Dante e la sua eredità a Ravenna nel Trecento
a cura di Marco Petoletti
pp. 256, € 28,00
Longo Editore Ravenna, 2015
ISBN: 978-88-8063-823-0
All'inizio del Trecento Ravenna offrì a Dante l'ultimo rifugio, secondo
la felice formulazione del celebre libro di Corrado Ricci, e a Ravenna,
dopo il fatale 14 settembre 132f, il poeta trovò la sua ultima dimora.
Sotto le ali della signoria di Guido Novello da Polenta, dunque, Dante
passò gli anni estremi della sua vita: in città compose le egloghe
indirizzate al maestro bolognese Giovanni del Virgilio, estremo lascito
letterario della sua arte e della sua cultura. Intorno a Dante si creò
prestissimo un nucleo di devoti e ammiratori, alcuni dei quali ricordati
nelle egloghe dietro lo schermo bucolico: Dino Perini, Fiduccio de'
Milotti, Guido Vacchetta. Ma il sacro fuoco delle lettere non si spense a
Ravenna con la morte del sommo poeta: lì agirono maestri e letterati
che, ereditando il testimone di una tradizione illustre, fecero della
città romagnola un centro non indifferente del primo Umanesimo fiorito
nel corso del Trecento. Altre figure, soltanto apparentemente minori,
come quelle di Donato Albanzani, caro amico di Petrarca, e di Giovanni
Conversini, maestro rinomato ai suoi tempi, illustrarono con il loro
magistero la vita culturale di Ravenna nel solco dei gloriosi esempi
offerti dal passato remoto e più recente. Il volume, affidato a diversi
specialisti dell'argomento, intende presentare l'impatto culturale che
Dante Alighieri ebbe sulla cultura ravennate del Trecento.
Marco Petoletti Laurea in Lettere, conseguita presso l'Università Cattolica del Sacro
Cuore - Milano in data 29 giugno 1995 in Letteratura Latina Medioevale,
con una tesi intitolata «Contributo allo studio del commento dantesco di
Alberico da Rosciate».
Insegna «Letteratura latina medievale» presso la Facoltà di Lettere e Filosofia -
corso di Laurea in Lettere (Laurea specialistica), Università Cattolica
del Sacro Cuore - Sede di Milano, a decorrere dall'anno accademico
2009-2010.
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