venerdì 21 giugno 2013

Mistica, Musica e Medicina. Ildegarda fra il suo e il nostro tempo

Mistica, Musica e Medicina. Ildegarda fra il suo e il nostro tempo
a cura di  Elena Modena
pp. 184; + CD (indivisibile): Hildegard von Bingen, Divina dulcedo et laudatio, Brani dalla Symphonia harmoniae caelestium revelationum, registrazione a corollario del Convegno, E. Modena - I. Gregoletto.
Stamperia Provincia di Treviso, 2013
 
La pubblicazione è introdotta dalla Lettera della Segreteria di Stato Vaticana a Sua Ecc. il Vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, che aveva prodotto a Sua Santità Benedetto XVI il programma del convegno, e dagli interventi, rispettivamente, dello stesso mons. Pizziolo, del presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, e dell’assessore alla Cultura di Vittorio Veneto, Michele De Bertolis.
Essendo esclusa dai circuiti commerciali di distribuzione, chi ne desidera copia può rivolgersi al 340 21 22 409 oppure inviare una mail a claviere@alice.it.
Per avere copia degli Atti del Convegno Mistica, Musica e Medicina si richiede un contributo di 30,00 euro spese postali incluse (25,00 se ritirato a mano), da versare all’Associazione Centro Studi Claviere.
Vale la pena di visitare il sito www.centrostudiclaviere.it

giovedì 20 giugno 2013

Il trono d'oro

Il trono d'oro
di Marco Salvador
pp. 266, € 16,50
Piemme, 2013
ISBN: 978-88-566-3321-4

Teofilo, unico figlio di un ricco palermitano, è costretto a fuggire dalla Sicilia occupata dagli arabi. Tradito dal mercante catalano che avrebbe dovuto portarlo in salvo, trova scampo presso i longobardi del sud. Per lui, ormai senza patria e famiglia, inizia una nuova vita. Grazie alla sua conoscenza del greco e dell’arabo, al principio pare destinato a essere solo l’aiutante del monaco Adelsperto, impegnato a scrivere la storia di Salerno. Ma ben presto entra nella cancelleria salernitana e poi, chiamato da Pandolfo Capodiferro, principe di Capua e Benevento, ne diviene il segretario. Il principe ha un unico sogno: riunificare tutto il meridione sotto lo scettro longobardo come al tempo del grande Arechi. Non è facile vivere accanto a un uomo con una simile ambizione. Così, a dispetto del desiderio di un’esistenza anonima e tranquilla sognando di poter tornare in Sicilia, Teofilo viene coinvolto in guerre e congiure, gettato in un mondo dove gli interlocutori non sono solo il principe di Salerno e i duchi di Amalfi e Napoli, ma pure imperatori e papi. Grazie alla sua fedeltà e dedizione a Pandolfo si garantirà un ruolo di primo piano nella Storia, contribuendo al sogno dell’unità longobarda senza doversi sporcare con il peggiore dei tradimenti. E quando gli eventi avranno il loro corso, Teofilo potrà finalmente realizzare anche il suo sogno.
Marco Salvador è nato a San Lorenzo, in provincia di Pordenone, nella casa in cui vive tutt’oggi. Ricercatore storico, per professione e per passione, con un interesse particolare per il Medioevo, è autore di numerosi saggi.
Per Piemme ha pubblicato: Il longobardo, La vendetta del longobardo, L’ultimo longobardo, La palude degli eroi, L’erede degli dei e Il sentiero dell'onore.

mercoledì 19 giugno 2013

La Signora della Marra

La signora della Marra
Storia di un processo in epoca angioina
di Tina Cacciaglia e Marcella Cardassi
pp. 245, € 15,00
Concilia Form Editrice, 2013
ISBN: 978-88-907971-2-5

Nel 1283 il principe Carlo d'Angiò, vicario del re, diede il via a un processo che vide quali accusati i più alti notabili della sua corte. Questi uomini, responsabili delle finanze del regno, vennero accusati dal sovrano di abuso di potere, di concussione, e di aver gravato sul popolo con una tale massiccia imposizione fiscale d'aver generato il malcontento, la rivolta dei Vespri Siciliani e non ultima la discesa in guerra degli Aragonesi. Nel giro di una sola stessa notte, in ogni città del regno, da Ravello a Barletta, da Napoli a Palermo scattarono gli arresti... Tra gli imputati anche Ruggero della Marra, membro di uno tra i più potenti casati storici di Ravello, che con la sua famiglia e con gli uomini del casato di sua moglie. Come un fulmine, la macchina accusatoria del re angioino si abbatte sulle vite di Ruggero e dei suoi parenti... e a Chura non restano che pochi giorni per scoprire la verità, cercare di salvare le vite, comprendere le oscure trame del potere che nelle loro spire stanno tentando di strangolare il suo mondo.
Tina Cacciaglia, sociologa napoletana, ha vinto vari concorsi e premi letterali e ha pubblicato articoli su giornali e riviste. Nel 2012 un suo romanzo giallo è stato pubblicato in ebook dal Gruppo Mauri Spagnol per il marchio Ioscrittore. E un noir napoletano “Il sussurro di Vico Pensiero” è stato pubblicato dalla Runa Editrice nel 2013.
Marcella Cardassi, vive e lavora a Napoli. Dopo gli studi in geologia, si è specializzata in ricerche tecniche e archivistiche nel campo del restauro architettonico.
Ha partecipato nel 2003 al concorso di sceneggiatura indetto nell’ambito del Napoli Film Festival con un soggetto storico, dal titolo “Le ragioni di Chura”. Nel 2008 ha seguito la IV edizione napoletana del corso di formazione editoriale Herzog di Roma.

martedì 18 giugno 2013

Le origini, Roma, il Medioevo

Le origini, Roma, il Medioevo
di Vittorio Franchetti Pardo
pp. 264, € 26,00
Jaka Book, 2013
ISBN: 978-88-16-41191-3

La città è uno dei modi, il modo urbano, che l’uomo ha, e ha avuto, di appropriarsi e profittare ai propri fini insediativi dell’uso del suolo. Ve ne sono stati, e tuttora ve ne sono, altri. Ma, a sua volta, il termine «città» ha significati differenti a seconda delle civiltà e della fase storica cui ci si riferisce. Qui si fa riferimento alla «città occidentale», e al suo divenire nel tempo nelle molte e pur differenti aree geostoriche nelle quali essa è apparsa e si è imposta. Intendendosi per «occidente» non certo il limitato ambito geografico e nemmeno i contesti sociologici suggeriti da quel termine; dando invece a quel concetto un significato assai più ampio e, per certi versi, convenzionale e simbolico. E cioè la sedimentazione del divenire di fasi ed esperienze di quell’omogeneo e omologato sistema, fatto di forme insediative, di pensiero, di forme culturali e artistiche, di stili di vita, cui oggi alludiamo quando parliamo di «occidente».
In questo volume l’argomento viene tratteggiato a partire dal modo con il quale il concetto «città» compare nei testi biblici e nelle leggende mesopotamiche, e dalle forme in cui esso si è poi storicamente materializzato e sviluppato sino alla fine (1492 d. C.) di quella fase che per convenzione storiografica viene indicata come Medioevo. Con due ulteriori specificazioni. La prima è quella che attiene alla partizione dell’impero romano nelle due sue rispettive parti di Oriente e di Occidente. In questo caso, infatti, l’evoluzione del sistema «città» ha avuto due distinti percorsi dopo il VI secolo e sino al XV. La seconda, invece, concerne un sistema urbano, quello di matrice islamica, che non è direttamente riferibile alla città occidentale perché è maturato nella civiltà islamica (se ne indicano pertanto i principali e caratterizzanti lineamenti proprio per evidenziarne le peculiari identità). Ma che, tuttavia, ha avuto grande influenza nel divenire di quelle città occidentali che per più secoli, a partire dalla rapida espansione dell’Islam e fino al 1492, hanno fatto parte dell’ecumene islamico.
Vittorio Franchetti Pardo ha insegnato Storia dell’architettura alle Università di Firenze e di Roma “La Sapienza”. Tra le sue pubblicazioni sull’architettura e l’urbanistica medievale: Storia dell’urbanistica. Dal Trecento al Quattrocento (Laterza, 1982), Storia dell’architettura medievale: l’Occidente europeo (Laterza, 1997), Città, architetture, maestranze tra tarda antichità ed età moderna (Jaca Book, 2001). 

lunedì 17 giugno 2013

L'imperatore, il re del mondo, il cavaliere

L'imperatore, il re del mondo, il cavaliere
di Franco Cardini
pp. 208, € 15,00
Carta Bianca, 2013
ISBN: 8897550274
 
Il romanzo si svolge come una fiaba in una chiara allusione ad un giardino della vita che anche la letteratura ha cantato come paradiso perduto. Ma per Franco Cardini non ci sarebbe pellegrinaggio senza meta, non si avvierebbe, cioè, il cammino se non si vedesse Gerusalemme sullo sfondo, non come fondale di un proscenio illusorio, ma come approdo di cuori e di nazioni. Il suo stesso ricercare le vie della storia osando ricostruirla nella sequenza di un racconto chiarisce una faccia del prisma vocazionale, quella più recondita e difficile da occultare. Come nella cerca del Graal (gran passione sia per l'autore che per la sua illustratrice), l'assoluto sta oltre le vicende umane ed il cavaliere è consapevole che la sacra urna è offertorio per l'eucarestia, cioè sacramento centrale del pellegrinare dei cristiani, segno e strumento di una presenza per fede creduta e non a viso aperto, quando il viaggio sarà definitivamente compiuto oltre ogni velo.

giovedì 6 giugno 2013

Metafisica e cosmologia in Dante

Metafisica e cosmologia in Dante
Il tema della rovina angelica
di Marco Gallarino
pp. X-170, € 24
Istituto Italiano per gli Studi Storici, 2013
ISBN: 978-88-15-24504-5
In libreria dal 27 giugno 2013

I fondamenti metafisici e fisici della cosmologia di Dante Alighieri, quale essa appare nella Divina commedia, nella Quaestio de aqua et terra e nel Convivio, sono al centro delle analisi di questo libro. Partendo dalla descrizione degli effetti della rovina angelica e dalla disamina delle discussioni sull’effettiva valenza cosmogonica di tali effetti, si rintracciano le linee fondamentali del dibattito ermeneutico sulla presunta contraddizione che emerge tra i diversi passi danteschi di argomento più propriamente cosmogonico, rinvenibili nel terzo e nel trentaquattresimo canto dell’Inferno, nel settimo e nel ventinovesimo del Paradiso e nella Quaestio. Svolta un’analisi critica di diverse interpretazioni esegeticamente e teoreticamente rilevanti, si procede a delineare un’ipotesi ermeneutica che consenta di rendere ragione delle differenze teoriche che paiono emergere tra i diversi passi in questione, al fine di dimostrare la plausibilità di una proposta conciliativa, capace quindi di porsi in accordo con la più volte ribadita pretesa di Dante di fare della propria opera un tramite di espressione di profonde verità filosofiche e teologiche.
Nel trattare i nodi fondamentali della cosmologia e della cosmogonia di Dante, si rinvia costantemente alle urgenze teoretiche di natura fisica e metafisica che sottendono l’ordito delle argomentazioni dantesche. Il ruolo della materia e la mediazione dei cieli e delle intelligenze celesti nel contesto della definizione e dell’attribuzione delle forme degli enti del mondo sublunare, con tutta la problematicità teoretica che tali temi portano con sé, divengono il riferimento principale di un’analisi volta a dimostrare come le questioni fondamentali della cosmogonia dantesca, sia dal punto di vista fisico-cosmologico sia dal punto di vista della definizione di una cronologia degli eventi cosmogonici, possano trovare un’adeguata delucidazione, nonché la possibilità stessa della proposta di soluzioni interpretative globali coerenti, soltanto in un riferimento costante alle sottese problematiche teoriche di ordine metafisico.
Marco Gallarino (Milano, 1975) svolge ricerche nel campo della storia della filosofia medievale e della letteratura italiana. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università degli studi di Milano, con una tesi su Dante e il De causis, è stato borsista dell’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli dal 2002 al 2004 e nel 2004 ha ottenuto il premio «Arrigo Pacchi», dedicato a tesi di argomento storico-filosofico. È dottore di ricerca in Filosofia, membro della Società italiana per lo studio del pensiero medievale e della Società dantesca italiana, ha pubblicato diversi studi sul pensiero filosofico di Dante Alighieri.

mercoledì 5 giugno 2013

Langobardia. I Longobardi in Italia

Langobardia
I Longobardi in Italia
di Tommaso Indelli
prefazione di Claudio Azzara
pp. 401, € 40,00
Edizioni di AR, 2013
ISBN: 8806161822

735 e.v.: mentre Liutprando, uno dei più grandi sovrani longobardi, giace gravemente malato, tanto da sembrare in punto di morte, suo nipote Ildeprando viene incoronato re; come racconta Paolo Diacono, non l’unzione (ossia la sottomissione al papa) ma la consegna della lancia (sicut moris est, è la chiosa rivelatrice) al nuovo re fu il segno tangibile dell’avvenuta trasmissione della regalità. Ecco, ancora, perché mentre il carolingio Pipino s’affretta ad andare incontro al papa a Ponthion, Liutprando aspetta, da superiore, papa Zaccaria. Queste prime, scarne osservazioni sul rapporto tra re longobardi e papi, quasi antitetico rispetto a quello cui daranno vita i carolingi, andranno poi ovviamente inserite nel più vasto reticolo delle istituzioni longobarde. Ed è proprio qui che emerge tutta l’importanza del lavoro di Tommaso Indelli. Perché Indelli, ed è un altro degli indubbi meriti della sua opera, non ha soltanto minuziosamente ricostruito tutto l’arco della presenza longo barda in Italia dal VI all’XI secolo, quindi includendovi anche le vicende, spesso trascurate o studiate separatamente, della Langobardìa minor, ma si è soprattutto interessato, con ricchezza di particolari e profondità di analisi, delle istituzioni e della società dei Longobardi.
Indelli si sofferma innanzitutto sulle trasformazioni della regalità, mettendo ad esempio in luce l’importanza dell’editto di Rotari come decisivo passaggio dall’ordinamento giuridico del popolo all’ordinamento giuridico del re, dal Volksrecht al Königsrecht, e ancora, il progressivo abbandono, giunto a compimento nel VII secolo, della prassi dell’elettività assembleare a tutto vantaggio di una regalità fondamentalmente dinastica, oppure il riconoscersi, da parte dei re longobardi, in un orizzonte ‘romano’, in tal modo portando a maturazione un lungo ma costante processo di acculturazione. Ancor più significative sono le riflessioni riservate dall’Autore all’esame della tribù longobarda. Di contro a una lettura oggi particolarmente in voga, Indelli recupera una concezione dell’etnia (anche se ritiene maggiormente perspicuo l’uso del termine tribù per connotare l’organizzazione sociale longobarda) radicata su fattori oggettivi senza per questo, a ragione, pensarla fuori dalla storia. Detto altrimenti, insistere sulla loro “oggettività” non implicherà affatto il ritenere etnie barbare, compresa quindi quella longobarda, delle monadi impermeabili ad ogni influsso esterno. Tutt’al contrario, si può pensare l’etnia (la tribù) come fondata su oggettivi e, al contempo, soggetta a “evoluzioni e trasformazioni di ogni tipo”, per riprendere parole stesse dell’Autore. Da qui deriva, infine, la caratterizzazione della tribù dei Longobardi, stante le condivisibili definizioni che ne dà l’Autore, come “un organismo politico-militare ed etnico-culturale dotato di una sua specifica autonomia e identità” e con un solido “retaggio di tradizioni giuridiche, linguistiche e religiose” unito a “miti etnogenetici”. Da qui, di conseguenza l’idea della tribù longobarda innanzitutto “comunità di sangue, Blutsgenossenschaft” come “una sorta di grande famiglia allargata” in grado di andare al di là dello stesso specifico ‘clan’ di appartenenza (la Sippe), per dar vita a un popolo capace di avere uno straordinario destino nella storia italiana ed europea.

martedì 4 giugno 2013

Vie per Bisanzio

Vie per Bisanzio
Atti del VII Congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini (Venezia, 25-28 novembre 2009)
a cura di Antonio Rigo, Andrea Babuin, Michele Trizio
pp. XII-1072 (2 tomi, con illustrazioni B/N), € 72,00
Edizioni di Pagina, 2013
ISBN: 9788874702299

“Vie per Bisanzio” è l’evocazione di molteplici percorsi e approcci al mondo bizantino: storia, letteratura, arte, archeologia, filologia, paleografia, filosofia, teologia. Una diversità poliedrica che rappresenta la ricchezza e la vitalità odierne della tradizione degli studi bizantini in Italia. “Vie per Bisanzio” sta a indicare i diversi itinerari seguiti: dal mondo classico seguendo il filo della grecità, dalla storia medievale volgendosi a Oriente, dalle letterature slave, partendo dalla filosofia e teologia russe moderne e contemporanee per andare a ritroso. Emerge una volta di più l’immagine di Bisanzio quale “Impero di mezzo”, luogo-cerniera di scambi e di irradiazioni, vero e proprio Knotenpunkt, non solo all’interno di quello che è stato felicemente indicato come Commonwealth bizantino, ma ben oltre, in Occidente, nel Nord, in Oriente.
Dal 25 al 28 di novembre 2009 si tenne a Venezia un Congresso intitolato “Vie per Bisanzio”, VII Convegno dell’Associazione Italiana di Studi Bizantini (AISB) e al contempo occasione di incontro della bizantinistica italiana in Italia e all’estero. I due volumi contengono i risultati dei lavori di quelle giornate.
Interventi di:
Alessia Adriana Aletta, Andrea Babuin, Davide Baldi, Claudia Barsanti, Marina Bazzani, Claudio Bevegni, Livia Bevilacqua, Chiara Bordino, Daniela Borrelli, Luciano Bossina, Tommaso Braccini, Gastone Breccia, Donatella Bucca, Alessandra Bucossi, Daniele Calcagno, Anna Caramico, Caterina Carpinato, Paola Cassella, Annaclara Cataldi Palau, Marina Cavana, Salvatore Cosentino, Salvatore Costanza, Raffaella Cresci, Francesco D’Aiuto, Mauro della Valle, Marco Di Branco, Vera von Falkenhausen, Marco Fanelli, Roberta Flaminio, Daniele Fusi, Giovanni Gasbarri, Annalisa Gobbi, Alessandra Guiglia, Anna Maria Ieraci Bio, Renata Lavagnini, Andrea Luzzi, Adalberto Mainardi, Maria Rosaria Marchionibus, Susy Marcon, Giuseppina Matino, Mariella Menchelli, Simona Moretti, Sandra Origone, Francesco Osti, Cecilia Pace, Andrea Paribeni, Silvia Pasi, Silvia Pedone, Mario Re, Lorenzo Riccardi, Antonio Rigo, Maria Teresa Rodriquez, Cristina Rognoni, Silvia Ronchey, Vincenzo Ruggieri, Marco Scarpa, Gioacchino Strano, Alessandro Taddei, Silvia Tessari, Anna-Maria Totomanova, Michele Trizio, Anna Zimbone, Niccolò Zorzi.