Rangerio. Il poema di Anselmo, vescovo di Lucca
a cura di Robarta Amari
pp. 190, € 15,00
Pisa University Press, 2016
ISBN: 9788867411955
Poco prima dell'anno 1100, il vescovo di Lucca Rangerio dedicò al suo
predecessore Anselmo II da Baggio (1073-1086) un ampio poema biografico,
con l'intento di esaltarne la santità personale e la incrollabile
fedeltà agli ideali di riforma propugnati da Gregorio VII. Nipote
omonimo del vescovo Anselmo I, che nel 1061 era diventato papa con il
nome di Alessandro II, Anselmo II cercò di imporre al clero lucchese una
condotta di vita ispirata al rigore monastico, e nel 1080 dovette
abbandonare la città. Quando Enrico IV arrivò in Toscana e fu accolto
trionfalmente a Lucca (1081). Anselmo II raggiunse Matilde di Canossa e
ne divenne uno dei più fidati consiglieri, fino alla morte, avvenuta a
Mantova nel 1086. L'opera di Rangerio non è solo agiografica: attraverso
la forma ed il linguaggio della poesia epica classica, la vita del
protagonista è collocata nel quadro dei grandi avvenimenti
politico-ecclesiastici dell'età gregoriana e, in pari modo, nel concreto
ambiente lucchese. Al punto che Rangerio ci dà una descrizione
insostituibile delle vicende interne della città nel quindicennio del
predominio dell'"antivescovo" imperiale Pietro: gli anni tumultuosi del
primo manifestarsi dell'azione politica collettiva dei cittadini. La
miglior dimostrazione della "santità" di Anselmo II fu appunto il fatto
che, dopo la sua morte, i valori da lui impersonati fossero accolti da
tutta la cittadinanza.
Roberta
Amari ha conseguito il dottorato di ricerca in “Storia dell’Europa
medievale” presso l’Università di Pisa. Vive a Lucca, dove è docente di
ruolo nella scuola secondaria.
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