suo podcast "Storia d'Italia", che ha vinto tra l’altro il prestigioso premio per Best non-English podcast dei Discover podcast awards e ha superato ad oggi i tre milioni di ascolti. Marco Cappelli è anche conferenziere e scrittore: per Storytel ha realizzato due stagioni di un podcast intitolato Guerre incivili.

domenica 1 giugno 2025

Marozia e le altre

Marozia e le altre
Verità, bugie e misteri sulle donne del Medioevo
di Claudio Fracassi
pp. 226; € 17,00
Mursia, 2025
EAN: 9788842569824
 
«È in questa fase tempestosa che emerse e si affermò al vertice un potere nuovo e inaspettato, che aveva come punto di riferimento addirittura una donna.» La bella Marozia, protagonista della storia del mondo, è un personaggio pressoché sconosciuto: guidò, da Roma, l’Italia nel tempestoso «saeculum obscurum» del Medioevo; conquistò il prestigio per nominare cinque pontefici; cercò di stabilire rapporti con la lontana Bisanzio. Eppure nei racconti di una Storia manipolata e fantasiosa fu accompagnata nei secoli da una sola pettegola definizione: «la puttana Marozia». Utilizzando le fonti più attendibili, Fracassi racconta la quotidianità degli anni di fine Millennio e il ruolo di quelle donne che, come Marozia, portarono novità rivoluzionarie nei ruoli di coppia, nella medicina, nella poesia; e persino nella politica. Un libro semplice, da leggere e da imparare.
Claudio Fracassi è stato direttore di «Paese Sera» e di «Avvenimenti». Studioso di storia e dei meccanismi dell’informazione, con Mursia ha pubblicato: La lunga notte di Mussolini (2002), Bugie di guerra (2003), Matteotti e Mussolini (2004), La meravigliosa storia della Repubblica dei briganti. 1849 (2005), Quattro giorni a Teheran (2007), La ribelle e il Papa Re (2009), Il romanzo dei Mille (2010), La battaglia di Roma sotto l’occupazione nazista (2013), Cola di Rienzo (2017), La Breccia di Roma (2020), La marcia su Roma (2021) e Un uomo da bruciare: Giordano Bruno (2023).