A capo coperto
Storie di donne e di veli
di Maria Giuseppina Muzzarelli
pp. 236, € 16,00
Il Mulino, 2016
ISBN: 978-88-15-26417-6
«ti prego... vela il tuo capo, rivesti l’armatura del pudore, innalza un muro sul tuo sesso»
Tertulliano
«non basta alla donna coprirsi la sommità del capo, ma bisogna che veli la testa da ogni parte, anche dinanzi…»
Giovanni da Capestrano
Parliamo di donne velate e subito pensiamo allo hijab o
agli altri tipi di copertura del capo, o del volto, o dell’intero corpo
della donna che sono in uso nel mondo islamico e che, non senza
originare polemiche, molte islamiche indossano anche nei paesi
occidentali. Ma la prescrizione alle donne di coprirsi il capo
appartiene in pieno anche alla storia dell’Occidente. Proviamo allora a
riscoprire un costume millenario, documentato dalla Bibbia e dalle
statue dell’antica Grecia, dai Padri della Chiesa, dalle normative
medievali, da innumerevoli testimonianze artistiche e letterarie. Il
capo coperto era prerogativa delle donne sposate, era la divisa delle
religiose, così come ogni vedova era tenuta a portare il velo del lutto.
Segno di verecondia e modestia, il velo, leggero quanto simbolicamente
carico, era però anche un accessorio alla moda, il complemento
fondamentale nello sfoggio di lusso ed eleganza, come ancora oggi può
essere il foulard griffato.
Maria Giuseppina Muzzarelli insegna
Storia medievale, Storia delle città e Storia del costume e della moda
nell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato «Guardaroba
medievale. Vesti e società dal XIII al XVI secolo» (nuova ed. 2008), «Il
denaro e la salvezza» (2001), «Pescatori di uomini (2005)»,
«Un’italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan, intellettuale e
donna» (2007) e «Breve storia della moda in Italia» (2011).
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