Archeologia dei Monasteri in Lunigiana
Documenti e cultura materiale dalle origini al XII secolo
di Massimo Dadà
pp. 192, € 22,00
Pisa University Press, 2013
ISBN: 9788867410347
Il
volume affronta lo studio archeologico e storico del fenomeno monastico
nel territorio della diocesi medievale di Luni, dalle origini al XII
secolo. La Lunigiana è una terra di confine che raccoglie al suo interno
un'incredibile varietà geografica: dalle scogliere ripide ed
inaccessibili della Cinque Terre ai contrafforti dell'Appennino, dalle
coste sabbiose della riviera lunense fino alle severe vette rocciose
delle Alpi Apuane, dal golfo della Spezia alle vallate della Magra e del
Vara.
Una
regione storica che nella viabilità terrestre, dalla via di Monte
Bardone alla via Francigena, ed in quella marittima, dal porto di Luni a
quello di Portovenere, ha sempre trovato un proprio carattere
identitario. Per questo alcuni capitoli rendono conto anche dei primi
risultati di una ricerca sulle strade medievali tra Lunigiana orientale
ed Appennino reggiano.
Dopo
una breve introduzione sull'archeologia dei monasteri in Italia e in
Europa ed un ampio inquadramento storico della diocesi di Luni nel
Medioevo, l'autore ci guida attraverso la ricostruzione della storia di
ogni singolo monastero, con il ritorno ai documenti archivistici e
l'analisi della loro cultura materiale. Una realtà che si manifesta
particolarmente ricca ed al tempo stesso ampiamente sconosciuta, dai
precoci monasteri tardo-antichi a Luni e Portovenere, a cui si affianca
il fenomeno dell'eremitismo insulare e costiero, ai cenobi longobardi
spesso indiziati di fondazione regia, all'ondata dell'XI secolo tra
vescovo-conte e famiglie signorili volte all'affermazione del proprio
potere. Monasteri la cui realtà materiale è indagata con la lettura
stratigrafica delle murature, l'analisi delle planimetrie,
l'individuazione delle principali tecniche murarie, la puntuale disamina
degli interventi archeologici che li hanno variamente interessati nel
tempo, e per San Michele Arcangelo di Monte dei Bianchi una più
dettagliata presentazione dei dati dello scavo archeologico di cui
l'autore stesso è stato direttore tecnico. Particolare attenzione è
posta nella ricostruzione delle differenti fasi del sito, con il fine di
determinare una sequenza, una cronologia relativa, che possa in modo
più razionale e scientifico confermare o smentire le tradizionali
datazioni ed interpretazioni proposte in passato. Operazione che riserva
non poche sorprese, dalla “scoperta” del monastero di San Pietro a Luni
all'identificazione delle strutture del monastero appenninico di
Linari.
Dopo
aver messo a confronto tutti gli enti monastici, l'autore cerca di
individuare le dinamiche politiche delle fondazioni, le evoluzioni
planimetriche, i contatti commerciali, le proprietà fondiarie, il
rapporto con la viabilità e con i castelli, proponendo infine un modello
per il monachesimo medievale in Lunigiana.
Massimo Dadà (1976), laureato in Archeologia
Medievale all'Università Ca' Foscari di Venezia, è Dottore di Ricerca in
Archeologia. Presso l'Università di Pisa è stato Assegnista di Ricerca,
coordinando un progetto sulla viabilità medievale nell'Appennino
Tosco-Emiliano, ed è attualmente cultore della materia in Metodologia
della Ricerca Archeologica. Ha partecipato e diretto scavi in molti siti archeologici, tra cui diversi monasteri medievali, e è autore di numerosi contributi sulla Toscana e la Liguria in età medievale e moderna.
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