lunedì 25 novembre 2024

La vendetta di Morgana

La vendetta di Morgana
di Sophie Keetch
pp. 416; € 12,90
Nweton Compton, 2024
ISBN: 9788822786999

Sfuggita a un matrimonio infelice, Morgana si ritrova a Camelot. Suo fratello, re Artù, la tratta come un prezioso consigliere e la donna finalmente ottiene un posto di rilievo alla Tavola Rotonda e il riconoscimento che si addice alla sua intelligenza, nonostante un conflitto di lunga data con la regina Ginevra. Ma l’esistenza di Morgana non è priva di complicazioni. Tra un marito vendicativo determinato a portarle via il figlio, i rigidi ideali della vita di corte e Merlino, geloso delle attenzioni che Artù le rivolge, ottenere il vero potere e la libertà è una sfida più grande di quanto Morgana avesse immaginato. E quando un volto del suo passato arriva a Camelot, portando vecchi ricordi e nuovi desideri, il futuro che ha pianificato diventa pieno di insidie. Morgana deve rompere le catene delle aspettative per cercare la vera felicità; per farlo, però, corre il rischio di distruggere tutto ciò per cui ha lavorato così duramente. Cosa sarà disposta a sacrificare per avere nuovamente il controllo sulla propria esistenza?
Sophie Keetch ha conseguito una laurea in Letteratura inglese presso l’Università di Cardiff, specializzandosi sul ciclo bretone. Il segreto di Morgana è il suo romanzo d’esordio, in cui si narra la storia della Fata Morgana mostrando le contraddizioni della leggenda arturiana attraverso il racconto inedito della sua protagonista. La Newton Compton ha pubblicato Il segreto di MorganaLa vendetta di Morgana.

domenica 24 novembre 2024

Tra Giotto e Vasari

Tra Giotto e Vasari
Saggi di storia dell’arte, 1928-1991
di Ugo Procacci
a cura di Chiara Franceschini
pp. 460; € 38,00 (Acquista online con il 55 di sconto)
Viella, 2024

Ugo Procacci non fu solo il difensore del patrimonio artistico fiorentino e toscano, ma anche il maestro di una storia dell’arte interessata alla “vita” degli artisti e delle opere in tutti i loro aspetti. I sedici saggi qui raccolti, testimonianza del suo ampio spettro di interessi, forniscono alcuni dei migliori esempi delle sue scoperte storico-artistiche e del suo metodo di lavoro tanto vicino alle fonti storiche, quanto alla materialità degli oggetti e dei loro “ambienti”.

Un’autorevole voce del Novecento che ci parla di temi ancor’oggi attuali: dalla vita materiale degli artisti alle condizioni e ai contesti sociali ed economici di produzione, dalle diverse fasi di creazione alla sopravvivenza delle stesse opere nel tempo attraverso cambiamenti di gusto, riquadrature, catastrofi, distruzioni e rinascite.
Ugo Procacci (1905-1991) è stata una delle più autorevoli figure di storico dell’arte e soprintendente del Novecento. Diresse la «Rivista d’Arte» e pubblicò innumerevoli studi dedicati all’arte fiorentina e toscana tra il Trecento e il Seicento, continuando a lavorare dopo il suo pensionamento nel 1970 come docente presso l’Università di Firenze. Grazie alle sue pionieristiche ricerche contribuì alla riscoperta di opere dei più grandi maestri, da Giotto, a Masaccio, a Vasari, così come allo studio di tutto un paesaggio di fatti artistici minori, che fece riemergere dai depositi dei musei e da fondi archivistici di cui per primo capì l’importanza per gli studi storico-artistici. Per il suo ruolo di fondatore del primo moderno laboratorio di restauri in Italia, gli è stata intitolata nel 2006 la Biblioteca “Ugo Procacci” dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Chiara Franceschini insegna Storia dell'arte moderna all'Università Ludwig-Maximilian di Monaco. Dopo gli studi e il Perfezionamento alla Scuola Normale di Pisa, ha lavorato presso il Warburg Institute di Londra ed è stata docente di Medieval and Renaissance Studies presso l'University College di Londra.

sabato 23 novembre 2024

Amalasunta

Amalasunta
L’altra metà della storia
di Nando Maurelli
pp. 184; € 14,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Effigi, 2024
ISBN: 978-88-5524-828-0 

Dal 493 al 535 l’Italia, invasa dagli Ostrogoti, fu governata dal grande Teodorico e da sua figlia Amalasunta, che alla morte del padre nel 526 governò per otto anni come tutrice del figlio Atalarico, legittimo erede al trono.

La regina madre continuò la politica di unificazione dei due popoli; con estrema determinazione pose un freno alla prepotenza dei Goti sugli italiani; tenne con Bisanzio buoni rapporti; ebbe in grande considerazione il senato di Roma, nel quale fece entrare elementi ostrogoti; fu saggia e benevola durante il suo governo fino a proclamare una indulgentia a tutti i prigionieri; volle dare al figlio un’educazione che gli consentisse di promuovere i valori e la cultura dei Romani, ma i nobili Goti lo impedirono. Atalarico a diciotto anni morì. Amalasunta per continuare a governare associò al governo suo cugino Teodato, che offrì ai nobili Ostrogoti che osteggiavano la donna occasione per ucciderla. Giustiniano imperatore di Bisanzio per questa morte trovò il pretesto per fare guerra agli Ostrogoti e riprendersi l’Italia.
A partire dall’invasione Longobarda nel 568 il nostro paese perse la sua unità sotto ogni aspetto, una unità che ancora oggi fatica a recuperare.
Nando Maurelli è scrittore ed esperto di storia romana e altomedioevale. Ha pubblicato opere riguardanti il territorio a nord-ovest di Roma con il circolo Ecoidea di Legambiente, presso il quale svolge la sua opera di volontariato.

venerdì 22 novembre 2024

Historia Sicula

Historia Sicula
La cronaca della conquista normanna di Roberto il Guiscardo e Ruggero I attribuita all’Anonimo Vaticano
Edizione critica, traduzione e commento a cura di Fulvio Delle Donne con la collaborazione di Angela Brescia
pp. VII-274; € 66,00
Sismel, 2024
ISBN: 978-88-9290-336-4

L’Historia Sicula (o Chronica Roberti Biscardi et fratrum ac Rogerii comitis Mileti, secondo una parte della tradizione manoscritta) è un’interessante compilazione storica attribuita per tradizione a un ignoto Anonimo Vaticano. Offrendo una narrazione sintetica, ma a tratti dettagliata, della storia dell’Italia meridionale tra XI e XIII secolo, si sofferma in gran parte sugli eventi che accompagnarono la conquista normanna, pur se in una sua versione arriva fino allo scoppio della guerra dei Vespri (1282). A torto considerata una scarna epitome di Malaterra, costituisce uno snodo significativo nella codificazione della memoria che accompagnò l’affermazione e la legittimazione degli Altavilla e, poi, degli Svevi e degli Angioini. Con la sua attiva tradizione testuale, le sue riscritture, i suoi ampliamenti e il suo volgarizzamento in antico francese offre una compiuta, complessa rappresentazione delle diverse forme che la scrittura cronachistica può assumere nel corso dei secoli.
Fulvio Delle Donne è professore ordinario di Letteratura latina medievale e umanistica presso l’Università degli Studi della Basilicata. Nella sua ampia produzione scientifica coniuga metodi e interessi filologico-letterari con quelli storici, coprendo un arco cronologico che va dal VI al XVI secolo.

giovedì 21 novembre 2024

La "compiuta gioia"

La "compiuta gioia"
Dante e la filosofia
a cura di Luca Bianchi, Stefano Pelizzari, Andrea Tabarroni
pp. 300;  € 24,00
Angelo Longo Editore, 2024
ISBN: 978-88-9350

Dopo tante discussioni sulla formazione, la “biblioteca” e le fonti di Dante, il tentativo di iscriverlo all’una o all’altra fra le correnti dottrinali del Due e Trecento ha perduto buona parte del suo interesse. Anziché scegliere tra un Dante “tomista” e un Dante “averroista”, tra un Dante “ortodosso” e un Dante “eterodosso”, molti studiosi oggi cercano piuttosto in Dante un modo possibile di leggere Aristotele e Averroè, Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, la medicina greca e la logica dei moderni; e, allo stesso tempo, mostrano una rinnovata attenzione per le diverse interpretazioni di Dante proposte nel corso dei secoli, dagli antichi commentatori sino alla storiografia ottocentesca e novecentesca. Il volume raccoglie i contributi presentati al XXV Convegno della Società Italiana per lo Studio del Pensiero Medievale (SISPM), svoltosi a Udine fra il 9 e l’11 dicembre 2021 in occasione del settimo centenario della morte dell’Alighieri. I dodici saggi, a firma di storici della filosofia e specialisti di letteratura medievale, esemplificano la pluralità degli approcci al suo pensiero nella dantistica contemporanea.

mercoledì 20 novembre 2024

Il sogno di Scipione e la visione di Dante

Il sogno di Scipione e la visione di Dante
di Federico Rossi
premessa di Stefano Carrai
pp. 428; € 30,00
Angelo Longo Editore, 2024
ISBN: 978-88-9350-144-6

La conoscenza dantesca delle opere di Macrobio – Commentarii in Somnium Scipionis e Saturnalia – è ancora oggetto di discussione da parte della critica, nonostante la loro vasta impronta sulla cultura medievale; i possibili punti di contatto tra i due autori, infatti, non sono mai stati discussi in maniera filologicamente fondata. Questo libro si propone di indagare tale influenza alla luce della circolazione manoscritta delle opere macrobiane: lo studio dei testimoni italiani per origine o per circolazione permette di ricostruirne la diffusione e la fruizione; glosse, introduzioni e, talvolta, apparati illustrativi ci informano sulle modalità di lettura di questi testi, che variarono progressivamente nel corso dei secoli. I Commentarii, intesi dapprima come fonte filosofica e astronomica, furono quindi letti come trattazione sulla giustizia; è stato possibile tracciarne la presenza in alcuni specifici contesti, quali la biblioteca del convento fiorentino di Santa Croce e la Padova che raccolse l’eredità di Petrarca. Proprio in base ai concreti segni di lettura portati dai manoscritti si può ricostruire una lettura in parallelo del Somnium Scipionis, sempre accompagnato dal commento di Macrobio, e della Consolatio di Boezio: fu probabilmente questa congiunzione a portare l’opera macrobiana sotto gli occhi di Dante. Diventa quindi possibile sostenere in modo fondato l’influenza dei Commentarii su numerosi luoghi della Commedia, fra cui in particolare l’invettiva di Oderisi (Purg. XI), la profezia di Cacciaguida (Par. XVII) e le due contemplazioni della terra dall’alto (Par. XXII e XXVII). Diversa è la situazione per i Saturnalia, di cui all’epoca di Dante circolavano in Italia soltanto copie parziali, limitate ai libri I-III e VII; in mancanza dei libri centrali dell’opera, che varcarono nuovamente le Alpi solo al tempo di Petrarca, diventava impossibile recepire la trattazione macrobiana sulla poesia di Virgilio, spesso evocata dalla critica in rapporto alla Commedia; il riferimento all’Eneide come sacrum poema inserito in Sat. I risultava inoltre fortemente depotenziato, per cui appare poco probabile che esso sia alla base della definizione dantesca della Commedia come «poema sacro»(Par. XXV, 1). Il volume si chiude con l’edizione di tutti gli accessus ad Macrobium censiti in area italiana fra XI e XIV secolo.

martedì 19 novembre 2024

Ravenna prima di Ravenna

Ravenna prima di Ravenna
Miti e fondazioni di una capitale romana e bizantina
di Giorgio Ravegnani
pp. 168; € 16,00
Salerno Editrice, 2024
ISBN: 9788869738371

Ravenna divenne capitale dell’Impero romano d’Occidente quasi per caso. Nel 402 l’imperatore Onorio decise di trasferirvi la sua corte da Milano, dove si trovava sotto la minaccia dei Visigoti di Alarico. Era ritenuta una città imprendibile, con il mare e le paludi che la proteggevano, e i sovrani non la abbandonarono fino alla caduta dell’Impero, quando l’ultimo imperatore di Roma, Romolo Augustolo, fu deposto proprio a Ravenna dal barbaro Odoacre, che la confermò capitale del suo regno. Teodorico poi la abbellì con splendidi monumenti, ultimo il suo mausoleo. Giustiniano I riconquistò Ravenna nel 540 e da quel momento la presenza dei Bizantini fu stabile per secoli. Si svilupparono ancora le tradizionali espressioni artistiche, con la costruzione tra l’altro della basilica di San Vitale, ornata con i meravigliosi mosaici che raffigurano Giustiniano e Teodora eseguiti negli anni più cruenti del conflitto greco-gotico. Dopo l’invasione dei Longobardi, i Bizantini mantennero la loro presenza in Italia: Ravenna fu sede del governo centrale e vi insediarono verso il 584 un governatore straordinario, l’esarco, in carica fino al 751, quando con la definitiva conquista longobarda della città terminò anche la storia di Ravenna capitale.
Giorgio Ravegnani Ha insegnato Storia dell’Italia bizantina all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi libri piú recenti ricordiamo: Bisanzio e l’Occidente medievale (Bologna 2019); L’età di Giustiniano (Roma 2019). Per la Salerno Editrice ha pubblicato Teodora (2017), Ezio (2018), Venezia prima di Venezia. Mito e fondazione della città lagunare (2020).

lunedì 18 novembre 2024

Saladino

Saladino
di Claudio Lo Jacono
pp. 272; € 24,00
Salerno Editrice, 2024
ISBN: 9788869738364
 
Il Sultano curdo Salah ad-Din Yusuf, chiamato in Occidente Saladino, è il protagonista principale della guerra tra crociati e musulmani, raccontata nel libro fino alla conclusione della Terza crociata e all’improvvisa morte di Saladino. L’autore ripercorre il lungo conflitto che vide come coprotagonisti Bizantini, cristiani europei e turchi Selgiuchidi sullo scenario medio-orientale, i cui riflessi si possono cogliere ancora oggi.
Claudio Lo Jacono è professore ordinario di Storia del Vicino Oriente islamico all’Università di Napoli “L’Orientale” e presidente dell’Istituto per l’Oriente “Carlo Alfonso Nallino”. È stato direttore della rivista “Oriente Moderno”. Ha pubblicato i suoi libri sull’Islam classico con Einaudi, Laterza, Giunti.

domenica 17 novembre 2024

Storia di venezia

Storia di Venezia
Dalle origini al 1400
di John Julius Norwich
Traduzione dall'inglese di Aldo Sparagni 
pp. 560; € 17,00
Sellerio editore Palermo, 2024
EAN: 9788838947247

Torna in libreria uno dei libri più amati di John Julius Norwich, Storia di Venezia, di cui pubblichiamo il primo volume che narra la storia di questa straordinaria città dalla sua fondazione nel quinto secolo al 1400. Un’opera esauriente, ricca di fonti, ben documentata, scritta con la consueta gioia narrativa che i lettori di Norwich hanno amato nei suoi precedenti libri.

«A Venezia più che in qualsiasi altro luogo al mondo il tutto è più grande della somma delle singole parti». Con questa premessa, lo storico J.J. Norwich invita a leggere il suo racconto della magnifica città di Rialto (in questo primo volume, dalla controversa fondazione fino all’età d’oro) partendo dall’immediato incanto che Venezia imprime in quanto tutto unitario, completa realizzazione dei secoli. Una storia in cui ogni evento è coniugato con il suo spazio, una chiesa, un monumento, un simbolo d’arte. La cui cifra è quella di un’impressione di grandezza, di laboriosa resistenza fatta di opere oltre che di armi, di novità nella forma istituzionale e nel rapporto dei cittadini con il potere.
Quali i caratteri fondativi di questa unicità? La Repubblica di Venezia seppe restare veramente indipendente e ferma in se stessa per più di mille anni, più di qualsiasi altro governo. I suoi cittadini mantennero sempre il sospetto, «una fobia per il più tenue sintomo di culto della personalità». Si tenne impermeabile alle correnti epocali che potessero minacciare il suo ordine repubblicano, immune dall’«incubo delle confuse lotte politiche dell’Italia medievale». E «rimase apparentemente estranea al sistema feudale». Imbevuta ben presto di un senso basilare di equilibrio nella forma di governo.
La ricostruzione corre tra dogi, fatti bellici, organizzazione civica, espansione urbanistica, opere d’arte cittadine, artisti, innovazioni economiche. La prosa è garbata e piana come una colta conversazione.
Norwich precisa sempre che il suo modo di fare storia non è erudito e non ha la pretesa di uno studio accademico. Ma questa rinuncia non è un abbandono della saggezza dello studioso che evita di scadere nel romanzesco, nel sensazionalismo, nella banalizzazione. Così Norwich ha inventato una storiografia che si fa racconto, sempre ricca di documenti e competente, capace quindi di rendere familiare a ognuno la cultura del passato, il metodo rigoroso di comprendere gli eventi, la visione storica della realtà.
John Julius Norwich, visconte di Norwich (il suo vero nome era John Julius Cooper, 1929-2018), lasciato il corpo diplomatico per dedicarsi alla scrittura, è stato storico, curatore di mostre, autore di molti documentari per radio e tv, e ha presieduto diverse associazioni di beneficenza e di difesa del patrimonio artistico. Ha scritto decine di libri di storia, occupandosi, oltre che di Normanni e di Sicilia, di Venezia, dell’Impero bizantino. Questa casa editrice ha pubblicato Breve storia della Sicilia (2018), Il Mare di Mezzo. Una storia del Mediterraneo (2020), I normanni nel Sud. 1016-1130 (2021), Il regno nel sole. 1130-1194 (2022) e Storia di Venezia. Dalle origini al 1400 (2024).

sabato 16 novembre 2024

Il Digesto, il Codice di Giustiniano e la loro tradizione manoscritta

Il Digesto, il Codice di Giustiniano e la loro tradizione manoscritta
a cura di Nicoletta Giovè Marchioli, Paola Lambrini e Mattia Milani
pp. 374; € 49,00 (Acquista online con il 5% di sconto)
Viella, 2024
ISBN: 9791254697313

Il volume raccoglie gli atti di un convegno patavino svoltosi nel 2021 nell’ambito del progetto di ricerca For.Ma. - The Forgotten Manuscripts. Il progetto, avviato dall’Università di Padova, aveva tra i suoi obiettivi quello di riportare al centro dell’attenzione due codici del XII secolo che custodiscono alcune parti del Codice e del Digesto di Giustiniano.

Si tratta di materiali di fondamentale importanza, non solo per lo studio del diritto del nostro passato, ma anche per la ricostruzione della storia della città di Padova e della sua Università, in quanto testimoni diretti e tangibili dell’attività di docenti e discepoli nei primi tempi dello Studium generale. I contributi qui raccolti li esaminano in una pluralità di prospettive differenti, a seconda delle competenze e delle sensibilità dei diversi autori, o percorrono sentieri di indagine che da quei codici si irradiano, rivelando così la ricchezza di informazioni e di spunti che essi sono tuttora in grado di offrire.
Paola Lambrini insegna Istituzioni di diritto romano e Fondamenti e svolgimenti della scienza giuridica europea presso l’Università di Padova.
Mattia Milani insegna Diritto romano presso l’Università di Foggia.
Nicoletta Giovè Marchioli insegna Paleografia latina e Codicologia presso l’Università di Padova. Membro del CIPL - Comité International de Paléographie Latine e presidente dell’AIMD - Associazione Italiana Manoscritti Datati, si occupa fra l’altro della catalogazione dei manoscritti medievali, della cultura scritta in ambito minoritico e della fisionomia degli scriventi fra alto e basso medioevo, anche in una prospettiva di genere.