Le erbe delle streghe nel Medioevo
di Rossella Omicciolo Valentini
pp. 176, € 15,00
Penne & Papiri, 2013
ISBN: 978-8889336410
«Dalla pubblicazione nel 1862 della Sourcière di Jules Michelet e
soprattutto all'indomani della rivalutazione di questo studioso
"anomalo", che conobbe una lunga fase di oscuramento in età positivista,
ci si è spogliati, benché faticosamente e peraltro non del tutto, dallo
stereotipo che vedeva la strega come una figura inquietante e
ingombrante, dedita a pratiche malefiche, strumento del demonio. [...]
Nella riabilitazione di questa figura al primo posto emerge lo studio
delle erbe, che sono patrimonio dell'universo femminile, ma in
particolare delle streghe, con le quali le donne sono state spesso
identificate, se non altro perché dal peccato della mela in poi hanno
detenuto il patrimonio domestico del cibo e della cura del corpo,
dall'atto del concepimento all'ultimo addio. Ne è derivato, anche se non
di rado distorto e dozzinale, il successo editoriale che in tempi
recenti hanno avuto e continuano a detenere le opere della medichessa
bizantina Metrodora, della magistra salernitana Trotula de Ruggiero,
della profetessa renana Ildegarde di Bingen: tutte protese ad una
gioiosa rivalutazione del corpo, sia maschile che femminile. Si tratta
di un potere strategico ed immenso che ha creato tra uomo e donna una
sorta di "attrazione armata", tra i cui risultati più drammatici va
appunto annoverata la caccia alle streghe.» (Bruno Andreolli).
Rossella Omicciolo Valentini collabora da
anni con “Cronache Medievali”, periodico di studi
medievali, con due rubriche fisse: “In taberna”
(cucina medievale) e “Il giardino dei semplici”
(erboristeria medievale). Da tempo fa parte della
L.A.R.T.I. ( Libera Associazione Ricercatori
Templari Italiani).
È
autrice del volume “Mangiare
medievale”, pubblicato da Edizioni Penne & Papiri (2005).
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