Dante, la sua biblioteca e lo studio di Bologna
di Luciano Gargan
pp. XI-156, € 18,00
Editrice Antenore, 2014
ISBN: 8884556848
Nella "Commedia" i libri più amati dal poeta. Sulla biblioteca di Dante
circolano ancora pesanti pregiudizi che vorrebbero farne una raccolta
assai modesta, rispetto, ad esempio, a quella molto più ricca del
Petrarca e ci si ostina a ripetere che, almeno nel periodo dell'esilio,
Dante non poteva possedere molti libri a causa dei suoi continui
spostamenti e degli scarsi mezzi economici a disposizione, dimenticando
che, prima e dopo l'esilio, ogni città in cui egli soggiornò era in
grado di fornirgli nuove opportunità di venire a contatto con i testi
che lo interessavano. In mancanza di inventari antichi e di codici
superstiti, questo testo si propone di ricostruire la biblioteca di
Dante con Dante stesso attraverso una lettura mirata delle sue opere.
Nella ricostruzione virtuale della biblioteca di Dante occupano un posto
molto significativo il "Convivio" e il "De vulgari eloquentia", due
libri scritti con i libri, dove Dante dimostra di poter attingere a
piene mani a una gamma assai vasta di conoscenze (e quindi di testi
letti e riletti) che era andato accumulando nel corso del tempo, mentre
nella "Commedia" egli elabora in momenti successivi il canone di una
propria biblioteca ideale, trasformando i suoi "libri peculiares" in
personaggi che soggiornano all'interno del limbo, se poeti o filosofi
pagani o formano le due corone di spiriti sapienti nel cielo del Sole,
se teologi, mistici o dotti cristiani.
Luciano
Gargan insegna Filologia medievale e umanistica all’Università di
Pavia. Si occupa della circolazione e utilizzazione del libro nelle
Università italiane tra Medioevo e Umanesimo.
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