martedì 31 dicembre 2024
Storie di Guelfi e Ghibellini
lunedì 30 dicembre 2024
Scriptorum illustrium Latinae linguae libri
Scriptorum illustrium Latinae linguae libri
Livio, Plinio, Seneca e altri prosatori, un’antologia della prima storia della letteratura latina antica
A cura di Rino Modonutti
Con la collaborazione di Guido D’Alessandro
pp. CXIII-198, € 48,00
Sismel, 2024
ISBN: 978-88-9290-370-8
Gli Scriptorum illustrium Latinae linguae libri
dell’umanista veneto Sicco Polenton (1376-1447) possono essere
considerati, sotto molti aspetti, la prima storia organica della
letteratura latina antica prodotta in età moderna. L’opera è il frutto
di uno sforzo enorme, durato più di venticinque anni, di lettura e
riorganizzazione del materiale biografico e storico-letterario
ricavabile dagli stessi autori latini, messo in rapporto con la
tradizione erudita medievale e i cantieri di ricerca filologica ed
erudita aperti nelle prime fasi dell’Umanesimo. Quest’antologia propone
il testo latino, con traduzione italiana e commento, delle vite di Livio
(dal libro VI degli Scriptores illustres), dei due Plinii e dei
geografi minori (dal libro VIII), di Lucano (dal libro IV), di Seneca
(dai libri IV e XVII) e di alcuni autori minori (Vitruvio, Marziano
Capella, Asconio Pediano, Quintiliano, Apuleio e Prisciano, dal libro
XVIII). Si tratta per lo più di prosatori, la categoria di scrittori a
cui Polenton dedica maggior spazio, ma che è rimasta finora al margine
delle ricerche sugli Scriptores illustres.
Rino Modonutti insegna Letteratura latina medievale e Filologia medievale e umanistica presso l’Università di Padova. Si occupa soprattutto di storiografia ed enciclopedismo storiografico bassomedievale, nonché della tradizione dei classici nell’età del primo Umanesimo.
domenica 29 dicembre 2024
Non sono favole, ma vere istorie
sabato 28 dicembre 2024
Il Romulus della Recensio Gallicana
Questo volume presenta una nuova edizione critica del testo basata su una revisione della tradizione manoscritta, con traduzione italiana e brevi note di commento, che rendono conto dei rapporti con il modello fedriano, con le altre redazioni del Romulus e, più in generale, con il resto della tradizione favolistica tardoantica e medievale.
venerdì 27 dicembre 2024
Percorsi medievali e umanistici
giovedì 26 dicembre 2024
Storia e patrimonio
Le sue ricerche sono confluite in numerose pubblicazioni, saggi, articoli e libri riguardanti un ampio spettro di argomenti, dalla storia economica e sociale del Mezzogiorno alla storia del paesaggio, dalla storia dell’ambiente e del territorio, alle politiche di tutela e di valorizzazione dei beni culturali. Infaticabile organizzatore culturale, partecipa al Comitato di Direzione delle riviste “Società e storia” e “Rivista di Storia dell’agricoltura” e dirige alcune collane editoriali, tra cui Mediterranea per Edipuglia. Componente di vari comitati scientifici, tra cui quello della Scuola di Paesaggio “Emilio Sereni” presso l’Istituto Alcide Cervi. Relatore in numerosi convegni in Italia e all’estero, vincitore del premio Città di Montalcino per la storia della civiltà contadina, ha dato un contributo di rilievo alla cultura storica, senza mai trascurare l’interesse per il presente e l’intreccio fecondo tra ricerca e impegno civile.
A lui amici, allievi e colleghi dedicano questo libro.
mercoledì 25 dicembre 2024
Gli ultimi giorni di Dante?
Agnese Macchiarelli è Wissenschaftliche Mitarbeiterin in Digital Humanities presso la Bergische Universität Wuppertal e docente a contratto di Letteratura latina medievale e umanistica all’Università Ca’ Foscari Venezia. Si è occupata di lapidari medievali, del Petrarca latino, di opere teologiche di ambito scolastico, in particolare della Theosophia attribuibile a Passavanti e di Pietro di Poitiers.
martedì 24 dicembre 2024
I criminali del Medioevo
lunedì 23 dicembre 2024
Le tecniche della pittura medievale
domenica 22 dicembre 2024
La carne impassibile
Per la società medievale il corpo era il centro di tutti i discorsi pubblici e privati: da un lato oggetto di esorcismi e torture, piaghe e sporcizia, specchio di un universo corruttibile e immondo; dall’altro scrigno di medicine e unguenti taumaturgici, intrinsecamente legato, nella sua mortalità, al divino. Per secoli nelle pagine di medici, filosofi e sacerdoti, è stata proprio la promessa di una vita ultraterrena in cui diverremo materia «impassibile », beata e incorruttibile a relegare la fisicità al campo dell’esecrabile e del deperibile, serbatoio di ogni vizio e lordura. Tra profumati oli curativi che sgorgano dalle reliquie dei santi «mirobliti» e corpi appestati brulicanti di «entomata», vermi e insetti, Camporesi ci guida in un racconto della carne quale essenza dell’umano, specchio delle sue paure, ansie e speranze; ma anche lente attraverso cui guardare il mondo.
Questo libro ci spinge al confronto con una narrazione della corporalità molto distante dalla nostra. Nell’epoca digitale, fatta di immaterialità, filtri e proiezioni, Camporesi ci invita a rivolgere lo sguardo al passato, ai suoi errori e alle sue illusioni: perché è proprio recuperando i vuoti e le mancanze degli antichi che possiamo tornare a dare pienezza alla carne di cui sono fatti i nostri corpi.
Piero Camporesi (Forlì 1926 - Bologna 1997) è stato un filologo, storico e antropologo italiano. Ha insegnato Letteratura italiana presso la facoltà di Lettere dell’Università di Bologna. Tra i saggisti italiani più conosciuti al mondo, i suoi libri sono stati tradotti nei principali paesi europei, negli Stati Uniti, in Brasile e in Giappone. Il Saggiatore ha pubblicato Il pane selvaggio (2016), Le belle contrade (2016), Il sugo della vita (2017), Il brodo indiano (2017), La casa dell’eternità (2018), I balsami di Venere (2019), Le vie del latte (2020), Camminare il mondo (2021), Il governo del corpo (2022) e La maschera di Bertoldo (2022) e Il palazzo e il cantimbanco (2023).
sabato 21 dicembre 2024
Furto e ritualità?
venerdì 20 dicembre 2024
Il femminile nel Medioevo
Studi in ricordo di Ferruccio Bertini
A cura di Caterina Mordeglia
In collaborazione con Roberto Gamberini, Paolo Gatti, Antonio Placanica
pp. IX-221; € 40,00
Sismel, 2024
ISBN: 978-88-9290-375-3
giovedì 19 dicembre 2024
Cronica universalis
mercoledì 18 dicembre 2024
«Un’altra Genova fanno»
martedì 17 dicembre 2024
Il reimpiego della scultura altomedievale in Toscana
Riuso, pseudospolia e arcaismo tra XI e XIII secolo
di Gianluigi Viscione
pp. 266; € 39,00
Franco Angeli, 2024
ISBN:9788835162155
Tutto ciò non fa altro che dimostrare come opere dell'Altomedioevo esercitino un indubbio fascino in termini estetici e talvolta siano vere e proprie fonti d'ispirazione artistica. In più, un simile successo non può che presupporre anche l'esistenza di un gusto e di un pubblico che apprezza il decorativismo astratto altomedievale, malgrado dalla nostra prospettiva di moderna e post-rinascimentale venerazione della Classicità possa sembrarci apparentemente impossibile. In Toscana, tutto questo sembra avvenire non solo ma con maggior frequenza tra XI e buona parte del XII secolo, prima dell'assoluto prevalere come linea vincente del naturalismo di derivazione classica che già a queste date muove i suoi primi passi.
Gli studi sul fenomeno del reimpiego, e più estesamente del recupero, dell'Antico nel Medioevo si sono finora prevalentemente concentrati sul ricorso a elementi scultorei dell'Antichità greco-romana.
Tuttavia, benché in misura minore, alcuni cantieri architettonici d'età romanica talvolta impiegano in modo esibito frammenti provenienti da arredi liturgici realizzati tra VIII e IX secolo. Accanto a reali episodi di riuso, è possibile, inoltre, riconoscere casi di pseudospolia, cioè sculture che si fingono elementi di recupero tentando di apparire più antiche e parte di un insieme scomposto in realtà mai esistito. Oltre all'esibizione di spolia autentici o solo apparenti, incontriamo infine sculture e decorazioni architettoniche vivacemente arcaizzanti che recuperano retrospettivamente stilemi e soluzioni altomedievali, rielaborandoli con grande libertà e fantasia. Una simile casistica viene ripercorsa, per la prima volta in questo studio, considerando una serie di edifici romanici della Toscana, affascinati a vario titolo dall'astrattismo altomedievale. L'analisi stilistico-formale dei frammenti scultorei e dei contesti architettonici entro cui si trovano reinseriti, unita all'impiego di fonti storiche e archeologiche, permettono, nella più totale assenza di documentazione che ne dia ragione, di tratteggiare per tale scelta culturale una pluralità di possibili motivazioni di volta in volta estetiche, politico-istituzionali e religiose.
Gianluigi Viscione ha conseguito il dottorato di ricerca presso l'Università di Firenze discutendo una tesi sul fenomeno del reimpiego di materiale scultoreo altomedievale, la realizzazione di falsi spolia e i casi di arcaismo in Toscana e Abruzzo. Attualmente è assegnista di ricerca presso l'Università di Bologna nell'ambito di un progetto di ricostruzione digitale dell'assetto duecentesco del complesso di San Domenico. I suoi temi di ricerca abbracciano il reimpiego e il recupero del linguaggio astraente della scultura dell'Altomedioevo, le forme dello spazio liturgico, la scultura funeraria, l'architettura altomedievale del Mezzogiorno e le relazioni artistiche tra le sponde del Mediterraneo.
lunedì 16 dicembre 2024
Storia della caduta dell’impero romano e del declino della civiltà dal 250 all’anno Mille
domenica 15 dicembre 2024
«Ogni sonetto è un poema diverso»
sabato 14 dicembre 2024
Il lungo addio da Roma (117-1118 d.C.)
venerdì 13 dicembre 2024
La nascita di Aversa, mille anni fa
giovedì 12 dicembre 2024
Luoghi dell’ospitalità in Italia nel Medioevo
Le testimonianze su osti e albergatori – tra le cui fila spicca una cospicua presenza femminile – ci restituiscono una figura professionale dai contorni sfumati: gestore, mercante e daziere, giocatore e ruffiano, operatore impegnato in attività di assistenza e cura.
Fondamentali sono le funzioni di natura pubblica svolte da osterie e alberghi sul territorio, entro le mura cittadine e nelle campagne, lungo le vie di percorrenza e gli snodi di mercato: fra IX e XV secolo, tali strutture vengono a costituire una rete di servizi che soddisfano la domanda di una clientela assai diversificata.
mercoledì 11 dicembre 2024
L’arte nell’Abbazia di Polirone
martedì 10 dicembre 2024
I Visconti
La storia dei Visconti coincide per un lungo tratto con la storia d’Italia. La famiglia ha radici molto antiche immerse, durante l’alto Medioevo, in quell’humus lombardo dal quale fiorì grazie al ruolo assunto dai suoi membri che furono valvassori o capitanei. Feudatari dell’arcivescovo di Milano, divennero ben presto vice comitis, carica da cui discese il cognome: Visconti. La biscia, il loro stemma trasmesso lungo i secoli, è tuttora emblema araldico e logo impiegato per designare iniziative imprenditoriali e sportive in terra lombarda; essa funge non solo da segnale di nobiltà, ma anche da segmento identitario: tratto di una memoria che ha potuto mantenersi viva attraverso le epoche e le generazioni.
Risale al medio Duecento l’affermarsi dell’autorità viscontea, destinata a espandersi nel secolo successivo grazie all’appoggio concesso dall’imperatore. La signoria dei Visconti su Milano rappresentò un forte baluardo di potere e il fulcro di cospicue espansioni nella Penisola, che non ebbero uguali nel Rinascimento. Circolò nel sangue dei Visconti un’ambizione mai del tutto celata: quella di farsi signori di vaste parti d’Italia, grazie alla tessitura e alla rottura di alleanze talvolta compiute in modo sfrontato e improvviso. Non autorità di pontefici, non calcoli di alleanze: il potere visconteo rappresentò fonte di preoccupazione e di turbamento nella storia d’Italia fino al dispiegarsi di leghe e di alleanze tra i potentati col fine di contrastare il temibile ruolo della famiglia.
La concezione di Stato promossa dai Visconti rappresentò una forma di organizzazione destinata a incarnare l’idea moderna di governo, mentre le conquiste territoriali furono sostenute dall’imponente forza delle armi guidate da abili condottieri. I fondamenti del loro governo non risultarono, tuttavia, sufficientemente saldi nel tempo tanto che la fortuna viscontea dovette trasfondersi nel sangue sforzesco, che si fece erede dei poteri ducali e delle insegne familiari.
Il volume è un saggio storico che consente di immergersi non solo nell’epopea di una famiglia, ma anche nel clima politico e militare italiano culminato entro le dispute svoltesi durante la transizione fra Medioevo e Rinascimento.
lunedì 9 dicembre 2024
La Passione secondo Maria
Massimo Cacciari con «Metafisica concreta», del 2023, ha concluso l’esposizione del suo sistema filosofico, avviata nel 1990 con «Dell’Inizio» (entrambi per Adelphi). Per il Mulino ha pubblicato con P. Coda «Io sono il Signore Dio tuo» (2010), con E. Bianchi «Ama il prossimo tuo» (2011), con P. Prodi «Occidente senza utopie» (2016) e «Generare Dio» (2017).
domenica 8 dicembre 2024
Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda
sabato 7 dicembre 2024
Del vero padre di Federico II
venerdì 6 dicembre 2024
Due papi per un Giubileo
Che cosa spinse una moltitudine di pellegrini a mettersi in cammino, sfidando pericoli e dure prove fisiche, per riversarsi in San Pietro nel 1300? A quella data, profondi mutamenti della società sia economici sia politici (l’emergere dei Comuni, la nuova figura del cittadino) avevano ormai investito anche la sfera religiosa. Se nei secoli precedenti il giudizio universale era sentito come un grande evento collettivo della fine dei tempi, ora la geografia dell’aldilà doveva rispondere alle esigenze degli individui, preoccupati più per la propria salvezza che per quella di tutti. Ecco allora la nascita del purgatorio, per il peccatore una consolante alternativa fra i tormenti eterni dell’inferno e il miraggio irraggiungibile del paradiso; ecco l’evolvere delle pratiche penitenziali, e il pellegrinaggio come strategia per «lucrare» indulgenze, ovvero sconti di pena. Interrogando testi e immagini, Chiara Frugoni racconta le origini e il contesto politico del primo Giubileo vero e proprio, dalla complessa vicenda dell’eremita Pietro da Morrone, quel Celestino V, oscillante tra ambizione e ascetismo, che pochi mesi dopo l’elezione al soglio pontificio abdicò, alla Roma turbolenta del successore Bonifacio VIII, tra famiglie rivali, cardinali e re. Una narrazione vivacissima, un prezioso viatico per comprendere il Giubileo del 2025.
Chiara Frugoni (1940-2022) ha insegnato Storia medievale nelle Università di Pisa, Roma e Parigi. Tra i suoi numerosi libri per il Mulino, i più recenti sono: «Donne medievali. Sole, indomite, avventurose» (2021), «A letto nel Medioevo. Come e con chi» (2022) e «Il presepe di San Francesco. Storia del Natale di Greccio» (2023).