martedì 25 febbraio 2014

Pietro Cavallini. Napoli prima di Giotto

Pietro Cavallini. Napoli prima di Giotto
di Pierluigi Leone de Castris
pp. 205, € 60,00
Arte'm, 2013
ISBN: 978-88-569-0354-6

Prima di Giotto e Simone Martini, tra Due e Trecento, Pietro Cavallini è il pioniere di un'apertura convinta all'arte nuova dell'Italia centrale che, nel passaggio di secolo, andava sempre più a caratterizzare le scelte figurative del meridione angioino. L'artista romano giunge alla corte degli Angiò nel 1308, durante il regno di Carlo II e Maria d'Ungheria: i cicli a fresco della Cappella di Sant'Aspreno in Duomo e della Cappella Brancaccio in San Domenico Maggiore aiutano a comprendere come il suo stile si evolva in direzione di un senso dello spazio più moderno e veridico, in un confronto sempre più ravvicinato con Giotto. La qualità altissima di questi affreschi, la nascita in città di un vero e proprio gusto 'cavalliniano', l'imponente cantiere della decorazione murale della chiesa di Donnaregina, forse progettata dallo stesso Cavallini ma realizzata negli anni a seguire da suoi collaboratori, e ancora l'attività fra Roma e Napoli del suo seguace Lello da Orvieto, danno testimonianza del ruolo centrale dell'artista per la civiltà figurativa meridionale e la diffusione della nuova arte trecentesca italiana in una più vasta dimensione mediterranea ed europea.
Pierluigi Leone de Castris, nato a Bari il 26 gennaio 1955, si è laureato nel ‘77 a Napoli.
È stato direttore storico dell’arte alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Campania.
In seguito è passato a Soprintendenza di Napoli per la quale ha curato il riallestimento e i cataloghi dei dipinti antichi del Museo di Capodimonte e aperto altri musei, tra cui il Civico di Castel Nuovo a Napoli (1990). Ha seguito sotto il profilo scientifico numerose mostre in Europa e negli Stati Uniti. Dal 2001 è professore a contratto di Storia della critica d’arte, e dall’aprile 2004 professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Alla produzione scientifica di carattere saggistico su temi d’arte italiana fra Medioevo e Rinascimento si affianca quella di carattere museografico e catalogico.
Molti sono inoltre i suoi contributi nel settore delle “arti applicate”, in particolar modo della miniatura, del disegno, dell’oreficeria e dello smalto. Dal 2008 è presidente della Consulta Universitaria Nazionale degli Storici dell’Arte.

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