La lingua di Dante
di Paola Manni
pp. 256
Il Mulino, 2013
ISBN: 978-88-15-24537-3
in libreria dal 29/08/2013
Con Dante si realizza il predominio del volgare toscano
e, insieme, il declassamento a dialetto di ogni altra parlata italiana.
Nato e formatosi nella Firenze della seconda metà del Duecento, Dante
fu testimone diretto dell’ascesa dell’idioma volgare, che andrà via via
imponendosi a tutti i livelli, negli usi pratici come pure in quelli
letterari. E fu appunto il volgare che egli scelse, legittimò e raffinò
come strumento espressivo nelle sue opere, dalla «Vita nuova» al
«Convivio», alle liriche e alla definitiva consacrazione della
«Commedia». Questo libro traccia un prezioso profilo della lingua
dantesca, di cui vengono illustrate le caratteristiche morfologiche,
lessicali, sintattiche e stilistiche.
Paola Manni insegna Storia della
lingua italiana nell’Università di Firenze. Fra i suoi volumi ricordiamo
una raccolta di «Testi pistoiesi» delle origini (Accademia della
Crusca, 1990) e il recente «Glossario leopardiano» curato con M. Biffi
(Olschki, 2012). Per il Mulino ha pubblicato anche «Il Trecento toscano»
(2003). Dal 2011 è membro dell’Accademia della Crusca, di cui è
vicepresidente.
Nessun commento:
Posta un commento