martedì 28 agosto 2012

La fine del Conquistatore

La fine del Conquistatore
di Elisabetta Vittone
pp. 136, € 12,00
Edizioni R.E.I., 2012
ISBN: 978-88-97362-66-1

Spinto da un bruciante desiderio e sorretto da un’incrollabile determinazione, Guglielmo il Bastardo, Duca di Normandia, con una fulminea vittoria ad Hastings nel 1066 conquista l’Inghilterra. Da quel momento l’isola cambia drammaticamente e l’invasione normanna cancella quasi del tutto ciò che era stato prima. Dopo vent’anni di repressione e sterminio, il 9 settembre 1087, in seguito alle ferite riportate dopo una caduta a cavallo, Guglielmo il Conquistatore muore a Rouen, lasciando il regno nelle mani dei propri figli. Così ci insegna la storia. Cosa non ci narra è per mano di chi Guglielmo fu abbattuto…Vittone Elisabetta è nata a Cuneo il 26 aprile 1974 e risiede in un paese della provincia. E’ laureata in Lingue e Letterature Straniere ed è un’insegnante di lingua inglese. Ha pubblicato nel 2007 “Godric di Holdsword” e nel 2009 “Nelle terre del Nord - Il destino di Godric”. “La fine del Conquistatore” è il suo terzo romanzo ambientato nell’Inghilterra durante la dominazione normanna.
Visita il sito dell'autrice: vittone.jimdo.com.

giovedì 23 agosto 2012

Castel del Piano al tempo di Guido Riccio

Castel del Piano al tempo di Guido Riccio
di Fiora Bonelli, Andrea Brogi, Roberto Corazzi, Marco Farmeschi 
pp. 208, € 25,00
Effegi, 2012
ISBN:978-88-6433-252-9
Queste pagine chiedono attenzione, perché tracciano coraggiosamente i confini “di un’immagine” a dir poco complessa. Non si tratta infatti di aggiungere un elemento di discussione ad un esercizio dialettico fra addetti ai lavori; cosa per altro abbondantemente sfruttata; ma di interpretare un pezzo di storia del nostro territorio sulla scia di un dipinto che ne racconta uno spaccato fondamentale e di documenti d’archivio che ne avvalorano l’interpretazione.
La Città, la Campagna, il Castello rappresentano un filo conduttore che marca profondamente un’appartenenza e un rapporto che determina da sempre sviluppi economici, rapporti sociali, paesaggio. Un pezzo di storia del territorio di Castel del Piano sulla scia di un dipinto che ne racconta uno spaccato fondamentale e di documenti d’archivio che ne avvalorano l’interpretazione.

domenica 5 agosto 2012

Buiakesos, le guardie del Giudice

Buiakesos, le guardie del Giudice
di Vindice Lecis
pp. 288, € 20,00
Edizioni Condaghes, 2012
ISBN: 978-88-7356-196-5

In questo romanzo la Sardegna del Medioevo rivive tra palazzi, monasteri, condaghes e castelli. Una Sardegna partecipe della grande Storia: con le sue leggi, le sue istituzioni, le sue strutture sociali, e inserita nei rapporti tra gli Stati dell´epoca. Una Sardegna dove sovrani, ecclesiastici, soldati, majorales, oppure semplici servi sono protagonisti di vicende appassionanti, ma anche aspre e violente.
Sardegna, 1127. Il giovane Gonario II di Torres è costretto all´esilio non appena designato dalla Corona de logu a governare sul Giudicato del Logudoro al posto del defunto e saggio padre Costantino I.
Fugge, aiutato dal fido consigliere Ithocorr Gambella, per evitare di essere ucciso dai sicari della potente famiglia rivale degli Athen, che non accettano la sua nomina e contestano la politica delle alleanze filo-pisane. La sedizione contro il sovrano legittimo avanza in un crescendo di intrighi, colpi di scena e  atti oscuri.
Il rientro di Gonario, scortato da un contingente pisano, rimette in discussione tutto. Affronta la sommossa a viso aperto e comincia a governare. Ma la Sardegna non è tranquilla, le mire delle potenze pisane e genovesi si fanno pressanti, e a Gonario si oppone l´ambizioso Comita III d´Arborea. Scoppia un´altra guerra tra Stati confinanti.
Ne emerge la figura del capo delle guardie palatine, il maiore de ianna Gosantine Palas, che affronta grandi traversie militari, contrasti personali e complotti inestricabili.
C´è un medioevo, quello sardo, che ha prodotto singolari e originali forme di autogoverno - i giudicati - che fecero la propria parte tra le grandi potenze europee per una lunga epoca (almeno dall´XI al XV secolo): trattarono e combatterono; divennero interlocutori di papi e imperatori; litigarono e strinsero intese con consoli pisani e genovesi, regnanti di Barcellona ed emiri musulmani. I giudici ebbero un ruolo nel Mediterraneo, modellarono una statualità e un corpus di leggi, esercitarono la giustizia ed elessero il sardo a lingua nazionale. 
Vindice Lecis è nato a Sassari nel 1957, giornalista del Gruppo Editoriale ´L´Espresso´ dal 1981. Ha lavorato a ´La Nuova Sardegna´ (capo cronista a Oristano e Sassari) e, come redattore-capo, a ´il Centro´ di Pescara, ´La Provincia Pavese´, ´La Nuova Ferrara´, la ´Gazzetta di Reggio´, inviato regionale in Emilia-Romagna e nazionale all´AGL (Agenzia Giornali Locali).
Romanzi pubblicati: La resa dei conti (Ariostea, 2003); Togliatti deve morire (Robin, 2005); Da una parte della barricata (Robin, 2007); Le pietre di Nur (Robin, 2011); Golpe (Corbo, 2011).
Saggi pubblicati: Un lungo viaggio nella cooperazione ferrarese (PresseWeb, 2007); 1948 la rivoluzione impossibile. Ferrara e l´attentato a Togliatti (2G Edizioni, 2007).

venerdì 3 agosto 2012

Fu vero editto ?

Fu vero editto ? Costantino e il Cristianesimo tra storia e leggenda
di Elena Percivaldi
Ancora Editrice, 2012
Milano, febbraio 313. L'imperatore Costantino e il suo alter ego d'Oriente Licinio si incontrano nella capitale dell'impero per stipulare una grande alleanza: ne scaturirà il celebre Editto di Tolleranza che avrebbe equiparato il Cristianesimo alle altre religioni professate nell'impero, cambiando per sempre la Storia. In cinque agili capitoli l'autrice narra le vicende che portarono alla stesura del documento (a cominciare dal “mistero” legato alla perdita dell'originale), le persecuzioni che investirono la comunità cristiana da Nerone a Diocleziano, la vita di Costantino e i suoi rapporti – a volte ambigui – con il Cristianesimo, forieri di tante leggende sorte sul suo conto nei secoli. L'imperatore rivive gli eventi da protagonista: dalla visione alla vigilia della decisiva battaglia del Ponte Milvio (l'apparizione del monogramma di Cristo con le parole “In hoc signo vinces”) al mito della conversione miracolosa avvenuta grazie all'intervento di papa Silvestro, dalla fondazione di Costantinopoli tra riti e amuleti pagani al rinvenimento della Vera Croce da parte della madre Elena, dalla supposta “donazione” dell'Occidente al Pontefice al battesimo, tardivo, avvenuto sul letto di morte. Il tutto narrato con un linguaggio semplice e accessibile a tutti ma mantenendo sempre un assoluto rigore storico.
Completano il testo cartine e disegni che illustrano e ricostruiscono Milano com'era ai tempi dell'impero (evidenziando anche cosa è rimasto di tanto splendore ancora oggi) e riproducono rappresentazioni iconografiche, oggetti e palazzi legati alla figura dell'imperatore. Chiude il volume una cronologia essenziale.
Elena Percivaldi (1973) è medievista e scrittrice. Membro di diverse associazioni e comitati scientifici di settore (Società Storica Lombarda, Associazione per lo studio delle santità, dei culti e dell'agiografia), collabora con riviste specializzate come Medioevo e Civiltà. Ha pubblicato vari volumi, fra cui "I Celti. Una civiltà europea" (Giunti, 2003, tradotto in tedesco e spagnolo). Ha curato la traduzione dal latino, l'introduzione e il commento del classico medievale "Navigatio Sancti Brendani" (Il Cerchio, 2008), vincitore del Premio Italia Medievale 2009. Per l'Áncora ha pubblicato "I Lombardi che fecero l'impresa. La Lega e il Barbarossa tra storia e leggenda" (2009). Questo è il suo ottavo saggio.

mercoledì 1 agosto 2012

Poesia e musica nel Medioevo

Poesia e musica nel Medioevo
di Luca Andrea Giordano
pp. 264, € 17,00
Aracne, 2012
ISBN: 978-88-548-4745-3

Il legame tra poesia e musica si perde nella notte dei tempi! Paradossalmente è nell'epoca moderna che si avverte la distinzione tra i due generi poiché, nei secoli addietro, essi erano considerati complementari di un meta-linguaggio che favoriva la vibrazione delle corde più profonde del proprio essere. Le composizioni del periodo in analisi — lungi da quel processo di normatizzazione letteraria e musicale che sarebbe stato sancito nei secoli a venire — hanno una funzione pratica più che estetica, sono spesso improvvisate e per buona parte legate alla routine quotidiana. La caratteristica fondante di questa misteriosa sinergia è la trasfigurazione della dimensione semantica fino all'espressione di ciò che è razionalmente inesprimibile. Partendo da tali presupposti, il corpus documentario consultato è stato suddiviso in due sezioni propedeutiche, una storico-letteraria e una teorico-musicale, in modo da fornire gli strumenti teorici minimi atti a cogliere quel processo di antropologizzazione della cultura attraverso la riscoperta delle teorie musicali delle tradizioni antiche, di cui si hanno testimonianze proprio nelle opere letterarie esaminate.
Luca Andrea Giordano compie i suoi studi universitari a Salerno laureandosi in Lingue e letterature straniere moderne nonché in Filologia moderna, e quelli musicali presso i conservatori "Giuseppe Martucci" di Salerno e "S. Pietro a Majella" di Napoli, diplomandosi in Canto lirico, Oboe, Didattica della musica e specializzandosi, con gli ordinamenti accademici, in repertorio operistico e cameristico. Divide la sua attività professionale tra l'insegnamento della musica e delle lingue (curando, in Italia e all'estero, pubblicazioni in ambito musicologico e linguistico, collaborando come interprete e traduttore di inglese e francese così come docente di Inglese presso alcuni conservatori) e l'attività musicale, in ambito nazionale e internazionale, come cantante lirico, oboista e compositore. Dal 1999 è artista del coro presso il teatro comunale "Giuseppe Verdi" di Salerno.