mercoledì 20 novembre 2024

Il sogno di Scipione e la visione di Dante

Il sogno di Scipione e la visione di Dante
di Federico Rossi
premessa di Stefano Carrai
pp. 428; € 30,00
Angelo Longo Editore, 2024
ISBN: 978-88-9350-144-6

La conoscenza dantesca delle opere di Macrobio – Commentarii in Somnium Scipionis e Saturnalia – è ancora oggetto di discussione da parte della critica, nonostante la loro vasta impronta sulla cultura medievale; i possibili punti di contatto tra i due autori, infatti, non sono mai stati discussi in maniera filologicamente fondata. Questo libro si propone di indagare tale influenza alla luce della circolazione manoscritta delle opere macrobiane: lo studio dei testimoni italiani per origine o per circolazione permette di ricostruirne la diffusione e la fruizione; glosse, introduzioni e, talvolta, apparati illustrativi ci informano sulle modalità di lettura di questi testi, che variarono progressivamente nel corso dei secoli. I Commentarii, intesi dapprima come fonte filosofica e astronomica, furono quindi letti come trattazione sulla giustizia; è stato possibile tracciarne la presenza in alcuni specifici contesti, quali la biblioteca del convento fiorentino di Santa Croce e la Padova che raccolse l’eredità di Petrarca. Proprio in base ai concreti segni di lettura portati dai manoscritti si può ricostruire una lettura in parallelo del Somnium Scipionis, sempre accompagnato dal commento di Macrobio, e della Consolatio di Boezio: fu probabilmente questa congiunzione a portare l’opera macrobiana sotto gli occhi di Dante. Diventa quindi possibile sostenere in modo fondato l’influenza dei Commentarii su numerosi luoghi della Commedia, fra cui in particolare l’invettiva di Oderisi (Purg. XI), la profezia di Cacciaguida (Par. XVII) e le due contemplazioni della terra dall’alto (Par. XXII e XXVII). Diversa è la situazione per i Saturnalia, di cui all’epoca di Dante circolavano in Italia soltanto copie parziali, limitate ai libri I-III e VII; in mancanza dei libri centrali dell’opera, che varcarono nuovamente le Alpi solo al tempo di Petrarca, diventava impossibile recepire la trattazione macrobiana sulla poesia di Virgilio, spesso evocata dalla critica in rapporto alla Commedia; il riferimento all’Eneide come sacrum poema inserito in Sat. I risultava inoltre fortemente depotenziato, per cui appare poco probabile che esso sia alla base della definizione dantesca della Commedia come «poema sacro»(Par. XXV, 1). Il volume si chiude con l’edizione di tutti gli accessus ad Macrobium censiti in area italiana fra XI e XIV secolo.

martedì 19 novembre 2024

Ravenna prima di Ravenna

Ravenna prima di Ravenna
Miti e fondazioni di una capitale romana e bizantina
di Giorgio Ravegnani
pp. 168; € 16,00
Salerno Editrice, 2024
ISBN: 9788869738371

Ravenna divenne capitale dell’Impero romano d’Occidente quasi per caso. Nel 402 l’imperatore Onorio decise di trasferirvi la sua corte da Milano, dove si trovava sotto la minaccia dei Visigoti di Alarico. Era ritenuta una città imprendibile, con il mare e le paludi che la proteggevano, e i sovrani non la abbandonarono fino alla caduta dell’Impero, quando l’ultimo imperatore di Roma, Romolo Augustolo, fu deposto proprio a Ravenna dal barbaro Odoacre, che la confermò capitale del suo regno. Teodorico poi la abbellì con splendidi monumenti, ultimo il suo mausoleo. Giustiniano I riconquistò Ravenna nel 540 e da quel momento la presenza dei Bizantini fu stabile per secoli. Si svilupparono ancora le tradizionali espressioni artistiche, con la costruzione tra l’altro della basilica di San Vitale, ornata con i meravigliosi mosaici che raffigurano Giustiniano e Teodora eseguiti negli anni più cruenti del conflitto greco-gotico. Dopo l’invasione dei Longobardi, i Bizantini mantennero la loro presenza in Italia: Ravenna fu sede del governo centrale e vi insediarono verso il 584 un governatore straordinario, l’esarco, in carica fino al 751, quando con la definitiva conquista longobarda della città terminò anche la storia di Ravenna capitale.
Giorgio Ravegnani Ha insegnato Storia dell’Italia bizantina all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi libri piú recenti ricordiamo: Bisanzio e l’Occidente medievale (Bologna 2019); L’età di Giustiniano (Roma 2019). Per la Salerno Editrice ha pubblicato Teodora (2017), Ezio (2018), Venezia prima di Venezia. Mito e fondazione della città lagunare (2020).

lunedì 18 novembre 2024

Saladino

Saladino
di Claudio Lo Jacono
pp. 272; € 24,00
Salerno Editrice, 2024
ISBN: 9788869738364
 
Il Sultano curdo Salah ad-Din Yusuf, chiamato in Occidente Saladino, è il protagonista principale della guerra tra crociati e musulmani, raccontata nel libro fino alla conclusione della Terza crociata e all’improvvisa morte di Saladino. L’autore ripercorre il lungo conflitto che vide come coprotagonisti Bizantini, cristiani europei e turchi Selgiuchidi sullo scenario medio-orientale, i cui riflessi si possono cogliere ancora oggi.
Claudio Lo Jacono è professore ordinario di Storia del Vicino Oriente islamico all’Università di Napoli “L’Orientale” e presidente dell’Istituto per l’Oriente “Carlo Alfonso Nallino”. È stato direttore della rivista “Oriente Moderno”. Ha pubblicato i suoi libri sull’Islam classico con Einaudi, Laterza, Giunti.

domenica 17 novembre 2024

Storia di venezia

Storia di Venezia
Dalle origini al 1400
di John Julius Norwich
Traduzione dall'inglese di Aldo Sparagni 
pp. 560; € 17,00
Sellerio editore Palermo, 2024
EAN: 9788838947247

Torna in libreria uno dei libri più amati di John Julius Norwich, Storia di Venezia, di cui pubblichiamo il primo volume che narra la storia di questa straordinaria città dalla sua fondazione nel quinto secolo al 1400. Un’opera esauriente, ricca di fonti, ben documentata, scritta con la consueta gioia narrativa che i lettori di Norwich hanno amato nei suoi precedenti libri.

«A Venezia più che in qualsiasi altro luogo al mondo il tutto è più grande della somma delle singole parti». Con questa premessa, lo storico J.J. Norwich invita a leggere il suo racconto della magnifica città di Rialto (in questo primo volume, dalla controversa fondazione fino all’età d’oro) partendo dall’immediato incanto che Venezia imprime in quanto tutto unitario, completa realizzazione dei secoli. Una storia in cui ogni evento è coniugato con il suo spazio, una chiesa, un monumento, un simbolo d’arte. La cui cifra è quella di un’impressione di grandezza, di laboriosa resistenza fatta di opere oltre che di armi, di novità nella forma istituzionale e nel rapporto dei cittadini con il potere.
Quali i caratteri fondativi di questa unicità? La Repubblica di Venezia seppe restare veramente indipendente e ferma in se stessa per più di mille anni, più di qualsiasi altro governo. I suoi cittadini mantennero sempre il sospetto, «una fobia per il più tenue sintomo di culto della personalità». Si tenne impermeabile alle correnti epocali che potessero minacciare il suo ordine repubblicano, immune dall’«incubo delle confuse lotte politiche dell’Italia medievale». E «rimase apparentemente estranea al sistema feudale». Imbevuta ben presto di un senso basilare di equilibrio nella forma di governo.
La ricostruzione corre tra dogi, fatti bellici, organizzazione civica, espansione urbanistica, opere d’arte cittadine, artisti, innovazioni economiche. La prosa è garbata e piana come una colta conversazione.
Norwich precisa sempre che il suo modo di fare storia non è erudito e non ha la pretesa di uno studio accademico. Ma questa rinuncia non è un abbandono della saggezza dello studioso che evita di scadere nel romanzesco, nel sensazionalismo, nella banalizzazione. Così Norwich ha inventato una storiografia che si fa racconto, sempre ricca di documenti e competente, capace quindi di rendere familiare a ognuno la cultura del passato, il metodo rigoroso di comprendere gli eventi, la visione storica della realtà.
John Julius Norwich, visconte di Norwich (il suo vero nome era John Julius Cooper, 1929-2018), lasciato il corpo diplomatico per dedicarsi alla scrittura, è stato storico, curatore di mostre, autore di molti documentari per radio e tv, e ha presieduto diverse associazioni di beneficenza e di difesa del patrimonio artistico. Ha scritto decine di libri di storia, occupandosi, oltre che di Normanni e di Sicilia, di Venezia, dell’Impero bizantino. Questa casa editrice ha pubblicato Breve storia della Sicilia (2018), Il Mare di Mezzo. Una storia del Mediterraneo (2020), I normanni nel Sud. 1016-1130 (2021), Il regno nel sole. 1130-1194 (2022) e Storia di Venezia. Dalle origini al 1400 (2024).

sabato 16 novembre 2024

Il Digesto, il Codice di Giustiniano e la loro tradizione manoscritta

Il Digesto, il Codice di Giustiniano e la loro tradizione manoscritta
a cura di Nicoletta Giovè Marchioli, Paola Lambrini e Mattia Milani
pp. 374; € 49,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2024
ISBN: 9791254697313

Il volume raccoglie gli atti di un convegno patavino svoltosi nel 2021 nell’ambito del progetto di ricerca For.Ma. - The Forgotten Manuscripts. Il progetto, avviato dall’Università di Padova, aveva tra i suoi obiettivi quello di riportare al centro dell’attenzione due codici del XII secolo che custodiscono alcune parti del Codice e del Digesto di Giustiniano.

Si tratta di materiali di fondamentale importanza, non solo per lo studio del diritto del nostro passato, ma anche per la ricostruzione della storia della città di Padova e della sua Università, in quanto testimoni diretti e tangibili dell’attività di docenti e discepoli nei primi tempi dello Studium generale. I contributi qui raccolti li esaminano in una pluralità di prospettive differenti, a seconda delle competenze e delle sensibilità dei diversi autori, o percorrono sentieri di indagine che da quei codici si irradiano, rivelando così la ricchezza di informazioni e di spunti che essi sono tuttora in grado di offrire.
Paola Lambrini insegna Istituzioni di diritto romano e Fondamenti e svolgimenti della scienza giuridica europea presso l’Università di Padova.
Mattia Milani insegna Diritto romano presso l’Università di Foggia.
Nicoletta Giovè Marchioli insegna Paleografia latina e Codicologia presso l’Università di Padova. Membro del CIPL - Comité International de Paléographie Latine e presidente dell’AIMD - Associazione Italiana Manoscritti Datati, si occupa fra l’altro della catalogazione dei manoscritti medievali, della cultura scritta in ambito minoritico e della fisionomia degli scriventi fra alto e basso medioevo, anche in una prospettiva di genere.

venerdì 15 novembre 2024

Regimi di cittadinanza nell’Italia comunale

Regimi di cittadinanza nell’Italia comunale
di Massimo Vallerani
pp. 340; € 25,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2024
ISBN: 9791254696729

Nelle città medievali abitare o nascere in un luogo non fanno diventare le persone dei cittadini e non garantiscono l’assegnazione di diritti civici in via definitiva. Diventare cittadini resta un lavoro faticoso, una condizione temporanea da mantenere con azioni ripetute nel tempo che mostrano la volontà di essere civis (abitare, pagare le tasse, militare nell’esercito, lavorare). In questa concezione dinamica e attiva di cittadinanza, non tutti avevano le stesse risorse.Tra Duecento e Quattrocento si affermano regimi diversi di cittadinanza, graduati secondo la possibilità o meno di partecipare alla vita politica.

Questo libro ricostruisce la lenta trasformazione della civilitas da sistema di controllo dell’appartenenza a filtro selettivo di élites politiche riprodotte per via familiare.
La divisione della cittadinanza in sfere di diritti differenziati aiuta a comprendere le complesse dinamiche di inclusione e di esclusione che ancora oggi caratterizzano il mondo contemporaneo.
Massimo Vallerani insegna storia medievale all’università di Torino. Ha studiato i sistemi politici e giudiziari di età comunale (Medieval public justice, 2012), e coordinato ricerche sui poteri eccettuativi nel basso medioevo (Sistemi di eccezione, 2009), le relazioni tra fiscalità e cittadinanza (Valore delle cose e valore delle persone, 2018) e in generale le forme di appartenenza alla città. Ha pubblicato il manuale Storia medievale, con Luigi Provero, nel 2022. È membro della direzione di «Quaderni storici» e direttore de «L’Indice dei libri del mese».

giovedì 14 novembre 2024

Eretici a Milano

Eretici a Milano
Quando la gente cominciò a voler dire la sua
di Paolo Golinelli
pp. 212; € 18,00
Ugo Mursia Editore, 2024
EAN: 9788842566960

«Se tu fossi passato per la città in quei giorni, non avresti udito parlare d’altro che di questa contesa: da una parte coloro che giustificavano la simonia, dall’altra quelli che la condannavano fermamente. La città intera era presa e sconvolta da questa lotta.»

«È necessario che anche le eresie ci siano» (I Cor. XI, 19). Partendo da questa frase di san Paolo, si ripercorrono i movimenti religiosi che interessarono l’Europa nel secolo dell’anno Mille. Si trattò di un risveglio delle coscienze che coinvolse gruppi sempre più numerosi di persone, che per la prima volta presero posizione contro la Chiesa feudale e un clero ritenuto indegno del ministero che professava. Questo è particolarmente evidente in Milano, una città in piena crescita economica e politica, dove si manifestò il movimento della Pataria, che fu il segno più palese di una nuova autoconsapevolezza delle persone, foriera di conseguenze per i secoli che seguirono. L’essere “eretici” è per l’Autore la base per migliorare la società, con il non conformismo, la partecipazione e le scelte consapevoli.
Paolo Golinelli, già professore ordinario di Storia Medievale all’Università degli Studi di Verona, si occupa principalmente dei rapporti tra religione e società nel Medioevo. Con Mursia ha pubblicato: Matilde e i Canossa (2004), Celestino V (2007), Il Medioevo degli increduli (2009), Medioevo Romantico (2011), Terremoti in Val Padana (2012), Un millennio fa. Storia globale del pieno Medioevo (2015), Breve storia di Matilde di Canossa (2015) e Santi e culti dell’anno Mille (2017).

mercoledì 13 novembre 2024

Inventarsi Rugiero

Inventarsi Rugiero
Genealogie estensi
di Roberto Galbiati
pp. 144; € 16,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Carocci, 2024
ISBN: 9788829027484

Le genealogie estensi dell’Inamoramento de Orlando e dell’Orlando furioso non godono di buona fama: i lettori spesso le saltano e i critici, a partire da Pio Rajna, tendono a trascurarle. Eppure senza queste ottave non ci sarebbe Rugiero, il mitico fondatore di casa d’Este. Come nacque il personaggio? In che modo Boiardo e Ariosto lo inserirono nella linea dinastica estense? Per rispondere a queste domande, il volume ricostruisce le conoscenze genealogiche degli Este tra Quattro e Cinquecento ricorrendo anche a testi e documenti inediti, come l’albero genealogico realizzato dal domenicano Bartolomeo da Ferrara nel 1426. La figura di Rugiero rappresentò per i due poeti una difficile sfida, perché la sua presenza li costrinse a confrontarsi con il modello dell’epica virgiliana. Dopo la genealogia estense Boiardo cercò di trasformare l’Inamoramento de Orlando in un poema anche epico-dinastico. L’operazione non gli riuscì – e non poteva riuscirgli. Riuscirà, invece, di lì a pochi anni ad Ariosto.
Roberto Galbiati Insegna Letteratura italiana all’Università di Torino.

martedì 12 novembre 2024

Paesaggi insediativi, economici e sociali nella Sardegna basso-medievale

Paesaggi insediativi, economici e sociali nella Sardegna basso-medievale
di Pinuccia F. Simbula, Alessandro Boddu
pp. 340; € 38,00 (Acqusta online con il 5% di sconto)
Carocci, 2024
ISBN: 9788829027675

Il volume esplora l’organizzazione del territorio e le dinamiche sociali e produttive nella Sardegna rurale e urbana dei secoli XI-XV. Si tratta di casi di studio, di tessere esemplificative dell’evoluzione della società e dell’economia isolana. Un percorso meno lineare di quanto spesso prospettato da schemi storiografici calati aprioristicamente su una realtà articolata, con molte sfumature istituzionali e politiche al proprio interno. Fortemente sollecitata dai fattori esterni che interagiscono con il mondo locale, l’isola assimila, elabora e adegua i modelli con i quali entra in contatto, con traiettorie ed esiti disomogenei. Le riflessioni sugli assetti economici e insediativi, sulle gerarchie sociali e sui molteplici attori si snodano tra inquadramenti generali e microanalisi del territorio e della configurazione della società, dalle forme di organizzazione del potere alle reti di relazioni politico-istituzionali e commerciali che vi si intrecciano nel lungo arco cronologico sul quale i saggi si soffermano. Il libro, utile come strumento didattico per gli studenti, è rivolto anche a chi intenda approfondire la conoscenza del Medioevo sardo.
Pinuccia F. Simbula Insegna Storia medievale nel Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università degli Studi di Sassari.
Alessandro Soddu Insegna Storia medievale nel Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università degli Studi di Sassari.

lunedì 11 novembre 2024

I corzetti

I corzetti
di Chiara Parente
pp. 120; € 16,00
Epokè, 2024
ISBN: 978-88-31327-91-6
 
Alcune varietà di pasta hanno superato indenni secoli e secoli di contaminazioni gastronomiche, grandi scoperte, accordi mercantili, avvenimenti politici, varcando con nonchalance i confini della regione d’origine e giungendo alle nostre tavole. I corzetti non sono celebri come le lasagne o gli spaghetti, ma la loro storia è proprio così: plurisecolare, contesa e incredibilmente ingarbugliata.

Una pasta unica caratterizzata dal fatto di essere “stampata” con stemmi araldici e non solo.
Gli storici considerano i corzetti un arcaico patrimonio culinario da salvaguardare, gli chef un’interessante proposta gastronomica legata al territorio… a tutti non resta che apprezzarne il gusto e l’estetica, traendone le opportune conclusioni, che si tratti di giudizi pubblicati su riviste specializzate o postati sui social insieme a foto accattivanti.
Nel suo nuovo libro, Chiara Parente ci offre un’incastro perfetto tra storia e cucina. Racconta le vicende dei corzetti partendo da Federico II di Svevia, passando dai ricettari delle corti genovesi tra sette e ottocento, per arrivare ai laboratori artigiani che ancora oggi tramandano la tradizione dei preziosi stampi. Contemporaneamente però, offre a chi si voglia cimentare ai fornelli una grande varietà di ricette.
Chiara Parente è nata nel 1971 a Tortona e vive a Castelnuovo Scrivia con il marito Alberto, i cani Black e Rachel e i mici Paloma e Marvin. Collabora come giornalista freelance in diverse riviste di viaggi e turismo, tra cui dal 2001 «Medioevo. Un passato da riscoprire» (De Agostini My Way Media) e «Meer» e insegna lettere nella Scuola Secondaria di secondo grado.