Goti e Vandali
Dieci saggi di lingua e cultura altomedievale
di Nicoletta
Francovich Onesti
pp. 200, € 25,00
Artemide, 2013
ISBN: 978-88-7575-182-1
Il volume raccoglie i saggi che Nicoletta
Francovich Onesti ha dedicato alla lingua e alla cultura dei Goti e alle
sparute tracce linguistiche dei Vandali. Quello che conosciamo sulle
lingue di queste popolazioni germaniche, precocemente estinte, è in gran
parte circoscritto alle forme onomastiche poiché, fatta salva
l'eccezione della Bibbia gotica di Wulfila e di pochi altri testi
minori, esse quasi non hanno lasciato alla storia altra memoria di sé. I
dati antroponimici non sono però studiati soltanto per ricostruire
lingue altrimenti poco o punto attestate; essi rappresentano soprattutto
la chiave di accesso ai complicati meccanismi di prestito, scambio e
simbiosi attraverso i quali, tra la tarda antichità e gli albori del
Medioevo, è venuta conformandosi la convivenza tra le popolazioni
germaniche dei Goti e dei Vandali e le genti stanziate sulle sponde del
Mediterraneo: in Italia e Spagna, ma anche nell'Africa settentrionale.
Sono nomi di sovrani e notabili, ma anche di uomini - e donne - di
estrazione più modesta: se ne identificano qui l'origine, l'etimologia,
l'assimilazione nei coevi sistemi grafo-fonetici del greco e del latino,
la diffusione nei diversi strati sociali. L'analisi linguistica procede
dunque parallela alla valutazione dei dati storici, e con essi si tenta
una sintesi di più ampio respiro, volta a determinare come
quell'intreccio di lingue, usi, tradizioni, abbia segnato la nascita
della cultura europea.
Nicoletta
Francovich Onesti è docente di Filologia Germanica all’Università di
Siena. È autrice fra l’altro del manuale Filologia Germanica. Lingue e
culture dei germani antichi. Specialista delle lingue germaniche
scomparse e dei nomi propri dei popoli antichi, ha pubblicato sulla
lingua dei longobardi il libro: “Vestigia longobarde in Italia” (Roma
1999, ristampa seconda edizione 2013) inoltre un volume su “I Vandali,
Lingua e storia” (Roma 2002); e un altro su “I nomi degli Ostrogoti”
(Firenze 2007).
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