domenica 28 aprile 2013

La leggenda di Defuk

La leggenda di Defuk
di Quinto Ficari
pp. 314, € 30,00
Pubblicato dall'Autore, 2013
EAN: 9788891043894
 
Una leggenda legata ad un vino, una basilica romanica dal fascino misterioso, una lapide con una enigmatica iscrizione che raffigura un personaggio dall'identità misteriosa noto come 'Defuk', una miriade di personaggi che ci portano agli Hohenstaufen ed a Federico II di Svevia...è forse lui il nobile ritratto nell'affresco trecentesco in San Flaviano a Montefiascone? Da Salisburgo a Parma, Bassano del Grappa, Melfi...Sembra un romanzo, ma è la Storia di un pezzo di Medio Evo. EST! EST!! EST!!

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martedì 23 aprile 2013

I Numeri magici di Fibonacci

I Numeri magici di Fibonacci
L'avventurosa scoperta che cambiò la storia della matematica
di Keith Devlin
pp. 224, € 10,00
BUR Rizzoli, 2013
ISBN: 17064781
 
Tutti conoscono la “successione di Fibonacci”: una sequenza di cifre nascosta in molti fenomeni naturali che da oltre ottocento anni affascina i matematici, e che si dice possa predire l’andamento dei mercati finanziari. Ma chi fu in realtà Fibonacci, considerato il maggiore matematico del Medioevo, che comprese per primo che le “nove figure indiane” e soprattutto zephirum, lo zero, avrebbero cambiato il mondo in cui viveva? In un affascinante viaggio che ripercorre la vita di questo genio intraprendente, Keith Devlin permette al lettore di riscoprire una figura cruciale e misteriosa del nostro passato, che con le sue ricerche e il suo Liber abbaci – il più importante testo di algebra del tempo che spiegava come adottare il sistema numerico indo-arabico – mostrò all’Europa i risvolti pratici e commerciali della matematica, e aprì così la strada all’ascesa del Vecchio continente verso il dominio scientifico ed economico mondiale.
Keith Devlin insegna matematica a Stanford, dove è anche direttore del Centro per lo studio della tecnologia e delle scienze umane. Ha vinto il Pythagoras Prize, il Peano Prize e il Carl Sagan Award. Tra i suoi libri pubblicati in Italia Il gene della matematica (2002), I problemi del millennio (2004), L’istinto matematico (2007) e Il matematico e il detective (2008), scritto con Gary Lorden.

mercoledì 17 aprile 2013

La prigioniera del silenzio

La prigioniera del silenzio
di Valeria Montaldi
pp. 432, € 18,00
Rizzoli, 2013
ISBN: 17065757
 
Venezia, 1327. Quello di Giulia Bondimier, unica erede di un’illustre famiglia patrizia, è un amore sincero, travolgente e passionale. Ma anche impossibile. Vietata dai costumi del tempo, la sua relazione con il giovane Samuel Macalia, setaiolo ebreo, ha come tragica conseguenza una gravidanza inattesa. Segnata da questa macchia indelebile, Giulia non ha scelta: deve cambiare vita e rinunciare al frutto della sua colpa. Destino parallelo, quello di Nicoleta. Figlia di un umile carpentiere e vittima di uno stupro, è costretta a privarsi della creatura che porta in grembo. Fuggita in terraferma, riesce a trovare un lavoro capace di restituirle dignità e r ispetto. Giulia, invece, obbligata suo malgrado alla vita monastica, rimane nella città che l’ha vista nascere. Venezia è una prigione per lei, ma è anche l’unico luogo che le permette di rimanere vicino a chi non avrebbe mai voluto perdere. Passati vent’anni, Giulia sarà chiamata a scelte difficili e coraggiose. Nonostante la società di cui fa parte sia dominata dai rapporti di forza stabiliti da uomini, saprà dimostrare come il legame ancestrale che unisce una donna ai suoi figli non possa essere spezzato da niente e da nessuno. In una Venezia opulenta, alle soglie della più tremenda epidemia di peste mai conosciuta in Europa, Valeria Montaldi ci regala una vicenda dolce e potente, che, tra le pieghe della grande Storia, racconta il senso pieno dell’essere donne e madri.
Valeria Montaldi, giornalista e scrittrice, vive e lavora a Milano. Ha esordito nel 2001 con Il mercante di lana, cui sono seguiti Il signore del falco (2003) e Il monaco inglese (2006), entrambi finalisti al Premio Bancarella, Il manoscritto dell’imperatore (2008) e La ribelle (2011). www.valeriamontaldi.it.

martedì 16 aprile 2013

Illuminare l’Abruzzo. Codici miniati tra Medioevo e Rinascimento

Illuminare l’Abruzzo. Codici miniati tra Medioevo e Rinascimento
di AA.VV.
pp. 272, € 19,50
Carsa Edizioni, 2013
ISBN: 978-88-501-0295-2

Negli ultimi anni il patrimonio librario abruzzese è stato oggetto di studi approfonditi, che hanno ampliato in modo significativo il panorama della miniatura regionale finora conosciuto: attraverso un censimento sistematico dei codici superstiti, il quadro della miniatura abruzzese tracciato alla metà del secolo scorso, nelle storiche mostre della miniatura in Italia e in Abruzzo (1953, 1959), è emerso significativamente mutato, sia a seguito delle perdite, solo in parte risarcite, sia grazie al ritrovamento di codici sconosciuti o mai ricondotti a tale area. Queste acquisizioni permettono adesso di delineare un profilo nuovo della produzione miniata abruzzese tra XII e XV secolo, attraverso la catalogazione di oltre settanta opere, tra codici e fogli staccati, conservate in Italia, in Europa e negli Stati Uniti.
Il frutto di queste ricerche è, infatti, alla base del catalogo pubblicato in vista della imminente mostra Illuminare l’Abruzzo. Codici miniati tra Medioevo e Rinascimento, finanziata dalla Regione Abruzzo, in convenzione con il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università di Chieti “G. D’Annunzio”, a cura di Alessandro Tomei e Gaetano Curzi, dell’Università di Chieti “G. D’Annunzio”, Francesca Manzari, dell’Università di Roma “Sapienza”, e Francesco Tentarelli, Soprintendente per i Beni Librari per l’Abruzzo.
Nel catalogo, oltre alle schede delle opere (U. Bauer-Eberhardt, M. Buonocore, G. Corso, G. Curzi, D. Di Pinto, P. Di Simone, A. Madonna, F. Manzari, B. Losciale, L. Morelli, G. Orofino, P. Orsini, C. Pasqualetti, S. Rastelli, C. Tedeschi, S. Zonetti), sono presenti saggi sulla scrittura e sulla miniatura abruzzesi tra XII e XV secolo (F. Avril, G. Corso, G. Curzi, F. Manzari, S. Paone, C. Tedeschi). Uno spazio fondamentale è stato, inoltre, riservato all’illustrazione dei materiali schedati, in larga parte riprodotti per la prima volta o con foto appositamente realizzate per il catalogo. Il materiale fotografico raccolto verrà reso disponibile nel sito dell’Archivio fotografico dell’Università di Chieti.

giovedì 11 aprile 2013

Il pensiero che contempla

Il pensiero che contempla
di Jean Leclercq
A cura di: Antonio Tombolini
Introduzione di: Inos Biffi
pp. 157, € 16,00
Jaca Book, 2013
ISBN: 8816411945

L’immagine della teologia nel medioevo è ricca e variegata. Lo mostrano ampiamente e con analitica documentazione le ricerche di Jean Leclercq - lo specialista di Bernardo di Clairvaux, l’«inventore della teologia monastica» -, che qui pubblichiamo col titolo: Il pensiero che contempla.
Senza dubbio in questi lunghi secoli medievali, sotto l’influsso dell’idea aristotelica di sapere, la teologia viene ideata, elaborata e insegnata come «scienza»; è però viva la persuasione che non si tratta di una scienza come le altre. «Essa è una "scienza divina", una "dottrina di pietà", una "sapienza"», e «insegnarla è un’opera che la Chiesa esercita per la salvezza degli uomini, mediante certi suoi ministri: i dottori», dediti, con tutto l’impegno della loro vita, a «mettere al servizio della Chiesa tutte le acquisizioni dello sforzo intellettuale del loro tempo». Il teologo è chiamato «doctor Ecclesiae» ed è destinato a ricevere nell’eternità, come ricompensa del suo studio e del suo insegnamento, appunto l’«aureola di dottore». Ma, se il medioevo risalta e si distingue per la concezione scientifica o speculativa della teologia, non meno prosegue in esso la tradizione patristica e monastica, e Jean Leclercq lo prova delineando con acuta e brillante interpretazione la dottrina di Tommaso d’Aquino - lo «speculativo» per eccellenza - relativa alla vita contemplativa nella sua Summa Theologiae. La sostanza e la linfa della dottrina dell’Angelico provengono largamente da Gregorio Magno, il «Dottore del desiderio», e non sorprende se si tiene presente che Tommaso ricevette la sua prima formazione, dai cinque a quattordici anni, nel monastero benedettino di Montecassino.
La teologia è riflessione, ma non meno contemplazione: trasmettere l’esuberanza di quello che ha contemplato definisce di conseguenza la missione del «predicatore» e quella stessa del teologo. Sempre, infine, alla scuola di Tommaso, Leclercq delinea in luminosi tratti la teologia come preghiera. Il dottore della Chiesa è chiamato a comunicare «una verità che fa parte di lui stesso». Egli fa teologia con fervore, «nell’entusiasmo e nella gioia, nella freschezza e nella semplicità di un cuore indiviso, interamente donato a Dio».
Anche in questi contributi il monaco di Clervaux ha saputo sia ricompaginare e soffiare l’alito vitale nelle ossa aride di testi sepolti sotto la dotta polvere delle biblioteche sia rinnovare e rendere avvincenti testi già largamente conosciuti.
Oh se i docenti di teologia del nostro tempo leggessero questo libro e lo facessero conoscere ai loro alunni nei seminari e nelle facoltà teologiche.

giovedì 4 aprile 2013

Gli ebrei nel Salento. Secoli IX-XVI

Gli ebrei nel Salento. Secoli IX-XVI
a cura di Fabrizio Lelli
pp. 456, € 40,00
Congedo Editore, 2013
ISBN: 978886766011

Tra le più antiche aree di insediamento della diaspora in Occidente, il Salento accolse una cospicua presenza ebraica dall'età romana fino al Cinquecento. Tra il IX e il XVI secolo, le comunità della Puglia meridionale conobbero periodi di intensa fioritura intellettuale: la loro produzione letteraria annovera alcuni dei primi e più significativi documenti della rinascita dell'esegesi, della poesia, della speculazione filosofico-scientifica e della mistica ebraica sul continente europeo. A Bisanzio, in 'Aakenaz, nella penisola iberica, nel Vicino Oriente e nell'Africa settentrionale questo centro dell'ebraismo mediterraneo fu ritenuto degno di lode per l'influenza dei suoi maestri, decisiva per l'evoluzione del giudaismo medievale e moderno. Ancora oggi, la continuità della mediazione culturale delle accademie salentine per tutta l'età medievale è documentata dai manoscritti ebraici copiati in Terra d'Otranto, più numerosi di quanti siano pervenuti da altre regioni dell'Italia meridionale.Il presente volume raccoglie diciotto contributi di studiosi internazionali di letteratura, lingua, pensiero, paleografia e arte.

Fabrizio Lelli è professore associato di Lingua e Letteratura Ebraica all'Università del Salento (Lecce, Italia). La sua ricerca si incentra principalmente sulla letteratura filosofica e mistica di autori ebrei italiani medievali e rinascimentali e sulle relazioni intellettuali tra studiosi ebrei e cristiani del Rinascimento italiano. Ha pubblicato numerosi saggi sulle relazioni culturali tra comunità ebraiche dell'Italia meridionale e i Balcani. Raccoglie memorie scritte e orali di profughi ebrei dei campi di transito operanti sotto l'egida delle Nazioni Unite nell'Italia meridionale del secondo dopoguerra.

Visita il sito del curatore.

mercoledì 3 aprile 2013

Dalla tavola alla cucina

Dalla tavola alla cucina
Scrittori e cibo nel Medioevo italiano
di Antonella Campanini
p. 144, € 17,00
Carocci, 2013
ISBN: 788843067794

La storia della cucina nel Medioevo italiano è stata molto studiata e lo è tuttora. Le sintesi presenti sugli scaffali delle librerie ne hanno evidenziato i molteplici aspetti, ricostruendone il quadro generale o approfondendone singoli tasselli. Il volume affronta quel quadro da un nuovo punto di vista: utilizzando una metafora culinaria, si potrebbe dire che si sposterà dalla tavola alla cucina. Anziché servire il “prodotto storico finito”, risalirà ai suoi ingredienti, alle fonti. Chi ha scritto di cucina, in Italia, nel corso del Medioevo? Perché? Una panoramica ragionata permetterà di mettere in luce gli autori – conosciuti o anonimi, consapevoli o meno – che con la loro opera hanno contribuito a fornire quegli ingredienti che gli storici hanno successivamente provveduto a “cucinare” a puntino.
Antonella Campanini è ricercatore in Storia medievale presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN), dove insegna Storia delle culture alimentari e Storia della cucina. Si occupa principalmente di storia sociale dell’alimentazione tra Medioevo e prima Età moderna. Tra le sue pubblicazioni: ha curato, con P. Scholliers e J.-P. Williot, Manger en Europe. Patrimoines, échanges, identités (Peter Lang 2011). Per i nostri tipi, ha curato l’edizione italiana del Libro delle creature di Ildegarda di Bingen (2011) e, con M. G. Muzzarelli, Disciplinare il lusso. La legislazione suntuaria in Italia e in Europa tra Medioevo ed Età moderna (2003).