lunedì 5 agosto 2013

La lingua di Dante

La lingua di Dante
di Paola Manni
pp. 256
Il Mulino, 2013
ISBN: 978-88-15-24537-3
in libreria dal 29/08/2013

Con Dante si realizza il predominio del volgare toscano e, insieme, il declassamento a dialetto di ogni altra parlata italiana. Nato e formatosi nella Firenze della seconda metà del Duecento, Dante fu testimone diretto dell’ascesa dell’idioma volgare, che andrà via via imponendosi a tutti i livelli, negli usi pratici come pure in quelli letterari. E fu appunto il volgare che egli scelse, legittimò e raffinò come strumento espressivo nelle sue opere, dalla «Vita nuova» al «Convivio», alle liriche e alla definitiva consacrazione della «Commedia». Questo libro traccia un prezioso profilo della lingua dantesca, di cui vengono illustrate le caratteristiche morfologiche, lessicali, sintattiche e stilistiche.
Paola Manni  insegna Storia della lingua italiana nell’Università di Firenze. Fra i suoi volumi ricordiamo una raccolta di «Testi pistoiesi» delle origini (Accademia della Crusca, 1990) e il recente «Glossario leopardiano» curato con M. Biffi (Olschki, 2012). Per il Mulino ha pubblicato anche «Il Trecento toscano» (2003). Dal 2011 è membro dell’Accademia della Crusca, di cui è vicepresidente.

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