mercoledì 24 aprile 2024

Bari nella Puglia bizantina

Bari nella Puglia bizantina
Le Basiliche dei Grandi Santi Gregorio Nicola Sabino
di Giovanni Bellomo
pp. 364; € 37,50 (Acquista online con lo sconto del 5%)
EBS Print, 2024
ISBN: 979-12-5585-349-7

Un singolare saggio storico di arte ed architettura potrebbe ambire a far emergere dal fondo di una decina di secoli tre notevoli basiliche di Bari, a ripulirle dalla patina formatasi ed a mostrarle ad un pubblico del XXI secolo più aperto ad una visione culturale che vada ben oltre il semplice aspetto turistico? Ardimentoso regista del tentativo è Giovanni Bellomo. Da docente e biologo ha ben saputo trasferire tutta la passione professionale di ricerca scientifica in un ambito culturale storico d’arte ed architettura, a prima vista ed a torto a lui non confacente, con strumenti nuovi come la rete Internet, il riuso di antiche unità di misura dimenticate, l’archeoastronomia e il simbolismo cristiano riscoperto. Il lettore resterà sorpreso e coinvolto come spettatore di uno scenario tornato a risplendere degli antichi colori attraverso immagini fotografiche talvolta inusuali o sconosciute. Le tre basiliche, come navi all’insegna dei loro grandiosi santi Gregorio, Nicola e Sabino, salpando da un meraviglioso porto bizantino, riprendono a navigare verso il futuro. Uno straordinario viaggio con varie soste, tra abbaglianti conoscenze e inattese emozioni come nelle “Teofanie solstiziali estive”, che aspettano il lettore che vorrà intraprendere l’inconsueta crociera dal libro proposta.
Giovanni Bellomo nasce nel secondo dopoguerra a Casamassima, in una stanza al piano nobile di una palazzina ottocentesca liberata da sfollati baresi, dove ritornerà a fine anni ‘50 quando l’edificio sarà adibito a Scuola Media Inferiore. Negli studi al Liceo Classico D. Morea di Conversano conosce le Scienze Naturali e la Storia dell’Arte. Seguirà l’iscrizione a Scienze Biologiche presso l’Università di Bari. Gli si aprono gli occhi e la mente. Le conoscenze scientifiche lo stimolano e lo soddisfano. Aveva scelto bene. Nei laboratori dell’Istituto di Biochimica apprende le prime tecniche di Analisi. Volontario nel Laboratorio di Analisi dell’Ospedale Di Venere, acquista in Concorso l’Idoneità di Biologo Analista. Dopo il Servizio Militare a Torino, frequenta a Milano un corso formativo come Collaboratore Scientifico per conto della Biochemia - Boehringer Mannheim. Diventerà responsabile della promozione e cura di prodotti diagnostici nei Laboratori di Analisi pubblici e privati della Puglia. Passato all’Insegnamento di Chimica e Biologia negli Istituti Superiori, apre e dirige da biologo un Laboratorio di Analisi Cliniche a Casamassima. Alla famiglia e ai viaggi in Europa alternerà l’impegno sociale come Presidente della Pro Loco dal 1994 al 2008 nel paese natale. Per alcuni anni sarà anche Vice Presidente regionale UNPLI. La notorietà era stata favorita dalla pubblicazione di un testo di Storia Locale nel 1991 “Le strade storiche di Casamassima”, in cui si coniugavano ricerca scientifica, statistica, ricerca storica documentale e riferimenti alla Storia dell’Architettura. A cura della Pro Loco sarà rinnovata “La Pentolaccia” e innovati “Il Balcone Fiorito nel Borgo Antico” e “il Corteo Storico di Corrado IV di Svevia”. Da diversi anni è componente del Consiglio direttivo dell’Archeoclub “Italo Rizzi” di Bari.

martedì 23 aprile 2024

La montagna e i principi

La montagna e i principi
Corti delle Alpi occidentali tra XIII e XV secolo: strutture territoriali, insediamento, architettura
di Enrico Lusso
pp. 748; € 70,00
Bonanno Editore, 2023
ISBN: 978-88-6318-234-5

Il volume, inserendosi in una consolidata tradizione di studi, indaga le dinamiche bassomedievali di formazione e assestamento dei maggiori principati sviluppati a cavallo del settore meridionale delle Alpi occidentali, ovvero la contea di Savoia (con il principato subalpino dei Savoia-Acaia), il marchesato di Saluzzo, il Delfinato e la contea di Provenza. Si tratta di corpi geopolitici che trovavano la propria ragione e si sublimavano, da un lato, nella figura del dominus che li reggeva e, dall’altro, nel territorio su cui egli estendeva il proprio dominio. Un territorio che, per la sua stessa natura alpina, presenta interessanti specificità, riconducibili al fatto di essere stato ritenuto – spesso semplicisticamente, soprattutto in riferimento ai secoli indagati – spazio periferico e di “frontiera”. Di certo i vari principati, seppure in modi e con esiti differenziati, conobbero una significativa accelerazione verso assetti più “moderni” e organizzati a partire dai decenni finali del XIII secolo. Se le cause possono apparire eterogenee, gli effetti di medio periodo furono convergenti e innescarono quei processi che, in capo a due secoli circa, avrebbero dato origine a ciò che oggi definiamo “stati”. I temi affrontati nello studio sono essenzialmente tre, corrispondenti ad altrettanti livelli di approfondimento. Punto di partenza è l’analisi del territorio, con le sue varie strutture e articolazioni insediative; quindi, si individuano i principali centri di frequentazione delle corti, di cui si ripercorrono assetti e organizzazione; infine, l’attenzione si concentra alla scala architettonica, indagando linee di committenza, modelli formali e logiche funzionali delle residenze che ospitarono con maggiore assiduità i principi e i loro entourage.
Enrico Lusso, dottore di ricerca in Storia e critica dei beni architettonici e ambientali, è professore associato di Storia dell’architettura presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Torino. Attualmente ricopre la carica di presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli. Tra le pubblicazioni principali si ricordano i volumi Forme dell’insediamento e dell’architettura nel basso medioevo (La Morra 2010), Domus hospitales. Ricoveri per viandanti e poveri nei territori subalpini (Torino 2010), La torre di Masio. Un contributo allo studio dei borghi di fondazione fortificati nell’Italia nord-occidentale (Alessandria 2013). È inoltre coautore, con Francesco Panero, del volume Castelli e borghi nel Piemonte bassomedievale (Alessandria 2008). Numerosi, infine, i suoi contributi in volumi e riviste scientifiche.

lunedì 22 aprile 2024

L'acqua e il diritto: la gestione dell'acqua nell'ordinamento statutario dell'Italia comunale

L'acqua e il diritto: la gestione dell'acqua nell'ordinamento statutario dell'Italia comunale
di Francesco Salvestrini
pp. 178; € 38,00 (Open access PDF / EBook clicca qui !)
Archeopress, 2024
ISBN: 9781803277363

Il volume offre un’ampia panoramica, estesa a gran parte del territorio italiano e condotta in una dimensione comparativa, del rapporto esistente tra insediamenti umani e gestione delle acque nell’Italia della tarda età comunale, privilegiando la prospettiva della fonte legislativa (statuti di comunità cittadine e rurali, di associazioni, di enti e di consorzi). Questa, infatti, è l’unica prospettiva che appare in grado di coprire, con riferimento a tipologie documentarie relativamente omogenee, ambiti territoriali molto ampi e diversificati. Inoltre, il testo si inserisce in un dibattito storiografico alimentato da recenti pubblicazioni circa l’impiego dell’acqua nei centri urbani e nelle campagne, evidenziando una netta distinzione tra Italia continentale o padana e Italia peninsulare-insulare. In questo senso il libro adotta una nuova prospettiva di analisi e lo fa attraverso la lettura parallela di testimonianze legislative e realizzazioni architettoniche di committenza pubblica, come ponti, fontane, acquedotti e canali, intesi come espressione monumentale del potere politico. Infine il libro si occupa del problema delle acque reflue e della salute pubblica connessa all’uso dell’elemento, sottolineando l’assenza, per i secoli XIII-XIV, di una prospettiva ‘igienico-sanitaria’ a vantaggio di una più ampia tutela del decoro, implicante una concezione non solo fisica ma anche ‘morale’ dell’acqua presso i legislatori e la più vasta società del periodo.
Francesco Siavestrini insegna Storia Medievale all’Università di Firenze. Si occupa di storia del monachesimo benedettino, segnatamente vallombrosano, camaldolese e cistercense, con particolare attenzione alla storia delle istituzioni ecclesiastiche, ma ha dedicato lavori anche allo studio del rapporto fra insediamenti umani ed aree boschive e fluviali, alla storia della storiografia e dell’erudizione nella Toscana d’Ancien Régime, alla normativa delle città comunali italiane. Fra le sue monografie si segnala: Libera città su fiume regale. Firenze e l’Arno dall’Antichità al Quattrocento, Firenze, 2005; Disciplina caritatis. Il monachesimo vallombrosano tra medioevo e prima età moderna, Roma, 2008; Il carisma della magnificenza. L’abate vallombrosano Biagio Milanesi e la tradizione benedettina nell’Italia del Rinascimento, Roma, 2017. Studi sulle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana, vol. 6. - (settembre 2020).

L’architettura romanica vallombrosana in Toscana

L’architettura romanica vallombrosana in Toscana
di Italo Moretti
a cura di Fabio Gabrielli, Alberto Malvolti, Giuliano Pinto
pp. 624; € 60,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Pacini Editore, 2024
ISBN: 979-12-5486-346-6

«Il volume che qui si presenta è il frutto di tanti anni di lavoro su testi e documenti, nonché di ricerca sul campo, che Italo Moretti, scomparso nell’aprile del 2022, non è riuscito a vedere a stampa, e che i curatori, legati a lui da stretti vincoli di amicizia – e nel caso di Fabio Gabbrielli anche da rapporti di discepolato – si sono sentiti in dovere di portare a conclusione. In Moretti la passione per la storia dell’architettura medievale era iniziata ancor prima della laurea in Lettere discussa nel 1976 a Firenze con una tesi su L’architettura romanica religiosa nell’antico territorio di Siena, relatore Roberto Salvini. Già allora egli vantava numerosi studi pubblicati a partire dai primi anni Settanta, e fu grazie a questi lavori che nel 1979 ottenne l’incarico di Storia dell’urbanistica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena, dove nel 1985 divenne professore associato di Storia dell’Architettura, cattedra tenuta sino al pensionamento nel 2007. Nei quasi tre decenni di insegnamento universitario Moretti ha tenuto a Siena – o come professore supplente a Firenze – anche corsi di Storia della città e del territorio e di Architettura del paesaggio, intitolazioni che danno conto dell’ampiezza dei suoi interessi…» (I Curatori)
Fabio Gabrielli è Ricercatore a tempo indeterminato in Storia dell'architettura presso l'Università di Siena (dal 2005).
Giuliano Pinto è professore emerito di Storia medievale nell’Università di Firenze. I suoi studi hanno per oggetto prevalente la società italiana del basso Medioevo, con particolare attenzione agli aspetti economici, all’evoluzione demografica, ai rapporti tra città e territorio.

domenica 21 aprile 2024

Normanni, benedettini e templari nella valle del Simeto

Normanni, benedettini e templari nella valle del Simeto
Un’indagine tra Mito e Storia
di Massimo Scalisi
pp. 272; € 19,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Algra Editore, 2024
ISBN: 978-88-9341-724-2 

“Nella Sicilia orientale, a partire dal regno di Ruggero II si assiste al proliferare di un gran numero di frati e monaci, in particolare, cluniacensi, ospedalieri, cistercensi e templari. La presenza di questi ultimi sarà particolarmente intensa durante il regno di Guglielmo II di Altavilla.”

Tra il fiume Simeto e il vulcano Etna compaiono storie, misteri, miti e leggende che ripercorrono le tappe più importanti del passato della Sicilia. In particolare, le relazioni dell’ordine del Tempio con i principi normanni e con il monachesimo benedettino della Sicilia orientale segnano l’importanza strategica di questa terra nell’itinerario medievale dei pellegrinaggi e dei commerci che raggiungeva le rotte marittime del Mediterraneo e la Terra Santa.
Massimo Scalisi, laureato in Scienze Politiche, indirizzo storico-politico, presso l’Università degli Studi di Catania, ha conseguito una specializzazione in “Conservazione dei Beni Culturali ed Archeologici”, presso l’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, e un Master in Islamistica, presso l’“Istituto Universitario Orientale” di Napoli. Ha pubblicato nel 2018, per Officina della Stampa di Catania, I templari e l’ordine monastico di Santa Maria della Valle di Josaphat. Alla ricerca delle origini dei Poveri Cavalieri di Cristo.

sabato 20 aprile 2024

La cattedrale di Gerace

La cattedrale di Gerace
L’impronta ottoniana tra Bizantini e Normanni nell’Italia meridionale
di Attilio M. Spanò
pp. 280; € 30,00
Gagemi Editore, 2024
ISBN: 9788849250930

La cattedrale di Gerace è uno dei monumenti più conosciuti e meno studiati della Calabria. Al di là della sua evidenza materiale, la grande basilica è sempre stata considerata normanna e testimone di quella campagna costruttiva volta alla sostituzione dell’elemento bizantino con quello occidentale. Questo studio interviene, invece, direttamente sull’edificio, ne analizza la sua consistenza fisica, leggendola tra le pieghe delle stratificazioni storiche e architettoniche, esulando dalla precarietà delle fonti, prendendo le distanze da una storiografia spesso superficiale, per individuare la sua personalità e, necessariamente, la sua cultura di appartenenza. La monumentale cattedrale, così come si pone in antitesi all’architettura bizantina, allo stesso modo non ripete forme francesizzanti di origine normanna. Inoltre non si prefigge lo scopo di annientare e distruggere la realtà locrese-bizantina, che già dall’VIII secolo, permette lo sviluppo del castrum di Gerace, ma piuttosto la rispetta e la esalta, come testimone di una fede antica e di una profonda classicità. Da quanto emerge dal questa ricerca, la cattedrale è da considerarsi come frutto della volontà politica e artistica degli Imperatori del Sacro Romano Impero, in particolare di Ottone II di Sassonia e dei suoi discendenti. La basilica, ripete le forme proprie della tipologia imperiale di Merseburg, configurandosi come la più meridionale delle grandi basiliche ottoniane di X secolo. La sua presenza a Gerace prima dell’arrivo dei Normanni, la identifica come un imprescindibile punto di riferimento per tutta l’architettura di Ruggero Gran Conte. Essa diventa, infatti, il modello dell’architettura normanna calabrese e siciliana della seconda metà dell’XI secolo, che muta le forme francesizzanti imposte da Roberto il Guiscardo, per una spinta classicheggiante di origine paleocristiana e di chiaro stampo imperiale; scelta che finirà con l’essere rigettata da Ruggero II, all’indomani della nascita del Regnum, quando diventerà importante rivolgersi veramente alla Normandia, ma con un mutato spirito siciliano.

Attilio M. Spanò è Storico dell’Arte Medievale e Moderna, laureato e specializzato presso l’Università la Sapienza di Roma e dottore di Ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali, docente presso le Scuole Superiori. Si occupa attivamente di ricerca storico artistica, orientata verso le architetture medievali nel Meridione d’Italia, in collegamento con i grandi eventi artistici sia italiani che europei. Ha all’attivo una serie di pubblicazioni sull’arte e sugli insediamenti francescani nella Calabria, dagli esordi fino ai Cappuccini. È consulente storico-artistico per il Comune di Gerace, e si occupa di eventi di arte contemporanea in rapporto a siti storici di età medievale e greco-romana, insistenti sul territorio della Locride e non solo.

venerdì 19 aprile 2024

Un’oligarchia urbana

Un’oligarchia urbana
Politica ed economia a Torino fra Tre e Quattrocento
di Alessandro Barbero
pp. 420; € 29,00
Viella, 2024
ISBN: 9791254693919

Alla fine del Trecento, Torino è una città provata dalla guerra e dalla recessione e la sua popolazione è in calo. La crisi radicalizza i conflitti sociali e politici: nobili e popolari, dopo aver raggiunto un accordo, tornano a scontrarsi, mentre la ricchezza di mercanti e imprenditori non tiene il passo con quella nobiliare fondata sulla terra. I traffici, nonostante la crisi, conservano uno spazio: accanto ai mercanti che falliscono, altri fanno fortuna e osti e macellai si arricchiscono. Ma nel complesso il volume d’affari declina rispetto ai livelli raggiunti alla metà del Trecento, mentre più solida che mai appare l’egemonia nobiliare.

Occorrerà che la crisi si allenti, che il passaggio sotto il governo del duca di Savoia riporti la pace, che la popolazione riprenda a crescere, perché la spaccatura fra oligarchia nobiliare e oligarchia popolare si ricomponga e le famiglie superstiti dell’uno e dell’altro gruppo si uniscano nel patriziato che governerà la città sotto l’Antico Regime.
Alessandro Barbero insegna Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Carlo Magno. Un padre dell’Europa (Laterza 2000); 9 agosto 378: il giorno dei barbari (Laterza 2005); Costantino il vincitore (Salerno 2016); Dante (Laterza 2020).

giovedì 18 aprile 2024

Moralis philosophia

Moralis philosophia
di Ruggero Bacone
Traduzione italiana con testo latino a fronte a cura di Paola Bernardini, Carla Casagrande, Chiara Crisciani, Roberto Lambertini, Cecilia Panti, Michela Pereira, Anna Rodolfi e Silvana Vecchio
pp. V-509, € 72,00
Sismel, 2024
ISBN: 978-88-9290-302-9
 
Il libro presenta la prima traduzione italiana della Moralis philosophia, che costituisce l’ultima parte dell’Opus maius, la vasta e originale proposta di riforma del sapere del francescano inglese Ruggero Bacone indirizzata a papa Clemente IV nel 1267. Bacone colloca la morale al vertice della gerarchia delle scienze, a conferma del primato della praxis e in controtendenza rispetto all’etica tradizionale d’impianto teologico ed esegetico e ai commenti scolastici all’Etica Nicomachea. Inoltre riprende in questo ambito la critica alla cultura cristiana del suo tempo e afferma che la morale, orientata alla salvezza umana, può svolgere il ruolo, che le spetta, di regina delle scienze soltanto apprendendo la lezione degli antichi, fra cui primeggia Seneca. Frutto di una ricerca seminariale pluriennale, questa traduzione, accompagnata da note di commento, lascia trasparire l’affinità di metodo e le competenze diverse del gruppo che l’ha curata con l’obiettivo di affrontare in maniera approfondita la filosofia morale baconiana, esplorandone le molteplici tematiche e le fonti teologiche, metafisiche, astrologiche, storiche, retoriche e giuridiche.
Ruggero Bacone, in inglese Roger Bacon e ampiamente noto con l'appellativo latino di Doctor Mirabilis (Ilchester, 1214 circa – Oxford, 1292 circa), è stato un religioso, filosofo, scienziato, teologo ed alchimista britannico.

mercoledì 17 aprile 2024

L'arredo liturgico nell'Abruzzo medievale (XII-XIV secolo)

L'arredo liturgico nell'Abruzzo medievale (XII-XIV secolo)
di Eleonora Tosti
pp. 248; € 40,00
De Luca Editori d'Arte, 2024
ISBN: 978-88-6557-538-3

Con la graduale annessione al Regnum Siciliae nei decenni centrali del XII secolo, nelle terre d’Abruzzo si assistette a una capillare ripresa dei cantieri di architettura sacra per iniziativa del clero secolare e degli ordini monastici. Il rinnovamento degli edifici ecclesiastici rese necessario il riassetto degli allestimenti liturgici mediante l’erezione o l’adeguamento di amboni, cibori, altari, pergole e candelabri per il cero pasquale, la sopravvivenza dei quali fornisce in alcuni casi la sola testimonianza della storia medievale dei siti chiesastici. Il presente volume intende indagare la produzione di suppellettili liturgiche prodotte tra XII e XIV, con particolare attenzione alla loro forma e funzione, soprattutto in rapporto all’articolazione del rito e all’architettura. Principalmente si rifletterà sui processi di interazione spaziale che coinvolsero gli edifici sacri d’Abruzzo nel pieno e nel tardo Medioevo, sulle peculiarità dei dispositivi liturgici, quali i caratteri iconografici e le inerenti simbologie, sull’articolazione dello spazio sacro e sulle cause che ne determinarono la conservazione, la trasformazione o la definitiva perdita.
Eleonora Tosti si è specializzata in Storia dell’arte medievale alla Sapienza Università di Roma, dove ha conseguito il Dottorato di ricerca, discutendo una tesi dal titolo L’arredo liturgico nell’Abruzzo medievale (XII-XIV secolo). Dal 2020 è membro del progetto di ricerca Mapping Sacred Space. Forms, Functions, and Aesthetics in Medieval Southern Italy promosso dalla Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte, in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Antropologia, Religione, Arte, Spettacolo della Sapienza Università di Roma.

martedì 16 aprile 2024

Rinascimento conteso

Rinascimento conteso
Francia e Italia, un'amicizia ambigua
di Giovanni Ricci
pp. 216; € 22,00
Il Mulino, 2024
ISBN: 978-88-15-38886-5

Dove ha origine il velo di reciproca insofferenza che pervade tuttora le relazioni, così strette e condivise in ogni campo, fra Italiani e Francesi? Furono le Guerre d’Italia, iniziate nel 1494 con la discesa di Carlo VIII re di Francia, a stabilire un contatto ravvicinato, in un quadro tuttavia di asimmetria di forze. Fino al 1559 l’Italia fu devastata dalle armate straniere mentre i suoi artisti venivano esaltati alla corte di Francia. Ecco l’indefinibile contraddizione: la gloria di Leonardo ad Amboise e il saccheggio di città come Brescia, Capua, Ravenna. Giovanni Ricci racconta, attraverso episodi talora poco noti e stupefacenti, il formarsi dell’ambigua e intensa amicizia fra due popoli che la geografia e la storia hanno voluto così vicini.

Giovanni Ricci ha insegnato Storia dell’Europa moderna nell’Università di Ferrara. Con il Mulino ha pubblicato: «Povertà, vergogna, superbia» (1996; finalista Premio Viareggio), «Il principe e la morte» (1998), «Ossessione turca» (2002), «I giovani, i morti» (2007) e «I turchi alle porte» (2008).