Linguaggi e rappresentazioni del potere nella Sardegna medievale
a cura di Alessandro Soddu
pp. 400, € 39,00 (Acquista online con 5% di sconto)Carocci, 2020
ISBN: 9788843099412
A partire dal tardo XI secolo, i regni giudicali di Cagliari, Torres,
Arborea e Gallura si aprono a una vasta rete di rapporti mediterranei,
per essere poi travolti – nel pieno Duecento – dall’espansionismo del
Comune di Pisa e da forme di dominio signorile (Doria, Malaspina, Della
Gherardesca) e comunale (Sassari) collegate alla stessa Pisa e a Genova.
Su questo quadro, con l’avvento dei Catalano-Aragonesi si innesterà e
poi sostituirà, durante i secoli XIV e XV, la dimensione unificante del
regno di Sardegna, a lungo alleato dell’unico potentato locale
superstite, il giudicato di Arborea. L’attenzione degli studiosi per la
geografia politica ha finora lasciato in secondo piano il ruolo delle
élites sarde, che appaiono partecipi e interpreti dei cambiamenti (il
caso di Sassari in questo senso è paradigmatico). In un contesto così
articolato, è possibile osservare da diverse angolature una varietà di
linguaggi e rappresentazioni del potere, che attingono dalla tradizione
bizantina o sono l’espressione dell’egemonia pisana e genovese, prima, e
della Corona d’Aragona, poi, oltre che essere il frutto dell’originale
rielaborazione operata nell’ambito dei quattro regni giudicali. Una
pluralità di segni che riflette la ricchezza e complessità dei processi
storico-culturali che interessano la Sardegna durante tutto il basso Medioevo.
Alessandro Soddu è professore associato nel Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università di Sassari, dove insegna Storia
medievale e Storia degli insediamenti medievali.
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