Il Tesoro d'Italia
La lunga avventura dell'arte
di Vittorio Sgarbi
pp. 480, € 22,00
Bompiani, 2013
ISBN: 45274565
C’è un’Italia protetta e remota a Morano Calabro, a Vairano, a Rocca
Cilento, a Vatolla, a Giungano, a Torchiara, a Perdifumo, incontaminati
presidi del Cilento. Poi ci sono le apparizioni. Come gli affreschi di
Sant’Angelo in Formis, come il duomo di Anagni con il quale si apre il
racconto pittorico di questo libro, anche se i primi segnali della
lingua nuova, diretta, espressiva, sapida, sono nella scultura, a
partire da Wiligelmo a Modena in parallelo con i primi vagiti della
lingua italiana. Quei confini nei quali sono ristretti a coltivare i
campi, cacciati dal Paradiso terrestre, Adamo ed Eva. Poco più tardi
vedremo altri contadini affaticati, di mese in mese, nel Battistero
dell’Antelami a Parma. Soltanto a Ferrara il lavoro sembrerà riservare
una imprevista felicità. Il Maestro dei Mesi trasmette il piacere che ha
provato estraendo fanciulli dalla pietra. Siamo nel 1230, in largo
anticipo sul ritrovamento della vita nella pittura, prima ancora che in
Toscana, nel cuore della Valle Padana, a Cremona, con il racconto delle
storie di Sant’Agata di un maestro anonimo; non sarà un caso che la
nuova lingua toscana in pittura si espanda fino a Padova con Giotto
nella Cappella degli Scrovegni, e di lì in tutto il Nord. Siamo in
apertura del Trecento, e diventa lingua universale quella che ha
iniziato a parlare Giotto, ponendosi davanti le energie dei corpi e la
loro azione, con una tale efficacia da determinare quasi un secolo di
imitatori, le cui gesta noi parzialmente raccontiamo accompagnando il
viaggiatore e il lettore in Toscana e altrove, fino ad arrivare, in
chiusura di secolo, a Lorenzo Monaco, sfinito interprete di un gotico
fiorendo. E che fiorirà – eccome fiorirà! – e sarà l’ultimo giardino,
perché con la vita vera si confronterà, con la stessa energia del Giotto
franco, consistente e dominante con la sua umanità, il giovane
Masaccio. Dopo questo lungo travaglio la pittura italiana entra nella
sua piena maturità. Di tante tappe, allora, verso la felicità espressiva
nel Rinascimento, questo libro, come una lunga avventura, dà conto in
una continua sorpresa.
Vittorio Sgarbi
è nato a Ferrara. Critico e storico dell’arte, ha curato numerose
mostre in Italia e all’estero, è autore di saggi e articoli. Nel 2011 ha
diretto il Padiglione Italia per la 54a Biennale d’Arte di Venezia. Per
Bompiani ha pubblicato Il bene e il bello (2002), Dell’anima (2004), Ragione e passione. Contro l’indifferenza (2005), Vedere le parole (2006), Clausura a Milano e non solo. Da suor Letizia a Salemi (e ritorno) (2008), L’Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore (2009), Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri (2010), Le meraviglie di Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri (2011), Piene di grazia. I volti della donna nell’arte (2011) e L’arte è contemporanea (2012).
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