Dal Giglio al David
Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascmento
a cura di Maria Monica Donato, Daniela Parenti
pp. 352, € 42,00
Giunti, 2013
ISBN: 9788809784994
Catalogo della mostra: Firenze, Galleria dell'Accademia, 14 maggio - 8
dicembre 2013. In una esposizione finora unica nel suo genere, ''Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento'' presenta quelle opere
d'arte nate originariamente per arricchire i palazzi pubblici di
Firenze, gli edifici che ospitavano le magistrature che amministravano
la città, le sedi delle Arti - le antiche corporazioni dei mestieri - la
cerchia di mura cittadine. La mostra prende in considerazione
l'araldica cittadina, la religione civica, i luoghi emblematici della
città (il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Podestà, Orsanmichele), le
parti politiche dominanti (gli Angiò, le Arti, Guelfi e Ghibellini),
illustrando quali fossero i temi figurativi prescelti ed offrendo dunque
una nuova chiave di lettura di numerose opere d'arte che sottolinea
così l'importanza delle immagini nella comunicazione e nella propaganda
dei gruppi che governavano e comandavano a Firenze in età comunale e
repubblicana, prima che l'ascesa dei Medici modificasse profondamente
l'assetto politico ed estetico della città. Le opere che compongono la
mostra rivelano dunque un linguaggio figurativo complesso, ricco di
riferimenti allegorici, dove il sacro e il profano si compenetrano, così
che nel Palazzo dei Priori, oggi noto come Palazzo Vecchio, si potevano
incontrare le raffigurazioni di san Cristoforo e della Ruota di
fortuna, dell'eroe mitologico Ercole, presente nel sigillo ufficiale
della città, e di quello ebraico David, il cui esemplare scolpito da
Michelangelo e conservato alla Galleria dell'Accademia conclude
idealmente il percorso espositivo. Sono soprattutto immagini religiose
quelle che si sono salvate dall'ingiuria del tempo, come testimoniano le
molteplici raffigurazioni della Madonna in maestà, dei santi patroni,
di episodi evangelici esemplari come l'Incredulità di San Tommaso,
immagine collegata all'amministrazione della giustizia e
all'accertamento della verità (Giovanni Toscani, Galleria
dell'Accademia; Affresco staccato nel Palazzo dei Vicari, Scarperia).
Alcuni rari disegni rinascimentali e l'affresco con la Cacciata del Duca
d'Atene proveniente dall'antico carcere delle Stinche (ora a Palazzo
Vecchio) illustrano invece il genere delle pitture infamanti, pitture
murali situate in luoghi pubblici che raffiguravano, non di rado con
dettagli raccapriccianti, fatti e personaggi invisi alla città di
Firenze. Immagini ben augurali trovavano invece posto nel mercato, luogo
per il quale lo scultore Donatello eseguì la statua della Dovizia
(Abbondanza), oggi perduta, ma documentata da derivazioni realizzate nei
secoli seguenti. Anche la decorazione delle porte cittadine e le
immagini araldiche che arricchivano le mura costituivano un'altra
occasione per celebrare la città e i suoi alleati. Particolare rilievo
nell'esposizione è dato alle Arti, vero motore economico della Firenze
comunale di cui gestivano di fatto il potere politico; l'iscrizione ad
una delle corporazioni era condizione imprescindibile per poter
partecipare alla vita politica della città e per i Priori delle Arti fu
eretto Palazzo Vecchio. La mostra riunisce, dopo due secoli, le tavole
dei santi patroni che originariamente trovavano posto sui pilastri della
chiesa di Orsanmichele, nata dalla progressiva trasformazione in luogo
di culto dell'antico mercato del grano e affidata alle Arti che la
trasformarono in uno scrigno di opere d'arte. La mostra sarà anche
un'occasione per valorizzare il territorio cittadino segnalando i luoghi
per i quali vennero realizzate le opere esposte alla mostra e favorendo
la conoscenza e, quando possibile, la fruizione di tali luoghi, in
larga parte sconosciuti ai turisti e ai fiorentini stessi.
Nessun commento:
Posta un commento