Metafisica e cosmologia in Dante
Il tema della rovina angelica
di Marco Gallarino
pp. X-170, € 24
Istituto Italiano per gli Studi Storici, 2013
ISBN: 978-88-15-24504-5
In libreria dal 27 giugno 2013
I fondamenti metafisici e fisici della cosmologia di Dante Alighieri, quale essa appare nella Divina commedia, nella Quaestio de aqua et terra e nel Convivio,
sono al centro delle analisi di questo libro. Partendo dalla
descrizione degli effetti della rovina angelica e dalla disamina delle
discussioni sull’effettiva valenza cosmogonica di tali effetti, si
rintracciano le linee fondamentali del dibattito ermeneutico sulla
presunta contraddizione che emerge tra i diversi passi danteschi di
argomento più propriamente cosmogonico, rinvenibili nel terzo e nel
trentaquattresimo canto dell’Inferno, nel settimo e nel ventinovesimo del Paradiso e nella Quaestio.
Svolta un’analisi critica di diverse interpretazioni esegeticamente e
teoreticamente rilevanti, si procede a delineare un’ipotesi ermeneutica
che consenta di rendere ragione delle differenze teoriche che paiono
emergere tra i diversi passi in questione, al fine di dimostrare la
plausibilità di una proposta conciliativa, capace quindi di porsi in
accordo con la più volte ribadita pretesa di Dante di fare della propria
opera un tramite di espressione di profonde verità filosofiche e
teologiche.
Nel trattare i nodi fondamentali della cosmologia e della cosmogonia di Dante, si rinvia costantemente alle urgenze teoretiche di natura fisica e metafisica che sottendono l’ordito delle argomentazioni dantesche. Il ruolo della materia e la mediazione dei cieli e delle intelligenze celesti nel contesto della definizione e dell’attribuzione delle forme degli enti del mondo sublunare, con tutta la problematicità teoretica che tali temi portano con sé, divengono il riferimento principale di un’analisi volta a dimostrare come le questioni fondamentali della cosmogonia dantesca, sia dal punto di vista fisico-cosmologico sia dal punto di vista della definizione di una cronologia degli eventi cosmogonici, possano trovare un’adeguata delucidazione, nonché la possibilità stessa della proposta di soluzioni interpretative globali coerenti, soltanto in un riferimento costante alle sottese problematiche teoriche di ordine metafisico.
Nel trattare i nodi fondamentali della cosmologia e della cosmogonia di Dante, si rinvia costantemente alle urgenze teoretiche di natura fisica e metafisica che sottendono l’ordito delle argomentazioni dantesche. Il ruolo della materia e la mediazione dei cieli e delle intelligenze celesti nel contesto della definizione e dell’attribuzione delle forme degli enti del mondo sublunare, con tutta la problematicità teoretica che tali temi portano con sé, divengono il riferimento principale di un’analisi volta a dimostrare come le questioni fondamentali della cosmogonia dantesca, sia dal punto di vista fisico-cosmologico sia dal punto di vista della definizione di una cronologia degli eventi cosmogonici, possano trovare un’adeguata delucidazione, nonché la possibilità stessa della proposta di soluzioni interpretative globali coerenti, soltanto in un riferimento costante alle sottese problematiche teoriche di ordine metafisico.
Marco Gallarino (Milano, 1975) svolge
ricerche nel campo della storia della filosofia medievale e della
letteratura italiana. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia presso
l’Università degli studi di Milano, con una tesi su Dante e il De causis,
è stato borsista dell’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli
dal 2002 al 2004 e nel 2004 ha ottenuto il premio «Arrigo Pacchi»,
dedicato a tesi di argomento storico-filosofico. È dottore di ricerca in
Filosofia, membro della Società italiana per lo studio del pensiero
medievale e della Società dantesca italiana, ha pubblicato diversi studi
sul pensiero filosofico di Dante Alighieri.
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