giovedì 24 marzo 2022

Marsia e Glauco

Marsia e Glauco
Esegesi, riscritture e visualizzazioni di due miti ovidiani tra Medioevo e Rinascimento
di Ilaria Ottria
pp. 532, € 24,00
Affinità elettive edizioni, 2022
ISBN: 978-88-7326-579-5
 
Nell’olio su tavola “La favola di Apollo e Marsia” di Agnolo Bronzino, realizzato negli anni 1531-1532 e dedicato a Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino, Marsia compare in due delle quattro scene all’aperto di cui si compone il dipinto; tali scene lo vedono attivo nella contesa musicale con Apollo e vittima dello scorticamento inflitto dal dio come punizione per aver osato sfidare la sua autorità. Evocato da Dante come “exemplum” mitico nell’esordio del “Paradiso”, il satiro auleta Marsia è, insieme al dio marino Glauco (anch’esso citato all’inizio della terza cantica della “Commedia” in concomitanza con uno dei punti di maggiore rilievo del viaggio ultraterreno, ovvero il passaggio del pellegrino dalla Terra al Cielo), protagonista di una vicenda che attraversa epoche e generi differenti, a conferma della multiforme evoluzione dei miti classici fra Medioevo e Rinascimento. Fungendo idealmente da trait d’union tra paganesimo e cristianesimo, i racconti tratti dalle “Metamorfosi” di Ovidio assumono una molteplicità di forme e funzioni diverse; ai vari casi di ripresa, interpretazione e riscrittura offerti dai testi medievali di genere letterario, mitografico ed esegetico, si unisce infatti il rimodellamento operato dai principali rifacimenti cinquecenteschi delle “Metamorfosi” che, redatti in ottava rima e corredati di preziosi apparati iconografici, presentano significative analogie con la coeva produzione epico-cavalleresca. Tramite l’analisi del trattamento riservato ai due miti ovidiani di Marsia e Glauco, questo volume si propone di indagare come muta la riproposizione delle favole pagane tra Medioevo e Rinascimento, in un percorso che attesta il forte legame esistente tra arte e letteratura, pittura e poesia.
Ilaria Ottria è assegnista di ricerca in Letteratura italiana presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, dove si è formata e ha conseguito anche il dottorato di ricerca. Si è dedicata principalmente allo studio di alcuni autori latini (Apuleio, Stazio, Virgilio e soprattutto Ovidio), con particolare attenzione alla loro fortuna nella letteratura mediolatina e in quella italiana tra Tre e Cinquecento, oltre che nell’opera dantesca. Si è pure occupata di certi esempi di ricezione dell’antico nella produzione teatrale e operistica, nonché di relazione tra letteratura e arti figurative.

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